Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: kymyit    28/04/2009    4 recensioni
Qualcosa è in moto a Digiworld fin dai tempi della sua nascita e nonostante i tantissimi anni trascorsi, non si è mai risolto. Lucemon è tornato e i Demon Lords complottano per abbatterlo.
A due gemelli l'onere di custodire i suoi poteri: Yamato e Ylenia Ishida.
I due saranno loro malgrado l'occhio del ciclone, fra digimon che li vogliono morti o vivi tutti per il loro tornaconto. Se poi aggiungiamo nuovi prescelti problematici e vecchi prescelti i cui digimon sono nientemeno che i cari Dark Masters, le cose si complicano assai.
Chi la spunterà nel caos della battaglia? Lucemon? Daemon? I digiprescelti? O forse sarà solo un massacro totale?
Saga Attuale: Wrath's Showdown.
Dopo aver avuto a che fare coi redivivi Dark Masters, i digiprescelti devono affrontare il Demone dell'Ira per ostacolare il suo progetto di assorbire i poteri di Lucemon sfruttando il piccolo Risei.
Witchelny, la città magica, viene assediata. Riusciranno i prescelti a vincere salvando non solo il bambino, ma anche Ken Ichijouji e i fratelli Saiba? Perché il demone ha più di un asso nella manica.
[ATTENZIONE: Sto aggiustando la storia dai primi capitoli, cercando di non fare troppi cambiamenti drastici.
Modificato CAPITOLO 1]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Light and Darkness' Quest'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
hhjhf
Capitolo 7: A forza di dubbi. Passato che avanza




Corri, corri, corri, che la vita se ne va
e tutto è troppo tardi, tutto è sempre un po' più in là
e la clessidra perde la sabbia
e il tempo ci denuda a forza di dubbi.
(La Clessidra, Marco Masini)






I digiprescelti erano nella sala d'attesa dell'impianto ospedaliero della città, con le facce cupe, nervosi come non mai. Takeru era quasi intrattabile e ne Daisuke, ne Hikari, sapevano cosa dirgli per cercare di dargli speranza e conforto. Rimasero a fianco del biondino della Speranza in silenzio, cercando di trasmettergli quei sentimenti con la vicinanza dei loro corpi e non con gesti e parole, che avrebbero potuto urtarlo e sortire l'effetto opposto.
La mente di Koushirou era piena di domande.
Molte riguardavano ovviamente Yamato, Ylenia, Lucemon e Piemon, e così via...
Ma c'era un'altra cosa che lo turbava.
Era il messaggio arrivatogli la sera prima.

"Ciao, Koushirou-kun. Non l'ho ancora detto a nessuno, volevo che fossi tu il primo. Finita questa storia dovrò tornare a New York. Sembra che a mio padre sia stato offerto un lavoro più vantaggioso del precedente T_T ti sembra giusto??? Proprio ora che eravamo di nuovo tutti insieme. T______________T Comunque... Sei pronto? Io ho un po' di paura, ma andrà tutto bene, vero?Vero? VERO??? ... "

Il messaggio era lungo e alla fin fine quello che c'era scritto non gli "importava" molto. Aveva ricevuto mail più o meno da tutto il gruppo. Messaggi riportanti frasi del tipo "Ricordati il pc..." oppure "Per caso Gennai ti ha detto qualcos'altro?", perciò il rosso non si era interessato più di tanto al continuo di quella mail, ma a quelle prime dannate frasi e alla firma. "Mimi"
Non voleva che se ne andasse.
Se fosse tornata in America, le volte in cui avrebbe potuto rivedere il suo sorriso così bello e sincero sarebbero state rarissime, colpa del dannato fuso orario e della distanza oceanica.
Il cuore si fermava ogni volta che rammentava ogni singola lettera di quel funereo messaggio.
Non l'avrebbe più vista.
Michael invece l'avrebbe avuta tutta per sé.
Scosse la testa.
Non doveva essere geloso dell'americano. In fondo, i digiprescelti erano tutti amici, no?
"Forse dovrei dichiararle i miei sentimenti... Ma non è il momento... Che devo fare?" si alzò e si diresse verso l'ingresso.

