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Autore: jarpad    03/08/2016    0 recensioni
"Mi mancherai." disse dopo un po' cercando di rimanere cosciente.
"..anche tu." sussurrò in lacrime Aiden, prima di alzarsi e guardarlo qualche secondo in silenzio. Non sapeva quanto tempo fosse passato. Aveva sperato, pregato, di non arrivare mai a questo, ma evidentemente il suo destino aveva deciso questa strada per lei. Abbassò lo sguardo cercando di farsi forza, poi alzò il fucile verso la testa di suo fratello. Jake le rivolse un piccolo sorriso poi chiuse gli occhi aspettando che arrivasse il colpo, ma Aiden non ce la faceva. Sentiva il mondo crollargli addosso ogni secondo di più. Abbassò il fucile cercando di prendere controllo del suo corpo, poi puntò nuovamente con le braccia tremolanti; chiuse gli occhi, girando un po' la testa, poi premette il grilletto.
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Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Daryl Dixon, Rick Grimes, Shane Walsh, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XVII



"Mi hai stupita, Daryl Dixon" bisbigliò, ma era sicura che l'arciere l'avesse capita. Infatti sorrise, portandosi una mano al collo e massaggiandoselo. Poi si bloccò e dalla sua espressione sembrava come se si fosse appena ricordato di qualcosa.
"Dimenticavo una cosa. Avrei voluto dartela prima, ma non mi sembravi molto propensa a passare del tempo con me. Soprattutto dopo la sceneggiata di Carol" farfugliò, portando anche l'altra mano dietro il collo. 
"L'ho trovata attaccata alla staccionata, in fattoria" mosse il ciondolo davanti ai suoi occhi, con un sorrisino; Aiden lo afferrò di scatto, incredula, e passò le dita più volte sull'arco quasi non credendo che fosse il suo. I suoi occhi si fecero lucidi.
"Speravo di potertelo ridare, un giorno. Mi sono ricordato di quella volta nel bosco, quando mi dissi che te lo regalò tuo padre. Ho pensato ti facesse piacere riaverlo indietro" continuò. Aiden nascose il viso tra le mani, per qualche secondo, poi si avvicinò a Daryl e avvolgendo con le braccia il suo collo lo abbracciò stretto. Ora che ci pensava, Daryl aveva fatto tanto per lei. L'aveva cercata alla fattoria portandola poi in salvo, aveva recuperato il suo ciondolo e l'aveva salvata di nuovo; era una sottospecie di eroe. Anzi, lo era e basta.
"Grazie" bisbigliò, tenendo il viso ancora nascosto sulla spalla dell'uomo. Quello rimase impietrito ancora per un po' prima di trovare la forza, e forse anche il coraggio, per ricambiare quella stretta. 
Si separarono un bel po' di minuti dopo, Aiden in quella stretta aveva trovato il conforto e l'affetto che cercava da mesi e le dispiacque tantissimo dividersi; per un attimo pensò di buttarsi di nuovo tra le braccia di Daryl, ma scacciò via quell'idea come fece con il resto delle lacrime che continuavano a rotolarle giù per le guance. Fissò per un po' il ciondolo che aveva tra le dita e non lo sentì più suo. Era grata a Daryl per averlo preso alla fattoria, ma ormai quell'oggetto non le apparteneva più. Apparteneva a lui.
"Senti..." afferrò le mani dell'arciere, guardandolo poi negli occhi.
"Voglio che lo tenga tu" glielo posò sul palmo della mano, accennando un sorriso.
