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Autore: rihal    22/05/2016    3 recensioni
Bella ed Edward sono fidanzati, e vivono a Phoenix. Dopo sette mesi di convivenza, Edward porta la ragazza a conoscere i suoi genitori a Forks; per sei settimane saranno ospiti dalla famiglia, ma quei giorni saranno infernali per Bella.
Cosa succede quando si ritroverà a mettere in discussione il rapporto con Edward? Cosa succede quando ti scopri attratta dal futuro suocero?
Avevo conosciuto lui, e la mia vita era cambiata: tutte le convinzioni radicate nel mio essere erano crollate, riviste con un’ottica nuova, una prospettiva a cui non ero pronta. Lui mi aveva fatto scoprire cosa volesse amare, farlo intensamente, riversando tutti i sentimenti che il mio cuore potesse contenere.
Ero folle, era folle, ma non poteva essere altrimenti.
Pensavo di essere innamorata di Edward, ma mi sbagliavo.
Mi ero innamorata di suo padre.

CRACK PAIRING; WHAT IF; TUTTI UMANI.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Carlisle/Esme
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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2. L’importanza del tipo di pigiama

 

Arriviamo nel vialetto di casa Cullen… se di vialetto possiamo parlare.

In realtà mi trovo in un giardino immenso, o meglio, spazioso e curato; in confronto al mio questo è una reggia. Hanno una villa di modeste dimensioni, non esageratamente grande ma nemmeno piccola, è nella media. Edward mi invita ad entrare, e mi accorgo che l’arredamento è assolutamente impeccabile. Non che mi intenda di interni, ma ho sempre avuto un occhio di riguardo per i dettagli, e qui vi dominano eleganza e perfezione.

Il salotto è ampio, illuminato da due vetrate che danno sulla strada; ha due divani in similpelle, materiale economico e ben resistente. L’ho scelto anch’io per quello che abbiamo a Phoenix, e mi fa piacere sapere che condividiamo gli stessi gusti in fatto di divani.

Spero però che non sia l’unica cosa che abbiamo in comune.

Mi sento ancora scombussolata per il volo, anche se non so dire se questo mio stato d’animo in tempesta sia causato dall’aereo o… da un altro fattore. Fattore che si è appena seduto davanti a me, prendendo posto su un divano e accomodandosi placidamente.

“Allora Isabella, come è andato il viaggio?”

Classica domanda di routine; di certo non posso rispondere che avrei preferito rimanere nella mia assolata Arizona, o che ad ogni secondo pensavo di morire.

“Abbastanza bene!” opto per una risposta neutrale, nella speranza di celare la mia inquietudine, se penso che dovrò sorbirmi pure il ritorno.

“Era parecchio agitata! Non è stato facile tenerla tranquilla!” e ti pareva che non dovesse commentare. Edward mi sta guardando complice, il sorriso sibillino lo rende tremendamente carino, ma sono talmente furiosa che non mi basta quel gesto per tranquillizzarmi e dimenticare. Gli lancio un’occhiata truce, e lui cambia subitamente argomento.

“Che c’è per cena? Muoio di fame!”

“Roastbeef e patate!” esclama Esme dalla cucina. Ho già l’acquolina, e sento lo sguardo amichevole di Carlisle su di me. Più che sentirlo, lo vedo, ma non posso girarmi e ricambiare la sua attenzione; mi sto facendo così tante tare mentali che mi sento ridicola.

Decido di alzarmi, e vado a dare una sbirciata in cucina; Esme ha quasi finito di preparare, mentre Ed si è offerto di prendere le valigie e portarle nella nostra stanza. Il tour della casa è rimandato a dopo cena, ma non mi dispiace, dato che la fame mi impedirebbe di goderlo appieno. Il buon odore del roastbeef mi manda in estasi.

“Ti piace?” domanda Esme, e io la affianco sul tavolo da lavoro.

“Ha un odore squisito!”

“Alice ne va pazza, a momenti scenderà dalla sua camera.”

La sorella minore del mio ragazzo è una studentessa all’ultimo anno di liceo, e so che è molto brava a scuola; io invece ero più “scapestrata”, non avevo una media brillante. Non ho mai pensato di iscrivermi al college, preferendo inventarmi sul lavoro; il negozio di floricultura che ho aperto con Angela sta avendo i suoi risultati.

