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Autore: StewyT    26/06/2016    5 recensioni
E se Magnus e Alec fossero due semplici studenti di Oxford che per chissà quale strana combinazione si trovano ad essere compagni di stanza e grandi amici?
E se fossero destinati ad essere i "Malec" anche nel nostro mondo? Sicuramente troverebbero il modo per complicarsi la vita per poi arrendersi al destino.
Alec, finto ingenuo etero, nascosto in una relazione falsa, che scappa da quello che prova scambiandolo per omofobia; Magnus, finto disinteressato, nascosto in una relazione falsa, che cerca qualsiasi modo per far venire fuori il vero Alec. Il dormitorio di Oxford illuminato dalle luci dell'amore e il peso delle bugie, che fa da sfondo ai piccoli grandi segreti che entrambi tengono stretti.
Dal 1° capitolo.
“Ero venuto qui con tante belle idee per festeggiarci, ma sai cosa? Ti lascio il tuo sacchetto di cibo e me ne vado al pub!” disse facendo il finto offeso Magnus.
“Festeggiarci…?”
“Oh Dio santo, che testa di merda hai” sbuffò “Che giorno è oggi?”
“Ventitré settembre?”
“È un anno che siamo compagni di stanza, zuccone!”.
“Non ho molto ben compreso cosa festeggiamo...”
“Il fatto che tu sia stato l'unico uomo a dormire nella mia camera, che non mi sono portato a letto!".
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Magnus e le riunioni clandestine.
 
 
Il cellulare di Magnus iniziò a squillare squarciando l’aria tranquilla e dolce che aleggiava nella camera ancora completamente scura, nonostante fosse ormai arrivato il mattino da parecchie ore; il giovane si sporse oltre il comodino per prendere il proprio cellulare e rispondendo con uno sbuffo.
“Cat!”
“Stavi mica ancora dormendo?”
“Sì! Oggi ho lezioni di pomeriggio e come tutte le persone normali quando ho lezione il pomeriggio, al mattino dormo”
“Eppure io pensavo che le persone normali al mattino studiassero!”
“Ti sbagliavi! Le persone noiose come Alec e te, lo fanno.”
“Alec, Alec, Alec. Esiste qualche altro nome proprio di persona che ricordi?”
“Magnus ti va bene?”
“Quanto sei simpatico!”.
Un sorriso si affacciò sul viso del ragazzo, quando la sua amica rise dolcemente; Catarina poteva sembrare una persona dura e inscalfibile; una di quelle che vedresti benissimo a capo di un istituto, o un College, invece sotto sotto era la persona più buona sulla terra, ed era anche quella sua indole ad averla spinta a scegliere la facoltà che frequentava andando contro il volere dei suoi, che l’avevano abbandonata da sola nella sua difficoltosa battaglia, poiché non aveva scelto quello che per loro più le si addiceva.
“Lo so! A proposito di studio, non dovresti essere a tirocinio oggi?”
“No! Niente clinica oggi. Indovina un po’? Stasera sarò lì al campus da voi; ho già appuntamento con Ragnor e Raphael. Ci sarai, no?”
“Stai dicendo che stai venendo qui a Oxford da me?”
“Ovvio. Non sono poi così lontane Oxford e Cambridge, no?”
“Oh Cat da quanto non ci vediamo! Mi manchi”
“Quindi ci sarai!”
“Ovvio!”
“E giuri di non accennare al nome di Alec, vero?”
“Ho una cotta per lui, forse, ma questo non vuol dire che io pensi solo  lui, okay?”
“Ah no?”
“no!”
“Ora tipo a cosa stai pensando?”
“Sto pensando che ho fame e che qualcuno, probabilmente Alec, mi ha lasciato caffè e cornetto sul tavolo, quindi potrei andare a fare colazione!”
“Sei incorreggibile, okay?”
“So che mi vuoi bene anche per questo”
“So che saremo noi a raccogliere i pezzettini del tuo cuore quando ti accorgerai che Alec non ti guarderà mai in quel modo!”
