Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: noirmoon333    16/06/2016    0 recensioni
Non avevo idea di come tirami fuori da quella situazione, migliaia di persone che urlavano, saltavano, cantavano, piangevano e poi c'ero io, spiaccicata sulla sbarra di sicurezza che divideva il palco dalla folla. Non ho mai sopportato la gente che invade il mio spazio, ho bisogno della mia aria ed essendo quello il mio primo concerto era chiaro che mi stesse per prendere un vero e proprio attacco di panico. Le ragazze dietro di me erano così prese dall'euforia che non si accorsero minimamente del fatto che mi stessero spingendo contro la sbarra così forte da far male. Provai più di una volta ad allontanarle o di andarmene ma invano, mi misi a piangere dalla disperazione mentre la vista mi si appannava e cercando di regolarizzare il respiro, volevo solo tornare da Shey. Proprio quando pensai di stare per svenire vidi una guardia della sicurezza correre verso di me, mi sollevò facendo allontanare le ragazze dietro di me e mi adagiò sotto il palco, dopo avermi ripetutamente chiesto invano come stavo mi prese in braccio e mi portò nel Backstage. Giurai che quello sarebbe stato il primo e l'ultimo concerto degli One Direction a cui avrei assistito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP 3
 
Il giorno dopo ripartimmo per casa, non prima di aver visitato un minimo Londra ovviamente, mi ero completamente innamorata di quella città e volevo ritornarci il prima possibile.
Anche se pensai più di una volta di andarmene di li e trasferirmi la paura mi frenava, ma poi tutto cambiò quando mi arrivò una lettera di licenziamento dal lavoro, per me quella lettera fu un nuovo inizio, volevo cambiare città, trovarmi lavoro e vedere cose nuove, incontrare una persona famosa come Niall mi aveva dato una botta di vita pazzesca.
Il fatto di aver vissuto per diciannove anni nello stesso posto mi abbatteva, questo era dovuto anche alla mia infanzia travagliata e il trasferirmi lontano sarebbe stato un buon modo per voltare definitivamente le spalle al mio passato che mi aveva sempre inseguito, ma poi, successivamente, il problema divenne solo uno, Shey. Una settimana dopo aver preso atto di volermi trasferire, la invitai a una giornata tra amiche, lei adorava questo genere di cose quindi fu felicissima quando glielo proposi.
Dopo aver passato un’intera giornata a ridere, mangiare e parlare di cose con e senza senso, ci fermammo su una panchina ad ammirare l’inizio di un tramonto.
Laira: < tra non molto partirò..>
Subito dopo aver pronunciato quelle parole fu come se il tempo si fosse fermato, c’era solo silenzio.
Shey: < bhè prima o poi te ne saresti dovuta andare e se devo essere sincera mi aspettavo che sarebbe successo a breve, mentirei se dicessi di non averci pensato anche io da quando siamo tornate>
Laira: < so che è egoistico da parte mia chiedertelo ma….vieni con me>
Shey: < mi piacerebbe un sacco, sai bene che anche se ci conosciamo da soli tre anni non sono mai stata legata così tanto a qualcuno esterno alla famiglia come con te, ma sai bene che non posso abbandonare mia madre e le mie sorelle, dopo la morte di papà sono diventata indispensabile per loro>
Abbassammo entrambe lo sguardo, pensierose restammo una mezz’oretta così, in silenzio, senza il bisogno di dire qualcosa, dopo di che tornammo ognuna a casa propria, non ero preoccupata, sapevo che Shey avesse capito benissimo ciò che non dissi in quell’occasione e sapevo anche che lei fosse felice per la mia decisione, la conoscevo troppo bene.
Dopo tre diversi lavori per tre mesi e aver prelevato tutti i soldi messi da parte, oltre un saluto che durò due giorni da parte di Shey, presi casa nel cuore di Londra, in un modesto appartamento, purtroppo non feci in tempo nemmeno di ambientarmi che dovetti subito cercare lavoro per sopravvivere.
Per i primi due mesi lavorai la mattina in una pasticceria e dalle sei in poi in un ristorante di lusso, per farmi assumere da quest’ultimo feci i salti mortali, ma alla fine mi diedero una chance che sfruttai al meglio, non passo molto tempo che incominciai a ricevere varie promozioni che mi permisero di lasciare la pasticceria così da avere anche un po’ di tempo libero e quindi mi ritrovai, dopo nemmeno quattro mesi che mi ero trasferita, a lavorare in uno dei ristoranti più lussuosi e costosi di tutta Londra, dove prenotavano celebrità con larghissimo anticipo.