“Sono molto curiosa di conoscerla. Posso aiutarti a fare qualcosa?”

Esme mi sorride.

“No grazie, tesoro. Ali finirà di preparare le ultime cose, quando deciderà di scendere.” La vedo un po’ spazientita, e allora abbandona temporaneamente la teglia di patate al forno, per sporgersi verso le scale e urlare il nome della figlia. Sento che la ragazza risponde, poi il rumore dei passi precedono il suo arrivo.

“Ciao Bella!” Edward le avrà detto che preferisco il diminutivo. Vedo che incede verso di me, sorridente; è una giovane donna, i capelli marroni hanno qualche nota rossa, e sono portati corti. Indossa un paio di pantaloni neri ed una camicia azzurro cielo, che risalta il suo corpo magro e slanciato; mi porge la mano, stringendola, poi mi prende a braccetto, anche lei contenta di conoscermi.

“Sai, mi sono sempre chiesta come fossi! Dalle foto spesso ci si fa un’idea sbagliata.”

Il suo entusiasmo mi coinvolge; vedo che prende dalla dispensa dei bicchieri di vetro e li porta in tavola, poi i piatti e infine dal frigo una bottiglia di ottimo vino bianco.

“Mamma, stasera lo assaggio anch’io!” Annuncia con un sorriso sbarazzino, e mi fa l’occhiolino.

“Solo perché questa è un’occasione speciale!” ribatte la madre, ma con un tono altrettanto sereno. Chiama all’ordine gli uomini, raccomandando ad Alice di prendere le patate tra pochi minuti.

Vedo che ha preparato qualche stuzzichino: ci sono pezzi di focaccia, grissini, qualche pizzetta mignon. Alla faccia della cena leggera!

Mi siedo, in mezzo a Edward e sorella. A capotavola c’è Carlisle, mentre vicino a lui, quindi davanti ad Alice, sta Esme.

“Un po’ di vino?”

Non rifiuto affatto, e mi viene versato sulla flûte davanti a me. Lo assaggio: è davvero squisito!

“A Isabella!” Carlisle mi dedica il brindisi, e gli sorrido, alzando il calice e facendolo tintinnare prima col suo, poi con quello degli altri. In questo momento sono totalmente concentrata sulla cena, e infatti inizio dalle pizzette, mangiandone tre di fila; mi gusto poi un pezzo di focaccia, e nel mentre Alice prende la teglia con le patate.

Esme serve tutti, e gentilmente ringrazio, poi mi butto a capofitto sul piatto; quel nervosismo accumulato mi ha fatto aprire lo stomaco.

“Raccontaci di te, studi, lavori?”

“Ho un negozio di floricultura con un’amica: lei è esperta nella cura delle piante, io sono più sul versante amministrativo.”

“Molto interessante!” mi dice Carlisle, servendosi ancora di altre patate. Questo slancio mi rende fiera, insomma, l’approvazione dei futuri suoceri è importante, no?

Per un momento cala il silenzio, siamo tutti impegnati a mangiare. Vedo che Alice finisce velocemente, prendendo il piatto e riponendolo in lavastoviglie; Edward mi ha detto che stasera sarà ospite a casa di amiche, e quindi deve finire di preparare le sue cose.

“Le serve tempo.”

“Infatti è come te!” gli rimbecco, ricordandogli quanto sia lento nel prepararsi.

“Non è vero!” protesta, guardandomi stupito. Ma il suo lamento ha vita breve: sua madre sta annuendo convinta, ribattendo che ho pienamente ragione; Carlisle se la ride di gusto, e finalmente la tavolata non ha più tempi morti.

Finiamo di mangiare, chiacchierando più del lavoro di Edward e dei suoi studi; da loro non ho sentito quesiti riguardanti i miei genitori, forse Ed avrà detto loro che non amo sentirli nominare.

Dal loro divorzio mi sono allontanata leggermente, e li vedo davvero di rado. La delusione riguardante la fine del loro rapporto è ancora lampante, e l’unica persona che ho piacere di rivedere sono Jacob, Leah e Seth.

