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Autore: _Lady di inchiostro_    06/06/2016    3 recensioni
Dieci prompt, dieci storie.
I protagonisti sono sempre gli stessi. Un cinico chirurgo e un pirata tutto sorrisi.
Lasciate che vi racconti come la loro alleanza si sia trasformata presto in una relazione! ~ ♥
**
Day One: Meeting/First Impressions [Completa ]
Day Two: Freedom/Savior [Completa]
Day Three: Friendship/Family (Nakama) [Completa]
Day Four: Alliance/Trust/Honor [Completa]
Day Five: Memory [Completa]
Day Six: Loss/Change [Completa]
Day Seven: Will of D [Completa]
Day Eight: Alternate Universe [Completa]
Day Nine: A Promise Kept/A Battle Fought [Completa]
Day Ten: Thank You [Thanks to be here with me: “«Ci sono un sacco di cose per cui devo ringraziarti, Law. A cominciare dal fatto che ci sei...»” ]
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[Storia partecipante all’evento indetto su Tumblr: “Ten Days of LawLu”]
[Enjoy ♥]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Trafalgar Law
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ten Days of LawLu
~
Thanks to be here with me


Day Ten: Thank You






Doveva essere mattina presto. Il cielo fuori era di un colore indaco sfumato, i primi raggi del sole si mischiavano con la luce della luna, che ancora si poteva vedere chiara in cielo, con il biancore che la avvolgeva come un'aureola. Era questo che Law vide dalla piccola finestrella di quella casa di fortuna, costruita per una semplice famiglia qual era quella di Kyros-ya. 
Si era addormentato di botto molto probabilmente, troppo stanco dalla battaglia appena affrontata. Si era sentito le energie che si prosciugavano piano piano, come un flusso d'acqua che gli scivolava addosso e scorreva via, una corrente immaginaria sotto i suoi piedi, che lo scuoteva e lo faceva sentire spossato. Eppure, una parte di Law, per quanto sapesse che sarebbe potuto morire con tutto quello spreco di forze, si sentiva sollevato di aver fatto del suo meglio per la causa. Si sentiva di aver finalmente sconfitto Doflamingo. E non da solo, come credeva, lasciando che quel flusso di corrente lo privasse anche dell'anima, della sua consistenza simile a una nuvola la mattina presto, ma insieme a quella ciurma sgangherata che, alla fine, lo aveva fatto sorridere nonostante la fatica. Non da solo, ma insieme alla persona per cui aveva sprecato il suo ultimo briciolo di energie pur d vederla al sicuro accanto sé, mezza addormentata. E anche quello lo fece sorridere, perché anche se i suoi muscoli erano diventati come il granito, Trafalgar Law poteva ancora sentire il flusso della vita scorrere dentro di lui, e si ritrovò ad apprezzare le voci fastidiose di quella ciurma, il russare del loro capitano, il cielo libero di Dressrosa, e ora capiva perché Cora-san voleva che vivesse, per assistere a cose come quelle. 
Si alzò a fatica dal pavimento, le ferite che si era ricucito lui stesso che tiravano un po', mentre quella del braccio gli procurava dei dolori pazzeschi, come se i nervi stessero attuando l'impossibile processo di riagganciarsi assieme, come due lacci che fanno un piccolo nodo. Ah, la scienza mischiata alla magia di un Frutto!
Law non si era neanche preparato una branda di fortuna, gli era bastata la sua spada usata a mo' di cuscino per dormire serenamente. E, a quanto pare, avevano fatto lo stesso anche tutti gli altri, che riposavano come meglio potevano e nelle posizioni più assurde. 
Law si guardò attorno, gli occhi ancora impastati dalla stanchezza – da quanti anni non dormiva così bene? Aveva perso il conto... –, finché non individuò l'unico letto della stanza completamente vuoto. Spalancò appena le palpebre: l'idea che Rufy potesse essere già sveglio, dopo tutte quelle ferite e con il cielo che ancora non si levava di addosso i colori della notte, lo lasciava leggermente stupito, anche se la cosa che lo preoccupava di più era trovarlo. Ci mancava solo che combinasse qualche altro casino, con la Marina ancora in giro e pronta a schierare un'intera armata. 
Fortunatamente, lo trovò fuori, a pochi metri dalla casa, seduto sui talloni a fissare un po' i fiori, un po' il cielo, e ogni tanto alzava il nasino come a voler annusare l'aria pregna di rugiada e di polline dolce come il miele.
