Prompt:
felicità + amore + giardino.
Gruppo facebook: il
Giardino di
Efp.
Nilin
sospirò, sorridendo
a fior di labbra.
Adagiò
mollemente il capo
contro la spalla di Edge e rilassò le membra. Il giardino
che si srotolava
davanti ai suoi occhi era uno spettacolo incantevole, incendiato da un
tramonto
che toglieva il fiato.
Neo Parigi era
rifiorita
da quando la battaglia erroista si era conclusa e lei aveva reso nuova
vita e
nuova memoria a Edge.
Insieme ai
genitori, si
era impegnata anima e corpo per riportare la pace e per ridare nuova
speranza
ai cittadini sopravvissuti. Non era stato semplice – e non lo
era tuttora –
ripulire i bassifondi e trovare una cura che potesse aiutare i Leaper
rimasti,
ma nonostante le mille difficoltà che ogni giorno doveva
affrontare, l’idea di
arrendersi non l’aveva mai sfiorata.
Sospirò
ancora,
fievolmente, socchiudendo gli occhi. Eppure, era così felice!
Non solo aveva
ritrovato
la perduta famiglia e la propria memoria, ma era anche riuscita a
remixare la
memoria di Edge, dell’ex sistema operativo H3O, a cui lei
stessa aveva donato
coscienza da bambina e che, adesso, era proprio lì fra le
sue braccia.
Nilin si
accoccolò meglio
contro il petto del giovane, cingendogli la vita.
- Ehi, qualcosa non va? – le chiese lui, ricambiando la
stretta.
- Nulla. Pensavo...
- A cosa?
Scrollò
una spalla bruna,
sollevando gli occhi grigi e incontrando quelli azzurri di Edge.
- Al passato e a tutto ciò che ho vissuto e che ho impresso
nella memoria.
Edge le
carezzò
dolcemente una guancia.
- E che nessuno ti porterà mai più via
– le disse.
Nilin lo
scrutò per
alcuni istanti, sorridendogli.
- Ricordi cosa mi hai detto, mentre cercavo di intrufolarmi nella sede
di
Memorize per raggiungere mia madre?
L’altro
aggrottò le folte
sopracciglia bionde, che s’incontrarono sulla fronte pallida
e appena appena velata
da qualche ciuffo spettinato.
- Ci siamo detti tante cose – rispose, storcendo le labbra
carnose.
- Mi hai detto che, forse, in un’altra vita sei stato un
poeta.
- Ero ironico. Prima che tu me la donassi, non ho mai avuto una vera
vita.
Nilin lo
baciò sulle
labbra, assaporandole per qualche istante.
- Secondo me dovresti provare – gli disse, staccandosi
– in fondo, sei rimasto
lo stesso di allora...
Edge la
scrutò a lungo,
in silenzio. I suoi occhi cangianti e screziati di verde baluginavano
alla luce
morente del Sole.
- Non credo di esserne capace – sussurrò infine.
- Finché non provi, non puoi saperlo.
Nilin
riadagiò il capo
sul suo petto, tornando ad ammirare i narcisi che ondeggiavano al
sospiro del
vento, fra l’erba rorida e cinta da alte querce verdeggianti.
- Hai tanto da dire, Edge – disse – così
tanto, che stupiresti il mondo.
Edge le
cinse il corpo e
sbuffò un sorriso.
-
Per adesso, ho da dire solo quanto ti amo, Nilin.