Ci alziamo da tavola, mi dirigo nella stanza da letto e prendo il portatile dal trolley di Ed, facendo una videochiamata con fratello e cugini.

Tramite Skype, vedo Jake e Seth con una ciotola stracolma di popcorn.

“Ehi Bellaz!” devo dire a Seth che odio quel soprannome.

“Ciao ragazzi!”
“Stavamo giusto per scegliere un film! Che horror ci consigli?”

Ora capisco perché Leah non sia con loro. Jacob è a casa, per una pausa dal college, e sicuro che stasera hanno organizzato maratona di film solo tra uomini.

“Nessuno, sapete quanto li detesto!”

“Come è andato il viaggio?”

“Devastante, sono ancora viva, il che è positivo.”

“Devi chiamare mamma: era in ansia più di te.” Sbuffo: Jacob mi ricorda che devo avvisare Renee del mio arrivo. Ma sinceramente non ho voglia di sorbirmi la sua voce acuta e le sue pressanti rassicurazioni; delego il compito a Jake, ringraziandolo per la sua infinita pazienza. Davvero non so come faccia a sopportarla, quando è preoccupata è intrattabile.

“Quindi non ci aiuti a scegliere?” Seth non si arrende mai. Gli sorrido, sarcastica, e scuoto la testa.

“Edward?”

“Si sta lavando, poi è il mio turno.”

“Salutacelo!” dicono in coro.

“Mi mancate già, idioti.”

“Anche tu vecchiaccia. Noi ti salutiamo, altrimenti si freddano” Jacob alza la ciotola, e li saluto, mandando un bacio. Mi disconnetto, sospirando.

Non mi sono mai sentita tanto un pesce fuor d’acqua come in questo istante. Avrei già voglia di tornare a casa, ma devo resistere, devo farlo per il mio ragazzo.

Mi distendo, attendendo che lui esca dal bagno. Una doccia mi ci vuole per distendere i nervi, e prima di dormire, un tè caldo mi rilasserà.

 

Non riesco a dormire.

Come prima notte è proprio un inferno. Continuo a rigirarmi tra le coperte, facendo attenzione a non svegliare Edward, ma lui è un ghiro e sta pure russando. Sbuffo, mettendomi seduta e cerco di sistemare le federe ad un’altezza consona alla mia testa, ma non sono mai come voglio io. Una volta troppo alte, poi troppo basse, il cuscino è troppo duro…

Adesso sono troppo sveglia per poter pazientare e riacquistare sonno. Non so, ho voglia di alzarmi e bere una tazza di tè caldo, la cura per ogni mio male; mi sento a disagio muovermi da sola per una casa in cui sono ospite.

Eppure, ogni minuto che passa fa aumentare il mio nervosismo. Scosto le coperte, decidendo di andare in cucina a passi felpati; devo solo uscire, arrivare alla fine del corridoio e scendere le scale.

Fortunatamente il mio pigiama – se così si può definire- è un assemblaggio ben congeniale di un paio di leggins ed una maglia a maniche corte; non ho freddo mentre dormo, e non ho eccessivamente caldo.

Scendo, indossando le calze nere che avevo appollaiato per terra; cammino lentamente, sbirciando ancora che Edward continui a dormire. Apro la porta, lo scricchiolio non aiuta la mia piccola fuga notturna, ma so che per svegliare uno come lui nemmeno le bombe lo smuovono.

Proseguo, andando a tastoni per il muro fino a raggiungere le scale; solo un piccolo pezzo di vetro della porta d’ingresso garantisce un po’ di luce in quel posto, sebbene sia fioca. Scendo e vado verso la cucina, riempiendo una pentolina di acqua e la metto sul fuoco.

Spero che le prossime nottate siano meno ardue, non voglio arrivare alla mattina con gli occhi di un panda. Magari devo solo abituarmi al materasso, e al fatto di essere con gente estranea…

No Bella, le paranoie alle due di notte no!

I genitori di Ed sono simpaticissimi, e molto cortesi! Sua sorella è la tipica adolescente energica e pronta a divertirsi, stasera è via e quindi non corro il rischio di disturbare il suo sonno leggero.

