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Autore: Mia addams    12/06/2016    2 recensioni
Harry, Ron ed Hermione abbandonano la scuola per partire alla ricerca degli Horcrux... ma la storia non finisce con la loro partenza, la storia continua con la rivoluzione di Ginny, Neville e Luna, con la rifondazione dell'Esercito di Silente, con un nuovo malvoluto Preside, con i fratelli Carrow nel corpo insegnanti, con una nuova Hogwarts, spaventosa, oscura... un'altra Hogwarts.
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Inizia un caotico anno scolastico.


Il mattino successivo, Ginny si svegliò in un bagno di sudore. Sogni orribili non facevano che tormentarle l'anima ogni notte nello stesso modo in cui Tom Riddle si era divertito a farlo, l'assenza sembrava soffocarla. Il dormitorio era vuoto, come lo sarebbe stato per tutto l'anno. Quasi si aspettava di vedere una delle sue amiche lì ad Hogwarts, Demelza Robins, spuntare da dietro alle tendine del suo baldacchino insieme all'altra sua amica, Vick Frobisher, che con la sua vocina acuta si divertiva a svegliare l'intera Torre di Grifondoro.
Ma loro non c'erano.
C'era solamente la nuova ragazza di Grifondoro, Mary MacDonald, che si preparava in tutta fretta e correva via, lasciando una scia di profumo al cocco per tutto il dormitorio. Quando Ginny scese in Sala Grande per la colazione, la vide da sola in fondo al tavolo dei Grifondoro con la Gazzetta del Profeta davanti al naso, a pochi metri Seamus, Calì e Lavanda che chiacchieravano sottovoce e Neville e Luna, molto distanti da tutti quanti, sembravano decisamente di buon umore rispetto alla sera precedente.
« Buongiorno a tutti e due. » disse la ragazza, insinuandosi tra i due amici e cominciando ad offrirsi una ricca colazione che non poteva che farle bene. Luna e Neville le rivolsero un sorrisone enorme mentre bevevano entrambi del succo di zucca. « Come mai così di buon umore? La morte ha colto il nostro amato Preside nel sonno? »
« Ah, ha. » rispose Neville divertito, indicando la Gazzetta del Profeta. « No ma abbiamo comunque ottime notizie! »
Ginny aveva alzato lo sguardo sull'amico. « A cosa ti riferisci? »
« Dai un'occhiata. » sorrise Neville, serenamente; Luna annuì, incitandola.

INTRUSI AL MINISTERO CREANO IL CAOS
NATI BABBANI IN FUGA.


La mattina del due settembre si sono verificati eventi strani al Ministero della Magia, eventi dannosi per l'intera popolazione magica. Si pensa che dietro ci siano i parenti dei cosiddetti Nati Babbani, pronti a tutto pur di portare via i loro cari.
« A dir poco deplorevole! » s'idigna un nostro dipendente, incontrato stamane presto che tentava di mettere ordine nell'atrio. « Ci sono prove schiaccianti sul fatto che se non hai un parente mago tra la famiglia, tu, Nato Babbano, hai senza dubbio rubato la magia! Devi solamente presentarti all'interrogatorio e sperare che nel tuo albero genealogico ci sia un parente mago! »
C'è chi sottolinea le norme per i Nati Babbani e chi, come un'anziana strega del Wizengamot, sbraita contro di essi e contro gli intrusi.
« Ma chi si credono di essere? Si saranno messi d'accordo! » dichiara la strega. « Deve essere andata così: i parenti dei Nati Babbani sono penetrati nel Ministero per recuperarli. Sconcertante! Azioni così non si sono mai viste all'interno di un Ministero! »
Siamo caduti davvero in basso ma il nostro Ministro della Magia rimedierà in fretta a tutto questo caos che si è creato, dettando severissime regole che potrebbero perfino costare la vita a coloro che non le rispettano.
