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Autore: Hunter Winchester 33    08/07/2016    4 recensioni
Storia non-convenzionale a scegliere il finale e lo sviluppo sarete voi :-) Come? Scopritelo entrando.
Estratto del prologo: Ma comunque, partiamo dal principio: mi chiamo James L.Xon e discendo dalla dinastia Xon, che diede vita a un regno su una piccola isola bagnata dal Mar Rosso. Un regno che conobbe la potenza di mille truppe militari, che arse ogni inizio di rivolta popolare, che godette della ricchezza di mille casate e della bellezza di una natura sconosciuta agli uomini.
Non parlo di un regno disegnato da un fantasioso bambino, ma vi parlo di un regno reale: il regno di Frame.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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  1.

 

 

Durante il governo della mia famiglia, nel regno regnava una prosperità mai vista prima. I commerci trascorrevano placidamente, il brigantaggio era stato ridotto al minimo e il mare poteva vantare una grande e ricca varietà di pesce.
La nostra famiglia veniva rispettata e amata da tutti, la schiavitù era stata abolita e tutti coloro che intendevano dare una mano per la gestione del castello potevano farlo liberamente, con adeguata retribuzione in lame d’argento.
Per questo è molti altri motivi che non mi dilungo ad elencare voglio raccontarvi la storia di un’aristocratica famiglia diversa dalle altre, dotata di un grande cuore e una grande munificenza; la storia di una famiglia che amava il regno che governava, la storia della mia famiglia: la famiglia Xon.
   

 

  ****

 

 

 



Regno di Frame,  governo degli Xon: sopraggiungono le prime minacce.

 

Il castello, in quella mattina soleggiata di Aprile, brillava in tutta la sua magneficenza.

La struttura si dislocava in due parti unite da una preminente torre difensiva; il tutto tappezzato da prezioso porfido beige.
Alla fine della parte destra del castello si estendeva un enorme terrazza pavimentata con marmo rosa, dove la famiglia reale era solita organizzare ricevimenti e ricorrenze.
Il re Adeatus, dal canto suo, se ne stava sull’imponente trono di velluto blu a osservare il regno che gli era stato affidato-, quell’isola dov’era cresciuto, che amava- in maniera particolarmente inquieta.
Perché- nonostante i modi pacati e tranquilli di quel grande uomo dalla lunga barba, che a volte stando talmente tanto in silenzio suscitò nei sudditi il pensiero che fosse muto- quando rimaneva inquieto a fissare il suo regno, qualcosa lo turbava.
E questo Rya, la regina, lo aveva capito ormai da molto tempo.
La regina era una donna di vecchio stampo, come attualmente non ne circolano più. Alta, snella e raffinata si aggirava nella stanza del trono osservando suo marito, capendo i suoi turbamenti.
-Adeatus, ti vedo inquieto...qualcosa non va’?- disse avvicinandosi al suo amato e posandogli una mano sulla spalla possente.
Adeatus alzò il capo intontito, come risvegliato da un lungo sonno.
-Mia amata, sta tranquilla. Va’ a prepararti, fra poco arriveranno gli ospiti per celebrare Corin e Larreus. Non vorrai far tardi.- mentì, distogliendo lo sguardo dagli occhi di Rya.
Ma la regina, conosceva bene l’uomo con cui aveva condiviso la sua vita per ben vent’anni, sapeva che Adeatus mentiva, e nel farlo, non aveva il coraggio di incrociare i suoi occhi.
Si spostò dalle spalle del trono dove sedeva il marito e si accovacciò davanti a lui, permettendo all’ampio vestito di seta di insinuarsi sotto i piedi.
Alzò delicatamente le mani e prese il volto del marito, accarezzandolo.
-Mio re, sai che non riesci a mentire a tua moglie. Per questo motivo ti prego, condividi con me le sventure che popolano la tua mente.- gli disse guardandolo dolcemente negli occhi.
Adeatus imprecò, come colto sulla scena di un crimine e, sapendo che non avrebbe potuto tenere per sé tutta quella preoccupazione, confessò.
-Sono stato avvisato stamattina riguardo una ribellione nel giardino delle ginestre. L’intero campo è stato raso al suolo, bruciato; e gli abitanti delle case vicine schiavizzati e uccisi.-
Il cuore della regina, nel sentire quelle crude e orribili verità, si sentì mancare. La donna si tirò in piedi, bianca in viso e completamente sconvolta.
-A quanto ammontano le vittime?- riuscì a sussurrare con la voce spezzata dalle lacrime.
-Un centinaio. Abbiamo perso Axeus.-
Fu all’udire di quel nome che le lacrime inondarono il pallido viso di Rya, Axeus il giovane ragazzo di cui parlava suo marito era il migliore amico di James, e, vista la sua perdita, il ragazzo ne sarebbe uscito distrutto.
-James lo sa’?- chiese.
-No Rya, e tu custodirai il segreto con me. Ho affidato alle truppe il compito di non proferire parola con nessuno. Avrà una degna e onorevole sepoltura, ma nonostante mi pianga il cuore in una maniera disumana, James adesso mi serve lucido.- rispose Adeatus sempre più sconcertato.
-Come intendi procedere con le rivolte?-
-Mia regina, sento che questa volta non sarà facile.- Adeatus si bloccò.
-Non capisco.- la regina lo guardò con occhi vitrei.
-I rivoltosi vengono definiti dalle masse “I cercatori”. I loro antenati si stanziarono vicino alle coste sin dall’alba dell’origine di Frame. Hanno fatto razzia dei villaggi vicini, saccheggiato le abitazioni e ucciso i popolani; avanzano ogni giorno di più, ma non saranno facili da sconfiggere, possiedono un’arma mai conosciuta prima.- Adeatus parlò come se stesse parlando di un qualcosa di estraneo, distaccato.
-Di cosa si tratta?- domandò Rya.
-Hanno la capacità di sottomettere il popolo con le sole parole, i miei uomini hanno parlato di “ipnosi”.-
-Ipnosi?- la regina parve sempre più confusa.
-Ebbene si, attraverso le parole piegano tutti al proprio dovere. Non tutti vengono ipnotizzati, e chi risulta immune viene ucciso.-
-Oh mio creatore!-
-E se avanzassero fino al castello? Adeatus e se tentassero di spodestarci?- la regina si illuse che suo marito potesse smentire le sue preoccupazioni.
-Non lo so Rya. Non lo so.-

