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Autore: Shirley Mei    08/08/2016    1 recensioni
In questa storia, l'universo di Bleach prende una strada alternativa. Ichigo è riuscito a sconfiggere Aizen senza perdere tutti i suoi poteri. Ma mentre a Karakura e nella Soul Society viene lentamente ristabilito l'ordine, nella mente e nello spirito di Kurosaki è in corso una battaglia ancor più ardua di qualsiasi altra il nostro eroe abbia mai affrontato. Questa volta la sua volontà non basterà per mantenere il controllo sul suo incredibile quanto incontrollabile potere...lentamente, delle catene bianche lo stanno intrappolando e trascinando verso un'oscurità senza ritorno. La protezione della sua famiglia, nonchè dell'intera Karakura, costeranno ad Ichigo tutto il suo essere...
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hichigo, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Renji Abarai, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nati dalla polvere

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Io non ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo,

e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero,

non più in me, ma in ogni cosa fuori


Dopo la sconfitta e la cattura di Aizen, il processo di reintegrazione dei Vizard alla Soul Society era stato lungo e tedioso, Shinji lo pensava spesso. Tuttavia, quando rivedeva i suoi compagni camminare per le strade del Seireitei, tra le fila e le mura di quella che era stata la loro casa, pensava che dopo tutto ne era valsa la pena. Alcuni di loro non erano voluti tornare, li capiva perfettamente e gli mancavano molto, soprattutto Hiyori, anche se era difficile ammetterlo  a se stesso.

In quei giorni così terribili poi, gli mancavano ancor più del solito e rimpiangeva di non aver voluto insistere di più, quando ne aveva avuta l’occasione. Erano stati insieme così a lungo, legati dal quel crimine che non avevano mai commesso. Braccati dalla Soul Society come i peggiori assassini. Si erano sostenuti a vicenda, incoraggiati, legati da quel demone interno che per dolore e potere, li aveva strappati via dalle loro case e dai loro amici.

Ma non era il momento di perdersi nei rimpianti e soprattutto nel passato. Uno degli Shinigami ritrovati nel mondo umano e rilegato nei laboratori faceva parte della sua Divisione, e ora che si era dato il permesso di informare gli Shinigami sugli ultimi avvenimenti, doveva trovare il modo di dire in quale stato pietoso si trovasse il loro compagno. Poggiò pensieroso la mano sul mento, osservando i due Shinigami venuti a trovarlo alla Quinta Divisione in fretta e furia, proprio mentre si adoperava nel suo compito.

<< Un Hollow con il corpo da uomo? >> chiese, inclinando il capo e facendo scivolare i lunghi capelli biondi sulla spalla destra.

<< Precisamente >> rispose Renji,ansimante << Non ne so moltissimo, tuttavia quando ho sentito quelle parole ho pensato subito… >>

<< Vizard >> terminò per lui Rukia, che lo aveva seguito a ruota.

Shinji si alzò, camminando a grandi passi per la stanza.

<< Come siete riusciti a parlare con quel Shinigami? >>

Renji e Rukia si scambiarono uno sguardo, incerti sul rivelare o meno i dettagli sull’ “esperimento” del capitano della Dodicesima Divisione sui poveri Shinigami caduti vittima di Ichigo.

<< Ecco >> fece Rukia, titubante <<  Kurotsuchi-san ha… >>

Con una smorfia, Shinji alzò una mano, interrompendola << D’accordo, d’accordo. Non aggiungete altro >> sospirò, incrociando le braccia << Questo significa che presto sarò convocato per un’assemblea. E’ un bene per voi che siate riusciti ad arrivare per primi, non credo che avrò più molto tempo >>

Li osservò, intuendo i loro dubbi.

<< Pensate che Ichigo sia in qualche modo controllato dal suo potere Hollow, non è così? >>

Gli Shinigami annuirono.

<< E cosa vi fa credere che invece non stesse semplicemente usando il suo potere di Vizard? >>

Leggermente scoraggiata, Rukia si morse il labbro. Sapeva dove voleva andare a parare.