« Mi par, ovviamente, giusto ammettere altri leggi decisamente più rigide. » si giustifica Pius O'Tusoe, il Ministro. « Se nel Ministero accadono atti di ribellione del genere non devo far altro che fermare la popolazione magica e i loro atti di vandalismo. Quindi, come vostro nuovo Ministro della Magia, prometto di riportare questo tempio di tolleranza alla sua precedente gloria. Pertanto, ogni cittadino continuerà a sottoporsi a queste valutazioni. E ricordate: non avete nulla da temere se non avete nulla da nascondere. »


Un uomo alto e dalla faccia scura era in piedi davanti ad una statua di marmo che raffigurava dei Nati Babbani, sormontati da un enorme trono sul quale sedeva un mago, e accanto al Ministro vi era Dolores Umbridge, che non era cambiata di un punto rispetto a due anni prima: i soliti pizzi e fiocchetti, la solita odiosa e ripugnante faccia da rospo. Ginny non sorrise alla notizia ma si sentì il cuore decisamente meno pesante. Non aveva dubbi, ed era sicura che anche Neville e Luna la pensavano allo stesso modo: il trio c'entrava in quella storia e stava tentando di portare in salvo quanti più innocenti possibili, compiendo la sua missione contro Voldemort.
« Stanno bene. » fu la prima cosa che disse la ragazza, con un moto di sollievo nell'anima. « Stanno bene e stanno combattendo per noi. »
« È fantastico, non credi? » convenne Neville, esaltato.
« Sembra che ci stiano avvisando. » aveva detto in un sussurro Ginny, combattiva come non mai. Scacciò via un ciuffo di capelli dalla faccia e diede una rapida occhiata alla Gazzetta del Profeta mentre i suoi due amici la osservavano pendendo dalle sue labbra. « Sì, ci stanno avvisando... tocca a noi adesso! Anche noi dobbiamo far capire loro che stiamo combattendo! Anche noi dobbiamo finire qui. » e premette l'indice sulla prima pagina del giornale, pensando ardentemente al suo amato Harry.
« Oh, puoi giurarci! » diede man forte Neville, sbizzarrito. « Dobbiamo cominciare subito. »
« Sì, e come prima cosa dobbiamo trovare un modo per radure l'ES. » disse Luna, determinata. « Ma non un modo normale. Dobbiamo pensare ad un modo vistoso e non dobbiamo assolutamente farci scoprire. È importante per noi essere il meno accusati possibile, siamo l'unica loro speranza e salvezza qui al castello. »
« Ne parliamo dopo, va bene? Arriva la McGranitt. » le avvertì Neville, tossicchiando.
Luna, con una calma ammirevole, aveva augurato agli amici una buona colazione ed era andata via verso il tavolo dei Corvonero prima che potesse suscitare qualunque tipo di sospetto. La McGranitt era molto scura in volto, sembrava rabbiosa e preoccupata allo stesso tempo. Quando fu abbastanza vicina, Ginny notò che le sue labbra tremavano e che aveva profonde occhiaie, segno che anche lei non era riuscita a chiudere occhio quella notte. Gli altri insegnanti al tavolo chiacchieravano pochissimo tra di loro, molti sembravano stanchi, al contrario dei due Carrow che apparivano di umore eccellente e non staccavano gli occhi dalla scolaresca. Piton, stranamente, mancava all'appello.
« L'orario, Paciock... » disse la professoressa McGranitt, mettendo tra le mani di Neville l'orario del settimo anno. Si volse verso Ginny e per un paio di secondi le due si fissarono intensamente, poi la professoressa tossì, riprendendo il suo solito tono spiccio: « E a te, Weasley, l'orario del sesto anno. »
« Grazie, professoressa. »
« Ah, ci sono stati un paio di iscritti per la squadra, stamane. » disse ancora la McGranitt. La ragazza inarcò le sopracciglia e dopo qualche secondo annuì velocemente: aveva quasi dimenticato che quell'estate le era arrivato un gufo dalla scuola con l'annuncio che era stata scelta come Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. « Fammi sapere quando hai intenzione di fare i provini. I Grifondoro sono a corto di quasi tutta la squadra, adesso che... »
« Sì... va bene. » la interruppe Ginny in fretta, evitando i suoi occhi e consultando l'orario in maniera tesa.
