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Autore: Ashley More    23/07/2016    10 recensioni
Hermione ha deciso di fare la 'tuttologa': vuole aiutare le persone grazie alle sue conoscenze, ma il suo primo cliente e il suo primo incarico non sono esattamente quello che si sarebbe aspettata!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Settima e ultima parte:

 

 

 

Quarta settimana (ancora per poco)

 

La tensione era palpabile, nel piccolo magazzino che fungeva da retro all’ufficio di Hermione.
Le quarantotto ore erano trascorse e l’asciugamano si era staccato dalla testa di Malfoy, mostrando il cuoio capelluto lucido e pronto ad essere trattato.
I due giovani non avevano quasi il coraggio di guardarsi in faccia e stavano seduti l’uno di fronte all’altra, in silenzio: tra pochi istanti avrebbero saputo se, il metodo ideato dalla ragazza, avrebbe funzionato.
- Mh, bene….quello che devo fare ora è molto semplice.- la voce di Hermione era lievemente tremula e gli occhi erano mobili.
Tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane e, soprattutto, negli ultimi due giorni, le vorticava freneticamente in testa.
Non riusciva a mantenere lo sguardo su Malfoy e dovette alzarsi dalla sedia, cominciando a camminare su e giù; mentre lui, seduto su uno sgabello con una posa rigida e impettita, che lo faceva assomigliare molto ad un pappagallo sul trespolo, non smetteva di osservarla con i suoi occhi pallidi.
- Granger, mi stai facendo venire la nausea…- le sussurrò, afferrandola per la mano e trattenendola, affinché la smettesse di muoversi come il pendolo di un orologio.
Hermione fu costretta ad arrestare la sua marcia e, finalmente, si decise a fissare i suoi occhi in quelli di Draco.
Si guardarono per un lungo momento e lui fece per dire qualcosa ma la ragazza lo prevenne e cominciò a parlare, sciogliendosi dolcemente dalla stretta di lui.
- Ciò che sto per fare è frutto di giorni e giorni di ricerche e piccole sperimentazioni.- cominciò, sospirando piano - Ho cercato di combinare alcuni elementi di diverse materie scientifiche e alcuni princìpi della biologia umana e animale…-
Il giovane strinse gli occhi.
- Animali? Esattamente cosa stai per farmi, Granger?-  e si sporse in avanti per guardarla con più decisione.
- Ci sono molti motivi per cui le persone perdono i capelli.- la voce era più sicura, adesso - Possono essere fattori temporanei dovuti allo stress o di tipo dermatologico. In entrambi questi casi si tratta di un indebolimento temporaneo e strutturale destinato a rientrare...e non è il tuo caso, mi dispiace.-
Lui non fiatò.
- Oppure c’è una componente genetica, una familiarità con la cosa o, se vuoi, sfortuna. Ed è precisamente questo il tuo caso: non c’è modo di ricreare ciò che avevi e non posso certo intervenire sul tuo DNA in modo invasivo, posso solo intervenire localmente…- “ e sperare…”
- Non hai risposto alla mia domanda.- la voce di lui era discorsiva, come quella di un amico con cui si sorseggia un tè, chiacchierando amabilmente.
Questi suoi repentini cambiamenti di umore e atteggiamento avevano il potere di destabilizzarla: non sapeva mai cosa aspettarsi da lui.
- Ci sto arrivando!- “con mooolta calma…” valutò, sentendosi peggio che ad una lezione dell’odiata Divinazione: non sapere cosa sarebbe accaduto, da lì a cinque minuti, le toglieva il fiato e il senno; più della Cooman con i suoi deliri, che avevano sempre insultato ogni livello del suo intelletto.
- Sono qui che ti aspetto, infatti.- le sorrise, incrociando le braccia.
Hermione sospirò e si passò una mano tra i capelli, che erano annodati oltre ogni dire dopo la nottata agitata e l’esercizio fisico a cui lui l’aveva costretta insegnandole a ballare.
- Mi sono documentata a lungo e posso dirti con certezza che esiste un solo tipo di creatura che ha fattezze umane, similitudini evidenti con il genere umano, ma possiede capelli divini: una Veela.- tacque un attimo ma il volto di lui era immoto: sembrava in trance.
Lo prese come un buon segno e proseguì.