La sala d'attesa era ampia e bianca, con sedie e panche verde smeraldo, un colore che porta pace e tranquillità, ma che in quel momento lo tormentava. Il verde era il colore della Digipietra della Sincerità di Mimi. Percorse a grandi passi il corridoio che lo separava dalla porta in vetro dell'entrata, urtando qualcuno. Un digimon, o forse no.
Si voltò appena per intravedere un cappotto verde scuro voltare l'angolo. Decise di non seguirlo. Era curioso, ma doveva pensare, perciò proseguì senza tornare indietro.

Mimi si torceva le mani. Se non fosse successo nulla, quel messaggio inviato a Koushirou non le sarebbe sembrato così colpevole.
"E invece mi sento in colpa a pensare a lui mentre Yama è in quelle condizioni... "
Sora era apatica, vicino a lei. Non sorrideva ne piangeva. Si stringeva la maglia all'altezza del cuore, come a dargli forza di continuare a battere.
"Si salverà..." pensava.
"Ce la farà, vero?" pensavano tutti, rivolgendosi a nessuno in particolare. Era solo una domanda retorica che le loro menti, unite dalla paura, ripetevano all'unisono.
Gabumon sedeva vicino a Pyomon, che gli stringeva la zampa e gli dava delle piccole beccate alla pelliccia. Gli piaceva quando la papagallina lo faceva. Gli dava sicurezza ed era anche un giochetto dolce. Lui le rispondeva arricciandole ancora di più la piuma che le ornava la testolina. Stava bene con lei, come Yamato stava bene con Sora.
Perciò il digimon rettile si augurava che la ragazza fosse forte nel conoscere tutta la verità su Yamato.
Lui sapeva e aveva taciuto. Come l'avrebbero giudicato?
Neanche Patamon e Bearmon sapevano nulla. Persino Takeru e Ylenia.
Nessuno.
Solo lui e Yamato.

Tailmon era giù di morale anche per un'altra cosa, oltre che per Yamato, ovviamente.
Wizarmon.
Tutti i digimon che avevano perso la vita per aiutarli erano rinati.
Tranne lui.
Dipendeva dal fatto che Wizarmon era morto sulla Terra e non a Digiworld?
Hikari le accarezzò la pelliccia candida, anche lei preoccupata per qualcosa, che andava oltre l'attesa che quella dannata insegna rossa, lampeggiante sulla porta della sala operatoria, si spegnesse.
Pensava a Dagomon, a quel sogno e si fissava il palmo della mano vuoto.
"A questo punto mi chiedo se non sia stato davvero un sogno..."

Leomon e Ogremon, nel frattempo, avevano accompagnato Mamoru ed Elecmon nella zona della città riservata all'asilo.
In quella città ogni digimon aveva un compito preciso.
Il leone e l'orco si occupavano dei piccoli, preparandoli alla dura vita che li attendeva.
I Digitamamon e i loro assistenti si prodigavano di fornire cibo, mettendo da parte l'avarizia che li caratterizzava.
Andromon e Centarumon si occupavano della difesa dei vari lati della base, insieme a TonosamaGekomon e Whamon.
Piccolomon si occupava dell'ospedale, con i Saggi e in quel momento era insieme con loro nella sala operatoria, ma spesso aiutava Leomon e Ogremon con i cuccioli che raggiungevano lo stadio Intermedio, con addestramenti più adatti all'indole d'ogni singolo digimon.

-Elecmon!!!- uno dei piccoli saltò giù dalla sua culletta e corse incontro al digimon di Mamoru, che saltò giù dalla schiena del partner e lo prese in braccio, contento di rivederlo.
Erano passati tre anni da quando aveva lasciato i piccoli per andare sulla terra e incontrare Mamoru. Gli mancavano quei pargoli dai grandi occhi luminosi che lo chiamavano in continuazione e per la pappa e per i bisognini. Per quanto quel compito fosse estenuante, era il suo compito. Quei piccoli erano i suoi piccoli e lasciarli era stato veramente difficile.
-Guarda Elecmon!- gridò un Koromon - Mi sono evoluto!- poi si gonfiò, come ad imitare i colossi che mettono i muscoli in mostra -Guarda come sono forte!-
A tutti scappò una risatina. Mamoru si sedette su un cubo verde morbido, sul quale si sprofondava e lasciò che il suo digimon si crogiolasse con i suoi cuccioli. Quel posto pieno di giocattoli e oggetti morbidi era bellissimo e lo riportava ai dolci ricordi d'infanzia.
E inevitabilmente finiva per pensare a Tsutomu e al vuoto che aveva lasciato nella sua vita.
Leomon e Ogremon, con la scusa di andare a vedere come andavano le cose nell'ospedale, lasciarono il volpino a trastullarsi con i suoi piccoletti e Mamoru a perdersi nei suoi pensieri.

