Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mue    17/05/2016    2 recensioni
Quando il Ministro della Magia indice una nuova edizione del Torneo Tremaghi, il Capo Auror Harry Potter dà le dimissioni in segno di protesta. Questo, però, non ferma il suo diligente, remissivo e pacato secondogenito: Al Potter, disobbedendo per la prima volta al padre, parteciperà al torneo e andrà a Durmstrang.
I Malfoy, invece, accolgono il Torneo come un'occasione di riscatto e gloria sebbene Scorpius, pessimista e impulsivo, sia spinto nel pericolo più dal suo desiderio d'indipendenza e dalla volontà di dimenticare Rose Weasley che dall'orgoglio del sangue.
Ma a contendere il posto di campione c'è anche il peggior avversario possibile: il geniale Stuart Dunneth, amico e rivale di Albus. Irrequieto e tormentato da sogni innaturali, si sente irresistibilmente attratto dall'Est, da Durmstrang.
Tra le creste gelate degli Urali, otto ragazzi di Hogwarts saranno coinvolti in antiche faide di Clan, delitti misteriosi, attrazioni fatali e, soprattutto, le terribili prove del Torneo.
-----
«Non lasciatevi soli.»
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
II. Ab Altitudo
 
 
 
 
Scorpius alzò gli occhi dal libro mentre l'ennesima oscillazione del treno faceva perdere l'equilibrio a Dunneth.
Axwell-Smallwood ebbe la prontezza di afferrarlo per un braccio. Scorpius non l'avrebbe mai detto ma quel Tassorosso ricciuto e ricoperto di lentiggini era veloce nonostante lo strato di grasso.
«Grazie» borbottò Stuart.
«Di nulla. Faresti meglio a sederti: l'ultimo tratto fino a Durmstrang ha l'aria di essere accidentato» disse Axwell-Smallwood, guadagnandosi l'approvazione di Scorpius, che aggiunge caustico: «Senza contare che vederti vagare come un'anima in pena per il vagone non aiuta a trattenere la nausea.»
Stuart gli gettò un'occhiata sarcastica. «Come se leggere Trasformazioni attraverso i secoli invece fosse curativo.»
Scorpius grugnì senza rispondere: non valeva nemmeno la pena discutere con un Corvonero impudente. 
Lo sportello del vagone si aprì e McKinnon si affacciò nella loro carrozza. «Siamo molto vicini a Durmstrang, ormai. Rimanete seduti perché l'ultimo tratto di strada è molto scosceso e non ci sono più binari.»
«Se non ci sono binari su cosa stiamo viaggiando?» chiese Potter perplesso.
McKinnon non rispose e fece per andarsene ma prima di chiudersi la porta alle spalle si voltò un attimo e intimò: «Tenete chiusi i finestrini e non apriteli per nessuna ragione.» E sparì.
I ragazzi si guardarono.
«Perché dobbiamo tenere i finestrini chiusi?» pigolò Virginia Marlowe, allarmata. «Cosa c'è fuori?»
Scorpius gettò involontariamente un'occhiata all'esterno ma era buio -era quasi l'ora di cena- ed eccetto gli alberi che scorrevano a velocità impressionante sfiorando il treno, non si vedeva nulla.
«Mi chiedo a che serva l'Incantesimo di Memoria se tanto non abbiamo idea di dove stiamo andando» borbottò Dunneth di fianco a lui mentre scrutava l'oscurità.
«Io mi chiedo a che serva l'Incantesimo del Linguaggio che ci hanno propinato, dato che non ho intenzione di socializzare  con i bolscevichi» replicò Scorpius di malumore.
«Oh, dai Malfoy, quell'incantesimo è stato forte!» lo rimbeccò Fay Stone, la Tassorosso. «Lo rifarei altre mille volte.»
Scorpius si sentì punto sul vivo -si sentiva sempre punto sul vivo quando la Stone interveniva. «Se a te fa piacere farti colpire da un mattone in testa, Stone, fa pure. Chissà che ti raddrizzi il cervello.»
Fay Stone continuò a sorridere. «Non fare il Troll, Malfoy: non era un mattone, era una pietra della Torre di Babele. Non è eccitante? L'ultimo residuo di un palazzo gigantesco ormai scomparso che porta ancora le tracce del più grande Incantesimo di Linguaggio mai eseguito. E noi l'abbiamo toccato!»
