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Autore: Tifawow    20/04/2009    7 recensioni
”Senza Nome essi Sono, Devastatori dal Fato scelti. Vite e Regni insieme mietono, più della Morte Sono svelti”. Un'antica ballata, una profezia vecchia come il mondo, canta ciò che l'umanità teme e aspetta da secoli: il Devasto senza nome profetizzato, i seguaci del Caos leggendario che lotta per riemergere dalla Luce della Sfera. E nella notte, Lancaster, un Cavaliere del Vento, viene portato laggiù, dove il Devasto nasce...e sottoposto alla prova peggiore, per qualcuno che è nato libero.
Seconda classificata al concorso di Eylis "la Sfera e...il Matto"
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Senza Nome essi Sono,
Devastatori dal Fato scelti.
Vite e Regni insieme mietono,
più della Morte Sono svelti.

Ecco al Mondo si presentano,
come il Morbo e la Pazzia.
Sei Individui che tormentano,
Sei Poteri di razzia.

Le Fiamme son il suo Castello,
del Calor Paura non ha.
Del Fuoco è Fratello,
nell' Inferno più Caldo sta.

Il Demone senza Cuore,
nella Scura Ombra risiede.
Le sue Mani son Dolore,
nella Distruzione solo crede.

Vi è la Dama senza Volto,
i cui Occhi lontan vedono.
La Verità mostran allo Stolto,
il Destino lor presiedono.

C'è chi Identità non trova,
e Forma non desidera.
Ciò che è Fisso disapprova,
ciò che Muta Lui considera.

Il Ghigno sempre permane,
la sua Mente non ha Fine.
È Cinque Entità umane,
la Pazzia a Lui è affine.

E seduta nella sua Dimora,
la sadica Regina sta.
La Bambina che divora,
Tutto ciò della sua Età.

La Sfera essi accoglie,
in un trepido Futuro.
Il Devasto che il Mondo coglie,
per i Senza Nome imperituro."



