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Autore: itspaola    15/07/2016    0 recensioni
Louis Tomlinson, trentenne, calciatore affermato e famoso.
Harry Styles, ventiseienne con la passione per la fotografia.
Un matrimonio e due bambini adottati: Matthew, otto anni, e Skylar, quattro anni.
Sembrano una famiglia felice e perfetta.
-
Ma cosa succederebbe se Louis mancasse da casa a causa del suo lavoro?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Louis Tomlinson, numero 28 e da poco new entry nei Galaxy, ha richiesto personalmente una conferenza stampa in data 25 Maggio. Finalmente il campione inglese parlerà dopo due mesi di silenzio preceduti, ricordiamo, dal grave infortunio alla caviglia. Cattive notizie in arrivo? Cosa dovremmo aspettarci?"

Qualsiasi testata giornalistica quel giorno aveva in prima pagina quella notizia. Ebbene sì: Louis aveva deciso di parlare personalmente con la stampa inglese dopo due mesi di silenzio. 

Ma che ci faceva Louis in Inghilterra? Facciamo il punto della situazione.

Lui ed Harry avevano parlato con il dottor Morrison per poter avere il permesso di tornare a Londra,  in modo tale da iniziare le cure a casa propria, lontano da vari stress e giornalisti americani curiosi. Quindi il dottore li aveva affidati a un suo collega di fiducia che lavorava presso il St. Mary's Hospital e che mensilmente lo avrebbe informato circa le condizioni di Louis.

Al rientro in Inghilterra, non si sa come, si erano ritrovati in mezzo a tanti paparazzi che erano venuti a conoscenza del rientro in Patria di Louis. Li avevano riempiti di domande, ma loro non avevano rilasciato nessuna dichiarazione, se non un semplice "Torno a casa per avere accanto i miei familiari e le persone a me care" di Louis, mentre stava su una sedia a rotelle spinta da Harry.

Rientrando in casa, quasi non gli era preso un infarto. Si era ritrovato il salone pieno di gente e piccoli marmocchi sorridenti che non avevano aspettato altro che saltargli addosso e abbracciarlo. Erano venuti a trovarlo tutti: sua madre, Dan, le sue sorelle, i gemelli -che si erano stretti al suo petto insieme a Skylar e Matt-; c'erano persino Anne, Robin, Gemma e pure Niall. Erano tutti lì per dargli il bentornato a casa e augurargli una pronta guarigione. Gli era decisamente mancato tutto quel calore, tutto quell'affetto.

Avevano trascorso una bellissima serata, abbuffandosi con le prelibatezze gentilmente cucinate da Anne e Jay. Louis, nell'anta del suo armadio, aveva pure appeso, con l'aiuto di Harry, tutti i disegni che gli avevano consegnato i bambini. Gli si era scaldato il cuore e un sorriso gli incorniciava il viso -se poi gli è scappata una lacrima non bisogna per forza dirlo.

Poi Harry l'aveva preso in braccio e l'aveva steso a letto. Delicatamente gli aveva sfilato via i vestiti e si erano coricati sotto il lenzuolo. "Mi sei mancato" gli aveva sussurrato il riccio, stringendo il corpo minuto di Louis verso il proprio petto e sfiorandogli la pancia con la punta delle dita. Gli aveva lasciato poi un bacio fra i capelli e aveva inspirato il dolce profumo, quell'odore appartenente solo a Louis, quell'odore che non avrebbe cambiato con nessun profumo costoso. "Quella sera mi sono proprio spaventato" aveva continuato e confessato, mentre Louis ascoltava le parole di suo marito cullato anche dai suoi caldi respiri. "Quando ti ho visto lì, steso per terra senza sensi, ho pensato al peggio"

Allora Louis gli aveva stretto la mano e si era girato appena per lasciargli un bacio sul braccio scoperto "Ma fortunatamente sono qui, con te" si erano scambiati dolci sorrisi e si erano abbandonati al silenzio della loro stanza, fino a quando Louis si era voltato interamente per osservare gli occhi di Harry e perdersi in quel loro mondo invisibile. "Ho pensato molto in queste settimane"

"Ah, quindi pensi?" aveva chiesto sarcastico, Harry, ricevendo un pugno sul petto.

"Idiota!"

"Dai, su. A cosa ha pensato il mio caro cervellone?"

"Ho preso una decisione"

"Riguardo cosa?" Harry lo guardava in attesa di una spiegazione. Insomma, che decisione avrebbe dovuto prendere?

"La mia vita"

"Non me lo vuoi dire?" Louis aveva scosso la testa e aveva sorriso. "E allora perché me l'hai detto? Lo sai che sono curioso. Mi devo preoccupare?"

"Non c'è niente di cui preoccuparsi, non più" aveva poi allungato il collo e aveva lasciato un bacio sulle labbra di Harry. "Ti amo"

Si erano scambiati un altro dei loro sguardi loquaci e la loro dolcezza era sfociata in passione. Harry si era messo a cavalcioni sul bacino di Louis, con la schiena incurvata in avanti per poter mordicchiare la pelle chiara del collo del liscio e poter lasciare il proprio segno su di esso.

