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Autore: DaisyBuch    08/08/2016    1 recensioni
Olga Haraldsen è la contessa del Lago Twerjen, che vive sola nell'unica casa che si affaccia su di esso. In Norvegia esistono lunghi periodi che si alternano tra giorni di sola notte e giorni di sola luce, e nei periodi così detti delle "notti polari" succede qualcosa di strano ad Olga ed al lago. La giovane donna è vedova e nasconde dentro di sè un angosciante segreto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivarono a casa poco prima di mezzanotte.
Olga sentiva vampate di gelido freddo dietro la schiena. Si tolse la sciarpa e la avvolse intorno a Nina, che ancora dormiva. Aprì lo sportello e provò con calma a non farla svegliare, ma dentro di lei sentiva il panico che saliva sempre di più ed occupava tutta la sua testa, non la faceva pensare.
Con un braccio tenne Nina, con l’altro prese le chiavi dalla borsa ed aprì velocemente la porta. Salì le scale fino al secondo piano, fece tutto il corridoio di corsa sempre badando a non farla svegliare. Aprì la porta della sua stanza e poggiò delicatamente la bambina al centro del letto, le tolse le scarpe e la sciarpa ma improvvisamente cominciò a girarle la testa, vide tutto nero.  Fece appena in tempo a metterle una coperta addosso. Corse fuori dalla stanza e la chiuse dentro a chiave con tre mandate. E poi respirò l’ultima volta prima di perdere coscienza.


Si svegliò nuda ai piedi del lago.
Aprì piano gli occhi.. la luce non le dava fastidio. Non c’era luce. O meglio, c’era un leggero bagliore che le doveva far capire che era mattino.. forse. Rimase sulla riva a guardare l’orizzonte per un po’ come faceva spesso, i sassolini neri sotto di lei non le facevano male e leggere onde le arrivavano fino alla vita e poi scomparivano di nuovo ai suoi piedi velocemente. L’acqua l’accarezzava di continuo con lo stesso ritmo, e tutto era calmo. Quella era l’unica cosa che le era sempre piaciuta.
Era tutto calmo.
Cominciava in quel momento a sentire piano piano sempre più freddo, la sua temperatura cominciava a divenire normale. E all’improvviso, con l’avvento della normalità e quindi della realtà, si ricordò della bambina.
 Sgranò gli occhi e si alzò in fretta dalla sabbia rugosa del lago.
Voltò lo sguardo verso la sua casa in alto, e mentre correva tornando verso di essa notò che una esile figura dalla finestra della sua stanza la stava fissando.
Inizialmente si spaventò semplicemente, ma quando realizzò che doveva essere Nina rimase paralizzata.
Quella notte aveva chiuso Nina proprio nella sua stanza, quella con la vista migliore sul lago.. come aveva potuto essere così stupida?
Fece tutte le scale che risalivano al giardino di casa di corsa, lasciandosi senza fiato. Entrò temerariamente dentro la casa, attenta ad ogni minimo rumore. Silenziosamente si diresse verso il bagno del piano di sotto e si avvolse con un asciugamano.
Salì le scale fino al secondo piano lentamente, con le mani che le tremavano ed i capelli fradici che le facevano sentire freddo dietro la schiena. Senza fare rumore attraversò tutto il corridoio e si avvicinò al pomello della porta, prese la chiave e la girò tre volte in senso orario.. indugiò ancora qualche secondo e poi con molta paura la aprì.
Trovò Nina seduta sul letto con la abat-jour accesa. Davanti a lei c’erano molti libri aperti, messi in disordine sulle coperte, ma in quel momento la bambina la stava fissando intensamente.
Olga non sapeva che dire.
Si guardarono silenziosamente per qualche minuto, immobili.
Poi Olga deglutì.
-Che stavi facendo?- le chiese mettendosi una ciocca di capelli bagnati dietro l’orecchio.
Nina abbassò lo sguardo sui libri.
-Non ci sono figure su questi.- disse aggrottando la fronte.
Olga sospirò lievemente, forse non aveva visto nulla.
-Io.. sono andata a farmi una nuotata al lago.- le sorrise a disagio.
Nina scese dal letto e raggiunse Olga.
-Io ti ho vista. – le sorrise raggiante. –Tu sei u..- provò a dire ma Olga le tappò la bocca con la mano. Poi quando si accorse che forse poteva averla spaventata la tolse subito, e Nina cominciò a piangere.
-Oh no no no, scusami. Non volevo davvero. Scusa mi dispiace.- la supplicò di fermarsi a piangere, mettendosi in ginocchio davanti a lei e sedendosi sui talloni.
-E’ che.. è un segreto.- le spiegò, ottenendo la sua attenzione. – Non devi dirlo a nessuno. Va bene? – le fece promettere. Questa specie di accordo segreto la emozionò, non solo smise di piangere ma la abbracciò contenta.
Olga rimase impietrita.  Nina si staccò dopo tre secondi.
-Sei ancora bagnata!- inorridì.
Olga la guardò sinceramente negli occhi, -Facciamo così: io mi vado a vestire, tu intanto scendi di sotto e vai a fare colazione, d’accordo?- le chiese con un sorriso.
Nina annuì tutta felice.

 
   
 
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