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Autore: YukiWhite97    15/07/2016    2 recensioni
Quando tutto sembra essere tornato alla normalità, ecco che Voldemort ricompare misteriosamente. Quest'ultimo ha in mente di lanciare un sortilegio che manderà tutti i nostri amati personaggi in un mondo senza magia e senza possibilità di ricordare nulla.
Harry e Draco vorrebbero impedirglielo, ma di fatto non c'è nulla che loro o gli altri possono fare. Vi è infatti una profezia: Soltanto l'Erede potrà spezzare il sortilegio.
.
Lily in compenso, ragazzina che vive nei tempi odierni, vive una vita disastrata, a partire proprio dalla sua famiglia.
Sarà l'incontro con un vecchio signore un pò matto a dare una svolta alla sua esistenza. Lily capirà che a volte credere nella magia non è del tutto sbagliato.
Capirà che lei è molto più di una semplice "nessuno".
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Inutile che io lo dica, storia ispirata a "Once Upon a Time". Ero molto restia dal pubblicarla, ma visto che ormai sono qui, spero che vi piaccia C:
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Draco/Harry, James/Lily, Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo | Contesto: Altro contesto, Da Epilogo alternativo
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Londra, 2013

Tremava.
Lily cercava di scaldarsi, infilando le mani nelle tasche del cappotto. Intorno a lei vi era il gelo, inoltre la pioggia non le dava tregua, bagnandola fino all'osso. I capelli biondi erano completamente fradici, così come i suoi vestiti, certa che questo lo avrebbe portato a beccarsi un malanno. 
Inoltre stava anche morendo di fame. Era riuscita a rubare qualcosa da un supermarket lì vicino, ma la corsa che ne era seguita per scappare dalla polizia l'aveva fatta cadere, facendole scivolare di mano tutto ciò che aveva.
Le uniche cose a lei rimaste erano soltano un pacco di caramelle, per metà già fatte fuori, un cupcake e una candelina semi spezzata.
Il suo compleanno. Un giorno uguale agli altri, un giorno che nessuno ricordava e un giorno che lei stessa detestava. A cosa le serviva ricordarsi che era nata?
Quindici anni di sofferenze, quindici anni a sperare che l'anno successivo fosse migliore, senza però alcun risultato.
E lei che continuava invano a crederci. 
Approfittando del fatto che avesse smesso di piovere, scartò il sacchetto contenente il cupcake, infilandovi poi una candelina.
Grazie all'accendino, il quale si portava sempre dietro poichè aveva preso il brutto vizio di fumare, potè accenderla.
La fiammella incandescente riuscì per un attimo a scaldarla, illuminando i suoi occhi verdi e lucidi, pieni di astio verso quella vita.
"Beh, buon compleanno a te, Lily" - disse semplicemente. Prima di soffiare però, chiuse gli occhi. Era stupido credere nei desideri, eppure una parte di lei non riusciva a smettere di convincersi che in realtà quest'ultimi potessero avverarsi.
Vorrei non passare mai più un compleanno da sola.
Questo fu l'immediato pensiero che attraversò la sua mente.
Proprio sola non era, visto che una famiglia ce l'aveva, una famiglia disastrata. E proprio a causa di quella stessa famiglia, che adesso si trovava alla stazione di Londra. 
Stava scappando di casa. Senza soldi e senza neanche un documento addosso, non sapeva dove andare, ma qualsiasi altro posto sarebbe stato meglio della propria casa.
Fu così che si tirò su, caricandosi sulle spalle lo zainetto.
Si sentiva così maledettamente disorientata mentre si guardava intorno, cercando di capire dove poter andare per non essere beccata un'altra volta.
Le altre volte in cui era riuscita a scappare era sempre stata catturata e riportata indietro. Ma questa volta sarebbe stato diverso.
Le sue pupille scorrevano veloci su un tabellone in cui vi erano segnati i diversi tragitti dei pullman. Le occorreva un luogo lontano ed anche abbastanza nascosto, dove sparire e dove nessuno avrebbe saputo dove cercarla.
Improvvisamente sussultò. Qualcuno aveva fatto rumore. Voltandosi, si accorse che il colpevole era un uomo anziano, il quale aveva battuto per terra il proprio bastone da passeggio, come a voler attirare la sua attenzione. Egli era decisamente... bizzarro.
