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Autore: purpleblow    18/04/2009    4 recensioni
“Non dovresti essere qui, mi vedo costretta a toglierti venti punti, Malfoy.” lui, senza abbandonare il suo fare principesco le regalò un ghigno divertito. “Neanche tu dovresti essere qui, Granger.” aveva un che di perfido ogni volta che pronunciava il suo nome, marcava il tono in maniera sprezzante.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Attrazione pericolosa

02. È colpa mia




Quella mattina Hermione si svegliò dopo un sonno non molto tranquillo. Si era rigirata per almeno due ore nel letto, cercando di trovare una posizione comoda, purtroppo senza successo.
Tutto ciò era dovuto allo strano incontro avuto nel giardino del castello, ma non per la persona con cui si era ritrovata, bensì per il suo strano comportamento.
In primo luogo, Malfoy ogni volta che la vedeva non perdeva occasione per mostrale la sua superiorità e purezza di sangue, o deriderla, anche se negli ultimi tempi per lui era diventato più difficile, non trovando un modo originale per farlo.
Ormai chiamarla Mezzosangue era diventata abitudine e lei ci aveva fatto il callo, chiamarla “dentona” era fuori discussione dato che, proprio grazie a lui, aveva approfittato dello scherzetto che le aveva fatto tempo fa per farsi accorciare ancor di più i denti da Madama Chips, trovando ad essi una misura nella norma.
Nell'aspetto poi, non poteva certo più infierire, non che si sentisse una dea, ma con gli anni il suo corpo si era fatto più adulto, i suoi capelli non erano più crespi -dopo tutti i trattamenti che le avevano fatto le compagne di dormitorio- ma morbidi e dalla forma perfetta. Infatti le ciocche le cadevano ondulate lungo la schiena.
Guardò l'orologio che portava sempre al polso, notando che si stava facendo tardi, non proprio in realtà, ma era la sua tabella di marcia che sarebbe stata compromessa.
Solitamente lei era la prima dei Gryffindor a svegliarsi e come di consueto scendeva in sala comune per ripassare le varie materie.
Quel giorno alla prima ora avrebbero avuto il professor Vitius, così decise di prendere i libri per la giornata e recarsi a far pratica con gli incantesimi, nonostante non ne avesse bisogno.
Era sempre stata la migliore in tutto, era l'orgoglio degli insegnanti, fatta eccezione per Severus Piton, fosse stata Slytherin era sicura che le cose sarebbero andate diversamente.
Dopo aver riposto i libri nella borsa se la mise in spalla e si avviò nella sala, cominciando a far pratica con la magia.
Quel giorno però, nonostante la sua impeccabile bravura, non era al massimo della concentrazione. Ogni tanto le tornavano alla mente gli occhi grigi e ipnotici di Malfoy e puntualmente si trovò a maledire il ragazzo.
Tra un incantesimo e l'altro, più i pensieri, la sala cominciava a riempirsi di gente, tra cui il suo caro amico Harry che le si avvicinò per darle il buongiorno.
“Buongiorno Herm.” disse rivolgendole un sorriso. Anche lui pareva non aver dormito sonni tranquilli, probabilmente per il solito oscuro problema.
Da un po' di tempo le visioni collegate a Lord Voldemort erano tornate a farsi strada nella mente del suo amico, lui cercava di non darlo a vedere, ma lei sapeva bene quanto questo fosse un peso per lui. E sapeva che non voleva preoccupare i suoi amici, per questo non ne parlava quasi mai neppure con lei e Ron.
“'giorno Harry. Ti vedo stanco, non hai riposato?” eccola lì, la solita Hermione col solito tono di rimprovero, che celava preoccupazione. Ormai chi la conosceva bene sapeva interpretare i suoi toni.
“Non molto. Neanche tu mi sembri del tutto riposata, tutto bene?” Potter aveva immediatamente notato l'oscurità sotto gli occhi della sua amica e non aveva atteso un istante per chiederle cosa fosse successo, anche perché lei era sempre riposata, succedeva raramente vederla così.
