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Autore: Clara_Oswin    06/07/2016    1 recensioni
[SPIN OFF - DEEP ALLEY, IL DESTINO DI ELENA]
Questa storia è uno spin off di un racconto pubblicato nella sezione della sirenetta,
Ayla è la secondogenita del capo di una tribù insediatasi da poco in una radura nei pressi di un misterioso lago, costretta a sposarsi con Skan primogenito del capoclan vicino se ne innamora sinceramente e il loro rapporto seppur all'inizio complicato diventa sempre più stretto... fino a che nella loro vita non entra lui, un misterioso tritone che farà innamorare di sè Ayla condannandola così ad un destino che mai si sarebbe sognata...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 2. Cambi di Programma

 

Percorriamo il sentiero che ci porta a casa in maniera tranquilla, mio fratello mi si affianca ma evita di rivolgermi la parola, spero mi conosca abbastanza bene da capire a cosa sto pensando.

Gli lancio un occhiataccia di sottecchi mentre alla mia destra il mio fidanzato continua a stare al mio passo.

Fino a quella mattina ero una ragazza come le altre in attesa di passare il rito dell’età, adesso sono in procinto di sposarmi con uno sconosciuto, figuriamoci amarlo o meno.

È molto bello, questo gliene si deve dar atto, ma a me queste cose non sono mai importate gran chè, se devo passare la mia vita con una persona voglio che sia compatibile con il mio carattere che abbia delle caratteristiche ben precise…  mi ero fatta un’idea ben precisa di come sarebbe dovuto essere ma ovviamente non importa più nulla di quel che io volessi, adesso mi devo far piacere quel che c’è.

La strada per arrivare a casa non mi è mai sembrata così breve, mentre papà fa girare la sua chiave nella serratura mi sembra che i secondi scorrano a rallentatore.

“è molto graziosa” la sua voce calda mi rimbomba nelle orecchie quasi avesse urlato ed invece è appena un sussurro rivolto solo a me. “ma la casa che costruirò per noi  sarà ancora meglio”.

Rabbrividisco a sentire quelle parole, come fa ad essere così tranquillo? A parlare di un noi  quando io non ho nemmeno idea di chi sia lui!

Mi infastidisco e Skan se ne accorge, se voleva fare amicizia con me ha completamente sbagliato approccio.

Supero stizzita lui e mio fratello che si scambiano qualche parola ed entro in casa dirigendomi a grandi passi verso la cucina, il mio unico rifugio.

“ah, Ayla” mio padre mi ferma a metà della mia fuga, spero proprio veda quanto sono arrabbiata. “ti dispiacerebbe fare del caffè?”

“certamente padre” rispondo a denti stretti voltando spalle irritata da quel suo sorriso sornione.

Ho da poco messo piede in cucina quando la voce di mio fratello mi raggiunge alle spalle.

“ma non c’è pace oggi!” grido furiosa facendo cadere i chicchi di caffè sul tavolo.

Kota fa un passo indietro allarmato, finalmente si accorge che qualcosa che non va.

“tutto bene?”

“tutto bene…!?!” ripeto io furiosa ma sento le lacrime in procinto di uscire. “siete stati via per giorni Kota! Ero preoccupatissima per voi, non una lettera o un messaggio.”

Lui abbassa lo sguardo, sa bene che quando inizio a diventare isterica non c’è nulla da fare se non farmi sfogare, la moglie che lo sposerà sarà fortunata, ha una pazienza infinita.

“poi arrivate qui all’improvviso e nessuno di voi due ha la decenza di informarmi di questa specie di accordo politico. Ho dovuto scoprire di essere fidanzata lì sul palco! Tu come la prenderesti??”

“ah allora è per quello che sei così furiosa…”

Come se ci fosse qualche altro motivo per esserlo…

Mio fratello muove qualche passo e mi si avvicina mettendomi le mani sulle spalle per calmarmi.

“avremo tempo per parlarne, fai passare la giornata, Armes e suo figlio sono qui in visita non appena saranno andati via io e papà ti spiegheremo ogni cosa.” Mi dà un bacio sulla fronte.