Law si mosse verso la sua direzione, col suo solito modo pacato, quasi evitando di disturbare la quiete di quel paesaggio, ancora per metà immerso nel sonno.
Si fermò solo quando si trovò a pochi metri da Rufy, che in quel momento stava giocando con un soffione. Un petalo gli finì in bocca e scoppiò a ridere, ma senza rompere del tutto quel silenzio piacevole. Lui l'odiava il silenzio, Law lo sapeva, gli ricordava troppo la solitudine. Per quanto a Law ricordasse l'impotenza, invece lui lo apprezzava, e ogni tanto gli faceva sentire come se Corazon fosse dietro le sue spalle e lo stesse abbracciando con la sua pelliccia calda. 
Quel silenzio, però, era voluto dallo stesso Rufy, come se stesse riflettendo, come se adesso avesse bisogno del silenzio per parlare, perché altrimenti la sua voce non sarebbe stata sentita.
Colse un fiore e cominciò ad analizzarne i petali. «Sabo è stato qui...»
«Chi sarebbe?»
Rufy si alzò in piedi, una mano sulla cupola del cappello e l'altra a tenere il fiore di un giallo brillante. «Il mio fratellone!»
Law alzò un sopracciglio. «Non mi avevi detto di avere un altro fratello...»
«Sì, beh... Non sapevo neanch'io di averlo fino a poco tempo fa!» rise.
Law era sempre più perplesso, mentre Rufy si piegava a raccogliere un altro fiore, stavolta di uno strambo blu elettrico, e sembrava il colore che associava a suo fratello, quando faceva dei bei sogni la notte, così rari e speciali da rimanergli impressi nella mente, come un marchio. Sabo era un fascio blu, Ace era un fascio rosso.
«Lo credevo morto...» disse, sorridendo appena, dolcemente e con nostalgia. «Io e Ace lo credevamo morto. E invece lui è vivo, sta bene...»
Law non osò proferir parola.
«Lui e Ace erano così simili da piccoli. E anche ora, quando l'ho visto... mi sembrava simile a lui in quello che diceva...»
Rufy raccolse un altro fiore rosso, rosso fuoco come Ace, e lo mise insieme all'altro ben posizionato sulla fascia del cappello, il fiore giallo ancora in mano.
«Sono sicurissimo che sia passato!» disse, sorridendo. «Non se ne sarebbe mai andato senza salutarmi! Solo, avrei voluto essere sveglio per poterlo vedere prima che partisse!»
Si mise davanti a Law, che adesso lo guardava preoccupato, perché in cuor suo sapeva che c'era una cosa che voleva chiedergli, ma non voleva turbare la sua quiete, il suo essere così allegro e spensierato per questo ritrovamento.
«L'ho sentito, sai? Ho sentito la sua presenza non appena mi sono svegliato, ho sentito che c'era stato. Come sento che c'è una ragione precisa se non è venuto a salvare Ace, perché sarebbe stato più che felice di farlo se avesse potuto, perché altrimenti non avrebbe voluto prendersi il suo Frutto, perché Ace desiderava con tutto il suo cuore che lui fosse vivo!»
«É per questo che ti sei svegliato, allora?» Law sembrava più sollevato nel tono di voce.
«Veramente non lo so perché sono sveglio, in realtà ho ancora sonno!» esclamò, ridendo e sbadigliando in un secondo momento. 
Law alzò gli occhi, facendo finta di essere rassegnato, sebbene un piccolo ghigno cercasse di trapelare dalle labbra.
«Speravo che fosse in giro...» riprese il discorso Rufy. «Ma non l'ho trovato, e poi mi sono lasciato distrarre dal colore del cielo. Tu l'avevi mai visto?»
«Un paio di volte... Quando con il mio sottomarino emergiamo e posso osservare il crepuscolo.»
«Allora, la prossima volta che succede, vedi di svegliarmi, voglio godermelo più spesso! Anzi, mi abituerò a svegliarmi presto da solo!»
«Questa la vedo dura...» disse Law, stavolta senza evitare di sorridere.
Rufy sbuffò e rise, prima di perdersi a osservare la luna, con la sua luce bianco latte.
«C'è una cosa che voglio dirti, Torao...»
Il diretto interessato spostò lo sguardo su di lui, e si rese conto solo in quel momento che entrambi avevano assunto la stessa identica posizione senza volerlo. Era strano come sapessero entrare in sintonia senza consultarsi prima.
«Volevo ringraziarti!»
«Cosa?»
