Film > Dragon trainer
Segui la storia  |       
Autore: DeadlyNadder 92    01/08/2016    4 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ore 2:23. Berk. 
Le fiaccole dell'abitazione si spensero con una folata di vento tanto forte che persino il falò si unì alle tenebre.
In quel buio pesto si poterono solamente intravedere quelle piccole luci che vagavano taciturne all'interno della stanza.
Vör rimase in disparte, fissava quelle luci come se fossero un miracolo divino.
I due sposi, letteralmente rapiti dalla serata, vennero scortati in camera da letto da sei testimoni muniti di fiaccole. Codeste fiaccole servivano unicamente a riconoscere i due coniugi, cosa di fondamentale importanza nel caso in cui, in un futuro prossimo, i sei fossero chiamati in causa per testimoniare la validità del matrimonio.
Prima dell'arrivo dello sposo, Hel venne prelevata dalle sue assistenti che la scortarono a letto. Innanzi agli occhi della ragazza, il loro talamo nuziale era decorato con diverse placche dorate su cui erano incise diverse figure che si abbracciavano, visibile augurio di fertilità.
Arrivato a questo punto, una volta che il corteo maschile portò a letto anche Tufo, i sei vennero congedati con qualche battuta e, finalmente, lasciati a consumare il matrimonio. 
Madguts ribolliva alla sola idea che la figlia si dovesse concedere a qualcuno, odiava il fatto che non sarebbe più stata una ragazza casta ma una donna che doveva darsi ogni volta che le insane voglie del marito lo richiedevano. 

"Volete rimanere qui questa sera?"

".....
Potrei ospitarlo io a casa."

"Vör.
Se deve essere ospitato a casa di qualcuno quella deve essere mia."

"Ringrazio per l'offerta, ma sono costretto a declinare l'invito."

"Non vuole assistere a Tufo che paga il dono del mattino davanti a tutti?
Suvvia, domani pomeriggio potrà anche tornare a casa! Per Hel, secondo me, sarebbe bello risvegliarsi e ritrovare il padre presente.
Infondo, sino a quando non vengono consegnate le chiave di tutte le serrature della loro abitazione, non è del tutto sancito."

"Piccola, se ha detto che vuole tornare a casa lascialo andare."

"Ma Gambe!
Hel ha la possibilità di avere il padre durante tutta la cerimonia nuziale; che sia stata di ieri che di oggi non importa.... Almeno lei ne deve usufruire di questa possibilità....."

"Vör, forza, non forzare certe decisione.
Dovresti essere la prima a rispettarle."

"Ma Valka!"

"La bionda ha ragione.
Mancare sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di Hella. Per la restante notte rimango qui a Berk, ma... quando la mia bambina avrà ottenuto il suo ruolo, potrò concedermi e tornare nella mia Terra."

"A chi ha lasciato il comando?"

"Sono cose che non sei tenuta a sapere, ragazzina."

"Ehe, vero.
Chiedo scusa!"

Disse imbarazzata la ragazza che andò ad allargare sul volto un ampio e allegro sorriso. Agli occhi di tutti sembrò essersi ripresa decisamente dal momento di smarrimento iniziale.
Hiccup prese da una parte Vör, gli domandò se poteva ospitare da lei Astrid e i figli. La bionda annuì energicamente e gli disse che non doveva preoccuparsi e che con lei sarebbero stati al sicuro. Persino i suoi draghi confermarono le parole della padrona, tant'è che si misero attorno alla moglie del Capo fissando minacciosamente tutti i presenti che, man mano, tornarono alle loro abitazioni.
Vör scoppiò a ridere nel vedere quella scena, medesimo gesto che fu fatto anche da Valka. Era impossibile non ridere per quella situazione, insomma, era del tutto divertente e soprattutto, era anche molto tenero vedere come dei draghi; pur non essendo di Astrid si prendessero a cuore la sicurezza di quei tre 'cuccioli umani' che erano.
La ragazza corse a salutare calorosamente tutti quanti, fece mille raccomandazioni ad Hiccup stesso e, poco dopo, ritrovandosi innanzi a Madguts gli allungò la mano sorridendo dolcemente. Lo ringraziò di aver accettato di prendere posto alle nozze e di essersi comportato bene con tutti, lui, in risposta, gli strinse la mano senza neanche accorgersi che lo stava facendo sin troppo forte. Ella non fece alcuna piega, anzi, andò a stringerla altrettanto forte dipingendo sul suo volto un espressione divertita.

"Forza, andiamo via.
Non vorremo di certo sentire l'esecuzione di certe cose. Ci è bastato sentire lo sposo gioire delle frustate alla Bath House, non vogliamo 'deliziarci' con qualcosa di peggio."

