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Autore: lalluby    22/05/2016    3 recensioni
Margot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione innocente e una paura di cadere.
Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entrambi sono totalmente l'opposto, ma forse, sono solo ciò di cui l'altro ha bisogno.
- - -
- Tu e Calum Hood eravate amici?- Chiesi con cautela. Ma questo anticipava il fatto che io già sapessi la risposta, sorprendendo tutti, il volto di Ashton si dipinse con espressione di amarezza verso il pensiero della sua amicizia con Calum , mascherando il tutto con apatia e fastidio.
- Molto tempo fa. Sono contento che adesso non lo siamo più -
- Perchè? - Chiesi, sperando di ottenere delle risposte e di non essere troppo impulsiva.
- Lunga storia. Ma tutto sommato, lui non è il tipo di persona con la quale vorresti essere impegnata - ( … )
- Penso che ci sia del buono in tutti. Alcune cose... alcune persone, a lui importano - ( … )
Ashton mi guardò , prese un'altra boccata dalla sua sigaretta cercando il mio sguardo. (... ). Ashton portò la sigaretta nel posacenere, schiacciandola contro di esso e guardandola per un attimo.
- Ad Hood non importano le persone. Lui le brucia -
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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What are we?



Calum's P.O.V


Sabato, 9.25 a.m.

Margot fece la sua apparsa scendendo l'ultimo gradino delle scale e camminò verso la sala da pranzo, con addosso una felpa del mio vecchio liceo e un paio di calze grigie. I suoi capelli rossi le incorniciavano il viso, facendo risaltare i suoi occhi verdi.

La mia felpa era quasi qualche taglia in più, ma nonostante ciò le arrivava a metà coscia era innegabilmente provocante, ma in un modo senza pretese. Margot si accorse che la stavo guardando e sorrise, timidamente tirò giù la felpa prima di sedersi sulla sedia difronte a me nel tavolo da pranzo.

Guardò fuori dalle ampie vetrate con vista sulla città che circondavano la sala da pranzo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e appoggiò i gomiti sul tavolo.

-Hai dormito bene?- Mi chiese.

Raramente riuscivo a dormire sonni tranquilli.

-Si, bene. Tu?-

Lei mi sorrise, annuendo.

-Si-

Mi schiarii la gola.

-Sicura di aver dormito bene? Avevi freddo?-

-No, dormo sempre bene quando vengo qui- Abbassò lo sguardo, sorridendo. Potevo dire che fosse in imbarazzo – E mi dispiace essere sempre qui-

-No -Scossi la testa - Mi piace averti qui-

Ci fu un breve silenzio, ma lo interruppi.

-Sicura di aver dormito bene?-

-Si, Calum- Rise – Ti prometto che ho dormito bene-

-Ok- Presi un sorso di caffè e poi guardai verso di lei- Oh, giusto. Cosa vuoi da mangiare?-

-Fai tu- si morse il labbro inferiore- Ma non crearti problemi-

-Nessun problema. Che cosa vuoi? Cereali? Frutta?- Mi alzai e mi morsi il labbro inferiore per il nervoso. Considerando che avrei fatto qualche cazzata - Ti avrei fatto preparare dei pancakes o qualcosa di simile ma oggi Nilda si è presa il giorno libero-

Lei scosse la testa ardentemente.

-No,sul serio. Non vorrei crearti problemi o niente. La frutta va benissimo -

Camminai verso lo scaffale dei vini della cucina, dirigendomi poi sul lato opposto e raggiunsi il frigo. Fortunatamente quando lo aprii, trovai la macedonia che Nilda aveva preparato ieri sera. Ne presi qualche cucchiaiata, mettendola dentro una ciotola bianca e una forchetta in esso, sperando che fosse ancora buona.

-Vuoi qualcosa da bere?- Chiesi dalla cucina, a voce abbastanza alta in modo che mi potesse sentire.

-Umhh... del succo va bene-

Presi un bicchiere e lasciai la cucina portando il tutto con me. Passai la ciotola con la macedonia a Margot e le posai il bicchiere di fronte. I suoi occhi si illuminarono e mi ringraziò, sistemandosi sulla sedia, sedendosi a gambe incrociate prima di afferrare la forchetta.