Scorpius sbuffò: la Stone e il suo maledetto, inguaribile ottimismo non gli erano mai andati giù. Soprattuto da quando lei, al quarto anno, l'aveva steso con un Bolide. Scorpius non era un tipo orgoglioso ma era inaccettabile che lo avesse atterrato quella ragazzotta castana, insignificante, con le braccia lunghe che continuava ad agitare convulsamente quando parlava, urtando ancora di più i nervi di Scorpius, in quel momento già tesi.
Fece per ribattere ma fu interrotto da un urlo improvviso.
«COS'È QUELLO?»
A strillare era stava Virginia Marlowe. Un'altra testa di gargoyle, pensò Malfoy vedendola gesticolare verso il finestrino.
«Quello cosa?» fece la Stone subito.
«Cosa?» domandò Potter.
«Cos'hai visto?» interloquì pure Axwell-Smallwood.
«Era lì! Proprio fuori dal finestrino! Non avete visto?!» continuò a strillare Virginia indicando il finestrino accanto a lei. «Un mostro! Un... un coso orrendo!» Tremava violentemente.
«Dove, Virginia? Io non ho visto niente...» disse la Grifondoro, Rhiannon Hobbs, incerta.
Anche gli altri, pur guardando continuamente fuori non vedevano niente.
«Morgana, Marlowe, calmati!» le ingiunse Leo Macnair dato che lei continuava a tremare e farneticare.
«Calmarmi? Calmarmi?! Se l'aveste visto anche voi non stareste calmi! SI STAVA ARRAMPICANDO SUL VAGONE!» strillò Virginia atterrita.
«Ma cos'era? Puoi almeno spiegarlo?»
«Ma cosa vuoi che fosse! Avrà scambiato il ramo di un albero per qualcosa di strano.» minimizzò Leo con uno sbuffo.
«Non è vero! È...»
«Guardate, adesso si vede qualcosa!» esclamò Potter, che stava ancora guardando fuori dal finestrino.
Tutti si affrettarono a guardare all'esterno, anche Scorpius, e finalmente distinsero il paesaggio esterno: una grande spianata piena di abeti e sormontata da contorni neri festonati di montagne; era illuminata flebilmente dalla luna, che si specchiava in un piccolo lago e, oltre qualche centinaio di metri di bosco c'era...
«Durmstrang» affermò Scorpius con il suo tono strascicato.
I ragazzi rimasero muti e Virginia smise lentamente di tremare mentre osservavano avvicinarsi a tutta velocità le sagome di un castello tozzo e squadrato, sulle cui superfici si vedevano poche finestre illuminate e fuori, su un sagrato sopraelevato rispetto il terreno circostante ma privo di mura tantissime altre piccole luci di fuochi, forse torce.
L'Espresso di Hogwarts cominciò a scendere di colpo e si immerse a tutta velocità tra gli alberi: Scorpius si stupì di come essi parevano spostarsi al suo passaggio. Doveva esserci un Incantesimo Svicolante molto forte sul treno, e anche qualche sortilegio per creare sotto di lui un binario temporaneo man mano che si faceva strada.
Durmstrang scomparve e ricomparve dopo qualche minuto quando il treno uscì dalla foresta e, descrivendo un ampio arco intorno al terrapieno su cui si trovava il castello, approdò nel cortile e si arrestò sbuffando.
Tutto il tratto di strada non aveva risparmiato agli otto ragazzi gli scossoni e, quando infine furono fermi, dai finestrini poterono vedere solo una gran coltre di vapore prodotto dal treno.
McKinnon aprì la porta tra il suo vagone e quello dei ragazzi ed entrò. «Siete pronti?»
Scorpius e gli altri, cercando di raddrizzarsi le divise, i cappelli e infilando i mantelli raggiunsero la porta della carrozza che si apriva verso l'esterno e che, sotto il tocco di bacchetta di McKinnon, con uno schiocco si aprì.
«Professore, abbiamo visto...» esordì Virginia.
«Qualsiasi cosa abbiate visto, Marlowe, deve aspettare» la interruppe McKinnon, sebbene il suo tono fosse più gentile del solito. «Vi siete coperti tutti bene? Andiamo.» E varcò la soglia della carrozza immergendosi nella coltre di vapore.
Scorpius e Leo furono i primi a seguirlo, e poi tutti gli altri. 
