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Autore: shamarr79    17/07/2016    6 recensioni
Scrivo, perchè molto di più avrei voluto leggere su Magnus Bane, cercando di riempire vuoti e silenzi lasciati dalla Clare; voglio fantasticare, su di lui, sui suoi amori, su Alec, ovviamente, ma anche immaginare i suoi capricci, le angosce, gli amici, i nemici. Ma essenzialmente Magnus, potente e fragile come solo una forza della Natura può essere. Seguendo la trama dei libri, mi intrufolo tra le pagine, alla ricerca di spazi da riempire con le parole. Un riferimento in alto indica il capitolo in cui mi inserisco, ripeto solo qualche parola del libro, per farvi orientare senza essere noiosa. Si inizia quando ancora Magnus e Alec non si conoscono, entrambi sono insoddisfatti e nervosi, alla ricerca di qualcosa che ancora non comprendono. Il Magnus della Clare è il riferimento, ma scrivendo diventa sempre più autentico, distinto e poetico. Anche Cat per me è una figura importante, perchè non riesco ad immaginare un Magnus senza una Cat, grande amica del cuore. Il resto è mio. Scrivo per me, inutile negarlo, ma spero che vi piaccia. E, lo scrivo sinceramente, sarò lieta di leggere qualsiasi cosa, brutta o bella, vi venga in mente ascoltando di queste righe sparse il suono.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Forse andando in un'aria di vetro... (Città di ossa, cap. 10)

 

Troppa confusione, non riusciva a riprendere il filo dei suoi pensieri e, ora, come se non bastassero già tutte le idee folli che ronzavano nel cervello, ci mancava solo quella mondana. Erano bastati pochi giorni, ore forse, ed era cambiato tutto. Valentine di nuovo vivo, la coppa scomparsa di nuovo ricercata, cercata da un pazzo furioso per attuare chissà quale folle piano e il Clave con il fiato sul collo.

E Izzy? Lei sembrava quasi contenta, divertita, tra le novità, il brivido del supercattivo all'orizzonte e quel mondano con la faccia da topo e Jace ... Jace, Jace ...

Alec sbuffò, si portò le mani fredde sulla faccia, come per svegliarsi.

La città illuminata rimaneva frenetica anche ora che il buio avanzava, le luci della strada e i fari dei veicoli rimasti a contrastrare le ombre, i rumori della notte di New York erano un sottofondo confuso.

Basta idiozie. Non c'entrava la coppa, né Valentine, né il Clave. Era furioso e terrorizzato.

Stavoltà si, si che si farà ammazzare, lei lo esalta, non ragiona e nessuno gli guarda le spalle. Stavolta non ha speranze, lei non è neanche una di noi, lo farà ammazzare.

La parole uscirono senza che se ne accorgesse, come un sibilo. C'era sempre stato lui a proteggerlo. Lui. Jace e Izzy erano sempre stati la sua unica priorità, non gli interessava neanche eliminare demoni, voleva solo proteggere la sua famiglia. Jace lo ascoltava, forse era l'unico in grado di farlo ragionare e di farlo calmare. Questo fino ad ora era bastato. Da anni lo vedeva scivolare tra mille storie vuote che duravano poche ore, ma lui, solo lui, Alec, rimaneva il grande appiglio, il porto sicuro, il compagno con cui allenarsi, il parabatai che sempre gli avrebbe coperto le spalle. Alec lo sapeva, Jace era più sicuro e felice quando c'era lui. Fino ad ora a lui per essere felice era bastato questo, saperlo al sicuro. Ma adesso, no. Clary aveva cambiato tutto. Jace la guardava come se la conoscesse da sempre, come se l'aspettasse da sempre, come se lei fosse la sua famigila, per lei era pronto a lanciarsi in mezzo alle fiamme, da solo. Era sempre stato impulsivo ma sempre con il suo Alec. Adesso, voleva combattere da solo, voleva farlo per lei. Alec non serviva più, l'amico gay triste che non osava parlare e faceva la guardia di nascosto, la spalla di sempre, il compagno fidato, non serviva più. Stava crollando tutto.

L'aria era più fredda. Da giù venivano rumori familiari a rompere il silenzio.

Izzy era in cucina, pessima cosa, era proprio tremenda ai fornelli. Solitamente si sentiva bene con loro, erano gli unici con cui si sentiva bene, Izzy e Jace, la sua famiglia. Anche Max ovviamente... ma era piccolo e al sicuro. Ora niente, era più solo che mai.

