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Autore: Soly_D    08/05/2016    1 recensioni
[Fanfiction scritte per il gruppo Facebook We are out for prompt]
#01. Di quella volta che Naruto offre davvero il ramen a Sakura. [NaruSaku]
#02. «Hai qualcosa sulla guancia, Hinata, proprio qui...». [KibaHina]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Kiba/Hinata, Naruto/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Fanfiction scritta per il gruppo di Facebook We are out for prompt.
Event:
Drabble Weekend 6-8 maggio 2016
Prompt
: «Hai qualcosa sulla guancia, Hinata, proprio qui...».


’Cause our ship is sunk 
[but we learnt to breathe underwater]




#02. Un passo alla volta [KibaHina]


Da quando la guerra era finita, spesso si allenavano insieme, Kiba e Hinata. Senza Kurenai-sensei, che doveva occuparsi della piccola Mirai, e senza Shino, che stava studiando per diventare insegnante in Accademia.
Solo loro due da soli in un campo da combattimento, lontano dalle missioni, dal caos del villaggio, dalla rigida casata Hyuuga che premeva affinché Hinata si preparasse a diventare capoclan o dalla famiglia Inuzuka che riponeva fiducia in Kiba per innalzare il suo prestigio.
Hinata era migliorata molto nel combattimento. Era forte e veloce, sapeva difendersi e contrattaccare, era in grado di sorprendere il suo avversario con tecniche inaspettate e risultare letale con un’unica potente mossa conclusiva. Kiba era fiero di lei e be’, ne era disperatamente innamorato. E se ancora non si era fatto avanti era solo perché Hinata era stata da poco rifiutata da quell’idiota di Naruto Uzumaki e temeva che la delusione non le fosse totalmente passata.
«Sei lenta, Hinata», la provocò, notando nei suoi movimenti i primi segni di stanchezza. I suoi colpi non erano precisi come all’inizio del pomeriggio, aveva il fiatone e ogni tanto le cedevano le gambe, eppure agli occhi di Kiba non sarebbe mai risultata goffa. Gli era sempre piaciuto il modo di combattere di Hinata, così leggiadro e aggraziato: sembrava colpire l’avversario a passi di danza, delicati ma al tempo stesso decisi. Il suo Pugno Gentile ne era la prova lampante.
«E tu sei distratto, Kiba-kun».
Hinata aveva ragione. Aveva distolto l’attenzione dal combattimento e l’aveva rivolta tutta a lei − di nuovo − ed ora ne avrebbe pagato le conseguenze. Di fatti Hinata approfittò di quel suo momento di distrazione e, pur essendo meno veloce di lui, riuscì ad atterrarlo con una sola mossa, sedendosi a cavalcioni sul suo stomaco.
Da quella posizione Kiba aveva un’ottima visuale del suo volto arrossato per la fatica e incorniciato dai capelli lunghi e disordinati, e del suo seno abbondante nascosto da una leggera maglia a maniche corte.
Avrebbe voluto tirarla a sé e stringersela al petto per scoprire quale fosse la sensazione dei loro corpi premuti l’uno contro l’altro.
Non riuscì a trattenersi. «E tu sei così bella».
La afferrò per le spalle e ribaltò le loro posizioni. L’attimo dopo Hinata era stesa per terra e Kiba le aveva bloccato braccia e gambe, sovrastandola. Con una mano le teneva i polsi all’altezza del viso, mentre con le ginocchia premeva ai lati delle sue cosce.
Il respiro di Hinata gli solleticava la pelle sudata del viso. Le guardò le labbra appena dischiuse, chissà che sapore avevano.
«E tu mi destabilizzi, Kiba-kun».
«Ti destabilizzo?», ripetè perplesso.
Ora Hinata lo guardava con gli occhi lucidi e le guance ancora più rosse.
«Tu metti in discussione le mie certezze», continuò la ragazza. «Credevo di non poter diventare capoclan, ma tu hai sempre avuto fiducia in me; ho sempre invidiato Sakura per la sua forza, Ino per la sua bellezza, Tenten per il suo fisico atletico, eppure tu mi guardi sempre come se fossi la cosa migliore del mondo. Tu metti in discussione i miei sentimenti per Naruto-kun...», fece una pausa, abbassando per un attimo gli occhi, incerta se continuare o meno, salvo poi ripuntare lo sguardo su di lui, «...e i miei sentimenti per te».
Kiba sgranò gli occhi. Non solo Hinata si era accorta di come la guardava, ma gli aveva appena confessato di provare qualcosa per lui che forse andava oltre l’amicizia e le faceva dimenticare il suo antico amore per Naruto.
«Hinata...».
Non riuscì a spiccicare nessun’altra parola. Eppure aveva tanto da dirle: che era innamorato di lei da quando avevano dodici anni, che se davvero provava qualcosa per lui allora si sarebbe impegnato a conquistarla con tutto se stesso, che l’avrebbe resa felice, che l’avrebbe sempre amata.
Intanto Hinata lo guardava in attesa di una risposta e tutto ciò che gli venne in mente da dire fu «Hai qualcosa sulla guancia, Hinata, proprio qui...». Ed effettivamente ce l’aveva: un piccolo graffio sullo zigomo, appena visibile. Kiba glielo sfiorò con il pollice, sentendo Hinata fremere sotto il suo tocco.
«È una scusa per baciarmi?», gli chiese lei imbarazzata.
Kiba sorrise furbo. «Vorresti che lo fosse?».
«Non lo so, si potrebbe provare».
La osservò arrossire ulteriormente, trovandola adorabile. Allora si chinò sul suo viso, centimetro dopo centimetro, e poggiò le labbra sulle sue con delicatezza. Inaspettata fu la reazione di Hinata che gli avvolse le braccia intorno al collo, aggrappandosi con forza alle sue spalle e rispondendo al bacio quasi come se non stesse aspettando altro.
Kiba si sentì rinvigorito. Si strinse Hinata addosso, godendo della sensazione del suo seno premuto contro il proprio petto. La baciò sulle labbra, sulla mandibola, sul collo, senza darle il tempo di ricambiare, di respirare, facendola ridacchiare gioiosa per quella sua fretta di baciarla dappertutto.
Poi infilò una mano al di sotto della sua maglia e le accarezzò la base della schiena, dannatamente tentato dal desiderio di allungare le dita fino al gancetto del reggiseno.
«Un passo alla volta. Va bene, Kiba-kun?», lo rimproverò dolcemente Hinata.
Kiba ritirò la mano, poggiandogliela su un fianco.
In fondo era da tutta la vita che la aspettava, qualche tempo in più non avrebbe fatto la differenza ora che sapeva di aver fatto breccia nel suo cuore. Le lasciò una bacio sulla fronte, per poi guardarla negli occhi liquidi di felicità almeno quanto i suoi.
«Sì, Hinata, un passo alla volta».





  
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