2. Consciousness
E’
ormai un mese e mezzo che vai una volta a settimana dallo psicomago
e cosa hai risolto? Praticamente nulla.
Narcissa
ti manca da morire, le giornate passano una dopo l’altra senza suscitare in te
il minimo interesse e, benché tu ti sia impegnato a trovarti dei passatempi,
questi dopo un po’ ti annoiano e irritano da impazzire.
Nulla quindi, a parte
il fatto che incontri Potter sulla porta dello studio ogni stramaledetta volta.
E se tu non fossi
convinto che la tua vita faccia già abbastanza schifo e che il destino stia
giocando pericolosamente con i tuoi nervi, ci crederesti anche che potrebbe
essere una buona occasione per fare ammenda. Per domandare perdono, almeno una
volta e sinceramente, per tutto quello che hai fatto di male durante la guerra.
E potresti spiegare anche (ma chi ci crederebbe?) che tu davvero quelle cose
non le volevi fare e che eri solo un ragazzino stupido e spaventato. Dopotutto,
con un padre come Lucius cosa ci si poteva aspettare?
Ma la vita è cattiva,
vero Draco? E non ha messo Potter sulla tua strada,
ancora una volta, per questo. Ti vuole fare solo del male, mostrandoti ancora,
ancora ed ancora tutto ciò che non potrai mai avere. E il tuo cuore ogni volta
perde un piccolo frammento.
Quindi, quando stai
per andartene dall’ennesima seduta e trovi Potter ancora seduto su uno dei
divanetti, mentre ti fissa con un sorriso imbarazzato, pensi solo che, forse,
non hai ancora pagato abbastanza per tutti i tuoi crimini.
“Ma
non doveva essere andato via già da un’ora?”
Pensi tra te e te chiedendoti come mai sia tornato indietro. Avrà di certo
dimenticato qualcosa.
Ti avvii quindi a passo
deciso verso la porta di uscita facendo solo un cenno con la testa al suo
indirizzo.
Il tuo sangue però si
gela, al pari di un incontro ravvicinato con un dissennatore,
quando lo senti dire: - Malfoy, ti va di andare a
bere qualcosa? -.
Ok fermate il mondo.
Tutto si fa
improvvisamente ovattato intorno a te e senti caldo, troppo caldo in
quell’angusta sala d’aspetto.
Primo, cerchi il modo
di riprendere a respirare senza sembrare un patetico pesce che annaspa fuori
dall’acqua. Secondo, tenti, con non poco sforzo, di
non sembrare un babbeo quando ti volti verso lo sfregiato e lo guardi per
comprendere se le tue orecchie hanno sentito davvero quello che credi abbiano
sentito. Terzo, ma gli occhi di Potter sono sempre stati così verdi e brillanti?
L’ansia si impossessa
di te e tutto sembra inizi a vorticare nella stanza. Un attacco di panico,
proprio ora non sarebbe una bella figura davanti al Bambino Sopravvissuto. No,
non sarebbe proprio indicato. Te li vedi già i titoloni sul Profeta per
l’ennesima figuraccia, mentre il grande ed eroico Potter ti porta in braccio al
San Mungo dopo che sei svenuto nella sala d’attesa del tuo psicomago.
Ti sforzi pertanto di
sembrare odioso e altezzoso come al tuo solito e, diciamocelo, non ti riesce
nemmeno così male. Quindi, squadrandolo ed alzando un sopracciglio, come se
avesse detto la sciocchezza più grande del secolo, butti lì la prima cosa che
ti passa per la testa – Mi spiace Potter, ma vedi, ho parecchie cose da fare,
magari un’altra volta… - e raccogli le ultime forze che ti restano per uscire
dalla porta senza nemmeno attendere una risposta.
*
Un’altra
volta? Che diavolo intendevi Draco
dicendo a Potter “magari un’altra volta?”.
Mentre sprofondi nel lussuoso divano del salone del Manor
sai già che Potter non ti chiederà mai più di uscire a bere qualcosa con lui. Non
ci sarà mai un’altra volta per voi. E mentre stringi tra le mani un cuscino,
stritolandolo senza nemmeno accorgertene, vedi la tua patetica vita scorrerti
davanti agli occhi e Blaise che ti osserva
preoccupato, come al solito, mentre appoggi la testa all’indietro e sospiri
rumorosamente.
“Dray
va tutto bene?” la voce del tuo migliore amico ti sembra così distante. “Draco!” Insiste. Magari se lo ignori ancora un po’, se ne
andrà e tu potrai crogiolarti nella tua tristezza e nella tua apatia.