Il freddo fuori li aggredì subito e Scorpius fremette. Il vapore si alzò lentamente e appena si levò il gruppo fu inondato dalla luce di centinaia e centinaia di fiammelle sospese tutto intorno, a mezz'aria.
C'era una folla, lì; una folla silenziosa.
Non c'era la neve, come Scorpius si era aspettato -forse perché era ancora ottobre- tranne che sui pendii delle montagne soprastanti, basse ma massicce. Il castello era tozzo come quando l'aveva visto da lontano, ma comunque alto -almeno quattro piani- e aveva pochissime finestre.
Gli studenti di Durmstrang erano schierati in file ordinate, tutti vestiti di uniformi rosso e marrone cupo bordate di pelliccia e con doppie file di bottoni d'oro; sembravano più divise di un esercito che abiti scolastici. Non avevano cappelli da strega o mago ma colbacchi di pelo ed erano tutti immobili con le braccia tese lungo i fianchi.
Veri soldati, si ritrovò a pensare Scorpius, corrucciato.
Accanto a loro c'erano invece un gruppo di ragazzi che non avrebbero potuto essere più diversi: divise blu e azzurre svolazzanti con mantelli grigi di tessuti lucido e scarpe leggere.
«Beauxbatons, immagino» mormorò Leo al suo fianco. «Dovranno rinunciare in fretta alle scarpette da ballerini, qui» aggiunse, tremando per il freddo.
Dal gruppetto di Beauxbatons si staccò un uomo anziano, esile e basso, con una lunga barba argentata che avanzò con passo aggraziato, quasi saltellando.
«Galahad! È un piacere rivederti!» esclamò stringendo con calore la mano a McKinnon.
«Anche per me, Yves. Lascia che ti presenti ai miei ragazzi: questo è il preside di Beauxbatons, professeur Yves Sylvain Tarasque.»
Mentre l'anziano faceva un buffo inchino molto complicato, si avvicinò a passi pesanti e lunghi anche un'altra figura dalla parte di Durmstrang.
Solo quando fu vicina Scorpius vide che era una donna, e lo comprese solo dal lungo vestito rosso, molto simile alle uniformi degli studenti di Durmstrang. Aveva capelli corti e bianchi e un'espressione tesa.
«McKinnon. Tarasque» disse con voce aspra.
«Buonasera, Altezza» replicò McKinnon in tono rispettoso, chinando il capo.
Scorpius corrugò le sopracciglia. Altezza? Guardò meglio il viso della donna e aprì la bocca sbalordito; non ebbe bisogno della gomitata di Leo al suo fianco per riconoscerla.
Era la Principessa Ljuba Vodianova-Swanhild di Russia.
Scorpius si sforzò di non rimanere lì a bocca aperta come uno stoccafisso: quella era una delle ultime Streghe che avevano detenuto il titolo di Guardiana di Urd. Scorpius aveva visto le sue foto sui libri di Storia Moderna di Magia ma erano passati molti anni dalle prime edizioni e il viso della donna si era consumato come le pagine di quei libri.
«Ci siamo tutti» fu il commento secco della Principessa, a voce bassa e tale che solo Scorpius e Leo, vicini al Preside, lo sentirono. «Sarà meglio entrare, questa non è una notte propizia per restare all'esterno. Seguitemi.»
Beauxbatons e Hogwarts la seguirono intimoriti.
Scorpius era corrucciato. Non aveva badato molto a quel che Virginia aveva detto di aver visto ma l'affermazione fatta dalla donna aveva risvegliato la sua attenzione.
Prima McKinnon con i finestrini, poi le parole della Principessa: c'è qualcosa di strano, in questa scuola. 
Di molto strano.
 
*
 
La Sala Grande di Durmstrang diede a Stuart una vertigine tanto forte che dovette fermarsi un attimo sulla soglia e Fay gli andò a sbattere contro.
«Stuart?» gli fece, incerta.
Stuart si prese la testa tra le mani, scuotendola. Era stato solo per un momento ma era come se quella stanza gli fosse... famigliare?
«Tutto bene» borbottò e seguì la Tassorosso oltre la porta.
Il salone era tutto tappezzato di legno, un tetto molto scosceso che era stato interamente dipinto con decorazioni geometriche che richiamavano fiori, animali e altri elementi naturali. Sulle pareti c'erano arazzi enormi, anch'essi a motivi singolari, il più imponente dei quali riportava una frase che Stuart suppose fosse il motto di Durmstrang: Ab Altitudo. 
