Anche Maggio stava
scorrendo ad una velocità incredibile, o perlomeno Sadie
aveva questa
impressione mentre si godeva il pomeriggio libero sdraiata sul prato.
Accanto a
lei Eveline se ne stava sdraiata a pancia sotto a leggere un libro
sulle erbe
dell’Amazzonia.
Alla fine del capitolo la
ragazza chiuse il libro e si girò sulla schiena.
“Allora, hai deciso cosa
farai per le vacanze?” chiese a Sadie
“Beh, ammesso e concesso che
riesca a passare al prossimo anno, mi rilasserò,
leggerò, farò delle belle
passeggiate e mi godrò un po’ di tempo con la mia
famiglia”
“Sola? Nessun ragazzo
all’orizzonte?”
Sadie arrossì
improvvisamente “Beh, veramente Andrew McGuinnes mi ha
chiesto di uscire ma…”
“Ma cosa?” Eveline la
guardò meglio poi aprì la bocca stupita.
“Non mi dire che pensi ancora a
Pollux!?!”
“Sì, cioè no, no
assolutamente” rispose frettolosamente Sadie
“Cioè… il ragazzo più
carino del terzo anno ti chiede di uscire e tu pensi ancora a quel
coglione?
Scusami tanto tesoro ma tu non stai bene”
“E’ che non riesco a
levarmelo dalla testa, mi sembra una questione non conclusa. E da come
si
atteggia sembra che non sia una cosa chiusa neanche per lui”
“E allora parlaci! Chiudi
la questione”
“Il problema è che non so
se voglio chiudere la questione”
“Una volta volevi chiudere
la questione. L’accademia viene prima, no?”
“Elias Corner che rientra
di soppiatto alle cinque del mattino… non credevo che avrei
assistito a questo
momento” scherzò Emily
“Beh mi sembra che anche tu
sei stata da qualche altra parte” ammiccò il
ragazzo sapendo benissimo che
l’amica aveva passato la notte dal suo fidanzato.
I due si incamminarono
lungo il corridoio che ospitava le camere degli allievi del primo anno.
“Ultimamente mi sembra che
tu sparisca un po’ troppo spesso. Cosa nascondi?”
ridacchiò
“Io? Assolutamente niente”
mentì spudoratamente il ragazzo
“Dai dimmelo”
“Scordatelo Burkhardt”
Quando voleva chiudere la
questione la chiamava sempre per cognome.
“Chiamami di nuovo per
cognome e ti affatturo, Corner” lo minacciò la
ragazza puntandogli contro il
dito indice, con una finta espressione arrabbiata.
Lo aveva sentito dire che
avrebbe passato l’estate nella casa dei suoi nonni, nel
sobborgo di Boston. Sia
suo fratello gemello, che la sua sorellina, la quale stava per
diplomarsi a
Hogwarts avevano già invitato un paio di amici, ma lui no,
doveva fare il
solito pavone e perciò stava invitando praticamente
metà del primo anno.
“Mi sembra un’idea
grandiosa” aveva detto Sean, poi si era girato verso Eveline
per sapere cosa ne
pensasse la ragazza.
“Perché no?” sorrise. Il
pensiero di passare tutta l’estate lontana da Sean la
rattristiva e questa
sembrava una buona occasione per stare un po’ con lui e con i
suoi compagni di
classe. Durante il periodo di Hogwarts non aveva mai passato un periodo
di
vacanze da qualche amica, il suo carattere intransigente spaventava
molta
gente, si era fatta solo poche amiche ma le loro strade si erano
allontanate
con la fine della scuola. Questa era l’occasione perfetta per
fraternizzare un
po’.
Emily aderì volentieri,
convinta che anche a Justin sarebbe piaciuto staccare un po’
la spina prima di
iniziare a lavorare sul serio. E poi, la prospettiva di una gita a New
York era
così eccitante.
Abigail sembrava
leggermente a disagio e indecisa su cosa fare. Certo l’idea
di andare in
America le piaceva un bel po’ ma come fare con Fabian? Il suo
ragazzo non
sarebbe stato molto contento di quel viaggio e lei non voleva
raccontargli
nessuna bugia.
La faceva sentire ancora
più a disagio il fatto che sembrava che tutti stessero
aspettando una sua
risposta, in particolar modo la sua migliore amica.
