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Autore: Ragdoll_Cat    30/07/2016    4 recensioni
È passato poco più di un anno dal crollo dello S.H.I.E.L.D. e Steve ha deciso di ritornare a Washington.
Purtroppo non è riuscito a trovare Bucky, ma una nuova sfida lo attende.
In quest'avventura però non sarà da solo.
E ricordate che certe cose, per fortuna, non cambiano mai!
Attenzione: La mia storia non seguirà la storyline del MCU.
Quindi non ci saranno riferimenti ad AoU o altro.
Dal testo:
[...]-E tu non hai ancora finito di faticare?- gli domandò, voltandosi lentamente verso di lui e guardandolo per la prima volta in faccia.
-No...
Sei tu l'unica cosa buona che mi sia capitata da quando ho deciso di cercare Bucky, perciò non voglio che tu resti coinvolta in tutto questo, ma allo stesso tempo ti chiedo scusa per aver tentato di importi qualcosa contro la tua volontà- continuò lasciandole il polso -io accetterò qualsiasi tua scelta, sia che tu decida di rimanere o di andartene comunque, per via del mio comportamento di poco fa.-
Selene non disse nulla, ma si limitò ad annullare la distanza che li separava, tuffandosi letteralmente fra le braccia di Steven.

Vi auguro una buona lettura!
[CONCLUSA]
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Accidere ex una scintilla incendia passim'
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 Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato.
(Elie Wiesel)
 

 
 
*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Lo vedremo... Proceda dottor List.-
 
Lo schermo si illuminò, e un caleidoscopio colorato riempì il monitor.
 
-Quanto tempo ci vorrà dottore?-
 
-Circa mezz’ora.-
 
Selene non poteva chiudere gli occhi in quanto le avevano fermato le palpebre con del nastro medico, obbligandola così a fissare lo schermo.
 
Era terrorizzata, ma nessuna supplica sarebbe mai uscita dalle sue labbra, né una lacrima avrebbe bagnato le sue guance.
 
Sii coraggiosa” le aveva detto la nonna e lei avrebbe lottato fino all’ultimo pensiero.
 
Pensiero che inevitabilmente scivolò verso Steven… lui sarebbe arrivato, ne era certa, ma come l’avrebbe trovata?
 
Sarebbe stata ancora lei o no? L’idea di farlo soffrire la sconvolgeva nel profondo, mentre il procedimento continuava.
 
Una stilettata le trapassò il cervello. Faceva male, molto male e il suo grido di dolore risuonò per tutta la stanza.
 
 
 
Poi all’improvviso, il buio.
 
 
 
Le luci d’emergenza si attivarono immediatamente, illuminando le vie di fuga, ma le apparecchiature elettroniche erano completamente fuori uso.
 
-Cos’è successo?- la voce di Madeleine trasudava rabbia.
 
-Siamo senza energia, qualcosa deve aver danneggiato il sistema.-
 
-Non qualcosa, ma qualcuno.
A quanto pare il nostro ospite è impaziente di partecipare alla festa, molto bene…- la mente di Madeleine aveva già elaborato un nuovo piano -Brock, vuoi pensarci tu?-
 
-Con piacere- replicò lui, indossando la maschera integrale.
 
-Usa pure il Soldato d’Inverno, te l’avevo promesso dopotutto.-
 
Rumlow annuì brevemente, mentre una ragnatela di rughe andò a formarsi agli angoli degli occhi, segno inequivocabile che un ghigno malefico aveva raggiunto le labbra.
 
-Andiamo!- con un cenno Madeleine riunì tutti i presenti che uscirono dalla stanza.
 
Il suono dei tacchi della Zola sul pavimento si attenuò fino a sparire e ben presto Selene non udì altro che il battito accelerato del proprio cuore.
 
L’avevano lasciata sola per un motivo, ma non riusciva a capirne il perché.
 
Un rumore metallico proveniente dall’alto catturò la sua attenzione, però era ancora bloccata e prigioniera della macchina, impossibilitata a muoversi.
 
