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Autore: Mary P_Stark    06/06/2016    4 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Ereditarietà (Penny)
Gennaio 2015

 
 
 
Alec stava tenendo Penny per mano, e i suoi chiari occhi color acciaio le scrutavano il viso con fare meditabondo, serio.

La sua mente era impenetrabile, stoica, apparentemente calma come un lago placido, pur se Penny aveva idea che fosse solo un mascheramento.

In quei cinque anni passati assieme, non una volta Alec si era dimostrato disattento verso di lei, o meno che preoccupato per il suo benessere.

Era cresciuta in un branco forte, in cui i lupi erano ligi alle regole e avevano fiero e degno rispetto per il loro capo.

I Gerarchi le avevano voluto bene da subito e, pur se Spike avrebbe sempre rifuggito i suoi gesti di affetto, Penny sapeva che, al minimo starnuto, lui avrebbe distrutto il mondo per lei.

E così suo padre, e così William.

Erano uomini coraggiosi, leali e forti. Avevano avuto i loro problemi in gioventù e, per lungo tempo, avevano guidato con pugno più duro del necessario.

Ma ora quei tempi erano passati. Ora, il clan di Bradford conosceva pace duratura, ma senza il marchio del timore sopra la sua testa.

Eppure, se quella sera, col sorgere della luna, qualcosa fosse andato storto, Penny era certa che neppure il Ragnarök avrebbe potuto essere una cosa brutta, se paragonata all’ira che Alec avrebbe scatenato intorno a sé.

Perché quella sera, Penny avrebbe subito la sua prima trasformazione, lo sapevano tutti.

Era infine divenuta donna e, quando ciò era avvenuto, sia Erin che Alec le avevano sorriso compiaciuti, ma assai preoccupati.

Con l’avvento del primo ciclo mestruale, il gene mannaro si era infine destato in lei e, al volgere del primo plenilunio, avrebbe subito il mutamento.

Per quell’evento, così speciale per ogni licantropo, Alec aveva voluto fare le cose per bene e, chiamati a sé i suoi Gerarchi, aveva poi condotto la figlia al Vigrond.

Erin era rimasta a casa assieme a Irina su espresso ordine del marito, ben sapendo quanto sarebbe stato tremendo, per lei, vedere la figlia mutare per la prima volta.

Ciò che non le aveva detto – ma che ogni lupo sapeva benissimo – era che, se qualcosa non fosse andato per il verso giusto, Penny sarebbe morta tra i più atroci tormenti.

Alec non voleva questo, per Erin, specialmente con il piccolo Gareth ancora da svezzare. Erin doveva rimanere con il loro figlio minore.

A Penny, avrebbe pensato lui.

Per maggiore sicurezza, comunque, Brianna era giunta per assicurare all’amico un’arma in più per sventare la malasorte.

Il suo sangue di wicca avrebbe potuto rendersi necessario per richiamare la bestia sopita in Penny, e Brianna si era dichiarata più che disposta a presenziare.

“Papà?” mormorò Penny, stringendo in un rapido abbraccio Alec, prima di scostarsi.

“Dimmi, tesoro” replicò lui, lo sguardo che correva dal viso della figlia all’orizzonte.

La luna si sarebbe levata presto e, quando questo fosse avvenuto, la mutazione avrebbe avuto inizio.

“Ti voglio bene, sai?”

Alec accennò un mezzo sorriso, tendendo appena la cicatrice sulla guancia.

“Non cominciare, ranocchietta. Qui andrà tutto bene. Ci sarà il nostro potere di Gerarchi a darti man forte, e la streghetta qui presente ti farà bere il suo sangue, se necessario… così tu sorgerai.”

Penny lanciò un’occhiata curiosa a Brianna, che le sorrise tranquilla e fiduciosa.

Anche Alec guardò l’amica e, disperato, esalò mentalmente: “Dimmi che si salverà… o, stavolta, penso che neppure su Helheimr mi vorranno.”

“Nessuno richiederà un simile prezzo, Alec. Abbiamo stabilito ormai da tempo che, grazie all’intervento di una wicca, casi di morte per mutamento non sono più possibili. Sono inferiori allo 0,001 percento, e lo sai.”

Da quando Brianna aveva tentato con Sean, il fratello di Marjorie, altre volte questa carta era stata tentata e, anche grazie all’intervento di Kate, i risultati erano stati ottimali.

Certo, per le due wiccan, il lavoro era stato impegnativo e, molte volte, i giovani erano stati condotti a loro, e non il contrario, visti gli impegni di entrambe.