“Io…ehm…non saprei”
balbettò imbarazzata
“Oh, dai Abby, non farti
pregare” la esortò Emily
“Puoi portare anche Prewett
se vuoi…” aggiunse James. Era evidente che la cosa
non gli andava propriamente
giù ma avrebbe fatto di tutto per permettere anche
all’amica di esserci.
“Gliene parlerò” disse
Abigail leggermente rincuorata ma ancora incerta sul da farsi. E la
sera dopo
cena lo fece, e sorprendentemente ebbe da Fabian una risposta positiva.
La ragazza si strinse nelle
spalle, scuotendo leggermente la testa, come se la sua risposta fosse
una cosa
di poco conto. “Beh… tu non ci saresti…
e le altre saranno tutte accoppiate”
“Sadie è fidanzata? Non lo
sapevo”
“No non lo è, vabè lei è
l’unica single per il momento…che cosa facciamo
lì in due, reggiamo il
moccolo?”
Zeek scoppiò
involontariamente a ridere.
“Non volevo dire questo,
scusami. Semplicemente non voglio che tu ti faccia condizionare nelle
scelte
dalla mia assenza o presenza, tutto qui”
Krystal fece una faccia
intenerita. “Non ti devi preoccupare per me”
sorrise a Ezekiel, accarezzandogli
leggermente una guancia.
Lui aggrottò le
sopracciglia e rispose “Certo che mi devo preoccupare per te,
sei la mia
ragazza”
“Sono la tua ragazza”
ribadì lei
“Sì e per questo ho deciso
che, ad Agosto, io e te ce ne andremo una settimana nel sud della
Francia”
Il sorriso di Zeek nel
pronunciare quelle parole andava da un orecchio all’altro.
“E Lucian?”
“Ma come, io ti offro una
vacanza e tu la prima cosa a cui pensi è mio
figlio?”
Il ragazzo si finse offeso,
anche se non smetteva di ridere e Krystal si finse ancora
più offesa di lui,
assottigliò gli occhi e arricciò la bocca.
“Scusa tanto se mi
preoccupo per lui!”
Zeek si avvicinò al divano
dove la ragazza se ne stava sdraiata, si mise seduto sul bordo del
cuscino
grigio scuro e si sporse verso il viso della giovane.
“È per questo che ti amo”
sussurrò strofinando il naso con quello di lei “E
comunque Lucian starà una
settimana con i miei genitori”
Krystal si alzò a sedere,
questa volta più seria. “Potremmo portarlo con
noi…mi piacerebbe conoscerlo lo
sai”
Anche Zeek sembrava
improvvisamente meno giocoso, anzi aveva un aspetto quasi irritato.
“Te l’ho
detto: è troppo presto. Lucian ha solo 3 anni e si affeziona
molto facilmente.
Non vorrei che poi lui ci rimanesse male se le
cose…”
“Stai forse insinuando che
le cose tra noi non andranno bene?”
La ragazza si era tirata su
in piedi, e aveva messo le mani sui fianchi.
“Non volevo dire questo!”
ribatté Zeek “E’ solo per
precauzione”
Era sincero, non avrebbe
mai voluto che qualcosa ferisse Lucian. Una donna era già
uscita dalla sua
vita, anche se lui non poteva ricordarlo. Non doveva verificarsi di
nuovo.
Il ragazzo aveva allungato
le braccia verso la vita della ragazza, l’afferrò
per attirarla a sé.
“Cerca di capirmi”
Il viso di Krystal si
distese in un’espressione più serena, mentre si
lasciava attirare verso di lui.
La fine dell’anno
accademico era ufficialmente arrivata e come ultima lezione, o meglio
come
ultima prova, tutti e sei gli istruttori si erano messi
d’accordo e avevano
organizzato dei giochi a partecipazione volontaria, per gli allievi di
tutti e
tre gli anni.
“Che ne dici, andiamo?”
propose Elias a Ezra
“Noo” si lamentò lui
“E’
troppo caldo per fare queste cose, e poi ho promesso ad Elise che
più tardi
sarei andato a fare il bagno con lei”
“Sii, fare il bagno, chi
vuoi che ci creda” fece Hayden “Comunque io ci sto!