“resteranno qui tutta la giornata?!” chiedo ancora sconvolta. La notizia che avrebbero passato il pranzo da noi aveva acceso un campanello di allarme nella mia testa.

“si, sarà meglio che vada a cacciare qualcosa, per quanto tu sia brava con le erbe a questi uomini serve carne!” ride battendosi un pugno sul petto. Il suo intento riesce perché la mia rabbia così come è arrivata inizia a scemare; adesso sono solo preoccupata su cosa dare da mangiare a quattro uomini enormi!

Kota mi lancia un ultima occhiata quasi esortandomi a non mollare poi si allontana, so che sta andando a prendere l’arco e le frecce per andare nel bosco, ormai la nostra conversazione può considerarsi conclusa.

Finalmente da sola in cucina finisco di preparare il caffè, la nostra scorta di acqua scarseggia perciò inizio a fare un promemoria di tutto quello che servirà per il pranzo di oggi.

Non ho mai cucinato per così tanti uomini, solitamente nel nostro villaggio dopo che due ragazzi si frequentano per un certo periodo arriva la proposta di fidanzamento, solo dopo il fidanzato visita la casa della famiglia della fidanzata dove lei dà sfoggio di tutte le sue doti di brava donnina di casa preparando il primo pasto per il futuro marito. Ed invece io mi ritrovo ad affrontare tutte queste cose nello stesso giorno del mio fidanzamento tutta da sola senza neanche sapere cosa fare esattamente visto che sono stata cresciuta praticamente da mio padre.

Questi pensieri iniziano a farmi deprimere così capisco che questo approccio non funzionerà e devo scacciare queste elucubrazioni per concentrarmi sul pranzo e fare un ottima impressione.

Il caffè è ormai pronto, porto in sala da pranzo le tazze con la bevanda scura al suo interno.

“ecco il caffè,” adagio sul tavolo il vassoio.

“vado alla fonte per prendere un po’ d’acqua.” Annuncio a mio padre.

“Kota è appena uscito” papà mi fa un cenno eloquente, sa benissimo che mi devo dare da fare per fare una buona impressione e che Kota mi sta dando una mano.

“bene, ci vediamo tra poco allora” rivolgo un saluto educato a tutti, ma Armes sembra molto preso dai suoi pensieri e quasi non fa caso a quello che dico, Skan solleva il volto come se stesse per dire qualcosa ma poi evidentemente ci ripensa e resta zitto. Torno in cucina dove la brocca vuota quasi mi implora di riempirla così, preso il cestino di vimini sotto braccio esco di casa sotto il caldo sole delle mattina per andare al fiume, è una splendida giornata d’estate, gli alberi verdi attorno a me mi danno sempre quella sensazione di gioia e freschezza a differenza dell’inverno dove la neve ricopre tutto ed è una fatica persino percorrere qualche metro.

Sto per imboccare un sentiero tracciato da poco per andare al fiume ma dei passi concitati provenienti dalle mie spalle mi fanno voltare in preda al panico.

Skan con il volto perfetto nemmeno un po’ affannato dalla corsa mi ha raggiunto. “è troppo presto se chiedo di accompagnarti?”

Non so se mi irrita di più il fatto che stia invadendo il mio piccolo momento di privacy o quella domanda idiota a cui ovviamente non posso dire di no.

“siete il mio futuro marito, ne avete tutto il diritto.” Gli rispondo educatamente ma glaciale.

“non sono necessarie tutte queste formalità” che sfacciato, parlarmi in questo modo. “dopotutto come hai sottolineato tu poco fa, sei la mia fidanzata.

Che irritante. Decido di non rispondergli e ignorarlo. Prima o poi si stancherà e se ne andrà.

“posso portare la brocca?” mi si avvicina per prendere il contenitore, un gesto galante per impressionarmi, ma io non ho intenzione di cedere subito o si farà un opinione di me sbagliata.