« Aspetta un momento! » aveva sbottato Neville, lasciando perdere il suo orario e mettendo le mani sui fianchi in modo severo. « Non mi avevi detto che ti hanno nominata Capitano della squadra di Quidditch! »
« L'avevo dimenticato anch'io in tutto questo caos. » rispose la ragazza sincera, facendo un piccolo sorriso.
Era vero. A causa dei tanti pensieri e dei problemi che aveva avuto aveva totalmente cancellato quella notizia, sebbene la ritenesse davvero importante. Essere nominata Capitano della squadra di Quidditch era sempre stato un sogno per lei ed era davvero felice e fiera di rappresentare i Grifondoro, fiera che fosse toccato a lei. Allo stesso tempo, avrebbe preferito che la nomina fosse avvenuta in una situazione più piacevole di quella... ma ce l'avrebbe messa tutta per riportare spensieratezza all'interno della sua amata scuola, per dimostrare che Lord Voldemort non aveva cancellato i loro sorrisi, le loro speranze.
« L'orario del quinto anno, Vane! E quelli del terzo per te... »
« Deve essere bello essere capitano di qualcosa. » disse Neville, profondamente ammirato.
L'amica gli diede una calorosa pacca sulla spalla e disse sottovoce, sorridendo: « Beh, presto saremo i capitani di una ribellione, Neville. Di cosa ti lamenti? »
Neville rise di cuore e annuì. « Chi hai alla prima ora? » chiese curioso, dando un morso enorme al suo pane tostato con la marmellata con un certo compiacimento. Sembrava ancora più di buon umore rispetto a prima.
« Pozioni con il vecchio Luma. E tu? »
« Erbologia. » disse in un sussurro Neville, diventando paonazzo come la marmellata di fragole sul suo pane tostato. Intercettando lo sguardo stranito dell'amica si affrettò a giustificare il suo imbarazzo con: « Ehm, sono contento di cominciare con la mia materia preferita. »
« Sì, so che sei il migliore della scuola. »
« Oh, no, me la cavo. » si schermì lui, scrollando le spalle. Fece un gran sorriso che ben presto si spense, rimpiazzato da un'espressione confusa e quasi adirata: sembrava avesse visto un fantasma. « Non ci credo... non ci credo davvero! »
Ginny seguì lo sguardo di Neville, voltandosi precipitosamente verso l'entrata della Sala Grande con uno scatto così fulmineo che le scosse tutti i capelli. Condivise lo stupore dell'amico in un attimo: Draco Malfoy era in piedi sotto l'arco dell'enorme portone d'ingresso e osservava con una certa esitazione il tavolo dei Serpeverde. Il suo volto era estremamente pallido, la solita aria beffarda era scomparsa. La ragazza vide i due fedelissimi ed enormi compari di Draco scattare in piedi, la Parkinson urlare qualcosa e Zabini, immobile al suo posto, guardare il suo vecchio amico come se avesse appena visto un morto resuscitare.
« Ha davvero l'audacia di farsi vedere in giro? » aveva sbottato la ragazza, mentre i Serpeverde seguivano Draco fuori alla Sala Grande. « Ci credo che non ha voluto partire con l'Espresso... guarda le facce degli studenti. Devono essere girate tante voci su di lui e sulla sua famiglia, compreso il fatto che ha quasi ammazzato Katie Bell, mio fratello e Silente! »
Le espressioni di tutti gli studenti della Sala Grande erano identiche alle loro: di stupore, di rabbia. I due amici notarono che i rapporti tra le varie Case e quella dei Serpeverde erano più tesi del solito, e i commenti sull'inaspettata comparsa di Draco al castello non facevano che confermare i loro sospetti.