 

 

 

 

**

-Credo che tu debba stringere il corpetto. O Larreus penserà che a palazzo ti facciano mangiare più del normale.- James sorrise aiutando sua sorella ad abbigliarsi per la festa di fidanzamento.
-Mi trovi ingrassata fratellone?- Corin parve in tensione di non piacere al suo promesso sposo.
-Sorellina, non preoccuparti. Stavo solo scherzando.- James si preoccupò della sensibilità eccessiva di sua sorella.
-Sono contenta che tu sia qui in questo giorno così importante per me, ti voglio bene fratello.- Corin si girò e rigirò davanti allo specchio, non sembrando soddisfatta.
James si accorse dell’ansia pre-fidanzamento di sua sorella, e, da buon sostenitore di quest’ultima, le si avvicinò e cingendole affettuosamente la vita da dietro le sussurrò all’orecchio:- Le dee devono inchinarsi al tuo cospetto, sei bellissima.-
Lei arrossì a quel complimento, scostando una ciocca dei suoi capelli rame dietro l’orecchio.
Diede un’ultima scrollata all’abito di georgette rosa pallido, tirò un profondo respiro e uscì, seguita a ruota da suo fratello.
James era emozionato come un bambino all’idea che la sua piccola Corin, colei che aveva sempre protetto, stesse per fidanzarsi ufficialmente con uno dei suoi amici d’infanzia.
Per quella serata così speciale, James, che si assunse la responsabilità di sistemare la terrazza, non trascurò nessun particolare.
Indossava un completo color grigio perla, con mocassini bianchi e poschette grigia e blu notte, per contrasto.
Lasciò per un attimo la sorella e, tirandosi indietro i capelli corvini, si posizionò davanti alla porta che dava sulla terrazza e ammirò la sua creazione.
La sala si apriva davanti ai suoi occhi in tutta la sua magnificenza: i tavolini dai piedi dorati ricoperti da morbide tovaglie in seta rosa si susseguivano intorno alla possente fontana in marmo che, posizionata al centro della sala, la dominava.
I gazebo garantivano l’ombra piacevole per gustare i pasti scelti personalmente dalla regina e la siepe di gelsomino diffondeva un gradevole profumo.
James sorrise, fiero di se stesso, quella sarebbe stata una giornata indimenticabile per la sua adorata sorella.
Sentì dei passi lenti dietro di sé e si voltò di scatto. Spalancò gli occhi nell’intravedere una figura vestita di nero, che cercò di dileguarsi non appena si voltò.
James rimase sconcertato, chi era quella persona? Non ricordava di aver assoldato degli acrobati per animare la festa.
Si guardò intorno in cerca di una guardia, ma, vedendo Lex, guardia e fidato consigliere di suo padre, decise di non dare peso a ciò che aveva visto.
Si scansò per lasciare spazio al passaggio dei suoi genitori, che avrebbero dato inizio alla celebrazione.
-Gentili ospiti, è mio più grande piacere annunciarvi il re Adeatus e la regina Rya Xon, sovrani del nostro regno.- Lex si inchinò e si spostò, lasciando spazio all’entrata dei sovrani.
Il re e la regina avanzarono lentamente, salutando gli amici e facendo finta di parere rilassati, mascherando la tensione. La regina lasciò dolcemente la mano di Adeatus e si spostò vicino alla fontana; dicendo:- Sono così felice che voi tutti siate qui oggi a condividere con me questa ricorrenza.
Ricordo ancora quando Corin, ancora estranea all’amore, mi confessò le attenzioni che Larreus le rivolgeva. Da madre ero felice per la mia bambina, ma non avrei mai immaginato di essere qui oggi; per questo motivo non dilungo molto il mio discorso e lascio spazio ai festeggiamenti: Auguri, Corin e Larreus!- la regina andò verso il tavolo centrale e si accomodò di fianco ad Adeatus, stringendole la mano.