-Wow, sembra buona- Disse portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di prendere la forchetta e raccogliendo un pezzo di ananas - Mi piace- alzò lo sguardo e mi sorrise- Questa è guava?-

-Umh, credo di si. Penso che ci sia dell'ananas, guava, fragole e mango-

-E' buona- Mi sorrise, mettendomi fuori ogni volta.

Bevvi un sorso del mio caffè scrutandola da sopra l'orlo della tazza. Non avevo mai avuto modo di stare con lei la mattina dopo. Ogni volta che lei dormiva qua, io non c'ero quasi mai la mattina.

Margot stava mangiando mentre io bevevo il caffè osservandola, ed anche se eravamo in silenzio, questo momento era così perfetto da far male.

Mi faceva male, ogni frammento di quel momento. Margot mi beccò ad osservarla, si morse il labbro inferiore, sorridendo. Nessuno di noi due avrebbe detto nulla, entrambi ci stavamo godendo la mattinata ed era questo il nostro modo di stare seduti uno di fronte all'altro.

Ogni volta che mi guardava, la sua pelle chiara e i suoi occhi verdi che sembravano diventare più luminosi quando il sole li rifletteva, sentivo il mio cuore essere strappato e il petto farmi male. Perchè il suo sorriso era troppo contagioso da poter essere ignorato, ed era troppo bella per esistere e tutto questo era troppo bello per essere vero.

Margot non faceva altro che farmi bene, ma io ero anche il tipo di persona che avrebbe mandato tutto a puttane e lei non meritava tutto questo.

Prese un'altra forchettata dalla sua macedonia e guardò fuori dalla vetrata, e non feci altro che continuare a fissare le sue labbra. Non riuscivo a smettere di guardarla e ogni singolo sguardo lo sentivo come un passo verso la fine, quando lei sarebbe stata strappata via da me.

Margot era entrata nella mia vita come un colpo di fortuna, un evento casuale, qualcosa fuori dal mio controllo e sapevo che lei mi avrebbe lasciato in questo modo.

Bevvi un sorso dal mio caffè e lei andò verso la grande vetrata, appoggiandosi contro vetro e ammirando il panorama della città sottostante alla vetrata. Gli alberi colorati di arancione e rosso, la vivace città che conoscevo fin troppo bene.

-Non è bellissimo?- Chiese

Non stavo nemmeno guardano la vetrata, i miei occhi erano solo su di lei.

-Si lo è-

E poi i miei pensieri vennero interrotti dal suono metallico del mio cellulare che segnava un messaggio.

Da: Michael

Ti stai godendo il tuo week-end da una botta e via?

Compiaciuto pezzo di merda. Scossi la testa, quasi ridendo e rapidamente gli risposi scrivendo un '' vaffanculo '' prima di bloccare il mio telefono.

-Che cos'era?- Margot chiese.

Rimisi il cellulare nella tasca dei miei pantaloni della tutta grigia.

-Niente-

Mi alzai e andai verso la vetrata, avvolgendo le mie braccia intorno alla sua vita da dietro.

-Cosa ti piacerebbe fare oggi?-

Sospirò prima di canticchiare pensierosa.

-Nulla-

Sentii il suo corpo contro il mio e immediatamente pensai che c'era sempre stato qualcosa di autodistruttivo in me, forse che distruggeva anche tutte le persone che mi stavano attorno. E quando l'avevo vista la prima volta avevo voluto che mi stesse lontano, e ancora adesso lo facevo. Ma più cercavo di allontanare Margot, più fallivo.

Così mi chinai e bacia la parte superiore dei suoi capelli.
-Allora completiamo questo nulla insieme-



* * *

 

Margot's P.O.V

 

 

Calum ed io eravamo entrambi sdraiati nel suo letto in direzioni opposte, leggendo.

Tenevo una matita nella mano, pronta ad annotare o sottolineare qualche passo importante. Per Scienze Umanistiche, leggevamo quasi un libro ogni settimana, anche se era drenante mantenere questo ritmo di lettura, ma non mi dispiaceva. Avevamo iniziato con i grandi classici della letteratura greca e ora eravamo a quella latina. Dopo la lettura dell'Inferno di Dante di qualche settimana fa, il professore aveva deciso di tornare indietro e farci leggere alcuni libri della letteratura latina, solamente per guadagnare più basi culturali. E successivamente, avremmo affrontato la letteratura moderna.