Neville aveva le guance così rosse che sembrava stesse per scoppiare. « Quell'idiota... ha causato solo sofferenza. »
« Sì, lo penso anch'io. » si intromise Luna, improvvisamente unita al tavolo dei Grifondoro.
« Ci mancherebbe. » riprese Neville irritato, battendo una mano sul tavolo e facendo voltare un paio di studentesse, che ammiccarono all'indirizzo del ragazzo che era così occupato da non rendersene conto. « Sarebbe stato meglio non mostrare la sua odiosa faccia appuntita qui ad Hogwarts! »
« L'ho visto spento, a dire il vero. » disse Luna, in un sussurro.
« Spento? » fece l'altra, gli occhi ancora fissi sul portone della Sala Grande come un gatto che focalizza la sua preda.
« Proprio così. In quelle condizioni non credo proprio ci metta i bastoni tra le ruote. » rispose Luna seria, cogliendo una sfumatura che gli altri due non avevano affatto colto.
Ginny aveva ancora gli occhi puntati sull'uscita della sala quando disse: « Buon per lui, dato che quest'anno siamo più combattivi che mai. Non che ci cambi qualcosa una serpe in più, possiamo annientarli con o senza quel moscerino. »
« E a proposito di bastoni tra le ruote. » si inserì Neville, voltandosi verso le amiche con un sorrisetto. « Ho appena avuto un'idea per radunare l'Esercito di Silente. »




« Che fine ha fatto il tuo innamorato? »
« Sola soletta, lenticchia? »
« Quel Potter se l'è battuta in ritirata... bel Grifondoro! »
Ginny aveva appena messo piede nella classe di Lumacorno e mai si sarebbe aspettata che i Serpeverde la lasciassero in pace. In effetti, l'avevano tormentata per anni, per cui aveva previsto che potessero infastidirla di nuovo ma di certo non era preparata ad essere sbattuta in faccia con così poco tatto l'argomento a lei più caro. Al solo nominare il nome del suo ragazzo, infatti, era arrossita in maniera spaventosa di collera e dolore, gli occhi pizzicavano fastidiosamente e stava cominciando a sudare come mai le era capitato in tutta la vita.
« Forse ha finalmente tirato le cuoia! »
« Era ora, non trovate? »
« Ignorali. » scandì Luna con decisione, camminando lentamente verso un calderone in fondo all'aula più lontano possibile dai Serpeverde mentre le teneva un braccio con fermezza. « Non vale la pena fare storie e risse con loro proprio adesso. Ignorali e basta, abbiamo una missione da compiere. »
« Il suo fidanzatino ha pensato bene di scappare! Che codardo! »
La sola parola bastò per far salire il sangue al cervello a Ginny, che non perse tempo ad affrontarli.
« Mi parlate di codardia... voi! » aveva urlato, scrollandosi di dosso Luna e marciando verso di loro nella segreta vuota respirando con grande fatica. Lumacorno non era ancora arrivato; nell'aula c'erano solo loro e un paio di Corvonero, che fissavano i Serpeverde con un misto di nausea e rabbia. « Mi parlate di codardia proprio voi che non sapete nemmeno da che parte stare! » le serpi esplosero in risatine divertite. « Posso capire la vostra frustrazione, i vostri paparini sono Mangiamorte: non trovate che fare i servi di qualcuno sia poco onorevole? Sembrano quasi elfi domestici. »
I Serpeverde ci impiegarono un paio di secondi per metabolizzare l'accusa. I loro sorrisi si afflosciarono e i loro volti si contorsero in una smorfia di fastidio e disprezzo. In un attimo, erano diventati paonazzi come pomodori e guardavano tutti Ginny come se fosse il loro più grande nemico, le stesse identiche espressioni minacciose sui volti.
