Capitolo 3
Finzione da
Oscar
-Brutto stronzetto egocentrico,apri
questa maledetta porta-
Dalia stava urlando mentre
saltellava ansimando per trattenere la pipi, davanti la porta del bagno chiusa
da minuti e minuti, e che sembrava proprio non volersi aprire a meno che non
sarebbe trascorso il doppio del tempo già passato.
Doveva assolutamente andare in bagno
prima di esplodere come un fiume in piena.
Ma ovviamente Hayden doveva occupare
il bagno per un ora e mezza,non sarebbe stato da lui starci di meno.
-Hayden!!Cristo,apri questa cazzo di
porta!- continuò ad urlare disperata, sentendo delle fitte sempre più forti nei
pressi della pancia. Era davvero al limite.
Era seduta adesso per terra,a gambe
incrociate e pregava di non farsela addosso mentre picchiava contro la porta.
Poi picchio il pugno contro una
gamba.
-Hei,vacci piano ragazzina-disse
Hayden uscendo con tutta calma, quasi come se stesse facendo una sfilata di
moda e lanciandole un’occhiataccia.
Dalia si alzò velocemente in piedi e
lo buttò subito fuori dall'uscio per precipitarsi in bagno.
-Che maniere!Ti sei svegliata male
stamattina?-le chiese mangiando una brioche al cioccolato.
Poi lei uscì come un tornado
infuriato dal bagno
-Tu- e puntò il dito contro di lui,
incavolata come non mai-Maledetto che non sei altro,ma ti pare che tutte le
mattine debba essere così?Dobbiamo mettere dei turni anche per il bagno?Se non
capisci te lo spiego più chiaramente..Non puoi occupare il bagno per due ore e
far finta di non sentire quando ti chiamo per entrare capito? O se no è meglio
che tu prenda un biglietto per l'Alaska la prossima volta,perchè ti picchierò a
sangue-gli intimò e poi se ne ritornò in camera sua mentre Hayden alzò le
spalle come al solito.
La prima cosa che Mel vide appena aprì gli
occhi fu Matt, che la stava delicatamente scrollando per farla svegliare. Fece
un piccolo verso scocciato, ancora assonnata, prima di guardarsi intorno. Anche
se era passato un mese, ancora si abituava alla sua nuova camera che divideva
con Dalia, dalle pareti color pesca e decorata con i poster dei loro cantanti
preferiti. Si alzò sui gomiti, strofinandosi gli occhi ancora cisposi, prima
che il suo sguardo vagasse sulla maglia che aveva utilizzato come pigiama…
-Stronzo, chi ti ha dato il permesso di
entrare in camera mia mentre sto dormendo?- urlò all’improvviso, dopo aver
realizzato che quella maglia, seppure XL, a stento riusciva a coprirle metà
coscia. Per non parlare che era orribile, gialla con la scritta “Touch here!”
nera sul seno.
Matt sobbalzò, prima di coprirsi gli occhi
con entrambe le mani e sbuffando. –Va bene così?-
-No che non va bene, insomma, già è una
tortura dover dividere la casa con due ragazzi, ora non ho nemmeno più diritto
alla mia privacy!- sbottò infastidita, tirandosi le lenzuola candide fin sopra
il mento e guardandolo con un’aria torva.
-Quante storie, non ho visto nulla e di certo
se ho voglia di vedere una ragazza mezza nuda non vengo qui- rispose a tono
Matt. –E comunque abbiamo problemi ben più gravi, è per questo che sono venuto
a svegliarti. Quei due stanno facendo la loro solita lezione pratica di kung fu
e ha chiamato James… Di nuovo!-
Mel sgranò gli occhi, visto che li aveva
chiamati nemmeno dodici ore prima. –E cosa voleva?-
Matt sospirò, sedendosi sul letto della
ragazza. –Ha detto che viene a pranzo qui-
-Quando?!-
-Come quando? Oggi, no?-
La ragazza non rispose, ma sia il suo
sguardo che quello di Matt andarono a finire sul corridoio dianzi a loro, dove
regnava il caos: una serie di palline anti stress di Hayden per terra, la cesta
del bucato, addirittura una cartaccia di chissà che cosa facevano da ornamento.
