Capitolo 1. Il
giorno in cui la mia vita prende
una piega inaspettata
Mi sveglio di
soprassalto, ancora quello
stupido incubo si ostina a tormentare i miei sogni, sono già
un paio di notti
che si ripete non appena sprofondo nel sonno e la cosa inizia ad
inquietarmi.
Sto correndo in
una radura, sono sicura di non
averla mai vista nella realtà eppure nel sogno è
come se mi fosse molto
familiare, sto scappando da un gruppo di persone che mi inseguono, non
so il
motivo ma continuo a correre fino a che non arrivo nei pressi di un
burrone, il
terreno si apre sotto di me e una voce sensuale mi sussurra
all’orecchio “vieni
da me”. Alle mie spalle qualcuno mi grida di non andare, di
restare lì dove
sono ma nonostante questo muovo qualche passo verso il baratro,
inspiegabilmente
affascinata dal nero delle sue profondità, qualche passo
ancora e mi trovo a
cadere giù, il salto dura qualche secondo prima che io
colpisca con un sonoro
splash un liquido vischioso che mi avvolge gambe e braccia e mi
trascina verso
il fondo, sopra di me la luce del sole si offusca e non appena mi rendo
conto
che quel liquido che mi sta inzuppando è sangue grido
disperata, ma ormai è
troppo tardi, inesorabilmente affogo. Subito dopo mi sveglio da sola
nel mio
letto, con i capelli incollati al corpo intriso di sudore, il cuore che
batte a
mille mi pulsa nel petto e non appena realizzo di aver sognato tutto
cerco di
tirare un sospiro di sollievo e ricominciare a dormire anche se il
sapore del
sangue sembra essere ancora nella mia gola.
Finalmente
è mattina.
Dalla mia
finestra entra uno spiraglio di sole
che mi preannuncia l’inizio di una nuova giornata, mi
stiracchio nel mio letto
contemplando il silenzio che nelle ultime mattine regna in casa. Vivo
in un
piccolo villaggio all’interno di una radura sempreverde con
mio padre e mio fratello,
ormai da quasi due anni, mia mamma è morta dandomi alla luce
e fino a qualche
mese fa sono stata allevata da mia nonna sino a che non ci ha
abbandonati tutti
passando nel mondo degli spiriti.
Mi alzo
lentamente dal letto, ripetendo
mentalmente tutto quello che devo fare nell’arco della
giornata, mio fratello
Kota e papà sono via per alcuni giorni per discutere con il
capo di una tribù
vicina per stipulare un’alleanza pacifica, (dato che il
nostro villaggio è più
che altro basato sull’agricoltura e conosce ben poco di
armi), ma sono passati
già alcuni giorni e di loro non abbiamo avuto ancora nessuna
notizia.
Ricaccio
indietro l’ansia che ha preso a
stringermi lo stomaco dandomi da fare dentro la nostra casa rassettando
e
mettendo in ordine, in cucina faccio mente locale di cosa potrei
preparare per
pranzo, visto che sono da sola e la caccia è un abitudine
degli uomini di casa
sarò costretta a visitare il campo per raccogliere qualche
bacca e preparare
una modesta insalata, mi appunto mentalmente che la nostra riserva
d’acqua
dolce è in esaurimento e che questo pomeriggio mi
toccherà andare fino al fiume
per farne dell’altra scorta.
Poco dopo le
undici, come ogni mattina bussa
alla porta la mia migliore amica con cui trascorro la maggior parte
delle mie
giornate, ha due anni in meno rispetto a me ed io la considero come una
sorella
dato che si può dire siamo cresciute insieme.
“Ayla,
sei ancora in pigiama? Non è da te!” si
sporge curiosa “ah, ho capito… ancora tuo padre
non è rientrato, eh?” tenta di
scherzare tirandomi su di morale ma sa perfettamente quanto io sia in
ansia.
Mio padre
infatti è il capo del nostro piccolo
villaggio, gestisce e prende lui le decisioni per tutti noi,
così due anni fa
quando la radura in cui ci eravamo insediati era diventata troppo
piccola per
contenere la nostra continua espansione, tutto il villaggio si era
spostato
insediandosi in questa nuova zona.
“ho
paura che le trattative possano andare
male… che gli potesse succedere
qualcosa…” le dico mentre la faccio entrare in
casa. Lei mi segue nella mia stanza dove io inizio a tirare fuori i
vestiti e a
prepararmi per la giornata, dovremmo passare dal campo assieme
perciò decido di
legare i miei lunghi capelli biondi in una treccia dietro le spalle che
arriva
fino alla vita, opto poi per un vestito verde con dei disegni
geometrici
sull’orlo; è il preferito di mio padre, dice che i
miei occhi verdi sembrano
più luminosi quando lo indosso.