« Come diavolo ti permetti, lenticchia pidocchiosa? » urlò Selwyn furioso, con una vena che pulsava nella tempia. « Riderai ben poco quando quel Mangiamorte di mio padre insieme al Signore Oscuro ridurrà in polpette te, la tua famiglia di poveracci e il tuo schifoso fidanzato! »
I Serpeverde scoppiarono in risatine di scherno e dall'aula si alzarono proteste scandalizzate da parte di alcuni Corvonero; Ginny, ancora intensamente rossa per i nervi, fu abbastanza rapida da affondare una mano nella tunica estraendo la bacchetta e puntandola contro i Serpeverde. Il suo incantesimo quasi colpì Harper, che fu scaraventato contro un banco dallo spavento. Selwyn estrasse in tutta fretta la sua e in un attimo la stanza si riempì di lampi di luci rosse e bianche mentre le bacchette dei due fendevano l'aria.
« Smettetela! » si udì una voce esasperata. « Smettela immediatamente! »
Ginny si sentì spinta indietro dalla forza di un incantesimo e vide Luna con la bacchetta alzata. Ma non era stata la sua amica ad urlare. La voce era acuta e frenetica: era la voce di Astoria Greengrass, e in quel momento la stava trascinando al sicuro dietro un calderone mentre il suo compare Serpeverde, a terra e spaesato, si rialzava con la bacchetta puntata contro la protezione inferta da Luna. Astoria Greengrass non le era mai stata simpatica, e viceversa: faceva parte dell'antipatico gruppetto Serpeverde, non l'aveva mai presa in giro o minacciata ma allo stesso tempo non aveva neanche mai preso le sue difese. Tuttavia, quel giorno, Astoria fissava la Grifondoro con sorta di panico negli occhi mentre le teneva il braccio con protezione.
« È solamente quel deficiente, Ginny, non lasciarti isti... »
« Che cosa? E da quando mi chiami per nome? » si stupì l'altra, fissando con occhi sbarrati la Greengrass, troppo scioccata per dire altro.
Astoria arrossì visibilmente, sussurrandole in modo spiccio: « Non vale la pena mettersi contro di lui. Ti metterai nei guai... »
« E a te cosa importa di me, Greengrass? » aveva sbottato la ragazza in risposta, tirandosi il braccio e allontanandosi di un passo dalla Serpeverde, incredula come se Silente fosse appena risorto dinanzi ai suoi occhi.
« Ascolta... » disse in fretta Astoria, mentre Lumacorno faceva il suo ingresso nell'aula, salutando tutti con tono meno festoso rispetto agli anni precedenti. « non vale la pena finire nei guai per loro. »
Ginny era semplicemente allibita e fu con un filo di voce che disse: « Ma da che parte stai? »
Astoria si limitò a fissarla come se quella domanda l'avesse sconvolta e non rispose, allontanandosi in fretta da lei per unirsi ai suoi compagni, ancora intenti a fissare le due ragazze con sguardi minacciosi e torvi. Ginny rimase a braccia conserte, osservando il profilo minuto della Serpeverde che si univa di nuovo al suo gruppetto, che aveva cominciato a protestare contro di lei. Incredibile a credersi ma Astoria Greengrass l'aveva appena salvata da una punizione o da una maledizione. Come era possibile? Lei non era stata di certo dalla sua parte in tutti quegli anni ad Hogwarts.
« Prendiamo posizioni, forza! » disse Lumacorno, battendo le mani come per richiamare l'ordine. « Unisciti alla signorina Lovegood, su, cara! »
Ginny si accorse che il vecchio professore ce l'aveva con lei e si unì frettolosamente a Luna, che la stava fissando con un misto di rassegnazione e commiserazione. La rossa, dal suo canto, scaraventò la borsa sul banco e ripose la bacchetta nella tunica con una certa stizza.
