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Autore: Mary P_Stark    18/06/2016    3 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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To be, or not to be? 

(Settembre 2017)
 
 


La casa dei McKalister era colma di persone, provenienti da ogni angolo dell’Isola, e tutti per festeggiare il battesimo del piccolo Nathan McKalister.

Brianna e Duncan erano semplicemente raggianti, con il loro piccolo tra le braccia, e i sorrisi alla coppia e al bebè si sprecavano.

Quella visita, ormai organizzata da tempo, aveva reso l’attesa della partenza frenetica e piena di energia, per Penelope.

Quando infine erano giunti a Matlock, Penny era praticamente balzata fuori dall’auto per correre incontro ai vecchi amici, incapace di attendere oltre l’impazienza.

Alec, Erin e il piccolo Gareth erano stati più decorosi, nella loro entrata in scena, mentre Blair e Kyle, futuri Fenrir e Hati di Bradford, si erano accodati a un’entusiasta Penny per non perderla di vista.

E, soprattutto, per vedere il piccolo McKalister.

Dopo aver presenziato alla solenne celebrazione in chiesa, l’infinita schiera di ospiti si era poi spostata a casa della coppia e, ora, tutti si stavano divertendo, bevendo, mangiando e ascoltando musica.

L’atmosfera era rilassata, piacevole, e quell’occasione era propizia per rinsaldare vecchie amicizie e farne di nuove.

Tra queste nuove figure vi erano i vari figli dei clan, ormai abbastanza grandi per poter partecipare a eventi simili, e pronti per creare nuove alleanze.

I due figli di Pascal Laroche, capoclan del branco di Cardiff, avevano diciotto e sedici anni e, entrambi, si erano rivelati essere membri della futura Triade.

Il più anziano, nelle vesti di Hati, il più giovane, nelle vesti di Fenrir.

Il loro Sköll, invece, era risultata essere una ragazza di nome Fianna, coetanea del suo Fenrir, e con uno spiccato senso dell’umorismo.

Liam e Colin, i due fratelli Laroche, invece, erano abbastanza seriosi, pur se stavano agli scherzi della loro Sköll, ed erano fieramente protettivi nei suoi confronti.

Nell’osservarli mentre Penny era impegnata a chiacchierare amabilmente con Fianna, Kyle mormorò a Blair: “Pare che sia lei, la futura Fenrir, e non Liam. La tengono d’occhio come dei falchetti.”

“E’ solo perché le vogliono bene, e si tende a dimenticare che, sotto l’aspetto apparentemente fragile di quella ragazza tutta sorrisi, c’è un lupo. Anche per noi è difficile, pur se sappiamo la verità” motteggiò saggiamente la ragazza, sorseggiando il suo succo di frutta. “Inoltre, tu non stai facendo la stessa cosa?”

“Con te? Ovvio! Sono il tuo Hati!” dichiarò lapidario Kyle, fissandola dall’alto del suo metro e ottantasei. Un vero gigante, pur avendo solo sedici anni appena compiuti.

Blair lo fissò di rimando con aria scettica, gli occhi color delle colombe che sprizzavano ironia malcelata e vaga derisione.

Accigliandosi leggermente, il giovane sbuffò, intrecciando le braccia sul torace, e borbottò: “E’ inutile che fai quella faccia, Blair. Ti ho detto la verità.”

“Non mi servono le doti di Lady Fenrir, per capire che stai mentendo alla grande, amico mio” gli sorrise bonaria lei, dandogli una pacca su un braccio. “So che sei accanto a me per proteggermi ma, soprattutto, stai qui perché non vuoi arruffare le piume in presenza di Penny, altrimenti potrebbe capire cosa provi per lei. Ma ti scoccia vedere come lei fraternizzi con tutti… e piaccia ai due lupi gallesi.”

Kyle la frizzò con lo sguardo, i cerulei occhi fiammeggianti d’ira repressa, ma Blair non ci fece alcun caso, e aggiunse: “Ricorda che io ho l’occhio lungo, per queste cose, e conosco sia te che Penny molto bene. Quindi, la faccenda si riduce a un’unica domanda: glielo dirai, o no?”

“Dirle cosa?” brontolò il giovane, distogliendo a fatica lo sguardo da Penny e gli altri per raggiungere il tavolo dei rinfreschi.
Blair lo seguì, simile a un folletto dispettoso, e ciangottò: “Ma come, ‘cosa’? Mi prendi per idiota, mio Hati?”

“Non lo farei mai, mia Fenrir ma, quando dici scemenze, è inutile darti corda” le replicò lui, afferrando un bicchiere di succo d’arancia, che ingollò in un colpo solo.