"Non capisco" 
"L'hai tenuto tu, per tutti questi mesi. E voglio che continui ad essere così. Non so se ti importi qualcosa di me, ma in questo modo mi avrai vicina anche quando non ci sarò. -e non si riferiva solo alla distanza- Poi io ho qualcosa di tuo -indicò la pistola, che teneva nella fondina-. Io non ho mai capito che tipo di rapporto c'è tra di noi, è sempre stato tutto confuso, però io tengo a te ed è strano dirlo ad alta voce -arricciò il naso, contrariata- e volevo che in qualche modo lo sapessi" si alzò in piedi, sbadigliando. Cominciava a farsi tardi e se voleva essere in forma per partire in spedizione con Maggie e Glenn doveva riposarsi il più possibile; senza attendere oltre, nemmeno una risposta dell'arciere, tornò verso il cortile interno per accedere al braccio C. Diede la buonanotte a tutti quanti poi si lanciò sulla brandina della sua cella e pensando alla serata con Daryl si addormentò profondamente.

"Buongiorno a tutti quanti!" esclamò, uscendo dal braccio C, alzando le braccia al cielo e saltellando. Era di buon umore quella mattina.
"Ehy, sei carica oggi?" Axel si avvicinò, sorridendole.
"Molto! Sono prontissima per la spedizione!" disse su di giri, attirando l'attenzione dei membri del suo gruppo.
"Spedizione?" chiese curioso il rosso al suo fianco.
"Sì, dobbiamo cercare del latte in polvere per la bambina"
"Capisco. Quando torni ti va di passare del tempo insieme? Devo farti vedere una cosa nella mia cella" propose.
"Prova solo a toccarla e ti ritroverai senza pisello" Daryl, che aveva origliato quel pezzo di discorso, si fermò al fianco di Aiden e guardò minaccioso il detenuto. Se solo gli sguardi potessero incenerire Axel sarebbe già bello che polverizzato.
"Ehy amico, non sapevo che fosse la tua donna. -alzò le braccia, in segno di difesa- Poi pensavo non ci fosse nulla di male nel divertirsi" 
"Puoi divertiti con chi ti pare, tranne che con lei -lo indicò con l'indice- e con Beth, okay?"
"Addirittura due ne hai? E' un po' da egoisti, non trovi?" Daryl non rispose e voltò le spalle ad Axel ed Aiden, lasciandoli di nuovo soli; il detenuto guardò la bionda, in cerca di spiegazioni, ma quella fece spallucce e raggiunse i suoi compagni d'avventura per avvisarli che quella mattina era in ottima forma e che nulla l'avrebbe fermata.

"Allora, ci vediamo tra un'oretta qui davanti. Se ci sono problemi spara un colpo e noi corriamo da te, il market è proprio lì" disse Glenn uscendo dal veicolo ed indicandole un negozietto in fondo alla strada. Aiden annuì.
"Non fare tardi, mi raccomando" si rassicurò Maggie; la bionda annuì ancora una volta e con l'arco in spalla, pistola nella fondina e coltello alla mano si diresse verso l'edificio. La cittadina sembrava essere silenziosa e tranquilla, se non per la presenza di qualche zombie solitario troppo lontano per notarla. In pochi minuti giunse di fronte il market e pulendo un pezzo della vetrina con il palmo della mano sbirciò all'interno; sembrava non ci fosse nessuno, ma era meglio esserne sicuri prima di entrare. Bussò fortemente, tre volte, ed attese con gli occhi premuti sul vetro, senza distrarsi troppo da ciò che le accadeva dietro. Uno zombie le sbucò d'improvviso davanti al viso, facendole fare un balzetto all'indietro; portò una mano al petto, sentendo il cuore battere all'impazzata, e maledicendo il mostro che era dentro al locale si diresse verso la porta. In tutti quei minuti solo quello si era presentato, se ce ne fossero stati altri sicuramente erano bloccati da qualche parte. 
Aprì di poco la porta, giusto lo spazio per far uscire la testa dell'essere e quando l'errante si presentò, allungando le dita verso di lei e battendo la mascella, Aiden gli piantò il coltello in fronte tirandolo poi subito verso di sé. Il putrido rimase a terra, come giusto che fosse, ed Aiden entrò nel locale. Ispezionò per bene tutto il posto, per assicurarsi di non essere presa di sorpresa mentre era alla ricerca di ciò che le serviva; una volta appurato che il posto fosse sgombro, ad eccezione per lo zombie all'entrata e lei, sfilò lo zainetto e raggiunse la corsia dedicata ai neonati.
