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Autore: g i r e i    27/05/2016    1 recensioni
Girei, una parola e cinque lettere, cinque lettere e cinque parole, per ogni parole un breve racconto. Raccolta di IwaOi
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#1 - (G); Ma le orecchie di Tooru al suono di quelle parole si rizzarono immediatamente e con gli occhi lucidi di gioia e stupore si precipitò verso Iwaizumi;
#2 - (I); Tooru, che di maschere ne aveva a centinaia, era impeccabile nel non dare a vedere quanto gli mancasse chiamarlo così, eppure la sua non era l'unica maschera in quel teatrino, a sua stessa sorpresa, Hajime iniziava a sentirne la nostalgia.
#3 - (R); -Non avere paura Iwa-Chan!- lo incoraggiò l'amico d' avventure. Puoi sempre guardare me mentre saltiamo! Così ti passa la paura!-
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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girei - can you spell it?

Iwa-chan.

-Iwa-Chan! Iwa-Chan!-

Quella volta fu davvero la goccia che fece traboccare il vaso. Quanto poteva essere imbarazzante per Hajime ritrovarsi di fronte all'orda innumerevole delle fan di Tooru con quest'ultimo aggrappato mal sanamente al suo collo, lagnante e petulante solo come con lui sapeva essere? Eccessivamente imbarazzante per Hajime. Sopratutto per lui che con le ragazze mai era stato bravo e mai le aveva capite. L'unica cosa chiara che aveva riguardo quelle lì erano le loro risate soffocate in quel momento.

-Iwa-Chan! Iwa-Chan!-

E Tooru urlava e urlava quel ridicolo nomignolo davanti a tutte, come se volesse sbatterglielo in faccia con orgoglio. Ma Hajime di quel nomignolo se ne vergognava tremendamente davanti sconosciute. 

-Razza di Shittykawa!- imprecò il moro mollando un poderoso pugno sulla testa del setter, che per il dolore decise di mollare la presa. 

-Iwa-Chan!- lo richiamò piagnucolando.

Hajime non lo degnò di una parola e con i nervi a fior di pelle mentre se ne andava lasciando l'amico al suo fan club. 
Hanamaki e Matsukawa, vedendolo arrivare, poterono giurare di vedere del fumo uscire dalle orecchie del povero Iwa-Chan e da bravi spettatori che furono, di fronte alla magra figura dell'amico, decisero comunque di non risparmiarsi e quando l'interesse delle loro risa sommesse fu davanti loro, si scambiarono un fugace sguardo di intesa allargando poi i loro sorrisi, in una maniere al quanto macabra a detta di Iwaizumi.

-Iwa-Chan!~- cantilenarono i due in coro con il chiaro e palese intento di stuzzicarlo.

Iwaizumi tirò il viso in un espressione che cercava di trattenere tutto la sua furia e alzò gli occhi al cielo serrando con forza le labbra per non lasciare uscire le scurrili parole che con tanta premura aveva preferito risparmiare ai due amici.

-Iwa-Chan!- urlò Tooru raggiungendolo.

-Basta! Tu!- sbottò puntando il dito contro Tooru. -Smettila di urlare Iwa-Chan come se fosse l'unica dannata parola che conosci Shittykawa!- 

Tooru non rispose, lo guardò storto per poi mettere il broncio. La cosa non stupì, e tanto meno scalfì, Hajime. 

-Ah si?- domandò Tooru con la voce che sapeva di sfida.

-Ah si che??- Rispose di rimando l'altro infastidito.

Tooru, ancora più offeso e stizzito dal tono burbero del suo Iwa-Chan, posò gli occhi altrove e intrecciò le braccia al petto. -Bene, Iwaizumi...- incominciò rafforzando il tono su quell' "Iwaizumi". -Non ti chiamerò più in quel modo!- disse altezzoso, come se gli stesse facendo un torto. 
Incredibile, quanto vero, quello non poteva essere Tooru, Hajime però era troppo soddisfatto per darci peso. 

-Bene!- esultò soddisfatto il moro.

-Però...-  sibilò l'altro attirando la sua attenzione. -ricorda, Iwaizumi...- di nuovo quella marcatura sul suo cognome. -Io non perdo mai in certe cose!- 

Con gli occhi increduli di tutti fissi su di sé, il setter se ne andò a testa alta e fiero, come se fosse stato lui a vincere e non Iwaizumi che si era liberato di quel ridicolo appellativo.