Ed era solo una stanza. Chissà cosa vi avrebbero trovato nelle altre, quelle
più praticate!
-Cavoli. Dobbiamo darci da fare, abbiamo
solo… Solo tre ore!- esclamò Mel guardando l’orologio, alzandosi di botto dal
letto e facendo quasi cadere Matt, che istintivamente si portò le mani davanti
agli occhi mentre lei si infilava un paio di shorts di jeans onde evitare nuove
storie.
-Dobbiamo metterci all’opera, dammi solo
il tempo di andare un attimo in bagno-
-Ti sconsiglierei il bagno, ad essere
onesti- mormorò Matt rassegnato, ma Mel non vi badò.
E si disse che avrebbe preferito
ascoltarlo quando si trovò davanti Dalia e Hayden intenti nel lottare con
spugne, saponi e getti d’acqua.
Spalancò la bocca, incredula, mentre Matt
compariva alle sue spalle. –Te l’avevo detto- commentò sarcastico.
Ma la molla dell’impazienza scattò
definitivamente quando entrambi vennero colpiti da un pezzo di sapone, che
scivolò sul pavimento, fino a giungere a
metà ingresso.
-Basta!- urlarono in coro Mel e Matt,
facendoli voltare mentre erano impegnati in una singolare lotta corpo a corpo.
-La piantate di demolire la casa? Guardate
che a pranzo verrà James! E mi dite come cazzo possiamo giustificare questo
caos? Volete essere cacciati fuori?-
urlò Mel.
-Si, siete proprio idioti! Ora pulite
tutto e mettete tutto in ordine- ordinò Matt in tono autoritario, cosa che non
gli donava affatto. Infatti, dopo lo shock iniziale per la notizia, Dalia e
Hayden lo guardarono con un sopracciglio levato, quasi come a dire: “Come
osi?”.
-Cosa sono quelle facce? Matt ha ragione,
quindi piantatela e sistemate il bagno mentre noi mettiamo in ordine di là,
abbiamo solo tre ore per far ritornare questa casa come ce l’hanno data- impose
Mel, mettendo una mano sulla spalla di Matt che la guardò grato. –E giuro che
se avete rotto qualcosa di mio….- iniziò, ma Hayden la interruppe.
-A chi vuoi che importi dei tuoi prodotti
da quattro soldi! Dobbiamo sbrigarci a pulire, non ad ascoltare le tue minacce,
no? L’avete detto voi- la schernì.
Dalia e Mel lo guardarono incredule,
quella era stata l’ennesima dimostrazione della sua faccia tosta, ma si dissero
di non continuare a battibeccare per il loro futuro in quella casa. James era
molto intransigente, non avrebbe tollerato vedere l’appartamento che la casa
discografica aveva acquistato per loro ridotta in quello stato.
Rapidamente, Dalia e Hayden iniziarono a
mettere in ordine e a pulire il pavimento e gli specchi, macchiati a più non posso
da tutte quelle lozioni.
-Secondo me la prossima volta ci penseremo
due volte prima di combinare tutto questo caos-
ammise lei, mentre puliva uno specchio particolarmente macchiato.
-Si, stranamente concordo. E’ meglio se
andiamo a lottare nel giardino- approvò Hayden, che maneggiava una spugnetta
gialla sul pavimento con un’aria particolarmente nauseata.
-Strano ma concordo anch’io- disse Dalia.
Entrambi fecero un sorriso striminzito, ma quando se ne accorsero subito
distolsero lo sguardo e si concentrarono di più sulle superfici da pulire.
-Oddio, spero solo che dopo non puzzino le
mani per tutte queste schifezze- sbottò lui dopo qualche minuto di silenzio,
con aria preoccupata, la stessa con cui una cheerleader avrebbe commentato
un’unghia spezzata.
Dalia sospirò, esitò un secondo prima di
aprire uno dei mobiletti ed estrarne un paio di guanti di gomma. –Tieni, usa
questi, femminuccia- gli intimò.
Hayden fece per aprire la bocca per
ribattere sull’uso della parola “femminuccia” usata nei suoi confronti, ma si
zittì quando notò che con i guanti andava molto meglio.
Continuarono a pulire e terminarono un’ora
dopo, momento in cui giunsero in cucina e furono accolti dalla canzone “I love
rock’n’roll” che Matt aveva appena messo con il portatile di Hayden.