« Menomale che avevamo detto di non dare troppo nell'occhio per non essere accusati. » disse Luna, piuttosto seriamente. « Sai, non credo che avresti dovuto fare una rissa coi Serpeverde. »
Ginny preferì non risponderle: si sentiva il viso ardente. Luna non capiva: era sempre molto tranquilla, pacata, non aveva problemi a lasciarsi scivolare addosso le cose. Lei no, era rabbiosa, aveva sopportato tante cose nella sua vita e quell'anno non aveva voglia di ignorare i Serpeverde. Dovevano pagare, così come avrebbero pagato i loro amici Mangiamorte e il loro caro e amato Preside.
Ad interrompere il flusso dei suoi pensieri fu l'ingresso della nuova studentessa, Mary MacDonald, che Lumacorno fece accomodare.
« Signorina...? »
« MacDonald. » rispose la ragazza. « Scusate il ritardo, non trovavo l'aula. »
I Serpeverde esplosero in risatine di scherno. Ginny li incenerì con un'occhiataccia.
« Nessun problema, nessun problema! » esclamò Lumacorno, facendo un sorriso alla nuova arrivata che guardava nella direzione dei Serpeverde accigliata, probabilmente per capire chi aveva riso di lei e per quale motivo l'aveva fatto. « Signorina MacDonald, tu puoi lavorare con le due carinissime signorine lì in fondo. Ti troverai bene con loro! »
Mary si voltò per guardare Ginny e Luna in fondo all'aula e non ebbe scelta che sedersi accanto a loro. Sembrava piuttosto scostante, fredda; lasciò la sua cartella su una sedia vicina e fece un sorriso stiracchiato ad entrambe le ragazze, che ricambiarono, Luna con un certo calore.
« Sei Mary? » chiese quest'ultima, vivacemente.
« Sì. » rispose la MacDonald, con lo stesso sorriso stiracchiato e poco contento di prima.
« Io sono Luna, e lei... » Luna diede all'amica una gomitata eloquente.
« Ginny. » aveva borbottato la diretta interessata, sforzandosi di non sembrare sgarbata mentre metteva a posto la sua roba sul banco e continuava a guardare in cagnesco i Serpeverde dall'altro lato della sala. Adesso che poteva vedere bene la ragazza le sembrava molto stanca, osava dire malata, col viso sciupato, ombre scure sotto gli occhi e carnagione era pallidissima. Sembrava quasi priva di sangue.
« Avevi un insegnante privato prima? » chiese ancora Luna, incuriosita.
« Sì... io studiavo in casa, poi son dovuta venire qui. »
« Deve essere difficile per te ambientarti adesso. Spero potrai trovarti bene! »
« Oh, lo spero... la situazione non mi sembra molto tranquilla. » aveva sussurrato Mary, osservando stranita i Serpeverde.
« Decisamente no. » sibilò Ginny irritata, sbattendo sul banco il suo calderone.
« Oh, non farci caso! » disse Luna velocemente, giustificando il gesto burbero dell'amica. « Una piccola rissa con i Serpeverde, nulla di cui preoccuparsi. »
« Lo spero bene. »
Ginny pensò senza ombra di dubbi che quella nuova arrivata sembrava di umore più strano di quanto fossero lei e Astoria messe insieme. Probabilmente Mary MacDonald si stava chiedendo in che razza di scuola era capitata e con quali elementi avrebbe avuto a che fare...