“se
tuo padre fosse qui ti direbbe di stare
tranquilla e di non preoccuparti di queste sciocchezze…”dovresti preoccuparti invece di trovarti
un marito!” " Anna
mi sorride mentre finisco di allacciare i sandali.
“ti
sta davvero bene, questo colore ti fa
sembrare una fata dei boschi!”
Nella mia
famiglia sono l’unica ad avere i capelli
di questo colore chiaro, nemmeno mia madre aveva i capelli biondi,
tutti al
villaggio hanno dei colori simili, capelli scuri e occhi del medesimo
colore
tranne che qualcuno con gli occhi chiari come mio padre. Lavoriamo
sotto al
sole e la nostra pelle è bronzea, Anna infatti ha i capelli
scuri e due occhi
che le incorniciano la pelle olivastra rendendola esotica, io invece mi
sono
sempre sentita diversa per questi miei colori chiari.
“non a
caso tutti sanno tu sia la ragazza più
bella al villaggio… scommetto non avrai problemi a trovare
un fidanzato,”
“ancora
con questa storia?” la prendo sotto
braccio e l’accompagno fuori mentre recupero un cestino in
vimini
dall’ingresso.
“non
sono poi così bella, tu invece sei
perfetta! Come vorrei essere come te… almeno tutti la
smetterebbero di fissarmi
ogni volta che esco di casa!”
Lei ride e sento
il mio cuore farsi un po’ più
leggero. A causa del mio aspetto insolito ho sempre suscitato
l’attenzione dei
ragazzi e l’invida delle ragazze, nonostante sia triste Anny
è l’unica amica
che ho.
“oh
devi aiutarmi An!” quasi mi ricordo
all’improvviso di domani. Speravo papà tornasse in
tempo ed invece dovrò
celebrare il passaggio d’età da sola…
domani sera ci sarà il rito del passaggio
d’età e non so proprio cosa fare…tutta
quelle gente che mi fisserà… mi sento
già in ansia.”
Quando ragazze e
ragazzi compiono 17 anni
entrano di diritto nel mondo degli adulti diventando giovani uomini e
giovani
donne, da quel momento in poi come si suol dire, è caccia
aperta. I ragazzi e
le ragazze devono trovare il partener della vita, con cui costruire una
nuova
casa e mettere al mondo i figli trovando così il loro posto
nella società e
dando il loro contributo allo sviluppo. Kota, mio fratello ha compiuto
i 17
anni lo scorso anno ma solitamente i ragazzi non si sposano sino a che
non
hanno raggiunto la loro indipendenza andando a vivere da soli nella
casa che si
costruiranno con le proprie mani. Per le ragazze invece è
diverso, loro
scelgono il loro fidanzato in base a tante cose diverse che possono
andare
dall’amore puro e semplice alla loro condizione
economica…
Domani sera
sarà allestito un enorme falò dove
tutti si raduneranno e daranno inizio alla cerimonia del passaggio
all’età
adulta, le ragazze prendono parte alla cerimonia accompagnate da un
membro
maschile della famiglia, altre invece che o per scelta o per un
matrimonio
combinato vengono accompagnate dai rispettivi fidanzati rendendo
ufficiale il
loro impegno.
La voce di Anna
mi distoglie dai miei pensieri.
“ehi?
Ci sei ??”
“si,
scusami io stavo solo pensando…”
“non
devi essere preoccupata, abbiamo assistito
così tante volte alle cerimonie delle altre che
sarà una formalità… sei
così
fortunata, ballerai tutta la sera con tanti bei ragazzi! Devi darti da
fare e
iniziare a guardarti attorno, altrimenti i migliori saranno
già presi.”
“hai
ragione amica mia… sei così saggia, e hai
solo quindici anni! Quando avrai la mia età sarai una specie
di veterana del
matrimoni” rido mentre ci addentriamo sul sentiero che porta
ai campi.
“già
riesco ad immaginarti, avvolta nel tuo
splendido abito bianco che volteggi attorno al fuoco con gli splendidi
capelli
al vento.” I suoi occhi diventano sognanti.
Sono fortunata
ad avere un’amica come lei, nel
mio cuore spero resteremo amiche per tutta la vita.
Mi ritorna in
mente il discorso che Papà mi
fece qualche giorno prima di partire, nel caso non fosse ancora tornato
per il
giorno del rito.
“è
importante Ayla che tu scelga bene il
ragazzo che ti starà accanto, devi tenere conto della tua
posizione di
prestigio essendo la figlia del capo.” Il suo sorriso si
intenerisce mentre i
miei occhi si concentrano su di lui tenendo bene in mente le sue
raccomandazioni,
“ma tesoro,” mi prende la mano e la guarda
teneramente, in quel momento sta
avendo qualche ricordo riguardante la mamma. “scegli con il
cuore. Se lo farai
non te ne pentirai mai.”