«Hai sentito bene, volevo ringraziarti!» Rufy sorrise dolcemente, col suo modo fanciullesco che sapeva scaldare anche l'animo più affranto. «Lo sai, quando Ace se n’è andato, volevo morire anch'io... Ma tu mi hai salvato. Se non fosse stato per te, sarei morto, e se non fosse stato per Jinbe mi sarei lasciato morire.»
Law lo interruppe, trovando quella situazione del tutto innaturale. Non era Rufy che doveva ringraziarlo. Se c'era una persona che doveva farlo, quella era lui. E Law ne era consapevole.
«Mi sembrava di averti già detto a Punk Hazard che non era necessario ringraziarmi! E mi sembra che tu mi abbia già mostrato la tua gratitudine!»
«Lo so, ma sentivo di doverlo fare ancora» disse, la punta del naso sul fiore giallo. «Se fossi morto anch'io, Sabo sarebbe rimasto solo. E mi sarei sentito per sempre in colpa se l'avessi permesso. Per questo, ti devo ringraziare ancora per quello che hai fatto. Anche da parte sua, perché se sono vivo è solo merito tuo!»
Law sentì la spossatezza, quella che sembrava essersene andata con la brezza mattutina, con i nuvoloni densi di umidità che avvolgevano la roccia, dritta sulle gambe, come delle lance di legno e pietra. Perché i ringraziamenti di quel moccioso lo spiazzavano sempre?
«Ti devo la vita! Non sai che sollievo vederti ancora in piedi! Devo ringraziare anche Ace, mi sa, sono convito che ci sia il suo zampino qui: farmi trovare Sabo e far sopravvivere te, due persone importanti per me... Non credi che sia assurdo che sia accaduto tutto in unico giorno?»
Rufy non si era neanche accorto della mano di Law che stringeva il suo polso con forza, che adesso faceva scendere le dita alla ricerca delle sue.
«Ci sono un sacco di cose per cui devo ringraziarti, Law. A cominciare dal fatto che ci sei...»
Il fiore giallo che prima teneva tra l'indice e il pollice, si perse tra gli altri quando Law lo tirò a sé, metà viso sulla sua spalla. Rufy fece una smorfia di dolore per l'altro, perché sapeva che quello era il braccio ancora dolorante. 
Law, invece, non sembrò curarsene, troppo preso com'era dall'osservare Rufy, un piccolo cucciolo che si nascondeva tra delle braccia confortanti e familiari. Braccia che lo strinsero, braccia che reso possibile la fusione di quei due corpi, di quei due cuori. Rufy amava quando Torao l'abbracciava. Erano momenti così rari, ma che aveva dipinti tutti in testa, perché erano troppo preziosi per essere lasciati via, erano il tesoro di un pirata. Erano momenti che non sarebbero dovuti finire mai, perché ci si sarebbe perso in quel calore, in quel profumo che pizzicava, in quel rumore che produceva il cuore di Torao quando pulsava, veloce, sempre più veloce. E quella volta, fu esattamente come tutti gli altri momenti.
«Torao...»
«Zitto!» mormorò. «Non devi dire niente!»
Rufy si sentiva smarrito, come un cucciolo colto da troppe sensazioni in un colpo solo: il calore di Torao, il rumore del suo cuore, e il presentimento che ci fosse qualcosa che non andava, che si stava smuovendo dentro di lui. 
Rufy non fu l'unico ad accorgersene. 
Trafalgar non era un tipo che andava ringraziando, qualsiasi fosse stata l'occasione, preferiva agire da sé. Di debiti, ne aveva fin troppi, persino col mondo intero.
Quella volta, però, con il respiro di Rufy sul collo, la sua pelle morbida che faceva contatto con la sua, dove ancora scorreva il flusso della vita, dove ancora scorrevano le parole appena dette da Rufy, Law volle con tutto se stesso ripagare il debito. 
Lo stesso che aveva con Corazon, che non era mai riuscito a ringraziare per tutto quello che aveva fatto.
Lo stesso che aveva con la sua ciurma, cui non era mai riuscito a dirgli quanto fossero diventati importanti.
«Non ti ho salvato la vita per sentirmelo rinfacciare ogni santa volta.» Buttò lì, cercando di non far trapelare le sue reali intenzioni, ma le sue braccia, quelle stesse braccia che cercavano quel corpicino gracile, come le dita cercavano le sue mani, lo tradirono e strinsero la presa. «Non sei tu a dovermi ringraziare! Sono io a doverti ringraziare, per tutto quello che hai fatto oggi...»
Rufy non emise neanche un fiato, e Law non poteva vedere come le sue iridi stessero tremolando in quel momento. Cosa gli stava per dire Torao?
