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Autore: Amy Pavlova    28/05/2016    0 recensioni
A Hogwarts, Rose e Scorpius sono inseparabili e, alla vigilia del diploma, progettano già la loro vita insieme. Solo un ostacolo si frappone tra loro e i loro sogni: un mese che Rose dovrà passare in un importante laboratorio in Russia, per poter fare esperienza come pozionista. Ma è un mese, del resto, e loro sono disposti ad aspettare.
Quando Rose torna, però, porta con sé anche una lettera di ammissione a tempo indeterminato: studierà e lavorerà in Russia, lontana da casa e, soprattutto, da Scorpius.
Sette anni dopo, quando ormai entrambi non pensano possa mai più esserci qualcosa tra loro, Rose torna e Scorpius gli chiede se possono vedersi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo V
Diagon Alley
 
Il cielo era straordinariamente terso, quel pomeriggio, quando Rose sbucò nel piccolo borgo di Diagon Alley. Avrebbe avuto appuntamento con la madre di lì a un paio d’ore, ma aveva deciso di uscire prima per potersi godere quelle stradine che non vedeva ormai da tre anni.
Non era cambiato poi molto, dall’ultima volta che c’era stata: i negozi erano gli stessi, le vie erano sempre straordinariamente affollate e il vociare delle persone conferiva a tutto un’aria più allegra e più viva.
Fece qualche passo da sola, sino a quando si ritrovò davanti alla gelateria di Florian Fortebraccio. Entrò e prese una coppetta di gelato, poi si sedette ad un tavolino.
Vedere quel posto tanto familiare, le ricordò di quando i genitori portavano lei e Hugo a prendere il gelato quando erano piccoli. Spesso, andavano con loro anche lo zio Harry con la zia Ginny e i cugini. Passavano pomeriggi interi seduti attorno a un tavolino, a chiacchierare e divertirsi, o si rincorrevano per la piccola piazzetta antistante la gelateria. Poi, ogni tanto, andavano a trovare lo zio George, che aveva sempre qualche nuova usciti dei Tiri Vispi da regalare in anteprima ai nipoti e ai figli.
Salutò Florian prima di andare e poi si diresse verso il negozio dello zio. Il suo, era il più grande, il più colorato e il più divertente negozio di tutta Diagon Alley, ed era sempre popolato di persone di tutte le età – perché, come diceva lo zio George, non si è mai troppo vecchi per organizzare uno scherzo – e quel giorno non fece eccezione.
George Weasley, sessantatré anni portati egregiamente, la vide non appena mise piede nel negozio.
«Finalmente ti vedo!» la accolse e la abbracciò. «So che sei grande, ormai, ma dopo che hai salutato Roxanne e Angelina vieni sul retro: ho un regalino per te! Ti son sempre piaciuti tanto, i nostri regali…» le disse. Rose non era sicura se si riferisse, con quel “nostri”, a lui e alla moglie, o se si riferisse a lui e allo zio Fred, che nessuno aveva mai conosciuto.
Annuì, comunque, e dopo che lo zio le ebbe indicato gli scaffali dove Roxanne sistemava alcune cose, lo salutò con la promessa che si sarebbero rivisti.
«Rox!» la chiamò e le toccò una spalla.
La ragazza si voltò; aveva ancora in mano alcune sferette colorate che Rose non aveva mai visto e le sistemò velocemente insieme alle altre.
«Rosie! Volevo mandarti un gufo stasera, per invitarti a cena uno di questi giorni, ma i nonni hanno già deciso che ti organizzeranno una festa di bent-» si bloccò improvvisamente: anche quella volta, Roxanne aveva svelato qualcosa che sarebbe dovuto rimanere segreto. Sventolò una mano con noncuranza. «Sanno come sono fatta, quindi è colpa loro dal momento che continuano a rendermi partecipe. Tu, comunque, fingiti sorpresa.»
Rose annuì e scoppiò a ridere. «Come stai?» le chiese. «E come sta Helen?»
«Abbiamo litigato» la informò e liquido in fretta la questione. «Per il resto va tutto alla grande, se non fosse per il lavoro che scarseggia e mi costringe a rimanere in negozio da papà» spiegò.
Roxanne, terminati gli studi a Hogwarts, aveva studiato Magisprudenza, ma dopo un breve tirocinio si era trovata senza nulla da fare, se non continuare a infarcire il suo curriculum con altri titoli di studio, sporadici tirocini e troppi, davvero troppi riferimenti al negozio del padre.
«Tu come stai, piuttosto?» le chiese. «Abbiamo visto Teddy qualche settimana fa e ci ha raccontato del volo in aereo… Incredibile!»
Rose annuì. «Teddy è completamente pazzo!» confermò. «E comunque tutto ok… Mi sto riabituando alla vita nel Regno Unito.»
«Scusi, posso sapere a cosa servono queste?» un gruppo di ragazzini si rivolse a Roxanne.
«Vai» le disse Rose, «Io saluto gli zii, vedo cosa vuole regalarmi tuo padre e poi vado a fare un giro. Noi ci vediamo a quella cena di cui non avrei dovuto sapere nulla» concluse e strizzò l’occhio nella sua direzione, poi si allontanò.
