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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    14/04/2009    2 recensioni
[Prima fanfic su One Piece!][Metto Spoiler perchè, in pratica, la storia è basata sulle mini-avventure dal CP9 a partire dal n.50 in poi] Kokitsune è (così almeno lei crede) una volpe con strane caratteristiche umane: cammina su due zampe, parla e si comporta come una persona. Riesce a mutare a piacimento il proprio corpo, trasformandosi spesso in una grottesca caricatura volpina dei suoi compagni, l'ex-CP9. Il suo aspetto è dovuto all'ingestione di un Frutto del Diavolo, il Kon Kon modello Novecode(Kyuubi), stranamente non appartenente alla categoria Zoo Zoo. Nonostante appaia sempre allegra e sorridente, il suo passato è segnato da dolore e morte, e un odio profondo verso la razza umana. Solamente Kalifa è riuscita a cambiare quest'ultimo aspetto di Kokitsune. Tuttavia ancora non capisce... Cos'è esattamente l'amicizia? Era sicura di aver già sentito quella parola prima... L'aveva sentita, combattendo contro quei strani pirati e quel ragazzo di gomma... Questa è la storia di una ragazza che ha imparato sorridere anche quando è triste.
Genere: Triste, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cipher Pool 9, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo delle Recensioni!

(Era ora che mi decidessi ad aggiornare XD )

 

xKibakun93: Grazie! Ho cercato di mantenere la storia il più possibile simile a One Piece, con flashback alternati al presente! Mi fa piacere che risulti interessante, pensavo che la fanfic fosse troppo noiosa con tutti i flashback XD

Comunque Tamamo è una volpe a ‘sé stante’ , il nome l’ho preso dalla leggenda come riferimento! (carenza di fantasia con i nomi XD )

 

xChicca_chan: Eccoti accontentata! Jyabura e Fukurou sono la coppia comica per eccellenza! XD

Non è che è andato a comprarli, ha proprio derubato il povero innocente pescivendolo XD

Il giapponese non è molto difficile (ti parla una che è per metà di madrelingua XD ), a parte il kanjii che dà sempre problemi (a meno che non sia con una trascrizione hiragana)!

Grazie per la recensione! =3

 

Oh, ‘neesan’ vuol dire sorella(maggiore), ma nelle okiya sono anche le maiko a chiamarsi così a vicenda. La okasan poteva anche scegliere una tra di loro come musume(figlia), che sarebbe poi stata sua atotori(erede).

 

 

Passò il tempo all’okiya. Kokitsune capì perché la ‘madre’ l’avesse mandata proprio lì: l’anziana geisha era una vecchia volpe con sei code, severa e suscettibile è vero, ma molto materna. Anche le stesse maiko erano giovani volpi.

Tamamo passava ogni sera a vedere i progressi di sua ‘figlia’, ma arrivò il giorno che la vecchia Kitsunebi temeva…

 

Kokitsune: -Okasan, perché la mamma non è ancora arrivata?-

Kitsunebi: -Piccola… Povera piccola…-

 

Tutti sapevano che le kitsune, arrivate a una certa età, acquistavano il potere dell’onniveggenza.

Al villaggio nel quale abitavano, poco prima vi era stato un attacco a opera di pirati. Questi erano corsi per le strade, pistole in mano, a sparare a destra e a manca per spaventare i passanti. Proprio mentre Tamamo si stava dirigendo all’okiya con i sette fratelli…

 

Kokitsune: -Cos’è successo?-

Kitsunebi: -Piccola… Tua madre non tornerà-

Kokitsune: -Come non… Non tornerà, okasan? Lei torna sempre… Ogni giorno…-

Kitsunebi: -No… Non tornerà mai più. Ti ricordi gli spari di prima?-

Kokitsune: -S… Sì…-

 

Kokitsune drizzò le orecchie: poteva ancora sentire le grida e le risate sguaiate degli uomini…

 

Kitsunebi: -Bene… Hanno ucciso Tamamo. I tuoi sette fratelli. Li hanno sparati-

Kokitsune: -Non mi piace quel che mi hai detto…-

 

Si passò una zampa sul viso, per asciugarsi gli occhi umidi. La sua voce tremava, colma di ansia e di terrore.

 

Kitsunebi: - Mi dispiace Kokitsune… Ma ormai sono morti tutti-

Kokitsune: -NO! E’ UNA BUGIA!-

 

Gridò lei, correndo verso la porta che conduceva all’esterno. Kokitsune poteva benissimo immaginarsi la faccia della vecchia Kitsunebi, quello che le avrebbe detto, ma non gliene importava: doveva verificare, a costo di venire sparata e… fare la fine toccata alla sua famiglia adottiva.

Non le ci volle molto a trovare i corpi dei suoi sette fratelli stramazzati a terra, pieni di sangue, la pelle trapassata da proiettili ancora caldi. La madre era caduta sotto un colpo sparato alla testa mentre tentava di fuggire, tra le braccia una volpe esanime. Respirava ancora, il cuore a ogni battito sempre più stanco…

 

Kokitsune: -MAMMA!!!-

Tamamo: -Bimba… Non chiamarmi mamma…-

Kokitsune: -Che cosa… Perché?!-

Tamamo: -Io non sono…-

 

Tamamo si concesse una breve pausa per tossire, sputando sangue sul volto di Kokitsune…

 

Tamamo: -… Tua madre…-

Kokitsune: -Non è vero… Tu sei la mia…-

Tamamo: -… Ti ho mentito… Bimba… Perdona…-

 

Ma non fece in tempo a finire la frase, che spirò con gli occhi rivolti al cielo. Pioveva.