“Ho fatto tardi leggendo storia della magia.” disse noncurante di nascondergli la verità. Non che le facesse piacere, ma non era saggio parlarle dell'accaduto della sera prima. Non era né un buon momento per farlo né avrebbe voluto assistere a una rissa mattutina fra Gryffindor e Slytherin. Sapeva bene quanto Harry tenesse a lei e se solo avesse saputo che Malfoy le aveva allungato le mani sarebbe stato capace di picchiarlo in Sala Grande, senza curarsi dei professori che avrebbero potuto vedere, senza preoccuparsi di conseguenze drastiche.
Il giovane mago accettò le spiegazioni di Hermione senza sospettare di nulla, per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
Qualche minuto dopo arrivò anche Ron a dare il buongiorno ai suoi due amici, lui pareva essere stato l'unico a dormire cullato dalla spensieratezza, beato lui.
La sua espressione era fresca e riposata, anche se i suoi capelli dimostravano il contrario. Pareva fosse passato un tornado nella stanza quella notte dato che i rossi capelli gli ricadevano sugli occhi più scomposti che mai.
“'giorno ragazzi! Che avete, sembrate due zombie.” disse con la solita nonchalance.
Nessuno dei due si premurò di rispondergli se non Hermione che attaccò con la sua solita ramanzina mattutina non appena Ron si rese conto di non aver fatto la relazione per Piton.
“Sei sempre il solito Ron, non è proprio possibile e non guardarmi così, sappi che stavolta non ci sarà la mia relazione a salvarti.” ecco, centro. Adesso le lagne di Weasley si fecero più insistenti, aveva giurato che anchequella volta Hermione gli avrebbe lasciato copiare, invece si era ritrovato nel baratro più totale.
Non consegnare la relazione a Piton equivaleva al suicidio, quello sarebbe stato capace di approfittare della situazione per dimostrare quanto i Gryffindor fossero dei buoni a nulla, quanto lui fosse stupido e non ligio al dovere e insomma, la solita tiritera.
Si avviarono in Sala Grande per fare colazione e per tutto il tempo Hermione aveva cercato un modo per distrarsi dai piagnistei del suo amico. Ron non avrebbe mollato fino a che lei non gli avesse ceduto i compiti.
Da una parte la ragazza avrebbe preferito non darglieli, ma in quel caso si sarebbe sentita in colpa per il fatto che il professore di pozioni lo avrebbe punito senz'altro.
Così, esasperata da un lato gli schiaffò la relazione sotto al naso, offrendogli uno sguardo di rimprovero.
“Questa è l'ultima volta Ronald, ti avverto.” ma la minaccia non servì, anche perché il giovane mago non l'ascoltò neppure, sovrastando la frase con ringraziamenti.
Improvvisamente si sentì osservata e si voltò nella direzione dello sguardo che la stava puntando da quando lei aveva fatto il suo ingresso nella sala, solo che non se n'era accorta.
Si ritrovò a guardare le iridi di colui che le aveva tormentato il sonno, e dannazione per almeno un'ora era riuscita a dimenticare il “fattore Malfoy”.
Adesso quel senso di stranezza era tornato ad avvolgerla e lui non accennava ad abbassare lo sguardo.
Se stava cercando di provocarla, beh non ci sarebbe riuscito. Facendo finta di niente Hermione si voltò verso Harry e tirò fuori il primo argomento per intavolare una discussione che non le facesse pensare a quei maledetti occhi.
Dal tavolo degli Slytherin, Draco aveva stampato sulla faccia il solito ghigno. Lo divertiva proprio quella situazione, lo divertiva il fatto che gli piaceva quella sfida che si era preposto.
Quella strega grintosa doveva assolutamente cedere prima o poi, quella stessa strega che aveva creduto di disprezzare per il suo sangue, ma che era proprio grazie a quello che l'attraeva.
Le grandi capacità che possedeva nonostante fosse una Sanguesporco, lo elettrizzava e affascinava allo stesso tempo. Nessuna Purosangue l'avrebbe mai eguagliata, perchélei era unica nel suo genere.
Ma perchécomplicarsi la vita per una come lei? In fondo, aveva hai piedi gran parte della popolazione femminile della scuola. Pansy Parkinson avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di stare con lui, o Daphne Greengrass, anche lei era molto propensa a donarsi al principe, ma nonostante fossero belle, Purosangue e con i suoi stessi ideali non gli facevano alcun effetto. Non come la Granger. Bella, intelligente e lontana dalla sua portata, molto lontana e nonostante ciò a lui non interessava perchéa Draco piacevano le sfide.