Di seguito, prese un pezzo di torta agli amaretti e, fissando bieco la sua amica, aggiunse: “Rigiriamo la frittata. Ho visto come hai guardato Colin. Non mi dire che non ti piace!”

“Mi sono lustrata gli occhi, lupo dei miei stivali e, fino a prova contraria, non è vietato da nessuna legge. Potrò pure leccarmi i baffi, ogni tanto” scrollò le spalle Blair, facendo finta di niente.

“Siamo sicuri che tu ti sia limitata a questo?”

Assottigliando le palpebre per fissarlo accigliata, la giovane Fenrir dichiarò: “Non me la faccio con lupi appartenenti alle Triadi. Sai che casino ci salterebbe fuori?”

“Al cuor non si comanda…” replicò Kyle, indicando col pollice Hugh e Tempest, impegnati in una chiacchierata a due nei pressi del roseto. “… visto che quei due sono innamorati da anni, indipendentemente dalle loro cariche.”

“Sì, e infatti guarda che vitaccia devono vivere. Lei, bloccata in quello sputo di terra dimenticato da Dio, e lui Hati della sua Fenrir, in Cornovaglia, nel punto più opposto dell’isola che potesse esserci!” brontolò Blair, scuotendo il capo.

“Al cuor non si comanda…” ripeté il ragazzo, ghignando con aria furba.

“Parla per te, Romeo. Io non ho problemi di cuore, ma tu sì, bello mio. E anche grossi” gli ritorse contro Blair, aprendosi in un sorriso malizioso.

Kyle fece per dirle qualcosa, ma l’arrivo tempestoso di Penny gli fece morire la replica in gola.

Preso sottobraccio dalla ragazza che tanto gli piaceva, Kyle la fissò stranito per alcuni attimi, prima di dire: “Ehi! Che succede?”

“Presto, venite! Andiamo a vedere i cavalli di Duncan! Pare che ce ne sia uno che da’ spettacolo, quando è in presenza di tanti licantropi!” rise Penny, trascinandolo con sé senza alcuna pietà.

Blair si accodò con passo tranquillo, sghignazzando senza pudore nel vedere i due allontanarsi a braccetto.

Liam le si affiancò, lanciò un’occhiata nella stessa direzione e, con ironia, disse: “Devo dire che la tua Sköll ha l’argento vivo addosso. Un po’ come la mia.”

Blair assentì e, quando anche Colin si avvicinò a lei, la ragazza dichiarò ironica: “Devo mettere in guardia il mio Hati, perché ti faccia abbassare la cresta?”

“Oh, no… non ti preoccupare” ironizzò Colin, passandosi una mano tra la folta chioma bruna. “Ho una tensione al collo tremenda, a causa dell’ansia che mi ha fatto venire il tuo Kyle. Avevo il terrore di avvicinarmi troppo a Penny, anche per errore, e di scatenare la sua gelosia.”

Blair non ce la fece. Rise di gusto e, preso sottobraccio Colin, ammise: “Kyle è buono come il pane, ma guai a toccargli Penny. Lei non se n’è ancora accorta, ma mi pare evidente che lui sia cotto come una pera, e chiunque tenterà di avvicinare la mia Sköll, avrà prima a che fare con lui.”

“Non invidio il malcapitato” sorrise divertito Liam. “Ma perché, semplicemente, non glielo dice? Mi sembra che anche Penny sia interessata a lui o che, comunque, si trovino bene insieme. Per lo meno, da quel che ho visto.”

“Perché Penny è così. Lei dispensa amore e attenzioni a tutti, e lo fa con il più totale altruismo. E’ difficile dire cosa pensi veramente, anche per persone che la conoscono da anni come me” sospirò Blair, non sapendo davvero che pesci prendere.

Le spiaceva vedere Kyle così sulle spine, ma non voleva intromettersi in una faccenda che non la riguardava direttamente.

Inoltre, voleva bene a entrambi, e non era davvero il caso di mettere il becco in faccende simili.

“Forse, se gli dicessi che mi piacciono i ragazzi, si rilasserebbe almeno in mia presenza, che dici?” le propose Colin, strizzandole un occhio.

“Solo se è la verità. Diversamente, penso ti strangolerebbe” replicò Blair, sospirando dentro di sé per quello spreco di materiale di prim’ordine.

“Assolutamente la verità. Vero, Liam?” ghignò Colin al fratello.

