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Autore: Takeshi Inazuma    04/08/2016    0 recensioni
Mi chiamo Takeshi Inazuma (稲妻 武), maestro ninja dell'Ordine Dei Cinque Elementi.
Quello che sto per descrivervi qui è un ordine antichissimo, risalente probabilmente alla nascita dei primi ninja, e dell'arte del ninjitsu.
Cercherò di descrivere approfonditamente l'Ordine, aggiungendo anche parecchie mie avventure con i miei compagni.
Se credete mi stia inventando tutto, bhe, sappiate che è così. Sono solo le storie fittizie di un pazzo esaltato che crede di far parte di chissà quale fantomatico ordine segreto.
Ma se vi capitano cose strane, se siete in grado di fare cose come camminare sui muri, o battere un bullo in un solo colpo, cercate l'uomo dall'occhio rosso. E ricordatevi che, la fiamma più brillante non è visibile a chiunque...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ohayoo.
Come state. 
Oggi vorrei parlarvi di come si veste un buon ninja. 
Non farò un elenco di capi d'abbigliamento come ho fatto per le armi, che sennò va a finire che mi bannano da EFP.
Vorrei invece ritornare con le mie avventure, e spostarci a qualche ora più tardi, quando mi hanno portato in quella che sarebbe stata la mia stanza. Si trovava nell'edificio principale, come tutte le altre. Questo per farvi capire quanto fosse grande, visto che c'erano centinaia di persone. Ma vi lascio alla storia...
Stavo attraversando un'altra volta il cortile di pietra davanti all'edificio principale, che fra l'altro si chiama "Casa Di Amaterasu", anche se allora non lo sapevo. 
Per arrivare alla mia stanza io e il maestro (Shan era tornata ai suoi esercizi di yoga) attraversammo varie stanze, qualche rampa di scala, e infine raggiungemmo una stanza. La porta era fatta con lo shoji, ossia un pannello scorrevole di carta di riso. Il maestro mi spiegò che erano così perché sarebbe stato quasi impossibile penetrare nel tempio, quindi non c'era pericolo. Entrammo.  Era una tipica stanza washitsu. L'armadio era un buco nella parete abbastanza grande, come una stanza guardaroba. Le ante erano costituite da un fusuma, ossia pannelli costituiti da una struttura in legno a reticolato ricoperta da cartone e da uno strato di tessuto su entrambi i lati. Erano presenti anche un bordo laccato nero e una vaschetta circolare incassata per far scorrere il pannello con le dita. 
Era dipinti con ciliegi in fiore.
Il pavimento era costituito dal classico tatami, il pavimenti fatto di pannelli di paglia di riso intrecciata e pressata, così prima di entrare mi tolsi le scarpe, rimanendo con i calzini. Lo stesso fece il maestro Ishigawa.
In un angolo della stanza c'erano tre futon piegati. Si tratta del tipico materasso giapponese, sottile e pieghevole. Il kakebuton (il piumino) era arrotolato al suo interno e un cuscino era poggiato sul futon. 
Affianco al muro c'era un futon tataki, il battipanni per futon.
-Assomiglia ad un ryokan- notai (sarebbe un hotel giapponese rimasto invariato nel tempo) -ma ci sarà qualcun'altro nella stanza?-
-Gli conoscerai stasera- rispose il maestro Ishigawa.
Adesso salterò la parte in cui faccio un casino di domande sui ninja. Scopriremo le varie cose nei prossimi capitoli. Vorrei arrivare direttamente alla parte in cui il maestro mi dice che è il momento di prendere dei vestiti adatti...
-Ora basta con le domande Takeshi, non credi che dovresti cambiarti- mi disse alla fine.
Mi guardai i vestiti. Portavo dei pantaloncini corti, scarpe da ginnastica e una polo. Feci sì con la testa.
Mi condusse verso l'armadio e aprì il fusuma.
Dentro c'erano vari panni appesi a stampelle di legno scuro, tabi, vari tipi di calzature e alcuni cappelli di paglia (kasa, ma ne parleremo).
Il maestro tirò fuori un kimono dall'armadio. Era della mia taglia.
