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Autore: Francy_remus    14/06/2016    1 recensioni
«Ci scambiamo i ruoli?» chiese beffarda la ragazza.
«Che cosa intendi dire, Mary?» domandò stupito il ragazzo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Mary MacDonald, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cap.3
L’appuntamento
 
Il giorno dopo Remus si era dileguato intorno alle cinque del pomeriggio, lasciando le due ragazze sole in casa. I loro appuntamenti se ne stavano al lavoro, al posto loro. Quando tornarono diedero solo la voce e si rintanarono nella loro camera per prepararsi. Si trovarono alle otto sul pianerottolo. Tutti indossavano già le giacche, Lily voleva sorprendere Sirius per come aveva vestito Mary. Arrivati al ristorante (Babbano come al solito), James aiutò Lily a togliersi la giacca e fece segno a Sirius di fare lo stesso con Mary. Quando quest’ultima si tolse il cappotto nero, i due ragazzi spalancarono la bocca. Era davvero una favola. Indossava un abitino nero, aderente dallo scollo fino al punto vita, ornato con una spessa cinturina di raso, che dietro era stata chiusa con un fiocco. La gonna era un po’ più larga, e si fermava poco sopra il ginocchio. Lo scollo non era profondo, ma essendo il vestito molto attillato, attirò l’attenzione oltre che di Sirius e James, anche di molti altri ragazzi presenti. Le gambe erano avvolte da sottili calze nere e ai piedi indossava della scarpe, ovviamente nere, con il tacco, che la facevano risultare più alta e quindi anche un po’ più magra. I capelli, miracolosamente sciolti e ricci, incorniciavano un viso poco truccato, decorato solo con un filo di cipria che, essendo dello stesso colore della sua carnagione, non si notava molto.
«Wow Lily, hai fatto un miracolo» commentò James per interrompere lo sguardo imbambolato dell’amico, beccandosi un’occhiataccia da entrambe.
Sirius deglutì e le spostò lievemente la sedia indietro, in modo che potesse sedersi, e poi si accomodò accanto a lei.
“Mamma mia, stasera è una favola! Ma non lo starà facendo solo per me, o sì? Oddio, che sorriso smagliante! Non guardarle gli occhi!” ma era tardi. L’aveva guardata, fissata nei suoi profondi occhi blu, e vi si era perso. Aveva deciso. Quella sera le avrebbe confessato che l’amava. Almeno su questo si era deciso.
Per tutta la cena disse solo cose banali e lo stretto necessario, tipo “mi passi il sale?” o “vuoi che ti verso dell’acqua?”.
“James e Lily lo sanno che mi piace lei e … oddio!”
Mary si era appena scostata i capelli, spostandoli solo sulla spalla destra e lasciando scoperto lo scollo del vestito, che dietro era molto profondo, si interrompeva poco sopra la fascia di raso che le sottolineava il punto vita. Lei continuava a parlare con Lily e James e a ridere, mentre Sirius cambiava tonalità: dal rosso-roseo al rosso purpureo. Era molto teso e imbarazzato. Non si sarebbe mai aspettato di reagire così di fronte ad una ragazza. Eppure era avvampato.
«Dovrei andare in bagno. Sirius, mi potresti accompagnare che non so dov’è?» chiese James. Sirius annuì distratto e si alzò per seguirlo.
«Come sta andando?» domandò Mary all’amica.
«Benissimo, non riesce neanche a guardarti, continua ad arrossire, ed ora che hai scoperto lo scollo sulla schiena, ce l’hai in pugno» rispose soddisfatta Lily.
«Sicura?»
«Da quando mi fai tutte queste domande?» sorrise la Evans.
«Tornati» avvertì James, appoggiando una delle sue mani sulla spalla della sua ragazza e poi sedendosi.
«Sirius, stai … stai bene?» chiese Lily.
«Sì, tranquilla. Sono solo un po’ accaldato» rispose sorridendo nervosamente lui.
«Allora perché non ci avviamo verso il cinema? Ci andiamo a piedi, così prendiamo un po’ d’aria» suggerì Lily.
«Andiamo a pagare» scattò Sirius, facendo cenno a James di seguirlo e prendendo la giacca sul braccio.