- Le Veela hanno un DNA complesso e assai diverso dal nostro, quindi difficilmente compatibile e potenzialmente pericoloso per noi...tuttavia…se la quantità di sangue Veela è molto ridotto, rispetto a quello umano, e la concentrazione è pari ad uno a mille, si può sperare in una buona reattività.- e, finalmente, tacque.
Draco prese a tormentarsi il labbro inferiore, emergendo dal suo stato di immobilità assoluta.
- Mi stai dicendo che, qualsiasi cosa tu abbia in mente, ha a che vedere con una creatura non umana?-
Detto così suonava maluccio.
- Non la metterei in questo modo; se mi hai ascoltata, tanto per cambiare, forse hai capito cosa intendo.- la voce era infastidita, si mise le mani sui fianchi - Se vuoi una soluzione del tutto umana, diciamo pure che non esiste. Non mi butterei su una cosa animale per ovvi motivi, a meno che tu non voglia presentarti all’altare con uno splendido piumaggio variopinto. L’unica è cercare qualcosa di simile ad una creatura umana e che abbia un’energia sovrannaturale in grado di attecchire su un organismo, il tuo, che non permette ai capelli di crescere e restare attaccati a quella testaccia dura che ti ritrovi!-
Lui si alzò di scatto ma lei non indietreggiò.
- Procedi, stanotte vorrei dormire nel mio letto.- non disse altro e, il fatto che , effettivamente, la loro convivenza fosse giunta alla fine, le diede un colpo al cuore.
- O-ok, allora siediti che devo controllare la cute.-
- Ancora??- Draco roteò gli occhi ma si sedette - Non ne hai abbastanza di fissarmi il cranio?-
- E’ fondamentale che non ci siano lesioni, perché...ehm…- e qui esitò, osservandolo con la sua lente di ingrandimento - I capelli potrebbero trovare una via alternativa e crescere in modo errato…-
- Uff, cosa intendi per errato? Potrei diventare un bel moraccione? Oppure rosso e confondermi con i Weasley?- e rise per la sua sagacia, trovando la cosa assai buffa.
- Non proprio…potrebbero farsi strada nella lesione e crescerti dentro la testa.-
- Cosa??!- fece per alzarsi ma Hermione, che l’aveva previsto, lo tenne inchiodato allo sgabello.
Riuscì comunque a voltarsi e lei si ritrovò a fissare, nella lente, un enorme occhio grigio spalancato ed incredulo.
- Non mi andare in ansia, Polifemo. Quei capelli troverebbero miglia e miglia di spazio nella tua scatola cranica, considerato che è vuota, o magari non riuscirebbero a penetrare visto che, più probabilmente, è tutt’osso come negli stambecchi.-
- Pensi che sia uno scherzo?- l’enorme occhio ebbe un tic nervoso.
- No, penso che ho controllato tutto a dovere e non accadrà nulla di tutto ciò.-
- E cosa accadrà, allora?- una punta di disperazione trapelava dalla sua voce snob.
- Questo non lo so.- meglio essere sincera - Non esiste alcuna documentazione in proposito: ho creato una specie di concime magico arricchito con una variante dell’incantesimo di adesione permanente, che lascia traspirare la cute. L’asciugamano è servito a questo, creando l’ambiente ideale per la semina…-
Ed estrasse un sacchetto e un piccolo annaffiatoio viola.
- La smetti di trattarmi come una dannatissima aiuola, Granger?!- chiaramente si sentiva molto umiliato in quel momento.
Hermione avrebbe voluto abbracciarlo, per fargli capire che non doveva viverla così male.
Quell’istinto così vivido e travolgente le tolse il fiato.
- Il principio è lo stesso, alla fine.- disse invece, con voce atona e più freddamente di quello che avrebbe voluto.
La fronte e la punta delle dita, dove lui l’aveva baciata per confortarla e trasmetterle una forma di affetto e rispetto, le bruciavano.
Lo fece voltare e gli mise un asciugamano sulle spalle, poi estrasse dal sacchetto una polvere ottenuta da un capello di Fleur Delacour, che aveva rubato andando a trovarla e fingendo di volere consigli di bellezza (Fleur era andata in estasi “Finalmonte, tu vuoi uscire da bruto bossolo e diventore splondida farfala…”).
Quel lungo crine dorato era stato minuziosamente studiato, modificato e poi finemente tritato.
Gettò quella polverina sottile sul cranio perfetto di Draco e poi, con la sensazione di avere un pugno che le stringeva lo stomaco, versò con l’annaffiatoio la giusta quantità di una pozione usata in Erbologia per concimare l’Artiglio del Diavolo, opportunamente modificata.