La paga ovviamente era buonissima, inoltre il lavoro mi teneva occupata dalle quattro del pomeriggio fino alla chiusura che era alle due di notte, quindi potevo svegliarmi quando volevo e avere comunque tempo per fare qualunque cosa volessi, contando domenica e martedì libero, amavo Londra, a parte qualche piccola cosa come la metro, la cosa più difficile per me da fare arrivata in città fu prendere la metropolitana, avendo la fobia dei posti chiusi e popolati direi che non era il miglior mezzo con cui spostarmi, la prima volta rischiai addirittura di avere un attacco di panico, ma oltre a questo amavo l’essermi trasferita, stavo finalmente bene.
Un giorno come un altro dopo essermi svegliata mi diressi verso una libreria prima di pranzo, dopo aver affittato un paio di libri mi sedetti in una panchina li vicino e ci rimasi per una buona mezz’ora, proprio quando mi decisi di alzarmi notai un branco di ragazzine davanti a me che sbraitavano indicando un cartellone, che dalla mia visuale non riuscivo a vedere, appena si allontanarono incuriosita mi avvicinai e dopo aver letto bene tutto il cartellone rimasi di sasso, gli One Direction erano tornati a Londra per una serie di concerti, rimasi qualche minuto imbambolata dopodiché mi avviai a casa.
Mentre mi preparavo per andare a lavoro ripensai all’incontro che sotto dei punti di vista cambiò totalmente la mia vita, quando più di sette mesi prima incontrai Niall Horan, pensierosa mi diressi a lavoro, fumai una sigaretta prima di entrare e mentre mi cambiavo per indossare il camice da lavoro qualcuno entrò nel bagno spaventandomi:
Melody: < tranquilla sono io>
Laira: < o mio dio Melody mi hai fatto prendere un colpo> dissi tirando un sospiro di sollievo:
Melody < senti devo dirti una cosa, ho sentito il capo che parlava al telefono con qualcuno, sembra che stasera verrà qualcuno di veramente importante, ti consiglio di fare attenzione e non commettere sbagli o il capo ti licenzierà sicuro>
Laira: < ti ringrazio, mi chiedo solo chi ci sarà stasera>
Dopo essermi preparata uscì e mi diressi verso le cucine, ma il capo mi si parò davanti bloccandomi il passaggio:
Capo: < stasera non consegnerai i piatti>
Laira: < cosa?! Ma è il mio lavoro signore>
Capo: < ti occuperai del bar, bada dopo le dieci di sera sono tantissime le persone  che verranno da te per bere prima di andarsene, purtroppo non posso lasciare questo lavoro a Melody oggi perché avremo una visita molto speciale, quindi ho deciso che essendo tu più qualificata di lei mi sentirei più sicuro avendo te li, tutto chiaro?!>
Laira: < chiarissimo>
Mi diressi immediatamente verso il bar che includeva sia i tavolini interni che l’intero balcone che si affacciava di fuori, iniziai a pulire i bicchieri chiedendomi nel frattempo se Melody se la fosse presa. Dopo qualche ora guardai l’orologio e mi accorsi che erano quasi le dieci, da una parte ero curiosa di sapere chi ci fosse di così famoso quella sera, dall’altra ero pervasa dall’ansia con la paura di fare errori e via dicendo.
Passai il resto del tempo immobile al bancone fino a quando sentì dei passi farsi sempre più vicini, mi voltai verso la porta e mi sentii come guardare negli occhi medusa, ovvero impietrita.
Non ci potevo credere, lui, non poteva essere lui, come faceva a essere li, poi ricordai del cartellone visto quella mattina e tutto diventò più chiaro, ma ciò non mi aiutò affatto a tranquillizzarmi, in fondo quale ragazza al mondo fan degli One Direction resterebbe tranquilla avendo di fronte Harry Styles.