“Oh, eccome, Blair. Mio fratello è gay al cento percento. Penso sia il re dei gay. Non ha mai avuto dubbi, e io lo invidio molto per questo, perché le certezze nella vita sono importantissime” chiosò Liam, sorridendo con affetto al fratello maggiore.

“Perché, tu non hai ancora deciso da che parte buttarti?” esalò Blair, ora curiosa come non mai.

I due fratelli esplosero in una risata di gola, e scossero all’unisono il capo.

Quando infine si calmarono, Liam riuscì a dire: “No, ma ho maree di lupe arrapate che non vedono l’ora di impalmarmi, e io invece le rifuggo tutte perché so a cosa mirano, e mi fanno un po’ schifo, onestamente.”

“E’ un problema che hanno avuto in tanti, ma penso sarai in grado di scegliere per il meglio, quando scoprirai chi è la donna giusta per te” motteggiò Blair, sorridendogli con sicurezza.

“E per te? Esiste già un potenziale Primo Lupo, o ti lasci ancora tempo per pensarci?” le domandò curioso Colin.

“Io? Io mi lustro gli occhi, e lo farò ancora per anni e anni, onestamente” sorrise furba Blair, lanciando un’occhiata maliziosa a Colin, che replicò con altrettanta malizia. “Peccato per il qui presente, ma penso mi accontenterò comunque di sbirciare, se non darò fastidio.”

“Gli sguardi ammirati fanno sempre piacere… anche quelli delle donne” ironizzò Colin, sollevandole una mano per darle uno scherzoso bacio sul dorso.

Le risate di Penny, Kyle e Fianna interruppero il loro discorso faceto e, quando finalmente entrarono nella stalla, non poterono che unirsi al coro.

Michael, il lipizzano bianco, era davvero un fenomeno da circo.

In piedi nel suo box, stava giocando con la sua coda, mostrando al suo pubblico improvvisato il deretano enorme e bianco latte.

Penny, ancora ancorata al braccio di Kyle, se la stava ridendo della grossa mentre il ragazzo al suo fianco, più impegnato a guardare lei, si domandò per l’ennesima volta perché non avesse il coraggio di parlarle.

Si conoscevano fin da quando lei era giunta da Belfast, avendo avuto la fortuna di capitare nella stessa classe assieme.

Assieme a Blair, avevano composto la loro Triade di Potere nel breve lasso di pochi mesi l’uno dall’altra.

Se per Blair era stata quasi una conferma senza sorprese – era sempre stata una leader, fin da piccolissima – per Kyle era stata un’autentica sorpresa.

Mai nessuno, nella sua famiglia, aveva fatto parte di una Triade.

Questo, non l’aveva solo reso orgoglioso, ma gli aveva dato anche qualche speranza in più.

Essere allo stesso livello di Penny lo aveva reso più sicuro di sé, più coraggioso… ma così tanto da dichiararle ogni cosa.

Come avrebbe fatto a dirle tutto, rischiando così di rovinare la loro bellissima amicizia?

Ci teneva a lei, in un mondo di modi diversi e tutti più che importanti per lui, ma voleva di più, desiderava che Penny fosse la sua Penny.

Non la Penny di qualcun altro e, soprattutto, non la Penny di Colin Laroche.

Il punto, comunque, era un altro, e si riduceva a un’unica domanda: era o non era in grado di dirglielo?

Al momento, sembrava proprio di no.
 
***

Impegnata in una corsa sfrenata intorno ai tavoli assieme al fratellino, a Matthew – il figlio di Becca e Fred – e a Maggie, la cucciola di Estelle e Bright, Penny appariva lontana mille miglia da lui.

Poggiato contro lo steccato che delimitava l’area destinata ai cavalli, Kyle si irrigidì appena quando vide Colin avvicinarsi a lui con un paio di piatti ricolmi di patatine e torta salata.

Non aveva parlato molto con lui ma, in compenso, Penny aveva colmato le sue lacune ampiamente. Anche troppo, per i suoi gusti.

Quando infine il giovane ed elegante Laroche si fermò al suo fianco, porgendogli un piatto con aria sorniona, Kyle accettò l’offerta e domandò: “Stai scappando dal caos sotto i tendoni?”

“Tra le altre cose” ammise Colin, afferrando una patatina per poi addentarla. “Ma volevo anche evitare che ti venisse un infarto.”

“Perché, scusa?” borbottò Kyle, adombrandosi immediatamente.

Il giovane Laroche scrollò le spalle, replicando con calma olimpica: “Perché ho visto come sei protettivo nei confronti di Penny, e non volevo monopolizzare il suo tempo. Anche se è bello averla attorno. E’ una ragazza adorabile.”