- F-fatto…- depose l’annaffiatoio con la mani tremanti.
Draco si alzò di scatto e si voltò verso di lei: erano entrambi tesissimi.
Ad un certo punto lei prese uno specchio e lo voltò, permettendogli di specchiarsi.
Dei piccoli capelli biondi cominciavano a spuntare come timide margherite in un prato, per poi crescere con più decisione.
Sul volto di Draco si accese una luce di gioia e giubilo: lo specchio gli rimandava l’immagine dei suoi capelli che gli adornavano nuovamente la testa.
Gettò un’occhiata infuocata a Hermione e fece per dirle qualcosa, quando notò l’espressione carica di sgomento della ragazza.
Allora fissò di nuovo lo specchio e vide i capelli aumentare la velocità di crescita, superare le orecchie, il mento, atterrare sulle spalle e poi tuffarsi verso il basso, in una folle discesa verso il pavimento.
Hermione afferrò la propria bacchetta e, con un gesto deciso, pronunciò: - Finite Incantatem! Finite Incantatem!-
Ma non servì, i capelli di Malfoy seguitarono a crescere a velocità folle e ormai stavano invadendo il piccolo retrobottega, ammucchiandosi ai piedi di entrambi, come enormi gomitoli di serica lana.
- Finite Incantatem! Stabilis Augmentum!- Hermione sentiva il cuore sospeso.
Non accadde nulla: i capelli continuarono a crescere senza posa, trascinando a terra Malfoy a causa di tutto quel peso, e sommergendolo in spire simili a quelle di un'enorme Anaconda.
- Frmaliiiii, Grrrhngghrrrr!!- (‘Fermali, Granger!’) urlò il ragazzo, annaspando in quel mare di capelli dorati.
Hermione lasciò stare la bacchetta e si tuffò in quel fiume in piena, nuotando in perfetto stile crawl, con gli occhi sbarrati.
Afferrò la mano di Draco, che sventolava come la bandiera bianca di un esercito sconfitto, e tirò con tutte le forze aiutandolo a riemergere.
- Dannazione, fermali Grangerrrrr!- era fuori di sé e lei estrasse di nuovo la bacchetta, cercando disperatamente qualcosa che potesse servire.
La sventolò come uno scudiscio e taglio di netto i capelli, per sollevare il collo di Draco da quel peso immane, ma quelli continuarono a crescere e a sommergere lo sgabuzzino.
Quando stava per lanciare un pericoloso incantesimo congelante, i capelli sulla testa di Malfoy iniziarono a divenire grigi e poi ad imbiancare e, dopo essere cresciuti ancora per un paio di metri, si staccarono dal cranio e caddero lievemente, come foglie autunnali.
Cadde un silenzio assordante.
Si fissarono con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.
La testa pelata di Draco emergeva da quell’enorme nido di capelli, facendolo sembrare un passero che aspetta di essere imbeccato da mamma uccello.
Il ragazzo era esattamente identico a prima, era liscio e uguale a quando, quattro settimane prima, era entrato nello studio di Hermione chiedendole aiuto.
- Evanesco…- sussurrò la ragazza, con la voce spezzata ed il cuore infranto.
Si ritrovarono a terra, liberi ma sconfitti.
Draco pareva davvero sotto shock e sollevò una mano per accarezzarsi la pelle tesa del cranio.
Poi la guardò in volto per un lunghissimo momento.
- Sono costernata…- Hermione sentiva le lacrime pericolosamente vicine a scendere, il viso era contratto dal dolore e devastato dal senso di colpa - Ho cercato di valutare tutte le opzioni ma, evidentemente, qualcosa è andato storto…-
Aveva fallito, non era riuscita a fare nulla per lui.
- No, davvero?- gli occhi di Draco mandavano lampi e si rialzò, senza aiutarla.
Trovò il suo cappello ridicolo e se lo calò in testa con rabbia.
La ragazza si rialzò e cercò qualcosa da dirgli.
- Non è la fine del Mondo…-  sussurrò.
- Ah no, tu dici?- era freddo e distante in modo insostenibile.
- Hai fatto il possibile, ti sei rivolto a me vincendo il tuo orgoglio, hai avuto pazienza, solo per lei: Astoria. Ma non si può sacrificare tutto per amore!-
- E tu cosa ne sai, Granger? Cosa mai sei stata disposta a sacrificare per amore?- il tono era duro come non mai.
- Non fare così, Draco…- mormorò, stringendo le labbra e sentendo un ronzio sordo nelle orecchie.
Qualcosa passò, per un istante, negli occhi chiari di lui; poi se andò, lasciandola sola.
Era tutto finito.