Così, presi da un’improvvisa euforia,
iniziarono a pulire i piatti sporchi del giorno prima e a di aiutare Matt e Mel
a ritmo di musica, cantando con gusto e accennando anche qualche passo di
danza, in particolare le due ragazze che iniziarono a fare un singolare
balletto mentre lavavano il pavimento. Quando terminarono incrociarono le due
scope sotto lo sguardo divertito dei ragazzi dei ragazzi che le osservavano dal
balcone, dove stavano diligentemente stendendo il bucato.
James arrivò a mezzogiorno e mezzo, con la
sua inseparabile valigetta e il completo grigio con tanto di cravatta.
-Ehi, James, prego, accomodati- disse
Dalia, imitando una perfetta padrona di casa, molto affascinante nella sua
gonna nera e una maglietta a mezze maniche grigia, mentre alle sue spalle
compariva una Mel particolarmente entusiasta con indosso dei jeans chiari e una
maglietta bianca.
-Ciao, James, finalmente sei venuto, non
vedevamo l’ora che tu venissi- disse, invitandolo ad entrare nel soggiorno,
dove c’erano i ragazzi particolarmente provati dai lavori appena svolti e che a
stento riuscirono a trattenere una risata sarcastica per le sue parole.
-Ciao, grazie- rispose lui, prendendo
posto e guardandoli, mentre anche le due ragazze si accomodavano di fronte alla
poltrona dove vi erano i ragazzi.
–Allora, avete trovato questo nome, miei cari senza nome?- domandò subito.
-Si, si, lo abbiamo trovato ieri sera,dopo
che ci hai chiamato- rispose Hayden.
-Preparati a presentarci al mondo come i
“Blackout”- disse orgogliosamente Matt, mentre gli altri annuivano.
-Blackout?- James parve pensarci qualche
secondo, prima di annuire. –Si, si, mi piace! Blackout, si!- ripeté entusiasta.
Gli sorrisero prima di dirigersi a tavola,
dove iniziarono a pranzare.
Appena finito il pranzo si
accomodarono sul divano e James assunse un atteggiamento molto serio e
composto,diverso da quello divertente e spiritoso conosciuto, tenuto durante il
pranzo.
-Allora ragazzi,dobbiamo mettere in
chiaro alcune piccole cose. Ho notato perfettamente il leggero astio tra di voi
e questo non giova per niente alla band. Ora non pretendo che domani siate già
una gran bella famigliola felice ma vorrei che vi sforzaste ad essere
gentili,carini e tanto amorevoli tra di voi,almeno davanti alle telecamere. Dovrete
sembrare a vostro agio,come se voi foste amici del cuore da sempre. Lo so che
può sembrarvi uno sforzo immenso,ma questo è ciò che vi chiedo per il momento
come sacrificio per la carriera. Credete di potercela fare?-
I ragazzi fecero silenzio mentre si
guardavano imbarazzati l'uno con l'altro.
In un mese di convivenza si erano
odiati,picchiati e mandati al diavolo così tante volte,che sembrava leggermente
impossibile che potessero anche solo fingere di volersi bene.
-Se è per la carriera,ci posso
provare-rispose Hayden alzando le spalle ,come al solito.
Ma in questo caso non era per
menefreghismo,solo per rassegnazione.
Doveva vivere e lavorare con 2
ragazze che odiava fin dal profondo del suo cuore,ma la sua carriera era la
cosa più importante,più dell'astio.
-La stessa cosa vale per me-disse
Dalia abbassando lo sguardo e pensando mentalmente a quanto avrebbe dovuto
faticare il giorno dopo per non uccidere qualcuno.
Già si immaginava una gran brutta
serataccia,una di quelle che speri di non vivere mai e che non auguri a
nessuno.
Tranne ad Hayden,pensò lei.
-E per voi?-chiese James agli altri
due componenti della band che non avevano ancora risposto e che continuavano a
guardarsi intorno come se cercassero una via d'uscita,che non c'era per niente.
Alla fine si arresero entrambi
-Ci sto-rispose Mel sbuffando.
Avrebbe dovuto mantenere i nervi ben
saldi il giorno successivo.
