At the beginning
All'inizio di tutto
(one-shot - 918 parole)
[And life is a road that I wanna keep going
Love is a river, I wanna keep flowing
Life is a road, now and forever, wonderful journey
I'll be there when the world stops turning
I'll be there when the storm is through
In the end I wanna be standing
At the beginning with you.
E la vita è una strada
che io voglio continuare a percorrere
L'amore è un fiume,
voglio continuare a navigarlo
La vita è una strada,
ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
Sarò lì quando il
mondo smetterà di girare
Sarò lì quando la
tempesta starà infuriando
Alla fine voglio
restare
All'inizio di tutto
con te.
At the beginning (Anastasia OST) - Richard Marx e Donna Lewis]
***
*Hinata
POV*
Diventare Hokage
ed essere finalmente accettato, stimato e rispettato da tutto il Villaggio di
Konoha.
Questo è il
grande sogno a cui da sempre miri, un sogno che insegui con costanza e impegno
per ogni giorno della tua vita.
Ricordo
chiaramente, come se fosse ieri - e come potrei dimenticarlo? -, la prima
volta che riuscii ad avvicinarmi a te.
Avevi sei anni e
stavi seduto su una panchina qualsiasi dell'unico parco giochi di
Konoha.
Facevi
ciondolare avanti e indietro le esili gambe e osservavi gli indifferenti
passanti con occhi vacui, tristi, incompresi.
Probabilmente
avevi le braccia doloranti per i pressanti allenamenti con i kunai e con gli
shuriken, perché le tenevi adagiate a peso morto sulla superficie levigata della
panchina. Le tue piccole mani e il tuo dolcissimo viso recavano graffietti
evidenti; i tuoi capelli biondi e arruffati erano sporchi di terra; i tuoi
bellissimi occhi azzurri si sforzavano di trattenere le lacrime della fatica,
della stanchezza e dell'emarginazione.
Sì, proprio
così. Dell'emarginazione.
Tutti sapevano
del potentissimo e devastante demone sigillato dentro di te, nel tuo corpo, e
hanno cominciato ad additarti come mostro, a ignorarti, a trattarti
male.
Ti ho sempre
visto da solo in quel periodo buio: non c'era
nessuno disposto a farti compagnia, a giocare con te, a tenderti una mano calda
e confortante, ad ascoltare i tuoi sfoghi e la tua sofferenza
repressa.
Dovevi tenere
tutto dentro, sopportare, andare avanti comunque, perché lasciarti prendere
dallo sconforto, dal dolore, dalla rabbia che la solitudine arrecava con sé
avrebbe comportato la tua sconfitta, la tua resa
definitiva.
No.
Tu non volevi e
non hai mai voluto arrenderti: questa è una parte di te che io ho sempre
ammirato.
Una delle tante,
a dire la verità.
Io ammiro e amo
tutto di te, Naruto.
Tutto.
Per me tu non
sarai mai un mostro ma un eroe, un ragazzo coraggioso e leale che si rialza
tutte le volte che cade e che non si arrende mai.
Quando ti vidi
per la prima volta era una bella giornata di sole, l'ideale per fare una
passeggiata.
Infatti io,
piccolina, mi trovavo a passeggio con mio padre Hiashi. E io, da dietro le sue
gambe, timida e imbarazzata, ti scorsi inginocchiato in mezzo alla strada, in
lacrime.
Era ingiusto, mi
si strinse il cuore in quel momento e sentivo il bisogno irresistibile di
piangere insieme a te.
Nemmeno la mia
vita è stata tutta rose e fiori, a pensarci
bene. Ho avuto anch'io i miei problemi e li ho tuttora.
Mio
padre - e con lui tutto il clan Hyuuga - si aspettava grandi cose da me, esigeva
il meglio, ma io non ero mai all'altezza delle aspettative della mia
famiglia.
Il
mio impegno sembrava sfumare di fronte alla loro superbia, alla loro sfrontata
sicurezza.
Io
non sono superba, forse l'unica degli Hyuuga a non esserlo mai
stata.
Quando
finalmente trovai dentro di me un barlume di coraggio per avvicinarmi cauta alla
tua panchina, io lo feci.