Imprecando tra sé per il desiderio di spaccargli la faccia, pur non potendo, Kyle azzannò nervoso un pezzo di torta salata e bofonchiò: “Sì, è adorabile. Ma non devi pensare che serva il mio permesso, per stare in sua compagnia. Se ti ho dato questa impressione, mi scuso.”

Colin allora rise sommessamente, lo fissò per un attimo con aria comprensiva e infine disse: “Non devi scusarti di nulla. anzi, sono io che dovrei farlo, se ti ho dato l’impressione sbagliata di essere interessato a lei.”

“Non ci sarebbe nulla di male. Sarebbe un casino a livello logistico, ma non sarebbe comunque vietato” precisò Kyle, pur faticando a mettere in riga le parole.

Avrebbe voluto dire ben altro, a quel pallone gonfiato dalla faccia perfetta!

“Oh, lo so. Peccato che non mi piacciano le ragazze” ironizzò Colin, ammiccando.

Kyle sbiancò in viso, a quel commento buttato lì con assoluta naturalezza e Laroche, scrollando appena le spalle, aggiunse: “Non è un segreto per nessuno, e non voglio avere sulle spalle la vittima di una crisi di nervi, se posso evitarlo.”

“Ancora non capisco perché…”

Colin, a quel punto, tornò del tutto serio e, soppesando tra le mani una patatina, asserì: “Far finta di niente non aiuta te, e non aiuta lei a farsi chiarezza. Diamine, Penny è adorabile e, come dice la tua Fenrir, dispensa amore solo standole accanto. E’ una creatura dolcissima e carica di un’energia così positiva da essere quasi accecante. Ma mentirle è ingiusto.”

Sospirando suo malgrado, Kyle borbottò: “Ci legano troppe cose, e rovinerei tutto, se le dicessi quello che provo per lei.”

“Quindi, le mentirai finché Penny non vedrà qualcuno che non sei tu, perché ti considererà sempre e solo l’amico che l’accompagna nelle sue avventure, ma non vi partecipa mai con il cuore?” gli fece notare Colin, senza pietà alcuna.

“Io sono sempre partecipe!” sbottò Kyle.

“Se lo fossi davvero, glielo avresti detto. Invece ti mantieni sempre un po’ a distanza, e questo potrebbe allontanarla, col passare degli anni. Potrebbe farla sentire indesiderata, alla fine” gli fece notare Colin, tornando a parlare con estrema comprensione.

“Tu che ne sai? Non la conosci come la conosco io.”

Colin, allora, ammiccò mestamente e disse: “Quando ti piace qualcuno che non ricambia, la vita è dura, amico. Molto dura.”
“Oh” esalò Kyle, facendo tanto d’occhi.

“Per questo ti dico, visto che ti piace tanto, non darle l’impressione che le stai vicino solo perché lo vuole lei. Deve capire che anche tu vuoi stare in sua compagnia e non come prima, alle scuderie, quando facevi di tutto per stare a distanza di sicurezza da lei, senza però mollare il suo fianco. Sono input contrastanti.”

Ripiegato il capo in avanti, Kyle si prese la testa tra le mani e, sospirando afflitto, gracchiò: “La vorrò sempre come amica, anche se lei decidesse per qualcun altro che non sia io. Se le dicessi tutto, lei potrebbe rimanerci male, nella malaugurata ipotesi che non provasse le stesse cose per me, e non voglio vederla soffrire a causa mia.”

“Quindi, vivrai per sempre nell’ombra?” mormorò Colin, spiacente.

“Non me la sento di turbarla proprio ora con i miei sentimenti. E lei ha tutto il diritto di guardarsi in giro, anche se a me da fastidio e anche se, nel caso specifico, ho solo fatto la figura dell’idiota, pensando chissà che cosa” cercò di ironizzare Kyle, abbozzando un sorriso.

Colin allora rise, si passò una mano tra i capelli bruni e setosi e, compiaciuto, ammise: “Sì, in effetti, capisco il tuo errore. Le donne farebbero follie per me… peccato che la cosa sia a senso unico.”

A quel punto, i due scoppiarono a ridere e, quando Liam li raggiunse coi beveraggi, domandò: “Tutto okay, tra voi due?”

“Ho chiarito tutto” assentì Colin, afferrando dalla mano del fratello una lattina di Coca-Cola.

“Bene. Non vogliono ci siano dissidi con il Clan di Bradford” dichiarò soddisfatto Liam, sorridendo a Kyle.

