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Autore: ARed    07/07/2016    10 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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DOVE ERAVAMO RIMASTI..
È il giorno del compleanno di Charlie e con la madre Isabella e la sorella Renèe aspettato il padre James, che si presenta solo dopo il taglio della torta, deludendo tutti, in primis il figlio. Isabella è stanca del comportamento del marito. 

CAPITOLO II

SORPRESA

DICEMBRE 2015

BELLA


Nulla era cambiato dal giorno del compleanno di Charlie, James era il solito, era sempre in ritardo, era sempre assente , lo si vedeva a cena e poi usciva, o si richiudeva nel suo ufficio. 
Il 19 dicembre Renèe aveva fatto il suo primo saggio di danza alla Joffrey Ballet School, era così dolce nel suo costume da principessa delle nevi, mi ero commossa nel vederla, così felice mentre si ammirava allo specchio.
Nemmeno in quella occasione James si era presentato, era in un viaggio d’affari in Florida, era inutile arrabbiarsi, non serviva a nulla. Io ero una codarda, avevo paura, avevo paura di far finire il mio matrimonio, avevo paura che lui mi portasse via i miei bambini, potente com’era.
Mi presento sono Isabella Swan Tanner, dopo la morte dei miei genitori ho lasciato l’università per poter lavorare e mantenere i mie fratelli più piccoli, Jacob ed Alice. Non lavoro, James ha sempre detto che il mio compito era quello di prendermi cura dei bambini, che lui aveva tanti soldi, che poteva mantenerci benissimo, dandoci una vita piena di agi, ed io come una sciocca l’ho ascoltato. Ora mi ritrovo senza una base finanziera solida su cui contare, per questo ho paura, non potrei mai vincere una causa contro il potente James Tanner. Ma questo non era l’unico motivo, io non volevo che i miei bambini avessero due genitori separati, non volevo che passassero quello che ho passato io quando i miei si erano separati.
Il nostro appartamento nell’Upper East Side era stato elegantemente decorato da una ditta del settore, James odiava i decori fatti in casa, sapete quelli che danno il senso del Natale, ecco lui gli odiava, gli descriveva come poco fini.
« Mamy zia Alice è partita? », domandò l’unico uomo della mia vita, mentre assieme apparecchiavamo la tavola per il cenone di Natale. 
« Si tesoro, questa mattina gli ho accompagnati all’aeroporto per prendere il volo per Chicago », risposi mettendo le candele dorate al centro, Alice, Jasper e la piccola Marie erano partiti per festeggiare il Natale con i nonni paterni.
« Bene, allora dopo posso chiamarla? »
« Certo, ora però fila a vestirti, tra poco arrivano i nonni », era l’unico ancora in tuta, io e Renèe c’eravamo già vestite. Delle mani fredde mi presero per i fianchi, la testa di mio marito si posò sulla mia spalla e mi diede un bacio sul collo, un bacio che non mi provocò nulla. Lui forse mi amava, a modo suo, io avevo smesso di amarlo per proteggermi, altrimenti sarei morta dentro.
« Sei qui », dissi appoggiandomi al suo petto, io volevo che il mio matrimonio funzionasse, con tutto il cuore.
« È Natale, io devo passarlo con voi », alle sue parole mi allontanai, lui doveva, non voleva, stare con noi. Per lui eravamo un dovere. Era inutile che io cercassi di far funzionare il mio matrimonio, per ogni passo che io facevo verso di lui, James ne faceva tre indietro.
« Se questa è la tua voglia, puoi anche tornartene in ufficio », risposi andandomene in cucina a controllare che la cena fosse pronta, dovevo stare calma, non volevo nessuna scenata.
« Apro io », urlai sentendo il campanello suonare, era ancora presto per l’arrivo dei mie suoceri, forse era Rosalie.
« Jacob! », esclamai vedendo mio fratello davanti all’entrata del mio appartamento, non mi aspettavo il suo arrivo.
« Sorellona, mi fai entrare? »
« Certo, prego », dissi facendomi da parte per farlo entrare.
« Che ci fai qui? », gli domandai accomodandomi con lui sul divano, dopo che i bambini gli erano saltati addosso per la felicità.
« Ho lascito l’esercito, non sopportavo più la vista di luoghi completamente distrutti, di perdite di vite umane, ho fatto domanda per entrare nel FBI, e mi hanno accettato »
« Congratulazioni », si complimentò James.
« Hai fatto bene, mi farai stare più tranquilla così »
« Quello era il mio obiettivo »
« Scemo! », dissi dandogli un pugno sul braccio, facendomi anche male. Ero molto protettiva nei confronti dei miei fratelli, era quello che rimaneva della mia famiglia. 
« Mamy le palole!>>, mi ammonì mia figlia.
« Scusa tesoro » 
Tralasciano la freddezza tra me e mio marito, quello fu un bel Natale, l’arrivo di Jacob aveva portato allegria in famiglia, per questo gli avevo chiesto di non cercare un appartamento e di rimanere a vivere con noi. 
Anche James era cambiato, era più dolce più presente per i suoi figli, forse la presenza di Jacob gli aveva fatto capire il dolore che stava causando alla sua famiglia.
« Isabella, questa sera esco con Jacob e degli amici», mi disse dopo cena, mentre sul divano guardavo, per l’ennesima volta, Frozen con Renèe.
« Va bene», risposi alzandomi e avvicinandomi con lui all’entrata.
Spesso Jacob, aveva degli incubi, quando si alzava credeva ancora di essere sul campo di guerra, quello che aveva visto e vissuto era stato orribile. Con James parlava, e le uscite lo aiutavano a dimenticare.
« Grazie per aver accolto Jacob tra i tuoi amici, ha bisogno di distrarsi »
« È uno di famiglia, e poi stare con lui è uno spasso! », alzai gli occhi al cielo.
« Bella guarda che ti vedo! », disse il vocione di mio fratello alle spalle.
« Sbruffone! »
« Non è così che mi descriverei »
« Andate via, devo approfondire la mia conoscenza con Olaf », dissi spingendoli fuori di casa.
Si, insieme si sarebbero aiutati a vicenda, James sarebbe tornato l’uomo di cui mi ero innamorata a ventidue anni, e Jacob sarebbe tornato ad essere il mio sbruffone.  