“Non capisci, Catarina! Io sono convinto, estremamente convinto, di quello che penso di quel benedetto ragazzo. Fatto sta che giuro solennemente di non parlare di lui, questa sera”
“Non so se ti credo! Ad ogni modo porti tu da mangiare, vero?”
“Passo a prendere qualcosa al bar da Imasu”
“Ti fa ancora la corte?”
“Mhm… potrebbe!”
“Sei così fortunato, maledetto te!”
“Ti piace Imasu? Potrei spingerti casualmente tra le tue braccia!”
“Naaaaah! Niente Imasu”
“Chi, allora?”
“Devo prooooprio andare. Ci vediamo stasera da Ragnor, okay?”
“Malcolm, vero? È lui?”
“Devo andare davvero!”
“Sei una maledetta!”
“AH. Ricorda che amo da morire la pizza con i peperoni verdi!”
“Avrai i tuoi peperoni verdi”.
Catarina attaccò, e Magnus riuscì a tirare un sospiro. Non era vero che parlava solo di Alec.
Si conoscevano da un anno e non ci aveva ancora fatto niente e la cosa era decisamente strana, dal momento che Magnus non ci metteva mai più di dieci minuti a dichiararsi al ragazzo o alla ragazza che gli piaceva.
La sessualità di Alec, sicuramente lo spingeva a non farsi avanti, certo, ma c’era qualche altra cosa. Sapeva che avrebbe voluto al suo fianco uno come quel ragazzo, solo nell’esatto momento in cui avrebbe voluto sistemarsi davvero, e non trovarsi solo qualcuno da portarsi a letto per un paio di settimane e basta.
Alexander, però, ne era convinto, non era poi così sicuro della sua eterosessualità e di sicuro con lui non sarebbe durato solo due settimane.
Sbuffando si alzò dal letto e massaggiandosi ancora gli occhi, si sedette al tavolo dove accanto ad un cornetto bigusto – come faceva a non pensare a quel benedetto ragazzo se lui continuava a mostrare quelle attenzioni per lui? Mai nessun amico o amica si erano comportati in quel modo tanto dolce in cui si comportava lui. Ragnor, il suo migliore amico, a malapena ricordava quale fosse il suo tipo di colazione preferita, Raphael, il ragazzo del suo migliore amico nonché suo grande amico, neanche sapeva che Magnus amava il cioccolato bianco più di quello al latte, e Catarina, la persona che più gli era stata vicino in vita sua, era tipo da caffè macchiato al mattino, e non riusciva ad immaginare che Magnus preferisse una gran bella tazza di latte e caffè -  o un bel caffè nero all’italiana - ad un caffè macchiato.
Alexander, invece, gli faceva trovare il suo caffè nero, il suo cornetto bigusto e addirittura un foglietto che gli augurava buongiorno!
La via con lui sarebbe stata paradisiaca.
Addentò il cornetto, sbrodolandosi di cioccolato bianco, e avvicinò il foglio agli occhi per leggere il messaggio – di sicuro adorabile – che –l’adorabile – Alec gli aveva lasciato.
E invece no! Quel messaggio di adorabile non aveva assolutamente nulla.
 
Sai che oggi è il tuo turno di fare le pulizie, vero?
Pulisci tutto alla perfezione o giuro che stasera ti farò trovare qualche ratto schifoso nel letto e venderò tutta la tua Maria.
Inizia bene la tua giornata, mi raccomando! J
 
“Maledetto occhi blu!” sbuffò il giovane appallottolando il pezzo di carta per poi lasciarlo cadere sul tavolo e godersi la sua colazione.
Nulla avrebbe rovinato la sua giornata, non quella giornata in particolare, in cui avrebbe rivisto la sua migliore amica dopo ben due mesi che non la vedeva.
Sospirò scocciato e dopo aver terminato cornetto e caffè, si alzò e si guardò attorno; aveva da fare poche cose, in fondo. Solo cambiare lenzuola, portare quelle sporche in lavanderia, lavare e spazzare, e pulire il bagno e il cucinotto.
Avrebbe tanto voluto avere dei poteri magici in quel momento, per schioccare le dita e far scomparire tutto lo sporco.