Aveva una barba lunga e a punta, degli occhiali a mezzaluna, mentre gli abiti erano degni di un film fantasy.
Sembrava quasi che quel tipo fosse uscito di casa in camicia da notte, anzi, con una tunica per essere precisi.
"Dov'è che vai, ragazza mia?" - domandò.
Lily, sconvolta, schiuse le labbra .
"Io... io non lo so - rispose - è quello che sto cercando di capire"
"Non sai dove andare? Che strano, credo che una persona debba sapere dove vuole andare quando vuole intraprendere un viaggio"
La ragazzina sbuffò. Non conosceva quell'uomo ma trovava che fosse estremamente fastidioso con il suo chiacchiericcio.
"Beh, e lei allora? Lei lo sa dove vuole andare?"
"Oh, io sono esattamente dove voglio essere, Lily"
Ella a quel punto spalancò gli occhi, avvertendo una nota di paura. Che quello che avesse davanti fosse uno stalker? O peggio, qualcuno della polizia?
"Lei - balbettò - lei come fa a sapere il mio nome?"
"Oh, emh, beh, perchè ti conosco da quando eri molto piccola... solo che non puoi ricordartelo"
Lily strabuzzò gli occhi. Effettivamente come spiegazione era plausibile, anche se sentiva di non potersi fidare del tutto.
"Oh - rispose - capisco. Beh, tanto piacere"
Dicendo ciò si voltò. L'uomo sospirò. Quella testardaggine non gli era del tutto nuovo, ma comunque non era disposto a demordere.
"Mi trovo qui perchè sono venuto apposta a cercarti - le disse poggiandole il bastone sulla spalla - oggi è il tuo compleanno, non è vero?"
"Insomma, sa anche questo? - domandò - ma com'è possibile?"
"Direi che chiunque l'avrebbe capito vedendoti spegnere la tua candelina poco fa - disse divertito - non è un buon modo per festeggiare un compleanno, me ne rendo conto. Per questo ti ho portato dei regali.."
Poggiò una borsa che portava sulla spalla a terra, iniziando a frugarci dentro. Lily si guardò intorno.
"Emh, sul serio, non voglio niente da lei, non la conosco neppure"
"Io credo invece che possano servirti - disse pogendole una pila di libri - mi sono stati regalati, ma a me non servono più"
"E questi che cosa sono?"
"Che domande, libri ovviamente!"
"Questo lo vedo anche io! - borbottò poggiandoli per terra - e che cosa dovrei farci con dei libri?"
"No, no, questi sono molto più che semplici libri. Coraggio, perchè non provi a leggere il titolo?"
La biondina fece spallucce, leggendo poi ciò che era stampato sulla copertina di uno dei libri.
"Harry potter e la Pietra Filosofale. No, mai sentito e poi non amo leggere"
"Suvvia ragazza, non puoi non leggerli, ci sei anche tu in uno di quei libri! Per la precisione sei la figlia del protagonista, Harry Potter"- disse l'uomo, zittendosi di colpo, come se si fosse lasciato scappare qualcosa di troppo.
Ella lo squadrò da capo a piede, pensando semplicemente che fosse matto.
"Sì, certo. Mi piacerebbe essere la protagonista di un libro, ma sa, purtroppo devo accontentarmi" - disse alzando gli occhi al cielo e voltandosi nuovamente.
L'anziano a quel punto sbuffò, capendo che se voleva cercare di convincerla a dargli retta, doveva cambiare approccio.
"Dimmi una cosa, sei qui senza i tuoi genitori, vero?"
"Proprio così, nonno - lo schernì - e se proprio vuoi saperlo sto scappando di casa. Ora, se vuoi, va pure alla polizia a denunciare la mia scoperta"
"Io non ho intenzione di fare una cosa del genere. Piuttosto, perchè scappi? I tuoi genitori potrebbero essere preoccupati"
"Non ho un padre, quindi meno uno. Mia madre invece è pazza. Mi consola il fatto di essere stata adottata, almeno"
"Bene, per l'appunto - disse ad un tratto più allegro - allora, visto che le cose stanno così, che ne diresti di venire con me ad Hogwarts?"
Quel nome così particolare catturò immediatamente l'attenzione di Lily, la quale spalancò gli occhi.
"Venire ad Hogwarts? - sussurrò - e cos'è?"