Takeru si alzò, pronto a dileguarsi anche lui per qualche corridoio, seguendo l'esempio del Digiprescelto della Conoscenza. Magari avrebbe preso a calci qualcosa per sfogare l'ansia e la paura che lo attanagliavano, chi avrebbe potuto dargli torto e colpevolizzarlo per quello?
Suo fratello stava morendo!
In quei lunghi minuti si era trovato a pensare al romanzo che stava scrivendo, e che giaceva nel suo cassetto. Raccontava le avventure dei digiprescelti e dei loro digimon, ma non riusciva a scrivere certe parti e perciò le aveva saltate. Pensò che quel momento che stava vivendo, non sarebbe riuscito a scriverlo se non con enorme fatica, proprio come non riusciva a riportare lo scontro di Angemon con Devimon. Erano emozioni troppo forti e negative, che non riusciva a rievocare senza perdersi nel terrore di quei momenti.
Patamon era appollaiato in silenzio sulla sua testa. Nessuno fiatava per paura di dire qualcosa di sbagliato che l'avrebbe potuto turbare.
Come il biondo della Speranza fece per voltare l'angolo, urtò un ragazzo dall'aria truce.


-E' veramente strano.- disse Babamon, in sala operatoria.
-Questo potere è chiaramente legato all’Ombra, però non riesco a capire come annullarlo. Non avevamo mai visto una cosa del genere... - le fece eco Jijimon
Piccolomon li guardò preoccupato. Le cose si erano fatte più complicate.
Per ore, i due non avevano fatto altro che agitare scopa e bastone sul corpo del digiprescelto dell'Amicizia, infondendogli energia per risvegliarlo, ma la macchia nera non accennava a sparire. Anzi dilagava. Erano poche le parti del corpo del ragazzo rimaste ancora rosee. Persino i capelli stavano diventando neri come la pece.
-Deve appartenere ad un digimon unico nel suo genere... - riprese Jijimon -Credo ci sia bisogno di un'analisi più approfondita.-
Babamon pareva non attendere altro e, senza perdere tempo, estrasse una motosega da sotto il tavolo operatorio.
-Pronta all'autopsia!- ridacchiò
Sia Jijimon, che Piccolomon, che i vari digimon infermieri rimasero sconcertati e spaventati. Conoscendo Babamon, quello poteva essere uno scherzo, come poteva non esserlo.
-Scherzavo.- rispose lei, riponendo l'arnese infernale -Che credevate?-
Tutti sospirarono rumorosamente, mentre la solita gocciolina di sudore colava lungo le loro tempie.
Jijimon riprese ad agitare la zampa felina sopra il corpo di Yamato e così fece Babamon con la scopa. I due oggetti compivano dei perfetti movimenti a spirale.
Dovevano vederci chiaro, non era rimasto più molto tempo.
Quello era il padre di Risei, non potevano permettersi che morisse.