Il ricordo
svanisce mentre presto attenzione al
campo verde e dorato che si estende davanti a noi, ragazzi e uomini si
affaccendano correndo avanti e indietro, spesso anche noi veniamo qui a
dare
una mano ma fino a che non compiamo 17 anni ci è proibito
lavorare, o almeno
non ve ne è la necessità. Sono tutti in fermento
per la festa di domani, ci
sarà tanto cibo e vino e la musica riempirà le
nostre orecchie con brillanti
composizioni.
Tristan, un
amico di mio fratello ci corre
incontro emozionato. “che cosa ci fate ancora qui?”
poi si rivolge a me
indicando la strada da cui siamo appena venute “credevo di
trovarti in prima
fila per l’annuncio!”
“che
stai dicendo Tristan?” Anna lo guarda
confusa.
“ma
quale annuncio, di che parli?” chiedo
“ma
come?” mi fissa come se stessi scherzando.
“non mi dire che non sapevi che tuo padre è appena
arrivato al villaggio con il
capo del villaggio vicino? Stanno percorrendo la strada che porta alla
piazza
avvertendo tutti che ci sono importanti annunci da comunicare e di
recarsi
tutti lì subito.”
Quasi mi sento
svenire mentre le sue parole
iniziano ad avere un senso. Sono così sollevata che credo
potrei scoppiare a
piangere di gioia.
Le trattative
devono essere andate bene,
altrimenti di certo papà non starebbe portando dentro il suo
amato villaggio il
nemico!
“dobbiamo
andare subito lì” e nello stesso
momento in cui formulo questo pensiero Anna lo palesa a voce alta,
prendendo me
e Tristan per un braccio, correndo per la strada da cui siamo appena
arrivate.
****
“Mia
Buona gente, abbiamo visto assai cose in questo nostro breve viaggio,
il clan
dei Luplit è assai potente, dispone di mezzi che noi non
potremmo mai procuraci
eppure, nel loro capo ho visto tanta saggezza e la nostra stessa voglia
di
pace.”
Sento la voce di
papà che chiara e profonda
parla alla gente che si è radunata nella piazza; io Tristan
e Anna ci mischiamo
nella massa cercando di avvicinarci il più possibile al
grande carro aperto che
si è fermato proprio al centro e da cui riesco a scorgere la
sagoma di mio
padre.
“La
loro carenza di donne è un problema che li preoccupa per lo
sviluppo della loro
società, i loro uomini sono addestrati guerrieri e con la
loro arte di guerra e
la nostra saggezza e sviluppata agricoltura, insieme potremmo dare vita
ad una
società che non deve temere nessuno.
Basta fuggire senza reagire, è giunto il momento di
raggiungere quell’ideale di
vita che per molto tempo abbiamo seguito senza mai completamente
raggiungere,
oggi ne abbiamo la possibilità.”
Sento un ondata
di applausi partire dal fondo
fino ad espandersi sempre più, nel tentativo di avvicinarmi
perdo le tracce dei
miei amici, ma non posso fermarmi adesso; raggiungo la quarta fila e
finalmente
la mia visione migliora. Su di un grande carro aperto ci sono in piedi
quattro
uomini, mio fratello e mio padre sulla sinistra e un uomo
più maturo ed un
altro ragazzo sulla destra, finalmente soddisfatta dal posto raggiunto
e dopo
essermi accertata che entrami stessero bene mi acquieto ascoltando il
resto del
discorso.
“Vi
presento colui che ha permesso tutto ciò; Armes Luplit il
capoclan.”
Con un gesto fluido papà indica l’uomo al suo
fianco, la sua corporatura
massiccia e i suoi capelli ingrigiti legati dietro la nuca esaltano la
sua
prestanza nonostante l’età, gli occhi scuri,
vigili e attenti esplorano le
persone tra il pubblico con curiosità.
“oggi
è un grande giorno per le nostre due
tribù,” incomincia
Armes
“il
giorno in cui le nostre storie si intrecceranno per dare vita a
qualcosa di
nuovo. Le nostre società si uniranno completamente, i nostri
uomini e le vostre
donne saranno i nuovi pilastri della società che creeremo, e
per fare questo,
per unire le nostre due culture e sancire questo profondo cambiamento
saremo
proprio noi a darvi il primo segno di cambiamento,”
Il silenzio
segna l’aria come una lama
invisibile, nessuno osa fiatare mentre attende la rivelazione
dell’uomo, il
segno del nuovo cambiamento.