"La città da cui vengo, dove si erge un castello. E' un posto molto bello e anche i suoi abitanti sono... simpatici. E pensa che non arrivano mai visitatori, un posto perfetto dove nascondersi?"
Come primo istinto, Lily ebbe voglia di accettare subito. Poi però ci penso un attimo. Non poteva fidarsi di qualcuno che andava blaterando cose assurde, e se si fosse cacciata in più guai di quelli in cui già si trovava?
"Io... beh, non lo so! - disse a braccia conserte - dopotutto io non la conosco neanche e con tutto il rispetto, lei è matto da legare!"
"Non sei la prima che me lo dice - rise l'uomo - mettiamola così allora. Se non vieni con me andrò a dire alla polizia che sei scappata"
La ragazza spalancò la bocca.
"Mi sta minacciando forse?!"
"Assolutamente sì, mia cara. Allora, cosa vuoi fare? Tornartene a casa tua o venire insieme a questo vecchio pazzo?"
Ella lo guardò con fare circospetto. Si stava lasciando convincere a fare quella pazzia, che forse tanto assurda non era.
Sarebbe stato meglio tutto di rimanere lì!
"D'accordo - dichiarò - verrò con lei in questo posto"
"Bene, questo è quello che volevo sentire. Raccogli i tuoi libri, il pullman è in partenza!"- trillò l'uomo, indicandogli un punto con il bastone.
Fu così che Lily trovò finalmente la sua meta. Alquanto strano, si ritrovò a pensare mentre era sul pullman.
Che per una volta qualcuno si fosse deciso ad ascoltare le sue suppliche?
O forse era diventata pazza a seguire un uomo di cui neanche conosceva il nome!
"Senta lei - borbottò ad un tratto - ma almeno me lo dice come si chiama?"
"Ma certo, cara, quasi dimenticavo. Il mio nome è Albus Silente"
Lei lo guardò.
"Albus Silente? Ma che razza di nome è?"
"Dalle mie parti è un nome alquanto carino! - rispose offeso - piuttosto, dimmi, perchè sei così pensierosa, qualcosa forse ti turba?"
"A dire il vero qualcosa sì - confessò appallottolandosi sul sedile - quando ho soffiato sulla candelina, ho desiderato di non passare più un compleanno da sola. E subito dopo ho incontrato lei. Ma è assurdo, i desideri non si avverano"
"Perchè no, Lily? Bisonga credere nei desideri e nella magia. Tu ci credi?"
"Certo - fece alzando gli occhi al cielo - e credo anche in Babbo Natale e nella Fatina dei Denti"
Albus rise.
"Riposati pure adesso. Il viaggio è ancora lungo"
Effettivamente, scesero dal pullman che dovevano essere circa le undici di sera. Lily era stanca, aveva sonno e anche fame.
"Insomma! - esclamò - ma non potevamo fermarci un pò più vicino?"
"Non ci sono mezzi che arrivano ad Hogwarts. Suvvia, cammina, sono solo pochi metri"
"Ah, ovviamente! - si lamentò cariiandosi lo zaino divenuto più pesante a causa dei libri  - mi dica una cosa, sono tutti come lei in questo posto o c'è qualcuno di un pò più normale"
"Oh, io non credo proprio - rispose l'altro camminando a grandi passi davanti a lei - ecco, adesso siamo arrivati. Questa è l'entrata per Hogwarts"
Lily si soffermò a guardare un cartello sbiadito dove vi era la scritta "Welcome to Hogwarts"
Era strano, era sicura di non aver mai sentito di quella città o di averla vista in alcuna cartina.
Seguì Albus, rendendosi conto di come gli alberi attorno a lei iniziassero a lasciare posto ad un asfalto e a delle case. Poco dopo arrivò a quella che era praticamente una piccolissima città, soprattutto se paragonata a Londra. Vi erano delle case tutte uguali, disposte accanto, ed un enorme palazzo simile ad un municipio, dove vi era un orologio le cui lancette erano ferme. E poi, era possibile osservare una montagna scura, su cui alla punta vi era un vero e proprio castello.
Lily si soffermò a guardarlo, sentendosi immediatamente a suo agio. Quel luogo doveva essere abbandonato, eppure era un peccato, le sarebbe piaciuto poterlo visitare.