Da quella sera erano passate due settimane circa e Louis non aveva confidato a nessuno la sua decisione. Così quella mattina del 25 Maggio si era ritrovato protagonista di una conferenza stampa che lui stesso aveva organizzato. Aveva chiesto gentilmente a Niall di accompagnarlo allo stadio, si era ben sistemato con giacca e cravatta e scaricava la tensione su una piccola palla di gomma, come un anti stress, prima di incontrare tutti i giornalisti venuti lì solo per lui.

"Hey, Lou, smettila di essere nervoso... mi fai venire l'ansia" disse Niall, che stava seduto accanto a Louis. "Sono curioso di sapere cosa dirai"

"Lo scoprirai presto"

Poco dopo il suo vecchio allenatore li venne a chiamare. Niall propose gentilmente di aiutare Louis, ma quest'ultimo dissentì e aiutato dalle stampelle, raggiunse con un po' di fatica la sala conferenze.

All'improvviso venne travolto e accecato da una miriade di flash. Non si aspettava tutti quei giornalisti!

Andò a sedersi dietro un grande tavolo, insieme al suo ex coach e vari commissari tecnici, presenti lì solo per puro atto burocratico.

"Salve" disse Louis, sorridendo a tutti. Esattamente di fronte a lui vi era una telecamera che avrebbe mandato in onda, in tutte le reti locali, quella conferenza. Infatti a qualche chilometro di distanza, Harry stava seduto sul divano del salotto insieme a Liam a guardare la TV in attesa di ciò che dovesse dire Louis. Era un po' preoccupato a dire la verità, strofinava le mani tra di loro e giocava con gli anelli

"Ho iniziato sin da piccolo a calciare un pallone nel campetto vicino casa mia" rise Louis, iniziando il suo discorso "Il calcio per me era diventato un'ossessione tanto che avevo convinto mia madre ad iscrivermi in una società" raccontò con un sorriso carico di nostalgia. "Ho passato la mia intera vita dietro a questo sport, ho conosciuto persone davvero meravigliose e alcuni di loro sono miei amici" sorrise a Niall "...ho vissuto tantissime esperienze davvero indimenticabili, ma credo che adesso sia arrivato il momento di dedicarmi a qualcosa di più importante" il suo cuore pompava incessantemente quasi come a volergli uscire dal petto. Sentì anche la gola seccarsi e per questo riempì il bicchiere di fronte con dell'acqua ghiacciata che ingoiò in un solo sorso. "Ho trascurato molto la mia famiglia in quest'ultimo periodo, ne sono consapevole, e continuando a giocare rischio di perdermi la crescita dei miei figli. Non voglio essere un padre assente per loro, voglio gioire dei loro obiettivi raggiunti, dei loro primi voti, voglio esserci quando accadrà qualcosa di divertente a scuola e loro saranno lì a casa con il sorriso sulle labbra per raccontarlo" prese un secondo di pausa e guardò ogni singolo fotografo che ne approfittò per scattare altre foto. "Non voglio nemmeno allontanarmi da mio marito" continuò con un sorriso "Non starò qui a dirvi i motivi, che sono miei personali, ma lui ha bisogno di me come io ho bisogno di lui"

"Quindi cosa sta cercando di dirci?" intervenne un giornalista.

Dai, Tomlinson, è arrivato il momento.

"In questi giorni ho pensato molto e ho capito che nulla accade per caso, il mio incidente non è stato un caso. Significa che ho già dato tutto quello che potevo dare. Significa la fine di una bellissima esperienza, un grande bagaglio di vita che porterò sempre con me. Ho deciso di abbandonare il calcio" disse tutto d'un fiato provocando le reazioni sorprese e stupite di tutti.

"Cosa?" chiese un altro giornalista.

"Sì, avete sentito bene. Ho preso questa decisione perché il calcio non è tutto ciò che ho nella mia vita, ma anche la mia splendida famiglia che merita molte più attenzioni da parte mia" sorrise.

"Ma ne sei sicuro?" domandò il giornalista di prima.

"Magari un giorno tornerò a giocare a calcio, in veste di allenatore, ma non sono mai stato così sicuro in vita mia"

Dopo pochi minuti Louis ringraziò i giornalisti, salutò tutti e raggiunse Niall che aveva ancora un'espressione sorpresa. "Che cosa hai appena fatto, Louis Tomlinson?"

Fece spallucce e sorrise.

"Harry ti ha mandato un casino di messaggi" e gli mostrò il telefono che aveva preso in custodia per tutta la durata della conferenza.

Quindi Louis prese il cellulare e controllò.