Era molto semplice. La parte di sopra era bianca e sotto c'era un hakama nero con le gambe divise. Ai lati del petto e al centro della parte di dietro c'era un simbolo. Una testa di volpe nera stilizzata, dietro alla quale c'era un fiore di ciliegio rosa, il tutto iscritto in una circonferenza nera.
-Come mai c'è il kamon della mia famiglia?- il kamon è un simbolo, una specie di stemma araldico, come direste voi occidentali. Tutte le famiglie giapponesi ne hanno uno. Quando veniva cucito sul kimono in genere dava formalità.
-Era di tuo padre. Il primo che ha indossato quando è venuto qui. Tuo nonno, quando viveva ancora al Palazzo Del Sole, ha fatto ricamare il vostro kamon su questo kimono prima che arrivasse-
Ok, lui adesso non mi fece l'elenco di tutti i vestiti di un ninja, quindi concludo la storia qui.
Dunque, so che questa notizia può sconvolgervi, ma i ninja non si vestono sempre di nero, come vengono oggi rappresentati.
Però dai, pensateci, se i ninja avessero davvero una divisa unica, questo non vanificherebbe il tentativo di rimanere nell'ombra? Verremmo riconosciuti subito.
I ninja mettono la classica uniforme nera solo per infiltrarsi.
In genere indossiamo gli abiti classici del Giappone feudale, quindi il kimono o più raramente abiti più umili. Dico più raramente perché la maggior parte dei ninja dell'ordine (me compreso) discende da antichi clan ninja, e quindi non sono abituati alla povertà.
Ai piedi di solito un ninja calza gli jika-tabi, degli stivaletti con l'alluce separato, come i calzini tabi.
Indossiamo questo genere di calzatura perché permette molta più agilità, visto che è più sottile delle altre calzature, anche quando sono di pelle (come i miei).
Spesso sul kimono è ricamato il kamon del proprio clan. Possono essercene tre o cinque. Quando ce ne sono tre sono ai lati del petto, e uno grande nella parte di dietro, invece nel caso ce ne siano cinque vengono messi anche sulle braccia, sotto le spalle.
Quello che ho ora per esempio è rosso scuro, con un hakama nero con le gambe separate e ho cinque kamon.
Spesso i ninja per mascherare la propria identità ulteriormente indossano sopra il sanjaku-tenugui (la maschera da ninja) un copricapo kasa. Sto parlando di un cappello di bambù o di paglia di riso intrecciata. Quello dei contadini ha una forma conica, mentre quello usato dai monaci ha più una forma a ciotola, con la parte di sopra quasi piatta. Questo copre gli occhi ed è utile in un mondo dove i ninja non sono più solo giapponesi, ma essendosi diffusi in tutto il globo (come gli yokai che cacciamo del resto) è più sicuro coprire i propri occhi, anche solo per nascondere l'etnia.
Io per esempio ho un kasa di quelli a ciotola di bambù visto che ho le lentiggini praticamente dappertutto, compreso il viso (informazione che tornerà utile nei prossimi capitoli).
Se vi state chiedendo come si indossano i kasa, sappiate che all'interno c'è un'intelaiatura di stecche di bambù dove devi infilare la testa (non ve lo so spiegare meglio, cercate le immagini cavolo!).
Le kunoichi (ninja femmina) si vestono a seconda del loro ruolo.
Una kunoichi che ha il compito di sedurre la gente (oggi rare, visto che non si seduce uno yokai) si veste in modo provocante.
Se invece i suoi compiti sono gli stessi di uno shinobi tende a vestirsi come loro. Il kimono da samurai no, ovviamente.
Ma per esempio la classica uniforme nera.
Per fare un esempio, Shan (tratteremo meglio di lei nei prossimi capitoli) indossa un vestito che le arriva alla coscia color prugna con la tipica scollatura giapponese, un corpetto di cuoio, jika-tabi di pelle nera e fasce alle braccia che le arrivano sopra il gomito. 
In realtà questo look si ispira anche al suo paese natale, la Cina.
In conclusione, non è possibile stabilire uno stile unico per un ninja, soprattutto in un'ordine vario e multietnico quale l'Ordine Dei Cinque Elementi. Sapete com'è, il mondo e bello perché è vario.
Scusate per il capitolo corto.
Sayounara...
   
 
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