Sentenziò Hiccup che con garbo invitò i restanti presenti ad uscire dall'abitazione e lasciare che i due consumassero, dopo tanta attesa, il fuoco della loro passione.
Vör prese in braccio, con delicatezza, il giovane Stoick Jr che si fermò a giocare con il nastro del fiocco che pendeva dal Kransen; Astrid salutò il marito e, altrettanto fecero i due bambini che vennero raggiunti dal padre che gli lasciò un bacio sulla fronte.
La dèa rassicurò Hiccup che con lei stavano al sicuro e che avevano le spalle coperte non solo dalla madre e da lei, ma anche da uno stuolo di draghi. 
Il ragazzo salutò anche lei e, successivamente, fece segno al Capo di seguirlo. Il gruppo sospirò pregante che nulla sarebbe successo al loro amato Capo.
Gambedipesce salutò le due ragazze, diede una carezza sulla testa dei bambini e si diresse a casa. Muscolone sembrava essere alquanto dispiaciuta nel separarsi da Patatona che, con dolcezza, andò a leccargli il muso. 

"Vieni."

Disse unicamente la vichinga che fece strada all'amica.
I bambini, tra le loro braccia, si erano di già addormentati e ora ronfavano come ghiri. La strada fu breve, ma in quel tragitto i draghi delle due donne si premurarono di circondarle e proteggerle accuratamente. 
Una volta che furono arrivate, la giovane aprì la porta e, dopo che tutti quanti furono entrati; la scortò in camera sua dove li fece accomodare.
Astrid rimase sorpresa da quel che vide. Era tutto cosi ordinato eppure non mancava di personalità.
Poté vedere il letto fiancheggiato da un altro, i giacigli dei draghi da un lato e le finestre che si affacciavano su vari punti della stradina. 
Vör rise imbarazza; non aveva mai ospitato nessuno a casa e, avere non solo un amica, ma anche la moglie del Capo era un colpo sin troppo grande da accusare. 

"Perché due letti, Vör?"

"Perché due?
Non lo so. L'altro ieri mi sono svegliata con la cosa che dovevo allestire un altro letto e, senza pensarci troppo l'ho fatto.
Ora capisco perché sta li! Il mio subconscio mi ha detto che dovevo ospitare una persona e boom! Eccola qui!"

"Sei sempre una sorpresa, sai?"

"Me lo dicono in tanti, ehe.
Il letto è già fatto; ci sono coperte e una bella pelliccia che vi terrà caldi. Non accuserete i sensi del freddo stanotte."

"Dormirai anche tu qui? Vicino a noi?
Non vorrei mai cacciarti via dalla tua camera."

Chiese con tono imbarazzato Astrid mentre rimboccava le coperte ai figli, che si accoccolarono tra di loro.
Vör sorrise dolcemente, gli disse solamente che avrebbe dormito insieme a loro ma vicino ai suoi draghi per il semplice fatto che aveva paura che qualcosa sarebbe andato per il verso sbagliato.
La bionda vichinga non comprese cosa volesse dire, cosi glielo chiese spudoratamente. Dopotutto erano amiche e non c'era vergogna a raccontarsi delle cose. La ragazza, una volta che si sedette su un comodo giaciglio fatto di paglia gli raccontò che alcune sere, quando si ritrovava a dover affrontare determinate sensazioni a lei sconosciute, correva il frequente rischio di bruciare inconsciamente tutto quel che trovava e che gli unici a riuscire a marginare quell'avvenimento erano proprio i suoi draghi. Astrid si stava ponendo mille domande, una su tutte sovrastava le altre: Chi era realmente quella ragazza tanto normale da essere fuori dal comune?
La vichinga tirò al suo fianco i capelli, la bionda rimase a guardarla incuriosita. Le venne normale domandargli se la sera se li slegava e lei, con un ampio sorriso sul volto affermò solamente che li lasciava legati e che lo scioglierli per poi riconciarli il mattino seguente avrebbe impiegato tutto il giorno senza fruttarle nulla.
Gli fece mille esempi, tra cui quello che una volta cadde dalle scale e si ritrovò avvolta dai suoi medesimi capelli; la risata di quella ragazza era contagiosa tant'è che anche Astrid, prima di coricarsi e andare a letto, si unì ad essa.
Trovava straordinario quel mondo che coinvolgeva l'amica, era come se stesse vivendo in un universo tutto suo.


E mentre il mondo dei sogni prendeva luogo in tutte le abitazioni, solo una viveva con il timore e l'emozione di scoprire qualcosa di nuovo.

