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Autore: PikkolaGrandefan    27/04/2009    1 recensioni
Rimasi sveglia, ma avevo l’impressione che lo fosse anche lui. Avevo la schiena scossa dai brividi per il freddo, ma il resto del corpo era scaldato dalle sue forti braccia. Ero nuda e tremavo. Sentivo il cuore finalmente leggero, ma ero comunque assediata da dubbi. Alla fine, per l’ansia, decisi di rivestirmi. Rindossai la divisa scolastica e feci per trasfigurare una coperta quando vidi il moro fissarmi con i suoi intensi occhi coloro nocciola.
”N-non andartene..” mormorò.
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Ma sono scema, o cosa?

Questa domanda tartassava la mia mente a ritmi continui e senza fine.
Per quale stupido, assurdo, ignoto motivo avevo accettato di uscire con lui?
Camminavamo affiancati distaccati dal gruppo. Guardavo con invidia Mary che camminava mano nella mano con Ricky, diretti chissà dove per cercare un po' di intimità. "Sei sicura di non voler venire con noi?", così aveva detto Mary.
"No", avevo risposto sicura, "Ci divertiremo un mondo".
Peccato che, già dopo venti minuti passati ad Hogsmeade, nessuno di noi apparte il 'ciao' iniziale aveva accennato a voler iniziare una discussione.
Per parlare poi di che cosa?
Lo vedevo con il naso congelato, i capelli biondicci cosparsi di neve, stringersi nel suo cappotto beige e fregarsi le mani. Era così educato e composto. Sorrisi...
"Carl?" chiesi timidamente.
"Perchè non andiamo a bere qualcosa?" proposi, trovandomi stranamente strafottente e tuttavia a mio agio.
"Certo... da Madama Piediburro?" chiese.
Non rimasi affatto sorpresa della sua risposta. Era risaputo che il nuovo locale appena aperto, Madama Piediburro appunto, era un tranquillo luogo di ritrovo per coppiette che volevano passare del tempo in intimità. Evidentemente ci stava provando anche lui con me. Mi sentì lusingata.
"Perchè no?!" affermai prendendo veemente il suo braccio e aggrappandomi ad esso, "Andiamo!".
Mi sorrise dolcemente, sembrava che la conformazione delle sue labbra fosse fatta apposta per quello, e insieme ci avviammo per la via.
Carl mi stava veramente simpatico. Era silenzioso, ma si comportava come un angelo custode come se vegliasse su di me.
Intelligente, tra i primi della classe e della scuola, come me era caposcuola. Mi sarebbe piaciuto essere nella sua casata, nei Corvonero. Il Capello Parlante stava per mandarmi proprio lì, ma poi chissà per quale assurdo motivo, mi aveva spedita nei Grifondoro.
E poi era indubbiamente un bel ragazzo. Anzi, bellissimo ragazzo. Biondo, non platino come Malfoy ma sul cenere, aveva due grandi occhi color caramello. Era alto, slanciato. Le sue compagne di Casa mi avevano raccontato che aveva fatto palestra, e che la faceva ancora. Non che fosse muscoloso come uno di quei mostri che si vedono nelle partite di Wrestling o roba simile. Ma il corpo era palesemente allenato.
Tutte avrebbero fatto pazzie per lui. Chissà invece che cosa lo avesse colpito di me.
I miei capelli rossi da strega del medioevo? Io, che ero anche così bassottina...
Comunque mi piaceva stare con lui. Mi rendeva felice la sua compagnia. Decisi di impegnarmi a stare con lui più spesso.
Il locale era affollato. Nell'aria aleggiava un profumo dolciastro, un po' nauseante. Beh, come primo impatto il locale non mi piacque affatto, benchè avesse una fama parecchio prestigiosa.
Entrammo e una ragazza mora ci indicò un tavolo ad angolo che dava sulla strada poichè era appunto affacciato grazie ad un enorme, e bellissima vetrata. Appena ci fummo seduti, la ragazza fece apparire un blocco per gli appunti e, sorridendo, si rivolse a noi:
"Desiderate?".
"Per me solo un tè, grazie" risposi io.
"Anche per me" disse Carl.
Appena la ragazza se ne andò, lo guardai stupita.
"Perchè solo un tè?".
"Ho preso la stessa cosa che hai preso tu" rispose.
"Ma non dovevi... non era necessario..".
Lui sorrise.
"Ma io non l'ho fatto per te... se questo intendevi tu..a me piace il tè'' disse semplicemente.
Giusto. Perchè mai, sarebbe stato così stupido da ordinare come due piccioncini la stessa cosa che avevo ordinato io? Sono troppo egocentrica. "Scusa hai ragione. Credevo fossi come tutti gli altri con cui sono uscita, che hanno ordinato una burobirra o roba simile" mentì io. Non ero mai uscita con un ragazzo. Mai. Effettivamente il motivo era perchè non avevo mai accettato, dato che nessuno mi era mai piaciuto. Ma Carl era diverso.
"Ah... non bevo" affermò. Mi stupì della sua sincerità. "Sorpresa?" continuò lui. "Non proprio... ammiro la tua sincerità" ammisi. "Ah. Grazie. Ed io la tua bellezza". Lo guardai torva, ma sembrava nuovamente sincero. "La mia...bellezza? Scherzi?" chiesi ridacchiando nervosa. "Ma non te ne accorgi, Lily?" disse lui, "Sei così piena di qualità che fai di tutto per trovarti difetti. Sei intelligente, un'ottima strega, bella e simpatica.. secondo me lo sai anche tu!". Rise. "No.. sapere cosa, poi?".
"Il motivo per cui uno come James Potter ti sta dietro". Lo guardai in volto: sorrideva malizioso.
"Potter non mi sta dietro" affermai sicura, "Ed io non uscirò mai con lui. Lo odio" affermai.
"Ok, ok... allora però potresti uscire con me" disse lui.
Io sorrisi furba.
"Ma non stiamo uscendo assieme?".
"Allora dovremmo farlo più spesso, che ne dici?".
Feci finta di pensarci un attimo.
"Si" finì per dire soddisfatta.
Il suo volto si illuminò e per un attimo mi strinse la mano, per poi ritrarla appena la ragazza mora ci portò i due tè. Sorrisi sotto i baffi: mi stavo divertendo davvero.