“magari dopo, quando sarà piena e ci sarà davvero bisogno di tutti quei muscoli.” Mi mordo la lingua per avergli fatto un complimento del genere! Ma cosa mi viene in mente! Dovevo metterlo in imbarazzo ed invece gli faccio i complimenti per il suo aspetto, facendogli capire che non mi è indifferente!

Ride. Ovviamente.

“sei proprio l’opposto di ciò che sembri” dice continuando a stare al mio fianco. Mi sforzo di non guardarlo ma alla fine inevitabilmente vengo catturata da quegli occhi chiari.

“che cosa intendi dire?”

“sembri così chiara e delicata a differenza di tutte le ragazze che ho mai visto, però hai un bel caratterino… mi piace questo in una donna”

Sorride sfiorandomi la treccia che ricade sulla schiena.

Per i miei gusti si sta spingendo un po’ troppo oltre.

Affretto il passo.

“più sono difficili più io mi diverto” aggiunge allungando le falcate senza alcuna fatica, inizia ad infastidirmi e allo stesso tempo a spaventarmi.

“mi meraviglio che tu non sia già impegnato, dopotutto sembri molto più grande di me.”  gli lancio quella frecciatina sperando di pungerlo nell’orgoglio.

Niente. Questo ragazzo sembra fatto di pietra.

“si, in effetti ho 20 anni e ho molta esperienza alle spalle” quella frase mi fa rabbrividire. Nella nostra società solo i fidanzati hanno il permesso di potersi scambiare i baci, ma niente di più, dopo al matrimonio i due sposi hanno il permesso di poter dare sfogo al loro amore in tutti i modi.

“ma non ci sono molte ragazze da noi e francamente nessuna con cui volessi prendermi un impegno tanto grande.”

“questa storia non ti disturba neanche un po’, vero?” finalmente credo di aver suscitato un’emozione in lui, lo vedo fermarsi e sgranare gli occhi davanti al mio sfogo d’ira.

Mi guarda in una maniera del tutto nuova, la sue espressione spavalda diventa ingenua come quella di un bambino, non so se sta fingendo o sono riuscita a far crollare la sua maschera di perfezione e spavalderia. “perché dici così? Il nostro matrimonio unirà i nostri popoli e in più tu sei bellissima ed io non ho di che lamentarmi.”

Come possono le sue parole farmi perdere un battito dall’emozione ma allo stesso tempo farmi infuriare? Ho sempre immaginato l’amore come qualcosa di diverso…

“aspetta, ho capito” mi viene così vicino che il suo respiro sfiora il mio, rabbrividisco desiderando allontanarmi. Si inclina per mettere il suo sguardo all’altezza del mio. Non capisco se sia uno sbruffone o completamente ingenuo oppure un misto di entrambi.

“io non ti piaccio.” Dice sicuro con quell’aria seria.

Beh, almeno non è del tutto stupido.

“io non ti conosco,” cerco di mitigare le parole, se a causa mia saltasse tutto questo accordo tra i nostri due villaggi non me lo perdonerei mai. “e tu non conosci me… il piacersi viene dopo, non credi?”

Mi allontano un po’, facendogli cenno di seguirmi, Skan sembra pensieroso ma da bravo accompagnatore continua a starmi alle spalle, ormai dovrebbe mancare poco al fiume.

“sono solo un po’ infastidita” beh infastidita è proprio un eufemismo, sono infuriata ma più che con lui ce l’ho con mio padre e non è giusto scaricare su Skan la mia rabbia, dopotutto se sarà mio marito non voglio che abbia una brutta opinione di me. “insomma, tu hai potuto prendere parte a tutto questo, a me è stato comunicato questa mattina di essere fidanzata e in procinto di sposarmi, non ti avevo mai visto prima e sono già abbastanza in ansia per la cerimonia di domani... non mi aspettavo tutte queste novità nel giro di poche ore.”

Lui resta in silenzio qualche secondo, lo guardo per tentare di capire cosa sta pensando, forse ho detto troppo e l’ho irrimediabilmente offeso.

“credo che tu abbia ragione” dice dopo istanti che a me sembrano un eternità, tiro un sospiro di sollievo vedendo la sua calma.