Un vento gelido arrivò dal mare e gli inaridì gli occhi. Meno male, si sarebbe sentito un idiota a piangere. Perchè poi? Era lui quello diverso, fuori fase. E quanto gli pesava quella diversità, come un macigno. Allargò le braccia, irrigidì i muscoli e aprì le mani, come a voler afferrare il vento. Forse un giorno, sarebbe stato diverso, più facile, magari … bello.

Poter essere se stessi, uscire allo scoperto, vivere … bene.

Forse era per questo che non riusciva a disprezzare i Nascoti, non lo era anche lui? A tutti nascondeva i suoi sentimeni, viveva nell'ombra. Almeno vampiri e mannari facevano branco e gli stregoni, beh.. loro facevano branco con chiunque. Lui era solo. Tra i Nephilim era solo, solo tra i suoi simili che lo avrebbero considerato un mostro, se solo avessero saputo, lo avrebbero bandito. Del resto come si poteva essere progenie di angelo e così sbagliati allo stesso tempo? Un tragico errore. Forse era meglio così dopo tutto, Jace felice altrove e lui con l'anima in pace, tutto immerso nel lavoro. In pace. In pace? Era tutto forchè in pace.

Il vento freddo aveva ripreso a soffiare, lo travolse, come per accarezzarlo, portando con sé odore di pioggia. C'era anche un altro odore nell'aria, un misto di pesce bruciato e salsa al formaggio andata a male, sembrava … disgustoso! Izzy aveva finito di … cucinare, meglio scendere e addentare un po' di avanzi o il numero del take away.

Prima di chiudere la finestra guardò il cielo un ultima volta e respirò a pieni polmoni, come per farsi coraggio. Strano, c'era qualcosa in alto nel cielo, si distingueva a stento nel buio, in direzione di … Brooklyn, sembravano luci, ma luci strane come … delle fiammelle blu. Fiammelle blu? Erano eleganti, volteggiavano in cielo, come se danzassero, spingendo su e giù un piccolo drappo rosso, strano, davvero strano, qualche trovata pubblicitaria dei mondani, erano davvero diabolici a volte. Oppure la cucina di Izzy iniziava a dare i suoi tragici effetti. Altro che demoni e nascosti, la vera occulta forza della natura interdimensionale era sua sorella. Chiuse la finestra. La mano gelata tornò a posarsi sugl occhi ancora lucidi. Era il momento di scendere, guardò quel drappo che danzava nell'aria ancora un attimo, come se lo consolasse. Uscì dalla camerà, a passi svelti verso la cucina, erano già tutti li. Prima d'entare sentì le loro voci.

 

“Beh, secondo me è una cosa romantica”. Isabelle, la sua voce inconfondibile, forte calda, ma lei a parlare di romanticismo, i suoi grandi amori duravano circa 20 ore, 18 delle quali a letto. Cosa poteva esserci di romantico poi in quella situazione?

“Tutta quella faccenda della madre di Clary che era sposata con Valentine. Così adesso è tornato dal mondo dei morti ed è venuto a cercarla”. Sua sorella sembrava molto convinta delle sue argomentazioni. “Del resto per il vero amore, quello grande e assoluto, non andresti sino all'Inferno e ritorno?”

Di questo ne era assolutamete certo e non perchè l'aveva letto o studiato da qualche parte, così come era assolutamente certo che un essere spregevole come Valentine non avrebbe mai potuto amare. Solo i cuori puri potevano farlo, gli animi nobili, forse sbagliavano ad innamorasi, perchè sceglievano la persona sbagliata ma solo, solo, le belle anime potevano amare sul serio, anche quando questo li avrebbe feriti.

“Vorse è venuto a cercarla e vuole rimettersi con lei”. Izzy aveva detto queste parole come una sfida, lapidarie con una vena di provocazione. Clary guardava quasi inorridita, Jace era rosso di rabbia e Hodge aveva letteralmente lo sguardo perso nel vuoto, come si sentisse macchiato da una colpa tremenda.

“Ho qualche dubbio che voglia rimettersi con lei dopo aver mandato un Divoratore a casa sua”.

Le parole entrarono prima di lui nella stanza, lo precedettero di qualche istante. Alec entrò, con una leggera smorfia e lo sguardo impassibile, si avvicinò alla pentola e arricciò il naso, prese del pane e una mela e sedette con gli altri. Jace sorrise, in suo compagno era arrivato. Anche Clary. Izzy fece una smorfia allungando il piatto. Alec impassibile addentò la mela.

 

 
   
 
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