Lily sorrise sorniona scuotendo la testa e mimando con le labbra:«È cotto» ogni volta che Mary la fissava.
«Dici che si è accorta che mi piace?» chiese Sirius all’amico, improvvisamente.
«Pad, la fissi ad occhi sgranati da quando si è tolta il cappotto e sei tutto rosso. Solo una sciocca potrebbe non essersene accorta»
«Sicuro Prongs?»
«Sicuro, Pad» sorrise all’amico, ritirando il resto che gli porgeva il cameriere.
«Andiamo da loro?» gli domandò ancora James.
Sirius annuì e seguì l’amico fuori dal ristorante, dove le due ragazze li aspettavano, avvolte nei loro cappotti.
Per strada James e Lily si presero a braccetto e camminavano proprio come due fidanzatini, mentre Mary tentava di non cadere dai tacchi e Sirius pensava per conto suo.
«Sirius, aiuta Mary prima che muoia cadendo da così in alto» scherzò James, e Sirius porse il braccio alla ragazza. Nonostante i tacchi alti, lui era molto più alto di lei.
«Prongs, ma quello non è …» ma Sirius si interruppe a quell’ “è”.
«Sirius, tranquillo!» esclamò James un po’ troppo ad alta voce.
Quel misterioso ragazzo si voltò, e li squadrò come se li potesse incenerire. Si avvicinò lentamente a loro, nel traffico londinese, e si parò davanti a Sirius. Era estremamente alto, proprio come il fratello.
«Regulus» lo salutò stancamente Sirius.
«Non mi rivolgere la parola. Sono due anni che non ci parliamo e ora cosa mi dici? “Regulus” con quella voce melensa … sai che c’è? Dovevi pensarci bene, prima di abbandonarmi a casa da solo» sbottò.
«Abbassa la voce, per favore» disse calmo il maggiore dei Black.
«No. Tutti possono sentire quanto tu sia codardo» ribatté secco.
«Per favore, non in strada» lo supplicò Mary, staccandosi da Sirius e avvicinandosi a Regulus.
«Tu sta zitta!» le ordinò avanzando verso di lei e facendola indietreggiare di colpo.
«Non le parlare così!» intervenne James.
«Già, se no che mi fai?» domandò spavaldo.
«Come minimo ti affatturo» Lily perse le staffe.
«Taci, Sanguesporco»
Tutto accadde in pochi secondi: James tirò un pugno in pieno viso a Regulus, il tacco di Mary le si infilò in un buco e cadde come, usando un modo di dire Babbano, un sacco di patate, mentre Regulus si Smaterializzava e Lily lanciava un grido soffocato, sperando che non sarebbe successo niente a James, anche dopo quest’affronto. Sirius fu l’unico che notò Mary, accovacciata al suolo.
«Mary!» gridò. Lily e James lo guardarono e videro anche la ragazza, e tutti le corsero più vicino.
 
«Ti fa male la caviglia?» le chiese Sirius.
«No, sono solo caduta, ma niente di rotto. Per evitare altri incidenti, propongo di indossare queste» ed estrasse un paio di scarpe ballerine nere, che si mise ai piedi al posto dei tacchi di Lily.
«Vuoi tornare a casa?» chiese Lily a Sirius.
«Già Pad … torniamo a casa?»
«No, assolutamente no. Andiamo al cinema?» domandò di rimando lui.
Porse il braccio a Mary e sorrise forzatamente, pensando al fratello. James e Lily camminavano a falcate veloci, si sapevano muovere bene nel traffico londinese Babbano. Sirius e Mary invece erano più impacciati, rimanevano bloccati tra le persone o si scontravano contro qualcosa o qualcuno.
«Sirius, rallenta, ho le gambe corte» lo supplicò sorridendo lei.
«Scusa» mormorò lui «io invece ho le gambe lunghe» le sorrise, con uno sguardo vuoto, tanto che Mary si sentì stringere il cuore.
«Oh, Sirius» balbettò lei, per poi abbracciarlo e stringersi al suo petto.
Dapprima lui rimase impassibile, guardando una massa riccia appoggiata vicino al suo cuore, ma poi si decise a stringerla a sé. Le mise una mano sulla spalla e l’altra a metà schiena e minimizzò ancora di più la distanza tra di loro. Nascose il viso nell’incavo della spalla della ragazza e due misere lacrimucce tradirono  i suoi sentimenti. Si sentiva vulnerabile, aveva perso la sua forza tutta d’un colpo.