 

La vigilia delle nozze e del party.

 


 

Erano già le sei e trenta del pomeriggio, Hermione stava seduta alla sua scrivania, massaggiandosi le tempie.
Fissò per l’ennesima volta l’orologio e sospirò.
Aveva mandato un gufo a Draco, chiedendogli di passare in ufficio, ma lui non aveva nemmeno risposto.
Chiuse gli occhi, non aveva dormito quasi per nulla nei giorni precedenti e si sentiva letteralmente a pezzi.
All’improvviso il campanello sopra la porta tintinnò e lui entrò, con il suo fido cappello calato sulla testa.
Il cuore di Hermione ebbe un balzo ma cercò di controllarsi, come sempre.
- Non ho molto tempo.- esordì lui, sfiorandola appena con lo sguardo - Se è per i soldi, non c’è problema. Ti pagherò, come da accordi.-
Sembrava sulle spine e lei dovette cercare tutto il suo coraggio per parlare.
- Non mi interessano i soldi e non voglio essere pagata.- lo rassicurò, con una voce talmente quieta e inconsapevolmente dolce che lui inarcò un sopracciglio e la guardò in viso, studiandola attentamente.
La ragazza aveva il volto più pallido e spigoloso che mai, gli occhi scuri erano cerchiati e i capelli strettamente raccolti sulla nuca e trattenuti da un grande fermaglio.
- Cosa c’è, allora?- le chiese, dominando l’impazienza.