Nel tragitto dalla porta al bancone non feci altro che scrutare ogni suo passo, fino a quando la sua voce non risuonò per tutta la stanza:
Harry: < whisky e cola>
Laira: < hem, certo, subito>
Preparai ciò che mi aveva chiesto e dopo averglielo consegnato rimasi immobile a fissarlo e quando se ne accorse:
Harry: < perché mi stai fissando?!> chiese incuriosito con un filo di irritazione:
Laira: < le chiedo scusa> e abbassai lo sguardo
Harry: < non c’è bisogno che mi chiedi scusa, mi devi solo dire perché mi stavi fissando>
Laira: < avevo paura che non le piacesse cosa le avevo preparato> dissi continuando a guardare in basso,
Harry: < più che altro sembra che tu abbia paura di me e basta>
Laira: < perché mai dovrei aver paura di lei> dissi con calma e alzando lo sguardo, in quell’esatto momento i suoi occhi accesi e freddi allo stesso tempo incontrarono i miei lucidi e chiari:
Harry: < smettila di darmi del lei, sembra che abbiamo una differenza di età di chissà quanto….di un po’ quanti anni hai?>
Laira: < venti, compiuti due mesi fa> dopo aver risposto alla domanda la sua attenzione cadde nel bicchiere ancora mezzo pieno tra le sue mani, era come se fossi diventata un fantasma in mezzo secondo ed a interrompere quell’amaro silenzio fu una voce che io avevo già sentito:
< hey Harry non hai finito la cena, sai quanto ha speso Simon per questo posto?!>
Era lui, Niall, in un solo secondo il mio cuore riprese a battere fortissimo, lo squadrai dai piedi fino all’ultimo dei suoi capelli, dentro ero felicissima ma ricordavo bene il mio ruolo li, ero l’addetta al bar, non potevo rischiare di farmi licenziare, così presi un lungo respiro, inghiottì e mi preparai a servire al meglio entrambi gli ospiti, ma quando ritornai in me mi accorsi che lo sguardo di Harry era fisso su di me, non aveva smesso di osservarmi da quando Niall era entrato in sala, mi sentii terribilmente a disagio a causa di questo ma grazie al cielo il biondo catturò l’attenzione del riccio in quell’esatto momento:
Niall: < Harry gli altri sono preoccupati per te, non hai fatto altro che bere per tutto il giorno, sai bene che puoi parlarne con me se c’è un problema>
Lui fece un cenno con la testa, ma non passarono due secondi che si rimise a fissarmi:
Harry: < si può sapere perché sei così tesa?!>
Niall si voltò a guardarmi e quando lo fece rimase qualche minuto a fissarmi:
Niall: < scusa per caso ci siamo già conosciuti?>
Laira: < hem…..>
Ero nel panico più totale, non sapevo se rispondere o no, bhè nel primo caso si sarebbe avviata una conversazione ma poi mi chiesi se non gli avrebbe dato fastidio, in ogni caso stavo andando nel pallone.
Niall: < ah ma certo, io ti ho vista al nostro ultimo concerto qui a Londra, sei la ragazza che è svenuta durante il concerto giusto?!>
Harry mi guardò stupito ed io rimasi sorpresa che lui si ricordasse di me,
Laira: < hem, si sono io, ci siamo incontrati nel backstage>
Niall mi sorrise affettuosamente mentre Harry mi guardò irritato e infastidito, non capì il motivo di quello sguardo, si alzò e se ne andò barcollando, mi chiesi inoltre come poteva essere così ubriaco se non era nemmeno riuscito a finire il whisky che aveva ordinato.
Niall: < scusalo, è da stamattina che beve>
Disse sedendosi dove prima c’era Harry,
Laira: < non c’è problema, vuole qualcosa da bere?>
Niall: < ma sì dai, dammi del limoncello se c’è>
Disse dubbioso.
Mentre versavo il liquido giallo nel bicchiere ripensai a Shey e alle sue ipotetiche urla quando le avrei raccontato una cosa del genere, al solo pensiero mi veniva da ridere, ma di fatto aveva ragione, quante persone avrebbero la fortuna di servire Niall Horan e Harry Styles in una sola notte.
Niall: < sai mi scuso ancora per quello che ti è capitato durante un nostro concerto>
Laira: < non c’è assolutamente bisogno che si scusi per qualcosa di cui non ha colpa>
Niall: < non darmi del lei, in fondo abbiamo più o meno la stessa età>
Feci un cenno di consenso, presi il suo bicchiere e glielo riempii, rimanemmo zitti per qualche minuto:
Niall: < hai degli occhi bellissimi, sono un misto tra il verde e l’azzurro>
A quelle parole arrossii incondizionatamente e quando lui se ne accorse gli sfuggì una risatina. Improvvisamente gli squillò il telefono e dopo qualche secondo di telefonata:
Niall: < io devo andare è stato un piacere>
Laira: < arrivederci!>
Dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori, a Niall ciò piacque perché contraccambiò con un altro sorriso altrettanto splendido, dopo di che uscì dalla sala. Mentre mettevo a posto sia il bancone che le idee in testa sentii la porta sbattere, mi girai e vidi un Harry Styles ubriaco che si diresse a passo veloce verso di me, prima ancora di raggiungermi, cioè a qualche metro dal bar, urlò:
Harry: < Non mi hai risposto prima!>
Laira: < la domanda quale era?> dissi cordialmente, mentre lui sbatté addosso al bancone, mi guardò fisso negli occhi e dopo un po’ notai dal suo viso che si stava calmando pian piano:
Harry: < perché sei così tesa…>
Laira: < potrei sbagliarmi ma questa è un’ affermazione>
Harry: < hai ragione, non è una domanda>
Detto questo abbasso lo sguardo e se ne andò, ero basita, non avevo capito assolutamente nulla di quello che mi aveva detto, certo che era ubriaco forte.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: noirmoon333