L’acqua sta quasi per bollire; ci metto le mani sopra, scaldandomi un po' e chiudo gli occhi, stendendo i nervi, quand’ecco che un rumore alle spalle mi fa sobbalzare.

Non è un ladro, sono passi provenienti dalle scale. La cucina è illuminata dalla finestra che dà sul cortile, e ho alzato leggermente la tapparella per avere maggior chiarore.

La figura longilinea di Carlisle irrompe nella stanza; entrambi ci guardiamo scettici, e poi mi accorgo che è a petto nudo, con solo un paio di boxer addosso.

Sento le guance bollire, caspita ha un torace davvero niente male… mi volto, prima che possa notare questo cambio inopportuno di gradazione.

“Isabella… non pensavo fossi in cucina. Notte insonne?”

“Si, esatto” farfuglio, imbarazzata. Vedo che si avvicina al frigo, e i miei occhi non riescono a spostarsi dal suo corpo; seguo ogni movimento, il modo in cui si china e prende la bottiglia del latte, il modo in cui mi sorride, il modo in cui batte la mano destra all’altezza della pancia, come se avesse in testa il motivetto di una canzone…

Oh merda.

Quello è lo stesso tic che ha Edward quando… quando…

Quando finiamo di fare sesso!

Ho appena beccato Carlisle in versione post coito la prima notte che trascorro in quella casa?

Ora sì che le mie gote si sono arrossate; la temperatura è rovente, vorrei che una voragine si aprisse sotto di me e mi inghiottisse. Devo mantenere la calma, senza farmi scoprire.

Se solo riuscissi a cancellare l’espressione da pesce lesso che ho stampata in faccia…

“Tutto bene?”

Sono così agitata che ho la bocca aperta.

Così si che faccio breccia nel cuore dei miei futuri suoceri.

“S-sì!” balbetto, versando l’acqua in una tazza che ho trovato in un ripiano. Ci metto il filtro al limone, il mio preferito, ed annuso l’aroma intenso e fruttato della bevanda.

È come il nettare degli dei.

“Nemmeno tu riesci a dormire?” quella domanda mi suona come allusiva, e so per certo che il motivo non corrisponde al suo, nettamente più piccante.

Annuisco con aria innocente, sentendo ancora l’imbarazzo; ciò è aumentato dal fatto che stiamo parlando a voce bassa, e per sentirci meglio lui si è avvicinato al piano della cucina, dove ho appoggiato la tazza. Maggiormente esposto alla luce, noto ancor più dettagli del suo corpo, e sento come un fremito in una zona dove non dovrebbe esserci.

Non credo di aver mai visto tanta prestanza in un uomo: le linee che distinguono i vari muscoli, il petto, la pancia da cui si intravede qualche addominale. Nulla a che vedere con il classico fisico dei protagonisti maschili dei film, non è esagerato, anzi.

Ma è terribilmente sexy, e non posso negarlo a lungo.

“Il tè non aiuta a dormire, meglio una tazza di latte” mi sorride, e io vado in tilt.

“Su di me il tè fa miracoli.”

“Davvero?”

Si sta mordendo il labbro inferiore, e la lentezza con cui esegue l’atto mi fa sobbalzare. Non riesco a spostare lo sguardo, e nemmeno voglio farlo. Vedo che incede verso di me, un piccolo passo annulla un pezzo di distanza che si era creata. È vicino, terribilmente vicino.

“Perché sai, conosco un altro modo, e credimi, quello i miracoli li compie davvero.”

Ok, che sta succedendo?
Il suo sussurro è stato roco, come se ci stesse provando spudoratamente con me. Nel mentre, fa un altro passo, ora sento le sue dita che accarezzando il mio braccio.

Avverto un brivido, poi un altro, poi l’opposto: fa caldo, la gola è secca, e non riesco a muovere nessun muscolo. I suoi occhi mi stanno incatenando, la mano sinistra ha fatto presa sulla schiena, tirandomi verso di lui; sento il suo profumo fresco inondare le mie narici, mentre quella stessa mano è scesa verso il mio sedere, stringendo un gluteo con possanza. Emetto un gridolino, e mi tappo subito la bocca.