« Luna crede che non avrei dovuto duellare con Selwyn. »
« Non saprei, non sono molto d'accordo con te, Luna. » aveva ribattuto Neville, sottovoce. Erano seduti tutti e tre in fondo alla tavolata Grinfodoro, vicinissimi in modo da non attirare attenzioni su di loro ed estraniati dalla massa. « Quelli lì cercano rogne da anni, e adesso si sentono anche in dovere di mettere in mezzo argomenti delicati come quello... se le cercano proprio, le risse! Hai fatto bene a tener loro testa. »
« È quello che vogliono. » ribadì Luna, paziente. « Creare più danni di quanti ne abbiano fatti in passato. Adesso possono, ma non capite? Adesso hanno Piton e i Mangiamorte dalla loro parte, ragazzi, non siate sciocchi. Siete troppo impulsivi, non vale la pena per loro! Vale la pena per cose più importanti. »
Ginny fece un sospiro, i nervi messi a dura prova fin da quella mattina. « Beh, il tuo incantesimo protettivo e Astoria Greengass hanno messo fine a tutto, inutile continuare a parlarne. »
« Strano che la Greengrass ti abbia messa in guardia. » disse Neville pensieroso, addentando una coscia di pollo. « In ogni caso, Luna potrebbe avere ragione, insomma, abbiamo bersagli più grandi a cui pensare. Non possiamo perder tempo con un paio di serpi idiote. »
« Parli tu che stavi riducendo in mille pezzettini quei due cretini di Tiger e Goyle. »
Neville scoppiò a ridere, gettando i capelli all'indietro. « Non ti stavo mica facendo la predica! Dicevo solo che dovremmo, per quanto possibile, mandare al diavolo i Serpeverde e concentrarci sui nostri veri obiettivi. »
« Ad esempio, l'Esercito di Silente. » si intromise Luna, soave.
« Avevi detto che avevi un piano, Neville. Dico bene? » chiese Ginny interessata, passando subito all'azione.
« Eh? » fece Neville distratto, che aveva alzato una mano per salutare la graziosa Hannah Abbott di Tassorosso, ritornando un secondo dopo alla realtà. « Oh. Sì, ho un piano, certo. Ci attiveremo stasera, mentre tutti dormono. Nessuno si aspetta che qualcuno infranga le regole proprio il primo giorno di scuola, così lo faremo noi. »
« Non male, Neville! » aveva approvato la ragazza, vivacemente. « Piuttosto eccitante, no? Infrangere le regole il primo giorno di scuola. »
« Oh, sì! In che modo lo faremo? » chiese Luna, col solito tono sognante.
« Della vernice rossa e una minaccia scritta sui muri di pietra. » disse semplicemente Neville.
« Mi piace! » aveva approvato Luna con un sorriso enorme, dopo due secondi di silenzio tombale.
« Ah, mi dicono che domani il risveglio dei Carrow e del nostro amato Preside non sarà per niente tranquillo. » fu il commento divertito di Ginny, facendo un occhiolino malandrino ai due amici.
« Ohh, siamo proprio una bella squadra! » proferì Luna, felicemente. « Allora, dove ci incontriamo? »




« Dove credete di andare a quest'ora della notte? » abbaiò la Signora Grassa non appena vide i due amici sgattaiolare fuori dalla Torre Grifondoro. Incrociò le braccia al petto e sbuffò di impazienza, scuotendo il capo; i corti boccoli le ondularono sulle spalle. « Santo cielo! Non vorrete mettervi nei guai il primo giorno di scuola! E io che stavo appena lasciando il quadro per andare a zonzo. »
« Che cosa? » fece Neville, con un sibilo preoccupato.
« Mi hai sentito, signorino. » disse altera la Signora Grassa, scuotendo i boccoli e agitando il bicchiere di vino che aveva tra le grassocce mani. « Ho un appuntamento e non posso assolutamente mancare per fare la guardia. Fine della storia! »
Ginny aveva spalancato la bocca, orripilata. « Oh, no. No! Aspetti almeno dieci minuti... »
« Massimo venti... » corresse Neville.
« Venti minuti qui a non far nulla? Non se ne parla! Cinque minuti, se vi conviene. » si impose la donna.
« Cinque? » ripeté Ginny infastidita, che non vedeva come potessero attivarsi in cinque minuti quando ce ne avrebbero messo almeno quattro solamente per arrivare fuori dalla Sala Grande data l'enormità del castello. Poi, un lampo di genio la colse. Lanciò uno sguardo eloquente a Neville e disse: « E va bene, grazie lo stesso per la gentilezza. Ah, a proposito, ma lo sa che la trovo proprio dimagrita? »
« Che cosa? » fece Neville, stranito. « I quadri non... »
La ragazza diede un pestone così furioso all'amico che egli riemerse con le lacrime agli occhi, annuendo ripetutamente e cogliendo al volo l'allusione.