In quel momento, un uomo, il volto congestionato e in mano una bottiglia di birra vuota, arrivò accompagnato da quella che doveva essere la sua banda: era un pirata.

 

Pirata: -Guardate un po’! Una superstite!-

Kokitsune: -Tutti… Tutti questi anni passati nella menzogna…-

Pirata: -Eh, che ne dite, se con questa ci facciamo un bel colletto?-

Kokitsune: -… Mi hanno mentito…-

Pirata: -Ora guardate… Un colpo di rivoltella, ed è fatta!-

 

L’uomo puntò l’arma contro la fronte di Kokitsune, che non aveva prestato alcuna attenzione alle parole dell’assassino. L’uomo che aveva ucciso la sua famiglia…

 

Kokitsune: -NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!-

 

Il pirata lasciò immediatamente la sua pistola, diventata all’istante rovente: i capelli della piccola ‘volpe’ erano diventati una criniera di fiamme di un azzurro-biancastro. Il kimono si strappava sotto la pressione del corpo che si ingigantiva, le zampe di fuoco del medesimo colore. E intanto, crescevano nove code. I poteri del Frutto del Diavolo, KonKon modello Kyuubi.

Nel giro di qualche secondo, gli uomini corsero alla loro nave, che venne ingoiata insieme a tutto l’equipaggio.

 

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Kokitsune corse via, il cuore che batteva all’impazzata.

Aveva sentito l’odore dei genitori che l’avevano abbandonata quando aveva ingerito il Frutto.

Come avrebbero reagito? Si sarebbero ricordati di loro figlia?

 

Kokitsune: -MAMMA! PAPA’!-

 

Eccoli, stavano passeggiando tranquillamente per il lungomare, ma si girarono appena sentirono quelle parole.

Urlarono. Il padre prese un bastone da terra e lo alzò contro la volpe.

Lei non capiva, così continuò la sua corsa verso i genitori…

E sentì il bastone sbatterle sulla testa con tale veemenza che i codini si sciolsero, lasciando liberi i lunghissimi capelli scompigliati. Uno spruzzo di sangue uscì dal naso di Kokitsune.

 

Kokitsune: -Papà…!-

 

E ancora più forte venne colpita, stavolta da una pietra lanciata da sua madre.

La volpe non reagì, lasciandosi picchiare, mansueta.

Dopo mezz’ora era lì, inginocchiata a terra, lacrimando e sputando sangue sotto i colpi del bastone, eppure non reagiva…

 

Padre: -Noi non abbiamo figli-

Kokitsune: -Oh… Mi scusi-

 

L’uomo e la donna se ne andarono.

Kokitsune sorrideva. Sorrideva nel mezzo di una pozzanghera rossa e calda.

Chiuse gli occhi: una voce molto familiare la chiamava…

 

???: -STUPIDA VOLPE! SVEGLIA! SVEGLIA!-

 

Lei obbedì. Era Kalifa.

 

Kokitsune: -Oohh, guarda, gli angeli hanno i capelli biondi…-

Kalifa: -Ma ti si è storto il cervello?! Che cosa ti hanno fatto?!-

Kokitsune: -Nulla, Kalifa okasan!-

???: -Deve avere una commozione cerebrale-

 

Un personaggio in camice bianco parlò: era un medico. Si trovavano all’ospedale, i suoi amici vicini al suo lettino. Di fronte a lei, poteva intravedere anche la sagoma di Lucci, che era stato ricoverato dopo l’ultima battaglia contro i Mugiwara, la ciurma del cappello di paglia.

 

Jyabura: -Fantastico… Ora dovremo fare il doppio del lavoro per guadagnare i soldi anche per lei!-

Kalifa: -Sta zitto!-

Kokitsune: -Ci siete tutti… Kalifa okasan, e tutte le altre neesan! Aspetta…-

Kalifa: -Devono averti picchiata forte eh? Sembra che tu sia tornata a quando vivevi all’okiya…-

Jyabura: -MI HA CHIAMATO NEESAN!-

Dottore: -Signore, non urli! E’ in un ospedale!-

Fukurou: -Chapapa, Jyabura urla sempre! Spesso e volentieri senza motivo!-

Jyabura: -COSA?!-

Kokitsune: -Konkonkon! Le neesan sono così divertenti! Dov’è Kumadori danna?-

 

Jyabura si ammutolì all’istante, per poi scoppiare in una sonora risata.

 

Kalifa: -… E’ andato con Blueno e Kaku a cercare di racimolare più soldi prima di questa sera-

Kokitsune: -Peccato… Comunque, cosa ci faccio qui? Direi che Jyabura neesan ha più problemi di me!-

 

L’uomo lupo la fulminò con lo sguardo. Kalifa soffocò una risata.

 

Kalifa: -Riposati, ti e ci racconterai dopo-

  
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