La grata del condotto d'aerazione cadde davanti a lei, facendo un gran fracasso, seguita immediatamente dal suono attutito di un atterraggio perfettamente ammortizzato. Selene alla vista di quella alta figura sorrise, perché l’avrebbe riconosciuta fra mille e con condizioni di luce ancora peggiori.
 
-Steven!- esclamò, felice.
 
-Tranquilla! Adesso ti libero!-
 
Steven provò a forzare le fasce di metallo che bloccavano i polsi di Selene, ma erano troppo strette e quindi non riusciva ad infilarci le dita per tentare di romperle.
 
-Non ci riesco!- dichiarò, frustrato.
 
-Usa lo scudo!-
 
-Se sbaglio e colpisco troppo forte o con l’angolazione sbagliata, ti taglierei di netto le mani!-
 
-OK! Niente scudo, serve la chiave!-
 
-Forse no...- le disse, colpito da un’idea improvvisa.
 
Steven a quel punto tolse una delle forcine che Selene portava fra i capelli e grazie a quella riuscì a forzare le chiusure.
 
-Non ci credo!
Ma quando hai imparato?-
 
-Sono di Brooklyn, ricordi?
Con le graffette sarebbe più facile.-
 
-Devi assolutamente insegnarmelo!-
 
-Dopo! Prima usciamo di qui!- replicò lui aprendo anche la fascia che le bloccava la testa.
 
Selene scivolò fra le sue braccia e lui la strinse forte: -Stai bene?-
 
-Adesso sì- mormorò lei, nascondendo il viso nell’incavo del collo di lui.
 
-Sei ferita?-
 
-No.-
 
-Ora dovremo correre, rimani dietro di me e seguimi, ti porterò fuori di qui- le disse staccando lo scudo dalla schiena e portandolo di fronte a sé.
 
-Sai dove ci troviamo?-
 
-Nella sede della S.S.R. di New York. Non sei l’unica che conosce la storia; ho studiato ogni dossier e ogni file esistente, sia della S.S.R. che dello S.H.I.E.L.D., dal 1945 in avanti.-
 
-Non sei uno che esce molto la sera, eh?-
 
-Troppo occupato!-
 
-A salvare il mondo suppongo…-
 
-Ma fai sempre così quando vieni liberata?-
 
-Non saprei… È la prima volta che mi capita!-
 
Steven annuì brevemente e si portò un dito alle labbra, mentre continuava a procedere con i sensi all’erta, teso e pronto a scattare al minimo segno di un possibile attacco.
 
Raggiunto un bivio, si fermarono; Steven sbirciò rapidamente oltre il muro e una sventagliata di proiettili lo mancò di poco.
 
-Steven!
Stanno cercando di ucciderci!- disse Selene con tono nervoso.
 
-Lo so, Selene! LO SO!-
 
-Beh... è una nuova esperienza per me...-
 
Steven strinse con più forza le cinghie dello scudo e colpì uno dei mercenari di Madeleine prima di risponderle: -A me invece capita sempre!-
 
Rapido come solo lui sapeva essere, lanciò lo scudo lungo il corridoio mettendo fuori gioco alcuni soldati. Selene, al sicuro dietro la parete, udì svariati colpi di arma da fuoco rimbalzare contro la superficie di vibranio.
 
Quando tornò da lei, Steven le disse: -Per questo ti volevo al sicuro alla Torre!-
 
-Che ci vuoi fare? Non riesco a stare lontana da te.
Comunque hai un piano, vero?-
 
-Più o meno... generalmente sono più per uno sfondamento alla cieca...-
 
-Cosa? Sfondamento alla cieca?
Ma non eri tu lo “Star Spangled Man With A Plan” oppure era tutta propaganda?-
 
-Andiamo!- replicò lui afferrandole una mano -Stai dietro di me.-
 
Iniziarono a correre lungo il corridoio, quando l’attenzione di Selene fu catturata dal bagliore azzurro che usciva da una stanza, la cui porta era stata -sospettosamente- lasciata aperta.
 
-Aspetta! Dobbiamo distruggere quel cilindro!- disse a Steven, fermandosi bruscamente.
 
