Una cena en plein air, nell’estate 1784, nel mese di luglio .
Sotto la cuspide del cielo estivo, sfumato nel tramonto, albicocca e arancia e pesca, un tratto di azzurro ..
Argenterie e calici suntuosi, come tutto il menu, dalla prima alla ultima portata.
Sorrido a mio marito Nicolas, complice e marionetta, che ha cercato una vita migliore come me, senza riposo,affidandosi poi alle mie mani sapienti .. o forse no.
Il cardinale di Rohan, nostro ospite, si tuffa nel cibo, avido, nemmeno fosse l’oro di Creso, la sua BENEVOLENZA HA FATTO SI’ che Nicolas fosse arruolato nella Guardia reale, ci ha concesso doni e ricchezze..
Ma tutto ha un prezzo, annoto tra me scrutando le sue labbra che si tuffano avide su un calice, sempre avido, vizioso e viziato sempre ho tenuto alto il suo interesse..
Rohan, che vuole la regale approvazione di Antonietta, gonfio e sicuro di sé, che ha creduto a lettere contraffate, che LEI vive ritirata, dedita ai suoi piaceri, l’adulazione spinge il Cardinale a nuovi traguardi, è sciocco e scadente come un monile di vetro, ma finchè non si rompe va bene..
Nelle sue illusioni, regala soldi che io ben stringo, alla fine è un lavoro tenere le fila...
La credulità dell’animo umano, come la marchesa che mi ha raccolto dalla strada, la sua fine ben triste (scorda i particolari ..)
Fingo di essere una casa fanciulla, una colomba..
Una variazione sulla noia..
Rohan vuole incontrare la Regina, organizzeremo un incontro, fasullo, tra me e Nicolas, sulle orme del matrimonio di Figaro, la commedia ribelle ora di moda,
Le mie labbra, che il belletto tinge di color corallo, si stendono in guisa di sorriso…
Un gioco di dadi.
La rabbia..
Bevo per stare tranquilla, la ribellione e l’inquietudine mi attraversano come un veleno.
La fanciulla di tanto tempo fa è scomparsa dietro gli argenti ed i giochi del potere, braccia raminghe... ed imbrogli.
E il silenzio della notte ci avvolge.
Vi sarà un incontro nel boschetto di Venere e una rosa da ofrire e un intrigo.
Una moda, un massacro, senza ritorno..
Dopo, invoco il nome di mio marito, una partita senza vincitori, una commedia..
Ma non è uno scherzo ..
È la mia vita, l’avidità e una meravigliosa collana di brillanti, mi meraviglio della mia audacia.
Il freddo e la fame e i sassi gettati sono lontani ricordi, ORA, tranne che più ottengo, più voglio avere..
Un gioco di sorte, dadi e mare.
La ragazza è diventata una donna bruna, sottile, avida di gloria, forse dimenticata dal mondo..
E così non sarà..
Brindo alla stagione estiva e all’avidità, una solida certezza.
E il tramonto cade .. perfetto.
Sotto la cuspide del cielo estivo, sfumato nel tramonto, albicocca e arancia e pesca, un tratto di azzurro ..
Argenterie e calici suntuosi, come tutto il menu, dalla prima alla ultima portata.
Sorrido a mio marito Nicolas, complice e marionetta, che ha cercato una vita migliore come me, senza riposo,affidandosi poi alle mie mani sapienti .. o forse no.
Il cardinale di Rohan, nostro ospite, si tuffa nel cibo, avido, nemmeno fosse l’oro di Creso, la sua BENEVOLENZA HA FATTO SI’ che Nicolas fosse arruolato nella Guardia reale, ci ha concesso doni e ricchezze..
Ma tutto ha un prezzo, annoto tra me scrutando le sue labbra che si tuffano avide su un calice, sempre avido, vizioso e viziato sempre ho tenuto alto il suo interesse..
Rohan, che vuole la regale approvazione di Antonietta, gonfio e sicuro di sé, che ha creduto a lettere contraffate, che LEI vive ritirata, dedita ai suoi piaceri, l’adulazione spinge il Cardinale a nuovi traguardi, è sciocco e scadente come un monile di vetro, ma finchè non si rompe va bene..
Nelle sue illusioni, regala soldi che io ben stringo, alla fine è un lavoro tenere le fila...
La credulità dell’animo umano, come la marchesa che mi ha raccolto dalla strada, la sua fine ben triste (scorda i particolari ..)
Fingo di essere una casa fanciulla, una colomba..
Una variazione sulla noia..
Rohan vuole incontrare la Regina, organizzeremo un incontro, fasullo, tra me e Nicolas, sulle orme del matrimonio di Figaro, la commedia ribelle ora di moda,
Le mie labbra, che il belletto tinge di color corallo, si stendono in guisa di sorriso…
Un gioco di dadi.
La rabbia..
Bevo per stare tranquilla, la ribellione e l’inquietudine mi attraversano come un veleno.
La fanciulla di tanto tempo fa è scomparsa dietro gli argenti ed i giochi del potere, braccia raminghe... ed imbrogli.
E il silenzio della notte ci avvolge.
Vi sarà un incontro nel boschetto di Venere e una rosa da ofrire e un intrigo.
Una moda, un massacro, senza ritorno..
Dopo, invoco il nome di mio marito, una partita senza vincitori, una commedia..
Ma non è uno scherzo ..
È la mia vita, l’avidità e una meravigliosa collana di brillanti, mi meraviglio della mia audacia.
Il freddo e la fame e i sassi gettati sono lontani ricordi, ORA, tranne che più ottengo, più voglio avere..
Un gioco di sorte, dadi e mare.
La ragazza è diventata una donna bruna, sottile, avida di gloria, forse dimenticata dal mondo..
E così non sarà..
Brindo alla stagione estiva e all’avidità, una solida certezza.
E il tramonto cade .. perfetto.