Da Haz (11:10) - Louis William Tomlinson! Cosa hanno appena sentito le mie orecchie?! 
Da Haz (11:11) - Sei diventato pazzo di botto? 
Da Haz (11:12) - Non ci posso credere, sei un cazzone, perché l'hai fatto?
Da Haz (11:12) - Scusami per la brutta parola... MA APPENA TORNI A CASA MI DOVRAI SENTIRE! x 
Da Haz (11:13) - Ah, ti amo xx

Louis scoppiò a ridere e scosse la testa. Si fece accompagnare a casa da Niall e appena entrato Harry gli andò incontro tirandogli uno schiaffo dietro il collo. "Cosa ti è saltato in mente?"

"Ho fatto semplicemente la cosa giusta"

"Ma il calcio è la tua vita!"

"No! Tu lo sei, i bambini lo sono, non il calcio" rispose in fretta convinto delle sue parole. "Sono stufo di stare sempre lontano da voi" portò una mano ad accarezzare la guancia di Harry "e se avessi continuato a giocare probabilmente avrei passato parte del mio tempo in America e non ce l'avrei fatta. Voglio stare con te ed i bambini, essere un buon padre è un buon mar-" venne interrotto dalle labbra di Harry che si poggiarono sulle proprie per un caldo bacio.

"Okay, mi sa che noi siamo di troppo qui" disse Niall sarcastico.

"Fortunatamente i bambini non ci sono" continuò Liam ridendo. Poi probabilmente tutti salutarono, ma Harry e Louis erano impegnati a mordersi la faccia a vicenda.

Harry lo prese in braccio per non farlo affaticare e lo adagiò sul divano. "Ti avevo detto che mi avresti dovuto sentire appena tornato a casa" disse con un tono malizioso. Gli sfilò la giacca nera e i pantaloni del medesimo colore, gli sbottonò la camicia bianca, ma gli lasciò la cravatta blu e i boxer -quella vista era davvero sexy secondo Harry.

"Oh, cosa mi farai?" chiese con un'aria fintamente innocente e preoccupata.

"Mi sentirai" gli fece un occhiolino e gli sfilò i boxer dopo avergli lasciato una scia di baci lungo gli addominali scolpiti e ben evidenti. "Hai fatto una cosa che non avresti mai dovuto fare... Adesso come faccio a fantasticare su di te con quei pantaloncini che ti stringono questo bel sedere che ti ritrovi?" chiese retorico, stringendo con le sue mani enormi le natiche di Louis, il quale si morse il labbro e fissò attentamente tutti i movimenti di Harry.

"Ah, quindi fantastichi su di me?" Louis portò le sue mani sotto la maglia di Harry "Che ragazzino perverso!" e risero insieme. "Se è questo il tuo problema, potrei mettere i pantaloncini ogni volta che vorrai..." disse per poi avvicinarglisi all'orecchio e sussurrargli "...anche senza mutande"

"Tanto meglio" sorrise e lo baciò ancora, ancora e ancora. Instancabilmente. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza di Louis, della sua pelle profumata, dei suoi tocchi gentili e delicati sulla sua schiena, dei suoi baci sul collo.

Harry si spogliò dei suoi vestiti e, una volta preparato Louis psicologicamente e fisicamente, entrò in lui plasmando i loro corpi in uno solo, mischiando i loro respiri e le loro anime. Fecero l'amore su quel divano come non succedeva da tempo. Louis era abbastanza limitato a causa della gamba fasciata, ma Harry cercò di non farglielo pesare e andarono avanti fino a quando entrambi non si riversarono sulle loro pance.

"Dio mio, ricordami di non farti fare mai più l'attivo" sentenziò Louis dopo pochi secondi e scoppiarono a ridere.

"Ammettilo che ti piace quando faccio l'attivo"

"Fin troppo" sorrise Louis e poi si allungò per lasciare un lungo bacio sulle labbra di Harry.

"Sei sicuro della scelta che hai preso?" chiese il riccio riferendosi al calcio.

"Harry, io ti amo e voglio dimostrartelo. È il tuo momento adesso," gli puntò un dito contro "dimostrare a tutti quanti di essere il miglior fotografo al mondo!" gli sorrise sincero "Io invece voglio solo occuparmi della mia famiglia, dei bambini, lasciarti il tuo spazio perché te lo meriti, e rimediare a tutte le cavolate che ho fatto in questi anni"

"Dio, quanto ti amo!"


 

FINE








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Vi giuro che scrivere questo epilogo mi è costato venti giorni: scrivevo una determinata parte e non mi piaceva, quindi la cancellavo e la riscrivevo. Probabilmente mi è venuto uno schifo perché non sono molto convinta di quel che ho pubblicato, ma sono arrivata ad un punto in cui ho deciso che non posso portare avanti la storia in quanto ho la testa da un'altra parte. E siccome non mi piace lasciare le storie incomplete, ho deciso di scrivere l'epilogo a questa storia.

Ringrazio ogni singola persona che ha speso il suo tempo a leggere i miei capitoli.
 

Un bacio, Paola.

   
 
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