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Autore: JeytonSawyer    04/05/2016    1 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO:
Essere la migliore amica di Lily Luna Potter non è mai stata una cosa facile. Diciamo pure che a volte è una cosa impossibile. Lunatica, prepotente a tratti, esuberante fin troppo. Essere la sua migliore amica è un lavoro a tempo pieno, con reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro e con gli straordinari, il tutto gratis. E non è facile anche perché la suddetta ha una madre meravigliosa, che però sembra non capire che anche tu hai la tua famiglia, e ti ci trovi pure bene, quindi si sente in dovere di trattenerti a cena e a dormire praticamente ogni volta che capiti a casa loro anche solo per un saluto. E non è facile anche essere sempre oggetto di taglienti battutine sulla tua indicibile goffaggine da parte del fratello di mezzo Albus Severus Potter, che sembra essere l’incarnazione della gentilezza con tutti tranne che con te. Ma soprattutto, più di tutto, essere la migliore amica di Lily è un inferno quando dal primo momento che l’hai visto hai una cotta spaventosa, paurosa, astronomica per suo fratello James Sirius.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE



Serena non riusciva quasi a respirare, mentre i muscoli del suo viso si muovevano secondo l’educazione ricevuta: ad una bella notizia, bisogna sorridere. Ma dentro di lei, quella era una notizia raccapricciante. Di lì a qualche mese il chiodo fisso dei suoi ultimi sette anni avrebbe messo l’anello al dito di una qualche perfetta sconosciuta, giurandole amore eterno tra le lacrime di gioia della sua famiglia.

La voce profonda di James le arrivò come da lontano, in mezzo al brusio degli altri commensali: -Ci siamo conosciuti in Norvegia lo scorso ottobre… chiama Ingrid…Vi piacerà da morire… tutto così in fretta, ma non potevamo aspettare…-

Harry si alzò per stringere la mano al figlio e abbracciarlo, poi seguì la moglie corsa fuori a prendere carta e penna per avvisare il parentado, mentre Lily si mordicchiava il labbro osservando Serena, indecisa se gioire per il fratello o contenere l’entusiasmo di fronte a Serena.

“Non piangere. Non. Piangere. Non essere stupida. Non essere infantile.” continuava a martellarsi quelle frasi in testa, tentando di recuperare un minimo di autocontrollo. Non era mai stata il tipo da fare scenate, se qualcosa le andava storto preferiva farsi un bel pianto liberatorio lontano da occhi indiscreti o, all’occorrenza, fra le braccia di Lily.

-…per questo mi sarebbe piaciuto che ci fosse anche Serena.-

Sentirlo pronunciare il suo nome la scosse. Si voltò verso lui con un’aria abbattutta che James scambiò per interrogativa.

-Mi sarebbe piaciuto che fossi qui per il matrimonio, alla fine dell’estate. In fondo sei di famiglia di ormai, no? Non riesci proprio a tornare? Magari solo qualche giorno
alla fine di agosto.- parlava con calore, come se davvero ci tenesse ad averla lì.

-Ecco…- Serena si schiarì la gola, -…non so, io…-

Lily tentò di salvarla dalla situazione: -Sarà a spassarsela in Sicilia, non avrà tempo per questo, vero?-

James sbuffò: -Solo una giornata, due al massimo! Sei come una sorella, per me! Per favore!-

Come. Una. Sorella. C’era altro che il suo cuore dovesse sopportare?

E mentre davvero sentiva un leggero pizzicore incontrollabile agli occhi, successe l’incredibile.

-James!- la voce di Albus interruppe quella situazione surreale. Aveva un’espressione seria e lo sguardo duro, senza alcuna traccia dell’aria canzonatoria che aveva tenuto per tutta la mattina. –Dacci un taglio! Perché mai dovrebbe assistere ad una noiosissima cerimonia, quando può godersi il sole italiano?-

James si stupì un poco del tono del fratello, e un po’ deluso, si scusò: -Hai ragione, Al… Scusami, Serena, non volevo diventare fastidioso. Goditi le tue meritatissime
vacanze italiane, ma se cambi idea ne sarò più che felice. Ora perdonatemi,- aggiunse, allontanado la sedia dal tavolo,- ma devo dire ad Ingrid che l’annuncio è fatto. Ci raggiungerà la settimana prossima, non vedo l’ora di farvela conoscere!-

Lasciò la stanza, caduta nel silenzio più totale. Albus sbocconcellava un pezzo di pane, fissando la tovaglia, mentre Lily apriva la bocca come se stesse per dire qualcosa, per poi richiuderla subito. Serena, dal canto suo, voleva soltanto alzarsi da lì, ma era come impietrita.