Quando poco più tardi Rose uscì dal negozio, portava con sé un pacco al cui interno erano contenuti alcuni gadget del negozio. La loro unica utilità era, secondo la ragazza, capire come funzionavano per poter gestire i suoi futuri alunni a Hogwarts. Questo, però, allo zio non l’aveva detto.
«Rose?»
La ragazza si voltò: di fronte a lei, Draco e Scorpius Malfoy la guardavano sorridenti. «Scorpius!» lo salutò con un cenno della mano, poi si avvicinò al signor Malfoy. «Draco, è un piacere rivederla. Come sta?»
L’uomo annuì. «Non c’è male, non c’è male… Tu ti tratterrai a lungo nel Regno Unito? Scorpius mi ha detto che insegnerai a Hogwarts…»
Rose annuì. «Rimarrò sicuramente per un bel po’, anche se spero di ottenere brevi incarichi all’estero durante l’estate. Il mio vecchio lavoro era molto gratificante, sa, non voglio rinunciarvi del tutto…»
«E poi sono esperienze in più che ti renderebbero un’insegnante migliore.» Draco approvò, annuendo. Gli era sempre piaciuta, quella ragazza, sin da quando Scorpius aveva iniziato a parlarne; all’inizio si era forse lasciato accecare dai pregiudizi, è vero, ma pian piano i dubbi avevano iniziato a svanire e, del resto, se piaceva a suo figlio…
«Dava sicuramente molte soddisfazioni» commentò Scorpius. Spostò il peso da un piede all’altro, evidentemente a disagio.
«Era molto stimolante» confermò Rose. «Lavorare con pozionisti di quel livello lo è per forza! All’inizio non facevo altro che chiedermi se non si fossero sbagliati: insomma, mi avevano scelta tra centinaia di partecipanti e…»
«Ti sembrava assurdo» completò la frase Scorpius.
«Ma levami una curiosità: il tuo lavoro, esattamente, in cosa consisteva?» le chiese Draco. «Scorpius, quando ti presero, mi parlò di sperimentazione…»
«Perché era sperimentazione, papà.»
Rose annuì. «Pozioni nuove, pozioni vecchie da potenziare… Cose così.»
«Visto?»
Draco agitò la mano con noncuranza, come se ciò che dicesse il figlio fosse di poca importanza.
«Rose, non ti trovavo più!» Hermione la raggiunse in fretta, poi si voltò verso i due Malfoy. «Malfoy… Scorpius, è un piacere rivederti!» sorrise.
Draco la salutò con un pigro cenno della testa. Il figlio, al contrario, si mostrò più caloroso. «Signora Weasley, come sta?»
«Tutto bene, tutto bene… E tu? Rose mi ha detto che vi siete visti…» buttò lì, con noncuranza, mentre la figlia chiudeva per un istante gli occhi, probabilmente per trovare la forza di non affatturarla.
Draco ghignò.
«Sì… Sì, tutto bene.»
«Vorrei davvero rimanere a parlare con te, Scorpius, ma abbiamo delle commissioni da sbrigare» si giustificò, afferrando un braccio della figlia e iniziando a tirarla. «Spero di poterti rivedere presto e con più calma.»
«Rose, spero anche io di rivederti» commentò Draco, e Rose e Scorpius si chiesero se per caso il mondo non si fosse capovolto, perché i loro genitori sembravano, per la prima volta in così tanti anni, essere d’accordo su qualcosa.
I due ragazzi annuirono, poi Rose e Hermione si allontanarono.
«Be’, Scorpius è cresciuto…» commentò la donna, guardando di sottecchi la figlia.
«Classico commento da mamma che vuole infinocchiare la figlia» fu l’unica risposta di Rose, che continuò a guardare fissa davanti a sé. «Cosa dobbiamo comprare?» chiese poi.
«Classico commento da figlia che vuole sviare l’argomento principale» la scimmiottò Hermione, poi le rispose: «Qualche veste e poi non dovevi portare la lista dei libri di testo al Ghirigoro?»
«Spero di averli scelti bene… Tu che ne pensi?»
«Mi son sembrati completi e gli argomenti erano ben esposti. Sii più fiduciosa: sei li hai scelti è perché sono i migliori, mh?» la incoraggiò, dandole un colpetto dietro la schiena. «Ah, volevo anche comprare qualche nuovo libro da leggere…»
Rose annuì, senza dire nulla.
«Pensavo anche di lanciare qualche Maledizione senza Perdono a casa, giusto per divertirmi.»
«Sarebbe fantastico, mh mh…»
Hermione roteò gli occhi. «Rose…» le diede uno scossone, «… a cosa stavi pensando?»
«Scorpius…» sussurrò, poi alzò un po’ la voce: «È da quando ho saputo che sarei tornata che me lo chiedo, sai, se potrebbe rifunzionare…»
«Lui non si tirerebbe di certo indietro!» commentò Hermione. «Ma forse lo faresti tu… Di che hai paura?»
La ragazza sospirò e entrò nella libreria. Si intrufolò tra due scaffali e afferrò un libro dalla copertina azzurro brillante e che, dal titolo, doveva essere su una storia d’amore tra una Strega e un Centauro. Rose non volle pensare a come l’autrice potesse aver immaginato un romanzo del genere…
«Siamo cambiati tanto…»
«Non poi così tanto, Rose…»
«Non lo so, forse hai ragione tu, forse no…» pose fine al discorso. «Dai, andiamo a portare questa lista, altrimenti i miei studenti non avranno alcun libro di testo.»
«Potresti sempre buttarti.»
Rose non rispose.
 
