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Autore: Clara_Oswin    24/06/2016    1 recensioni
[SPIN OFF - DEEP ALLEY, IL DESTINO DI ELENA]
Questa storia è uno spin off di un racconto pubblicato nella sezione della sirenetta,
Ayla è la secondogenita del capo di una tribù insediatasi da poco in una radura nei pressi di un misterioso lago, costretta a sposarsi con Skan primogenito del capoclan vicino se ne innamora sinceramente e il loro rapporto seppur all'inizio complicato diventa sempre più stretto... fino a che nella loro vita non entra lui, un misterioso tritone che farà innamorare di sè Ayla condannandola così ad un destino che mai si sarebbe sognata...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 1. Il giorno in cui la mia vita prende una piega inaspettata

 

 

Mi sveglio di soprassalto, ancora quello stupido incubo si ostina a tormentare i miei sogni, sono già un paio di notti che si ripete non appena sprofondo nel sonno e la cosa inizia ad inquietarmi.

Sto correndo in una radura, sono sicura di non averla mai vista nella realtà eppure nel sogno è come se mi fosse molto familiare, sto scappando da un gruppo di persone che mi inseguono, non so il motivo ma continuo a correre fino a che non arrivo nei pressi di un burrone, il terreno si apre sotto di me e una voce sensuale mi sussurra all’orecchio “vieni da me”. Alle mie spalle qualcuno mi grida di non andare, di restare lì dove sono ma nonostante questo muovo qualche passo verso il baratro, inspiegabilmente affascinata dal nero delle sue profondità, qualche passo ancora e mi trovo a cadere giù, il salto dura qualche secondo prima che io colpisca con un sonoro splash un liquido vischioso che mi avvolge gambe e braccia e mi trascina verso il fondo, sopra di me la luce del sole si offusca e non appena mi rendo conto che quel liquido che mi sta inzuppando è sangue grido disperata, ma ormai è troppo tardi, inesorabilmente affogo. Subito dopo mi sveglio da sola nel mio letto, con i capelli incollati al corpo intriso di sudore, il cuore che batte a mille mi pulsa nel petto e non appena realizzo di aver sognato tutto cerco di tirare un sospiro di sollievo e ricominciare a dormire anche se il sapore del sangue sembra essere ancora nella mia gola.

Finalmente è mattina.

Dalla mia finestra entra uno spiraglio di sole che mi preannuncia l’inizio di una nuova giornata, mi stiracchio nel mio letto contemplando il silenzio che nelle ultime mattine regna in casa. Vivo in un piccolo villaggio all’interno di una radura sempreverde con mio padre e mio fratello, ormai da quasi due anni, mia mamma è morta dandomi alla luce e fino a qualche mese fa sono stata allevata da mia nonna sino a che non ci ha abbandonati tutti passando nel mondo degli spiriti.

Mi alzo lentamente dal letto, ripetendo mentalmente tutto quello che devo fare nell’arco della giornata, mio fratello Kota e papà sono via per alcuni giorni per discutere con il capo di una tribù vicina per stipulare un’alleanza pacifica, (dato che il nostro villaggio è più che altro basato sull’agricoltura e conosce ben poco di armi), ma sono passati già alcuni giorni e di loro non abbiamo avuto ancora nessuna notizia.

Ricaccio indietro l’ansia che ha preso a stringermi lo stomaco dandomi da fare dentro la nostra casa rassettando e mettendo in ordine, in cucina faccio mente locale di cosa potrei preparare per pranzo, visto che sono da sola e la caccia è un abitudine degli uomini di casa sarò costretta a visitare il campo per raccogliere qualche bacca e preparare una modesta insalata, mi appunto mentalmente che la nostra riserva d’acqua dolce è in esaurimento e che questo pomeriggio mi toccherà andare fino al fiume per farne dell’altra scorta.

Poco dopo le undici, come ogni mattina bussa alla porta la mia migliore amica con cui trascorro la maggior parte delle mie giornate, ha due anni in meno rispetto a me ed io la considero come una sorella dato che si può dire siamo cresciute insieme.

“Ayla, sei ancora in pigiama? Non è da te!” si sporge curiosa “ah, ho capito… ancora tuo padre non è rientrato, eh?” tenta di scherzare tirandomi su di morale ma sa perfettamente quanto io sia in ansia.

Mio padre infatti è il capo del nostro piccolo villaggio, gestisce e prende lui le decisioni per tutti noi, così due anni fa quando la radura in cui ci eravamo insediati era diventata troppo piccola per contenere la nostra continua espansione, tutto il villaggio si era spostato insediandosi in questa nuova zona.

