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Autore: batuffoloki    14/06/2016    0 recensioni
un'astronave precipita su un pianeta e i superstiti riescono a sopravvivere con le poche risorse a loro disposizione per un lungo periodo . Quando l'enterprisse li ritrova , forse loro non vogliono essere salvati.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'star trek assemble'
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"Mi chiamo  Neil  Hart . Ho  80  anni  e  questo  è  un diario  che  intendo  lasciare  a chi ,forse,  un giorno, troverà i miei  resti  su  questo  arido  pianeta. La  mia storia, in questo inferno, comincia  50  anni  or  sono. Ero  uno  degli  ergastolani  diretti  sulla colonia  penale di Aldebaran Prime. Eravamo una  nave  piena  di  uomini  e donne  che avevano  commesso  i  reati  più  infami  previsti  dal  codice  penale. Eravamo  un centinaio  di  detenuti,uomini e donne, pronti  a trascorrere la  nostra  vita   a scavare  minerale nelle viscere di  Aldebaran  Prime. Forse  gli  altri  lo  erano. Io  no  di  certo! Se  si  fosse presentata anche  la  minima  possibilità di liberarmi , non avrei  certo  esitato. E infatti ...non l'ho  fatto. Appena ho intravvisto uno  spiraglio ho  attaccato, seguito  da  alcuni  uomini  che  mi  erano  fedeli. In breve tempo  si  è  scatenata la rivolta sulla  nave galera. Abbiamo  sopraffatto le guardie, ma  lo  scontro  che ne è  seguito,  ha  danneggiato i  controlli  della nave  che  è  precipitata su  questo pianeta dove poi  abbiamo  sempre  vissuto  e dove, alcuni  di noi  hanno  trovato la  morte. L'impatto  è stato  tremendo. Alcuni  di  noi  sono  morti  tra i  rottami  contorti. Io  sono  strisciato  fuori  da una breccia nello  scafo pronto  a correre via, verso l'agognata  libertà .Finchè non ho  dato un 'occhiata al posto dove eravamo  finiti. In quel  momento è  finito  tutto . Questo pianeta, di  cui non conosco il nome,  è un immensa distesa di  sabbia rossa. La temperatura di  giorno  raggiunge  i 45 gradi  per  poi  precipitare drammaticamente sottozero  di  notte. I principali abitanti  del pianeta sono insetti  e rettili . Chi  altro potrebbe sopravvivere  in  un simile  inferno? Strisciano  sotto la sabbia mangiandosi l'un l'altro. Le oasi  di  acqua sono  rarissime. Sono  degli  autentici "miraggi" in questo  rovente deserto. Quando  eravamo  prigionieri  sulla  nave  avevamo tutti un unico  scopo : fuggire anche a costo  di  sterminare tutte  le guardie . Anche a costo di  ucciderci l'un  l'altro . Ma  quando  siamo usciti e  abbiamo  visto  l'inferno  che ci circondava  le priorità di ognuno  sono istantaneamente cambiate. Fuggire ? Per andare dove ? La nave che ci  doveva condurre su  Aldebaran  Prime era un guscio inerte e contorto. La radio un rottame  inservibile. Sarebbero  venuti  a  cercarci? La  possibilità  c'era , ma  era appunto  solo una possibilità. Allora cosa ci  rimaneva? Potevamo  sopravvivere in un posto simile? Domanda  oziosa. L'autoconservazione  è un  istinto insopprimibile  . Anche  in gente  come  noi. Avevamo  vissuto  fino  a quel  momento  vite dissolute e violente , senza regole e senza  pietà. Ora dovevamo allearci  e  trovare  il modo di  convivere  pacificamente se  volevamo  sopravvivere. Perchè  nessuno  avrebbe  potuto  vivere da solo su questo pianeta. Dovevamo costruire un riparo con i  rottami  della nave e  con i pochi  alberi  simili  a palme che si  trovavano  qua e  la nel  deserto .Dovevamo  trovare  cibo . Per  lo  più bacche somiglianti  a datteri o  frutti che  maturavano su piante come  i saguari . Piccoli  animali , insetti.  Roba schifosa. Ma  l'unica  che  si  poteva trovare qui. Una vita triste quella che ci si parava davanti . Dovevamo lasciare da  parte il passato .Niente  più guardie e ladri . Di  centoventi persone a bordo eravamo  sopravissuti in  95. Potevamo  farcela se restavamo uniti . Alla fine ha funzionato.Anche  perchè non c'era scelta. Ci  siamo  organizzati. Abbiamo  anche atteso che qualcuno  arrivasse. Ma  non  è  mai  successo . Ovviamente  perchè il  gruppo  funzionasse  c'era  bisogno  di una leadership  forte. Ho preso io  il  comando . Lo detengo  ancora , anche se  ormai  sono  vecchio .E' per questo  che sto scrivendo  questa testimonianza. Per chi  verrà  dopo  di  me. Non sono ancora  pronto  ad andarmene sia ben  chiaro. Anche  perchè mentre eravamo  qui , sono  nati  dei bambini. Ho due nipoti . Mi chiedo  che  vita  ho  loro  da  offrire . Vivere su  questa palla di  sabbia senza aver  mai  visto altro , senza aver da scontare  alcuna  colpa e  una condanna tropo  crudele. "
   
 
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