<< Però >> fece Renji << Se non fosse così, si spiegherebbero molte cose non credi? >>

Shinji ghignò, scuotendo il capo << Da quello che ho constatato secondo i rapporti e secondo la tua stessa testimonianza, Rukia, Ichigo sembrava nel pieno delle sue capacità mentali quando lo hai visto. Certo, un po’ frastornato, ma capace di formulare frasi compiute e con un minimo di logica >> il suo sguardo si fece serio << Credetemi, se fosse stato davvero sotto il controllo del potere Hollow, ve ne saresti accorti >>.

Scoraggiati, i due abbassarono lo sguardo. Erano di nuovo punto a capo.

Rukia si morse l’unghia del pollice, frustrata << Tutto questo non ha senso...il suo reiatsu, il suo modo di comportarsi! Se non è controllato dal suo potere hollow allora cosa lo spinge? >>

Shinji, ripreso il suo posto dietro alla grande scrivania della stanza, incrociò le mani appena di fronte alle sue labbra.

<< Il vostro errore è pensare al potere hollow come a qualcosa di estraneo al potere di Ichigo. Non si tratta semplicemente di un contrapposto come il “bene” o il “male”, il “bianco” o il “nero”. L’Hollow e Ichigo sono la stessa entità, facce della stessa medaglia. Essenze gemelle che condividono un unico corpo. Quello che facciamo noi Vizard è isolare questa piccola frazione di potere, sfruttandola. Non gli diamo la possibilità di divenire un completo tutt’uno. Quando Ichigo ha rilasciato tutto quel reiatsu, dalla sua cella, deve aver compiuto un passo che lo ha legato alla parte più profonda del suo potere Hollow, inglobandola e accettandola di sua spontanea volontà >>

<< Una cosa del genere è possibile? >>

<< Per uno Shinigami qualunque? No. Verrebbe sopraffatto e si tramuterebbe in una semplice bestia Hollow bramosa di sangue ma...Ichigo, beh, lui è Ichigo. Non è SOLO uno Shinigami. E’ un umano che è ANCHE uno Shinigami e un Hollow. E quando unisci qualcosa che per la legge della natura stessa devono essere separate...ne nasce sempre qualcosa di terribile. Buona o cattiva, dipende dai punti di vista >>

Renji abbassò lo sguardo << Per questo motivo quando ha rilasciato tutto quel reiatsu, non siamo riusciti a identificarlo...perchè un potere simile, semplicemente, non è mai esistito fino adesso >>

Rukia strinse gli occhi, stanca e arrabbiata. Anche la sua ultima speranza era svanita: Ichigo non aveva agito secondo il volere di qualcun' altro.

Avevano sbagliato tutto, TUTTO. Il loro processo e piano di recupero si era svolto in modo completamente errato. I segreti, i pedinamenti, la cattura e le analisi. Avrebbe dovuto parlarne con Ichigo. Avevano dato per scontato che avrebbe accettato di sottoporsi a tutto quello senza conseguenza alcuna. Come avevano fatto ad essere così ciechi?

Aveva incontrato Isshin-san qualche giorno prima, ed era ancora devastato. Non sapeva se Ichigo gli avesse fatto qualcosa di simile agli altri Shinigami, ma di certo quel povero uomo non avrebbe resistito a lungo ridotto in uno stato così pietoso. Pallido, deperito.

Rifiutava ogni contatto e controllo ripetendo costantemente che voleva riavere suo figlio.

Si era presa perfino in considerazione l’idea di cancellargli la memoria, così come avevano fatto con le sorelle, ma poi come avrebbero potuto spiegagli la situazione attuale?

Intuendo le loro preoccupazioni, Shinji si rialzò, poggiando delicatamente una mano sulla spalla della donna.