-Non c'è tempo! Devo portarti fuori di qui!-
 
Lei scosse la testa, irremovibile; le parole di Madeleine le erano rimaste in mente, l’HYDRA voleva annichilire le menti degli Avengers, e il primo a cadere sarebbe stato Steven, il suo Steven: -Stanno per avere il Tesseract, Steven!-
 
-Cosa?- Steve credette di aver capito male, il Tesseract? Non era al sicuro su Asgard? E soprattutto come faceva Selene a sapere della sua esistenza?
 
-Vogliono usare il progetto Insight, il Tesseract e lo scettro di Loki per obbligare voi Avengers a servire l’HYDRA- spiegò succintamente -Se impediamo che il Tesseract si materializzi sulla Terra guadagneremo tempo…-
 
Steven sospirò, Selene aveva ragione, dovevano fermare l’HYDRA e scombinare i loro piani era un buon modo per farlo.
 
-D'accordo! Ma resta nascosta!-
 
-Ma…-
 
-Niente “ma” Selene! Non posso e non voglio perderti!- le disse, fissandola negli occhi.
 
-Nemmeno io! Fai attenzione!- replicò lei, sostenendo il suo sguardo.
 
Steven entrò nella stanza e si avvicinò al cilindro di vetro, mentre una strana sensazione gli percorreva la schiena.
 
Il Tesseract stava per completare il suo trasferimento, i contorni opalescenti si facevano via via più marcati.
 
Quante persone erano morte a causa di quell’oggetto maledetto? Quanto sangue era stato versato? E lo scettro? Dopo la battaglia di New York, Natasha lo aveva consegnato agli scienziati dello S.H.I.E.L.D. ma a quanto pare era finito anch’esso nelle mani sbagliate.
 
Scosse la testa, non aveva tempo per pensare a queste cose, perciò lanciò lo scudo con una perfetta angolazione, ma non lo vide arrivare fino all'obiettivo, perché un qualcosa di metallico lo colpì alla schiena, bucandogli l'uniforme e graffiandogli a sangue la pelle. Inutili furono i suoi tentativi di liberarsi, mentre veniva trascinato lungo il freddo pavimento, fino ad arrivare ai piedi del Soldato d'Inverno.
Disteso sulla schiena, Steve si ritrovò dinanzi il suo migliore amico, che stava ora torreggiando su di lui con occhi spenti ed annebbiati.
Il cuore di Steve mancò un battito.
 
Prima, però, che riuscisse a dire o a fare qualsiasi cosa, il Capitano fu sollevato per le spalle da una seconda presenza.
 
Il nuovo arrivato era indubbiamente molto forte, grazie a delle protesi meccaniche poste sulle braccia.
La divisa nera in kevlar che indossava era equipaggiata di rinforzi sia sui gomiti che sulle ginocchia, per poter infierire e causare il maggior numero di danni.
La corazza che proteggeva il torace era stata decorata con due pennellate di vernice bianca, dando così l'impressione che vi fossero disegnate due ossa incrociate, come le bandiere delle navi pirata.
 
-Non immagini che piacere sia per me rivedere la tua faccia, Rogers. Aspettavo questo momento da parecchio- disse l'uomo, il cui volto era coperto da una macabra maschera che ricordava il disegno di un teschio.
 
-Rumlow?- Steve impallidì.
 
La voce era distorta, forse per via della maschera, sembrava quasi che il suo interlocutore avesse delle puntine da disegno in gola, eppure quella non poteva che essere la voce di Brock Rumlow.
 
Come risposta, l'uomo lo sbatté violentemente contro una parete, continuando a tenerlo con forza per le spalle, così da impedirgli di muoversi.
 
Nell'impatto, il rampino gli lacerò maggiormente la pelle e Steve si trattenne a stento dal gridare.
 
