Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Leilani54    15/05/2016    1 recensioni
"Azura capì che i suoi amici si erano finalmente resi conto dell'intricata situazione e che non l'avrebbero più lasciata sola, nemmeno Fujiko. Ma proprio per questo, stavano firmando la loro condanna a morte."
Questa è la mia prima storia, siate buoni! ;)
Ho corretto un po' la storia. Sono cresciuta, ho cambiato leggermente il mio stile e adesso mi sembra che la storia abbia maggiormente senso. Se avete voglia di rileggere... ^3^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 18

-Pronto, mi ricevi? Sono in posizione Lupin, aspetto il tuo segnale.- Jigen aveva il fucile di precisione carico e pronto a sparare.
–Benissimo, da lassù vedi Goemon?- gracchiò il ricevitore. Jigen spostò la lente più in alto e vide chiaramente la figura bianca del samurai che saltava giù da un tetto.
–Ti sta raggiungendo.-
-E Fujiko? È in posizione?- Jigen guardò più a sinistra: la rossa aveva la via bloccata da una guardia. Jigen cambiò frequenza per mettersi in contatto con lei:
-Ce la fai a passare?- Fujiko guardò nella sua direzione scuotendo la testa. L’americano spostò la visuale sull’uomo e trattenne il fiato per stabilizzare la mira: lo colpì in mezzo agli occhi.
-Libera.- le comunicò. Fujiko recuperò dalla cintura della guardia un tesserino e trascinò il cadavere in una zona oscura. Poi entrò in quella che doveva essere una centrale di comando.
Jigen sentì la voce gracchiante di Lupin che diceva:
-Le porte si sono aperte! Le telecamere?- Fujiko fece un segnale di luce con lo specchietto al cecchino che rispose al francese.
-Potete andare.- disse e scese dalla propria postazione,  aveva appena finito di parlare che vide un movimento sospetto.
-Fujiko, un uomo viene da te!-
-E seccalo, ora non posso tenerlo!- Jigen prese la mira. Uno spostamento d’aria alle sue spalle, però, lo distrasse. Rotolò sul fianco appena in tempo: una katana trafisse senza difficoltà il cemento dove era sdraiato poco prima. “La… spada di Goemon?!?”
-Oh, cazzo…! - una figura bianca come un fantasma aleggiava sopra di lui. Riconobbe subito l’albino Nixon. Senza esitazioni sparò un colpo, ma il proiettile venne prontamente deviato dalla lama della spada.
-C’mon, is tha’ all ya got?!- Gli urlò Nixon, menando un fendente che per poco non gli tagliò una mano. Jigen fece una capriola all’indietro, riuscendo a mettersi in piedi, ma quando tentò di sparare, l’arma gli venne fatta a fette tra le dita. Estrasse il fucile a pompa, ma non fece in tempo a sparare, dovette ripararsi dietro un blocco di cemento per non essere tagliato a metà. Nelle orecchie ora sentiva Fujiko che gridava e uno sparo: era stata aggredita dall’uomo di prima! Doveva raggiungerla, o con le telecamere in funzione non ce l’avrebbero fatta a mettere in atto il piano. Provò a muoversi per saltare sul ponte principale. La lama della Zantetsuken letteralmente gli tagliò la strada, costringendolo di nuovo a correre ai ripari. Si appoggiò ad un muro, accorgendosi in quel momento che Nixon era riuscito a graffiargli un avambraccio. “Fantastico, la mia camicia buona è rovinata” pensò. Si sporse dall’angolo e vide Nixon pulire la lama dal sangue con un pollice che si mise in bocca subito dopo.
-You are really tasty, mate. Voi yankee avete il sangue pulsante di sesso, droga e rock and roll.- Jigen tirò fuori due proiettili creati con le sue mani e caricò il fucile. Non aveva tempo per questi giochi.
-Sai cos’altro mi rende così saporito?!- gli urlò.
-Let me guess… It’s because you are a thief?- Jigen rise.
-No… è perché ho l’AIDS.- gridò scandendo bene le parole. Sporgendosi appena, vide Nixon che perdeva quel poco di colore che aveva sulle guance e faceva cadere la katana.
-COSA?!- iniziò a sputare e a cercare di indursi il vomito. –YOU! YOU BASTARD!!!!- Jigen camminò tranquillamente fuori dal suo nascondiglio, imbracciando il fucile.
-Se vuoi vendicarti, prego, io sono qui.- Nixon, con occhi demoniaci, sfoderò le proprie sciabole e si scagliò contro di lui con un ululato. Jigen sparò, e l’albino si mosse per deviare i proiettili con le lame. Tuttavia, con stupore, si accorse che quando tagliò pallottole, gli arrivarono addosso gocce di un liquido grigiastro. Si bloccò sul posto e guardò il moro.
-What did you…?- non finì la frase che prese fuoco. Lanciò un urlo disumano e si accasciò a terra, rotolando per spegnere le fiamme.
-Quelle che hai tagliato erano proiettili pieni di un liquido… speciale. Brucia all’immediato contatto con l’ossigeno. Sei stato fin troppo abile, con le spade. Mi spiace, ma tu e il tuo capo dovete essere fermati.- Il corpo bruciato di Nixon si contorceva ancora sul bordo della piattaforma. Jigen lo guardava con indifferenza mentre si rialzava in piedi a fatica. Un puzzo di carne bruciata aleggiava tutt’intorno.
-Ah, e comunque non ho l’AIDS.- disse, sferrandogli un calcio in pieno petto. –Come vampiro non vali granché.- concluse mentre i due occhi rubino circondati dalle fiamme precipitavano nelle acque scure.