"Ti prego, ti prego, ti prego" bisbigliò passando in rassegna i vari prodotti, escludendo a priori quelli aperti e rovesciati a terra. Infilò dentro lo zaino qualche pacco di pannolini e salviettine, perfino un pupazzo di pezza, poi riprese a pregare per cercare ciò per cui era stata organizzata la spedizione. 
"Bingo!" esclamò, afferrando i due barattoli di latte in polvere per controllare in che condizioni fossero. Reputò fossero abbastanza passabili, così li infilò nella borsa e fece un altro giro sperando di trovare qualcosa in più. Falli miseramente, ma non rinunciò a prendere qualche pacco di assorbenti. Okay, c'era l'Apocalisse, ma ciò non significava che il ciclo mestruale si bloccasse per sempre. A meno che non fossi una donna in meno pausa, ma non perdiamoci in discorsi futili. 
Infilato lo zaino in spalla uscì dal market, con un bel po' d'anticipo, ma decise comunque di raggiungere Maggie e Glenn. Faceva sempre comodo un paio di braccia in più. Sfruttando a suo favore l'ombra che le facevano gli alberi, perché faceva molto caldo, passò attraverso alla foresta evitando così di attirare troppo l'attenzione, se ci fosse stato qualche zombie in agguato. In quello stesso momento vide Glenn e Maggie uscire dallo store in cui erano entrati, sperando di trovare un po' di latte. 
"Abbiamo trovato una miniera di latte artificiale!" anche se ancora lontana, la voce di Glenn, eccitata, le arrivava chiaramente. 
"Grazie a Dio!"
"Ci sono anche fagioli, batterie, wurstel, tantissima senape ed è vicinissimo alla prigione. Forse riusciamo a tornare per cena" disse Glenn, felice. Anche se avevano previsto di partire per la mattinata alla fine la spedizione era stata spostata nel primo pomeriggio. Alla prigione era servito aiuto.
"Mi piace il silenzio, a casa nostra li senti sempre dietro al recinto"
"E qual è questo posto che voi chiamate casa?" chiese una voce, lontana. D'istinto Aiden si appiattì dietro il tronco di un albero, per poi sporgersi e sbirciare un po'. C'era un uomo armato, ma Aiden riusciva a vederlo solo di spalle da dove era. Imprecò, preoccupata per i suoi amici, e seguendo la linea di cespugli iniziò ad avvicinarsi lenta.
Glenn farfugliò qualcosa che Aiden non capì e l'uomo prese a ridere, posando l'arma a terra. Allora la bionda si fermò confusa. Si conoscevano?
"Ehy, indietro, cazzo!" lo minacciò Maggie, quando lo vide avvicinarsi. Aiden riprese ad avvicinarsi, sfruttando le carcasse d'auto abbandonate per nascondersi.
"Okay, okay, dolcezza! Cristo!"
"Sei sopravvissuto"
Aiden corse e si rifugiò dietro ad un camion, sporgendosi di nuovo per controllare se l'avesse vista. Maggie l'aveva individuata da un pezzo, ma sapeva che stava fingendo di non averla vista forse sperando in un suo intervento. Appoggiò le spalle al camion e quando guardò dritta a sé uno zombie le piombò addosso; non aveva la minima idea da dove fosse sbucato ma se non lo uccideva subito avrebbe attirato l'attenzione su di lei. Fortunatamente aveva ancora il coltello in mano e glielo piantò in mezzo agli occhi, per poi accompagnare il corpo a terra.
"Andiamo ragazzo, puoi fidarti di me" captò, quando riprese la sua corsa ninja tra le auto per non essere scoperta. 