-Felice di sapere che ancora ti ricordi di me, Capitano. Non vedo l'ora di farti male.-
 
-Non ti è bastata la lezione che ti ho dato nell'ascensore?- chiese il Capitano con palese sfrontatezza e, senza attendere una risposta, usò la parete contro cui era costretto come appoggio per spingersi in avanti. I muscoli della schiena subirono una brusca contrazione e proiettarono con forza il corpo verso Rumlow che, preso alla sprovvista, allentò la morsa sulle spalle di Steve per tirarsi indietro.
Ciò concesse al Capitano la possibilità di piazzare una ginocchiata nello stomaco del traditore, dalla cui maschera provenne il suono di un lamento mal trattenuto.
Spiazzato l'avversario, Steven ne approfittò per scivolare lontano dalla parete e guadagnare spazio così da garantirsi maggiore libertà di movimento. Con uno strattone sfilò via quell'affare metallico dalla sua schiena e lo gettò a terra.
 
Sapeva che stava per addentrarsi in una lotta difficile e le possibilità di uscirne vincitore erano pericolosamente basse. Con la coda dell'occhio poté scorgere il Soldato d'Inverno muoversi alla propria destra e si convinse ancora di più dell'imparità di quello scontro. Doveva rimanere concentrato e... Selene, doveva portare fuori da lì Selene, perciò non poteva fallire.
 
-Se non ricordo male avevi detto che non era personale- disse Steve, guardando Brock negli occhi.
Gli serviva un po' di tempo per elaborare una strategia decente, senza contare che ancora una volta si trovava costretto ad affrontare Bucky.
 
Rumlow si liberò della maschera, gettandola a terra, e sul viso orribilmente deturpato comparve un ghigno freddo e più tagliente della lama di un coltello; poi indicò la sua faccia.
-Questa volta è personale- affermò astioso, e aggiunse  -forse dovrei ringraziarti, perché è stato l’odio a tenermi in vita. Crossbones esiste grazie a te, capitano Rogers.
Adesso basta con le chiacchiere. Voglio farti a pezzi.-
 
Steven vide Crossbones rivolgere uno sguardo eloquente al Soldato d'Inverno e la cosa gli fece ribollire il sangue nelle vene.
Brock controllava Bucky come un burattino. Esattamente come Loki aveva controllato Clint e il dottor Selvig. Natasha gli aveva raccontato che gli occhi di Clint erano vuoti, distanti, senz'anima ed era riuscita a liberarlo combattendo senza esclusione di colpi.
Cercò di recuperare la freddezza necessaria ad affrontare lo scontro e quando Rumlow scattò verso di lui, il suo corpo si mosse di conseguenza.
Evitò il primo pugno del nemico e parò il secondo con gli avambracci, percependo le ossa vibrare sotto la potenza delle protesi di metallo. Ruotò rapido il bacino e spezzò l'equilibrio di Rumlow con un calcio piazzato sul fianco destro.
 
Fu in quel momento che il Soldato d'Inverno si mosse, veloce ed implacabile.
Con entrambe le mani, artigliò Steve per le braccia e lo strattonò indietro, evitando a Rumlow di prendere un pugno in pieno viso.
 
Steve ruotò su se stesso, sottraendosi alla presa di Barnes, e ingaggiò con lui uno scambio di colpi precisi in una sequenza veloce di attacchi, parate e contrattacchi.
Per quattro volte, Steve ebbe l'occasione di portarsi in vantaggio sull'avversario, ma “È Bucky, quello è Bucky, è Bucky” era il mantra che risuonava implacabile nella sua testa. Per quanto si sforzasse, Steve non riusciva ad affrontare senza remore Bucky, soprattutto dopo che James l'aveva riconosciuto nel cortile, segno inequivocabile che suo fratello era ancora vivo.
 
…ma io credo che non debba essere Steven a lottare contro il Soldato d'Inverno ma Captain America…” le parole di Selene trasudavano saggezza, ma lui non poteva. Non poteva!
 
Questa sua imprescindibile debolezza lo portò ad incassare il pugno di metallo di James in pieno stomaco e poi una delle protesi di Rumlow, tornato alla carica, gli si piantò tra le scapole, spezzandogli il respiro.
 