***

-Identificati, donna.- esclamò una voce alle sue spalle. “Dannazione, Jigen! Non dovevi prendertene cura tu?!” pensò Fujiko, voltandosi lentamente verso la guardia. Con fare civettuolo fece ciao con la mano.
-Ehi, omaccione! Mi hanno comunicato un problema alla centralina e sono venuta a controllare. In effetti non c’è nessuno qui…-
-Esatto, nessuno tranne te. Identificati donna, voglio il tuo numero di agente operativo.- Fujiko sorrise.
-Oh, andiamo, non sarai veramente così fiscale! In fondo non sto facendo nulla di male.- mentre parlava si avvicinò all’uomo e si mise a disegnare cerchi sul suo petto muscoloso.
-Che ne dici se invece… non ce la spassiamo un po’, io e te? Solo un po’…- si mise in punta di piedi per baciarlo, ma lui la bloccò per le spalle.
-Fujiko Mine.- disse, facendola pietrificare. Iniziò a sudare freddo. –Esatto, ti ho riconosciuto. E ci tengo a farti sapere… - le puntò una pistola alla fronte. -…che sono gay.- Fujiko alzò le mani in segno di resa.
-Ehi… vacci piano, tesoro… dai… te l’ho detto, non ho fatto nulla di male…-
-Ma lo stavi per fare… sei qui per un motivo. E questo motivo non può che essere un male per noi. E per il Master. – mise il colpo in canna e il dito sul grilletto.
-Lasciami andare… ti prometto che non mi farò mai più vedere.- mormorò lei. L’uomo ghignò.
-Ecco un motivo per cui sono grato di essere gay: voi donne siete delle bugiarde malefiche.-
-Essere omossessuale non significa disprezzare le donne: sei solo pazzo.- ribatté la giapponese. Lui si strinse nelle spalle, senza smettere di ghignare. Fujiko gli lanciò un’occhiata di odio, poi chiuse gli occhi. Con la mente percorse il proprio corpo sinuoso dalla punta delle dita dei piedi alla punta del naso. Regolò il battito cardiaco e trattenne il respiro.
-Addio, donna.- nello stesso momento in cui ci fu lo sparo, Fujiko lanciò un grido: mosse il corpo verso il basso mentre con le mani spingeva la pistola verso l’alto. Fulminea, menò un calcio potente alle parti basse dell’uomo. La presa sulla pistola s’indebolì e le permise di sfilargliela dalle dita e di picchiargliela forte sulla nuca, spedendolo nel mondo dei sogni. Le ci volle qualche secondo per riprendersi.
-Uff… non sottovalutare una donna… soprattutto se conosce il Krav maga.- sospirò, sistemandosi i capelli. Mentre disattivava le telecamere, contattò gli altri.
-Jigen, non ti avevo detto di prenderti cura del tizio che veniva verso di me?- la voce del cecchino ritardò qualche secondo a rispondere.
-Ero occupato. E mi sembra che comunque te la sia cavata.- Fujiko sbuffò e avvertì che la via era libera.