Per la prima volta dopo svariati minuti abbassò lo sguardo sulla sua tazzadi caffè ormai freddo e lo bevve, dirigendosi poi fuori per godersi la sigaretta del dopo caffè.
“Ehi Draco? Dove vai?” Blaise Zabini, l'unico che davvero considerava come qualcosa di simile ad un amico, a differenza di Tiger e Goyle che per lui erano i cosiddetti tirapiedi, niente di più.
“A prendere aria.” fu la laconica risposta di Malfoy. Zabini lo seguì sapendo perfettamente il suo fine.
Blaise era un tipo tranquillo, che si differenziava molto da tutti gli altri Slytherin, non era il tipo che attaccava briga, se ne stava in disparte a guardare ma non partecipava mai al passatempo della sua casa, ovvero trovare qualsiasi cosa seppur piccola per deridere i Gryffindor.
Non aveva mai capito come mai tutto questo astio nei loro confronti, per lui erano indifferenti e basta e non aveva motivo di accodarsi ai suoi compagni di casa.
In silenzio seguì Draco nel cortile della scuola e si fumarono la loro prima sigaretta di una lunga serie.
Intanto il trio inseparabile di Gryffindor si diresse nell'aula di incantesimi, dove ad attenderli c'era già Vitious, seduto come al solito sull'alta pila di libri data la sua bassa statura.
Accolse gli studenti che via via entravano con il solito sorriso bonario, nell'attesa che la classe fosse al completo per cominciare la lezione.
Ben presto cominciò a spiegare vari incanti, o meglio a fare un ripasso generale degli argomenti passati dato che quello era l'anno dei M.A.G.O., e il professore non aveva alcuna intenzione di portarli impreparati.
Mentre Harry e Ron parlavano fra di loro, Hermione scuoteva la testa, ormai ci aveva provato in tutti i modi, ma non era servito a niente. Molte volte li aveva minacciati per fargli seguire la lezione, ma purtroppo non era arrivata a nulla. E come al solito poi andavano da lei a chiedere quando non capivano le cose.
Qualche gomitata gliela rifilava lo stesso, funzionava per qualche minuto, poi ricominciavano a farsi gli affari loro.
La strega se ne stava zitta, ma a lungo andare anche lei cominciava a stancarsi dato che con le loro chiacchiere finiva per distrarsi pure lei, così all'improvviso si voltò verso di loro, guardandoli in cagnesco.
“Ron! Se proprio non hai voglia di seguire almeno copia la relazione per Piton.” almeno forse così riusciva a stare in silenzio per più di cinque minuti.
“Ehm... ho ancora due ore di tempo.” lei lo fulminò nuovamente con lo sguardo, quel ragazzo a volte dimostrava di non avere cervello.
“E quando hai intenzione di farlo? Nelle ore della McGranitt? Non per sminuire Vitius, ma almeno lui fa finta di niente, la McGranitt se se ne accorge ci toglie i punti.” replicò con tono di rimproverò, mentre Harry se ne stava in silenzio a guardare la scena, senza osare per il momento mettere bocca.
Alla fine, fu Hermione ad averla vinta e per fortuna sua si era anche guadagnata il silenzio per il resto della lezione.
Se non Ron, occupato a copiare i compiti, almeno Harry sarebbe stato un minimo attento.
Finita la prima ora di lezione, era arrivato il momento di avviarsi  a Trasfigurazione. Durante il tragitto la strega fece una breve sosta in biblioteca per lasciare un libro precedentemente preso in prestito, senza accorgersi però di essere seguita in lontananza.
La persona in questione era Draco Malfoy, che non si perse l'occasione di trovarla da sola, senza l'odiosa compagnia di Potty e della Donnola.
Si appoggiò allo stipite della porta nell'attesa che la ragazza uscisse, sbirciando dentro la biblioteca per osservarla.
Era bella anche voltata di schiena, la cosa che più lo attraeva da quella visuale erano i suoi capelli, così morbidi a quanto aveva constatato la sera prima, aveva una strana voglia di toccarli di nuovo, di lasciarli scorrere tra le dita.