“ho paura che le trattative possano andare male… che gli potesse succedere qualcosa…” le dico mentre la faccio entrare in casa. Lei mi segue nella mia stanza dove io inizio a tirare fuori i vestiti e a prepararmi per la giornata, dovremmo passare dal campo assieme perciò decido di legare i miei lunghi capelli biondi in una treccia dietro le spalle che arriva fino alla vita, opto poi per un vestito verde con dei disegni geometrici sull’orlo; è il preferito di mio padre, dice che i miei occhi verdi sembrano più luminosi quando lo indosso.

“se tuo padre fosse qui ti direbbe di stare tranquilla e di non preoccuparti di queste sciocchezze…”dovresti preoccuparti invece di trovarti un marito!” " Anna mi sorride mentre finisco di allacciare i sandali.

“ti sta davvero bene, questo colore ti fa sembrare una fata dei boschi!”

Nella mia famiglia sono l’unica ad avere i capelli di questo colore chiaro, nemmeno mia madre aveva i capelli biondi, tutti al villaggio hanno dei colori simili, capelli scuri e occhi del medesimo colore tranne che qualcuno con gli occhi chiari come mio padre. Lavoriamo sotto al sole e la nostra pelle è bronzea, Anna infatti ha i capelli scuri e due occhi che le incorniciano la pelle olivastra rendendola esotica, io invece mi sono sempre sentita diversa per questi miei colori chiari.

“non a caso tutti sanno tu sia la ragazza più bella al villaggio… scommetto non avrai problemi a trovare un fidanzato,”

“ancora con questa storia?” la prendo sotto braccio e l’accompagno fuori mentre recupero un cestino in vimini dall’ingresso.

“non sono poi così bella, tu invece sei perfetta! Come vorrei essere come te… almeno tutti la smetterebbero di fissarmi ogni volta che esco di casa!”

Lei ride e sento il mio cuore farsi un po’ più leggero. A causa del mio aspetto insolito ho sempre suscitato l’attenzione dei ragazzi e l’invida delle ragazze, nonostante sia triste Anny è l’unica amica che ho.

“oh devi aiutarmi An!” quasi mi ricordo all’improvviso di domani. Speravo papà tornasse in tempo ed invece dovrò celebrare il passaggio d’età da sola… domani sera ci sarà il rito del passaggio d’età e non so proprio cosa fare…tutta quelle gente che mi fisserà… mi sento già in ansia.”

Quando ragazze e ragazzi compiono 17 anni entrano di diritto nel mondo degli adulti diventando giovani uomini e giovani donne, da quel momento in poi come si suol dire, è caccia aperta. I ragazzi e le ragazze devono trovare il partener della vita, con cui costruire una nuova casa e mettere al mondo i figli trovando così il loro posto nella società e dando il loro contributo allo sviluppo. Kota, mio fratello ha compiuto i 17 anni lo scorso anno ma solitamente i ragazzi non si sposano sino a che non hanno raggiunto la loro indipendenza andando a vivere da soli nella casa che si costruiranno con le proprie mani. Per le ragazze invece è diverso, loro scelgono il loro fidanzato in base a tante cose diverse che possono andare dall’amore puro e semplice alla loro condizione economica…

Domani sera sarà allestito un enorme falò dove tutti si raduneranno e daranno inizio alla cerimonia del passaggio all’età adulta, le ragazze prendono parte alla cerimonia accompagnate da un membro maschile della famiglia, altre invece che o per scelta o per un matrimonio combinato vengono accompagnate dai rispettivi fidanzati rendendo ufficiale il loro impegno.

La voce di Anna mi distoglie dai miei pensieri.

“ehi? Ci sei ??”

“si, scusami io stavo solo pensando…”

“non devi essere preoccupata, abbiamo assistito così tante volte alle cerimonie delle altre che sarà una formalità… sei così fortunata, ballerai tutta la sera con tanti bei ragazzi! Devi darti da fare e iniziare a guardarti attorno, altrimenti i migliori saranno già presi.”

“hai ragione amica mia… sei così saggia, e hai solo quindici anni! Quando avrai la mia età sarai una specie di veterana del matrimoni” rido mentre ci addentriamo sul sentiero che porta ai campi.

“già riesco ad immaginarti, avvolta nel tuo splendido abito bianco che volteggi attorno al fuoco con gli splendidi capelli al vento.” I suoi occhi diventano sognanti.

Sono fortunata ad avere un’amica come lei, nel mio cuore spero resteremo amiche per tutta la vita.

Mi ritorna in mente il discorso che Papà mi fece qualche giorno prima di partire, nel caso non fosse ancora tornato per il giorno del rito.