Anche se spero di non
sudare come un animale”
I due amici si alzarono e
si avviarono verso il capannello di studenti che si era formato, fin
tanto che
erano a portata d’orecchio Ezra augurò loro
“Buon divertimento” anche se aveva
l’impressione che forse lui si sarebbe divertito di
più.
Prima di unirsi al gruppo
Justin provò a convincere Fabian e Gideon Prewett a
partecipare ma i due
sembravano più interessati a starsene in panciolle sulle
sedie a sdraio che
erano state posizionate sul prato e in qualsiasi zona d’ombra
disponibile.
“Vorrà dire che farò il
beato tra le donne” sorrise prendendo sotto braccio Emily e
Abbie, quest’ultima
mentre camminava si voltò per fare la linguaccia al proprio
fidanzato.
Alla fine si trovarono a
giocare solo in una trentina poiché molti preferirono
sfuggire a quella strana
calura di fine Maggio facendo un tuffo nella piscina
dell’Accademia.
“Bene, pochi ma buoni,
spero” sorrise l’istruttrice del terzo anno
“Venite qui uno alla volta e
pescate un cartoncino colorato. Quella sarà la squadra a cui
siete assegnati”
La donna evocò un sacchetto
di velluto nero ed i partecipanti si avviarono a estrarre la loro
squadra:
rosso, giallo o verde.
Justin era stato tra i
primi a unirsi alla squadra rossa, e poco dopo di lui Emily era andata
a
pescare il suo cartellino con le dita incrociate, sperando di capitare
nella
stessa squadra.
Quando tirò fuori dal
sacchetto un cartoncino di colore giallo ci rimase un po’
male ma si rincuorò
vedendo che anche Elias e un paio di ragazze amiche di Justin facevano
parte
della sua stessa squadra.
Quando James si rese conto
di dover giocare nella squadra verde, stessa squadra di Hayden Fawley,
fece
un’espressione parecchio contrariata, che suscitò
l’ilarità delle due amiche.
Emily e Abbie si scambiarono uno sguardo d’intesa, entrambe
speravano che
magari uccidendosi avrebbero fatto automaticamente fuori la squadra
verde.
Le tre squadre sarebbero
state trasportate, attraverso passaporta, nei boschi che circondavano
l’Accademia
e da lì sarebbe partito il loro percorso di ritorno. Lungo
la strada avrebbero
trovato vari ostacoli da superare. La prima squadra a tornare in
Accademia
avrebbe vinto.
“Smettila di guardarla… non
è che se la guardi cambia qualcosa” disse James a
Hayden
“Allora fatti venire in
mente qualcosa, genio!” ribattè l’altro
Un ragazzo del terzo anno
li bloccò “O la smettete di battibeccare o do voi
in pasto alla pianta”
I due si zittirono ma
continuarono a guardarsi in cagnesco.
Alla fine una ragazza
riuscì a ricordarsi che si trattava di Tentacula velenosa, e
di conseguenza
riuscì anche a capire come andare avanti.
La squadra gialla invece
si trovò
a fronteggiare un vasto
incendio, e a dover mediare con un branco di centauri per poter
proseguire
lungo il percorso. Si dimostrarono una squadra unita, andavano
più o meno d’accordo
e riuscirono a raggiungere il limitare del bosco prima delle altre
squadre.
Arrivati nella radura che
ospitava l’Accademia gli istruttori andarono a congratularsi
con loro ma gli
occhi dei ragazzi si puntarono su una figura che era appena comparsa
all’esterno
della villa. Era un uomo di media altezza, con i capelli tenuti un
po’ lunghi.
Sembrava quasi un leone.
Istintivamente anche gli
istruttori si voltarono.
“Capo!” lo salutò un
istruttore
“Ti unisci a noi, Alastor?”
chiese l’istruttrice del secondo anno
L’uomo era tremendamente
serio. Si avvicinò e disse semplicemente “Minchum
seguimi”
L’istruttrice impallidì ma
lo seguì in silenzio, senza esitazione.
Hallo!
Oggi mi sento molto crucca ahahhaha
Siamo arrivati al penultimo capitolo (che avrei voluto pubblicare ieri ma non ho fatto in tempo a finire)… ci sarà il
prossimo, poi l’epilogo e
poi una specie di sequel
Spero di riuscire a pubblicare tutto in tempi brevi, anche se domani dubito che potrò scrivere ;)
Grazie ancora per le recensioni
Baci, anzi liebe Grüße
H.