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Autore: pamina71    05/07/2016    15 recensioni
Dopo il Lupo, una nuova piccola e curiosa indagine.
La storia d'amore prosegue ed evolve, nella nuova dimora e con nuove consapevolezze, in un equilibrio finalmente diverso (dovuto sia alla promozione di André sia a quanto di doloroso é accaduto ad Oscar).
Il noir si infittisce, prendendo spunto da un caso realmente accaduto in un altro paese ed in un'altra epoca: un caso inquietante ed affascinante, che fece parecchio scalpore e di cui mi sono procurata estratti della sentenza e del processo, per comprendere moventi ed azioni, da cui ho "rubato" vittime e carnefice e dal quale deriveranno tutte le apparenti stranezze che ho estrapolato (le cose più particolari sono proprie del caso originale, non ho così tanta fantasia).
Credits letterari: Camilleri, Malvaldi, Montanari, Vitali.
Credits visivi: "La famiglia omicidi", "Ladri di Cadaveri", "Arsenico e vecchi merletti", "Misterioso omicidio a Manhattan"
Inizierò in stile Agatha Christie, con l'elenco dei personaggi per consultazioni future.
Genere: Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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2. Duca? Duca!

 

Oscar terminò di compilare i turni per la settimana, e appose la data con la sua grafia elegante: lunedì 7 dicembre 1788.

Poi riprese in mano quelli preparati nelle settimane precedenti dal Capitano Pellerey, per trovare conferma alle insinuazioni di André. Per scrupolo, non gettava i fogli se non dopo un trimestre; più volte quella abitudine le era tornata utile.

Ed anche quel giorno poté constatare che, dall'arrivo di Pellerey, che aveva sostituito in ottobre il Capitano Racine, i nomi di alcuni soldati (tra cui François Armand, Gérard Lassalle e specialmente Alain), ricorrevano con allarmante frequenza nelle ronde notturne. E riguardandoli non le pareva più frutto di semplice distrazione. André aveva ragione, astio o altre ragioni erano all'origine di quelle anomalie. Si alzò, avviandosi alla porta per raggiungerlo nell'ufficio di fronte al proprio. Era quasi giunta all'uscio quando udì bussare. Senza nemmeno invitare ad entrare, aprì il battente. Si trovò di fronte una delle nuove reclute.

- Comandante, ci sono due persone che chiedono di Voi e del Capitano Grandier.

- Bene, falli accomodare nella sala Verde, mentre io provvederò ad avvisare il Capitano.

Bussò all'uscio di quercia, attendendo che la voce familiare la invitasse ad entrare.

Fu accolta da un sorriso rilassato.

- Ciao. Hai bisogno di qualcosa?

- Ero venuta per parlarti di Pellerey, ma dovremo rimandare. Pare che due persone cerchino di noi.

André aggrottò la fronte. Quella situazione gli ricordava un episodio analogo.

- Andiamo, allora.

Lasciarono l'ufficio e si recarono alla Sala Verde, poche decine di passi più in là lungo lo spoglio corridoio, ove ad attenderli trovarono un uomo di una trentina d'anni, abbigliato con una sobria eleganza borghese, ed una donna un poco più giovane, con un abito di stoffa blu, con delicati ricami di mughetti.

- Sono Mathieu Legrand, e commercio in pellami. Questa è mia moglie Marianne.

Dopo i saluti ed i convenevoli di rito, Oscar li invitò ad esporre il motivo della loro visita.

- Sappiamo che avete risolto brillantemente il caso del Lupo. E siamo venuti a conoscenza che da poco risiedete nei pressi della casa di nostra zia, madame Virginie Legrand.

- L'abbiamo anche conosciuta. In maniera molto superficiale, ma abbiamo avuto modo di conversare con lei. - Aggiunse André.

- Ma ora pare si sia trasferita a Chartres: E' stata assunta per dirigere un coro, se non vado errato. - Riprese Oscar.

- Ecco, Comandante, è proprio questo il punto. E' avvenuto tutto troppo precipitosamente. L'offerta dal Thèatre Du Seuil1, la lettera, la vendita della casa e del mobilio. Anzi, è andata via affidando le ultime suppellettili ad una delle vicine, con l'incarico di provvedere a liquidare le ultime cose.

- Immagino non potesse lasciarsi scappare una simile occasione…- suggerì André.

- Lo capisco, davvero; ha lasciato la carriera, e da allora non ha più avuto se non qualche sporadico allievo; comprendo perfettamente che il posto sia interessante, ma mi chiedo: perché non noi? Non la avremmo certo derubata, con le vendite…

- Quindi? Cosa vorreste che facessimo? - Chiese il Capitano.