“riconosco di essere stato un po’ troppo brusco, ma ero davvero emozionato all’idea di conoscerti,” mi guarda negli occhi e vedo sotto quel velo da duro un animo gentile, sento qualcosa dentro il mio cuore spezzarsi, la mia maschera da scontrosa inizia a vacillare.

“tuo padre e tuo fratello parlavano sempre di te, volevano fare una buona impressione suppongo, ma io ho cercato di conoscerti tramite i loro racconti,”

mi guarda dall’alto in basso e sento che la sua vista si posa su ogni linea del mio corpo. Avvampo improvvisamente sentendomi nuda sotto quegli occhi.

“e credevo esagerassero quando parlavano della tua bellezza, ma so anche che sei molto intelligente e coraggiosa,”

Si ferma guardando la mia espressione, probabilmente ho dipinto in faccia lo stupore sentendo mio padre che canta le mie lodi.

“ma tu ovviamente non sai nulla di me, e suppongo di non averti fatto una buona impressione sin dall’inizio” ride, ma sembra più una forzatura che una risata spontanea,

Gli sorrido sentendo la morsa sulle mie emozioni allentarsi un po’, forse non è mai stato lo sbruffone che voleva farmi credere all’inizio, stava solo cercando di fare una buona impressione…

“quella battuta sulla casa era pessima” rido io porgendogli la brocca affinchè lui la tenga.

“già” sogghigna “e immagino di aver strafatto con la battuta sulle ragazze” prende il vaso con riconoscenza, come se gli avessi concesso chissà quale privilegio, sotto tutta quella apparente spavalderia riesco a intravedere la sua personalità, quella vera stavolta.

“ti avrei rovesciato la brocca in testa se non fosse stata vuota…” gli sorrido amichevolmente.

Skan mi ricambia mentre ormai tra chiacchiere più superficiali arriviamo al fiume, sento l’aria tesa che c’era fino a poco prima alleggerirsi.

Riprendo in mano la brocca e in maniera agile la riempio, è molto pesante e mi viene difficoltoso toglierla dall’acqua.

“aspetta, ti aiuto”

Le sue braccia si immergono nell’acqua fresca e assieme alle mie tirano su la brocca adesso molto pesante.

“vediamo di far lavorare un po’ questi muscoli, non ti pare?” mi lancia questa frecciatina ricordandosi evidentemente la mia battuta precedente, ma non posso fare a meno di arrossire mentre le nostre mani ancora bagnate si sfiorano.

Il sole è alto in cielo, sarà perlomeno mezzo giorno, mi siedo sull’erba fresca all’ombra di un albero, Skan mi si avvicina e appoggia la brocca al tronco dopodiché si siede vicino a me. Le gocce d’acqua brillano come perle sulla sua pelle scura, io colgo l’occasione per rifarmi la treccia, i miei capelli a questo punto saranno più simili a un nido di vespe che ad un’acconciatura e sento il bisogno di essere impeccabile davanti a lui.

“sono stato in guerra.” La sua voce spezza la delicata atmosfera che il fruscio delle foglie e lo scorrere dell’acqua hanno creato. “per questo non mi sono mai impegnato con qualche ragazza.”

Le sue parole mi colpiscono, poteva evitare di darmi spiegazioni, ed invece ha smentito la bugia che a quanto pare aveva detto solo per farmi ingelosire o chi lo sa, sembrare più uomo ai miei occhi.

“so che è presto, e che hai passato talmente tante cose oggi e quest’ennesima richiesta ti infastidirà, ma permettimi di corteggiarti come si conviene, siamo fidanzati ma tutto quello che precede il fidanzamento non abbiamo avuto la possibilità di viverlo.”

È vero, io adesso sono fidanzata ma non ho mai avuto la possibilità di frequentare un ragazzo di conoscerlo, non potrà che solidificare la nostra relazione, non ci vedo nulla di sbagliato, è molto tenero che lui me l’abbia chiesto.