FEBBRAIO 2016

Come spesso accadeva, da due mesi a questa parte, James e Jacob erano usciti, vedevo mio fratello più sereno, ero felice che fosse rimasto a vivere con noi. James era uguale a prima, certo qualche attenzione in più c’era, ma non era quello che cercavo.
« Renèe, Charlie a nanna », dissi ai miei due angeli, notando che erano quasi le dieci.
« Mamma, domani andiamo da zia Alice a fare colazione? », Charlie amava i pan cakes della zia.
« Si tesoro », dopo la colazione da mia sorella andavamo a fare un giro a Central Park, era il nostro classico programma domenicale, al quale James partecipava una volta ogni morte di papa.
« Buonanotte », diedi un bacio sulla fronte al mio ometto e spensi la luce, presi in braccio la mia principessa e la portai nella sua cameretta.
« Mamy mi polti Olaf? », mi domandò Renèe dopo averle messo il pigia minio.
« Certo tesoro », gli misi Olaf accanto e dopo averle letto la storia della buonanotte spensi anche la sua di luce, il mio angioletto si era addormentato.
Loro erano la mia gioia più grande, la mia unica ragione di vita. Vivevo solo per la loro felicità, il l oro sorriso era la ricompensa più bella, un loro ti voglio bene, era oro per me.
Dopo aver messo a letto i bambini, mi rilassai sul divano a leggere Vogue, non ero un amante della moda, ma a volte mi portava in mondi lontani, dove non avevo nessun problema, se non quello di scegliere gli abbinamenti giusti.
Verso dieci e mezza sentii il campanello di casa suonare, chi poteva essere a quell’ora? Per James e Jacob era ancora presto, loro tornavano dopo la mezzanotte solitamente.
« Chi è? », domandai guardando dallo spioncino.
« Sono Edward, Edward Cullen>>, cosa ci faceva alle dieci e mezzo di sera il consulente legale di James a casa nostra, forse gli era successo qualcosa, mi preoccupai.
« Prego entra », dissi aprendo la porta dell'appartamento.
« James? », domandò entrando.
« È uscito con Jacob », risposi sempre più confusa.
« Edward, che succede? », avevo conosciuto l’avvocato Cullen, il mese prima quando James lo aveva invitato a cena.
« Possiamo sederci? »
« Certo scusa, sono una pessima padrona di casa! », dissi arrossendo ed accompagnandolo nel salone della casa.
« Vuoi bere qualcosa? »
« No grazie, e perdona il mio arrivo a tarda ora »
« Edward è successo qualcosa a James o a mio fratello? », domandai sedendomi accanto a lui, era strano anche il mio atteggiamento. Non era usuale che facessi entrare un uomo, che non conoscevo bene, in casa a quell'ora, ma di lui stranamente mi fidavo.
« Stai tranquilla, stanno bene »
« Perché sei qui allora? », che diavolo stava succedendo? Non capivo nulla.
« I bambini dormono? », che diavolo voleva da me?
« Si, perché? »
« Bene.. »
« Edward, per favore.. »
« Ieri seri c'é stata la cena.. », disse cominciando a giocherellare con le sue dita.
« Si.. quella che fa ogni anno per i suoi dipendenti », dissi, sperando che la cena ci fosse realmente stata.
« Esatto, dopo cena siamo andati in un locale per un drink.. », disse tirando fuori il suo IPhone.
« Una ragazza si è avvicinata.. », sorrisi, aveva scoperto l'acqua calda, anche se mi stupii, era il primo che veniva a riferirmelo.
