Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: talkingdead    14/06/2016    2 recensioni
“ [...] Portavano lo stesso mantello, spiegavano le stesse ali e attingevano ossigeno dalla stessa ostinazione che li aveva spinti ad incontrarsi. I loro mantelli erano strappati, rovinati, e portavano con sé le cicatrici di battaglie vissute, eppure custodivano ancora lo stemma che dava loro ragion d’essere; le loro ali erano ferite e stanche, ma niente avrebbe impedito loro di continuare a volare. Puntare alto, andare lontano, avere un obiettivo: trovare qualcosa per cui proseguire. [...] ”
‹ ! › SPOILERS (capitoli 81-82) + missing moments.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


⇉ Questa fanfiction partecipa al contest “ Take a picture and never forget ” indetto da Sethmentecontorta sul forum di EFP ⇇
⌞ prompt e immagine (8!) segreti fino al 24 giugno ⌟



VOLARE LONTANO, INSIEME
DEVI SOLO CONTINUARE A VOLARE
capitolo 03 - Levi & Eren (82+)


Portavano lo stesso mantello, uno un po’ più sgualcito e l’altro decisamente tenuto con più cura, ma era comunque lo stesso mantello verde su cui si stagliava con orgoglio e prepotenza quello stesso stemma che poteva valere la stima di molti e la rabbia di altri. Le avevano chiamate “ali della libertà”: un nome decisamente impegnativo, e probabilmente anche condannabile da chi, credendoci ciecamente, ne era rimasto fregato. Chi si diceva oramai accorto e non si faceva più troppe illusioni, sosteneva che quei decori altro non fossero che lame, per  cui il detto “ chi di lama ferisce di lama perisce” era il credo più radicato nel destino di chi vi aveva a che fare, che fossero giganti o uomini non faceva differenza: sarebbero morti per mano delle lame per il semplice motivo che, scegliendo di esporsi ed utilizzarle, finivano per morirci.

Eppure ancora due persone si ostinavano a fondare la propria battaglia su quella definizione. Quell’azzurro e quel bianco per il primo significavano il cielo e le nuvole, forse perché prima di “volare” non li aveva mai visti; anche l’altro non nutriva alcun dubbio al riguardo: dovevano simboleggiare l’oceano e quelle distese di ghiaccio che era sicuro che un giorno avrebbe visto. Tutti e due sarebbero andati fino in fondo, assaporando la loro libertà passo dopo passo, gigante dopo gigante. Si sarebbero beati entrambi della vista che avrebbero trovato, una volta superato l’ostacolo delle Mura. Una volta liberi, avrebbero guardato anche per chi non poteva più farlo. Lo avevano promesso, e nessuno dei due era tipo da rimangiarsi quanto detto, specialmente se a chiederlo erano state le persone a cui tenevano di più al mondo.

Quello stesso mantello, quella stoffa verde sarebbe valsa la terra che avrebbero conquistato e sottratto ai giganti.
Alla fine la trama era la stessa, e i fili di quella stoffa tendevano tutti all’orizzonte, stretti l’uno all’altro e cuciti insieme.
Un tempo  si erano sentiti chiedere se avessero davvero la stoffa per divenire qualcuno di importante; da quel momento, o forse anche prima, entrambi si erano dati da fare per tessere la storia che avrebbero voluto raccontare e sentire, la storia di come l’umanità sarebbe riuscita finalmente a vincere.
Molte volte, molte scelte li avevano portati a tirare i fili di quell’intreccio forse più del dovuto, e troppo spesso si erano ritrovati ingarbugliati in gomitoli e complicazioni, nodi da sciogliere che li avevano messi alla prova.  Si erano spesso trovati a camminare su quel filo di seta pronto a strapparsi, e vi si erano appesi, con tutte le loro paure e i loro rimorsi. Avevano ceduto? No, perché in qualche modo avevano sempre trovato un’ Arianna pronta a salvarli, se l’erano dovuta creare, l’avevano scelta.