Koushirou, arrivato all'ingresso insieme al fedele Tentomon, aveva notato un distributore di bevande, gratis.
Sorrise al pensiero di non dover sborsare quattrini per prendere un caffè e selezionò una bevanda che pareva ricordarlo.
Era marroncina e dolciastra, un misto tra caffè e coca cola, ma buona, in fin dei conti.
Aspettò che raffreddasse e la bevette tutta d'un sorso.
-Kou... - cominciò Tentomon
-Mi sento uno stupido... -fece
-C'è qualcosa che ti preoccupa? Oltre Yamato, intendo.-
Koushirou annuì.
-Mimi si deve ritrasferire in America.-
Tentomon sapeva che Koushirou amava Mimi, la notte invocava il suo nome nel sonno e appena sentiva la sua voce andava nel pallone.
Però era strano. Palmon non gli aveva parlato di questa cosa.
"A meno che..." La digimon gli aveva detto in confidenza che alla Tachikawa il rosso piaceva, quindi probabilmente "Mimi gli ha raccontato una bugia per spingerlo a fare il grande passo."
-Se ti piace così tanto perché non glielo dici?- gli suggerì.
Koushirou arrossì.
-Ma a che servirebbe? Poi dovrà partire per l'America.-
Tentomon lo squadrò.
-Preferisci roderti il fegato per non averlo fatto? Kou... Non riuscirai mai a esprimere i tuoi sentimenti, se non ci provi.-
Lui annuì silenziosamente.
-Hai ragione... lo farò... ma non in questo momento... non mi sembra il caso.-
Gettò il bicchierino di carta vuoto nel cestino della spazzatura imitato da Tentomon e prese a camminare verso la sala d'attesa, stringendo i pugni con una nuova certezza.


Hiroyuki guardò il biondo più piccolo. Si ricordava di lui, l'aveva visto qualche volta.
Spostò il suo sguardo prima all'insegna rossa accesa, poi agli altri ragazzi.
Taichi, Jou, Mimi, Hikari e Sora lo guardavano sorpresi.
-Ma tu sei... - Taichi si diresse verso di lui e solo allora Hiroyuki notò Ylenia, accanto al prescelto del Coraggio.
"E' uguale a Ishida... Gennai me l'aveva detto, ma cavolo! La somiglianza è enorme... Certo, se non fosse per le tet... "
-Urameshi?- concluse Taichi.
Lui annuì.
-Da quanto tempo è lì dentro?- chiese, riferendosi a Yamato.
-Circa due ore.- fece Jou guardando l'orologio.
-Vi conoscevate già?- fece Iori
Mimi annuì.
-Sì, eravamo a nella stessa scuola. Sia alle elementari, che alle medie. Vabbè, io le medie le ho fatte quasi tutte a New York... - ridacchiò
-Tu finivi sempre in classe con Yamato.- fece Taichi
-Già.- rispose Hiroyuki -Pensa te che sfortuna.-
Il prescelto del Coraggio si lasciò scappare anche lui un accenno di sorriso.
-Hiro, sei qui!- esclamò Kotemon affannato, sbucando da dietro l'angolo.
Hiroyuki lo guardò.

*Digimon Analyzer*


Kotemon

Tipo: Rettile
Tipologia: Dati
Livello: Intermedio
Attacchi: Fire Men: colpisce il nemico con una maschera infuocata, o con una spada di bambù, anche essa infuocata.
Thunder Kote: carica il pugno con della corrente elettrica, per poi colpire il nemico.



-Kotemon, ti sei perso di nuovo?- lo prese in giro il teppista
-Sei tu che corri troppo veloce, scemo!- gli ringhiò il piccolo digimon.
-Sei il digimon di Hiroyuki?- chiese Sora
-S-si... - rispose il piccolo, che era veramente troppo timido con gli altri, mentre col ragazzo lentigginoso era quasi aggressivo.
-Non essere timido.- gli disse il suo partner, quasi sospirando.
-E tu non essere così cattivo, scemo!- gli rispose agitando le braccia e facendo sventolare le maniche troppo lunghe.
Qualcuno ridacchiò per la scena buffa che i due offrivano insieme.
Takeru si incupì.
Si stavano dimenticando della situazione in cui erano.
-Che succede di bello?- arrivò Mamoru, con Elecmon che gli zampettava accanto. -Tu devi essere il famoso digiprescelto che ci aspettava a Digiworld!- esclamò vedendo Hiroyuki -Piacere, Mamoru Izawa.- Hiroyuki lo guardò con aria di sufficienza.
-Beh? Che c'è?- chiese Mamoru, stupito.
Hiroyuki lo ignorò, e indicò la porta.
-Che gli è successo?-
"Ma pensa te, mi ha ignorato." pensò il moro, col sorriso stampato sulle labbra.
-E' stato attaccato da un digimon.- fece Gabumon chinando il capo -Non sono riuscito a difenderlo.-
Taichi temette che Hiroyuki cercasse di far sentire Gabumon uno schifo. Era la sua specialità demoralizzare gli altri e schiacciarli senza pietà.
Invece il teppista non disse nulla.
-Tu come ti chiami?- ripeté Mamoru, sempre sorridendo.
Hiroyuki si sedette in una sedia vuota, tra Miyako e Iori, di fronte a Taichi e Ylenia.
"Mi ha ignorato di nuovo..." pensò Mamoru, sempre col sorriso sulle labbra "Ma pensa te..."