Al centro, circondato dai due lati da molti lunghi tavoli, c'era un immenso braciere dove ardeva un fuoco alimentato almeno da una ventina di grossi ceppi.
Era tutto coloratissimo.
Stuart non se lo sarebbe mai aspettato e rimase a guardarsi intorno a bocca aperta finché Al non lo richiamò; dopo un po' di esitazione i ragazzi di Hogwarts si erano seduti ad uno dei tavoli liberi vicino al falò.
Non c'erano le centinaia di candele galleggianti che illuminava la Sala Grande di Hogwarts e i tavoli delle file più esterne rimanevano in penombra. Fu lì che invece si accomodarono la maggior parte degli studenti di Durmstrang, lasciando vuoti i posti più al caldo. Se fosse per cortesia o per altre ragioni, però, Stuart non era certo di poterlo dire.
Quando tutti si furono seduti e i Presidi raggiunsero la donna che li aveva accolti -quella che McKinnon aveva chiamato “Altezza”- su un tavolo perpendicolare agli altri -l'unico riscaldato anche da due grossi bracieri di ferro battuto- nella stanza si sparse un suono lungo e profondo e Stuart, dopo essersi guardato in giro, ne individuò la fonte in uno studente che aveva portato alla bocca un grosso corno.
La Preside di Durmstrang -o almeno Stuart immaginò che lo fosse- era rimasta in piedi e prese a parlare. «Benvenuti a Durmstrang. Io sono Ljuba Vodianova-Swanhild di Russia. Siamo lieti di ospitarvi presso la nostra antica accademia. Il vostro viaggio è stato lungo, quindi mangiate il nostro cibo e rifocillatevi: la notte non è ancora scesa e vi sarà tempo per parlare.»
Si sedette.
Stuart notò che al tavolo, oltre ai Presidi e ai professori di Durmstrang, che vestivano tutti più o meno con tenute simili a quelle degli studenti, c'erano altre due persone che invece indossavano tuniche normali da mago. Una di loro era un uomo basso e di aspetto poco piacevole, con sopracciglia molto scure e folte.
«Oh, Morgana! Quello è Krum!» esclamò Fay, di fronte a Stuart, guardando nella sua stessa direzione.
«Krum?» ripeté Stuart interessato. «Quello di cui parlavi l'altro giorno? Della Lega Internazionale di Quidditch?»
«Non è solo Presidente della Lega! È stato anche il migliore Cercatore al mondo per otto anni di fila!» puntualizzò Fay eccitata.
«Dal vivo è ancora più brutto che sul Settimanale delle Streghe di Virginia» affermò Rhiannon ridacchiando.
«Ma chi se ne importa!» sbottò Fay. «È un fuoriclasse! La Bulgaria ha vinto tre mondiali di fila grazie a lui!»
Stuart si volse verso Al. «Hai detto che fu il Campione di Durmstrang lo scorso torneo, vero?»
Al annuì. «Sì. Ma non capisco perché sia qui oggi.»
«Per fare il giudice, ovviamente» si intromise Scorpius con il suo fare burbero.
Tutti si volsero nella sua direzione. «È molto probabile» annuì Leo, scostandosi i rasta dal viso. «E anche l'altro seduto di fianco a lui deve esserlo.»
Stuart si mise a studiare l'altro uomo. «Non ha un aspetto molto sano» osservò, vedendo il colorito pallidissimo della sua pelle e i cerchi neri intorno agli occhi che contrastavano in modo inquietante col colore chiarissimo delle sue iridi.
Non ci fu altro tempo per fare supposizioni perché in quel momento entrò una fila di ragazzi in uniforme di Durmstrang con grossi vassoi portati con una mano e appoggiati alla spalla.
«Ma... servono loro il pranzo?» si stupì Owain facendo tanto d'occhi. «Non hanno elfi domestici?»
A quanto pareva no, perché raggiunsero le tavole di Hogwarts e Beauxbatons e vi lasciarono i loro carichi in silenzio.
«Grazie» disse Al mentre tendeva la mano per aiutare la ragazza che gli stava lasciando il vassoio davanti. Quella alzò lo sguardo e aveva un'espressione così truce che Al si ritrasse d'istinto.
«Non ringraziare» gli intimò con voce profonda, scandendo le parole come se fossero due pesanti colpi d'ascia.