"Lily - la chiamò Albus, facendole segno con la mano - vieni qui, non è bene che tu stia da sola"
La ragazzina gli andò vicino.
"Ma non c'è nessuno?"- domandò.
"Non a quest'ora - disse con fare sbrigativo - forse faremmo meglio a rientrare in casa"
"Perchè tutta questa fretta? Io voglio visitare il posto!"
"Potrai farlo domani, Lily. Svelta, via di qui"
"Se non mi dice qual'è il problema io non mi muovo!" - borbottò.
"D'accordo, d'accordo - sussurrò - ascolta. Ricordi quanto ti ho detto che non sei la prima a darmi del pazzo? Bene, diciamo che qui la mia reputazione non è delle migliori"
"Insomma lei mi sta dicendo che qui tutti credono che sia il "matto del villaggio"
"Esattamente. Non è quindi consigliabile farmi vedere qui con una ragazzina"
"Ma non stiamo facendo nulla di male e..."
"Signor Albus Silente, vedo che finalmente l'ho trovata"
Lily, senza sapere perchè, rabbrividì nell'udire quella voce. Lentamente si voltò. La persona che le era apparsa davanti era strana, il suo viso era simile a quello dei serpenti, in particolare fece caso alla forma del naso, appiattito come quello di quei rettili. E poi i suoi occhi tendevano al rosso, cosa che la inquietò non poco.
Albus sbuffò sonoramente.
L'uomo dagli occhi rossi si avvicinò, lentamente.
"Cosa ha fatto? E' scappato di nuovo? - domandò - tenerla segregata in casa non basta, dovrei forse... chiuderla in un manicomio con una camicia di forza?"
Lily guardava in due, intenti a fronteggiarsi con lo sguardo.
"Non sono scappato - rispose semplicemente l'uomo - ho solo portato qualcuno di nuovo"
Finalmente il tipo dal muso serpentino spostò la sua attenzione su Lily, la quale trasalì.
"Oh, ma che piacere. E tu chi dovresti essere?"
"Emh... Lily... Lily Black" - rispose.
"Lily Black, eh? - domandò studiandola con lo sguardo - piacere di conoscerti cara, io sono Tom Riddle, il sindaco di Hogwarts. Spero che questo vecchio pazzo non ti abbia creato problemi"
"No, affatto" - rispose deglutendo nervosamente. Non riusciva a reggere il suo sguardo, eppure non se ne spiegava il motivo.
"Cos'è che ti ha portato qui ad Hogwarts, Lily?" - domandò Tom.
"Beh, ecco... Sono scappata di casa..."
"Non credo che questo sia importante! - disse Albus poggiandole una mano sulla spalla - dopotutto, sono io che mi occuperò di lei"
"Mh  - rispose l'altro - fa come vuoi, l'importante è che non mi creiate problemi. Ricorda solo che ti tengo d'occhio, Albus"
Lily fece nuovamente caso a come i due si stessero praticamente uccidendo con lo sguardo. Avrebbe tanto voluto indietreggiare e allontanarsi, ma Albus la teneva stretta.
Cos'altro sarebbe potuto accadere?
Ad un tratto tutti e tre sussultarono. Furono abbaiati dai fari di una macchina decappotabile nera, la quale si era posteggiata a pochi metri da loro.
"E adesso?! - esclamò Tom - quanta altra gente hai portato qui?! Sai bene che non amo i visitatori"
Albus rimase in silenzio. Dalla macchina era intanto scesa una donna dalla folta chioma riccia, truccata abbondantemente e con un rossetto rosso sulle labbra. La sua espressione sarebbe stata degna di una pazza.
Nel vederla, Tom Riddle fu costretto a fermarsi, incerto se aver visto bene o no.
"Lily! - esclamò a quel punto la donna, correndole incontro - maledetta, eccoti finalmente! Cosa ti è venuto in mente di fare?"
"Mamma - trasalì - come hai fatto a trovarmi?!"
"Grazie al GPS del tuo cellulare! - sclamò strattonandola - hai provato nuovamente a scappare, eh?! Cosa devo fare per tenerti con me, segregarti in casa?"
"Lasciami stare! - urlò - non voglio stare con te, te l'ho detto un mucchio di volte! Lasciami!"
"Emh, emh - si sgranchì la voce Tom - c'è qualche problema?"