Corin e Larreus, i promessi sposi, entrarono timidamente; rivolsero accennati saluti agli invitati e dissero all’unisuono:-Buona festa a tutti.-
Adesso che la festa era iniziata James parve più tranquillo. Con un cenno della mano fece muovere la schiera di camerieri trepidante e si recò verso il tavolo di suo padre e sua madre.
-Madre, padre. Come trovate l’organizzazione? Ho curato ogni particolare.-
-Aspettiamo il giorno in cui ti deciderai a fare la prima mossa con Alyssa.- la regina toccò un tasto dolente.
James distolse lo sguardo, palesemente imbarazzato.
Alyssa era la strega di palazzo: tramite le sue visioni riusciva ad avvisare i sovrani dell’arrivo di minacce ma vantava anche una bellezza dal fascino sovrannaturale.
Ed ecco che neanche a farlo di proposito, James si voltò vedendo quell’esplosione di morbidi capelli corvini, la pelle ambrata ricoperta da un morbido abito di lino rosso, che accentuava il fisico longilineo di Alyssa.
James rimase forse troppo tempo a fissarla che sua madre ridacchiò:- Va’ a parlarle! Invitala a sedersi con noi!-
-Non ne avrei il coraggio. Non potrei sopportare un suo rifiuto, e se mostrassi troppo l’amore che provo nei suoi confronti?- James si accigliò, odiando la propria timidezza.
In quel preciso istante fu Adeatus a prendere la parola:- figliolo, come puoi raggiungere una vittoria senza iniziare il percorso? Va’ e conquista ciò che vuoi-.
James guardò suo padre, e, iniettandosi un dose pesante di coraggio, si alzò e andò verso il suo segreto amore.
Lei, girata di spalle si accorse della sua presenza, e sorrise:-James L.Xon, quale onore ad avervi al mio cospetto.-
-Mia potente sovrana del potere ancestrale, posso invitarvi intorno al mio tavolo?- James parve sbloccarsi.
-Ne sarei felice.- Alyssa arrossì.
I due si recarono al tavolo dove i sovrani di Frame sorrisero per il trionfo del loro primogenito, si sedettero e trascorsero il pranzo tra le chiacchiere e le delizie del cuoco di palazzo.
Dopo il buffet i promessi sposi si alzarono, dando inizio alle danze.
James, guardando Corin e Larreus, invidiò per un istante la loro felicità.
Lui arrancava ad amare qualcuno, non era abituato ad essere preso in giro da persone interessate solo alla sua posizione sociale. Quando amava, amava davvero con il cuore, e talvolta, ne usciva ferito.
Guardò Alyssa e pensò che forse, anche lui aveva diritto ad essere felice, pensò che anche lui potesse provare quelle sensazioni a lui estranee: voleva sentirsi libero, forte, potente, innamorato.
Sotto lo sguardo motivante di sua madre decise di tentare il tutto per tutto, e pronunciò le fatidiche parole: -Mia potente Alyssa, oltre ad aver preteso la vostra presenza per il pranzo, potrei pretendere di avere un ballo con voi?- James buttò la proposta tutta d’un fiato, ansioso di finirla per ricevere la risposta.
Alyssa, come se avesse previsto ogni sua mossa, sorrise ambiguamente e alzandosi, le porse la sua mano.
James la prese velocemente, portandola al centro della sala da ballo.
La musica partì e gli invitati iniziarono a ballare un lento.
James cinse Alyssa alla vita e lei ne sembrò felice, la penetrò negli occhi smeraldo esitando per un istante per poi travolgerla.
Lei si imbarazzò per quelle attenzioni, e abbassò lo sguardo timidamente; ma dopo, rilanciò tutta la sua determinazione.
-Prevedo che quest’unione supererà terribili difficoltà: resterà salda alle terribili raffiche di vento che colpiranno il regno, rimarrà in superficie durante le terribili inondazioni della vita.- gli occhi di Alyssa divennero completamente verdi, James rimase incantato: aveva appena assistito ad una visione della strega più potente del regno di Frame, l’apogeo del potere ancestrale.
-Mia signora, che onore assistere alla manifestazione del suo potere.-
-Ciò che hai visto non è altro che un’anticipazione, terribili agonie metteranno alla prova l’unione di Corin e Larreus.- la strega continuò la sua profezia, fissando davanti a sé un punto, come se James fosse assente.