Alla fine passò un giorno, due, tre, poi una settimana, ma la voce di Tooru che chiamava il suo compagno con il tanto amato e detestato nomignolo, nessuno l'aveva udita. 
Tooru, che di maschere ne aveva a centinaia, era impeccabile nel non dare a vedere quanto gli mancasse chiamarlo così, eppure la sua non era l'unica maschera in quel teatrino, a sua stessa sorpresa, Hajime iniziava a sentirne la nostalgia. Perché? Non lo sapeva. Forse gli mancava in quanto pretesto futile per poterlo picchiare, o forse perché odiava letteralmente il tono che ogni volta quel Re pomposo incalzava sul suo cognome mentre lo chiamava. Lo ascoltava ma nelle orecchie poteva sentire un bisbiglio sussurragli: Allora? Ti sta bene?
Il tutto adornato dall'irritante strafottenza di cui Oikawa ogni tanto faceva sfoggio, e che per  quell'occasione era perfetta da sfruttare.
In realtà era un altro il motivo e Hajime aveva difficoltà ad ammetterlo, ma da quando aveva smesso di chiamarlo "Iwa-Chan", Tooru si era allontanato, forse di un solo passo, ma era ben percepibile. Troppo percepibile. Anche Tooru in cuor suo lo aveva capito, ma si sa, chi l'ha dura la vince. E Tooru, tanto quanto Hajime, voleva vincere. Era solo questione di chi si stancasse prima.
Quel giorno Hajime decise di fare un passo verso l'altro, infondo erano pur sempre compagni di squadra. 

-Oikawa oggi il coach ha deciso di terminare gli allenamenti prima del solito.-

Tooru si voltò a guardare il suo interlocutore con la solita sufficienza che gli riservava da giorni.

-Ok. Grazie, Iwaizumi.- 

E ancora quel dannato tono come a voler urlare al vento che quell' "Iwaizumi" era qualcosa di tremendamente sbagliato.
Hajime iniziava ad odiare seriamente il modo in cui Tooru lo chiamava, ma preferì non dire altro e se ne andò lasciando il setter a rimuginare sui suoi capricci.
Iwaizumi poteva essere tremendamente rude, ma Tooru sapeva essere ridicolmente infantile.
La mattina passò e con lei subito dopo il pomeriggio seguito dagli allenamenti. Come volevasi dimostrare le previsioni di Hajime furono più che azzeccate, gli allenamenti sarebbero finiti prima, ma di certo non per Tooru. Non si sorprese più di tanto quando lo vide ancora in palestra a migliorare e migliorare la sua "battuta spezza braccia" nominata così della timida manager del Karasuno.

-Ohi Shittykawa, vedi di mollare quei palloni e risposarti!- lo rimproverò.

Tooru per un attimo lo ignorò partendo con un'altra battuta che cadde poco lontano da Hajime, in piedi dall'altra parte della rete.

-Tranquillo, Iwaizumi.- ancora quel tono odioso. -Non sono mica un bambino!- 

-Come no!- bofonchiò l'altro tra i denti mentre il compagno partiva di nuovo alla battuta.

Anche quella volta il pallone, in tutta la sua potenza, si diresse verso Iwaizumi ma colpì il suolo a poco da lui. Hajime non si mosse, era troppo preso a puntare i suoi occhi in quelli del setter, che invece  evitava il suo sguardo e con un sorrisetto sghembo si ostinava a battere e battere indirizzando la palla sempre più vicino ad Hajime. Era provocazione con i fiocchi. Le sopracciglia di Hajime si increspavano nell'ira sempre di più, mano a mano che Tooru mandava una battuta a segno.
Poi vide il limite, ed esplose. Prese una palla lì vicino, l'alzò a sè stesso, e con una di quelle schiacciate che avevano guidato il Seijo alla vittoria mirò su Tooru senza esitazione con il chiaro intento di colpirlo.
Il Re non trattenne un grido intimorito per la sorpresa riuscendo però a schivare la palla senza problemi.

-Ma sei scemo Iwa-Chan?- 

Silenzio.