« Devi vedere questo.. », mi disse passandomi il telefonino, era un video. Una ragazza bionda sedeva sulle ginocchia di mio marito e lo baciava, per non dire qualcosa di più volgare. Le mani di James erano sul corpo di quella donna, ma non era quello a farmi male.
Sapere è una cosa, vedere è un altra. Vedere ti squartava in due, ti rendeva tutto reale, anche se sapevi. Ma non era l'immagine di mio marito con un'altra a farmi più male. Nonostante fosse la prima volta, la mia immaginazione già aveva provveduto a farmi vedere certe scene. Era la presenza di un'atra persona, di una delle persone più importanti della mia vita, a squarciarmi definitivamente il petto in due. Jacob, mio fratello, era lì. Era seduto accanto a lui mentre flirtava con una.
Mio fratello era lì, mio fratello sapeva, mio fratello vedeva, mio fratello ignorava. Fu quello a farmi crollare.
« Mi dispiace »
« Perché l'hai fatto? », perché diamine aveva fatto quel video?
« Isabella tuo marito ti ha tradita, e tu mi chiedi perché ho fatto questo maledetto video? Pensi sia stato semplice per me venire qui e fartelo vedere? », disse riprendendosi il telefono.
« Pensi che non me ne sia accorta? Pensi non mi sia accorta che si porta a letto tutte le sue dipendenti? Che va a.. », non riuscivo nemmeno a dirla quella parola. Era la prima volta che parlavo con qualcuno dei tradimenti di James.
« Puttane? », disse concludendo la mia frase e facendomi sorridere.
« Le sue camice le lavo io sai? Mi accorgo se sono stropicciate perché le ha indossate tutto il giorno, o se ci ha pensato qualcun'altra a farlo »
« Tu lo sapevi.. c'era anche Jacob », ed ecco la doccia fredda. Non volevo sentirlo quel nome.
« Pensavo, che avesse smesso con l'arrivo di Jacob, o almeno che non si facesse vedere da lui. Invece lui era lì, e non faceva niente », dissi ormai con le lacrime che rigavano il mio volto.
« Isabella mi dispiace.. non volevo che ti sentissi così.. », era realmente dispiaciuto.
« L'ho accolto in casa, dopo il suo ritorno dall'Iraq, ho lasciato l'università per poter lavorare e permettergli di fare la scuola militare, quando i miei sono morti, gli ho sempre volute bene, non ho fatto storie quando mi diceva "questa sera esco con James per una birra", pensavo che questo l'ho aiutasse a dimenticare gli orrori che aveva visto in Iraq.. lui invece vedeva mio marito tra le braccia di un'altra e non faceva nulla.. », non volevo crederci, quello che stavo dicendo non poteva essere vero, mio fratello non me l'avrebbe mai fatto.
« Edward dimmi che Jacob era ubriaco, o che si era fatto di qualcosa », si quella era l'unica spiegazione.
« No Isabella, era lucido. Quando sono arrivate le ragazze mi ha detto che se avesse saputo anche della mia presenza al locale avrebbe detto alle sue amiche di chiamarne una anche per me », non poteva averlo fatto davvero, non era vero, mi stavo sentendo male.
« Mi vien da vomitare », dissi mettendo la mano sinistra davanti alla bocca ed andando in cucina.
Rigettai tutta la cena nel lavandino della cucina, era una cosa a cui non volevo credere.
« Bella stai bene? Scusa Isabella », disse Edward alle mie spalle.
« Bella, va benissimo », risposi prendendo un bicchiere d'acqua per togliermi il sapore di vomito dalla bocca.
« Sai una cosa? Basta », dissi appoggiandomi al bancone della cucina.