Legò i capelli afflosciati sulle spalle in uno chignon basso, si tirò su le maniche e si buttò sui letti, che cinque minuti dopo furono belli nuovi e puliti;
Spinse con i piedi le lenzuola nemiche che occupavano il loro posto nel grosso bustone che le avrebbe accompagnate in lavanderia, e spolverò i comodini, prima quello di Alec e poi il proprio, dove in bella vista c’era una foto del suo piccolo Presidente Miao; era una delle cose che più gli mancava di Brooklyn.
Desiderava poter tornare quanto prima nel suo bellissimo loft, e coccolare per ore e ore e ore la sua piccola palla di pelo, che in quel momento si trovava con Malcolm, un amico di Los Angeles che si era trasferito per qualche tempo nel suo loft a Brooklyn, per seguire un corso di cinematografia.
Diede un bacio alla piccola foto nella cornice di vetro e ridacchiando si dedicò al pavimento, e poi al cucinotto ed infine al bagno.
Buon inizio di mattinata, per essere una delle fantastiche giornate in cui aveva tutta la mattina per rilassarsi, no?
Maledisse mentalmente il suo decisamente non più adorabile compagno di stanza, e si tuffò sotto la doccia, dalla quale uscì circa mezz’ora dopo.
Si vestì impeccabilmente come al solito, si truccò leggermente contornando solo gli occhi di quel colore tanto particolare e ipnotizzante, e poi, cartella e borsa con le lenzuola in spalla, si avviò alla lavanderia che distava mezzo isolato dal dormitorio.
 
Il vero problema della storia con Alec, era Alec stesso; era così dolce e ingenuo, così limpido e diverso. Così diverso da tutti i ragazzi che aveva avuto prima, così smaliziato anche in confronto alle ragazze che aveva avuto prima.
Se ne era accorto il primo giorno che era arrivato al dormitorio e lo aveva visto: tutto allegro mentre metteva a posto vestiti e libri nel suo armadio, e si preparava a sognare quello che sarebbe stato il suo futuro lì nel campus.
Sorrise ricordando la prima parola che gli aveva rivolto “Vuoi?”, seguito da una rollata e poi un accendino, e così la loro amicizia era nata, tra un risolino, una canna e i libri di Alexander – perché detto francamente, tra i due, l’unico a cui interessava studiare legge, e che di conseguenza studiava leggere, era Alec. Allora perché continuava a restare lì? Perché nonostante non studiasse tanto come gli altri studenti, riceveva ottimi risultati, perché il padre voleva che facesse quello, perché il padre lo finanziava, perché se avesse fatto qualcosa che gli interessava avrebbe dovuto lavorare per pagarsi tutto da solo, perché in realtà non sapeva cosa gli piacesse davvero.
In quel periodo però, c’era una costante nella sua vita: Alee; e quello lo rendeva estremamente sereno. Sapere di poter avere al proprio fianco una persona come lui, nonostante fossero solo amici, lo tranquillizzava.
Alzò gli occhi verso il prato che aveva avanti, e sbuffò; più giurava a Catarina che non si sarebbe fatto coinvolgere, più si faceva coinvolgere e cosa peggiore, più il destino provava a farlo coinvolgere.
Occhi blu era seduto tra l’erba, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi dritti verso i suoi; avrebbe potuto far finta di non averlo visto, se Alec fosse stato intento a leggere il libro che aveva sulle gambe, invece come se si fosse sentito che stava per passare di lì qualcuno che conosceva, aveva alzato lo sguardo, pronto a salutare cordialmente come sempre; lo invitò alzando un braccio in sua direzione, e Magnus non potette fare altro che annuire e avvicinarsi a lui, mentre sbloccava il cellulare, sceglieva il numero dalla rubrica e pregava che dall’altro lato rispondessero più velocemente possibile.
“Mag?”
“Catarina stasera mi sa che parleremo parecchio...”
“Di cosa?”
“Ricordi la pizza ai peperoni verdi che ti ho promesso? Ce l’avrai solo se mi lascerai parlare di Alec, devo sfogare!”.
Sentì ridacchiare Catarina “Okay. Ma dobbiamo assolutamente risolvere questa situazione!”
“Sì, ti prego!”.