Erano i vetri rotti di tutte le bottiglie che solo Pixis poteva raccontare di aver visto. Duri e fragili, già plasmati ma malleabili in determinate situazioni. Misteriosi e trasparenti come solo gli eroi sanno essere. E come quelle bottiglie, avevano una storia da portare a qualcun altro. Ciò che portavano con sé era dolce e amaro allo stesso tempo,  sapeva come riscaldare il loro cuore e inebriare la loro mente. I ricordi erano i vetri sbriciolati che facevano male pur essendo così colorati; erano il dessert a cui potevano attingere pur sapendo di doversi limitare, perché troppo faceva male, così come l’assenza creava nostalgia, vuoto. E loro avevano bisogno di quella fetta di paradiso in quella crosta di inferno.

Erano lì, sul campo di battaglia o quello che ne rimaneva. Il loro obiettivo? Entrare in quella dannata cantina. Quello vero? Voltarsi e scoprire di non essere più soli. Ognuno di loro si fidava dell’altro per diversi motivi, perché erano diversi e perché erano simili. E nonostante tutti quei metri di distanza, Levi sentiva la presenza di Eren come Eren sapeva che lui era ancora vivo. Non se l’erano chiesti, né lo davano semplicemente per scontato. Sapevano soltanto che, qualunque cosa fosse successa, entrambi avrebbero continuato a combattere.

Portavano lo stesso mantello, spiegavano le stesse ali e attingevano ossigeno dalla stessa ostinazione che li aveva spinti ad incontrarsi. I loro mantelli erano strappati, rovinati, e portavano con sé le cicatrici di battaglie vissute, eppure custodivano ancora lo stemma che dava loro ragion d’essere; le loro ali erano ferite e stanche, ma niente avrebbe impedito loro di continuare a volare. Puntare alto, andare lontano, avere un obiettivo: trovare qualcosa per cui proseguire. Avrebbero continuato a spalleggiarsi e a proteggersi a vicenda, schiena contro schiena, lama per lama. E dopo tanti tentativi, debiti e perdite, alla fine ci sarebbero riusciti. Per tutti quelli che avevano amato e avevano conosciuto. Per i tanti compagni che avevano perso e per i pochi amici che avevano avuto.
Per Farlan ed Isabel.
Per Erwin ed Armin.
Per loro stessi.



 ↻ note dell'autore
Forse ci sarebbero un paio di cosette da spiegare ma, siccome queste hanno a che fare con prompt e immagine, attenderò a renderle esplicite fino a fine contest. / / / Okay, utilizziamo questo spazietto per le chiacchiere legali: ho scritto questa breve raccolta perché sono convinta che dal capitolo 83 in poi i due avranno davvero bisogno l'uno dell'altro - inutile dire che aspetto con ansia un intervento tempestivo da parte di Eren per aiutare Levi. Ma si tratta di Levi ed Eren, meh. Al centro di questo mio popò di cose nuove - eh, non avevo mai scritto una fanfiction prima, né partecipato ad un contest - ci sta la considerazione di quelle responsabilità che i nostri due eroi hanno allegato a quello stemma sull'uniforme. Ho giocato con la definizione di "Ali della Libertà" - e sul colore, da come si può vedere dal titolo - e per ogni capitolo ho piantato le mie rogne. Entrambi potrebbero aver perso uno (il biondo - che coincidenza, eh) del fantastico trio che formano, il "migliore amico", la mente del gruppo. E fa male, lo so - però mi pare giusto che si debbano alzare e combattere comunque, per coloro che hanno perso e coloro che non devono assolutamente perdere (Levi x Eren più che mai~). Mi sono persa tutte le cose intelligenti che dovevo scrivere, chiedo scusa - se mi vengono in mente, aggiorno/edito/smanetto. Grazie per aver letto e resistito! 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: talkingdead