CAPITOLO II
La
pioggia continuava a battere forte sulle strade e sui palazzi di NY, sempre
meno gente si aggirava nella città figuriamoci in un losco sobborgo come quello
in cui era riunita la Confraternita. Finalmente la Vedova arrivò dai
malviventi, si tenne a distanza ovviamente. Era aggrappata ad un palazzo con
una robusta corda metallica che le partiva dalla cintura e aveva già caricato
di veleno il Morso della Vedova casomai uno della Confraternita la avrebbe
scoperta. Si spostò i lunghi capelli rossi e bagnati dal viso e attivando le
speciali video-retine(strumento che faceva in modo di poter registrare tutto
quello che la Vedova vedeva) si apprestava a spiare la Confraternita. Ecco che
vide lo strano personaggio: aveva in mano il mantello logoro di Magneto. Era un
uomo sulla quarantina d’anni, alto e magro(il suo fisico ricordava davvero
Magneto!), aveva i capelli grigi scombinati dalla pioggia violenta, gli occhi
di un colore chiarissimo, una calzamaglia nera con una striscia rossa che
partiva dal bacino e che terminava sulla caviglia della gamba sinistra, un
lungo mantello rosso e una placca di metallo che gli fuoriusciva dalla mano
destra. Era in atto una discussione e quindi la Vedova aguzzò le orecchie per
capire di cosa si parlasse. Fabian Cortez urlò al nuovo arrivato: “Dici di
voler essere il capo…ma perché? Chi sei? Da dove vieni? Cosa sappiamo di te?”.
Il nuovo arrivato con voce pacata e serena, dando le spalle al gruppo, rispose:
“Tutto ciò non ha importanza”. Cortez era visibilmente innervosito dalla sfacciataggine
dell’individuo: posò una mano sulla spalla dello straniero e lo girò verso di
sé. Gli occhi dello straniero lampeggiarono e Cortez lasciò la presa impaurito
dalla potenza e dalla crudeltà vista in quello sguardo. A un cenno della testa
dell’ormai nuovo capo tutta la Confraternita si sparse per la città, ma non
Cortez: quasi quell’individuo glielo avesse ordinato telepaticamente. Rimasti
soli, Cortez gli chiese di nuovo: “Allora vuoi dirmi chi sei?”, era impaurito e
questo fece sbigottire anche la Vedova che continuava a spiare. “Te l’ho detto,
non ha importanza” disse lo straniero: “Piuttosto perché non mi mostri cosa sai
fare e catturi la spia dietro quel palazzo?”. Lo straniero con gli occhi indicò
la posizione della Vedova che sentì per un attimo il sangue scorrere molto più
velocemente nelle sue vene. Cortez vide la Vedova e si catapultò contro di lei:
la Vedova molto più agilmente del nemico gli balzò alle spalle e conficcò il
Morso della Vedova dietro il collo di Cortez. Quest’ultimo cadde a terra privo
di sensi. Ora però la Vedova si trovava faccia a faccia con il nuovo e
misterioso nemico. Si guardavano ininterrottamente negli occhi. La Vedova con
una mano si spostò di nuovo i capelli dal viso ma solo per poter ricaricare il
Morso. Era tutto pronto: la Vedova con estrema velocità si diresse verso il
nemico che restava immobile dinanzi a lei; protese in avanti il Morso della
Vedova ma uno scudo di metallo fuoriuscì dallo stomaco del nemico. Il Morso si
infranse sullo scudo e la Vedova vide solo il ghigno malefico di quell’uomo e
il suo pugno colpirla violentemente sul volto.
La
Vedova finalmente riaprì gli occhi: all’inizio vedeva offuscato ma poi mise
tutto a fuoco. Provò a muoversi ma si accorse subito di trovarsi legata con
nastri d’acciaio su una specie di altare. Si dimenò più volte per liberarsi, ma
niente! L’acciaio era duro e lei non aveva abbastanza forza per spezzarlo. La
soluzione era elaborare un piano: si sforzò di pensare ma ancora niente. Forse
la paura, forse la situazione difficile in cui si trovava, forse il duro colpo
subito dal nemico ma non riusciva a ragionare e soprattutto ad elaborare un
piano. Passò poco tempo e da dei piccoli altoparlanti fissati alla parete di
quel rifugio si udì una voce: “Cara Natasha, lo so che non ci conosciamo bene
ma perché non mi dici per chi lavori? So benissimo che sei solo una spia in
cerca di denaro”. La Vedova senza pensarci su rispose con tono acido e
deciso(il solito insomma!): “Come diavolo fai a sapere il mio nome? Io non ti
dico proprio niente di me, né per chi lavoro. Se vuoi informazioni toglimele di
bocca, sempre se ne sei in grado!”. Detto questo si diede una soffiata al
ciuffo rosso che le infastidiva gli occhi. Dall’altoparlante intanto nessuna
voce rispose. La Vedova aveva capito che si trattava di quel fastidioso
straniero ma ora come ora non sapeva proprio che fare. Pensò pochi minuti alla
stupida missione che aveva accettato e al perché non aveva solo preso il denaro
della missione precedente. All’improvviso qualcosa le balenò alla mente: le
video-retine! Erano la sua salvezza: inviò, quindi, tutto alla Stark
Corporation(la compagnia di Iron Man per intenderci!). Fece giusto in tempo;
pochi attimi dopo, infatti, la stanza era piena di gas soporifero: la Vedova
chiuse dolcemente gli occhi e, anche se contro voglia, si addormentò.