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Autore: Geani    30/04/2016    1 recensioni
"-Hey, come ti senti?- chiese Elisa sporgendo la testa bruna oltre la soglia, Amelia stava riposando nel letto ancora debilitata ma con un aspetto già più sano, o almeno più sereno.
-Come una non malata terminale.- le rispose sorridendomi di rimando, anche il suo sorriso si era fatto più luminoso."
Storia scritta per la Sfida a quattro mani del gruppo Facebook EFP Famiglia con l'aiuto di Blyth per il punto di vista di Elisa.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorelle Ritrovate 

II
 
I giorni passarono con una strana velocita’. Non c’era piu’ orario di visita per lei, le uniche persone che la cercavano ancora erano i propri genitori e Marco; la novita’ stava nel fatto che anche Elisa era diventata un’assidua frequentatrice del  reparto. Cercavano di andare d’accordo, di conoscersi meglio per poter tirare fuori’ qualcosa di buono da quella che era una situazione altamente infelice. Nonostante questo Amelia non riusciva ad essere triste, in fondo aveva trovato un’amica, probabilmente una sorella. Ne aveva sempre desiderata una, ma sapeva benissimo di non poterne avere dato che era stata adottata appunto perche’ quella che chiamava mamma era sterile. Essere figlia unica aveva sempre avuto i suoi vantaggi, pero’ era certa che con un fratello o una sorella le cose sarebbero state piu’ belle, piu’ divertenti.
Piu’ la data si avvicinava e piu’ si sentiva debole, colpa delle medicine le ripeteva Marco. Come dargli torto? Non avrebbe mai potuto dato che si stava avvicinando sempre di piu’ a lui. Una sera aveva persino sognato di avvicinarsi alle sue labbra. Quello si che era stato un guaio. Ma poco importava, una volta uscita da quell’ospedale le sarebbe stto possibile chiedergli un appuntamento perche’, in qualche modo, lo sentiva che lui non l’avrebbe fatto; si chiedeva spesso se tutti i medici seguivano quelle stupide e ferree regole. 
Sentiva sempre il bisogno di parlare di quei suoi sentimenti enigmatici, di cio’ che avrebbe dovuto fare. Alla fine Elisa si era rivelata una delle migliori ascoltatrici in assoluto. Non si era fatta problemi a consigliare o a criticare. Le aveva semplicemente spiegato cio’ che, a suo parere, era meglio fare. Avevano anche deciso di visitare una mostra d’arte appena lei fosse stata dimessa; in qualche strana maniera entrambe nutrivano un’incondizionata passione per l’arte. Se solo anche lei avesse avuto la possibilita’ di frequentare il Sello, l’artistico che raccoglieva studenti da tutta la regione. Quanto le si scaldava il cuore ogni volta che vedeva quella scintilla nei suoi occhi; le chiedeva sempre di raccontarle dei temi e dei lavori della giornata della creativita’. Era un piacere farlo, Amelia non aveva mai trovato qualcuno cosi’ preso dai colori, nemmeno nei suoi vecchi compagni di classe.
 
♦♦♦
 
Dopo le prime difficoltà iniziali, superato l'imbarazzo, avevano iniziato a parlare conoscendosi un po' meglio, anche un po' curiose di scoprire come avessero fatto a non incontrarsi in tutti quegli anni. Erano cresciute in due zone diverse della città, praticamente agli antipodi quindi era plausibile che non si fossero mai incontrate prima, forse se Elisa fosse riuscita convincere prima i suoi che l'arte era la sua strada si sarebbero incontrate al Sello, ma così non era stato. L'arte era diventata fin da subito il loro collante, l'argomento principale delle loro discussioni, avevano parlato dei loro autori preferiti, correnti amate e odiate ed infine si era promesse di farsi vedere a vicenda i lavori. Amelia aveva insistito per farlo una volta fuori dall'ospedale e lei aveva accettato. Così i giorni che le separavano dall'intervento erano volati, la sera prima si erano abbracciate dandosi conforto a vicenda, dopo l'operazione non ci sarebbero state solo cartelle piene di disegni ma anche l'ora della verità. I genitori di Elisa erano tornati e loro avevano bisogno di risposte.
-Hey, come ti senti?- chiese Elisa sporgendo la testa bruna oltre la soglia, Amelia stava riposando nel letto ancora debilitata ma con un aspetto già più sano, o almeno più sereno.
-Come una non malta terminale.- le rispose sorridendomi di rimando, anche il suo sorriso si era fatto più luminoso.
-Beh adesso la strada é tutta in discesa no?-
-Assolutamente, non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi aiutata così tanto.- A quelle parole piene di gratitudine Elisa si sentì scaldare il cuore, quella riconoscenza la metteva un po' in imbarazzo, procurandole quella nuova e sconosciuta sensazione di completezza. Aveva fatto la scelta giusta iscrivendosi alla lista donatori.
-Figurati, non devi mica ringraziarmi per così poco...e poi dopo averti vista non potevo tirarmi indietro.- le disse cercando di chiudere la questione.
-Non è poco ciò che hai fatto. Avresti potuto rifiutarti, andare via senza ripensamenti. Per non averlo fatto non potrò mai ringraziarti abbastanza.- Rifiutarsi? E come avrebbe potuto, con che faccia si sarebbe potuta più guardare allo specchio come l'assassina della ragazza che con tutta probabilità era la sua gemella perduta.
-Nessun rimorso, potrebbe essere stata la scelta migliore della mia vita.-
-Tenere in vita qualcuno che potrebbe sconvolgere sconvolgerti la vita? È estremamente altruista.- Amelia non aveva tutti i torti, le loro vite non sarebbero più state le stesse e questo le procurava un po' di ansia, molta ansia a dire il vero ma non sarebbero state sole, avrebbero avuto l'un l'altra su cui fare affidamento. Si conoscevano da poco, questo era vero, ma erano dentro quella faccenda assieme ed Elisa sentiva di poter contare su Amelia come appoggio. Le ispirava fiducia.
-Scoprire di avere una gemella potrebbe risultare interessante, perché perdersi un occasione del genere?- si ritrovò a dire scherzando, voleva evitare il più possibile che il discorso diventasse troppo serio, la serietà la metteva a disagio.
-A certe persone non piace il nuovo. Ciò che disturba la loro vita.-
 
   
 
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