-Lily! Vieni un attimo a darmi un mano col tuo gufo?! Non si fa prendere!- la voce di Ginny entrò nella stanza come un lampo a ciel sereno, facendo sobbalzare Lily, che si alzò e con un’occhiata chiese a Serena se stava bene. L’amica annuì e così uscì dalla stanza.

Serena si ritrovò con Albus. Non c’era proprio limite al peggio, pensò, però il suo intervento era stato provvidenziale dopotutto: se non avesse tappato la bocca di James, probabilmente sarebbe scoppiata in lacrime. Serena si chiese se doveva ringraziarlo, ma Albus parve leggerle nella mente.

-Non provarci neanche a ringraziarmi.-

-Infatti non avevo nessuna intenzione di farlo. Perché dovrei poi? Ti faccio pena.- replicò piattamente.

Albus sollevò di scatto la testa dal piatto. –Tu pensi di farmi pena? Morgana, ho sempre pensato che quella vittimista fosse Lily... Senti, io detesto i matrimoni. Tutto qui. Quelli di Victoire e Fred mi sono bastati, quasi quasi ti invidio. Non si parlerà d’altro per tutta estate, quindi chiudere la bocca a James almeno per questa mattina mi è sembrata l’unica opzione percorribile. Il fatto di averti fatto un favore è stato solo un danno collaterale.- Aveva parlato con tranquillità, versandosi dell’acqua e continuando a mangiare come se nulla fosse successo. -E comunque…- aggiunse a voce più bassa. –Forse è meglio che sia andata così.-

Serena si accigliò: -Come scusa?-

-Non prenderti male! Sto solo dicendo che con James fuori gioco puoi andare avanti. Hai finito la scuola, stai per iniziare un lavoro che ti piace… Consideralo un nuovo inizio. Opinione del tutto personale, comunque.-

Serena lo guardò interdetta, non le aveva mai parlato così. Ma in fondo per lui era facile parlare, saltava da una ragazza all’altra come cambiare mutande e le sue relazioni duravano a fatica un mese. Perfino quella cosa di uscire con la Knowles, Serena lo sapeva, sarebbe sì e no durata fino alla fine dell’estate.

Lily rientrò di corsa e passò lo sguardo dall’uno all’altra: -Non vi siete uccisi?-

-No, affatto. Abbiamo avuto una conversazione civile, non credi, Fenmore?- Albus sorrise e Serena non potè fare a meno di pensare che, in tutta quella situazione, l’atteggiamento di Al era forse il migliore, così annuì.

-Bene. Ottimo. Credo che il pranzo sia finito in anticipo… Poco male, mangeremo qualcosa in spiaggia, Serena.-

-In spiaggia?-

-Certo! Roxanne mi ha appena mandato un gufo. Passerà qualche settimana al campeggio qui vicino, ci raggiunge questo pomeriggio, tra un paio d’ore.-

Serena si sentì più leggera. La grintosa cugina di Lily era una delle sue persone preferite: non si scoraggiava mai e trovava sempre il modo di tirare fuori il meglio da ogni situazione. Averla lì le avrebbe di sicuro migliorato la giornata. Per quanto potesse essere possibile.
 
§
 
-Tutto questo è incredibile! Come diavolo fa la gente a sposarsi così giovane?! Io non ne voglio sapere di anelli al dito almeno, e dico almeno, fino a trent’anni!- Roxanne agitava le braccia, sconvolta, in piedi di fronte a Lily e Serena che, sdraiate al sole, si godevano i raggi caldi. –Poi come si fa, dico io, a sposare una che conosci da nemmeno un anno? Fidati, Lils, tuo fratello si è completamente bruciato i neuroni che aveva. E sì che pensavo fosse quello sano della famglia.- Roxanne non aveva smesso un secondo di parlare da che aveva saputo la notizia del matrimonio. Aveva sgranato gli occhi color nocciola fin quasi a farseli uscire dalle orbite e aggrottato in maniera buffa le sopracciglia folte, generando un moto di risa in Serena, che la osservò da sotto in su. Spalle larghe, corporatura robusta, la figlia di Angelina e George Weasley era la copia esatta della madre, una bella carnagione olivastra e liscissimi capelli neri a contorno di un viso tondo e sul quale si trovava sempre uno sguardo fiero e combattivo. Roxanne era la loro inseparabile socia fin dal primo anno, tutte e tre finite nella turbolenta vita dei Grifondoro. Inoltre, Roxie era stata Capitano della squadra di Quidditch nei loro ultimi due anni, sbritando ordini ai compagni di squadra che la temevano e veneravano allo stesso momento.