Meglio che mi prepari una bella
camomilla..Prevedo una fantastica seratina.Pensò tra sé e sé.
-Per me è ok.-pronunciò infine Matt
portandosi poi le mani al viso.
Non ci voleva neanche pensare a come
si sarebbe prospettata la giornata.
-Perfetto,vedo che siete d'accordo. Che
ne dite di un abbraccio per suggellare questo patto?-
I ragazzi assunsero uno sguardo
sbigottito
-Ab..Abbra..Abbracciarci?Tra di
noi?-balbettò Hayden,alla sola idea disgustato.
-Si Hayden.Vuoi per caso abbracciare
la lampada?Tra di voi,si ,abbracciatevi!!-spiegò James invitando i ragazzi a
farlo.
Le ragazze guardarono in modo
rivoltante i ragazzi mentre questi si avvicinarono lentamente come se andassero
in contro alla morte,e si abbracciarono molto impercettibilmente quasi come
fossero alla gogna.
-E questo lo chiamate
abbraccio?Forse non vi è molto chiaro quello che ho spiegato prima. Voi domani
dovrete far credere a tutti che siete amici,che vi volete bene,vi dovrete
abbracciare,sbaciucchiare,e dire a tutti che non avete mai trovato amici del
genere. Ma se vi abbracciate come se steste abbracciando dei cactus anche un
cieco capirebbe che vi odiate a morte!-urlò spazientito scuotendo la testa.
Perchè quei ragazzi non capivano che
dovevano farlo per forza?
Nessuno va ad ascoltare,compra il cd
di un gruppo che a malapena si sopporta!!.
Si alzò e li gettò l'uno nelle
braccia dell'altro mentre Dalia aveva una faccia stomachevole tra le braccia di
Hayden e Mel sorrideva falsamente tra le braccia di Matt,che invece alzava gli
occhi al cielo sperando in un miracolo.
Hayden bestemmiava silenziosamente
contro il destino o chiunque lo avesse messo in quella orribile situazione.
-Vabbè,ci siamo quasi almeno. Domani
siate più amorevoli che potete. Mi fido-prese la sua valigetta e se ne andò
sbattendo la porta.
-E mollami-esclamò Dalia disgustata
alla sola idea di essere stata anche solo per 5 secondi nelle braccia di quel
viscido ragazzino egocentrico.
-Ma chi ti vuole Reinaldi?-le urlò
contro Hayden e si diresse verso la sua stanza incavolato nero.
Mel e Matt invece si erano
"Lasciati"in modo più ragionevoli con sorrisi imbarazzati e un lieve
saluto.
Dalia intanto pensava che il giorno
dopo sarebbe stato un vero disastro.
-Non ce la faremo mai!-sbottò
disperata all'improvviso accasciandosi sul divano e con le lacrime agli occhi.
Mel la raggiunse subito e la
abbracciò forte.
-Dai piccolina,ce la faremo. Ne abbiamo
passate tante insieme,passeremo anche questa. Forza Bee,mettiamocela tutta e
vedrai che alla fine andrà tutto bene-
Mel chiamava Dalia ,Bee nei momenti
di sconforto per ridarle forza e coraggio.
Bee era il soprannome che le aveva
dato da piccola ma che aveva smesso di usare quando erano cresciute.
Ogni tanto però,specialmente quando
Dalia era triste e depressa e le ricordava tanto la bambina che era stata,la
chiamava ancora Bee.
-Ok. Possiamo farcela Melli- ed
entrambe sorrisero.
Le ragazze Reinaldi e Kingstone non
si arrendevano mai,e lo avrebbero dimostrato pure a quegli idioti dei loro
coinquilini.
Mel era nella sua stanza e stava
leggendo un libro di poesie ,che gli aveva regalato sua madre prima che
partisse.
Indossava un pantaloncino viola scuro
e una t-shirt bianca con una scritta brillantinata sulla pancia "I'm a
star"che le era stata regalata da Dalia.
Dal libro di poesia uscì una foto di
lei e Dalia da piccole.
Riguardandola realizzò quanto
fossero cambiate.
In quella foto Dalia stava ridendo e
portava i codini mentre indossava un vestitino azzurro chiaro e l'abbracciava
forte.
