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Autore: Blueorchid31    05/07/2016    9 recensioni
LUI finalmente sembra aver preso una decisione - forse troppo tardi. LEI, stanca di aspettare, decide di cambiare atteggiamento e guardarsi intorno. L'altro, o meglio l'altra, ci metterà del suo per ingarbugliare ancora di più la faccenda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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2. Di quella volta in cui Naruto proclamò di avere un piano.





«Teme, da questa parte!» urlò Naruto, attirando l'attenzione di tutti i presenti su di lui, sul caso clinico, l'unico uomo in quel ristorante che entrava e usciva dall'oscurità con la stessa facilità con cui proclamava di voler diventare Hokage di quello stesso Villaggio che solo qualche ora prima era intenzionato a distruggere.

Una contraddizione ambulante.


Sasuke si era lasciato convincere da un Dobe a caso, particolarmente insistente, a partecipare a quella stupida serata tra amici.

Durante la sua asfissiante opera di convincimento, il suddetto Dobe aveva asserito un paio di volte, senza essere troppo esplicito per non ferire brutalmente il suo orgoglio, che la possibilità di incontrare Sakura fosse remota, remotissima, i.ne.si.sten.te, e lui, pur avendo qualche riserva sull'attendibilità delle sue affermazioni, aveva deciso di accontentarlo.

Una volta giunto all'Ichiraku ramen, con suo sommo sollievo, non aveva individuato alcun caschetto rosa confetto, ma solo la lunga coda bionda della Yamanaka che sventolava a ogni suo concitato movimento.

Seduti intorno a un lungo tavolo c'erano quasi tutti i suoi amici dell'Accademia, tranne lei che probabilmente era a Suna dal suo fi-, dal suo fidan-, fidanza- .

No, non aveva ancora raggiunto quel grado di maturità tale da riuscire a pronunciare per intero quella parola senza che uno spontaneo amaterasu incenerisse qualcuno.


«Pensavo che non saresti più venuto» gli mormorò Naruto a un orecchio per non metterlo in imbarazzo davanti ai presenti che continuavano a guardarlo con curiosità e sospetto come se da un momento all'altro avesse potuto dare di matto e sterminarli tutti – un'idea che, dopotutto, non sarebbe stata poi così malvagia.

«Non avevo nulla da mettermi e non volevo sfigurare al tuo fianco» ironizzò l'Uchiha, strappando un sorriso all'amico.

«Vedo con piacere che sei tornato più stronzo di prima»

«Possiamo cominciare?» chiese Choji, a gran voce, massaggiandosi la pancia brontolante.

«Ancora un minutino Choji, Sakura sta arrivando» replicò in fretta la Yamanaka.

Sakura?

Sasuke si voltò verso Naruto che sembrava essere stato appena colto da una paresi: non muoveva più neanche un muscolo, probabilmente aveva smesso persino di respirare.

«Avevi detto...» ringhiò l'Uchiha a bassa voce.

«So cosa ho detto» lo interruppe Naruto, sfoggiando un sorriso che Sai avrebbe facilmente catalogato come falso, anzi falsissimo «Te lo giuro, non ne sapevo niente» si affrettò a dirgli, subito dopo, avendo percepito un mutamento assai poco rassicurante nella sua aura, già di per sé negativa.

«Io me ne vado» decretò l'altro, alzandosi in piedi con l'intenzione di allontanarsi il prima possibile: non era pronto, non lo era affatto, e come minimo, vedendola, sarebbe ripiombato nello sconforto, a patto che fosse sopravvissuto, data la tendenza di lei a essere particolarmente aggressiva nei suoi confronti.

Naruto lo afferrò per la maglietta e con un colpo secco lo costrinse a rimettersi seduto.

«Non fare l'idiota!» lo ammonì subito dopo, guardandolo dritto negli occhi per trasmettergli un messaggio subliminale che pressappoco stava a significare questo: '' Coniglio!''

Sasuke non riuscì a capire bene come fece, ma recepì il messaggio e attese l'inevitabile, cercando di convincersi che potesse farcela, che in fondo l'aveva ignorata dai cinque anni in su fino ai venti e che con un po' di buona volontà ci sarebbe potuto riuscire ancora.