“è importante Ayla che tu scelga bene il ragazzo che ti starà accanto, devi tenere conto della tua posizione di prestigio essendo la figlia del capo.” Il suo sorriso si intenerisce mentre i miei occhi si concentrano su di lui tenendo bene in mente le sue raccomandazioni, “ma tesoro,” mi prende la mano e la guarda teneramente, in quel momento sta avendo qualche ricordo riguardante la mamma. “scegli con il cuore. Se lo farai non te ne pentirai mai.”

Il ricordo svanisce mentre presto attenzione al campo verde e dorato che si estende davanti a noi, ragazzi e uomini si affaccendano correndo avanti e indietro, spesso anche noi veniamo qui a dare una mano ma fino a che non compiamo 17 anni ci è proibito lavorare, o almeno non ve ne è la necessità. Sono tutti in fermento per la festa di domani, ci sarà tanto cibo e vino e la musica riempirà le nostre orecchie con brillanti composizioni.

Tristan, un amico di mio fratello ci corre incontro emozionato. “che cosa ci fate ancora qui?” poi si rivolge a me indicando la strada da cui siamo appena venute “credevo di trovarti in prima fila per l’annuncio!”

“che stai dicendo Tristan?” Anna lo guarda confusa.

“ma quale annuncio, di che parli?” chiedo

“ma come?” mi fissa come se stessi scherzando. “non mi dire che non sapevi che tuo padre è appena arrivato al villaggio con il capo del villaggio vicino? Stanno percorrendo la strada che porta alla piazza avvertendo tutti che ci sono importanti annunci da comunicare e di recarsi tutti lì subito.”

Quasi mi sento svenire mentre le sue parole iniziano ad avere un senso. Sono così sollevata che credo potrei scoppiare a piangere di gioia.

Le trattative devono essere andate bene, altrimenti di certo papà non starebbe portando dentro il suo amato villaggio il nemico!

“dobbiamo andare subito lì” e nello stesso momento in cui formulo questo pensiero Anna lo palesa a voce alta, prendendo me e Tristan per un braccio, correndo per la strada da cui siamo appena arrivate.

 

****

 

“Mia Buona gente, abbiamo visto assai cose in questo nostro breve viaggio, il clan dei Luplit è assai potente, dispone di mezzi che noi non potremmo mai procuraci eppure, nel loro capo ho visto tanta saggezza e la nostra stessa voglia di pace.”

Sento la voce di papà che chiara e profonda parla alla gente che si è radunata nella piazza; io Tristan e Anna ci mischiamo nella massa cercando di avvicinarci il più possibile al grande carro aperto che si è fermato proprio al centro e da cui riesco a scorgere la sagoma di mio padre.

“La loro carenza di donne è un problema che li preoccupa per lo sviluppo della loro società, i loro uomini sono addestrati guerrieri e con la loro arte di guerra e la nostra saggezza e sviluppata agricoltura, insieme potremmo dare vita ad una società che non deve temere nessuno.
Basta fuggire senza reagire, è giunto il momento di raggiungere quell’ideale di vita che per molto tempo abbiamo seguito senza mai completamente raggiungere, oggi ne abbiamo la possibilità.”

Sento un ondata di applausi partire dal fondo fino ad espandersi sempre più, nel tentativo di avvicinarmi perdo le tracce dei miei amici, ma non posso fermarmi adesso; raggiungo la quarta fila e finalmente la mia visione migliora. Su di un grande carro aperto ci sono in piedi quattro uomini, mio fratello e mio padre sulla sinistra e un uomo più maturo ed un altro ragazzo sulla destra, finalmente soddisfatta dal posto raggiunto e dopo essermi accertata che entrami stessero bene mi acquieto ascoltando il resto del discorso.

“Vi presento colui che ha permesso tutto ciò; Armes Luplit il capoclan.” Con un gesto fluido papà indica l’uomo al suo fianco, la sua corporatura massiccia e i suoi capelli ingrigiti legati dietro la nuca esaltano la sua prestanza nonostante l’età, gli occhi scuri, vigili e attenti esplorano le persone tra il pubblico con curiosità.

“oggi è un grande giorno per le nostre due tribù,” incomincia Armes

“il giorno in cui le nostre storie si intrecceranno per dare vita a qualcosa di nuovo. Le nostre società si uniranno completamente, i nostri uomini e le vostre donne saranno i nuovi pilastri della società che creeremo, e per fare questo, per unire le nostre due culture e sancire questo profondo cambiamento saremo proprio noi a darvi il primo segno di cambiamento,”

Il silenzio segna l’aria come una lama invisibile, nessuno osa fiatare mentre attende la rivelazione dell’uomo, il segno del nuovo cambiamento.