°

I Dark Masters si erano radunati in un locale pieno zeppo di mezzi di trasporto.
C'era un sottomarino, il vagone di Etemon, la carrozza di Vamdemon e altri mezzi dalle forme più strane.
C'erano anche, in diversi angoli, ammassi di ogni materiale concepibile, probabilmente servivano come pezzi di ricambio per i mezzi di trasporto.
Su una pedana stava il vagone metallico di Etemon. O meglio, era stato modificato ed era diventato un camioncino. A formare gli occhiali da sole, normalmente disegnati sulla faccia da scimmia sul davanti, vi erano i vetri che davano alla cabina del conducente. Anche gli interni erano stati migliorati e i macchinari ingombranti eliminati. Vi erano tre computer, di piccole dimensioni, ma molto più efficienti dell'ammasso di schermi che occupava l'abitacolo in precedenza.
C'era anche un maxi schermo a dire il vero, un tavolino, delle sedie e uno stereo, con ovviamente un microfono e la chitarra violetta dello scimmione.

Vamdemon, Kokueimon ed Etemon vi salirono e il portellone si chiuse.
Lo scimmione si mise alla guida.
-Bene, ora stacco.- fece Mugendramon, riferendosi a degli archi metallici che bloccavano le ruote del camion.
-Pronto!- fece Etemon.
Mugendramon digitò dei tasti e le ruote furono libere. Poi selezionò la destinazione sul monitor e tirò una leva, inserita al centro di un quadrante colorato.
Sei colori: verde, blu, bianco, celeste, nero, rosso, che rappresentavano altrettante zone di Digiworld: foreste e prati, spazi verdi insomma; oceani, fiumi, laghi; montagne; luoghi sacri; luoghi oscuri; luoghi incandescenti.
Il drago nero posizionò la leva sul quadrante verde e contemporaneamente, lungo la parete di fronte al camion, una freccetta si posizionò sul medesimo colore di un altro quadrante.
Vi era una struttura in ferro ad arco rovesciato, dalla quale si intravedeva, come in una proiezione, la destinazione scelta.

-Bene. Potete andare.-
-Bye Bye!- esclamò Etemon all'altoparlante -Lasciate fare al grande Etemon! Looove Serenade!- esclamò, attaccando a cantare a squarciagola, mentre il camion spariva nel varco.
-Secondo voi ce la faranno?- chiese Pinocchimon, col sudore che gli colava lungo le tempie.
-Ehm... Siii... - fece Metalseadramon, poco convinto.
-Dove sono LadyDevimon e Devimon?- chiese Mugendramon.
Pinocchimon alzò le spalle.
-Lady sta preparando il ricevimento e tutto il resto. Devimon credo stia tenendo d'occhio Piemon.-
Calò il silenzio.
-Mio fratello è troppo strano... - borbottò il burattino.
Gli altri annuirono.
Era strano davvero.
Dovevano stare doppiamente in guardia.