Sakura – per fortuna senza Gaara al seguito – fece il suo ingresso una decina di minuti dopo e Sasuke fu costretto a fare uno sforzo sovrumano per nascondere l'ansia, l'emozione, nel rivederla dopo così tanto tempo.

Imbroccò il primo bicchiere a tiro e ne bevve il contenuto, tutto d'un sorso, senza preoccuparsi di cosa potesse essere e di quali effetti avrebbe potuto avere sulla sua psiche già molto turbata.

L'Haruno, al contrario, gli era passata davanti con palese indifferenza e si era portata dall'altra parte della tavolata, sedendosi poi al fianco di Temari. Probabilmente l'alcol aveva fatto la sua parte, ma Sasuke ebbe come l'impressione che nel breve tragitto da un capo all'altro del tavolo, Sakura avesse galleggiato nell'aria, con una leggiadria pari a quella di una farfalla.

Scosse la testa, tentando di allontanare dalla mente quell'assurdo pensiero, mentre qualcuno, uno a caso, gli metteva tra le mani un altro bicchiere, colmo di quella nauseabonda sostanza viscosa, che tuttavia sembrava riuscire a tenerlo a bada.

Durante la cena Sasuke tentò più volte di incontrare lo sguardo di Sakura, ma con scarsissimi risultati: gli occhi della ragazza si erano posati più volte su Shikamaru, che le era di fronte, su Temari, su Ino, finanche su Naruto che era seduto proprio al suo fianco, ma mai su di lui.

Era diventato invisibile per caso?

Appena terminato il pasto – e il suo era rimasto pressoché intonso, al contrario della bottiglia di saké – Naruto lo aveva invitato a seguirlo al bancone, dopo avergli spiegato che di solito a fine serata gli uomini avevano l'usanza di separarsi dalla compagine femminile per chiacchierare liberamente.

E così si erano ritrovati seduti tutti in fila a sorseggiare dell'altro saké fino a notte inoltrata quando una indisponente Subaku no Temari in Nara si era appropinquata al bancone dichiarando di essere stanca.

«Ti raggiungo tra poco» replicò Shikamaru, accendendosi l'ennesima sigaretta.

«Non fare tardi» si raccomandò Temari prima di voltarsi e andare via, mostrando tutto il suo disappunto per quella scenetta abbastanza deprimente che vedeva due eroi della guerra, un uomo pigro e uno strano alle prese con una sbronza che probabilmente li avrebbe fatti diventare ancora più stupidi di quanto già non fossero.

Shikamaru impose alla sua testa di fare un enorme sforzo e annuire per non urtare la sensibilità, già di per sé scarsa, della sua dolce metà.

Chi invece sembrava aver dimenticato anche dove abitasse quella tanto acclamata sensibilità era Sakura che al seguito di Hinata, comparve davanti a loro con un'espressione, se possibile, anche più schifata di quella di Temari.


«Anche io e Hinata ce ne andiamo»

Così parlò.

Non a lui, sia ben chiaro, ma, ubriaco e tutto, non riuscì a non cogliere quella velata sfumatura di astio nella sua voce che non era rivolta a Naruto – no di certo – o a Shikamaru, o a Sai, ma a lui, solo a lui, inequivocabilmente a lui.

«Arrivo subito Hinata-chan» si affrettò a rispondere Naruto, schioccando poi un dolce bacio a sua moglie che si limitò ad annuire amorevolmente.

«Tranquilla Hyuga, ci penso io a riportarlo a casa» biascicò Sasuke, inaspettatamente, dimostrando un affezione nei confronti del suo amico che risultò strana, molto strana, in primis alla ragazza e poi a tutti gli altri presenti: simili slanci emotivi non erano affatto da Sasuke Uchiha – il saké poteva fare miracoli.

«Adesso sei anche un ubriacone. Che amarezza!» intervenne Sakura, con un tono di voce talmente freddo da procuragli un brivido «Pensavo che non nascondessi altri difetti oltre quelli che hai costantemente mostrato di avere, ma a quanto pare sai essere una fonte inesauribile di sorprese» aggiunse, con tagliente sarcasmo.

Sasuke scoppiò a riderle in faccia, in quel modo unico, raccapricciante, tipico dei suoi momenti di follia omicida e Naruto, in un lampo improvviso di lucidità, cominciò a temere il peggio e si frappose, per sicurezza, tra i due.