<< Capisco perfettamente come vi sentite. Ichigo non è solo un compagno fidato, è anche un amico a cui devo molto. La situazione in cui si trova è difficile da comprendere, anche per me che condivido il suo essere Vizard. E questo può significare che come posso essere in ragione, posso essere anche in torto, nelle mie teorie. Consoliamoci sul fatto che per adesso, le sue azioni dalla sua fuga non siano state irreversibili >>.

Rukia alzò lo sguardo, e proprio mentre cercava con tutte le sue forze di tirare le sue labbra in un sorriso, uno Shinigami sfondò le porte della stanza in tutta fretta. Madido di sudore e il fiato corto, guardò il gruppo con gli occhi spalancati.

<< Vicecapitano! Kuchiki-san! >> boccheggiò, tra un respiro e l’altro << Il Capitano Byakuya...mondo umano! >> tossì, afferrandosi con forza il kimono. Doveva aver corso per tutto il Seireitei.

I due non se lo fecero ripetere due volte. Corsero velocemente verso il portale e, seguendo le indicazioni di uno Shinigami che li attendeva come da ordini, lo attraversarono.

Superato il portale, Renji e Rukia si ritrovarono nel fitto di una foresta innevata. Il silenzio e il freddo gli tolsero per un momento il respiro. C’era qualcosa in quel luogo che la terrorizzava.

<< Dove siamo? >> sussurrò, Renji.

Rukia scosse il capo, sfregandosi con forza le braccia e sospirando con forza, alzando una nuvola di vapore. Improvvisamente udirono dei passi e, nonostante il vento e la fitta neve che cadeva sopra le loro teste, intravidero la fioca luce di una lanterna. Questa si avvicinò sempre più velocemente, rivelando poi il viso di Isame Kotetsu, Vice capitano della Quarta Divisione.

Era pallida e visibilmente provata. I suoi occhi erano rossi ed era chiaro che avesse pianto.

I due Shinigami la raggiunsero, e la donna pareva impossibilitata a parlare. Chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro.

Quando li riaprì, sembrò aver recuperato parte della sua forza, o almeno quanto bastava per farle muovere le labbra.

<< Scusatemi >> parlare sembrava costarle una fatica assoluta << È stato trovato il corpo di un quarto Shinigami di pattuglia, e il Capitano Byakuya ha convenuto che anche voi foste presenti, anche se non ne capisco bene il motivo >>.

I due annuirono e la seguirono quando riprese a camminare.

<< Come mai sei qui? >> chiese Rukia, con cautela.

<< La Shinigami faceva parte della Quarta Divisione, era...era mia amica >> la voce le si spezzò, ma imperterrita continuò a camminare, decisa << C’è anche il Capitano Unohana. Abbiamo provato di tutto ma, non c’è stato niente da fare >>.

Camminarono per qualche minuto nell’assoluto silenzio, spezzato solo dai loro passi sulla neve alta e soffice, appena caduta. Perfino Unohana non aveva potuto niente.

Il vento ululò sinistramente e Rukia non poté fare a meno di chiedersi di nuovo in quale angolo sperduto della Terra si trovassero.

Improvvisamente apparvero altre due lanterne, protette dalle fronde di un albero. Insieme a loro, si stagliavano fieri i due Capitani. I loro volti erano eterei e apparentemente impassibili, ma Rukia sapeva che in realtà i loro animi erano scossi, forse anche più di loro.

Le si strinse il cuore quando, avvicinatasi, notò un corpo ai loro piedi.

Il Capitano Unohana, inginocchiatasi accanto al corpo, la teneva vicina in un modo tanto tenero e protettivo, che Rukia non poté fare a meno di commuoversi.

Si avvicinò ed era chiaro purtroppo, che la ragazza non aveva più traccia di vita in lei.