Non sapevo che c'era chi stava per non divertirsi affatto.
"James, non vieni?" urlò Sirius.
Il moro non rispose e iniziò a correre per le vie con un sorriso canzonatorio stampato in faccia.
"James!" esclamò Remus mentre Sirius inseguiva l'amico.
Peter saltellava eccitato, battendo le mani, come se fosse a una partita dei suoi giocatori di Quidditch preferiti.
"Sei lento Sirius!" intanto James diceva.
"Ramoso non lo sai che i cani mangiano i cervi?".
James ridacchiò fin quando girò l'angolo e si fermò. Una vecchietta lo stava guardando accigliata.
"Buon Giorno signora" disse lui, imitando il saluto dei soldati.
La vecchietta borbottò qualcosa per poi andarsene.
Quando fu sicuro che Felpato fosse ben lontano, iniziò a camminare lentamente per poi entrare in un negozio di articoli per il Quidditch.
In quel momento Sirius arrivò ridendo.
"Ramos..." ma la sua attenzione fu attirata da qualcos'altro.
Una ragazza dai capelli corvini lunghi, e gli occhi color ghiaccio, era attaccata ad un ragazzone biondo che Sirius riconobbe essere il battitore del Tassorosso.
Anche la ragazza si accorse della sua presenza e spalancò gli enormi occhi cerulei.
"Sirius" mormorò.
"Ehi Black!" disse amichevolmente Ricky, "E' da un po' che non ci si sente. Come va?".
"Male" disse Sirius, continuando a guardare la ragazza che abbassò lo sguardo lentamente.
"Male? Problemi di cuore? Proprio tu il play boy di Hogwarts?!".
Fece un mezzo sorriso, ma non rispose.
"Beh io ho appena trovato la felicità", disse indicando la mora, "Mary è fantastica".
"Lo so" disse piano Sirius. Mary lo studiava attentamente ma Felpato cercava di non tralasciare emozioni.
"Beh noi andiamo. Ci vediamo in giro Sir".
"Ciao Ricky".
Così i due svoltarono l'angolo, lasciando Sirius con un gran vuoto dentro.
Rimase lì, fermo sino a quando sentì due grandi braccia afferrarlo da dietro e spingerlo sino a farlo cadere a terra.
"Felpato!" ridacchiò James, "Qual buon vento di porta qui?".
"Arghhhh....James! Piantala!" esclamò seccato Sirius mettendosi in piedi.
"Ehi amico, che ti succede?".
"Niente"grugnì Sirius.
"Non hai voglia di parlarne?" disse James studiandolo con attenzione.
"No" disse Sirius.
"E va bene. Però adesso dobbiamo tornare da Remus e Peter" disse James sorridendo, sornione.
Ma Sirius non aveva voglia di correre. Così si mise a camminare svogliatamente con le mani in tasca, e James si dovette adattare.