“Tutto regolare, Liam. E scusa se ti ho preoccupato con le mie insulse gelosie” replicò Kyle, scrollando le spalle con contrizione.

“Ehi, amico! Sarebbe strano il contrario. Chi non potrebbe non essere geloso di una ragazza simile? Anch’io sono geloso della nostra Fianna, anche se non per motivi sentimentali. E’ così adorabile e sincera che mi viene spontaneo proteggerla, anche se lei poi, mi rivolterebbe sulle ginocchia per sculacciarmi!” rise Liam, passandosi nervosamente una mano sulla nuca, quasi a voler intendere che un evento simile si era già svolto.

Kyle e Colin risero con lui e, quando l’ilarità fu scemata, Colin ammise: “Fianna può esplodere peggio di un vulcano islandese, se le cose non le piacciono… o se noi facciamo troppo i galli cedroni con lei.”

“Non si sa mai come prendere le misure, insomma” sospirò Kyle, lanciando un’occhiata a Penny che, proprio in quel momento, si volse verso di lui per sorridergli.

Finendo con lo sbattere contro il torace di Eric Goudall, Fenrir del clan di Coulchester, che stava tenendo in braccio il figlio Ford, di due anni e mezzo.

“Oddio…” esalarono i tre ragazzi, guardandola a occhi sgranati mentre Penny, ballonzolando all’indietro, veniva afferrata dal braccio libero di Eric.

Penelope, a quel punto, si scusò a profusione mentre Ford scoppiava in una gaia risata ed Eric le dava una pacca sulla testa.

L’attimo seguente, Alec li raggiunse per assicurarsi che tutto andasse bene e, tra i due Fenrir, passarono diverse battute riguardanti l’attenzione di Penny e la sua velocità nella corsa.

Tutto sembrava essersi risolto bene, tranne che per Penny che, in quel momento, mostrava i segni di una contrizione assoluta.

“Vai da lei e consolala. Ho idea che ne abbia bisogno” mormorò Colin, dando una spintarella a Kyle che, dopo un attimo di tentennamento, corse dall’amica.

Rimasto con il fratello, Liam gli domandò: “Glielo dirà, secondo te?”

“No. Non è ancora pronto” scosse il capo Colin, mangiandosi l’ennesima patatina. “Ma, per lo meno, ha ammesso ad alta voce che Penny gli piace. E’ sempre la parte più difficile, ammetterlo con qualcuno che non sia te stesso.”

Liam fissò spiacente il fratello maggiore e, subito, lo sguardo gli corse a Carter Jones, giovane Freki del loro branco.

Di nove anni più grande di Colin, era il suo amore segreto… e non corrisposto.

Carter era etero al cento percento e, anche conoscendo i sentimenti di Colin, non gli aveva però mai fatto mancare il suo affetto e sostegno, pur non potendo corrispondere il suo amore.

Colin gli era grato per le sue attenzioni, anche se non sapeva se fossero più un danno, per lui, che un favore.

D’altra parte, rinunciare alla sua amicizia gli pareva una cosa impossibile da contemplare così… beh, viveva il suo dramma personale con stoicismo, in attesa di farsela passare.

“Tutto bene, Colin?” gli domandò Liam, battendogli una mano sulla spalla.

“Io sono okay. Ma mi preoccupa Kyle. Spero non commetta l’errore di stare in silenzio troppo tempo. I treni vanno presi al momento giusto, o si rischia che non tornino mai più nella tua stazione” borbottò Colin, sospirando.

“Torniamo in mezzo agli altri… diventi malinconico, a stare da solo” ironizzò Liam, trascinandolo con sé.

Colin si lasciò portare via da quell’angolo di pace e, con lo sguardo, cercò Penny e Kyle, trovandoli in un angolo appartato, intenti a parlare.

No, non gliel’avrebbe detto ma, almeno per quel giorno ancora, poteva fare le parti dell’amico sincero.

Quanto avrebbe potuto durare, senza ammettere la verità, non lo sapeva, ma sperava per entrambi che andasse tutto bene.







Note: E così, conosciamo la nuova triade del clan di Bradford, oltre a quella del clan di Cardiff, di cui sentiremo ancora parlare. 
Scopriamo così che Penny ha uno spasimante e che, a quanto pare, non sembra ancora sicuro di voler spifferare tutto con lei. Colin avrà ragione a dirgli di non aspettare troppo? Lo scopriremo nella prossima OS dedicata a loro.
Spero che le new entry vi abbiano incuriosito (e, per quanto riguarda i loro presta-volto, arriveranno con la prossima OS, quando saranno un po' più grandicelli).
Grazie per essere passate!
  
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