"Io credo che....."

"Non lo so...."

"Non prendermi per un Gambedipesce ma...."

"..... Ho paura......."

Sussurrò imbarazzata Hel che girava e rigirava tra le mani la stoffa della sottile maglia che indossava. 
Tufo le prese le mani tra le sue, le strinse e gli sorrise. Voleva tutto per lei, ma non la paura e i sentimenti negativi; gli rassicurò che tutto sarebbe andato per il meglio e che non gli avrebbe fatto male.
Hel si gettò praticamente tra le sue braccia stringendolo a se. Dove era andata a finire tutta l'audacia che li aveva accompagnati sino a quel momento? Dove si era nascosta la voglia di donare nuove sensazioni alla persona che si amava? Perché ora Hel, tra le braccia dell'amato, tremava come un foglia? 
Il vichingo la strinse ulteriormente a se; gli accarezzò delicatamente il capo cercando di dissipare tutte le domande senza risposta che vennero poste dalla moglie. Lei alzò il capo, il ragazzo portò la mano tra i capelli lasciandola scivolare tra quei fili d'oro che erano morbidi come seta.
Ella accostò il volto al suo, lo baciò lentamente lasciandosi letteralmente andare. Se doveva accadere qualcosa di bello doveva nascere spontaneamente, basta che si pensavano anche fidanzati e che quello fosse un trasgredire e non un piacevole dovere coniugale.
Tufo portò le mani sul suo volto, lo accarezzò delicatamente sino a lasciarle scendere sulla morbida pelle delle spalle. Si lasciò lentamente cadere all'indietro, sino a quando la schiena non fu completamente adagiata sul cuscino, aveva paura, si, ne aveva molta; non solo perché si stava fronteggiando con un lato a lui sconosciuto ma tanto perché non voleva ferire o far soffrire la dèa che aveva appena sposato.
Hel fece scivolare le mani lungo la schiena del vichingo, un brivido percorse il corpo del giovane Thorston che si ritrovò a fare i conti con una sensazione particolarmente piacevole. Le sue mani erano dolci, sulla sua pelle erano come il lento cadere della pioggia che la sfiora delicatamente senza mai provocarti fastidio.
Fu quel momento in cui il ragazzo si ritrovò a sovrastare la ragazza, toglierle delicatamente la maglia in stoffa bianca e perdersi alla vista di quella distesa di latte. 
Gli occhi verdi della compagna erano lucidi, brillavano di una luce cosi accesa che il ragazzo ne venne totalmente catturato portandolo a abbassare il capo e baciarla passionalmente. 
La ragazza rabbrividì, sentire le mani del compagno sulla sua pelle era una sensazione cosi bella, le sembrò come se lasciasse scivolare su di essa della seta pura e che questa la avvolgesse in un dolce e delicato abbraccio. 
Lui era totalmente perso di quella creatura, le sue mani si mossero naturalmente su di lei. Con delicatezza sfiorava le sue braccia, esse ricadevano sulle sue spalle e sfioravano appena la pelle sottostante.
Hel era tutto quello che desiderava, anche ora che i suoi occhi grigi si adagiavano sulla perfezione della sua pelle poté comprendere realmente quant'era sottile la linea di confine tra la voglia di averla e quella del pudore. 
Con un audacia ritrovata, la ragazza gli accarezzò delicatamente le braccia, movimenti lenti, ma ben precisi; con un lento salire e scendere il giovane Tufo provò in lei una sensazione piacevolissima. 
La bionda riaprì di nuovo gli occhi, vederlo li, che la sovrastava e la guardava con dolcezza la fece al dir poco arrossire.
Se lasciava scendere lo sguardo si sarebbe imbattuta in qualcosa di scultoreo.
Tufo aveva un corpo perfetto, torace muscoloso e vita stretta; Hel non riuscì a resistere alla voglia di accarezzarlo, con lentezza, come se quello fosse un sogno che se sfiorato con troppa fermezza sarebbe scomparso dalla sua vita.
No. Lei non voleva questo, voleva unicamente perdersi nel grigio fume che si lucidava, del suo battito cardiaco accelerare.
A vederlo cosi gli mancò letteralmente il fiato, tutto in lui era perfetto; le spalle erano spettacolari, il suo torace non era eccessivamente ampio ma sapeva infonderti la tranquillità che attendevi. Le mani della giovane Hel sfioravano la pelle lentigginosa, non l'avrebbe mai ammesso ma a lei piaceva realmente molto quella sua caratteristica.