-Beh, non dite niente?- passava lo sguardo strabuzzato dalla cugina a Serena. Era in piedi di fronte a loro, che ne stavano sdraiate su un asciugamano di tela. Vista da lontano, poteva sembrare una madre che rimbrottava le figlie.

Lily si trasse a sedere, affondando le mani nella sabbia calda. –Che vuoi che ti dica? Non è qualcosa su cui si possa discutere… James si sposa.-

Serena, dal canto suo, rimuginava sugli eventi di quella mattina, chiedendosi se non si trattasse di un qualche scherzo del destino. Eppure sentiva ancora di non aver pefettamente metabolizzato la notizia, come se da un momento all’altro qualcuno le avrebbe detto che aveva capito male, che si trattava di un crudele malinteso. Così aveva assunto un’espressione indecifrabile, sforzandosi di sembrare assolutamente naturale e tranquilla.

Roxanne si sedette di fronte a lei incrociando le gambe tornite. –Tu come l’hai presa?-

Serena scrollò le spalle, -Non lo so. Voglio dire… Forse è un bene che sia andata così…-

Le due amiche la guardarono perplesse. –Ti senti bene? Stavi per scoppiare in lacrime qualche ora fa? Avresti dovuto vedere la tua faccia…-

-Lo so, Lily… In realtà, mi ci ha fatto pensare Albus, a questa cosa. Forse così potrò finalmente smettere di pensare a lui e vivere la mia vita.- lo disse con voce malferma, nemmeno lei ci credeva davvero. Era sempre stata una persona razionale, molto più di Lily e Roxanne almeno, tuttavia quando si trattava di James era semplicemente…diverso. E dopotutto, cosa poteva fare? James aveva trovato l’anima gemella. O almeno così sembrava.

-Io penso che dovresti dirglielo lo stesso. Così svuoti la testa da questo peso e fine. – le consigliò Lily, tracciando con il dito linee circolari con le dita.

-Oh certo. “Ciao James, so che ti sposi, ma sai che sono pazza di te da anni?”. Come suona?- disse, ironica.

Lily roteò gli occhi. –Smettila col sarcasmo, non andrai da nessuna parte così.-

-Invece, per fortuna, andrò in Sicilia tra un mese, così non dovrò assistere a tutto questo…-

-Beh, significa che ho un mese di tempo per trovare il modo di chiuderti in una stanza con lui e convincerti a dirgli la verità. Magari così facendo la smetterà di insistere per averti al matrimonio.-

-E’ tutta colpa tua, se ti trovi in questa situazione, comunque.- sentenziò Roxanne, puntandole contro il dito indice. –Hai avuto mille e più occasioni per dirgli cosa provavi per lui, non l’hai mai fatto! Quindi ora non hai alcun diritto di essere avvilita.- Serena aprì la bocca per protestare, ma Roxanne la interruppe: -Anche perché…DOBBIAMO GODERCI L’ESTATE SENZA COMPITI!- urlò e saltò addosso a Serena facendole un solletico tremendo. Sapevano tutti che il solo modo per far crollare Serena era attaccarla in quel modo: non aveva mai potuto sopportare il solletico, iniziava a contorcersi in modo disarticolato, diventando tutta rossa e col respiro mozzato dalle risate. Lily, per non essere da meno, si gettò sulle altre due, rincarando la dose. Tra le risate e i tentaviti di sfuggire, Serena si sentì più leggera e ringraziò Godric per averle fatto incontrare amiche così. Il pomeriggio proseguì più disteso, tra un bagno in mare e un mezzo pisolino al sole, fino a che non giunse ora di cena.

-Davvero Rox, resta a dormire con noi! Non capisco tutta la tua voglia di stare nel campeggio in mezzo al bosco.- borbottò Lily, mentre le tre ragazze si avviavano verso casa.

-Lo spirito di avventura!- esclamò Roxanne, tutta allegra. –In mezzo alla natura, circondata dai rumori degli animali e dal profumo delle resine degli alberi… Non lo cambierei per nulla al mondo!-

Serena rise: -…ma l’invito a cena l’hai accettato subito, mh?-

-Che c’entra… Quello è per passare più tempo con voi e per salutare i miei zii.- incrociò le braccia fingendosi offesa, mentre Serena e Lily scoppiavano a ridere.

Giunsero rapidamente al vialetto di ingresso, dove Serena scorse la figura slanciata di James seduta sul portico a bere qualcosa insieme a suo fratello e subito lo stomaco le si chiuse a doppia mandata. Era quasi il tramonto e l’intera casa di marmo bianco risplendeva con riflessi rosati. Appena le scorse e vide Rox con loro,
James si alzò dal tavolo e venne loro incontro.