≈*≈
 
«Papà, davvero, smettila di dirmi che Rose è intelligente, che è un peccato che ci siamo lasciati, che saresti molto contento se dovessimo tornare insieme…» Scorpius sospirò, stanco, e si rimise a leggere la Gazzetta del Profeta.
Draco, seduto accanto a lui sul divano, continuava a fissarlo. «Sai che sono sincero, vero, quando ti dico queste cose?» gli chiese, facendo sparire con un colpo di bacchetta il giornale. «E sai anche che non sopporto che non mi si ascolti quando parlo, no?»
«Non torneremo mai insieme, papà, mai!»
«Ma perché non dovreste?»
«Perché bisogna essere in due, a volerlo. Io da solo non basto…» mormorò, poi si alzò e si rinchiuse in camera.
Sdraiato sul proprio letto, Scorpius pensava a quanto gli sarebbe piaciuto stare con Rose. Starci per davvero, questa volta, e del resto ci sarebbero potuti riuscire: erano adulti, non più dei diciassettenni troppo occupati a pensare al futuro per preoccuparsi dell’amore.
Lavoro, pranzo insieme quando potevano, vedersi per cena e stare insieme per tutta la notte, passare qualche fine settimana a non far nulla sul divano, quando il lavoro lo permetteva… Nessuna vacanza in Francia o in Italia, solo loro e un tetto.
Scorpius scosse la testa. «E meno male che dovrei essere adulto…» borbottò, girandosi su di un fianco.
Rimase per chissà quanto tempo senza pensare a nulla, poi un gufo lo fece sussultare. Era da parte di Rose.
 
 
Non è vero che non ci ho pensato a noi due quando mi hanno offerto il lavoro in Russia e non è vero che non mi sei mancato. È stato sciocco – e forse anche un po’ vigliacco – mentire l’altro giorno: non so proprio cosa volessi ottenere.
Poi magari col tempo ci ho fatto l’abitudine alla lontananza, questo stavolta è vero, ma ci ho pensato di nuovo quando ho saputo sarei tornata. Forse era semplice curiosità, perché siamo entrambi cambiati tanto e non siamo più i diciassettenni che si sono lasciati sette anni fa, o forse era altro… non lo so.
Però so questo: prima di partire ho rivisto un ragazzo tedesco con cui sono stata quando ero appena arrivata in Russia…
 
Scorpius sgranò gli occhi, improvvisamente preda di una fastidiosa e inopportuna gelosia.
 
… e non ho provato quello che ho provato rivedendo te. E provavo qualcosa per lui, Scorpius…
 
Se voleva farlo morire, Rose ci stava riuscendo. Scorpius sbuffò, chiedendo per quante altre righe si sarebbe dovuto sorbire la storia d’amore tra lei e il tedesco. «Persino peggio della storia d’amore tra la Strega e il Centauro che ha scritto zia Daphne…» borbottò, poi si rimise a leggere.
 
… qualcosa che evidentemente non era così forte come pensavo.
E quindi perché non provarci neanche, mi son detta, quali motivi avrei? Non ho nulla da perderci, del resto: posso o guadagnarci, o non aver nulla – e non aver nulla fa schifo, ma è comunque meglio di perdere ciò che si ha.
 
Rose
 
 
Scorpius fissò incantato la pergamena. Chissà, magari questa volta ci sarebbero riusciti…
  
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