Sentiva il suo respiro sulla pelle, i suoi baci ora scendevano lungo il collo dedicandosi al solco tra i seni. Un brivido percorse la schiena alla giovane donna che emise un flebile sospiro. Il giovane alzò il capo, riportò l'attenzione sulle labbra carnose della moglie che erano stette nella morsa dei denti; vi adagiò sopra le sue, ecco cosa stava aspettando Hel.
Un nuovo bacio, uno di quelli che ti brucia anche l'anima, divampa come un incendio che la porta a fremere per averne di più, che la conduce a sciogliere ogni sua resistenza o paura. 
Si abbandonò, a quel bacio, che rispose con ardore; tutto questo non fa altro che mettere al bando il fatto che avesse voglia di lui, di quel stesso lui che gli accarezzò i capelli e, poco dopo, lasciò scivolare le mani sulla schiena.
In quel momento, i sensi preferiti di Tufo erano solamente due: Gusto e Tatto. Tutto partiva dalla mente, quella scintilla che dava l'imput di estasi dei sensi alla sola vista della moglie. Era imbarazzato, provava pudore come non mai in quel momento, eppure, a guardare la ragazza stessa sul letto; le braccia che ora contornavano il capo e il respiro appesantito lo portava a conquistare di più.
I suoi seni erano sodi, di un bianco latte quasi divino; agli occhi di Tufo quelle montagne innevate potevano ed erano più belli dei seni della Dèa Frejya. 
Aveva le mani che tremavano. 
Da tempo ormai attendeva quel momento, insieme avevano fantasticato su come sarebbe stato e sulle sensazioni che avrebbero provato; entrambi si ritenevano pronti, ma il vichingo sapeva perfettamente che un momento simile poteva solamente che donare dolore alla donna che amava. 
E lui si era posto mille domande, non era mai riuscito a donarsi una risposta su come poter evitare che questa cosa succedesse; non desiderava provocare alla moglie una sofferenza che, in un futuro prossimo, avrebbe ricollegato ad una cosa che doveva essere piacevole e ricca d'emozioni.
Non sapeva nulla su come comportarsi, i consigli che gli diedero gli amici non servivano a molto, quasi nessuno l'aveva preso da parte e detto come doveva approcciarsi a questa nuova situazione, nessuno si era posto quella domanda.
Vero, a Tufo piace il masochismo. Ad Hel piace il sadismo; ma nessuno dei due aveva la più pallida idea di come dovevano riuscire a fare certe cose. 
L'unica cosa che sapevano, era che se ora si stavano guardando negli occhi era solamente per darsi coraggio; a confermare silenziosamente che tutti e due erano totalmente incapaci di agevolare una cosa tanto semplice quando dolce.
Entrambi deglutirono, per Hel abbassare lo sguardo poteva essere una mossa azzardata; ancora non si sentiva abbastanza forte per affrontare l'evidente eccitamento del marito. Per Tufo seguire lo sguardo della compagna poteva solamente che portargli addosso una nuova sensazione di disagio, inadeguatezza.
perché lui voleva dargli di più di quel che aveva, lui voleva essere il doppio del triplo per renderla veramente felice; ma il vichingo, colto alla sprovvista venne letteralmente preso d'assedio dalla neo moglie che si sedette su di lui a braccia incrociate.
Si ritrovò steso, con la giovane seduta sul suo torace a fissarlo con un aria imbronciata e seria. Cosa stava succedendo, perché quel cambiamento improvviso? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Forse aveva messo mano in un punto che a lei non piaceva. Ma lei scoppiò a ridere, fu una risata ampia, allegra, una di quelle che faceva ogni volta che si ritrovava in una situazione imbarazzante.
Tufo sospirò. Quella risata lo contagiò immediatamente tant'è che l'afferrò per le spalle e la tirò giù da se baciandole il capo.
La vichinga si abbandonò a quella stretta, cosi forte, cosi virile; capace di cancellare tutte le paure del mondo e di donarti una sicurezza che nessun'altro sarebbe capace di fare.
Quanto era ancora giovane la notte, che voleva dargli altro tempo per scoprire, alla sua pallida e romantica luce, qualcosa che li avrebbe resi tutt'uno.
Bastò un occhiata, uno scambio di battute, un paio di risate per sciogliere quell'aria tesa. Avevano bisogno della loro complicità, in quel momento erano solamente presi dalla paura che li bloccava dal fare ogni cosa conducendoli a compiere unicamente gesti che sapevano essere non portatori di dolore. 
Necessitavano solamente di un momento per raccogliere le loro parole, per denudare non solo il corpo, ma soprattutto l'anima che necessitava di sicurezze e di conferme.