«Tranquillo, Naruto» lo rassicurò Sasuke «Avrei dovuto ucciderla quando ne ho avuta l'occasione… adesso non c'è più gusto» e le nocche di Sakura scrocchiarono tutte e dieci all'unisono.

«Prova a ripetere quello che hai detto!» lo sfidò la ragazza.

«Pensi che non avrei il coraggio di farlo?» ribatté lui, riuscendo finalmente a incrociare il suo sguardo, anche se il suo, a dire il vero era talmente annebbiato da rendere l'immagine di Sakura una chiazza verde e rosa, tanto da impedirgli di cogliere quella scintilla di ira funesta che brillava nei suoi occhi pronta a esplodergli sulla faccia da un momento all'altro.

«Teme!» lo riprese Naruto «Dai, dacci un taglio.»

«Hai ragione, non ne vale la pena» convenne l'Uchiha, dando le spalle alla ragazza e ricominciando a bere.

«Sakura-chan, per favore» aggiunse l'Uzumaki.

«Andiamo, Sakura» incalzò Hinata che, dopo uno scambio di sguardi con il marito, decise di afferrarle il braccio e trascinarla fuori dal locale.

Sakura lanciò un ultimo occhiata in direzione di Sasuke, seduto ricurvo su quello sgabello, e a stento riuscì a celare la pena che provava nel vederlo così dietro quella facciata di odio che aveva costruito in quegli anni.


҉



«Quando smetterete di farvi la guerra?» chiese Shikamaru dopo aver atteso, saggiamente, che i bollenti spiriti di Sasuke si quietassero.

«Quando lei smetterà di essere così infantile» sputò l'Uchiha con disprezzo.

«E tu così coglione» si accodò Naruto, che non ne poteva davvero più di quella situazione.

«Questa in gergo viene denominata ''situazione di stallo'' » dichiarò Sai, trovando gli altri due d'accordo, ma non Sasuke che aveva continuato a fissare il liquido viscoso nel suo bicchiere, pensieroso.

«Non me ne importa un bel niente di lei» eruppe, all'improvviso, stringendo con forza il bicchiere «Posso avere qualsiasi altra donna» biascicò rabbioso, dando voce alla sua dignità ferita, offesa, da quella ragazzina impudente.

«È l'orgoglio che ti fa dire queste cose» decretò Shikamaru, soffiando fuori il fumo della sigaretta dalle narici «Per una notte ci si può accontentare di qualsiasi donna, è vero, ma per la vita?»

«Tsk!» sibilò Sasuke «Per la vita…» ripeté, a bassa voce, quasi con sdegno, trangugiando poi il contenuto del bicchiere e facendo segno alla ragazza dietro il bancone di riempirglielo ancora. Sakura aveva deciso di passare la sua vita con un altro, ergo non poteva essere lei quella giusta. Per quale assurdo motivo avrebbe dovuto continuare a farsi gratuitamente del male e sperare che lei tornasse indietro sui suoi passi e ricominciasse a guardarlo con occhi straripanti di amore incondizionato? Poi, in fondo, non era neanche del tutto certo di essere innamorato di lei, probabilmente Shikamaru non aveva torto nel sostenere che potesse essere una semplice questione di orgoglio.

«Quindi» intervenne Naruto, un po' perplesso, interrompendo il flusso dei suoi pensieri «Tu sei stato con altre donne, Shikamaru?» domandò curioso, dato che lui aveva avuto un'unica esperienza carnale, e solo dopo il matrimonio, e trovava alquanto bizzarra l'idea di copulare con più donne per decidere infine quale fosse quella giusta.

«No, idiota!»

«Allora...» mormorò Sai, inclinando da un lato la testa « Come lo hai capito?» gli chiese.

«Ho fatto l'amore con lei, mi sembra ovvio» gli rispose Shikamaru con magnanimità, rendendosi conto che forse di casi disperati in quel ristorante ce ne fossero due, anzi tre, solo che colui che gli aveva posto quella domanda dalla sua aveva Ino Yamanaka che di certo non ci avrebbe messo molto, conoscendola, a mettere in chiaro le cose e a dargli una svegliata.

«Quindi se io...» sussurrò una voce che sembrava provenire dall'oltretomba.