Il Capitano annaspò e il Soldato approfittò della sua difficoltà per serrargli la mano artificiale attorno la gola, mentre Rumlow assestava un secondo colpo ancora tra le scapole.
Steven si lasciò scappare un grido di dolore e poi un altro, quando Crossbones gli affondò una terza volta una delle protesi nel medesimo punto. Steve percepì la propria colonna vertebrale flettersi pericolosamente.
Afferrò con entrambe le mani il polso metallico del Soldato e cercò di staccarlo dal suo collo. Lo forzò, fino a fargli emettere uno strano suono, a cui seguì l'immediata apertura delle dita.
 
L'ossigeno tornò a riempire i polmoni del Capitano che però si ritrovò presto scaraventato contro una parete, dato che le protesi di Rumlow erano scattate in avanti come due arieti di sfondamento, infierendo di nuovo sulla sua schiena ferita e abrasa.
 
-Forza, Rogers! Impegnati di più- lo sbeffeggiò Brock, mentre lo raggiungeva a passo svelto.
 
Steve, ora a terra, non fece in tempo a tornare in piedi, che Rulmow lo fece finire disteso sulla schiena con un poderoso calcio in pieno addome e poi si sistemò a cavalcioni su di lui, bloccandogli i fianchi tra le ginocchia.
 
-Vogliamo scoprire se la tua ragazza ti vorrà ancora, dopo che avrò rovinato il tuo viso?-
 
Steve tentò di toglierselo di dosso, ma il Soldato era arrivato alle spalle di Brock e ora gli teneva le gambe.
 
Selene, dal suo provvisorio nascondiglio, aveva osservato la scena e un terrore pungente l'aveva invasa.
Steven si trovava in quella terribile situazione, per colpa sua. Se non avesse insistito tanto per accompagnarlo, ora lui non si sarebbe trovato a combattere contro il suo migliore amico.
Vedere Steven incassare tutti quei colpi era doloroso, perché Rumlow sapeva usare la debolezza di Steven a suo vantaggio.
Steven le aveva detto di rimanere nascosta, ma tutto dentro di lei le gridava di muoversi, di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Il suo sguardo cadde istintivamente sullo scudo incastrato nel vetro del cilindro.
 
Salvalo!
 
Il grido che Steven si lasciò sfuggire, fu la molla che la fece scattare; rapidamente uscì dal suo nascondiglio e afferrò lo scudo.
 
Era una pazzia, lo sapeva benissimo, ma non poteva, anzi non voleva abbandonarlo, né ora né mai.
 
-STEVEN!- urlò a pieni polmoni.
 
Selene con tutto il suo buon cuore e il suo impegno lanciò lo scudo, ma ahimè il suo tiro era impreciso e il cerchio di vibranio cadde a terra, troppo lontano da Steven.
 
Rumlow, che si era voltato verso di lei, rise in maniera beffarda: -Sei patetica, cosa credevi di fare?-
 
-Io? Niente! Preoccupati di lui invece!- gli rispose Selene di rimando -Forza Steven! Spaccagli le ossa!-
 
Rumlow non capì il significato delle parole di Selene se non quando venne colpito dallo scudo per la prima volta.
Steven infatti aveva approfittato del diversivo creato da Selene -Mamma mia quanto era testarda!- ed era riuscito a liberare un braccio, attivando in contemporanea i magneti del suo guanto.
 
Captain America era entrato in gioco e le sorti dello scontro avevano subito un mutamento non indifferente.
 
Rumlow tentò di colpirlo grazie ad una lama delle sue protesi meccaniche, ma quel fendente -che avrebbe dovuto ucciderlo- si infranse contro la superficie metallica. Il calcio che ricevette da Steve poi gli mozzò il respiro, impedendogli così di dare alcun ordine al Soldato d’Inverno.
 
Selene non seppe trattenere un mezzo sorriso a quella vista, prima di voltarsi verso il cilindro di vetro e finire ciò che Steven aveva iniziato.
 
Sfiorò l’incrinatura causata dallo scudo, era abbastanza profonda, molto probabilmente con un paio di colpi -forse qualcuno di più- il contenitore sarebbe andato in pezzi e senza più un punto d’arrivo, il Tesseract non si sarebbe mai materializzato e l’HYDRA non avrebbe usato nuovamente il suo potere per portare caos e morte.
 