 “celebreremo un unione”

Sul mio volto così come su quello degli altri compare un’espressione confusa, mentre mio padre rivela finalmente quello che mai avrei pensato di ascoltare.

“Mia figlia, la mia secondo genita Ayla, sposerà Skan, il primo figlio di Armes”

Si levano degli applausi di esultazione dal pubblico, ma io non riesco ad udire nient’altro del mio cuore che batte come un forsennato nel petto rimbombandomi nelle orecchie.

Mio padre mi ha promessa in sposa ad uno sconosciuto.

Lui che parlava tanto di amore e scelta di cuore non ha tenuto in considerazione nessuna di queste cose mentre faceva il bene del suo villaggio.

Faccio scorrere il mio sguardo su tutti loro, mio fratello è lì in mezzo e mi sento come tradita se penso che non ha fatto nulla per impedirglielo.

Trovo il coraggio finalmente di guardare meglio il ragazzo che avevo completamente trascurato, è alto quanto a mio fratello e la sua pelle è bronzea e tonica, le sue braccia possenti sono frutto di numerosi allenamenti e mostra con fierezza qualche cicatrice che ostenta la sua partecipazione a guerre da cui è tornato vittorioso. I suoi capelli corvini gli ricadono a onde sul collo, quasi mi sembra di sentire tutti i sospiri delle ragazze del villaggio mentre fantasticano su di lui. Poi mi ricordo che adesso hanno un motivo in più per detestarmi e il mio sorriso svanisce all’improvviso.

“Ayla.” Chiama mio padre in cerca tra il pubblico. Il suo tono è un ordine ben preciso.

Qualcuno si accorge della mia presenza e inizio a sentirmi addosso gli occhi delle ragazze che sino a qualche minuto dedicavano la loro attenzione al ragazzo-guerriero sul carro.

Papà spera che io sia lì in mezzo al pubblico e prenda parte a quel teatrino per non farlo sfigurare, prendo un respiro profondo; essere la figlia del capo non è mai stato semplice, ma so quali sono i miei doveri e quindi faccio un cenno per farmi vedere e aprirmi un varco tra la folla.

Salgo i gradini stando bene attenta a non cadere, mio fratello ricorda ancora le buone maniere nonostante sembri imbambolato e così mi aiuta a salire; papà mi prende per mano mentre mi presenta al pubblico come se già non sapesse chi sono… mi guarda di sottecchi, è contento che io abbia messo quel vestito oggi, ai suoi occhi non potevo presentarmi meglio di così… peccato solo per la mia treccia un po’ in disordine e per il mio sguardo ancora confuso…

Il ragazzo che avevo visto dal palco che a quanto pare ha un nome, fa un passo avanti nella mia direzione, papà mi lascia spostandosi un po’ lasciando che l’attenzione ricada su di noi. Non posso evitare di scrutarlo con attenzione sentendomi così piccola e fragile in confronto a lui con quell’aspetto così autoritario, ben diverso dai ragazzi che sono abituata a vedere al villaggio.

Rivolge un cenno verso mio padre, la quale risponde scuotendo impercettibilmente la testa in un segno di assenso, poi punta i suoi occhi, di un blu quasi irreale nei miei, congelandomi all’istante provocando la comparsa del rossore sulle mie guance.

Quello che fa dopo mi congela le vene; mi prende la mano e sotto gli occhi di tutti me la bacia, suggellando così l’accordo.

Tra la soggezione e l’imbarazzo per quello che era appena successo non mi ero resa conto di ciò che quel gesto significasse, con quel piccolo bacio sul mio dorso noi due avevamo acconsentito al fidanzamento ed eravamo adesso di fatto una coppia.

“da domani al nostro villaggio cambieranno tante cose” mio padre ritorna a parlare mentre Skan, con un tocco appena percepibile mi sistema al  suo fianco ricostruendo così quella linea retta quasi militaresca che avevo intravisto dal pubblico.

“Accogliete di buon grado il cambiamento, ci accompagnerà verso una nuova era” papà aveva appena terminato il discorso e le sue parole rassicurarono persino me, accogliete il cambiamento e andrà tutto bene.

La gioia che avevo provato nel rivederli tornare sani e salvi adesso era sostituita da quell’ansia che continuava a crescermi in petto, cosa ne sarebbe stato di me?

 “signori,” mio padre si volta verso Armes e Skan, “per noi la serata prosegue di qua,” poi indica una strada che purtroppo conosco molto bene e mi rendo conto che da quel momento saranno nostri ospiti.

La mia giornata è appena iniziata.

 

 

 

 

 

 

 

  
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