Attaccò il telefono nel momento stesso in cui si sedette al fianco di Alec.
“Ti è piaciuta la colazione?” chiese ridacchiando occhi blu.
“Spero che tu ti sia strozzato con la tua!”
“Oh, avanti, era il tuo giorno!”
“Speravo di poter poltrire tutta la mattinata e invece ho dovuto faticare”
“Io l’ho fatto settimana scorsa!”
“Dobbiamo trovarci un terzo coinquilino che fa pulizie tutte le settimane”
“Ci sto!”.
Magnus sospirò e si stese a terra, chiudendo gli occhi, mentre il sole disegnava forme magiche, e il profumo dell’erba lo rilassava.
“Magnus va tutto bene?”
“Cos- sì! Perché non dovrebbe?”
“Ti vedo strano”
“Sono solo felice” rispose tirando fuori una sigaretta.
“Sai che fanno male” sbuffò Alec dandogli una pacca sulla gamba, quando l’accese.
“Non dici lo stesso della Maria, no?”
“Ma Maria è Maria!” rispose ridacchiando occhi blu.
“E io sono Magnus”
“E sei felice per quale motivo? Hai iniziato ad uscire con qualcuno?” indagò il ragazzo.
Erano quelle domande a fottergli il cervello ogni volta; un amico non gli avrebbe chiesto quello. Ragnor al massimo gli chiedeva chi si era sbattuto.
Portare a letto ed uscire erano due cose completamente diverse e sia Magnus che Alec lo sapevano; la prima stava a significare una cosiddetta botta e via, la seconda era qualcosa di molto più impegnativo, vero, da Alec.
“Potrei. Ma sono felice per un altro motivo! Stasera viene a trovarmi Catarina, quindi riunione magica a casa di Ragnor”.
Sul viso di Alec si dipinse un sorriso decisamente falso.
“Oggi è giovedì, no?”
“Sì…?”
“I giovedì…”
“Oh”.
Il giovedì era un po’ il loro giorno; entrambi avevano corsi solo in tarda mattinata e nel primo pomeriggio, quindi di solito passavano la sera assieme a guardare film e fare cretinate, mentre Lydia – la ragazza di Alec – e il ragazzo di turno di Magnus, si prendevano la “serata libera”
“Cazzo! Mi dispiace Alec, è che non la vedo da due mesi!”
“Lo so, tranquillo. Ho da fare anche io” sospirò grattandosi il capo “Lydia mi ha chiesto di aiutare delle sue amiche con diritto privato, quindi riunione a quattro”
“Spero che Lydia te la dia, per ripagare questa grande rottura di palle! Io avrei proprio rifiutato” scherzò Magnus ridendo; Alec lo seguì e scosse la testa.
“Tra me e Lydia è diverso che tra te e i tuoi ragazzi..”
“Lo so. Voi uscite, io me li porto a letto” rise Magnus alzandosi in piedi.
“Ci vediamo domani. Divertiti stasera, Alexander”
“Divertiti anche tu, idiota”
“Grazie per il complimento” sbuffo ridendo.
Prese il proprio zaino e si alzò, dopodiché quasi correndo si allontanò a grandi falcate da Alec, scrivendo un veloce e semplice messaggio a Ragnor, Raphael e Catarina.
 
SOS devo scegliere: o dimentico o mi prendo Alec, dovete aiutarmi.
 
Magnus si ritrovò due enormi occhi blu puntati nei suoi, e anche se non erano decisamente quelli di Alec, erano davvero un gran bel vedere, seguiti da tutto il resto.
“Come va?” chiese Imasu lanciandogli un sorriso ammiccante.
“A meraviglia! Tu?”
“Non potrebbe andare meglio”
“Bene” Magnus lanciò uno sguardo alla cassa e poi ritornò a guardare il ragazzo che sorrise e annuì.
“Prendi il solito del giovedì?”.
Ricordava addirittura quello che prendeva e in quali giorni? Era proprio cotto, allora!
“No, no grazie. Stasera prendo una pizza ai peperoni verdi, un’insalata di pollo, un panino con cotoletta, provola e mozzarella e un uhm e un Italian Style”.