Era giovane, con lunghissimi capelli castani e una bellezza semplice ma rara. La bellezza tuttavia, era sovrastata dai terribili segni di morte che la pervadevano. Pallida, colpita dal gelo, mostrava una paurosa ferita da taglio sullo stomaco e vicino al cuore. I polsi erano segnati da lesioni provocate certamente da una corda, o qualcosa di simile. Sotto di lei, la neve si era tinta di un sinistro scarlatto, una pozzanghera grande almeno quanto lei. Il dettaglio più sinistro, tuttavia, era il kanji segnato col sangue tra le clavicole della Shinigami: “無”* (Mu) ovvero, “nessuno”.

In quell’istante, con i tenui singhiozzi di Isame alle sue spalle, Rukia capì il motivo per il quale Byakuya li aveva convocati.

<< Era una brava persona >> proruppe Unohana, mesta << Una Shinigami estremamente capace e generosa. L’unica cosa che le stava a cuore era il bene del prossimo >> con delicatezza e non mostrando alcun segno di fatica, la tirò su prendendola tra le braccia << Portiamola a casa >>.

Silenziosi gli Shinigami aprirono un passaggio per la Soul Society. Al loro arrivo, furono accolti da una piccola folla. La voce doveva essersi sparsa velocemente. Quando videro il corpo inerme tra le braccia del Capitano, un silenzio irreale attraversò l’intero gruppo, che lentamente si scostò, facendo strada.

Giunti alla sede della Quarta Divisione, Unohana dispose con delicatezza il corpo della Shinigami su di un lettino, sorridendole con dolcezza.

<< Non dovresti trovarti qui, mia cara. Perdonami >> le sussurrò.

In quelle poche parole Rukia riuscì a percepire la rabbia celata in esse, la attraversò, come un veleno per tutta la sua pelle.

Improvvisamente si levò un grido dalle porte della Divisione.

<< FATEMI PASSARE!! >> sbraitò, qualcuno << VI HO DETTO DI TOGLIERVI BASTARDI!!! È MIA MOGLIE!! MIA MOGLIE!!! >>

Si udirono dei tonfi e poi dei passi frenetici. In poco meno di un minuto, nella stanza entrò uno Shinigami che Rukia riconobbe far parte dell’Undicesima Divisione. Varcata la soglia e incurante della presenza dei due Capitani l’uomo, uno Shinigami alto, dai i corti capelli rossi e gli occhi verdi, si avvicinò traballante al corpo della giovane. Lo osservò per un’instante, prima di inginocchiarsi al suo fianco, tremante.

<< Mihiro… >> sussurrò, prendendole la mano e portandosela sul viso << Mihiro! >>.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre premeva la mano della moglie sulla sua guancia. Con l’altra mano le accarezzò la fronte, spostandole i capelli e mordendosi con forza le labbra.

<< Perchè la mia Mihiro? Perchè? >>.

I suoi occhi si posarono sul kanji segnato sul suo petto. Con profonda rabbia e disgusto, lo coprì con la sua mano. Poggiando poi la sua fronte su quella di Mihiro.

<< Ti amo tanto. Ti amo tantissimo Mihiro, capito? Più della mia vita >> le sue lacrime caddero sugli occhi della donna, che scivolando come una dolce carezza, finirono calde sulle lenzuola del lettino.

Improvvisamente, il corpo della Shinigami prese a brillare di una fioca luce. Il corpo, lentamente, prese a scomparire tramutandosi in leggere particelle di reiatsu.

L’uomo, scuotendo la testa, le afferrò il capo, stringendoselo al petto.

<< No… >> le sussurrò, baciandogli piano i capelli << Ti prego non ancora, non ancora! Resta con me >>.

La cullò dolcemente, mentre lentamente e come un sospiro di vento, il suo corpo svaniva, come la sua anima.

<< Mihiro >> sussurrò, prima che del suo corpo non restasse altro che il kimono.

Pianse con forza stringendo a se l’indumento, prima di scoprire con orrore che la scritta “無” era stata trascritta anche nella maglia bianca del shihakusho**, nello spazio tra le scapole.

Esplodendo in un grido di pura rabbia e disprezzo, l’uomo fece per scaraventarsi fuori dalla stanza.