Afferrai la mia penna per sottolineare una frase particolare e notai quanto fosse bello Calum dall'altra parte del letto: i suoi capelli scuri disordinati, i suoi zigomi definiti mentre il suo sguardo era attento alle lettura che stava facendo.

Non era la prima volta che dormivo nella stanza di Calum. Ma anche se avevo familiarità con l'ambiente spazioso della sua stanza circondata da grandi vetrate e composto da lenzuola bianche, comodini in legno e una libreria piena di foto e libri, vedere qui Calum dava un'aspetto diverso. Mi sedetti e lo guardai, era seduto appoggiato contro la testiera del letto che leggeva attentamente.

Aveva una penna tra le mani e non potei fare a meno di sorridere quando vidi quello che stava leggendo: Il Cardellino. Qualche settimana fa', gli avevo detto con disinvoltura che avevo finito di leggere quel libro e mi era piaciuto moltissimo.

Vedendo poi la sua biblioteca, sapevo che era un topo di biblioteca, ma adesso potevo averne conferma.

Stuzzicandolo, scivolai verso l'altra estremità del letto.

-Cosa leggi?- Chiesi innocentemente, prima di fare un sorrisetto e strappando il libro dall sue mani. Guardai la copertina e vidi gli appunti presi sulla pagina con la sua calligrafia disordinata, prima che si riprendesse il libro.

-Il Cardellino...-Riflettei ad alta voce- Sai, ricordo di aver detto a questo ragazzo moro che anch'io lo stavo leggendo. Ma non pensavo che gli importasse veramente...-

Calum sorrise e si passò una mano tra i capelli scuri scompigliandoli maggiormente, prima di mettere il libro sotto il cuscino dietro di lui. Tuttavia, poteva essere più forte di me, ma io fui più veloce. Mi avvicinai maggiormente a lui allungando le braccia per poi afferrare il libro, tenendolo poi dietro la mia schiena.

-Qualcosa da nascondere?- Chiesi sorridendo e mi chiesi che cosa avesse appuntato sulle pagine.

I raggi del sole riflettevano sull'adesivo Premio Pulitzer e, dopo un paio di tentativi da parte di Calum per riprendersi il libro, ci rinunciò sbuffando per poi sorridere.

Lentamente, aprii il libro fino ad arrivare alla pagina che stava leggendo, ignorando le sue proteste, il mio sguardo andò a finire sulla sottolineatura che aveva fatto.

''Certe volte vogliamo ciò che vogliamo sebbene sappiamo che sta per ucciderci.'''

Ma quando vidi la piccola nota che fece al margine, alzai lo sguardo verso di lui, per poi riportarlo su quella nota tracciando il dito sulle lettere prima di guardarlo nuovamente.

-Perchè hai scritto ''Margot'' accanto a quella frase?-

Calum guardò le sue mani, ancora segnate e coperte da tagli alle nocche. Il ricordo di quello che lui aveva fatto per me.

-Calum, perchè hai scritto il mio nome accanto a quella frase?-

Prese un respiro e poi mi guardò.

-Perchè mi ha fatto pensare a te-

E in quel secondo capii. Capii e diventai iper-consapevole di dov'ero, non ero solamente in questa stanza, ero dentro a questo mondo. Ero la ragazza che si era trasferita in questa grande città su un pianeta in rapida rotazione, che girava intorno al Sole, che faceva parte di un piccolo sistema solare all'interno nella confusione caotica delle galassie, delle stelle e della materia oscura.

Ero semplicemente una ragazza in una grande città e leggendo il mio nome su quelle pagine di quel libro che entrambi avevamo letto, pensai immediatamente al mio passato e al mio presente, sentendo una fitta al cuore.

-Cosa c'è che non va?- Mi chiese Calum con voce roca, appoggiando la sua mano contro la mia guancia.

Chiusi gli occhi e scossi la testa.