In fretta e furia, Hermione uscì dalla stanza per dirigersi a lezione e mentre usciva notò il ragazzo, che la guardava con il suo solito e immancabile sorrisetto.
“Siamo di fretta Granger?” che domanda stupida, pensò lei guardandolo con aria contrita e imbarazzata al tempo stesso, senza però darlo a vedere.
“Anche tu dovresti averne.” disse sbrigativa per poi sorpassarlo, non aveva tempo da perdere, non aveva certo bisogno di un richiamo dalla professoressa.
Purtroppo per lei, la stretta che le afferrò il polso la costrinse a fermarsi immediatamente dopo pochi passi.
“Si può sapere cosa vuoi?” l'imbarazzo di poco prima svanì, lasciando posto all'irritazione. Guardandolo negli occhi, gli rivolse uno sguardo rabbioso, perchése c'era una cosa che Hermione odiava -oltre alla serpe in questione- era fare ritardo a lezione.
Una volta ne aveva saltata una per via di una notte passata insonne sui libri, cosa per cui si lamentò una settimana intera, perciò di ritardare proprio non se ne parlava.
“Niente in particolare.” scandì Draco. Non le aveva dato alcuna risposta alla fine, semplicemente perchégli piaceva da matti irritarla.
“Oh, ma bene, allora che ne dici di lasciarmi andare a Trasfigurazione?” la strega cercò di essere più calma possibile nonostante dentro la sua testa vedeva varie scene dove massacrava il ragazzo.
“No.” lapidaria risposta, ma sopra ogni cosa dannatamente irritante e lui era un maestro nel riuscire a farla arrabbiare. Le bastava guardarlo per provare rabbia.
“Malfoy, te lo ripeto. Lasciami, ora.” ma ovviamente non la lasciò, anzi se la trascinò dietro, tenendo salda la stretta con cui le stava avvolgendo il polso. Era salda sì la sua presa, ma anche delicata al tempo stesso.
Hermione mentalmente stava imprecando, in primo luogo non capiva dove la stava portando e in secondo luogo si chiedeva cosa diavolo poteva mai volere lui da lei.
“Ti ho detto di lasciarmi se non sbaglio non di trascinarmi per mezza scuola!” e tra l'altro, che fretta aveva adesso? Malfoy era molto più alto rispetto a lei e riusciva a malapena a stargli dietro per via dei lunghi passi con cui percorreva i corridoi.
“Tu dove credi che ti stia portando?” malizia. C'era malizia nel suo tono di voce, non se l'era immaginato.
Restò esterrefatta da quella domanda, soprattutto nella sua testa si stavano affollando una serie di scene poco consone al normale, ma cercò di non perdere la razionalità.
“Senti se credi di...” ma si bloccò non appena riconobbe in lontananza l'aula in cui dovevano essere da ormai qualche minuto. Qualche minuto di ritardo e non andava bene affatto!
“Contenta?” le soffiò in un orecchio mentre varcava la soglia seguito dalla strega, che ancora si stava chiedendo se Malfoy fosse impazzito. Non comprendeva il perchédel suo gesto, poi però, pensando al genere di persona capì. L'aveva fatto apposta, le aveva fatto fare ritardi di proposito. Che stronzo!  in fondo, di che si stupiva, era o no uno Slytherin?
Peccato che Hermione non aveva capito niente. Sì, l'aveva fatto di proposito, ma non per i motivi a cui pensava lei, c'era qualcosa di molto più significativo nel suo gesto, cosa che a lei -e a qualsiasi individuo che conoscesse Draco Lucius Malfoy- non sarebbe passato minimamente per la testa.
Sì, certamente, l'aveva baciata ma lo scopo era senz'altro quello di provocarla, o comunque passare il tempo.
Mentre rifletteva, sentì la voce della professoressa perforarle il cervello. Quanto si stava detestando in quel momento, quanto lo detestava.
“Signor Malfoy, signorina Granger volete gentilmente spiegarmi il motivo del vostro ritardo? Sono costretta a togliervi 5 punti a testa. Non mi stupisco di te Malfoy, ma lei signorina Granger...” e adesso come spiegarle il motivo del ritardo? E come spiegarlo a Ron e Harry, che puntualmente la stavano guardando stralunati. Non solo per l'eresia -a detta di Hermione- dei cinque minuti persi, quanto per la persona con cui era entrata.
