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Autore: BiGcRaZy    17/04/2009    0 recensioni
Una storia su un nuovissimo personaggio della Marvel...piena di colpi di scena!! E' la mia prima fanfiction non siate molto crudeli ma commentate... PS: è una storia completamente inventata
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

La pioggia continuava a battere forte sulle strade e sui palazzi di NY, sempre meno gente si aggirava nella città figuriamoci in un losco sobborgo come quello in cui era riunita la Confraternita. Finalmente la Vedova arrivò dai malviventi, si tenne a distanza ovviamente. Era aggrappata ad un palazzo con una robusta corda metallica che le partiva dalla cintura e aveva già caricato di veleno il Morso della Vedova casomai uno della Confraternita la avrebbe scoperta. Si spostò i lunghi capelli rossi e bagnati dal viso e attivando le speciali video-retine(strumento che faceva in modo di poter registrare tutto quello che la Vedova vedeva) si apprestava a spiare la Confraternita. Ecco che vide lo strano personaggio: aveva in mano il mantello logoro di Magneto. Era un uomo sulla quarantina d’anni, alto e magro(il suo fisico ricordava davvero Magneto!), aveva i capelli grigi scombinati dalla pioggia violenta, gli occhi di un colore chiarissimo, una calzamaglia nera con una striscia rossa che partiva dal bacino e che terminava sulla caviglia della gamba sinistra, un lungo mantello rosso e una placca di metallo che gli fuoriusciva dalla mano destra. Era in atto una discussione e quindi la Vedova aguzzò le orecchie per capire di cosa si parlasse. Fabian Cortez urlò al nuovo arrivato: “Dici di voler essere il capo…ma perché? Chi sei? Da dove vieni? Cosa sappiamo di te?”. Il nuovo arrivato con voce pacata e serena, dando le spalle al gruppo, rispose: “Tutto ciò non ha importanza”. Cortez era visibilmente innervosito dalla sfacciataggine dell’individuo: posò una mano sulla spalla dello straniero e lo girò verso di sé. Gli occhi dello straniero lampeggiarono e Cortez lasciò la presa impaurito dalla potenza e dalla crudeltà vista in quello sguardo. A un cenno della testa dell’ormai nuovo capo tutta la Confraternita si sparse per la città, ma non Cortez: quasi quell’individuo glielo avesse ordinato telepaticamente. Rimasti soli, Cortez gli chiese di nuovo: “Allora vuoi dirmi chi sei?”, era impaurito e questo fece sbigottire anche la Vedova che continuava a spiare. “Te l’ho detto, non ha importanza” disse lo straniero: “Piuttosto perché non mi mostri cosa sai fare e catturi la spia dietro quel palazzo?”. Lo straniero con gli occhi indicò la posizione della Vedova che sentì per un attimo il sangue scorrere molto più velocemente nelle sue vene. Cortez vide la Vedova e si catapultò contro di lei: la Vedova molto più agilmente del nemico gli balzò alle spalle e conficcò il Morso della Vedova dietro il collo di Cortez. Quest’ultimo cadde a terra privo di sensi. Ora però la Vedova si trovava faccia a faccia con il nuovo e misterioso nemico. Si guardavano ininterrottamente negli occhi. La Vedova con una mano si spostò di nuovo i capelli dal viso ma solo per poter ricaricare il Morso. Era tutto pronto: la Vedova con estrema velocità si diresse verso il nemico che restava immobile dinanzi a lei; protese in avanti il Morso della Vedova ma uno scudo di metallo fuoriuscì dallo stomaco del nemico. Il Morso si infranse sullo scudo e la Vedova vide solo il ghigno malefico di quell’uomo e il suo pugno colpirla violentemente sul volto.

La Vedova finalmente riaprì gli occhi: all’inizio vedeva offuscato ma poi mise tutto a fuoco. Provò a muoversi ma si accorse subito di trovarsi legata con nastri d’acciaio su una specie di altare. Si dimenò più volte per liberarsi, ma niente! L’acciaio era duro e lei non aveva abbastanza forza per spezzarlo. La soluzione era elaborare un piano: si sforzò di pensare ma ancora niente. Forse la paura, forse la situazione difficile in cui si trovava, forse il duro colpo subito dal nemico ma non riusciva a ragionare e soprattutto ad elaborare un piano. Passò poco tempo e da dei piccoli altoparlanti fissati alla parete di quel rifugio si udì una voce: “Cara Natasha, lo so che non ci conosciamo bene ma perché non mi dici per chi lavori? So benissimo che sei solo una spia in cerca di denaro”. La Vedova senza pensarci su rispose con tono acido e deciso(il solito insomma!): “Come diavolo fai a sapere il mio nome? Io non ti dico proprio niente di me, né per chi lavoro. Se vuoi informazioni toglimele di bocca, sempre se ne sei in grado!”. Detto questo si diede una soffiata al ciuffo rosso che le infastidiva gli occhi. Dall’altoparlante intanto nessuna voce rispose. La Vedova aveva capito che si trattava di quel fastidioso straniero ma ora come ora non sapeva proprio che fare. Pensò pochi minuti alla stupida missione che aveva accettato e al perché non aveva solo preso il denaro della missione precedente. All’improvviso qualcosa le balenò alla mente: le video-retine! Erano la sua salvezza: inviò, quindi, tutto alla Stark Corporation(la compagnia di Iron Man per intenderci!). Fece giusto in tempo; pochi attimi dopo, infatti, la stanza era piena di gas soporifero: la Vedova chiuse dolcemente gli occhi e, anche se contro voglia, si addormentò.

 

  
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