«La persona che mi ha salvato... Mi ha reso un uomo libero. Non lo sarei stato realmente se, però, non avessi chiuso i ponti definitivamente con quanto accaduto tredici anni fa. E sono stato in grado di riuscirci solo per merito tuo.»
S'interruppe e prese un bel respiro. «Non sono io ad aver salvato la vita a te... Sei tu ad aver salvato la mia vita dallo sfacelo. Perciò, sì, grazie!»
Era leggero, adesso, Law: le gambe erano tornate a essere allo stesso modo di quei nuvoloni che avvolgevano quello spettacolo, e che adesso si andavano dissolvendo col calore crescente del sole.
Udire la risata cristallina di Rufy – mischiata, chissà, a qualche goccia di lacrima –, lo rese sicuro di ciò che aveva fatto, ed era quasi sicuro che se Corazon fosse stato lì, avrebbe preso quei ringraziamenti come l'atto più sincero che Law avesse mai messo in pratica. 
Quel ragazzino aveva davvero stravolto il mondo del freddo Chirurgo, di quel bambino che voleva solo che la malattia lo sopprimesse. Law era davvero un altro. In meglio. 
Era tornato di nuovo a sorridere, come quando rivolgeva il suo primo sorriso mattutino alla sorella. Era tornato a provare sensazioni che credeva di aver perduto, come l'affetto immenso che provava per Corazon.
Era tornato libero, e tutto grazie a Rufy.
Il cielo aveva ancora il suo colore indaco, simile a una seta che lo ricopriva, e Law e Rufy erano due punti che si stagliavano, che facevano un po' a pugni con quel paesaggio, due punti uniti che non si mischiano.
Rufy chiuse gli occhi, il piacevole abbraccio di Torao che lo riscaldava dal vento mattutino. E lo sentì parlare ancora una volta, un sussurro al suo orecchio.
«Hai ragione. Devo ringraziarti per essere qui con me.»






Delucidazioni: 
L'ho detto che la gente di Tumblr mi legge nel pensiero? 
(quel posto è l'Inferno, consiglio a tutti di astenervisi se vogliono rimanere puri...)
Comunque, lasciando da parte gli scherzi, è automatico che venga in mente un prompt del genere per questi due, con tutto quello che è successo a Dressrosa.
La mia storia è una specie di What if?, perché Rufy dorme serenamente fino a quando non arriva il cibo, e non credo che avrebbe avuto altre ragioni per svegliarsi uu
Qui, invece, ho fatto in modo che lui fosse già sveglio, che ammirasse il cielo di quel colore, che avesse avvertito che il fratello era stato lì (non si nota che ci sono rimasta male che il biondo non l'abbia svegliato... vero?)
Rufy aveva già ringraziato Law per averlo salvato (QUELLA SCENA! <3), ma non l'aveva mai fatto a dovere: c'erano tante cose da dire, a cominciare dal fatto che gli ha permesso di rivedere suo fratello. E sì, poi ci sta lo zampino di Ace, quasi come se gli spiriti potessero un qualche modo mettere mano alla vita dei mortali, un po' la concezione che si ha degli angeli custodi. Come se, nella testa di Rufy, il suo fratellone non volesse farlo soffrire ulteriormente. 
Tutto questo destabilizza il nostro Chirurgo, perché sa che deve essere lui a ringraziare quel pazzo di un pirata per tutto quello che ha fatto per lui (io speravo che avvenisse anche nel canon, ma non importa. C'è ancora tempo... <3)
La raccolta si chiude così, con un abbraccio tra questi due! <3
Ora, apriamo le danze ai ringraziamenti:
Ringrazio chiunque abbia letto, o ci abbia anche solo provato, chi ha recensito (e prometto che risponderò... ma non è questo il giorno...) e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Siete la mia gioia! <3 
Ringrazio chiunque abbia partecipato a questo evento, che spero si riproponi anche l'anno prossimo. Mi avete reso tanto felice! <3
Ringrazio sempre e comunque la mia beta, e tutte le ragazze del gruppo Facebook sul fandom, che sono costrette a sopportarmi <3
(a proposito, vi sentite soli e volete chiacchierare con qualcuno di OP? Quale occasione migliore per far parte di questo gruppo :'3)
Ho speso tutte le mie forze con questa raccolta, ma ne è valsa davvero la pena! <3
E adesso: ESAMI, NON VI TEMO! (??)
Per chi volesse continuare a seguire l'antro, ci si vede alla prossima storia! ;)
Stay tuned, 
_Lady di inchiostro_
  
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