A ogni buon conto, solo in un caso non era stato possibile fare nulla, ma andava pur detto che, in quell’occasione, si era trattato di un ragazzo nato con una malformazione cardiaca.

Un evento già di per sé difficile da trattare.

“Non voglio che mia figlia rientri in quella casistica risicata!” sbottò Alec, pur mantenendosi saldo di fronte a Penny.

“Penny è sana come un pesce, lo sai. Calmati, Alec, e mantieni salda la tua aura. Forse, ne avrò bisogno, e tu dovrai essere al tuo meglio, per lei.”

Ciò detto, Brianna sospirò e disse ad alta voce: “L’ascesa è iniziata. La luna è sorta. Inizia il tuo percorso di rinascita, Penny.”

La ragazza annuì, sfiorandosi nervosamente la treccia bionda prima di stringere i denti e afferrare entrambe le braccia del padre.

Alec fremette, desiderando prendere dentro di sé quel dolore, quella paura, quel timore di non riuscire, ma non poté far nulla oltre a guardarla mentre soffriva.

William e Spike, vicino a loro, osservavano a loro volta, le espressioni torve, i muscoli tesi allo spasimo.

Brianna, allora, si avvicinò per meglio monitorare la ragazza che, in quel mentre, lasciò la presa dalle braccia del padre per crollare in ginocchio, scossa dai brividi.

Avvertiva il peso della luna, la sua energia, quella della Madre che penetrava in lei attraverso le correnti energetiche lunari,… ogni cosa.

Alec fece per avvicinarla, ma Brianna lo fermò, mormorando: “E’ la sua battaglia, e sai bene che, quando il lupo uscirà, vorrà dilaniare. Penny non si perdonerebbe mai, se ti facesse del male, pur se inconsapevolmente.”

“E’ mia figlia!” ringhiò Alec per contro, fissandola iracondo.

L’amica, però, non cedette di un passo e, nello scrutare Spike, disse: “Sköll, afferra il tuo Fenrir a un braccio, mentre Hati penserà a me, donandomi il suo potere.”

Spike assentì – quando una wicca parlava, le gerarchie andavano a farsi benedire – e, afferrato il suo Fenrir, mormorò: “Scusa, capo, ma quando parla lei, bisogna solo annuire e scodinzolare.”

“Me lo ricorderò, streghetta” sibilò vendicativo Alec, pur attenendosi alle sue direttive.

Brianna sorrise a mezzo, lo sguardo tutto per Penny, che ancora stava tremando,  e allungò una mano verso William, che la afferrò salda.

Subito, la sua energia di Hati le si riversò dentro, aumentando la sua aura e concedendole i puntelli per essere più salda nei suoi propositi.

Piegatasi poi in ginocchio, allungò l’altra mano verso Penny e le sfiorò le labbra distorte dal dolore, mormorando: “La tua wicca ti chiama, lupa,… ascolta il mio richiamo, Figlia della Luna.”

Avevano scoperto, tempo addietro, che bastava il semplice profumo del suo potere, per richiamare la bestia.

Forse, non sarebbe occorso altro, con Penny.

Come previsto, infatti, gli occhi della ragazza – solitamente azzurri come il cielo estivo – si volsero dorati verso di lei e i denti, digrignanti e feroci, lasciarono fuoriuscire dalla bocca aria rovente.

“Ci siamo…” sussurrò eccitata Brianna, pronta a farsi trascinare via da Hati, se necessario.

Un basso ringhio di gola eruppe dalla bocca di Penny che, levate le mani verso la wicca, si ritrovò a fissare lunghi artigli e un principio di peluria… rossiccia.

L’attimo dopo, un grido squarciò l’aria immota, e il corpo di Penny venne squartato, distorto, mutato.

Pelo folto e rosso-bruno le coprì la pelle, mentre le ossa prendevano la forma definitiva, lasciando scorgere finalmente le sue sembianze mannare.

Se già il colore del pelo era stato prova schiacciante del suo nuovo ruolo in seno al branco, la sua mole finale mise il sigillo su tutta la storia.

Penny sarebbe stata il prossimo Sköll, l’allieva di Spike, la futura seconda in comando in seno al branco.

Quando il lupo fu fieramente ritto dinanzi al quartetto, il suo ululato disperato si levò verso la luna pallida e alta in cielo e, l’attimo seguente, Penny fuggì.

Le possenti zampe artigliarono il terreno, sollevando zolle e fogliame secco e, in un attimo, fu svanita nella notte, lasciando tutti senza parole.
 
***

Non aveva mai pensato granché al suo padre naturale, allo Sköll che aveva messo incinta la madre, facendole credere di amarla quando in realtà non era vero.