- Volevo dirti che, se tu lo vuoi, credo di aver trovato una soluzione…- esitò e aspettò che lui registrasse ciò che aveva detto.
- E’ uno scherzo?-
- No.- e sventolò la bacchetta, facendo comparire qualcosa da una scatola.
Dei capelli biondi veleggiarono fino a loro, volteggiando leggiadri e fermandosi davanti agli occhi di Draco.
- Una parrucca? Sarebbe questa la soluzione?- la fissò, con gli occhi socchiusi.
- No, non è una parrucca...sono capelli vivi, veri, che cresceranno e non ti daranno problemi; non avrai rigetto, si comporteranno come se fossero i tuoi capelli…- gli spiegò, mantenendo la calma, ma chiedendosi come riuscisse ancora a respirare.
- E da dove arriva questa soluzione? Cos’è cambiato in questi quattro giorni? Perché non hai usato prima questa...cosa?- le si avvicinò di un passo e i capelli gli volteggiarono accanto, come un fedele gatto volante.
- Perché prima non era possibile e fatti bastare questa spiegazione.- fu categorica - Qualcosa da spiegarti ce l’ho, in ogni caso.-
Lo invitò a sedersi e si appoggiò alla scrivania, parlando con un tono monocorde.
- Ho studiato talmente tanto in queste settimane che potrei dirti ogni singola cosa che abbia a che vedere con i capelli: nelle tradizioni, nella mitologia etc. Ma ti basti sapere che, questa che ti propongo, è una magia molto antica e praticamente sconosciuta ma senza rischi...più o meno.-
- Cioè?- socchiuse gli occhi e lei notò che sembrava interessato.
- Questi capelli si uniranno a te, crescendo e comportandosi in modo del tutto normale ma...si, c’è un ‘ma’, Malfoy!- sospirò, cercando di non perdere la calma - In realtà ubbidiranno solo ad un’unica persona.-
Draco strinse le labbra e mise il broncio.
- Devo indovinare?-
- No, l’hai già capito: ubbidiranno a me, dipenderanno da me.- trasse un profondo respiro - Se ti incontrerò per strada e tu non mi saluterai, o mi guarderai in un modo che non mi piace, basterà un mio tocco di bacchetta e cadranno, li perderai. Se, il giorno in cui accompagnerai tua figlia all’altare,- gli occhi di lui ebbero un rapido guizzo, - sarò di cattivo umore, anche a distanza di miglia e miglia, e non saprò con chi prendermela, potresti ritrovarti calvo a metà navata, con buona pace di tua moglie e del fotografo.-
Qualcosa di simile a un sorriso vibrò sulla bocca sottile di Malfoy.
- E poi?-
- Quando avrò i capelli bianchi lo diventeranno anche i tuoi; quando morirò i tuoi capelli moriranno con me.-
Le labbra di lui si contrassero.
- Sei disposto ad accettarlo? Puoi avere anni e anni davanti, di una vita felice e senza problemi, con i tuoi capelli che non faranno sfigurare la tua consorte…- la voce le uscì più dura per previsto. - Ma c’è questo scotto da pagare. Lo vuoi? Accetti?-
- Perché solo ora?- insistette lui.
- Te l’ho detto, questo non ha importanza, devi solo dire un’unica parola: accetto.-
Lui osservò i capelli galleggiare pigramente davanti al suo viso: erano perfetti.
- Accetto.- mormorò infine, e lei sorrise.
Con un piccolo balzo i capelli volanti atterrarono sulla testa del giovane, aderendo perfettamente, ancorandosi e apparendo naturali.
Gli passò uno specchio e lui si guardò a lungo.
- Sono di nuovo io!- sorrise incerto, leggermente incredulo.
- Già…- sospirò piano e poi gli tese la mano - Ti auguro ogni bene e di non farmi mai più arrabbiare!- concluse, strizzandogli l’occhio.
Solo allora lui notò che l’ufficio era pieno di scatole e che gli attestati erano stati staccati dal muro.
- Cosa succede? Te ne vai?- la fissò con gli occhi sbarrati ed increduli.
- Si, non sono all’altezza di questo lavoro.- disse semplicemente, cercando di ignorare il modo in cui la fissava - Ho mandato, senza nominarti, gli studi che ho compiuto in queste settimane al mio ex tutor del Ministero e mi hanno offerto una borsa di studio.-
Lui continuava a guardarla con gli occhi sgranati.
- Non sono ancora matura per fare la “tuttologa”, è giusto che io sia onesta. Quanto a te, sii felice! - lo spinse dolcemente verso l’uscita, senza dargli tempo di dire nulla, e gli chiuse la porta alle spalle.
Draco rimase a lungo nel mezzo di Diagon Alley, con il sole del tramonto che giocava con i suoi capelli biondi nuovi di zecca.