Questa situazione è così… surreale. Non ci credo, Carlisle mi sta palpeggiando in cucina di casa sua, con sua moglie e il mio ragazzo ai piani superiori che dormono?
Eppure, mi sento eccitata. Le mie mani si appoggiano alle sue spalle, e la sua mano destra accarezza la guancia. Si avvicina ancora, inarcando la testa e scendendo all’altezza del mio orecchio; mormora qualcosa, e la mia testa ha dichiarato forfait.

“Ti voglio, Bella.” Il modo in cui pronuncia il mio diminutivo è letale.

Non ce la faccio: vorrei essere fedele ad Edward, ma come mi tocca, come sta esplorando il mio corpo senza farsi il minimo scrupolo, la sicurezza con cui si muove e la sua espressione, un puro angelo tentatore.

Le sue labbra si stanno avvicinando alle mie; questo momento è bollente.

E prima che possa baciarlo, sento un trillo acuto che rovina quel momento.

Il trillo è sempre più forte, la figura di Carlisle sta svanendo…

Sta svanendo?

Di colpo, mi sveglio. Stringo le coperte, sentendo Edward mugolare di spegnere la sveglia. Maledetto aggeggio!

Allora era solo un sogno… un sogno erotico sul futuro suocero, la prima sera di permanenza.

Grandioso Bells, peggio di così non potevi fare!

Avverto come un vuoto dentro di me… voglio che sia reale? In questo istante sto cercando di affrontare il trauma di questa fantasia, la cosa più sbagliata che potessi immaginare. Cerco di non pensarci, voltandomi verso Edward ed abbracciandolo, dopo aver quasi rotto il suo telefono per disattivare la canzone dei Muse che usa per alzarsi.

Devo riacquistare un minimo di autocontrollo, non devo lasciare che la mia mente rifaccia lo stesso sogno, devo impostarmi sull’idea che io amo e desidero solo Edward.

Carlisle deve smetterla di ossessionare i miei pensieri. E decido di agire.

Comincio a baciare il mio ragazzo sulla guancia, scendendo automaticamente sul suo collo; ho deciso di concedergli un risveglio molto audace, molto peccaminoso.

“Mmm” prende un pezzo di lenzuolo, coprendosi fin sopra la testa. Questa mossa non mi desiste dal mio intento, perciò la tolgo e ricomincio la mia opera, ma stavolta baciandolo in maniera più passionale.

“Mmm… Bella che fai?”

“Ti do il buongiorno” mormoro, vogliosa. So che quello che sto facendo è un chiodo scaccia chiodo, cioè, non devo scacciare nessun chiodo.

“Ci sono i miei di sotto…”

“E allora?” si gira verso di me, sgranando le palpebre. Dal modo in cui mi fissa, capisco che non è possibile andare oltre. Non che volessi, dopo quello sguardo il mio desiderio si è completamente spento.

“Vado a cambiarmi” dico, ed esco dal letto. Sono furiosa, e non ho nemmeno voglia di ascoltare le sue lamentele. Da quando è così pudico? Non pretendo di rotolarmi tra le lenzuola ad ogni ora del giorno, nemmeno io ci riuscirei. Ma questo rifiuto proprio non me l’aspettavo.

Prendo un paio di jeans scuri ed una maglietta, sono le prime cose che trovo dal trolley; oggi lo disferò nella parte di armadio che Esme mi ha liberato.

Sento un conato di vomito al solo pensare il suo nome; contando che fino a dieci minuti prima stavo vedendo suo marito come un libertino, non so come riuscirò a guardarli in faccia senza diventare color pomodoro maturo.

Mi chiudo in bagno, aprendo il getto del lavandino e sciacquandomi il volto; mi preparo al primo giorno sotto il loro tetto, sotto il tetto della famiglia Cullen.

 

 

Hola! Scusate l'attesa, ma i miei tempi sono molto... occupati! Ma spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Inizialmente volevo che tra Bella e Carlisle ci fosse qualcosa, poi ho cambiato idea... è ancora troppo presto, anche se mi sono divertita a scrivere quel sogno!
Fatemi sapere se vi piace o meno, le vostre recensioni mi spronano a dare il meglio!!!
Grazie a chi ha letto, recensito, ed inserito la storia tra preferite/seguite!
Alla prossima!
Anna
   
 
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