«Il vostro Incantesimo di Linguaggio non deve funzionare molto, se scambiate “grazie” con un insulto» s'intromise Scorpius sarcastico.
La ragazza fulminò con un'altra occhiataccia anche Scorpius. Aveva occhi di un verde tagliente la grossa treccia d'oro dei suoi capelli le arrivava oltre la cintura. 
Guardò con disprezzo entrambi e poi si voltò e si allontanò senza dire altro.
«Bell'inizio» commentò Stuart inarcando le sopracciglia.
Scorpius alzò le spalle. «L'ho già detto, preferirei socializzare con un ippogrifo infuriato che con quelli di Durmstrang.»
Il banchetto procedette spedito, poiché tutti i ragazzi di Hogwarts evitarono di ringraziare o rivolgere qualsiasi altra parola a quelli che venivano a portare e togliere i vassoi.
Leo, Owain e Al furono alquanto sbalorditi nello scoprire che alcune delle caraffe servite contenevano una bevanda dal sapore decisamente alcolico e sebbene un paio di pietanze si rivelarono forse troppo saporite, il cibo fu eccellente.
Alla fine della cena tutte i tavoli furono sgombrati con efficienza e la Preside di Durmstrang si alzò di nuovo mentre il corno risuonava ancora una volta.
Strani modi per intimare il silenzio, pensò Stuart perplesso.
«Il momento è giunto. Stasera daremo l'avvio al Torneo Tremaghi. Ma prima di farlo portare, vorrei presentare a quanti di voi non li conoscessero, i nostri due giudici: Viktor Krum, Presidente della Lega Internazionale di Quidditch.»
Krum si alzò e ricevette con aria indifferente e accigliata l'applauso degli studenti.
«E il signor Damir Grimnismal, della Divisione dei Cacciatori e dei Distruttori.»
Un altro applauso, stranamente molto più forte dai tavoli di Durmstrang, riempì la sala.
«Cosa sono i Cacciatori e i Distruttori?» chiese Al perplesso mentre batteva le mani.
«Chissà» rispose Owain incerto. «Ma devono essere molto importanti se quelli di Durmstrang applaudono di più lui che Krum.»
Swanhild, la Preside di Durmstrang, proseguì. «Gli altri tre giudici saremo io, McKinnon e Tarasque. 
«I concorrenti si sfideranno in tre prove stabilite dai giudici e che saranno distribuite lungo tutto l'anno scolastico. Sono prove difficili, create per testare tutte le abilità dei campioni. Ad ogni prova riceveranno un punteggio e la somma di essi stabilirà il vincitore della Coppa Tremaghi.
«Ora apriremo il forziere che contiene il giudice imparziale che stabilirà i tre campioni di Hogwarts: il Calice di Fuoco.» 
 Stuart notò solo in quel momento che sul tavolo di fronte a lei c'era un grosso scrigno dall'aspetto antico ricoperto di pietre preziose. Un professore dal grosso naso e una lunga barba bionda si fece avanti dal tavolo e battendo tre volte sul forziere fece aprire cigolando il coperchio.
Stuart si era aspettato un maestoso calice dorato e invece la Preside estrasse dal forziere una coppa di legno rozzamente intagliata, ricolma di un guazzabuglio di fiammelle blu e bianche che danzavano come agitate da un forte vento.
«Questo Calice deciderà il campione di ogni scuola. Coloro che voglio partecipare dovranno scrivere su un foglio di pergamena il loro nome e quello della loro scuola entro le otto di domani sera, la sera di Halloween, e metterlo nel Calice.
«Ricordate» concluse appoggiando le mani al tavolo e scorrendo uno sguardo intenso sugli studenti, soffermandosi in particolare su quelli di Durmstrang, «essere Campione della propria scuola significa firmare un contratto magico vincolante, da cui non potrete sottrarvi fino alla fine del Torneo. E ricordate anche», e la sua voce si fece più cupa, «che essere Campione significa portare sulle spalle l'onore della propria scuola e dei propri compagni. Di tutta la scuola e di tutti i compagni.
«Che la notte vi porti consiglio. Buonanotte.»
E con quelle parole enigmatiche fece sistemare al professore dalla barba bionda il calice su un piedistallo di fronte al loro tavolo e si ritirò.
Gli studenti delle tre scuole si alzarono e quelli di Hogwarts si radunarono vicino al fuoco.
«Avete visto? Quel Calice di Fuoco è incredibile! Voi pensate di metterci subito il vostro nome?» domandò Fay elettrizzata.