- Una indagine informale, qualche domanda nel vicinato...vorrei capire cosa le è accaduto. Perché secondo me le è capitato qualcosa. E se poteste chiedere al Teatro se è stata davvero assunta, se è arrivata.

I due ufficiali si guardarono, sospirando. Una sensazione di déja vu li oppresse per un attimo. Non era forse cominciata così anche l'avventura del Lupo?

Ma Legrand sembrava davvero preoccupato. Forse valeva la pena dargli un poco di fiducia.

Così accettarono di fare qualche controllo e di inviare una richiesta formale a Chartres. Fu André ad occuparsi della lettera, una volta congedati i visitatori, mentre Oscar, dopo avergli detto di Pellerey, si sarebbe recata ad ascoltare i soldati che parevano subirne le vessazioni. Avevano ritenuto una scelta migliore far raccogliere le informazioni da un suo superiore, piuttosto che da un pari grado, sebbene la confidenza di André con i soldati fosse maggiore.

 

- Soldati, parlatemi di Pellerey - Esordì oscar, accavallando le gambe e poggiandosi allo schienale dalla poltroncina.

I tre si guardarono.

- E' un Capitano, fa quello che fa un Capitano. - Rispose titubate Gérard.

- E lo fa bene o lo fa male?

- Comandante – disse Alain – finiamola di girarci intorno.

- Bene, finiamola. Parlamene tu.

François fece un gesto come per fermarlo, ma Soisson prese la parola.

- E' un gran pezzo di merda, se posso esprimermi liberamente. Formalmente è inappuntabile, fa tutto secondo le regole. Nella realtà se decide che qualcuno non è di suo gradimento lo tormenta sino a sfinirlo. O troppe ronde notturne, o un accumulo di lavori umilianti come la pulizia delle latrine, oppure affida un incarico che non pare mai portato a termine adeguatamente e viene fatto ripetere all'infinito.

- E perché non siete venuti a parlarmene? Non vi fidate più?

- Perché è furbo. Sa farlo in modo da essere inattaccabile. - Riprese Gérard. - E se ascoltate me, tenete d'occhio anche André. Noi gli stiamo antipatici, ma lui, lo odia.

Oscar si allarmò. A parte la grammatica, il messaggio del solato era decisamente chiaro. E preoccupante.

- Ho modificato io gli ultimi turni, e d'ora in poi farò in modo di controllarli sempre.

Poi si chinò a scrivere qualcosa, e tese un foglio ad ogni soldato.

- La prossima volta che lo vedete comportarsi così, e io sono in caserma, uno di voi tiri fuori quest'ordine di servizio in cui vi convoco da me, e venga ad avvisarmi. Chiaro? Ora andate.

I tre soldati fecero il saluto e si congedarono. Sulla porta, Alain si girò.

- Grazie.

 

Nel pomeriggio iniziò una leggera nevicata. André si affacciò all'ufficio di Oscar.

- Dobbiamo andare a casa, prima che la neve impedisca ai cavalli di muoversi. Domani è un giorno di festa, non vorrai trascorrerlo qui?

- Certo che no. - Rispose lei prendendo il mantello. - Mi stavo pregustando una giornata tranquilla con te già da un poco di tempo. Piuttosto, credi che le mie sorelle riusciranno a venire stasera?

- Se hanno trascorso la giornata a palazzo Liancourt come previsto, faranno come noi e arriveranno persino in anticipo. Quindi sbrighiamoci.

 

***

 

- Duca, Vi auguro la buonasera.

L'uomo, che indossava la lussuosa giacca di velluto nero luccicante di ricami dorati che tanto amava indossare, si volse

- Duca, proprio Voi! - disse ad un uomo abbigliato in maniera pacchianamente elegante, decisamente bello, il tipo che riusciva sempre a piacere alle donne. - Mi hanno detto che mi cercavate.

- Già, mi chiedevo come avete reagito alle novità susseguenti l'episodio del Lupo.

- Come volete che abbia reagito? So quando è il caso di fermarsi. La Jarjayes è salva, il suo attendente é stato promosso per intervento reale, Bertier è morto. Attenderò occasioni più propizie.

- Io ho gettato nella Senna gli oggetti che aveva portato da me quando ha lasciato palazzo Jarjayes. Speriamo solo che il fratello non parli.

- Non parlerà. Farlo reintegrare nel suo ruolo all'Intendance è stato più che sufficiente a garantire il suo silenzio per i secoli a venire. - Disse il duca ridacchiando. Poi tolse un pelo inesistente dalla giacca nera, e si avviò verso il piano superiore.


1  Licenza Poetica. Il teatro di Municipale di Chartres risale al 1859, non ho avuto modo di aver conferme di un edificio precedente, sebbene sia decisamente probabile; il nome è quello di una compagnia teatrale attualmente attiva a Chartres.

   
 
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