« Sì... me ne sono accorto anche io, sai? »
La Signora Grassa parve illuminarsi, e Ginny ci tenne ad insistere con tono più convincente: « Beh, ormai il soprannome "Grassa" non le si addice più. Segue per caso qualche dieta speciale a base di verdure e frutta? In tutta l'estate avrà sicuramente perso cinque chili. Che ne pensi, Neville? »
« Minimo dieci! » corresse nuovamente il ragazzo, preso dal panico.
La Signora Grassa arrossì come un pomodoro di stagione. « Oh, beh... sì, seguo una dieta speciale. » e rise come una bambina alla quale promettono un grosso sacchetto di caramelle. « Come avete fatto ad accorgertene? Credevo di non essere dimagrita neanche qualche chilo, Violet mi vede identica a prima ma io non le ho mai creduto, ha! Invidiosa. In ogni caso, ho deciso di restare qui dentro fin quando non avete finito di... aspettate! Non ho finito! Non si corre nei corridoi! »
Ma i due amici se l'erano già data a gambe levate, correndo a perdifiato nel corridoio del settimo piano e controllandosi nervosamente alle spalle e intorno in modo da non trovarsi in grossi guai con Gazza, la sua gattaccia puzzolente dagli occhi infuocati o i Carrow, se mai avessero montato la guardia nei dintorni.
« Sei stata geniale! » aveva riso Neville, mentre scendevano in tutta fretta le scale. « Non sapevo che i quadri potessero mettersi a dieta. »
« Non credo possono farlo, a dire il vero. » disse la ragazza, col fiatone. « Insomma, possono anche smettere di mangiare ma non possono morire nel riquadro o altro... insomma... sono già morti, la loro figura rimane impressa su tela! Sono solo abitudini quelle che hanno e... Luna! »
Ginny si accorse che la loro amica correva loro incontro con un grosso secchio di vernice rossa tra le mani e con un pigiamino rosa con unicorni argentati sparsi per tutto il completo. Inutile dire che non potette proprio evitare di ridere. Neville le coprì velocemente la bocca con una mano mentre Luna si univa alle risatine, ammiccando agli unicorni lucenti che aveva cosparsi per gli indumenti.
« Ehm... per quale motivo sei in pigiama? » chiese Neville, perplesso e teso allo stesso tempo. « E per quale motivo porti le scarpe da ginnastica sotto al pigiama? » accluse, la smorfia interrogativa trasformatasi in una smorfia preoccupata.
« Sono sonnambula, per questo a letto porto sempre le scarpe. Se mi beccano, calo nella parte! » cinguettò Luna divertita, posando tra le mani di Neville il grosso secchio di vernice. « Oh, siete voi che sarete in grossi guai se vi beccano... sapete, la storia del sonnambulismo non credo funzioni anche con voi. »
« Sei davvero sonnam...? »
« Lascia perdere, Neville. » interruppe Ginny divertita, fissando la vernice rossa con una certa titubanza e chiedendosi dove Luna l'avesse presa. Probabilmente nello stesso posto in cui la ragazza l'aveva trovata nel suo primo anno ad Hogwarts. Il pensiero la fece rabbrividire. « Luna ha ragione, dobbiamo muoverci. Io resto qui di guardia... voi muovetevi. »
Neville e Luna presero i pennelli e lasciarono gocciolare della vernice a terra mentre imbrattavano il muro della Sala d'Ingresso. Il posto era l'ideale, tutta Hogwarts avrebbe visto la scritta. Era un modo vistoso e pericoloso, sì, ma alquanto inevitabile...

ESERCITO DI SILENTE: IL RECLUTAMENTO È ANCORA APERTO.
   
 
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