Per anni, Marcus l’aveva amata e cresciuta e, pur se aveva saputo la verità, non gliene era importato molto. Marcus era suo padre.

Quando questi era morto, per lei era stato solo dolore e rimpianto ma, con l’avvento di Alec, quello squarcio nel suo cuore si era richiuso.

Alec le aveva non solo permesso di ricordare Marcus, ma aveva voluto sapere tutto, di lui.

Certo, non avrebbero potuto esistere due persone più diverse di loro, ma entrambi le avevano donato tutto l’amore del mondo.

E ora, il suo padre biologico, le faceva questo.

Lei, che non aveva mai voluto avere niente a che fare con Sam, con quell’uomo egoista che non l’aveva neppure voluta conoscere, le imponeva il suo lascito!

Avrebbe preferito mille volte essere una comune lupa, piuttosto che portare su di sé il peso di quel titolo, quel titolo che lui le aveva passato con il suo sangue.

Perché nulla v’era di più facile, tra i lupi, che ereditare il ruolo di uno dei due genitori.

Uno scricchiolio di foglie e rami secchi la portò a volgere dolente il muso verso il bosco e, a sorpresa, Penny vide comparire Spike in forma di lupo.

Erano davvero simili, per colore e stazza. Due lupi enormi, del colore delle foglie autunnali.

“Ebbene, allieva? Cos’è questa sparata?”

Come sempre, Spike non ci andava per il sottile, con lei, pur se poteva comprendere benissimo la sua ansia.

Era così strano, poter percepire tutto ciò avvertiva attorno a sé con la sola forza della mente!

La potenza del suo corpo di lupo, le energie infinite della terra, la morbidezza della sua aura. Era tutto così nuovo, così bello… così perversamente ingiusto!

“Con tutto il rispetto, Spike, ma non volevo essere uno Sköll.”

“Non ti chiedo neanche il perché. Non posso esserne la causa, visto che sono io uno Sköll eccezionale.”

Lo disse con così tanta sicurezza e supponenza che Penny non poté non ridere, così tossì quella che le parve una risata lupesca e si sedette sul fogliame secco, allungando il lungo corpo di lupo.

Spike, invece, si accomodò sulle zampe posteriori, fissandola con i suoi penetranti occhi verde oliva.

“Si è ciò che si è, bambina, non ciò che gli altri vorrebbero. Il tuo sangue è forte e, se tuo padre ti ha lasciato almeno una cosa buona, ben venga. Non gli devi nulla. E questo tuo essere il nuovo secondo in comando, puoi vederlo come un pagamento per i suoi peccati.”

“Ma mi ricorderà sempre di lui, e non voglio!” protestò Penny, uggiolando infastidita.

“Pensi che Alec, guardandosi tutti i giorni allo specchio, non veda suo padre mentre lo ferisce con il suo artiglio… o mentre abusa di lui, o di Pat? Lo rammenta ogni maledettissimo giorno, ragazzina, eppure ha fatto di necessità virtù e, in qualche modo, ha messo un passo davanti all’altro e si è fatto coraggio” ringhiò Spike, senza alcuna pietà.

Penny accusò il colpo, ben sapendo dei trascorsi del padre di Alec, e di cosa aveva fatto ai due figli.

“Non credere mai di essere speciale, o che la vita sia stata crudele con te. Lo è stata con tutti, crudele. Chi in un modo, chi nell’altro. Brianna ha perso i genitori, il suo amico umano, ha nella testa una bomba a orologeria pronta a esplodere al minimo starnuto, eppure va avanti. E’ la donna più forte e in gamba che io conosca, tolta tua madre, e io non posso credere che tu ci deluderai tutti quanti, piangendoti addosso solo perché non sopporti Sam!”

Penny digerì malamente le parole piene di livore di Spike e, rizzandosi sulle zampe con forza, fissò rabbiosamente il suo mentore, replicando furiosa: “E’ così che cerchi di aiutarmi? Facendomi capire che sono debole?!”

“Tu non sei debole, sciocchina che non sei altro! Hai solo paura! E la paura è foriera di errori sempre più grandi! Noi abbiamo avuto paura, a suo tempo,… paura di sbagliare, di deludere Alec, di non essere abbastanza forti per sostenerlo, e guarda cosa abbiamo rischiato di fare, con questo branco?!” sbottò Spike, il cui tono divenne dolente, contrito e stanco.

Basita, Penny si azzittì subito, chiaramente stupita di venere in Spike un qualche tipo di rimorso, o dolore.