"Ah, mi scusi. Sono Bella Black, la madre di Lily. Sono spiacente che mia figlia vi abbia creato problemi, adesso la riporterò a casa"
"Non si preoccupi - rispose l'altro assottigliando lo sguardo - non ha creato assolutamente alcun problema. Comunque adesso è tardi per mettersi alla guida. Fors  meglio che rimaniate"
"Ah, mi piacerebbe, ma non ho un soldo con me" - rispose la donna.
"Non si preoccupi, offro io" - disse guardandola intensamente.
Bella a quel punto mostrò un orribile sorriso.
"Beh, se è così allora non vedo perchè rifiutare. Vieni Lily, finisco di sgridarti dopo"
Dicendo ciò trascinò con sè la bionda. Sia Tom che Albus le osservarono. Quest'ultimo si portò una mano sulla testa. Adesso poteva capire il perchè Lily fosse scappata di casa.
Il primo invece pareva abbastanza in difficoltà, come se avesse visto qualcosa che in teoria non avrebbe dovuto esserci.
"Ci hai provato ancora, Albus Silente - disse ad un tratto - è meglio che ci rinunci. Il sortilegio è stato creato in modo che nessuno potesse mettermi i bastoni tra le ruote"
"Fammi il favore - rispose l'altro - sappiamo entrambi quanto il tuo sertilegio sia imperfetto"
L'altro lo guardò malamente, dicendo qualcosa di incomprensibile.
Bella intanto, aveva trascinato con sè Lily in un albergo, l'unico presente in città. Una volta arrivati nella loro squallida camera, spinse la figlia nel letto.
"Piccola ingrata! - esclamò - prova un'altra volta a scappare e ti getto in mezzo ad una strada! Questo sarebbe il ringraziamento per tutto ciò che ho fatto per te?"
"Tutto quello che hai fatto per me?! Cosa precisamente? Rovinarmi la vita? Meglio orfana! - esclamò - hai preso me perchè non potevi avere un figlio tuo, è per questo che sei frustrata!"
A quel punto ella potè vedere enegli occhi di Bella un lampo. La donna le andò addosso, afferrandola per i capelli.
"Maledetta! - esclamò - sei solo una piccola orfana che nessuno ha voluto e nessuno vorrà mai! Questo non potrà mai cambiare!"
Lily avvertì la rabbia scorrerle nel sangue. Avrebbe tanto voluto alzarsi e lanciare un pugno a qualcosa. Ciò che invece avvenne fu ben diverso. Chiuse gli occhi, immaginando di poter scatenare la sua ira. Poi ad un tratto, ecco che i lampadari e i piccoli lumini poggiati sui comodini, esplosero.
Bella sussultò, allontanandosi immediatamente. Aveva fatto caso a come ogni volta che Lily si arrabbiasse o fosse in difficoltà, accadessero cose strane, quasi come se volesse difendersi.
Ciò le provocava non poca inquietudine.
"Bene - disse ad un tratto cercando di ricomporsi - domani ti porto via di qui. E farò in modo che tu non possa scappare"
La ragazzina la guardò crucciata, poggiando la testa sul cuscino. Quello non era stato di certo il compleanno che aveva immaginato, ma di una cosa era certa. Dal giorno dopo la sua vita sarebbe cambiata, anzi, stava già cambiando.
All'esterno, le lancette dell'orologio del municipio avevano preso a muoversi, dopo quindici anni.
Albus Silente se ne rese conto. E questo gli servì a capire che la sua missione  era solo che all'inizio.


Angolo mio
Bene, ci siamo. Seriamenti, erano mesi che rimuginavo sul fatto di pubblicare o no questa storia. In realtà sono sempre stata restia a pubblicare FF su HP, perchè la ritengo un opera fantastica ed io non mi ritengo abbastanza brava per scriverci qualcosa. Avevo già pubblicato qualcosa, ma erano delle AU, questa invece fa riferimento all'opera originale, quindi spero di non combinare cavolate ><
Io adoro "C'era una volta" e adoro Harry Potter. Quindi ho pensato di unire le due cose visto il tema della magia. Ovviamente verrà pian piano spiegato tutto. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate (anche se dal primo capitolo non si può dire  molto XD)
Perchè davvero, tutt'ora non sono del tutto decisa, ma almeno ci voglio provare.
Spero di poter aggiornare presto.
Ciriciao ^^


   
 
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