Afferrò una maniglia con entrambe le mani e sollevò il cilindro sopra la sua testa per poi sbatterlo a terra con tutta la forza che aveva in corpo.
Una volta.
Due volte.
Ancora.
E ancora.
 
I suoi movimenti però non passarono inosservati e nonostante fosse impegnato in un scontro senza esclusione di colpi contro il Capitano, Rumlow berciò: -Soldato! Uccidila!- con tutta la rabbia che aveva in corpo.
 
Bucky si mosse immediatamente per eseguire l'ordine. Raccolse da terra lo scettro e si diresse verso Selene.
 
-Bucky! FERMO!- un grido disperato uscì dalle labbra di Steve, ma non poteva fare nulla, perché il combattimento contro Crossbones era al suo apice.
 
-Guarda Rogers!
Il tuo migliore amico sta per uccidere la donna che ami! E tu non puoi fare nulla! Puoi solo vederla morire!-
 
La storia ha il vizio di ripetersi…” le parole di Selene avevano un che di profetico.
 
Tre anni prima, Loki aveva ucciso l’agente Coulson e ora Bucky stava per fare lo stesso con Selene. Di nuovo lo scettro e una vita innocente in pericolo.
 
Ed esattamente come tre anni prima, lui non poteva fare nulla, perché era impegnato a lottare per la vita.
 
Selene era ignara di ciò che le stava per accadere in quanto tutta la sua attenzione e le sue forze erano concentrate su quel cilindro di vetro.
 
Grosse gocce di sudore le imperlavano la fronte, i muscoli delle spalle le dolevano, ma non avrebbe mai mollato.
 
Il Soldato d’Inverno nel frattempo le si era avvicinato silenziosamente, stava per trafiggerla, ma proprio in quell’istante, il vetro si ruppe definitivamente e un’ondata di energia magica travolse e avvolse entrambi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Salve a tutti!
In teoria avrei voluto pubblicare questo capitolo il 4 luglio, ma come avrete di sicuro notato non sono molto affidabile...
 
Allora Selene è davvero la nipote di Peggy Carter secondo voi?
 
Se il capitolo vi è sembrato molto più interessante del solito, non meravigliatevi.
Le scene di combattimento sono state il gentile contributo di Ella Rogers, per questo motivo il capitolo è risultato così avvincente! Quindi adesso passate da lei e lasciatele un commento, se lo merita.
Sì, te lo meriti Sister! ❤❤❤❤️
 
Non c'è molto da dire, se non che ho inserito uno scambio di battute da uno dei miei film preferiti, vediamo se riuscite ad indovinare il titolo! ^_^
Suggerimento, non è TWS! 😜
 
Ora bando alle ciance e passiamo ai ringraziamenti:
MarsIsComing e Selene Black avete scelto la mia storia per la lista delle preferite, grazie!
Grazie ancora a MarsIsComing e pure a  michela30 per la lista delle ricordate.
 
Ravinpanica e Sandra Prensky grazie per le vostre recensioni ai capitoli precedenti, non vedo l'ora di leggere le prossime!
 
LadyRealgar, _Alessia_C95 e Lady Windermere, siete sempre così gentili e sollecite, grazie!
 
Selene Black, benvenuta! La tua recensione cumulativa è stata una sorpresa davvero gradita! Spero di continuare a stuzzicare il tuo interesse!
 
Sister, cara Sister, cosa farei senza di te? Molto poco, probabilmente come puoi ben vedere.
 
Credo che sia tutto...
Anzi, no!
Non avete ancora espresso la vostra preferenza per la canzone!
Siete ancora in tempo.
-Bolero, la musica del carillon.
 
-Vienna Blood Walz , la canzone che ascoltano durante il viaggio.
 
-Palladio, la canzone che ascoltano alla Torre.
 
Ci risentiamo in agosto!
Godetevi il caldo finché dura!
Un bacio!
Ragdoll_Cat
  
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