I bisogni del corpo potevano attendere, ora desideravano unicamente coccolarsi a vicenda, stringersi delicatamente, baciarsi e, poi accarezzarsi con una dolcezza tale che sembrava essere tornata a governare quel momento intimo tra di due. 
La luna era li, cullava con la sua delicata luce gli animi dei due vichinghi che si stavano preoccupando di più del lato emotivo, scoprendo man mano le cose dette mai. 
Tufo si perse a guardare Hel, stretta tra le sue braccia poté tranquillamente sentire di come tremava e di come i suoi occhi gli raccontarono unicamente la felicità di poter finalmente vivere con lui. 
Gli occhi di Hel brillavano di diamanti, in quel sorriso innocente aveva avuto il suo permesso; aveva avuto la conferma che sarebbe andato tutto per il meglio e, che con lui, lei, non avrebbe mai sentito ne male ne dolore.
Aveva paura. Molta più paura di prima, come se in quel momento; se avesse sbagliato, tutto sarebbe svanito dalle sue mani lasciandolo solamente con il ricordo più bello e straziante della sua vita.
Il cuore gli batteva cosi forte da sembrare un richiamo alla natura, la voce del vichingo domandò ancora, per l'ennesima volta, se stesse bene. Hel rispose solamente che al suo fianco sarebbe sempre stata bene.
Di pensiero tutti quanti si immaginavano Tufo come un tipo violento, che se non faceva le cose per il gusto di sentire agognare qualcuno non era felice; invece ora, a guardarlo in quel momento, la delicatezza con cui andò ad unirsi alla ragazza fu straordinaria.
Era da sempre stato un ragazzo emotivamente solitario, ogni tanto capitava che facesse qualche complimento ad una ragazza, ma nulla di più. Lui attendeva il vero amore, quello fatto di dolcezza e tenerezza, quello che ti faceva sognare anche senza dover dormire necessariamente, quell'amore che ti incendiava anche se solo stringevi la mano alla donna al tuo fianco.
Da quando aveva conosciuto Hel, Tufo aveva incominciato a scoprire sempre di più della sua natura. Aveva compreso che amava anche la dolcezza e che una carezza poteva essere più bella di un sanguinolento combattimento.
Aveva scoperto di come era piacevole sentire le braccia della ragazza agganciarsi attorno al suo capo, di come poteva essere mozzafiato un bacio che venne donato anche in quell'attimo.
Aveva capito cosi tante cose, ma soprattutto stava facendo la conoscenza di una nuova emozione.
Un emozione che era scaturita dal sentimento, quell'amore che li teneva legati cosi stretti che l'uno non sapeva resistere senza l'altro per un minuto.
Quell'amore che ora stava portando i due a divenire uno solo con la spontaneità e la bellezza che desideravano. L'amore era la chiave di tutto, sempre lo sapevano e sempre l'avrebbero saputo, ma in quel momento, in cui i loro sguardi si incrociarono e le loro labbra si incontrarono poterono confermare quanto fosse vera quella cosa.
I loro battiti accelerarono, una stretta al cuore gli tolse il fiato. Le loro fronti si adagiarono l'una sull'altra, Hel provò un piccolo dolore espandersi nel basso ventre; era uno di quelli piacevoli che la portarono a sorridere beata.
Tufo, nella sua dolcezza, chiedeva più e più volte alla compagna se stava bene, lei, con quel suo bel sorriso smagliante e estasiato gli rispose che al suo fianco poteva solamente che stare bene. 
Il candore delle gambe, leggermente solcate da sparsi cicatrici si portarono attorno al bacino del rasta, lui, con delicatezza, continuò ad unirsi a lei; le sue mani erano vicino al suo volto, lo accarezzava delicatamente lasciando che l'eccitazione, la felicità, l'imbarazzo, la gioia e si, la veemenza di quel momento, prendesse il sopravvento. 
Hel amava tutto di Tufo, non c'era minima cosa che non trovasse straordinaria e affascinante. 
Ancora una volta, le mani della vichinga esplorarono quella distesa che era la pelle del giovane marito, i gemiti del ragazzo si fecero più forti, cosi come quelli della donna che si incentrava unicamente su di lui. Cosi come lui di lei, entrambi donavano attenzione all'altro, del proprio, in quel momento, non contava nulla; agli occhi dell'altro c'era solamente l'altra. 
La bionda lo strinse fortemente a se, le loro labbra si sfioravano sino ad unire i loro gemiti, ansimi e respiri in una sola esistenza.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Dragon trainer / Vai alla pagina dell'autore: DeadlyNadder 92