Imasu selezionò tutto dal grande monitor touch e poi alzò lo sguardo su di lui “E da bere?” chiese leccandosi poi le labbra. Magnus si morse il labbro inferiore per non scoppiare a ridere; assomigliava davvero a lui quando ci provava con qualcuno? Perché beh quel ragazzo era decisamente sexy ma molto, molto, molto sfacciato.
“Una dozzina di birre andranno bene”.
Imasu selezionò anche quelle, incassò i soldi e si poggiò al bancone.
“Niente seratina romantica con il tuo ragazzo?”
“Eh?” Magnus alzò un sopracciglio e scosse la testa. “Da quando ho un ragazzo?”
“Quello con i capelli neri e gli occhi blu! Il giovedì venite sempre ad ordinare assieme”.
Piccoli stalker crescono, eh?
“È un amico. Alec è etero”
“Davvero?”
“Cosa, che Alec è etero o che io non ho un ragazzo?”
“La seconda” disse arrossendo leggermente; beh la prima impressione di Magnus non lo faceva sbagliare spesso e anche quella volta era pienamente azzeccata; Imasu assomigliava ad Alec più di quanto credesse.
“Cosa, sei interessato a questa merce?” chiese indicandosi, al che Imasu rise di gusto.
“No, no. Ecco mi chiedevo se ti andasse di prendere qualcosa qualche volta…”
“Sto già prendendo qualcosa” rispose estremamente divertito il ragazzo dai capelli pieni di glitter.
“Io intendevo con me. Ti andrebbe di prendere qualcosa con me?”
“Oh beh” un piccolo campanello interruppe Magnus che stava per dare una delle sue brillanti risposte, al che il cameriere si girò di spalle, prese delle bustine di plastica ricolme di cibo da un piccola finestra che dava su un cucinino e le poggiò sul bancone.
“Questo è quello che hai preso” disse deglutendo Imasu.
“A presto, Imasu”
“Buona serata” rispose il ragazzo sorridendogli.
“E comunque potrebbe andarmi, devo rifletterci un po’ su. Sai ho un’agenda molto fitta”
“Uh?”
“Verrò a prendere qualcosa domattina e ti farò sapere se mi andrà o meno” gli fece un occhiolino, prese la busta e scappò via da quel locale.
Imasu era un gran bel pezzo di ragazzo, ma nella sua testa c’era già qualcuno.
Sbuffò salendo le scale dell’alloggio di Ragnor, e si promise che avrebbe trovato una soluzione quella sera stessa.
“Finalmente sei arrivato, dove eri?” sbuffò Ragnor affacciandosi dal divano.
“Da Imasu” rispose poggiando i sacchetti sul tavolo per togliersi la giacca.
“Cosa, finalmente ti sei deciso a fargli fare quel lavoretto che tanto ti sta offrendo?” buttò lì Raphael, beccandosi uno schiaffone da Catarina.
Ecco cosa intendeva con “Alec non è come gli altri amici”. Lui non si sarebbe mai sognato di dirlo.
“No, non ancora” prese le bustine e le poggiò sulla poltrona di fianco al divano, dove erano seduti Raphael –vestito sempre con le sue eleganti giacche, era un pezzo di merda ma aveva uno stile impeccabile, non c’era che dire! – e Ragnor, il suo piccolo cavolino dai capelli verdi e il viso chiaro; Catarina era stata sbarcata sull’altra poltroncina e agognava la sua pizza come se non esistesse altro al mondo.
“Oh avanti, non ti alzi neanche a salutare il tuo migliore amico?”.
“Migliore amico? Credevo che quel titolo fosse il mio” picchiettò Ragnor, spegnendo la tv.
“Non iniziare a rompere” disse Catarina alzandosi dal suo trono per abbracciare forte Magnus “Coglione, quanto ho sperato di non doverti sentire parlare di quel ragazzino!”
“Ragazzino! Ha solo due anni in meno a te, Catarina”
“I suoi due anni, sono millenni di esperienza in confronto a quelli del tuo principe azzurro”
“Oh, Raphael avanti, cosa hai contro Alec?”