-Alyssa, mia signora.- James si preoccupò, per lui era alquanto nuovo.
Gli occhi di Alyssa ritornarono alla normalità, e lei parve totalmente spaesata.
-E’ successo?- domandò a James che la fisssava stupito.
-Mia signora io…- venne interrotto.
-Non volevo che mi vedessi così.- Alyssa parve preoccupata.
-Io non sapevo come comportarmi alla manifestazione di un potere così immenso, da comune essere mortale per me questa non è consuetudine.-
-Le mie profezie presagiscono eventi catastrofici James.- nella voce di Alyssa c’era dello sconforto.
-James, cosa ho detto?- disse compiendo un giro e guardandolo negli occhi.
James parve sconsolato, quello che doveva essere un ballo da ricordare ogni notte per alimentare il suo amore per Alyssa, divenne l’incipit del disastro che avrebbe distrutto il suo regno; però un lato positivo c’era: Corin e Larreus sarebbero rimasti uniti.
Sorrise per quella alquanto “strana” consolazione.
-Alyssa, non sono sicuro di essere capace di interpretare al meglio le tue profezie.- James si concesse il lusso di darle del tu.
-Ti prego, dimmelo.-
James ripetè le esatte parole pronunciate da Alyssa e lì il tempo parve fermarsi, lei ebbe un mancamento e cadde, ma James ebbe i riflessi da afferrarla in tempo.
-Alyssa!- gridò, cercando di attirare l’attenzione di un medico.
Lei aprì gli occhi, questa volta completamente neri.
-Ciò che arriverà sconfitto non sarà. Perirete tutti per mano vostra, al semplice pronunciar di una sillaba, tic.toc, inchinatevi alla vostra fine.- nella voce di Alyssa c’era crudeltà, malvagità.
La musica cessò e nella sala si creò il più completo caos, si percepiva la paura, l’ansia e la tensione.
Adeatus e Rya corsero di fianco a James per aiutarlo a svegliare Alyssa, che parve senza vita.
-Lex! Il medico! Chiama il medico! Ha bisogno d’aiuto!- il re gridò alla sua guardia.
Rya posizionò Alyssa con il capo all’insù, sorreggendola con le sua mani, James impotente, si fece da parte.
Improvvisamente gli invitati si bloccarono come comandati da una forza superiore, ognuno con lo sguardo concentrato su un punto all’orizzonte.
-Mamma, James!-l’urlò di Corin sopraggiunse da lontano.
James si voltò di scatto e vide la sorella terrorizzata, con una strana lama traslucida puntata alla gola,poi vide la figura vestita di nero; aveva fatto male a non preoccuparsi.
Larreus, di fianco a Corin era in ginocchio, anch’esso con una figura alle spalle, dello stesso abbigliamento della prima, che gli puntava la lama alla gola.
James ebbe l’accortezza di non avvicinarsi e ispezionò prima l’accaduto.
Dalla scaltrezza con la quale i due uomini avevano aggirato le guardie e erano entrati nel palazzo non dovevano essere degli sprovveduti, sicuramente molto abili anche nelle arti marziali.
Corin sudava freddo, Larreus ammutolì.
Improvvisamente Rya e Adeatus si alzarono, come se trascinati e lasciarono Alyssa a terra agonizzante; gli invitati si voltarono verso di loro.
La grande brocca di vetro posizionata sul tavolo degli sposi si ruppe in mille pezzi, producendo un rumore assordante e inondando per la maggior parte la sala d’acqua.
-Buongiorno sovrani di Frame.- sopraggiunse una voce maschile.
James si accorse di essere l’unico rimasto cosciente, continuava a scrollare sua madre e suo padre, ma i due sembrarono non sentirlo.
Una figura vestita di blu avanzò leggermente verso i sovrani, accennando un sorriso e spalancando gli occhi che divennero completamente ghiaccio.
Tutti nella sala sembravano impietriti alla sua vista, certo, tutti a parte James.
-Popolo di Frame!- disse accennando un inchino senza perdere il velo malvagio nello sguardo.
-Mi scuso per l’invadenza e il poco tatto dei miei ragazzi, loro, al contrario di me non hanno stile.- non perdeva quel pizzico di sarcasmo nella voce.
-Chi sei?- urlò James da lontano.
L’uomo si voltò e gli rivolse un occhiolino.
-Tu devi essere il famoso “primo essere”. Mi chiamo Datteus e sono il capo dei più potenti, ricchi, e fantastici popoli colonizzati da voi. Sono colui che diede inizio alla dinastia dei “Cercatori”.- Datteus non perse la sua sicurezza, come se nulla potesse contrastarlo.