Dopo quelle che
sembrano ore, ma potrebbero essere passati anche solo pochi minuti, le tue
orecchie vengono ferite dagli urletti di Pansy che
discute animatamente con Blaise della tua –
inesistente – vita sociale.
Li adori i tuoi amici,
ma quando fanno così li rinchiuderesti per sempre nelle segrete del Manor.
Mentre cerchi di
riacquistare il pieno contatto con la realtà ed assumi una posizione più
consona ed elegante sul sofà, riesci a comprendere solo le parole Ministero, Ricevimento, Domani, Potter.
E solo quel nome
riesce a farti risvegliare e venire i brividi da testa a piedi.
*
Per l’ennesima volta,
sono riusciti a trascinarti fuori di casa contro la tua volontà. Che accidenti
ci fai al Ministero vestito di tutto punto nemmeno tu lo sai. E per cosa poi?
Per l’investitura di Potter come Capitano della migliore squadra di Auror dell’Inghilterra.
Un momento… Ecco che
cosa ha fatto lo sfregiato tutto questo tempo! Solo ora ti rendi conto che non
era sparito davvero, ma che stava continuando la sua vita. Lui, come del resto
tutti gli altri, stava andando avanti, o almeno è quello che vuole che la gente
veda… Perché dallo psicomago ci va anche lui e tu lo
sai e, chissà, da quanto tempo!
Ma tu invece cosa stai
facendo veramente? Chissà perché, mentre osservi Potter parlare con il Ministro
della Magia, ti stai facendo tutte queste domande. O forse hai sempre voluto
evitare di fartele per non aprire gli occhi davvero sulla realtà.
La tua vita passa e
basta. Sei uno spettatore inerte di tutto quello che ti circonda e che accade. Ma
dopotutto ti va bene così, sentenzi un po’ seccato tra te e te… o forse no.
La serata tutto
sommato trascorre in modo piacevole anche per te e alla fine tra chiacchiere,
pettegolezzi e qualche risata forzata anche la cena è stata indolore.
Tutto quello che
ricordi però, prima di addormentarti quella notte, sono gli occhi di Potter che
ti fissano mentre siete a tavola e quegli stupidi ed irritanti sorrisi che ti
ha fatto quando si è accorto che anche tu lo guardavi…
*
Pansy
sta letteralmente saltellando al tuo fianco mentre passate davanti alla vetrina
di una pasticceria di Diagon Alley. Ha una fortuna
sfacciata quella ragazza, mangia come dieci ippogrifi, ma non ingrassa nemmeno
di un etto. Inizi ad avere il sospetto che faccia uso di qualche pozione o
incantesimo per rimanere sempre così in forma, ma non è questo il momento ed il
luogo per chiederle conferma.
Entrate e ordinate un
tè e dei pasticcini assortiti.
Hai davvero poco appetito,
ma l’entusiasmo della tua amica e il sorriso che si allarga sulla sua faccia,
non appena vi portano i dolcetti, ti mette di buon umore e decidi di assaggiare
qualcosa anche tu.
State chiacchierando
da un’ora circa quando con nonchalance Pansy si avvicina
con espressione cospiratoria. Si guarda intorno, con gli occhi passa in
rassegna tutti gli avventori, per poi avvicinarsi al tuo orecchio e dire piano
– Ho sentito delle voci su Potter… - Ti agiti inconsciamente sulla sedia e, per
non darlo troppo a vedere, sposti una gamba per accavallarla e dare
l’impressione di metterti comodo per ascoltare. In realtà solo quelle poche
parole ti stanno già facendo morire dalla curiosità. E ti chiedi per l’ennesima
volta perché il solo sentir nominare quel nome ti metta tanto a disagio.
Attendi un attimo
sperando che lei continui, e speri lo faccia in fretta
altrimenti la affatturi seduta stante.
- Allora? – sbuffi un
po’ seccato dopo che la tua amica, quasi dimentica di quello che ti ha appena
sussurrato, si è infilata un brownie in bocca
gustandolo estasiata lasciandoti lì sulle spine come un povero allocco.
- Ah sì dicevo… –
continua lei con espressione circospetta – Dicevo… che ho sentito delle voci su
Potter, pare che al nostro Golden Boy non piacciano le ragazze! – Il ghigno che
le spunta in viso mentre ti fissa potrebbe benissimo competere con uno dei tuoi
migliori…e la cosa ti spaventa.