“Ha che parli solo di lui, forse?” rispose Ragnor battendo il cinque al suo ragazzo; più che fidanzatini, a volte, quei due sembravano fratelli combina guai.
“Ho pagato io la cena e una dozzina di birre quindi siete in debito con me” disse facendo spallucce; allungò ad ognuno la propria prenotazione, stappò quattro bottiglie di birra, prese le sue cose e si sedette sulla poltrona di fronte a quella di Catarina.
“Avanti, sputa il rospo, allora” sbuffò Ragnor masticando la sua insalata di pollo.
“Prima vorrei sapere come sta la mia migliore amica!”
“Ancora con questi vezzeggiativi da bambini? Smettila” lo prese in giro Raphael.
“Maledetto clandestino messicano, taci!”
“Amigo, ora non siamo più a Brooklyn, sei clandestino anche tu qui” gli fece un occhiolino e prese un sorso della sua birra.
“Ti prego, tieni il tuo ragazzo e il tuo amico lontani, si odiano!” sbuffò Catarina lanciando un cuscino a Ragnor.
“Stronzate, io e il clandestino ci adoriamo, vero? Non siamo ancora finiti a letto solo perché è il ragazzo del mio migliore amico”
“E la scusa per la quale non ti sei ancora fatto Alec?” chiese il ragazzo riccioluto, alzando un sopracciglio.
Catarina sorrise e scosse la testa, al che Magnus sbuffò e prese un morso del suo panino.
“Noto che i tuoi capelli sono sempre più azzurri, fata turchina!”
“Preferisco più strega sexy” rispose lei scrollando le spalle “i tuoi invece sono sempre più pieni di glitter…”
“E le tue gambe, Catarina? Sono finalmente state riempite?” chiese Rapahel facendo scoppiare a ridere tutti.
Quel maledetto era davvero davvero troppo esplicito a volte.
“Certo, dai glitter di Magnus. Quelli che aveva a Brooklyn”
“Ti sei fatta Malcolm?” chiese scioccato Ragnor.
“Madre de Dios! Felicidades, Amiga!”
“Smettila di parlare spagnolo, Raphael” sbottò Magnus “Sappiamo tutti che segui lingue solo per un motivo”. Il messicano alzò gli occhi al cielo e Ragnor annuì “E devo dire che fa decisamente bene a seguire quel corso, sta migliorando sempre di più”
“Non ho bisogno di migliorare, cavoletto verde” disse il ragazzo pizzicando la guancia del suo fidanzato.
“Tornando alle cose serie” interruppe Magnus “Ti sei fatta Malcolm a casa mia?”.
Catarina arrossì leggermente e si morse il labbro inferiore.
“Il tuo letto non è stato toccato, ma il tuo divano è comodissimo. Quando verrò a dormire da te mi fermerò lì”
“COSA? SUL MIO DIVANO DI PELLE?” per poco il ragazzo non sbiancò, facendo scoppiare tutti a ridere.
“Come è stato?” chiese poi, subito dopo.
“Non era mica la mia prima volta!”
“No, ma avevi una cotta per lui da prima che il clandestino si trasferisse a Brooklyn”
“Cioè, parecchi anni fa” precisò Raphael “più di dieci, quindi sei abbastanza nella merda, amiga”
“Sì beh, forse lo sono davvero ma… non eravamo qui per parlare di me, giusto?”
“Buoni questi panini, vero?” chiese Magnus, provando a far finta di niente, ma quando c’era di mezzo qualche ragazzo, i suoi amici erano sempre attentissimi.
“Allora, perché non te lo sei ancora portato a letto?”
“Perché Alec è etero, Raphael” lo rimbeccò Catarina.
“Tutti siamo un po’ bisex, dentro”
“Tranne Magnus, che lo è anche fuori” precisò Ragnor.
“Il punto non è questo, okay?”
“E quale sarebbe, il punto, Magnus?” il sopracciglio biondo della ragazza dai capelli azzurri si alzò fin quasi l’attaccatura dei capelli, e Magnus sapeva che quando succedeva quello, c’era da preoccuparsi.
“Che… con Alec è diverso”
“Diverso perché non te lo sei ancora, sbattuto, forse?”