 

Apparentemente tutto è tornato normale. In realtà è tutto cambiato…perché il paesaggio del cuore non resta mai uguale a se stesso. E’ un movimento continuo che nessuno può arrestare…
Non ho idea di cosa ci riservi il futuro, però voglio vivere il presente più intensamente possibile. Il mio scopo ultimo non è quello di conquistarmi il lieto fine, bensì quello di avere una ‘mente lieta’.

(Gokinjo Monogatari - Cortili del Cuore by Ai Yazawa)





 

EPILOGO

 

Il grande battello, che si apprestava a navigare sul Tamigi per dare il via ai festeggiamenti della fondazione di Hogwarts, stava lasciando lentamente il piccolo molo.
Hermione lo osservò allontanarsi seduta su di una panchina, immobile.
Era arrivata in tempo ma poi, quando stava per unirsi alla folla variopinta che si assiepava per salire a bordo, aveva scorto i suoi amici.
Ginny e Harry, che si tenevano per mano, e Ron.
Quest’ultimo era serio in volto e aveva la mascella contratta, sembrava molto teso e preoccupato: lei aveva capito che non era entusiasta all’idea di rivederla.
Mentre Ginny si guardava attorno, cercando chiaramente la sua amica.
Qualcosa aveva impedito a Hermione di palesarsi; li aveva visti salire sul battello e poi si era messa su quella panchina, con gli occhi velati e il cuore più leggero.
La vita era fatta di cicli e quello che la legava a Ron si era concluso da tempo.
Si appoggiò allo schienale con un sospiro, mentre l’imbarcazione prendeva il largo.
Il cielo di Londra andava tingendosi di scuro e le stelle cominciavano a mostrarsi.
- E’ dura lasciar andare qualcuno che si è amato per tanto tempo…- le sussurrò una voce molto vicina.
Hermione si voltò e si ritrovò a fissare gli occhi chiari di Malfoy.
- Draco!- sussultò, portandosi una mano al cuore.
- Mh, e siamo a due…- mormorò lui, pensieroso.
- Cosa?-
- Nulla, ma hai ragione, non sei adatta a fare la tuttologa: devo sempre spiegarti tutto!- sorrise, fissando il battello sparire dalla loro vista.
- Ma cosa ci fai qui? Il tuo matrimonio...ti sei già sposato?- non riusciva a capacitarsi di averlo lì, accanto a sé.
- Certo, mi sono sposato e poi ho mollato mia moglie, nel mezzo dei festeggiamenti, per venire qui da te...delle volte mi fai dubitare della tua intelligenza, Granger.-
E cominciava a dubitarne anche lei, perché proprio non capiva.
- ‘Levati il cappello’, solo questo mi ha detto…- il ragazzo non sorrideva più - L’ho portata sotto il Nocciòlo Contorto, dove le ho chiesto di sposarmi. Volevo farle una sorpresa, mostrarle il risultato del tuo lavoro, Granger.-
Sospirò e tacque a lungo.
Hermione sentiva solo i battiti del proprio cuore.
- Quando le ho rinnovato il mio voto d’amore, un mese fa e a un anno esatto dal giorno in cui le avevo chiesto di sposarmi, l’ho fatto narrandole la storia del Nocciòlo e del Serpente: volevo che capisse che la consideravo la mia fonte di salvezza, il mio riparo e che io, dal canto mio, l’avrei sempre protetta perché l’amavo più di chiunque altro e sapevo cogliere tutta la sua bellezza.-
Si voltò verso Hermione.
- Quando sono arrivato al punto in cui l’albero rivela la sua unicità e il suo splendore, perdendo le foglie, lei è scaturita. Ha creduto che volessi costringerla ad accettare la mia calvizie, che fosse una metafora dei miei capelli...mi ha urlato che mai e poi mai mi avrebbe accettato pelato e che, se avessi voluto sposarla, dovevo trovare un rimedio.-