Lei invece aveva i capelli sciolti
,e indossava un pantaloncino nero e una maglietta rossa.
Rivedersi la fece sorridere ed ebbe
un leggero colpo al cuore.
Quanto gli mancava quella
spensieratezza dell'essere piccola insieme alla sua migliore amica nel parco
vicino a casa,come se il mondo non potesse mai toccarti.
Ed ora invece si trovava in una
situazione strana ,frustrante con due ragazzi che non intendevano collaborare,specialmente
quel testone di Hayden e Dalia sembrava quasi fuori gioco.
Matt all'improvviso entrò nella
stanza con due tazze di cioccolata fumante.
-Oddio scusa ho dimenticato di
bussare-disse appena realizzò di essere entrato senza chiedere il permesso,come
quella mattina.
-Tranquillo,questa volta ti
perdono,ma solo perchè hai in mano la cioccolata.-rispose lei sorridendo ed
asciugandosi un pò il viso dalle lacrime di nostalgia.
-Stavi piangendo?-
-No,stavo solo pensando a un periodo
felice della mia vita-e Matt guardò la foto e non riuscì a trattenersi dalle
risate.
-Siete tu e Dalia?-
-Si,avevamo 6 anni ed era il primo
giorno di scuola. Volevamo assolutamente farci una foto nel parchetto vicino
casa prima di andare a scuola quella mattina perchè volevamo fosse una giornata
importante,da ricordare-
-Eravate carinissime-disse tenendo
tra le mani la foto e riguardandola.
-Con questo intendi dire che adesso
siamo dei mostri?-chiese lei sorseggiando la sua cioccolata calda,ma non era un
tono di accusa,quasi un tono scherzoso.
-No affatto. Eravate e siete
carinissime. E sono sincero.-disse alzando le mani e rovesciando un pò di
cioccolata sul dorso della maglia.
-Ti sei sporcato..-gli fece notare
Mel e gli levò il resto della cioccolata.
-Fa niente,la metterò a lavare. Non
sono mica come Hayden io!!In questo momento lui adesso starebbe imprecando
contro tutti i santi del mondo e dell'universo-e risero divertiti.
-Sembra strano, cioè, tu e Hayden
siete diversissimi, eppure siete migliori amici- notò Mel, scrutandolo.
Matt scrollò le spalle, annuendo.
–Si, sai, abbiamo frequentato sempre la stessa classe. Lui era il sogno di
tutte le ragazze, menefreghista, bastardo, io invece ero un po’ più secchione,
anche se comunque avevo le ragazze che mi venivano dietro, eh- precisò con una
finta aria seria, facendo sorridere Mel. –Tutto è successo al secondo anno di
liceo, quando ci siamo iscritti entrambi ad un corso di musica. Ci hanno messo
in coppia insieme… E da li non ci siamo più separati- spiegò.
Il suo sguardo era quasi nostalgico,
e Mel quasi riusciva a vedere lui e Hayden versione quindicenni nel riflesso
dei suoi occhi blu.
-E tu e Dalia? Come vi siete
conosciute?- domandò lui poi, molto curioso.
Mel sorrise al solo ricordo.
–Avevamo cinque anni, io mi ero trasferita da poco da Ottawa e abitavamo in due
villette vicine. Un giorno stavo
giocando con la palla, che andò a finire dall’altra parte della strada, e per
seguirla mi trovai davanti a Dalia, che giocava con le bambole in giardino. Lei
mi chiamò, e iniziammo a giocare insieme… E poi iniziammo le elementari nella
stessa classe- terminò, accennando la foto.
-Sembrano entrambe due storie da
film, eh?- osservò Matt, che tentava di immaginarsi la scena.
Mel annuì. –E nel copione di questo
film c’era scritto che prima o poi ci saremmo incrociati. Non vale,
però,avrebbero dovuto avvisarci, così ci saremmo potuti calare bene nella
parte!- ridacchiò, ed entrambi scoppiarono a ridere, annuendo.
In quella stanza ora alloggiava un
clima apparentemente quasi sereno.
Quasi non sembrava che si odiassero.
-Ok,io vado di là a scrivere ai miei
un e-mail- disse poco dopo Matt, alzandosi e cercando di non combinare altri
casini con qualche movimento sbagliato.