«Io non lo farei se fossi in te» si affrettò a smontarlo il Nara «Per come stanno adesso le cose se solo ti azzardassi a sfiorarla anche solo con un dito saresti costretto a chiedere a Tsunade-sama di riprodurre un'altra parte del tuo corpo. E questa volta, Sasuke, non penso che rifiuteresti di fartela riattaccare.»

«Situazione di stallo» ripeté Sai, abbassando le spalle per lo sconforto.

«Sei innamorato di lei?» chiese, quindi, Shikamaru.

«Che importanza ha?»

«Dovresti dirglielo»

«E cosa ci guadagnerei?»

«Forse un paio di ossa rotte… o forse no.»

«Hey, ci siamo anche noi!» li interruppe Naruto che, come Sai, aveva assistito in silenzio a quel botta e risposta tra i due, facendo saettare lo sguardo dall'uno all'altro.

«Tu sei troppo stupido» replicò Sasuke «E lui...» rifletté per un attimo prima di continuare, cercando di dare una definizione appropriata a quel tizio che stava attendendo il suo verdetto con uno strano sorriso stampato sulla faccia «È il sostituto» borbottò, in conclusione.

«Io, in verità, avrei un'idea!» incalzò l'Uzumaki per nulla toccato dall'affermazione dell'amico.

«Tsk! Ti prego risparmiaci » sibilò Sasuke, ottenendo l'approvazione di Shikamaru che prese a sghignazzare piano.

«Avrò bisogno proprio del tuo aiuto, Shikamaru!»

«Scordatelo! Se Temari dovesse mai venire a sapere che sto qui a parlare con voi di questa faccenda mi sbatterebbe fuori di casa senza battere ciglio e i divorzi, amico mio, sono una vera seccatura.»

«Posso darti una mano io se vuoi» si offrì Sai e Naruto, dopo averlo squadrato da capo a piedi, sancì un «No, tu no» che, tuttavia, non sembrò sortire alcun effetto negativo sul ninja della radice che continuò imperterrito a sorridere.

«Non devi fare granché, Shikamaru. Prometto che Temari non verrà mai a scoprirlo» tentò di convincerlo, congiungendo le mani a mo' di preghiera.

«Ti ho già detto di no, Naruto. E non sottovalutare mia moglie, quando ci si mette è anche peggio di Ino»

Rabbrividirono tutti all'unisono, tranne Sai che trovava quell'aspetto della sua ragazza assolutamente delizioso.

«Devi solo organizzare una cena a casa tua, al resto penso io» gli spiegò Naruto, aggiungendo un «Ti prego» vibrato e supplicante.

«Perché proprio a casa sua? Potremmo cenare da me» propose Sasuke, che doveva essere davvero molto ubriaco per aver deciso così su due piedi di accogliere nella sua casa qualcuno che non fosse Naruto o Sakura – anche se quest'ultima sembrava non aver ben compreso quale privilegio le avesse accordato.

Naruto alzò un sopracciglio e fece segno alla ragazza dietro il bancone di sostituire il saké con l'acqua – urgentemente.

«Casa mia andrà benissimo. Naruto ha ragione» acconsentì Shikamaru.

«Sì, ma il piano qual è?» biascicò ancora Sasuke, che proprio non ne poteva più: sentiva gli occhi pesanti, lo stomaco in tumulto e il preludio di un fotonico mal di testa.

«Lo vedrai, Teme. Lo vedrai.»




҉



Note dell'autrice esaurita


Ho avuto una settimana d'inferno in quanto figlia e marito hanno ben pensato di prendere l'influenza insieme, quindi perdonatemi ma non ho neanche riletto il capitolo. È un pochino breve ma mi serviva per introdurre il prossimo con il quale entreremo nel vivo della storia. Preparatevi al peggio!

Adesso mi dedico a rispondere alle vostre bellissime recensioni. Grazie di cuore per tutto il vostro supporto. :-)

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e rinnovo l'appuntamento per martedì prossimo.


Un bacione


Blueorchid31



P.s. non sono ancora certa di farcela, ma probabilmente questo fine settimana riuscirò a pubblicare il capitolo conclusivo di Entelechia.






Prossimo capitolo: 3- Di quando Sasuke fu costretto ad ammettere che, forse, per una volta, Naruto non avesse avuto un'idea troppo stupida. Ritrattando subito dopo.

   
 
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