Fece un cenno a Rya e Adeatus, e quest’ultimi, si avvicinarono a lui con completa disinvoltura. James cercò di afferrare sua madre per la mano, ma lei, terribilmente forte, mollò la presa.
-Mamma, papà no!- disse guardando impotente i suoi genitori che andavano verso Datteus, il quale, li stava aspettando a braccia aperte.
-Popolo di Frame.- disse autoritario Datteus quando venne affiancato da Rya e Adeatus
-Siete stufi di questi due?- continuò indicandoli.
Gli invitati risposero all’unisuono -Si!- e in quel preciso istante James rimase sbalordito: il popolo amava i suoi genitori. Poi però, si accorse che le pupille del capo dei “Cercatori” si dilatavano ogni talvolta pronunciava una frase; aveva sentito parlare di quella specie di magia chiamata “Ipnosi”.
Il popolo non era cosciente di ciò che gli stava capitando, improvvisamente Corin urlò:- A morte i persecutori! Siamo stufi dei vostri soprusi!- indicando i genitori che tanto la amavano.
Datteus sorrise malignamente e alzando una mano, comandò due invitati a muoversi.
-Lanciatevi nel vuoto.- comandò secco.
I due, una donna sulla sessantina e un uomo dai capelli brizzolati, molto probabilmente suo marito, avanzarono verso il davanzale in marmo del palazzo reale e senza esitare caddero entrambi nella distesa naturale di lame d’argento, morendo.
-No!- la voce di James parve lontana a quell’omicidio. Impercettibile.
Davanti ai suoi genitori ormai in uno stato di trance, osservando la sorella che tanto amava proporre una condanna a morte per i suoi genitori, James non potè fare altro che rimanere immobile.
In un momento aveva perso tutto ciò che gli era più caro: la donna che amava sembrava morente, i suoi genitori, suo cognato e migliore amico; tutto, estirpato alla radice come se fosse un erbaccia.
-Bene popolo di Frame, siete pronti a sottostare ad un nuovo regime? Prometto che in questo regno cambierà molto.- Datteus, da abile oratore, continuò il suo discorso.
-Vogliamo un nuovo regime, spodestiamo gli Xon!- il popolo urlò ardentemente.
-Il popolo si è pronunciato e noi, da democratici, diamo potere al popolo!- il sorrisetto di Datteus divenne fastidioso.
-Schiavizzateli ed esiliateli fuori dal regno.- disse ai suoi uomini indicando Corin,Larreus, Rya e Adeatus.
Gli uomini non ebbero bisogno della forza per costringere i prescelti a seguirli, come Datteus, alzarono una mano, dilatarono le pupille corvine e piegarono tutti al proprio volere.
-State tranquilli sovrani, dirò ai miei uomini di avere un occhio di riguardo nei vostri confronti. Vi garantirò più crudeltà.- Datteus si voltò verso il popolo. -Non è vero che siamo intenzionati a farli soffrire?- urlò.
James intercettò Lex tra la folla, accorgendosi che anche lui faceva lo stesso nei suoi confronti.
Quando i loro sguardi si incrociarono Lex gli fece un occhiolino e James allora capì: non era il solo ad essere immune, Lex fingeva di essere ipnotizzato. Peccato per James però, avrebbe potuto fingere anche lui, ma prima o poi sarebbe stato scoperto.
-Dolore! Dolore ai sovrani!- un attimo dopo James vide Lex urlare insieme agli invitati.
-Riguardo a te, “primo essere” vediamo se è vero ciò che si dice sul tuo conto. Sperimentiamo la tua potenza.- Datteus parve tranquillo.
-Non riuscirai a costringermi a venire con te.- James si mostrò risoluto.
-L’ipnosi è una tecnica innovativa sai. Ha la capacità di alterare la sfera emozionale e non solo, come vedi tutti adesso odiano gli Xon.- Datteus scoppiò in una fragorosa risata.
-Ma, sono tradizionalista. Adoro le buone vecchie maniere forti. Prendetelo.- in un attimo, tutti gli invitati, Lex compreso, furono addosso a James. Lui cercò di divincolarsi ma si accorse di essere in notevole minoranza.
Poi si interrogò, perché quel viscido di Datteus l’aveva chiamato “primo essere”? Quale potenza aveva?
Fu in quel momento, mentre veniva trascinato nelle segrete di palazzo non usate da tempo, che James si trovò di fronte a due decisioni:

-Avrebbe dovuto documentarsi su se stesso, capire cosa fosse il “primo essere” e usare i vantaggi contro Datteus per far ritornare la sua famiglia al potere? ( 1 scelta)
Oppure...
-Doveva trovare un modo per fuggire da palazzo, scoprire dove i cercatori avevano esiliato la sua famiglia, cercare di farla uscire dallo stato di trance e trovare una soluzione per riprendersi la sua vita? (2.scelta)


James avrebbe dovuto prendere una decisione. Privo di forze, strappato alla sua vita, non ce la fece più e perse i sensi.

 

 


Angolo autrice: Salve a tutti. Sono riuscita ad aggiornare in tempo! Soprattutto perché ero ansiosa che i lettori entrassero nel vivo della storia.
Nelle recensioni fatemi sapere le vostre scelte e al più presto troverete i due capitoli corrispondenti ad esse, i capitoli verranno denominati con scelta n.1 e n.2
Ho deciso di scrivere questo primo capitolo partendo dal giorno in cui i “Cercatori” sopraggiunsero a Frame e successivamente la famiglia di James venne esiliata e lui schiavizzato. Mi sembrava giusto partire dall’origine, per non avere problemi di comprensione.
La figura di James forse in questo capitolo vi sarà parsa un po' priva di spirito di iniziativa ma vi assicuro che questo non è James, è solo….beh, scopritelo continuando la storia!
In ogni capitolo inizialmente ci sarà una parte introduttiva raccontata in prima persona da James stesso, in seguito il capitolo sarà in terza persona.
Se avete dubbi, consigli o anche apprezzamenti sulla storia non esitate a lasciare una recensione, mi farà piacere un parere sul mio lavoro.
Vi lascio, sperando di non avervi deluso. A presto.
-hunter.

 

   
 
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