<< UCCIDERÒ QUEL MALEDETTO BASTARDO!!!!! >> gridò con tutte le sue forze, sguainando la sua zampakuto << Giuro che lo farò a pezzi con le mie mani!! >>. Prima che potesse uscire, Byakuya gli si piazzò davanti.

Bastò un semplice sguardo del Capitano per far fermare l’uomo.

Questo lo guardò a lungo e Rukia realizzò, improvvisamente, che in quella stanza suo fratello sapeva forse meglio di chiunque altro come quell’uomo dovesse sentirsi.

<< Trova consolazione sul fatto che l’anima di tua moglie stia dando la possibilità ad un’altra vita di godere delle gioie che l’esistenza ha da offrire. Il tuo compito da ora in poi è fare in modo che il suo ricordo sia eterno >>

Convinto, ma anche visibilmente svuotato di ogni sentimento, l’uomo abbassò il capo e lentamente si trascinò fuori. Unohana, dopo un breve istante, uscì fuori seguita a ruota da Isame, che per quanto possibile, sembrava ancora più scossa. Anche Byakuya si allontanò, non prima di aver scambiato un profondo sguardo di intesa con la sorella.

Rukia abbassò lo sguardo sul kimono di Mihiro, e nel guardare il kanji, non poté fare a meno di provare un profondo senso di nausea nell’immaginare le dita di Ichigo che lo percorrevano.

“Niente” pensò “È questo che siamo diventati…”

Barcollò per un secondo, poggiando la schiena sul muro alle sue spalle.

Renji le si avvicinò, afflitto << Rukia >> disse << Q-questo non può essere… >>

Scuotendo il capo, Rukia sorrise, passandosi una mano tra i capelli << È inutile, Renji. Non possiamo più sperare. È finita. Ichigo, per quello che mi riguarda, è già morto nelle prigioni tre settimane fa >>. Il suo cuore ebbe un tremito nel pronunciare quelle parole. Stava cercando di dirle che in fondo aveva ancora speranza? No, non poteva essere.

Lo shinigami spalancò gli occhi, stupito. Per poi abbassarli, furente, stringendo con forza i pugni. Anche lui, a quel punto, parve esplodere e gridando un’imprecazione, corse fuori.

Rukia si lasciò scivolare al suolo, poggiandosi le mani sugli occhi.

Come, oh come avrebbe fatto a dirlo a tutti gli altri?

Chad, Ishida...Inoue?

Ancora una volta, il suo cuore parve stringersi e chiudersi in una morsa d’acciaio.

“Kaien-dono” pensò “Sta succedendo di nuovo...sto per perdere qualcuno, e non posso fare niente per evitarlo”

Chiuse gli occhi, ed ebbe l’impressione di sentire la stessa fredda, gelida pioggia di quel giorno.


*: Nel buddhismo Zen “Mu” è un termine che può essere tradotto approssimativamente come "nessuno" o "senza". Sebbene nella lingua giapponese si utilizzi tipicamente come prefisso per implicare l'assenza di qualcosa

**: La maggior parte del personale del Gotei 13 indossa l'uniforme standard chiamata shihakusho, una maglia bianca coperta da un kimono nero, degli hakama neri e una cintura bianca.


[Angolo Autrice]

Salve a tutti! Grazie per aver letto! Bando alle ciance e riveliamo il “vincitore” per il personaggio OC.

Ed è *rullo di tamburi* alice_kurosaki con la sua Cora Escarlata!

Naturalmente ringrazio tutti gli altri lettori che hanno inviato la loro scheda, è stato un trauma dover scegliere erano tutti OC molto interessanti. Grazie mille!

Spero che ad alice_kurosaki faccia piacere sapere che mi cimenterò in un disegno su Cora. Sono una completa dilettante in fatto di disegno, ma la sua scheda era così dettagliata che non ho resistito! ;)  Dunque grazie di nuovo a tutti e spero che la mia fic vi stia piacendo! A presto!

Shirley Mei
   
 
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