***

Lupin e Goemon erano bloccati dietro l’angolo di un corridoio. Due guardie bloccavano l’ingresso alla sala successiva
-Jigen non doveva raggiungerci? Solo lui ha il silenziatore…- mormorò Lupin. Si voltò verso il samurai:
-Io non posso sparare, o ci saranno addosso da ogni direzione. Ce la fai da solo?- Goemon annuì.
-Per questi non avrò nemmeno bisogno di impugnare l’alabarda.- prima che Lupin potesse fermarlo, il giapponese avanzò, piazzandosi in mezzo al corridoio.
-Altolà! Identificati!- il samurai non rispose all’urlo della guardia. Incrociò le braccia e attese. I due agenti, spararono, senza farsi troppi crucci. Goemon mosse le mani e girò su se stesso: le guardie caddero a terra, con i loro stessi proiettili ficcati in fronte. Lupin uscì dal nascondiglio, stupefatto.
-Questa è nuova. Hai cambiato la direzione e la traiettoria delle pallottole… con le sole mani?- Goemon fece un mezzo sorriso.
-C’è un motivo, per cui sono amico dei monaci tibetani: loro deviavano le frecce con le dita, io faccio la stessa cosa, solo… meglio.-
-Ma davvero? Allora il regalo che ti ho portato non ti serve?- Lupin e Goemon si voltarono verso quello che aveva appena parlato. Jigen era apparso alle loro spalle con in mano la preziosa Zantetsuken. Il samurai s’illuminò.
-La mia spada!- la prese in mano e ne scrutò la lama. -È come riavere indietro la propria anima.- Lupin invece andò a dare una pacca sulla spalla all’americano.
-Ben arrivato. Perché ci hai messo tanto?-
-Diciamo che ho fatto in modo che Nixon non dia più problemi.- il trio riunito avanzò sicuro attraverso le stanze. Trovarono senza difficoltà le scale che portavano ai sotterranei e le seguirono. Sulla destra intravidero la sala dove erano stati torturati per giorni e non poterono evitare di scambiarsi un’occhiata. Andarono avanti. L’ambiente era tetro e umido esattamente come lo ricordavano, forse anche di più. Finalmente raggiunsero le celle.
-Bene ragazzi, ora dobbiamo trovare il fratello di Azura.-
-Come fai a essere certo che sia qui, Lupin?- chiese Goemon. L’altro rispose:
-Perché io l’ho visto. Quando eravamo qui, io l’ho visto. Solo non sapevo chi fosse prima che Jigen ci mostrasse quella foto.- Lupin ripensò al ragazzino che aveva incrociato sulle scale: sì, non aveva dubbi, era il fratello di Azura. Era lo stesso bimbo della foto, solo con i lineamenti già più affilati di chi sta crescendo e di chi ne ha passate tante. I loro sguardi si erano incrociati per pochi secondi, e quel poco tempo era bastato a Lupin per marchiarsi nella mente ogni particolare del suo viso. Forse perché era l’unico che gli era sembrato vivo, persino innocente, in quel posto disgustoso.
-Vado io.- disse Goemon, interrompendo il filo dei pensieri di Lupin. –Voi andate a cercare Azura.-
-Sei sicuro?- chiese Lupin.
-Ha appena deviato delle pallottole con le mani, direi che se la caverà.- rispose Jigen, lanciando un sorriso d’intesa al samurai. Il trio si separò.




Angolo autrice
Beeeeene. Molto bene. Non so quando potrò aggiornare ancora (anche perchè non ho ancora finito di aggiustare la storia originale) ma per adesso va tutto bene. W Goemon e i samurai comunque. Addioooo *lancia una bomba fumogena e sparisce*
  
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