Silenzio.
La Sfera, silente, si ergeva su tutto, alta e distante come un antico monumento funebre.
Dentro di lei, nel freddo ambiente che accoglieva i Devastatori Senza Nome, il silenzio aleggiava sovrano, informe ma tangibile, avvolgendo come una coperta di velluto i sei membri che in quel momento ivi risiedevano, assorti nella contemplazione del loro potere.
Devastatori Senza Nome.
Leggenda.
Paura.
Distruzione.
Tre parole che venivano subito associate a loro, tre parole che echeggiavano nella mente delle persone sconvolte, tre parole che descrivevano perfettamente quello che erano.
Leggenda perché da secoli si narrava il loro arrivo, da così tanti secoli che molti credevano che ormai fosse solo una storia per spaventare i bambini.
Paura perché nei secoli c'era chi ricordava, perché gli elfi avevano memoria più lunga e antica, perché le loro azioni abominevoli non erano del tutto dimenticate.
Distruzione, perché era quello che erano, semplici strumenti nelle mani del Fato avverso alla terra, che con un ghigno beffardo aveva lasciato a piede libero quei mostri.
E la Sfera li proteggeva.
Chiusa, inaccessibile senza il permesso della Regina, che come una madre proteggeva i suoi figli.
-Sei pronto Femhalt?- una voce sottile, infantile e stranamente dolce ruppe il silenzio della stanza. Quattro volti dai loro seggi  fissavano in direzione dell'uomo inginocchiato ai piedi delle scale, attivi, vivi, pronti a servire la Regina senza colpo perire.
L'uomo ai piedi della Regina era alto, muscoloso, con un bel viso limpido e lunghi capelli rossi estremamente curati e sottili. Il capo piegato, umile -Lo sono, mia signora...- una pausa. Era come se stesse cercando le parole adatte -Quando voi darete il via, io potrò cominciare...-
Una risata, lieve e trillante.
Il sottile velo carminio che impediva la visuale al trono della Regina si smosse appena, come toccato da un alito di vento. Una mano piccola, estremamente piccola fece per prima capolino dallo squarcio che il velo concedeva e una figura innocente fece un passo al di fuori di esso.
Una bambina.
All'incirca otto anni pareva portare, chiaramente di razza umana. Due trecce castane ben pettinate circondavano il suo volto innocente e tremendamente serio, due occhi scuri profondi come la notte fissavano l'uomo ancora inginocchiato -Femhalt, amico mio... è giunta l'ora finalmente...- un ghigno beffardo si disegnò sulle sue piccole labbra, mentre di nuovo iniziava a scendere le scale -Questa notte avverrà l'ultima consacrazione e domani incomincerà la nostra vera missione...- non un 'alito di voce si alzò dagli altri presenti -Sensitive!- improvvisamente, il suo tono di voce da dolce e infantile si fece mortalmente severo e maturo, mentre con uno scatto si voltò verso uno dei seggi -Cosa leggono i tuoi occhi?-.
-Nathirra...- una nuova voce di donna si intromise nel silenzio che in quel luogo era totale da qualche ora. La figura velata di una Dama si alzò dal suo seggio, scendendo due gradini con passo felpato -I miei occhi hanno visto... il momento è giunto. La consacrazione del Matto deve avere inizio il prima possibile- la sua voce era fredda, quasi atona, persa nelle visioni, mentre gli occhi da sotto il velo come la nebbia si fissavano sull'umano che ancora non era stato consacrato.
La bambina rimase qualche secondo, ferma, immota, ascoltando le parole della veggente, poi lentamente annuì -Sia così dunque. La Veggente ha parlato...- una pausa – Femhalt, presto sarai uno di noi...- una sentenza.
Quelle parole suonarono poco migliori di una maledizione.
Gli altri tre devastatori si alzarono all'unisono, prima ancora che la Regina parlasse, attendendo i suoi ordini.
-Damon... Fire- ancora quella voce di bambina che ordinava, quella figura sottile che piegava tutti al suo volere.
Un elfo di eccezionale altezza alzò il volto, occhi azzurri iniettati di sangue, seguito a ruota da un umano dai capelli argentei straordinariamente ribelli, il bel volto sbarazzino come quello di un fanciullo.
-A voi il compito di trovare il Sacrificio. Fate in modo che il Cubo accolga quante più vittime potete. Le faremo giocare a ritmo della nostra voce-.
I due si inchinarono velocemente, senza pronunciare parola.
Non occorreva parlare, non quando lei dava i suoi ordini, saggi o stupidi che fossero, sensati o insensati, buoni o malvagi.
-Mimic...-.
Un volto senza forma precisa, occhi senza un colore definito, corpo senza proporzioni. Non era nemmeno possibile distinguere il sesso tanto era volubile -Comanda...- una voce che non aveva tono, o che forse ne possedeva troppi.
-Prepara la Sfera, che sia pronta entro pochi giorni a concedere i suoi poteri al nostro caro Femhalt...- un tenue sorriso di disegnò sulle labbra della bambina -Ci divertiremo. E poi infine, il devasto avrà inizio...-.
Femhalt abbassò gli occhi timoroso.
Cinque risate si alzarono dalla Sfera.
La Regina voleva che si ridesse.

CONTINUA...


Ed ecco, amici lettori, il primo capitolo di questa storia, della quale ho già tutti i capitoli pronti, che pubblicherò nel corso di queste settimane. E' stata un po' un parto a dire il vero, tra il lavoro e il resto non avevo moltissimo tempo per scrivere, ma fortunatamente sono riuscita a finirla.
Spero che vi piaccia come piace a me...il tema del consorso è stato veramente ispirante e sono proprio contenta di averci partecipato *__*

Come sempre, ringrazio Eylis per aver indetto questo concorso fantastico che mi ha permesso di scrivere questa storia, augurandomi di riuscire a partecipare anche ai prossimi!

E un bacio grande grande a chi legge ^_*

Tifa.


Dedicata a Cristina, che si è dovuta subire i miei deliri e i miei scleri per tutto il periodo della stesura.
   
 
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