-Ecco la mia erede! Bentornata, Capitano!-

-James!- Roxanne abbracciò con calore il cugino. –Mi hanno detto la grande news, congratulazioni!- James, di tutta risposta, sorrise, mentre Albus si avvicinava dietro di loro.

-Cugina, è sempre un piacere rivederti.-

-Il piacere è tutto tuo.- Rox guardò Al con un’occhiata torva. I rapporti tra i due si erano guastati alla fine del loro sesto anno, quando Al, Capitano di Serpeverde e all’ultimo anno, aveva soffiato via la coppa a Grifondoro proprio nell’ultimissima partita della stagione. Roxanne non aveva mai superato l’affronto, orgogliosa com’era.

-Tutto questo rancore fa male, Roxie, ti verranno le rughe, non lo sai?- sghignazzò.

-Te le faccio vedere io, le rughe!- Lily si mise in mezzo, prima che la sua agguerrita cugina potesse avventarsi su suo fratello.

-Non osate fare rissa, vi avverto! Forza, venite a darmi una mano!-

-Con cosa? Ho già sparecchiato a pranzo, mentre voi siete fuggite… – protestò Albus, mentre Serena guardava accigliata Lily. Non l’avrebbe mica lasciata da sola con James, no?

Lily le sorrise complice e Serena dovette reprimere l’impulso di strozzarla, mentre la osservava salire i tre gradini dell’ingresso dietro a Roxanne e Albus, strascicando i bassi e borbottando, le seguiva di malavoglia.

James scosse la testa osservando il trio. –Hai davvero una pazienza incredibile per sopportarli tutti.-

Già, se solo sapesse che cosa altro doveva sopportare. –Vi siete divertite in spiaggia?-

Serena deglutì: -Oh, sì. Sì, molto. Il mare era perfetto.- “Il mare era perfetto. “Frasi banali e cretine ne abbiamo?”, pensò.

James la guardò negli occhi: -Va tutto bene, Serena? Mi sembri un po’… strana oggi.-

-Sono solo un po’ stanca..- sospirò. –Le settimane prima dei M.A.G.O. sono state davvero pesanti.-

James ridacchiò annuendo: -Già, le ricordo ancora. Adesso puoi goderti l’estate senza pensieri, però.-

Prima che Serena potesse trovare altre frasi idiote da dire, la signora Potter si materializzò all’ingresso: -Ottimo, cercavo giusto voi due!- e scese i gradini del portico
raggiungedoli.

Serena notò che aveva una lettera in mano. –Scusa, Serena, so che non avrei dovuto impicciarmi e spero che non ti arrabbierai.-

La ragazza la guardò interrogativa e passò lo sguardo su James, che sembrava altrettando confuso: -Che hai fatto, mamma?-

-Mi sono permessa di scrivere ai tuoi genitori, Serena. James ci teneva così tanto ad averti presente al matrimonio, così ho chiesto se era un problema per loro farti
restare qui. Dicono che se preferisci rimanere con noi, non faranno storie! So che non siamo esattamente una bella isola in mezzo al mediterraneo, ma… Che ne dici?!-
James posò su di lei uno sguardo splendente, come quello della madre. –Sarebbe magnifico se ci fossi anche tu, davvero.-

Non sapeva che cosa dire. Il suo cuore le diceva di fuggire in camera, agguantare i bagagli e andarsene in Italia, sperando di dimenticare quel maledetto matrimonio con qualche bel cannolo ripieno, una granita alle mandorle e magari un bell’italiano dalla carnagione scura. La sua testa, però, le diceva che così facendo avrebbe potuto offendere la signora Potter che si era tanto prodigata per averla lì. E inoltre, c’era quello sguardo da cucciolo di James, in attesa della sua risposta. Perché diavolo la tormentava? Perché la voleva lì con loro?

-Beh, allora… E sia. Resterò fino al matrimonio.-

E mentre Ginny e James la ringraziavano con entusiasmo, una voce dentro di lei le disse che si era appena firmata la sua condanna a morte.























Okay, alzi la mano chi vorrebbe strozzare Ginny! :D Scherzi a parte, la nostra povera Serena è rimasta incastrata: pare dovrà assistere alla cerimonia! Chissà se troverà il coraggio di dire a James che cosa prova davvero o se preferirà tenersi tutto dentro ;) Voi cosa le consigliereste?
Alla prossima e grazie a chi mi ha lasciato una recensione :)
  
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