La ragazza lo fissò con gli occhi pieni di lacrime - Mi dispiace…- sussurrò.
- Quel giorno sono passato per Diagon Alley, puntavo a Notturn Alley sperando nella Magia Oscura, che avevo giurato di non usare mai più. E ho trovato te e il tuo ridicolo ufficio.-
Hermione aggrottò le sopracciglia con fare combattivo e lui la bloccò.
- Ieri, dopo che ci siamo salutati,  sono andato da Astoria con il cappello calato in testa. Volevo appianare definitivamente le cose e dimenticarne altre, respingerle, del resto ero vincolato da una promessa di matrimonio...ma lei non mi ha lasciato parlare, ha detto solo ‘Levati il cappello!’, perché voleva controllare che avessi i capelli, come le avevo promesso.-
- Ma è orribile!- si indignò Hermione.
- Si, lo è. - approvò Draco - Le ho detto ‘Levati dalle palle!’ e me ne sono andato.-
Cadde il silenzio.
- Significa che non ti sei sposato?!- non poteva crederci.
- Sei un fulmine, eh?- le sorrise con calore e poi frugò nelle tasche - Ti ho comperato un regalo.-
Estrasse un pacchetto e glielo porse.
Hermione lo prese con mani tremanti e lo scartò...poi rimase immobile, senza fiato.
- Ma come...voglio dire, sei stato in un negozio babbano?-
Lui borbottò qualcosa che suonava come “Elmestico” e lei represse una risata.
- Hai mandato un elfo domestico in un negozio babbano a comprare un dvd de “Il Re ed Io”?!- osservò il cofanetto con aria commossa - Grazie, nessun ragazzo aveva fatto qualcosa di così dolce per me da...uff...tempo immemore…-
- Ho fatto molto di più: mi sono documentato.- si voltò verso di lei con aria improvvisamente furba e compiaciuta - Non mi davo pace e stanotte ho fatto il Granger della situazione: l’ho passata a leggere.-
Non stava nella pelle.
- La tecnica che hai usato per darmi questi capelli è di un’antica tribù della Nuova Guinea…- Hermione impallidì e poi arrossì - E’ il rituale magico che usano gli innamorati quando decidono di passare la vita insieme! L’uomo si rasa i capelli e accetta il posticcio vivente della sua promessa, accettandone i sentimenti e affidandosi alla propria donna! E - si alzò in piedi e la trascinò su con sé - Funziona solo se chi dona i propri, propri Granger, capelli, ama la persona a cui li dona!-
Allungò la mano e le tolse il fermaglio, rivelando il fatto che la lunga coda cespugliosa di Hermione era stata tagliata.
- Ti sei tagliata i capelli e li hai trasformati per me, perché - portò il suo viso a pochi centimetri da quello di lei - Tu mi ami, Granger!-
- Sei matto?!- cercò di divincolarsi dalla stretta di lui.
- No, sono finalmente savio! - le impedì di allontanarsi - I capelli di chi li dona fermano la loro crescita e rimangono corti per sempre! Quale donna lo farebbe? Non potevi adottare prima questa tecnica perché non avevi capito di amare questo gran pezzo d’uomo! -
Era così compiaciuto e tronfio che le scappò da ridere.
- Io te lo posso tranquillamente rivelare quando mi sono accorto di provare qualcosa di diverso per te: nel momento in cui la tecnica Veela non ha funzionato.- le disse, continuando a sorridere - Ero più disperato per te che per me e, allora, ho capito che c’era qualcosa che non andava…-
Era soddisfatto come un bambino che si lecca le dita sporche di cioccolata.