Appena
t'accorgesti della mia placida presenza, strofinasti gli occhietti lucidi con i
dorsi delle mani, serrando le labbra in una smorfia ostinata a trattenere il
pianto.
Non
volevi mai mostrarti debole, né davanti a me né davanti alla gente che passava
fingendo che tu non esistessi.
Io
non arrivavo a comprenderli, mi rifiutavo intimamente di appoggiarli nella loro
ipocrisia.
Io
continuavo a guardarti e non trovavo niente di sbagliato in te.
Niente!
Eri
perplesso e stupito, ma sentivo che in fondo ti faceva piacere che io avessi
compiuto questo grande passo.
Accennasti
un sorriso quando io bisbigliai un timoroso e balbettante “ciao”, che
ricambiasti subito.
La
tua espressione era mutata, appariva leggermente più serena, più
viva.
Che bello!
Sono riuscita
nel mio intento, allora.
Purtroppo
udii mio padre richiamarmi a gran voce, e a malincuore sciolsi il nostro
contatto visivo e voltai le spalle, tornando da lui, alla nostra passeggiata
pomeridiana.
Non li ho più
dimenticati, quei brevi istanti.
***
Il giorno e la
notte, il sole e la luna.
Come noi,
diversi e complementari.
Ti sono stata
vicina dal principio e continuerò a esserci, percorrendo silente la mia strada,
che corre parallela alla tua.
E aspetterò...
Aspetterò fino a quando le nostre strade non si intersecheranno, per volere del
destino o per un altro fattore misterioso, finché non ti accorgerai finalmente
di me.
Finché non
sonderai i miei sentimenti, l'inspiegabile eppure bellissima sensazione di
gioia, di calore e di imbarazzo che mi solletica la tua presenza, anche da
lontano.
Sarò come la
luna che rischiarerà in disparte il tuo viaggio verso la giusta maturità per
diventare l'Hokage migliore di tutti.
E allora,
ripensando all'inizio di tutto, se mi domandassero improvvisamente cosa mi
piacerebbe cambiare del mio passato, risponderei che non avrei desiderato una
vita migliore di questa, per quanto intricata essa sia.
O non ti avrei
conosciuto, o non saresti stato il mio esempio da seguire nelle difficoltà,
nelle incertezze.
Il mio modello
di vita.
Non mi importa
di ciò che dice la gente: sii te stesso,
incondizionatamente.
Non cambiare
mai, Naruto-kun.
Oggi le cose
stanno migliorando, per entrambi.
Tu sei diventato
un ninja e hai trovato degli amici che ti vogliono bene, che ti
capiscono.
Io ce la sto
mettendo tutta, e grazie ai preziosi consigli di Kurenai-sensei, grazie ai miei
compagni di squadra che mi sostengono e che mi aiutano con gli allenamenti, ho
smesso di sentirmi una nullità.
E lo devo solo a
te, Naruto. Lo devo al ragazzo speciale che sei diventato... e all’uomo che un
giorno diventerai.
FINE
Oddio!
*O* Non mi aspettavo che la prima vi sarebbe piaciuta così tanto,
davvero!
Sono
felicissima, e contrariamente a quanto pensavo, mi hanno detto che anche questa
one-shot è bellissima. Perciò eccola qui ^^
È
la mia personale analisi sui pensieri di una Hinata dodicenne che ripensa ai
primi incontri con Naruto.
Ho
usato quella citazione (il ritornello di una canzone che adoro) perché la vedo
bene con questi due adorabilissimi personaggi! *_*
Ringrazio
tutti quanti dal profondo del cuore! Appena potrò aggiornerò
sicuramente!
Per
Roby:
La sorpresa finisce qui. Grazie di tutto, cara! *_* Adoro le tue storie, era il
minimo che potessi fare per te! E sono felicissima per tutte le dediche che stai
ricevendo oggi: hai visto? *_*
Un
grazie speciale anche alla mia gemellina, che mi incoraggia in tutto quello che
faccio.
Bacioni!
Una
felicissima Rinalamisteriosa (*_*)