-Grazie per la cioccolata-gli disse
Mel sorridendogli,questa volta sincera.
-Di niente-e chiuse la porta.
Mel si portò alla bocca la tazza e
pensò che infondo Matt aveva i suoi lati positivi.
Peccato che in Hayden proprio non li
trovava.
Dalia bussò alla porta della stanza
di Hayden.
Da lì a poco avrebbe fatto un patto
con il diavolo in carne ed ossa e non ne era molto entusiasta.
Uno scontroso avanti si udì e lei
entrò con l'aria di una persona in agonia.
-Cosa vuoi Cinderella?-gli chiese
Hayden mentre scriveva sul suo portatile,quella che aveva tutta l'aria di
essere un’e-mail.
-Senti Stevensen tu non mi sei
simpatico,ma neanche un pò. E per te è lo stesso lo so. Ma dobbiamo trovare un
compromesso. Per entrambi la carriera è l'unica ragione per la quale abitiamo
in questa casa e ci sopportiamo 24 ore su 24 e credo sia anche l'unica ragione
per la quale domani dovremo fingere di andare d'accordo e di volerci bene. Io
ho faticato tanto per raggiungere il mio obiettivo e non permetterò a niente e
a nessuno di rovinarmi questa opportunità,sia ben chiaro. Quindi domani a
quella festa faremo finta di essere grandi amici,ci abbracceremo,scherzeremo e
poi a casa torneremo ad odiarci come se non fosse successo nulla. Ma fammi
soltanto il favore di provarci sul serio alla festa. Ho bisogno che tu me lo
prometta Hayden.-ed era così seria che quasi il ragazzo si stupì.
Non avrebbe mai creduto si
sarebbero trovati nella stanza per più di 2 secondi senza litigare e sparare parolacce
e bestemmie.
Ma la cosa che gli fece più senso fu
il fatto che lei aveva ragione.
La carriera era vero,veniva prima di
tutto.
E nemmeno lui poteva permettersi che
si rovinasse per uno stupido odio tra persone.
-Ok. Te lo prometto. Ma solo se
anche tu lo prometti- e le porse la mano che lei strinse
-Promesso- e fece per uscire dalla
sua stanza.
-Dalia- la chiamò lui prima che lei
varcasse la porta.
Lei si girò in attesa delle sue
parole.
-Come facciamo domani?Non so neanche
come comportarmi con te e con Mel!!Per un mese non abbiamo fatto altro che
litigare e odiarci,ed adesso non so da che punto cominciare a fingere che siate
le mie migliori amiche!E poi quella storia di abbracciarci e cose del genere,è
assurda!Se non riusciamo neanche a stare vicino se non c'è più di un metro e
mezzo di distanza ,come possiamo abbracciarci in modo convincente?-le chiese
seriamente preoccupato.
Questa versione di Hayden sorprese
un pò la ragazza.
Mai e poi mai si sarebbe aspettato
un atteggiamento del genere.
Ma non lo diede per niente a vedere.
Mai abbassare la guardia con il
nemico,si ripeté.
-Non lo so. Vuoi che facciamo delle
prove?-disse non sapendo in realtà bene cosa dire.
Tutta quella situazione era
incomprensibile e la rendeva irritabile e stressata.
-Se non ti secca,visto che non c'è
altra soluzione- sbuffò lievemente incerto.
Dalia gli si avvicinò e poi prese un
bel respiro.
Sembrava come se stesse per buttarsi
da un dirupo invece di abbracciarlo.
Poi lo avvolse tra le sue braccia e
continuò a inspirare e buttare fuori aria .
-Dalia per favore,sembra che devi
partorire!!Rilassati!-gli gridò il ragazzo continuando a tenerla tra le sue
braccia.
-Ok,mi rilasso-e lo strinse più
forte.
Hayden fu quasi preso da un moto di
relax tra le braccia della ragazza,prima di ricordarsi che era solo Dalia.
Poi delicatamente si scostò e le batté
il cinque.
-Dai,la prima fase è stata
superata!-
-Già,la seconda qual è?-gli chiese
grattandosi la testa.
-Le domande-e sul viso della ragazza
comparve la paura e il disagio.