«Sirius» sussurrò lei all’orecchio del ragazzo «Andiamo a casa. Per favore»
Lui annuì impercettibilmente, e lei si Materializzò nella sua stanza. Remus era steso sul suo letto e stava leggendo un libro.
«Pad, Mary, che ci fate qui?» chiese stupito «E Lily e Prongs?» continuò.
«Loro hanno deciso di andare al cinema, ma noi abbiamo preferito tornare a casa, siamo un po’ stanchi. Potresti lasciarci soli per favore?» chiese cortese la ragazza, accennando a Sirius, che aveva appoggiato le mani sul davanzale e fissava il panorama davanti a sé, per non voltarsi verso l’amico e ammettere che aveva pianto.
«Certo» acconsentì comprensivo Remus, e si alzò velocemente, fiondandosi in salotto.
«Siediti» gli ordinò la ragazza.
«Perché?»
«Perché cosa?»
«Perché mio fratello si comporta così? Perché non mi parla e non mi ascolta? Perché la mia vita fa schifo?»
«Sirius, non ti sei accorto di nulla?»
«A cosa ti riferisci?»
«Regulus. Non hai notato che era in uno stato di …ehm… trance?»
«Vorresti dire che lui era …»
«Sotto la Maledizione Imperius, esatto»
«Ma non possiamo esserne sicuri» Sirius si voltò di scatto. Piangeva.
«Ma non possiamo neanche essere sicuri del contrario. In che dubbio preferisci vivere?»
«Nella favola o nella verosimiglianza?»
«Non essere negativo»
«Come se fosse facile»
Clap. Mary gli aveva appena tirato un sonoro ceffone.
«Se non la finisci, non rispondo di me» lo avvertì «Almeno tu una famiglia ce l’hai!»
«Già. Bella la mia famiglia, vero? Un padre che mi odia, una madre che mi vorrebbe morto, un fratello che neanche mi considera …»
«Una madre morta, un padre morto, due sorelle morte … ma di cosa ti lamenti?»
«Tu non puoi capire!»
«Capisco benissimo! Io la vita la conosco!»
«Tu non sai niente della vita!» la rimbeccò lui.
«Allora insegna tu qualcosa a questa povera stupida!» gli rispose urlando.
Lui le si fece vicino, e, in un attimo, le prese il gomito, facendola ruotare abbastanza perché l’avesse perfettamente di fronte, e la baciò delicatamente sulle labbra.
«Per le mutandone a fiori di Merlino, che fai?» chiese lei, indispettita dal comportamento del ragazzo, ma stupita della sua audacia.
«Ti ho insegnato qualcosa della vita» rispose con un ghigno.
 
«Mary, ti prego, rispondimi» implorò il ragazzo.
«Sirius, ma che cosa …?»
«Sei caduta e hai battuto la testa» la avvertì, guardandosi in giro e notando molte persone che si affrettavano per le vie della Londra Babbana.
«Ma tu mi hai appena … eravamo a casa, in camera … Remus ci aveva appena … ti ho schiaffeggiato, ma …»
«Puoi terminare almeno una frase?» proruppe la voce di James da dietro le spalle di Sirius.
«Piantala» lo ammonì Lily «Coraggio, andiamo a casa»
«NO» trillarono in coro Mary e Sirius.
«Perché no?» chiese Lily contrariata.
«Perché stasera dovevate uscire insieme, no? E allora, voi finitevi l’appuntamento in pace, io e Mary andiamo a bere qualcosa e poi andiamo a casa … non preoccupatevi» li rassicurò Sirius, ammiccando con la testa in direzione del cinema.
«Sicuro Pad?»
«Sicuro, Prongs» rispose risoluto.
Lily e James, sapendo che ogni altra loro obiezione sarebbe stata respinta, si avviarono verso la fine dell’appuntamento.
«Andiamo a casa?» chiese Sirius, notando che la ragazza si teneva la testa tra le mani.
«Non ti voglio rovinare la serata …»
«Attaccati» le intimò e si Materializzò in camera sua.
   
 
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