-Niente-

Quando aprii nuovamente gli occhi, vidi Calum guardarmi intensamente, cercando di trovare qualche risposta.Alcuni frammenti di verità che tenevo nascosti.

-Non c'è niente di sbagliato- Presi un respiro profondo e sorrisi, tinto ai lati con la tristezza. Abbassai lo sguardo, leggendo nuovamente la frase e poi il mio nome - Niente solo... solo baciami-

Dopo un attimo di esitazione mi ritrovai a cavallo sul suo grembo e mi baciò. Tutto sembrò rimmettersi a posto. Cominciò ad allontanarsi indeciso, ma lo fermai tenendolo vicino mentre le mie mani raggiunsero il suo viso e delicatamente strofinai i miei pollici contro la sua mascella, assaporando le sue labbra contro le mie.

Il mio corpo era contro il suo, cercando di essere maggiormente più vicina a lui, cercando di adattare me stessa contro di lui. Era così spietato intorno i bordi, ma sentivo come se lui fosse tutto ciò di cui avevo bisogno e non volevo che questo momento si arrestasse.

Sospirai e Calum approfondì il bacio, portando le sue mani sulle mie guance prima di spostare una verso il basso, facendola scorrere lunga la mia schiena e spingendomi maggiormente contro di sé.

Mi allontanai da lui per poter respirare, e poi subito dopo come un viaggio di ritorno, Calum mi baciò nuovamente.




 

Calum's P.O.V

 

Tutto quello che sapevo era che le labbra di Margot sapevano di frutta. Come ogni cosa dolce che potesse mai esistere. Il libro aveva ragione, Margot sarebbe stata la mia morte, ma non riuscivo averne abbastanza.

Allontanai le mie labbra dalle sue, spostandole sul suo collo e sentii il modo in cui lei rispondeva al mio tocco, sciogliendosi come zucchero.

Le mie labbra raggiunsero l'incavo del suo collo, e poi la sua clavicola e lei sussurrò il mio nome.

-Non voglio che questo finisca- Disse, strattonando così il mio cuore e facendolo svoltare nel mio petto.

Le sue mani erano fredde, ma la sue pelle era così calda e così profumata e non riuscivo nemmeno io a capire come una persona potesse farmi impazzire così.

Margot era come quell'aria tarda primaverile nel mese di metà Maggio. E non riuscivo ancora a capire cosa mi stesse facendo, strascicai le mie mani portandole lungo la parte superiore delle sue cosce, sfiorandole delicatamente l'osso delle anche prima di passare alla vita. Margot gemette ma coprii la sua voce facendo scontrare nuovamente le mie labbra contro le sue, assaggiando ogni po' di lei.

Mi faceva sentire come se lei fosse stata la migliore cosa che mi fosse capitata e io avevo bisogno di lei.

-Toglila- Borbottai contro le sue labbra, ero impaziente, ma non mi interessava.

Raggiunsi i lembi della mia felpa che stava indossando e le la sollevai, guardandola come fosse splendida nella mia felpa e un disperato bisogno di sentire la sua pelle contro la mia. Per poi baciarle avidamente le labbra.

-Cazzo, ho bisogno di te- Mormorai contro le sue labbra, molto probabilmente un po' rudemente. Tirando giù le spalline del sue reggiseno e slacciandolo, successivamente.

La tirai verso di me, baciandola, prendendo tra i denti il suo labbro inferiore, tirandolo leggermente e afferrando la sua vita come se fosse l'unica cosa che mi tenesse ancorato in questo mondo.

Margot si lasciò sfuggire un gemito quando feci scontrare i miei fianchi contro i suoi, lasciai dei baci lungo il suo collo. Era difficile da credere che prima stavamo solamente leggendo nel mio letto, mentre adesso lei si trovava tra le mie braccia, gemendo a ogni mio tocco.

Oltre a quella volta sul mio divano, sapevo che non aveva mia fatto nulla di simile prima, quindi sapevo che dovevo stare attento. Ma Margot era così inebriante e le mie mani era come se sentissero il bisogno di esplorare ogni centimetro della sua pelle , ed era anche difficile perdersi in tutto ciò che Margot mi faceva provare anche solamente standomi accanto.