Stuart lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio ad Al, che a quelle parole aveva stretto le labbra, serio: Stuart era certo che il suo amico fosse, tra tutti loro, colui che probabilmente desiderava di più diventare Campione. E non per la gloria o per la fama. Albus aveva bisogno di mettersi alla prova con se stesso e, come aveva detto suo padre nel messaggio, questo Torneo era una delle occasioni più importanti della sua vita.
«Credo che McKinnon ci farà attendere fino a domani» disse Owain, indicando il Preside che li stava raggiungendo.
«È tutto chiaro, ragazzi? Avete capito tutto quello che ha detto la Principessa?»
«Principessa? Quale Principessa, professore?» disse Rhiannon confusa guardandosi in giro.
«La Preside di Durmstrang, Hobbs» la illuminò in tono spazientito Leo. «È una Principessa della Casa Russa degli Swanhild.»
«Una Principessa? Davvero?» fece Al sbalordito.
«Sì, Potter» interloquì McKinnon. «Ma prima di questo, è anche una delle Streghe europee più capaci dell'ultimo cinquantennio. Badate di trattarla con rispetto.» Li guardò uno per uno. «Avrete capito che qui a Durmstrang funziona in modo molto diverso da Hogwarts. Le gerarchie sono fondamentali e non tarderete a scoprire che il fatto di essere stranieri non vi esime dal rispettarle.»
«Professore, metteremo il nostro nome nel Calice adesso?» chiese Virginia.
«No, Marlowe, attenderemo domattina. Sarà meglio tornare all'Espresso tutti insieme.»
Stuart si fece attento. «Perché? Crede ci siano pericoli?» non riuscì a trattenersi dal chiedere.
McKinnon lo guardò fisso per un lungo istante, poi disse: «Sì, Dunneth. Ricordatevi, non siete a Hogwarts.»
«Cosa intende?» fece Owain confuso.
«Lo saprete presto. Ora andiamo.»
Ci fu un mormorio perplesso ma il Preside si stava già allontanando e tutti si incamminarono dietro a McKinnon.
L'Espresso non era più dove l'avevano lasciato ma era stato spostato da qualcuno -o si era spostato da solo, immaginò Stuart- sul versante della montagna, protetto da un semicerchio di fitti abeti neri.
I ragazzi e McKinnon dovettero scendere dal terrapieno dov'era situata la scuola e poi risalire un tratto di pendio per raggiungerlo.
Mentre percorrevano il rozzo sentiero di gradini che scendeva allontanandosi dalla scuola, Stuart si guardò indietro e notò che sul ciglio del terrapieno si stagliavano contro la volta stellata alcune figure. Studenti, a giudicare dall'aspetto tozzo, dato loro dalle divise bordate di pelliccia.
Erano in gruppetti di due e stavano immobili lì, come sentinelle.
Sembrano sentinelle o lo sono davvero?, si domandò Stuart perplesso. E se lo sono, per chi o per cosa devono fare la guardia?
C'erano parecchi misteri che emergevano dalle parole che Stuart -e Scorpius- aveva udito quella sera. Enigmi tra le righe dei discorsi del Torneo.
E McKinnon, che li confermava con quelle poche parole criptiche.
Stuart ebbe l'impressione che, se anche lo avesse desiderato, diventare Campione di Hogwarts sarebbe stato l'ultimo dei suoi pensieri.
 

 

Note:
Galahad: Vero nome del personaggio di Lancillotto delle leggende arturiane.
Tarrasque: Nome di un mostro mitologico della Provenza.
Svanhildr: Nome della figlia di Sigfrido e Crimilde.
Grimnismal: Nome di un poema della mitologia norrena.
Buonasera!
Sono felice di postare così puntualmente il secondo capitolo e vi ringrazio per averlo letto.
E finalmente arriviamo a Durmstrang! Cosa ne pensate? Riuscite a immaginarvela per come è stata descritta? Cosa ne pensate?
Nel prossimo capitolo probabilmente ci sarà una breve parentesi dove potrete capire più dettagliatamente i personaggi dei compagni di Al, Scorpius e Stuart e probabilmente sarà anche il capitolo dove verranno annunciati i famigerati campioni.
Siete pronti? Per chi tifate? Cosa vi aspettate? Dai, fatemi sapere che sono curiosa :) A presto!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mue