“Raphael non si basa tutto sul sesso, avanti” disse Ragnor alzando gli occhi al cielo.
“Ah no? Io e te ci siamo innamorati facendo sesso” gli fece un occhiolino facendolo sorridere.
“Del grande sesso, aggiungerei” sussurrò Ragnor al suo orecchio.
“Vi sentiamo, piccioncini!” disse Catarina “okay, continua, cosa ha di speciale questo benedetto ragazzo?”
“Non lo so! È dolce, timido, smaliziato, diverso. È diverso da tutti quelli che mi sono piaciuti solo fisicamente. Ovviamente Alec mi piace anche fisicamente, cioè capelli neri e occhi blu, scherziamo? Ma mi prende la testa così tanto, maledetto lui! Sto ad analizzare ogni maledetta mossa che fa, ogni cosa che dice, ogni sguardo che mi lancia, per notare se possa esserci qualcosa tra noi..”
“Ma…?”
“Ma so che dice di essere etero. Il guaio e che io sono convinto del contrario! Mi guarda in modo strano, per essere etero, e arrossisce alle mie battute. Inizialmente pensavo fosse solo perché ci conoscevamo poco, ma Dio Santo, sono passati dodici mesi!”
“Arrossire alle tue battute è strano davvero! A me viene solo da piangere” Ragnor alzò gli occhi al cielo e gli diede una pacca sulla spalla, guardando la sua espressione affranta.
“Dobbiamo risolvere questa situazione, okay? Raphael, Catarina, idee?”
“Io non ne ho! Di solito quando mi piace qualcuno mi bastano dieci minuti per portarmelo a letto!” sbuffò Magnus.
“Ma lui non vuoi portarlo solo a letto, o sbaglio? Pensi ad Alec in ogni maledetto momento della tua giornata! Neanche con Camille ci sei andato giù così pesante, ed è stato uno dei tuoi più grandi amori!”
“Non mi nominare Camille, mi ha telefonato la settimana scorsa perché vuole dare una benedetta festa!”
“Vi parlate ancora?”
“Sì, Ragnor, ci parliamo ancora perché ho deciso che non valeva la pena portarle rancore. Stare con lei mi avrebbe rovinato”
“E stare con Alec no? Por favor, non ti ha mai fatto vedere il suo amico, ancora, e già sei totalmente perso per lui” Raphael assottigliò lo sguardo e scosse la testa “Se non è rovinarsi questo…”.
“Pensa, Magnus, pensa!”
“A cosa, Cat?”
“Ti piace e credi di piacere a lui?”
“Magari gli piace anche, ma a quanto pare a lui piacciono le tette, no?” si intromise Ragnor.
“Forse” rispose Raphael. “Si può risolvere la situazione solo in un modo.”
“Non può violentare Alec!” rispose Catarina scuotendo la testa.
Magnus si alzò in piedi e sbuffò, urlando un “Ehi, mi state solo incasinando di più”.
Si abbassò il silenzio sulla stanza, si sentiva solo il rumore del boccone masticato da Raphael.
“Facciamo finta che per un momento tu abbia ragione, okay? Alec non è etero. Facciamo finta che gli piaci davvero….”
“Scopatelo! Così capirà che gli piaci e che lui piace a te!”
“No” Ragnor diede uno schiaffo sul braccio a Raphael “No, non va bene questa tua folle idea. Io e te lo abbiamo fatto perché entrambi sapevamo che eravamo fisicamente attratti”
“Credo di poter dire lo stesso su me e Malcolm”
“A proposito come è stato?” chiese Magnus.
“Di sicuro non paradisiaco come  sarebbe per te, stare con Alec”
“Oh, avanti, noi ti diciamo tutto!” si lamentò Raphael
“Sì, ma voi non avete una vagina”
“Ma Malcolm ha proprio il nostro arnese e siamo curiosi di sapere come lo usa, vero Santiafell?”
“Come ci hai chiamati?” chiese Ragnor “Sai che odio quel nomignolo stupido da ‘ship’” sbuffò.
“Comunque sì, sono sempre stato curioso di come se la cava a letto quel biondo strafatto!” disse Raphael ridendo.