Trascinai le mie labbra lungo il suo collo, baciando poi la sua clavicola, la sua spalla e ritornando infine sulle sue labbra mentre muovevo le mie mani fino a dove la sua pelle liscia incontrava l'elastico dei suoi slip.

La sollevai, facendola mettere in ginocchio, ancora a cavallo tra il mio grembo e raggiunsi con la mano la parte inferiore dei suoi slip. Gemette quando sentii quanto fosse bagnata, non potendo fare a meno di sentirmi teso contro i mie boxer.

Approfondii il bacio e andai un po' più lontano, sfregando il mio pollice contro il suo clitoride e lei gemette, facendomi quasi sorridere come facilmente potesse esaurirsi.

Ma proprio mentre stavo per andare un po' oltre, scosse la testa e allontanò le sue labbra dalle mie.

-Cosa c'è che non va? Vuoi che mi fermi?-

Si morse il labbro e mi guardò timidamente.

-Beh, è solo che... voglio ricambiare- Disse sedendosi contro i miei boxer.

-Merda -Borbottai e Margot sgranò gli occhi quando sentii l'erezione sotto di se.

-Oh mio Dio, scusami-

Risi, giocando con le cuciture dei suoi slip prima di baciare leggermente la sua spalla.

-Sai, la maggior parte delle ragazze non avrebbe nemmeno chiesto scusa-

Lei sorrise timidamente per poi toccarmi attraverso i boxer con il palmo della sua mano. Insicura, mi guardò timidamente.

-Davvero però, voglio ricambiare. Che cosa, umh, che cosa vuoi che faccia?-

Sorrisi.

-Beh, ci sono un sacco di cose che mi piacerebbe che tu faccia  e ci sono un sacco di cose che mi piacerebbe farti, ma..-

Margot rise, zittendomi poi con un bacio.

Ridemmo e poi lentamente cadde il silenzio. Prese un respiro profondo, guardandomi negli occhi.

-Non ho mai fatto nulla di tutto questo prima- Disse piano.

Presi un respiro. Poi la baciai rassicurandola.

-Lo so- Mi sedetti e portai la mia mano sulla sua guancia, accarezzando con il pollice il suo zigomo – Una cosa alla volta, va bene?-

Lei annuì e poi le dissi cosa avrebbe dovuto fare, notando come i suoi occhi assunsero una tonalità di verde più chiaro.

Lentamente un po' nervosamente, tirò giù i miei boxer e avvolse la sua mano intorno a me. Come le dissi, sputò nella sua mano e delicatamente, fece scivolare la sua mano su e giù, mordendosi il labbro.

Margot mi guardò, mentre la sua mano si muoveva.

-Così va bene?- Chiese innocentemente.

Annuii e la baciai in risposta, ma quando sfiorò con il pollice sopra la punta, non potei fare a meno di approfondire il bacio, gemendo.

-Ho fatto qualcosa di male?- Chiese, togliendo la mano.

Risi e la tirai più vicino a me.

-No, andava bene-

Margot avvolse nuovamente la sua mano intorno a me, muovendola su e giù. Normalmente, ritenevo che le seghe erano da adolescenti, ma con Margot era diverso. Era qualcosa di più profondo e personale.

La baciai di nuovo prima di prenderle il viso tra le mani, le mie dita erano sulle sue guance mentre il mio pollice destro tracciava le sue labbra. Le sue labbra rosa erano gonfie e morbide ma come feci per togliere il pollice dal suo labbro inferiore, lei lo catturò tra le sue labbra.

Provai a spostare la mia mano, ma Margot mantenne tra le sue labbra il mio pollice, mentre la sua mano si muoveva ancora contro di me.

Era stato un gesto inaspettato e mi piaceva. Sembrava così innocente,dolce e bellissima, ma allo stesso tempo, così sporca.

Vedendola così, mi fece pensare a tutte le cose che avrei voluto farle. Volevo prenderla lentamente, ma allo stesso tempo, non potevo fare a meno di pensare a tutti i modi in cui la volessi.

Non aveva idea dell'effetto che lei aveva su di me, e vederla in questo modo faceva aumentare il mio desiderio. Vederla in questo modo faceva salire il mio desiderio di prenderla da dietro e di sentirla gemere il mio nome.