“intendi lanciarsi sguardi furtivi o mandarsi messaggini sdolcinati tramite gli amici?” lo prendo in giro ma la sua aria solenne mi fa intendere che non sta affatto scherzando. Questo ragazzo va dritto al punto…se mio padre potesse vedermi riderebbe di me dicendomi che finalmente ho trovato pane per i miei denti.

La sua mano sfiora la mia per poi intrecciarsi con le mie dita ancora bagnate, guardo prima le nostre mani e dopo lui, non so come reagire. Il mio cuore ha preso a battere forte, la sua mano calda ma fresca allo stesso tempo si unisce con la mia ed in quel contatto c’è molto di più di quello che sembra; nessun ragazzo mi aveva mai tenuto la mano.

“no, intendo vederti ogni giorno, parlarti, uscire assieme, conoscerti.

Inghiotto la saliva che mi si era incollata in gola, non ho idea di cosa rispondergli, poi improvvisamente mi viene l’illuminazione!

“ma noi abitiamo in due villaggi diversi, per quanto la tua idea possa piacermi non è possibile.”

Cerco una scusa per sfilare la mia mano dalla sua, per quanto lui voglia imprimere dell’affetto in quel contatto io mi sento solo molto a disagio.

“l’ho fatto presente ai nostri padri e date le circostanze rimarrò qualche giorno in più per starti vicino, con il primo gruppo pronto a trasferirsi qui verrò anche io. Mi stabilirò ed inizierò i preparativi per la nostra casa, dopodiché ci sposeremo.”

Era tutto già deciso, un piano ben architettato dall’inizio, io non sono che una pedina così come lui d’altronde, siamo il simbolo della fiducia verso lo straniero, io rassicurerò i ragazzi dimostrando il buon cuore di noi ragazze, e le ragazze vedendomi con uno straniero saranno rassicurate dalla gentilezza dei nuovi uomini e saranno persuase a conoscerli meglio sino a che la fusione non sarà completa.

“sembra che tu abbia pensato proprio a tutto…” il mio entusiasmo scema del tutto.

“non a tutto.” Mi sorride gentilmente, mi guarda ma non mi vede realmente, lui non mi potrà mai capire. Sono triste e nascondo tutto dietro il mio finto sorriso ma lui non se ne accorge, come potrebbe visto che non mi conosce?

“domani ti accompagnerò alla cerimonia del passaggio d’età e entro tre giorni dovrei già mettermi in viaggio per tornare a casa.”

“Cosa?”

“fra tre giorni partirò” quasi mi viene da ridere, lui è convinto che a me importi davvero che un ragazzo appena conosciuto già vada via dopo tre giorni… oh no, metto subito in chiaro le cose.

“no, cosa hai detto prima?”

“che ti accompagnerò alla cerimonia?”

Ecco. Era questo il punto.

In pratica il momento che aspettavo da quando ero bambina, di attraversare gli archi tenendo per mano mio padre che finalmente mi accompagnava sul sentiero per diventare donna sarà sostituito da questo sconosciuto. Sento rimontare dentro la furia che con fatica si era lentamente placata.

“chi l’ha deciso questo?” rispondo un po’ troppo bruscamente e credo lui noti il mio cambio di umore.

“ha detto tuo padre qualcosa sul fatto che tu ci tenessi molto, qui a quanto pare è una specie di tradizione a cui siete molto legati, da noi tuttalpiù si organizza una piccola festicciola casalinga…”

Festicciola casalinga? Papà sa quanto io tenessi al fatto che mi accompagnasse lui. Ha deciso per me che fosse giusto andarci con Skan, per fare vedere a tutti l’impegno preso.

Inizio a detestare la situazione in cui mi trovo ma non posso fare a meno di continuare a seguire i suoi voleri, nonostante tutto non sono poi così forte e decisa…

“capisco” riesco a dire solamente, ormai sono completamente in balia degli eventi, non posso fare altro che cercare di godermi la giornata di domani, dovrò comunque sostenere il rito e potrò divertirmi, spero solo che tutto vada secondo i miei piani…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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