“Okay, ve lo dirò, ma ora torniamo a Magnus. Abbiamo proposto di far finta che ad Alec davvero piace Magnus, abbiamo bocciato l’idea di Raphael di sedurlo e portarselo a letto…. Parlagli? Digli che ti piace e che ci proveresti con lui, se non sapessi che è etero?”
“Non se ne parla” disse Magnus “A quanto pare ci ho provato una sera, quando eravamo entrambi strafatti e no” sospirò “Mai nella vita”.
“Prova a farlo ingelosire, magari in quel modo capirai se gli piaci davvero…”
“Intendi provandoci con Lydia?”
“Chi se ne fotte di Lydia!” disse Ragnor “Fallo ingelosire con qualche ragazzo, fagli vedere quello che potrebbe avere, parlagli di un tizio delizioso che hai conosciuto e con ‘parlargli’ non intendo dirgli solo quanto ti fa stare bene a letto. Con Raphael ha funzionato.”
“Ehi…”
“È vero. Quando ho smesso di dartelo e ho iniziato a farti credere che uscivo con… come si chiamava? Non ricordo neanche il nome! Ad ogni modo, mi hai chiesto di far diventare la nostra relazione seria proprio in quel momento”
“Potrebbe essere vero, okay…”
“Cosa ne dici, Cat?”
“Credo che sia un’idea fantastica, Mag”
“E dove lo trovo uno con cui farlo ingelosire? Non voglio illudere nessuno, sarebbe da bastardi!”
“Il gioco è trovare qualcuno che non ti dispiace tanto, anzi meglio ancora se ti piace, così magari se non dovesse andare con Alec potresti davvero provarci con lui”
“Dove diamine lo trovo, Rag?”
“In qualche cesso pubblico?” chiese Rapahel ridendo.
“Al bar. Imasu, Magnus! Imasu sarebbe perfetto. Ti sta dietro da tempo, è un gran bel ragazzo, gli piaci e ti piace. Ha persino capelli neri e occhi blu!”
“OH È PERFETTO” esultò Ragnor.
“Spero per te che sia bravo a letto” disse il messicano ridendo.
“È fatta, allora? Domani gli chiederai un appuntamento?”
“In realtà… domani gli dirò che gli concederò l’appuntamento che mi ha chiesto oggi”
“Che stronzo!” disse Catarina ridendo “Sei sempre incorreggibile”
“E sempre più caparbio” aggiunse Ragnor
Forse quella era una delle sue qualità che preferiva; senza la sua caparbietà, forse, non avrebbe capito che non aveva poi tutti i torti.


 
Spazio autrice.
Eeeeee quindi, se il primo capitolo vi era sembrato una cosa calmissima, ecco che iniziate a cambiare idea, no? LOL
Beh lo spero. Da questo capitolo in poi iniziano ad entrare in scena personaggi che amo e che ho voluto inserire, pur non facendoli restare davvero OC, ma amo troppo Rahpael e Ragnor assieme per non farli fidanzare e a mia discolpa posso dire che se non fosse un Vampiro stressato Raphael sarebbe così, e uguale per il piccolo Ragnor scorbutico (ovviamente io li immagino così...). Catarina e Malcom. Awh. SPOILER Dopo LM HO TROPPO DESIDERATO CHE QUALCUNO LO AIUTASSE DONADOGLI UN POCHINO DI AMORE,E E LA MIA CATARINA GLIELO HA DONATO ASSIEME AD ALTRO :')  FINE SPOILER 
Okay, nada, spero vi sia piaciuto e vi abbia divertite quanto ha divertito me scriverlo.
EEEE Magnus corre all'attacco.
Come si comporterà Alec?

Dal prossimo capitolo.
Alec sospirò guardandosi allo specchio; ma cosa gli stava succedendo?
Perché sentir parlare Magnus di quella specie di ragazzo con cui stava uscendo, gli faceva venire da vomitare?
Aveva visto Magnus nelle più svariate situazioni, con i più svariati ragazzi, eppure non gli aveva mai dato fastidio; perché proprio in quel momento, in cui finalmente sembrava davvero preso da qualcuno, sembrava che gli desse fastidio?
 
  
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