Ero così vicino, mentre un gemito roco di piacere lasciò le mie labbra e Margot accelerò il movimento con la mano contro di me. Mentre mi avvicinavo al limite, la tirai più vicino a me formando a malapena uno spazio tra di noi. Tolsi il mio pollice dalle sue labbra in modo da poter strascicare le mie mani contro la sua pelle. Mi sentivo così bene, meglio di quanto mi sia sentito con le altre ragazze e incominciai a perdere il controllo, morsi e succhiai la pelle del suo collo.

Margot gemette  e all'improvviso, venni spinto oltre il limite, rilasciando tutto sopra la sua mano e gemendo contro il suo collo.

Margot boccheggiò sorpresa ed io strinsi tra le mani le lenzuola bianche accanto a me, rabbrividendo prima di espirare profondamente.

-Tesoro- Gemetti raucamente come mi calmai, abbracciandola come iniziai a baciare la pelle della sua spalla.

Lentamente, aprii nuovamente gli occhi ed espirai contro la sua pelle.

-Calum, io...- Iniziò timidamente.

La fermai baciandola dolcemente.

-Andava bene- Dissi baciandole la guancia arrossata- Ok?-

Timidamente, lei annuì e sorrisi guardandola.

-Ti prendo un asciugamano- Dissi, baciando ancora una volta le sue labbra prima di alzarmi e camminare verso il bagno.

Quando tornai con un asciugamano umido, il volto di Margot era radioso. Amavo il modo in cui si presentava. La testimonianza del mio orgasmo era ancora sulla sua mano e c'era dell'altro po' sul suo basso ventre e cosce.

Segretamente, non potei fare a meno di amare come sembrasse su di lei. Era così primordiale, come un segno.

Asciugai il tutto prima di baciare dolcemente il palmo della sua mano, poi la sua fronte e poi le sue labbra. Margot sorrise chiudendo gli occhi e tenendoli ancora chiusi dopo il bacio.

 



Margot's P.O.V
 

-Cosa c'è che non va?- Calum mi chiese, guardandomi, cercando il mio sguardo.

Aprii gli occhi e sorrisi, scuotendo la testa.

-Niente-

-Ti sei pen...-

Risi.

-No, no- Dissi poi mordendomi l'interno del labbro inferiore, imbarazzata– E' stato davvero...- Mi affievolì, sorridente- No, questo no-

-Allora cosa c'è che non va?- Calum posò il suo pollice sotto il mio mento, facendomi così guardare verso di lui - Mi devi lasciar entrare qualche volta, va bene?-

Era difficile. Ma dovevo farlo perchè era giusto, dovevo aprirmi con lui . Inspirai. Espirai.

-E' solo... ci stiamo prendendo in giro? Voglio dire, che cosa siamo?-

Calum rimase in silenzio e sentii il mio cuore in gola. Poi, prese un respiro profondo prima di prendere il mio viso tra le sue mani.

-Sono tuo- Disse raucamente – Sono tuo, se mi vuoi ancora-

Presi un respiro e lo guardai negli occhi.

Io non ero sicura di come tutto questo era accaduto e come avrebbe dovuto avere senso. Non riuscivo ancora a capire i come e i perchè, non ero in grado ancora di capire chi fosse Calum. E questo era contro ogni ragione, eravamo entrambi consapevoli.

-Va bene-

E sapevo che questo sarebbe stato soltanto l'inizio.





 

Space Author

Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Cosa ve e pare del capitolo?
Oltre ad aver strutturato il capitolo in vari POV's, accadono una serie di fatti.
La prima è quella dove sappiamo qualcosina in più su Calum e dei pensieri che gli passano per la testa, dato che fino adesso è stato un mistero. E poi salta fuori un'altro aspetto di Calum, ovvero più chiuso in se stesso nel momento in cui Margot gli chiede il perchè abbia messo il suo nome accanto a quella frase. 
Mentre il resto del capitolo parla da solo.
Ad ogni modo, ringrazio coloro che hanno messo la fanfiction tra: PREFERITI, SEGUITI e RICORDATI.
GRAZIE MILLE.

See ya soon & stay tuned,
Baci Lalluby

 

  
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