“Beh vede...” cosa dire?
“La colpa è mia.” breve e conciso. Tutti i presenti nell'aula sbarrarono gli occhi, cos'era questa storia? Draco Malfoy si prendeva le colpe -anche se effettivamente non era del tutto sbagliato- giustificando la Gryffindor?
“Perché di grazia? Signor Malfoy, spiegati, non ho molto tempo.” Draco rivolse un sorrisetto sarcastico alla professoressa e senza risponderle si avviò al suo banco. Blaise lo guardava di sottecchi, pure lui meravigliato da ciò che era appena accaduto.
“Bene, altri 5 punti in meno a Slytherin e tu signorina Granger, siediti.” detto questo, cominciò un'altra ora di lezione.
Quel giorno il compito si basava sul trasfigurare delle semplici tazze da caffè in rondini. Questo voleva dire che anche la McGranitt aveva optato per un ripasso.
Gli unici a terminare in fretta il compito furono Hermione -ovviamente-, Draco e Harry. Quasi tutta la classe era a metà lavoro mentre Neville Paciock ancora si trovava in difficoltà.
Il giovane mago aveva sempre avuto problemi con quella materia, anche se a dirla tutta era notevolmente migliorato, per lo meno non faceva più esplodere i vari oggetti da trasfigurare.
Hermione, nell'attesa che gli altri finissero, si rimise a pensare a ciò che era accaduto, provando sempre più rabbia nei confronti di Draco, però c'era qualcosa che gli sfuggiva e che non la convinse del tutto della precedente teoria.
Sì, era plausibile, ma non dopo che Malfoy aveva detto spontaneamente che la colpa fosse sua, tagliandola fuori dalla sottrazione dei punti.
Inconsciamente puntò lo sguardo sul mago che, avendo finito pure lui, si era abbandonato contro al banco, con la testa sulle braccia.
I biondi capelli gli cadevano sulle braccia, avevano uno strano colore, quanto bello. Era raro vedere qualcuno con quell'insolita tonalità quasi bianca e a lui stavano alla perfezione a contrasto con le sue iridi grige.
Improvvisamente scosse il capo, perchédiavolo doveva mettersi a pensare all'aspetto di quella serpe maledetta?
Nel frattempo, Harry la stava osservando da qualche minuto, quel giorno Hermione era davvero strana, non si comportava come sempre.
“Herm, tutto bene?” così fu riscossa dai suoi pensieri, per fortuna l'amico l'aveva distolta. Si voltò verso di lui, rivolgendogli un sorriso di circostanza.
“Si, stavo solo pensando alla relazione di Piton, spero di aver scritto tutto.” un'altra bugia. Non voleva mentire al suo migliore amico, ma purtroppo doveva farlo.
“Ah, sarai andata benissimo come al solito! Sei la migliore.” si, era la migliore, ma non in tutto. Fosse stata davvero intelligente avrebbe capito la situazione, mentre invece si era ritrovata a dannarsi per cercare una soluzione. Che per ovvie ragioni non arrivava.




Note dell'autrice:
Come potete notare ho cambiato il titolo della storia, avendo ormai deciso di  cimentarmi in una longfic. Ebbene alla fine mi sono decisa, ho ben chiaro cosa vorrò che accada in futuro.
Non so dire se sarà lunga o meno questa fanfiction, so solo che mi va di farla diventare a capitoli e così sarà.
Stavolta il capitolo è molto più lungo del precedente!
Beh, fatemi sapere che ne pensate e ovviamente, si accettano critiche, miglior modo per migliorarmi.
Lilian Malfoy: Eccomi qua, longfic in corso! Beh, per la verità Draco la parola d'ordine per il momento non loa utilizzerà, ma in futuro vedrai cosa ho in serbo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Ashley Snape: Ahhh... Snape, dolce suono per le mie orecchie, adoro il tuo nick, adoro Piton! *_* Grazie dei complimenti e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!
Lilly 94: Accontentata, eccoti la longfic. Ancora non ho deciso i tempi di pubblicazione, spero di essere sempre veloce a farlo. Spero vivamente che questo capitolo non ti abbia delusa e che continuerai a seguirmi! Detto questo, grazie per la recensione, apprezzo molto! ^^
   
 
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