-Dobbiamo parlare bene dell'altro e
dire tante cose carine e sembrare comunque sinceri-
-La fai facile-lui scosse la
testa,come per ribadire che neanche per lui era una passeggiata.
-Va bene iniziamo. Che cosa hai
pensato di Dalia appena l'hai vista?-gli chiese la ragazza fingendo di essere
una giornalista.
Hayden tossì e poi con la miglior
faccia da ragazzo carino e gentile incominciò a parlare.
-Appena ho visto Dalia ho pensato
fosse stupenda. E vivendo con lei mi sono accorto che è vero. E’ una ragazza magnifica,speciale
e rende tutto splendido. Adoro passare del tempo con lei,perchè è
spontanea,divertente e non ti fa mai annoiare. E’ una coinquilina eccezionale e
ti mette a tuo agio nella sua vita,come se tu ne avessi sempre fatto parte. Sono
davvero felice di averla conosciuta,mi ritengo molto fortunato di poterla
considerare parte della mia vita adesso-Dalia lo guardò esterrefatto.
Da dove usciva tutta quella faccina
benigna sotto la scorza di Diavolo?
-Se non ti conoscessi e non sapessi
che stai parlando di me,ti crederei!-disse lei alzando un pò le sopracciglia
ancora scossa.
Quel ragazzo sapeva mentire,e anche
egregiamente.
Ci sarebbe cascata persino lei,se
non fosse che lui era Hayden.
-Grazie,lo so è una delle mie tante
qualità-lei gli diede uno scappellotto per farlo tacere.
-Ok!Ora tocca a te!Che cosa hai
pensato di Hayden quando l'hai conosciuto?-
-Hayden è semplicemente unico. Unico
nel suo genere. Non ho mai conosciuto nella mia vita persone come lui. Appena
l'ho visto ho pensato che sarebbe stato divertente condividere questa parte
della mia vita con lui,e non mi sono pentita. In questo mese di convivenza non
mi sono mai annoiata ,neanche per un secondo e mi sono sentita quasi a casa. E
credo che sia anche merito suo. Mi ha fatto ridere con le sue battute,ci siamo
sbellicati guardando film demenziali e abbiamo condiviso insieme piccole
esperienze passate,come se fossimo amici da anni. Gli voglio davvero bene,come
credo di non averne mai voluto a qualcuno in tutta la mia vita,che non fosse
Melanie. E’ un fratello per me,un fratello splendido-
Hayden la guardò scioccato.
Era così naturale quando stava
parlando di lui,come se ci credesse sul serio,come se non stesse mentendo ma
dicendo semplicemente la verità.
-Hai visto la Reinaldi?In questo
momento ti darei l'Oscar- e le sorrise.
Ed era un sorriso sincero,non
costruito sul momento.
-Grazie lo so ,sono fantastica-
-Non ti gasare troppo,però-e guardò
l'orologio,notando che ormai era ora di cena.
-Ti va di cucinare?-le chiese mentre
lei strabuzzò gli occhi.
-Mi stai chiedendo di cucinare con
te?Tu che cucini con me?-
-E che sarà mai di male cucinare con
Cinderella?Basta che mi aiuti e non mi fai bruciare con le pentole ,o
sporcare-intimò lui seriamente mentre Dalia moriva dalle risate.
-Feminuccia,dai ti do il mio grembiule
con le papere così il piccolo non si sporca- disse prendendolo in giro
incamminandosi verso la cucina.
-Ah è cosi?Vieni qui,che ti
picchio,strega che non sei altro!-e la rincorse per la cucina mentre lei
cercava di sfuggirgli deviando per il soggiorno mentre anche gli altri
intervenirono in questa guerra scherzosa e idiota.
Un'altra sera era finita in modo
decente.
Ma non ci si poteva aspettare la
stessa cosa della serata successiva.
_______________________
Ciao a tutti!
Cosa ne dite di questo capitolo? La
situazione sembra essere sempre più critica, con alti e bassi sempre più
frequenti!
Volevamo invitarvi a farci sapere
cosa ne pensate, ci farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate delle
avventure dei nostri quattro protagonisti!
Grazie mille a Lola Step per aver
recensito e a coloro che seguono la fic e che l’hanno messa tra i preferiti!
Un bacione immenso,
Vero&Milly.