“Pensi che ognuno di noi non sappia che, negli anni, abbiamo abusato del nostro potere, per tenere in scacco i lupi più indisciplinati? Lo sappiamo bene ma, all’epoca, pensammo che fosse il modo giusto perché loro non commettessero errori. Li stavamo compiendo noi per primi, non concedendo loro un minimo di fiducia.”

“Volevate solo il meglio, per loro…” mormorò Penny, desiderosa di chetare la sua contrizione.

“Si può volere il meglio, ma sbagliare ugualmente nel tentativo di ottenerlo. Perciò, non avere paura di sbagliare, perché sbaglierai, bambina. Lo facciamo tutti. Ma la vera forza sta nell’accettare di avere sbagliato, e adoperarsi per migliorare, per non commettere più lo stesso errore.”

Penny assentì col muso, ora più tranquilla, e mormorò: “Devo accettare ciò che mi è stato dato per errore, e tramutare questo dono non voluto in un pregio…”

“Puoi odiare Sam finché scampi, ragazza, non sarò certo io a negartelo, ma non fare sì che il suo essere un idiota ti condizioni. Accetta il suo sangue e fai in modo che venga usato nel modo migliore, e non come ha fatto lui, che ha gettato al vento ogni cosa per non voler ammettere di aver commesso un errore.”

“Papà se l’è presa, perché sono scappata?” domandò a quel punto Penny, contrita.

“Più che altro, era dispiaciuto perché immaginava i motivi che ti avevano spinta a fuggire, così gli ho detto che ti avrei parlato io, e saremmo tornati a casa assieme.”

“La mamma ci rimarrà male? Per via del mio essere come… come Sam.”

Spike le ringhiò contro, facendola uggiolare di sorpresa e, con voce cavernosa, il lupo sibilò: “Tu non sei lui, Penelope Dawson. Tu sei la mia allieva, la figlia del nostro Fenrir e della sua Prima Lupa. Sei una Figlia della Luna del branco di Bradford, e non vedo onore più grande, onestamente. Perciò, non sei lui.”

“Giusto. Sono l’allieva del più scorbutico Sköll di tutta l’isola, perciò non potrò che diventare la migliore. Poco ma sicuro” ironizzò a quel punto Penny, facendo scoppiare Spike in una grassa risata.

“Questo è parlar chiaro, ragazza! E ora, torniamo a casa e festeggiamo la tua investitura. Ho idea che, nei prossimi mesi, scopriremo chi sono gli altri due Gerarchi. Quando uno parte, gli altri si accodano alla svelta.”

“Speriamo siano persone che mi piacciono.”

“Ho idea che saprai farti amare da chiunque ti capiterà nella Triade” dichiarò a quel punto Spike, incamminandosi per tornare indietro.

Penny, allora, gli trotterellò al fianco e, gustandosi finalmente con pienezza il suo nuovo corpo di lupa, mormorò: “Sarà una figata, d’ora in poi…”

“Puoi dirlo forte… ma non dirlo davanti a tua madre. Sai che le fa schifo quando usi parole del genere” ghignò Spike, mostrando le zanne bianchissime.

Penny rise, assentendo e Spike, strizzandole l’occhio, si mise a correre.

Lei lo seguì un attimo dopo e, con il cuore nuovamente leggero, si domandò chi sarebbero stati gli altri due membri della Triade.

Chissà chi sarebbero stati gli allievi di papà e di Will?

Una cosa, però, Penny la sapeva per certo. Ci sarebbe stato da divertirsi con Spike, da quel momento in poi.

E lui, finalmente, non avrebbe più potuto scansare le sue attenzioni.

Tutta soddisfatta, perciò, accelerò l’andatura e Spike con lei. Sarebbero diventati amiconi, anche se il suo mentore ancora non lo sospettava.

Anche perché, se solo avesse sospettato una cosa simile, sarebbe stato Spike, a scappare a gambe levate, non più lei.

Ma avrebbe fatto capire a quello scorbutico lupo che, avere un’amica ragazzina, non era poi così male.

Così come non era male, dopotutto, aver ereditato questo, da Sam.

 






Note: Come abbiamo appena scoperto, Penny sarà la prossima Skoll del branco di Bradford e, pur se all'inizio la cosa non le è piaciuta per via del suo padre biologico, siamo ormai sicuri che Spike le farà cambiare idea definitivamente.
Rimane da scoprire chi potranno essere gli altri due Gerarchi. Idee su come comporre il trio? Due maschi e una femmina? Tre femmine? Due femmine e un maschio? A voi la votazione!

  
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