Aveva forse perso? Non aveva resistito e lo aveva chiamato Iwa-Chan. 
Quel nome era pura inerzia per Tooru. Era qualcosa di continuo e uniforme del quale non si può fare a meno per stare bene. Rinunciarci, per quanto gli dolesse ammetterlo, gli era costato tanto.
Per Hajime invece era diverso, per la prima volta capì quanto piacevole potessero essere quelle due paroline che per tanto si era ostinato ad odiare per l'imbarazzo se uscivano dalle labbra di Tooru. Si meravigliò della nostalgia che provò udendole.
Intanto Tooru non aspettava altro che il suo verdetto, già immaginandosi Hajime su di giri, e dire che era lui quello definito pomposo.
Abbassò la testa stringendo le labbra tra i denti in un'espressione degna di un bambino che assaporava a suo malgrado il sapore della sconfitta.

-Ridillo...- sussurrò timido.

Oikawa allora alzò il capo, temendo di essersi confuso. -Cosa?-

-Ridillo!- sbottò il moro mentre con gli occhi divagava ovunque pur di evitare quelli di Tooru. 

Per Hajime quel pizzicore sulle guance era terribilmente fastidioso. Per Tooru non c'era niente di più bello e tenero. 
Sul viso di Tooru si distese un sorriso furbo ma anche intenerito e con gli occhi socchiusi iniziò a ciondolare con la testa.
Forse non aveva del tutto perso.

-Iwa-Chan. Iwa-Chan- cantilenò allegramente.  -Ti piace, Iwa-Chan?- gli domandò alla ricerca di soddisfazione.

Hajime si grattò la testa imbarazzato e prese a balbettare ridicolmente. -Non è che mi piace...- si giustificò trovando il coraggio di guardarlo negl'occhi. -È che mi è manc...- 

Non fece neanche in tempo a finire di parlare che la palestra si animò della voce di Oikawa.

-Iwa-Chan!- urlò quella volta avvicinandosi con grandi falcate al compagno che arretrò stizzito non sentendosi pronto all'impatto con quell'uragano che poteva essere Tooru.

Il castano intrecciò rapido le braccia al collo di Iwaizumi iniziando strofinare la guancia su quella del moro, che per sua fortuna aveva ripreso un colorito normale.

-Comunque Iwa-Chan ti imbarazzi troppo, lo sai?- lo stuzzicò punzecchiandogli teneramente la guancia.

Neanche dieci minuti che le cose erano tornate a posto e già Hajime sentiva l'inarrestabile desiderio di prenderlo a calci.

-Taci Shittykawa!- rispose.

-Ma come sei Tsundere, Iwa-Chan!- e dopo quell'ennesima provocazione il setter rubò un fugace bacio dalla guancia del suo compagno per poi scappare dalla funesta ira che di lì a poco si sarebbe riversata su di lui.

L'ira arrivò pochi passi dopo, servita con una poderosa pallonata. In questi casi Hajime poteva affermare di essere ancora più fiero e orgoglioso di essere l'Asso della squadra, insomma, poteva godere di forza e precisioni notevolmente utili, utili soprattutto per malmenare Oikawa.

Hajime finalmente si abbandonò ad un sorriso rasserenato. -Questa me la dovevi!- gli urlò dietro  mentre lo raggiungeva.

-Ma... ma...- balbettò l'altro mentre cercava di attenuare il dolore. -Iwa-Chan!- si lagnò ancora. 

Si diressero insieme verso gli spogliatoi con il sapore dolce di una vittoria condivisa ad imperlare le loro bocche stese in sorrisi flebili.

-Ehi Iwa-Chan!- lo chiamò ancora vedendo i suoi occhi scintillare al suono di quel nomignolo.

-Anche a me era mancato.-






Dove la Figlia del Rosso riposa;
E rieccomi qui! Con questa I che mi ha fatto un po' sudare, ma alla fine ce l'ho fatta! Che ne pensate? Sappiate che l'ispirazioni mi è arrivata grazie ad una DJ dove Oikawa perdeva la voce e per cui non chiamava Hajime più Iwa-Chan! Questa Doujinshi mi è stata mostrate da Oshi *^* alla quale dedico questa storiella ma se non ti piace facciamo finta di nulla :D! In quanto, come animedoro <3 grazie tesoro, mi hanno sempre sostenuta nella mia folle produzione. Mi duole dire che adesso prenderò una pausa dalla scrittura per concentrarmi dagli esami! Scriverò magari nel cuore della notte prima di addormentarmi, ma non pubblicherò nulla! Ho molti progetti per questa estate! sarebbe bello mandarne in porto almeno uno! XD Del resto, ringrazio tutti i lettori e coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate. Spero di ricevere qualche parere! Intanto un abbraccio a tutte <3 Alla prossima, Girei <3
   
 
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