“celebreremo
un unione”
Sul mio volto
così come su quello degli altri
compare un’espressione confusa, mentre mio padre rivela
finalmente quello che
mai avrei pensato di ascoltare.
“Mia
figlia, la mia secondo genita Ayla, sposerà Skan, il primo
figlio di Armes”
Si levano degli
applausi di esultazione dal
pubblico, ma io non riesco ad udire nient’altro del mio cuore
che batte come un
forsennato nel petto rimbombandomi nelle orecchie.
Mio
padre mi ha promessa in sposa ad uno sconosciuto.
Lui che parlava
tanto di amore e scelta di
cuore non ha tenuto in considerazione nessuna di queste cose mentre
faceva il
bene del suo villaggio.
Faccio scorrere
il mio sguardo su tutti loro,
mio fratello è lì in mezzo e mi sento come
tradita se penso che non ha fatto
nulla per impedirglielo.
Trovo il
coraggio finalmente di guardare meglio
il ragazzo che avevo completamente trascurato, è alto quanto
a mio fratello e
la sua pelle è bronzea e tonica, le sue braccia possenti
sono frutto di
numerosi allenamenti e mostra con fierezza qualche cicatrice che
ostenta la sua
partecipazione a guerre da cui è tornato vittorioso. I suoi
capelli corvini gli
ricadono a onde sul collo, quasi mi sembra di sentire tutti i sospiri
delle
ragazze del villaggio mentre fantasticano su di lui. Poi mi ricordo che
adesso
hanno un motivo in più per detestarmi e il mio sorriso
svanisce all’improvviso.
“Ayla.”
Chiama mio padre in cerca tra il
pubblico. Il suo tono è un ordine ben preciso.
Qualcuno si
accorge della mia presenza e inizio
a sentirmi addosso gli occhi delle ragazze che sino a qualche minuto
dedicavano
la loro attenzione al ragazzo-guerriero sul carro.
Papà
spera che io sia lì in mezzo al pubblico e
prenda parte a quel teatrino per non farlo sfigurare, prendo un respiro
profondo; essere la figlia del capo non è mai stato
semplice, ma so quali sono
i miei doveri e quindi faccio un cenno per farmi vedere e aprirmi un
varco tra
la folla.
Salgo i gradini
stando bene attenta a non
cadere, mio fratello ricorda ancora le buone maniere nonostante sembri
imbambolato e così mi aiuta a salire; papà mi
prende per mano mentre mi
presenta al pubblico come se già non sapesse chi
sono… mi guarda di sottecchi,
è contento che io abbia messo quel vestito oggi, ai suoi
occhi non potevo
presentarmi meglio di così… peccato solo per la
mia treccia un po’ in disordine
e per il mio sguardo ancora confuso…
Il ragazzo che
avevo visto dal palco che a
quanto pare ha un nome, fa un passo avanti nella mia direzione,
papà mi lascia
spostandosi un po’ lasciando che l’attenzione
ricada su di noi. Non posso evitare
di scrutarlo con attenzione sentendomi così piccola e
fragile in confronto a
lui con quell’aspetto così autoritario, ben
diverso dai ragazzi che sono
abituata a vedere al villaggio.
Rivolge un cenno
verso mio padre, la quale
risponde scuotendo impercettibilmente la testa in un segno di assenso,
poi
punta i suoi occhi, di un blu quasi irreale nei miei, congelandomi
all’istante
provocando la comparsa del rossore sulle mie guance.
Quello che fa
dopo mi congela le vene; mi
prende la mano e sotto gli occhi di tutti me la bacia, suggellando
così
l’accordo.
Tra la
soggezione e l’imbarazzo per quello che
era appena successo non mi ero resa conto di ciò che quel
gesto significasse, con
quel piccolo bacio sul mio dorso noi due avevamo acconsentito al
fidanzamento
ed eravamo adesso di fatto una coppia.
“da
domani al nostro villaggio cambieranno
tante cose” mio padre ritorna a parlare mentre Skan, con un
tocco appena
percepibile mi sistema al suo
fianco
ricostruendo così quella linea retta quasi militaresca che
avevo intravisto dal
pubblico.
“Accogliete
di buon grado il cambiamento, ci
accompagnerà verso una nuova era” papà
aveva appena terminato il discorso e le
sue parole rassicurarono persino me, accogliete
il cambiamento e andrà tutto bene.
La gioia che
avevo provato nel rivederli
tornare sani e salvi adesso era sostituita da quell’ansia che
continuava a
crescermi in petto, cosa ne sarebbe stato di me?
“signori,”
mio padre si volta verso Armes e Skan, “per noi la serata
prosegue di qua,” poi
indica una strada che purtroppo conosco molto bene e mi rendo conto che
da quel
momento saranno nostri ospiti.
La mia giornata
è appena iniziata.