Forse Glenn lo irritò troppo perché quando Aiden rialzò la testa per controllare i suoi amici il pazzo aveva sparato un colpo, evitando di poco Maggie e rompendo in mille frantumi il vetro del portabagagli.
"Merda" strinse i denti, tirando fuori la pistola. Questa non ci voleva proprio. Sperava solo che quell'uomo fosse da solo e che non avrebbe dovuto battersi con altre persone, soprattutto con un polso slogato. Aiden sgusciò fuori dal suo nascondiglio quando vide l'uomo prendere Maggie in ostaggio e puntarle contro una pistola. Era di spalle rispetto lei e con un po' di fortuna sarebbe riuscita a fregarlo; posò lo zaino a terra, che a causa dei barattoli all'interno tintinnava, poi puntando la pistola verso la figura cominciò ad avanzare. 
"Lasciala andare!" urlava Glenn. Aiden aumentò il passo, rimanendo silenziosa. Poi finalmente fu vicina e puntò la canna fredda sulla nuca dell'uomo.
"Metti giù la pistola" disse freddamente, caricando un colpo. L'uomo voltò appena la testa e non lasciò la presa su Maggie, ridendo divertito.
"Un'altra nuova ragazza? Wow, mi sono perso un sacco di cose durante questi mesi" 
"Metti giù la pistola o ti faccio un bel buco in testa" spinse un po' l'arma, incitandolo, fingendosi forte e spavalda. Ma dentro stava morendo di paura e le gambe tremavano come foglie mosse dal vento. Non fece in tempo a notarlo che quello si alzò di scatto, tenendo un braccio attorno al collo di Maggie, e con un moncherino armato di coltello le ferì il braccio, facendole scivolare la pistola di mano. Glenn tentò di avvicinarsi ma l'uomo prese in ostaggio, tra le sue braccia, anche Aiden minacciando il coreano che se non avesse posato l'arma in macchina le avrebbe fatte fuori tutte e due. A partire da Maggie.
"Ora ci facciamo un bel giretto" disse divertito.
"Non torneremo al nostro campo" rispose risoluto Glenn. Aiden non capì perché stesse creando tutto questo trambusto; perché non portarlo alla prigione? Alla fine erano comunque in maggioranza, e tolto quel coltellaccio e la pistola era innocuo. Lo potevano benissimo sbattere in una cella e lasciarlo marcire. 
"No, andremo in un altro posto. Entra in macchina, Glenn, guidi tu. Muoviti!"
"Okay" disse il ragazzo, sudando freddo, così salì al posto del guidatore ed attese. Quando Merle fu dentro, ai posti anteriori insieme alle ragazze diede istruzioni a Glenn e partirono, verso dove i tre prigionieri non lo sapevano.

Quel pomeriggio, alla prigione, ci fu una visita inaspettata. Proprio quando Rick aveva ripreso conoscenza di sé e del ruolo che rivestiva, più o meno, sia come padre che come leader del gruppo, alle recizioni della prigione si mostrò una figura con in mano un cestello ed uno zaino. Non era uno zombie, quello era più che ovvio, per questo motivo lasciò andare la piccola Judith nelle mani di Carl per andare a controllare meglio. Sfilò la pistola dalla fondina e la fissò; era ferita alla coscia, da cosa non poteva dirlo, ma per stare in mezzo agli zombie con tale tranquillità doveva essere sporca del loro sangue. E le macchie rosse che aveva addosso lo dimostrarono. Però l'effetto non durò molto e la nuova arrivata fu costretta a tirar fuori la sua arma, una katana, e combattere per non diventare carne da macello. Carl, raggiunto il recinto, chiese a suo padre cosa fare ma Rick non rispose e fece il giro. La povera donna era ormai senza forze; la ferita le doleva e il sangue che aveva perso l'aveva indebolita. La testa cominciò a girarle e prima di svenire vide solo degli zombie avvicinarsi al suo corpo steso.


  
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