"Credo sia ora di tornare" dissi tirando Carl per un braccio.
Dopo aver bevuto qualcosa da Madama Piediburro, nel quale non metterò mai più piede, eravamo andati nella foresta vicino a scuola, davanti alla Casa abbandonata che pareva, così Carl mi raccontò, si chiamasse Stamberga Strillante.
"E' disabitata da decenni ormai" aveva detto Carl, "Pare che ci abitasse una strega e che l'abbia maledetta. Ma potrebbe essere anche una leggenda per allontanare i curiosi, anche se sono convinto che la Stamberga nasconda qualcosa".
"Ci sei mai stato?" avevo chiesto interessata.
"No, te l'ho detto: anche io, come tutta Hogsmeade, ho troppa paura della casa stessa. Non andarci mai Lily" aveva aggiunto, vedendomi fin troppo incuriosita.
Non avevo la minima intenzione di andarci. Non subito almeno. Ma mi proposi di fare ricerche più approfondite sull'argomento.
Ora, io e il biondo stavamo camminando a braccetto. Carl era radioso, anche io lo ero a mio modo: era stata veramente una bella giornata.
"Cos'hai comprato prima in libreria?" chiese Carl indicando il paccheto verde muschio con lo stemma del Ghirigoro che tenevo in mano.
"Oh, niente. Un libro su leggende locali di Hogsmeade" dissi, cercando di apparire disinvolta.
"Lily" ridacchiò Carl, "Ho sbagliato a dirti della Stamberga. Sei troppo coinvolta per i miei gusti". Era divertito, non arrabbiato.
"Voglio solo informarmi sul suo conto, ma non c'entrerò mai. Lo giuro".
"Lo spero proprio per te. Non farlo mai, Lily" , non aveva colto la mia leggera ironia. Evidentemente la questione gli stava proprio a cuore quindi decisi di prenderlo alla lettera.
Annuì.
In quel momento una forza superiore si schiantò addosso a me facendomi cadere in terra.
"Ahi!" gemetti.
"Evans! Sei proprio un sacco di patate!" esclamò sghignazzando una voce purtroppo conosciuta.
Feci per rispondere indignata.
"La tua idiozia non ha mai limite, Potter" mi voltai, le parole non erano uscite dalla mia bocca benchè ne avessi avute tutte le intenzioni.
"Dawson come sei poco originale anche tu", sghignazzò il moro.
Sentì una voce ridacchiare alle sue spalle. Tuttavia rimasi sorpresa nel constatare che non proveniva dal migliore amico di Potter, Sirius Black, ma da Peter Minus. Black se ne stava da un parte assieme a Remus che guardava silenzioso e accigliato la scena.
"Che cretino" dissi.
"Attenta a non offendermi troppo Evans. Dawson non ha ancora sentito la tua cafonaggione?".
"Ma come ti permetti!" esclamai, "Tu che parli di educazione a me?".
"Carl non hai mai sentito uscire niente dalla bella boccuccia della Evans?" ridacchiò beffardo, "Qualcosa del tipo: vaffanculo Potter, fottiti, stronzo...eccetera eccetera?".
Sussultai. Carl era livido... che figura, non avrei voluto vedere la mia faccia in quel momento!
"Non rispondi Evans?".
"Non mi abbasso ai tuoi livelli" sibilai.
"Ovvio, al mio metro ottanta non ci arrivi manco con i tacchi" sbraitò suscitando le risate di Minus che fucilai all'istante con uno sguardo.
"Hai ragione Potter" tagliai corto, "Sono brutta, bassa e impacciata, e troppo antipatica per te. Ci si vede" e feci per prendere Carl per un braccio quando Potter mi afferrò. Sentì un grugnito provenire da Carl.
"Tesoro sei uno schianto. Per la goffagine ci sono sempre io a poter rimediare" disse guardandomi in modo sin troppo malizioso.A quel punto non ci vidi più.
"Ma vaff...a quel paese!" gridai lanciandomi verso Carl che ne approfittò per afferrarmi. Guardò con odio il moro che rispose con uno sguardo beffardo e mi fece l'occhiolino. Girammo i tacchi dirigendoci verso Hogwarts e, c'avrei giurato, Potter stava ancora sghignazzando.

Ciao a tutti! Fine del capitolo... spero che la storia vi piaccia, non ho avuto tempo per aggiornare e mi dispiace. Ma sono in vacanza questa settimana e spero di aggiornare il più possibile. Grazie a tutti, un bacio la vostra
Elis@
  
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