« Poco prima dell'arrivo di.. Jacob avevo pensato di chiedere il divorzio, mi ero fatta coraggio.. poi è arrivato mio fratello e ho pensato che fosse cambiato. Invece.. », la mia voce era ormai incrinata dal pianto, le braccia di Edward circondarono le mie spalle, accettai il suo abbraccio, ne avevo bisogno.
« Andrà tutto bene », disse mentre scioglievamo quell'abbraccio che avrei fatto durare ancora.
« Perché sei qui? Cosa ti ha spinto ha farmi vedere quel video? »
« La famiglia per me è tutto.. tre anni fa, mancava poco più di un mese al mio matrimonio, una mattina mi svegliai tardi e presi per sbaglio l'IPhone della mia fidanzata », disse appoggiandosi al tavolo, non portava nessuna fede.
« Non mi accorsi dello scambio, durante una riunione il telefono comincia a vibrare, un certo "Garret", non lo conoscevo, ma non ci feci molto caso, pensai che forse lo avevo incontrato a qualche miting »
« Ma non era un tuo collega.. », dissi cominciando a capire.
« No, essendo in riunione non risposi, allora lui inviò un messaggio; " ho capito, sei ancora con lui". Non ci misi molto a capire. Alla pausa pranzo Kate venne in ufficio per riprendersi il suo telefono, le feci vedere il messaggio e lei mi confessò tutto. La sua relazione con l'altro durava da più di un anno, io l'amavo, mi sono sentito una merda, ho passato giorni a chiedermi cosa lui avesse in più di me, in cosa avessi sbagliato »
« Ma non era colpa tua », dissi avvicinandomi a lui, io potevo capire quello che aveva provato e sentito, io mi sentivo così da anni.
« Questo l'ho capito dopo, per questo quando ho visto James la prima volta con un'altra ho pensato di dirtelo subito, ma avevo paura che tu non mi credessi. Quindi c'ho rinunciato, poi ieri.. come può fare questo a te e ai vostri figli? Non sa quanto è fortunato ad avervi »
« Credo che per lui sia arrivato il momento di perderla questa fortuna. Grazie per essere venuto sta sera », dissi sincera, grazie a lui mi ero decisa a porre fine a quel matrimonio che esisteva solo sulla carta, mi aveva fatto scoprire il tradimento di mio fratello.
« Io ci sono.. come amico e come avvocato »
« Ne avrò bisogno »
« Ora vado, è tardi », disse dirigendosi verso l'uscita.
« Edward mi mandi il video? », mi sarebbe tornato utile per quello che avevo in mente.
« Certo te lo mando per e-mail », disse sorridendo, era davvero un bell'uomo.
« Mandamelo su whatsapp, fai prima »
« Ehm, non ho il tuo numero », disse mettendosi una mano tra i folti capelli castani. Allungai una mano e lui capendo mi passò il suo telefono, scrissi il mio numero e lo salvai.
« Te lo invio subito », pochi secondi dopo il mio telefono mi avvisò che quel maledetto video era stato inviato.
« Grazie », dissi mettendomi in punta di piedi e dandogli un bacio sulla guancia, non era normale il mio comportamento, ma con lui mi venne naturale.
                                                                          
Ciao ragazze, eccoci con il secondo capitolo.
Voglio ringraziarvi per l’accoglienza che avete riservato a questa storia.
Molte di voi non vedevano l’ora dell’entrata in scena di Edward, ed eccovi accontentate.
Cosa ne pensate, il capitolo vi è piaciuto?

Un bacio AlmaRed

PS. Grazie a tutte le persone che hanno recensito, e messo la storia tra le preferite, tra quelle da seguire e da ricordare.
   
 
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