- Posso dire la stessa cosa.- ammise allora Hermione, incredula, ricordando quella sofferenza - In quel momento mi sono sentita morire di dolore per te...e ho compreso...ma non voglio che ti senta in debito, davvero…-
- Ed è per questo che ti chiedo di togliermi i capelli, - le disse, improvvisamente molto serio. - Non voglio cominciare un nuovo rapporto sentendomi nuovamente in debito con la mia compagna.-
- Nuovo rapporto?!-
- Te l’ho detto che ti devo spiegare tutto.- scosse la testa, allibito - Toglimi i capelli, Granger…- le sussurrò. Quella frase aveva un che di surreale.
- Ma ne sei sicuro?- gli chiese, frastornata.
Lui annuì - Se non me li togli, i tuoi non riprenderanno mai a crescere e so che quel cespuglio assurdo mi mancherebbe. Toglimi i capelli, Granger…- aveva lo stesso tono che avrebbe potuto usare nel chiederle di spogliarlo e lei arrossì lievemente.
Estrasse la bacchetta e, con un piccolo gesto, gli fece sparire dalla testa la chioma bionda tanto anelata.
- Ottimo, e adesso balliamo.-
Una musica dolce proveniva da un chiosco poco lontano.
- Ma non posso ballare in mezzo a un molo!- lo fissò con gli occhi sgranati.
- Se io posso andare in giro conciato come una dannata piovra, tu puoi ballare su un molo…- e la strinse a sé.
Era come essere ritornati nel suo monolocale: la stessa vicinanza, le stesse sensazioni ma con nuove consapevolezze e senza il peso di rapporti ormai logori sulle spalle.
- Lo sai, c’è qualcosa di molto intimo e sessuale nell’avermi dato i tuoi capelli, Granger…- le sussurrò all’orecchio, con voce divertita e maliziosa.
- Ma tu riesci a rapportare tutto al sesso?! Sei fissato.- si indignò e lui rise forte.
- Se ci pensi è così: tu mi hai dato una parte del tuo corpo da mettermi addosso...non trovi che sia una cosa molto erotica, Granger?-
- Pensi che mi chiamerai mai ‘Hermione’?- gli chiese, tanto per sviarlo.
- Non lo so… ‘Granger’ ti dona, è sexy...forse ti chiamerò per nome quando faremo sesso!-
- Noi cosa?!- era tutto inutile, era come un cane da caccia che ha puntato la preda.
- Non agitarti così, Granger...sei troppo tesa, davvero.- le sorrise - Ci penso io, stai tranquilla, so tutto sull’argomento…-
Hermione rise piano e lui si chinò a baciarla, mentre la Luna argentea si rifletteva sul suo cranio lucente.


 

FINE

 

 
note: grazie mille a chiunque abbia seguito, messo tra le preferite o tra le ricordate, questa storia. Un grazie particolare a chi ha commentato con tanta simpatia, davvero, siete state splendide. Spero che il finale non vi abbia deluse, quando immagino una storia so sempre quale sarà al frase di chiusura e, quindi, il destino di Draco era segnato fin dall'inizio! Se vi ho deluse vi chiedo scusa e vi abbraccio forte!
Per quanto riguarda il Nocciòlo Contorto ed il serpente: mentre scrivevo pensavo che entrambi, Hermione e Draco, fossero perfetti in entrambi i ruoli: ognuno di loro ha aperto gli occhi all'altro, donandogli la saggezza e il coraggio necessari per voltare pagina; ognuno di loro ha trovato riparo nell'altro, donandogli anche la protezione della propria presenza e cercando di aiutarlo a proteggersi dagli urti della vita. 
Questa simbologia l'ho creata ispirandomi a leggende varie, modificandole secondo la necessità.
Grazie!
   
 
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