°


-Quindi sei diventato un digiprescelto... - fece Taichi, rivolto a Hiroyuki. Erano uno di fronte l'altro. Ylenia stava appoggiata con la testa alla spalla del suo amato ragazzo e ascoltava attentamente ogni singola parola che veniva detta. Koushirou era tornato dal distributore di bibite pochi attimi dopo Mamoru, ed era rimasto anche lui molto sorpreso del fatto che il peggior individuo che Odaiba avesse mai visto, si trovasse a Digiworld come digiprescelto, selezionato a compiere quella missione. Non sarebbe stato meglio uno qualunque dei prescelti internazionali? Insomma, i fratelli Hoi, Michael, Chichos, Chatrine, uno qualunque... Ma lui?!
Hiroyuki annuì.
-Per farla breve, tre anni fa ho deciso di andarmene da casa mia e, mentre pianificavo la cosa, Gennai è uscito dal mio computer. Mi ha consegnato il Digivice e un digiuovo, mi ha detto che Digiworld aveva bisogno di me. Non me lo sono lasciato ripetere due volte. Ho accettato, ed eccomi qui.-
- Perché volevi scappare di casa?- chiese Iori, curioso. Hiroyuki sbatté le palpebre.
-Il nostro mondo mi stava stretto. Non mi andava più di rimanere lì.- rispose con un’alzata di spalle. Non gli andava molto di rivelare a chicchessia i suoi problemi personali.
I digiprescelti che non lo conoscevano, lo guardarono meravigliati. Non riuscivano a capire bene la faccenda, ma sembrava che Taichi, Sora, Koushirou, Mimi e Jou, lo sapessero bene.
-Che idiozia.- fece Taichi.
-Che cosa hai detto?- ringhiò Hiroyuki
-Sapevi benissimo cosa dovevi fare.-
Hiroyuki sbuffò.
-Ma certo... Seguire il consiglio del tuo amichetto del cuore e cercare di mettere in riga mio padre?- fece una fastidiosa risata, che a Ken ricordò tantissimo quella dell’Imperatore -Sveglia, testa quadra. Le cose non sempre si risolvono a parole.-
Taichi lo guardò con sufficienza.
-Ci hai mai provato almeno? Infondo si trattava solo di parlargli.-
Lo sguardo di Taichi infastidì talmente Hiroyuki, che questo si alzò di scatto, contemporaneamente allo Yagami.
I due si afferrarono rabbiosamente per le giacche, pronti a menarsi, come accadeva spesso, per quanto ricordavano i prescelti della prima guardia.
-Per favore…- fece Sora, cercando di sedare gli animi -Non è il caso…- guardò Takeru, che fremeva di rabbia, stringendo i pugni, finché le nocche non gli divennero bianche.

Mika stava per piangere, era piccola, ma aveva compreso fin troppo bene la situazione.
Taichi si risedette e così fece Hiroyuki. In fondo, litigare non aveva senso in quel momento, certo poteva aiutare Taichi a sfogarsi, ma per il resto…
-Niisan si sveglierà, vero? - la piccola cominciò a piangere, stringendosi a Bakumon.
-Stai tranquilla.- fece quella, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
Mika la abbracciò forte forte, mentre Patamon cercava di tranquillizzare Takeru, dandogli delle piccole pacche sulla guancia, con le sue zampine nere. Takeru prese il suo piccolo digimon fra le mani e poi lo strinse a sé.
Ylenia prese ad accarezzare Bearmon, come faceva ogni volta che si sentiva giù. All’orsacchiotta non dispiaceva, se accarezzarla significava dare conforto alla sua Yle, sarebbe rimasta anche tutto il giorno ferma immobile a sentire le sue mani scorrerle sulla pelliccia.
“Ma perché nessuno si degna di venire fuori a dirci qualcosa??” Jun si mordeva nervosamente un unghia, rovinando la manicure perfetta fatta il giorno prima, tanto per distendere i nervi, prima della partenza.

Daisuke accarezzò la testolina di Mika che lo guardò con gli occhi lacrimosi e le guance rosse.
-Si salverà, vero?- chiese ancora in cerca di conforto.
Lui disse la prima cosa che gli venne in mente.
-Ma certo.- e le sorrise. Non poteva mica infrangere le speranze di una bimba così piccola e gettare Takeru ancora di più nello sconforto.
Porse alla bambina un fazzoletto e lei si pulì rapidamente.
-Ecco, brava.- fece lui mettendole nuovamente la mano sulla testolina bionda.

"Non immaginavo che Daisuke potesse essere così dolce..." pensò Hikari, guardandolo ammirata, per poi distogliere lo sguardo e riposarlo su Takeru. Gli prese una mano e incrociando il suo sguardo, cercò di tranquillizzarlo con un sorriso.

Il prescelto della Speranza dal canto suo, strinse la mano alla sua dolce Hikari.
Quante cose avrebbe voluto dirle…
Ed ogni volta che si accingeva a farlo, succedevano un sacco d’imprevisti.
“Ma riuscirò a dirle quanto mi piace!” promise a se stesso.

°

Andromon, Centarumon ed un altro digimon, si trovavano nel laboratorio della città, situato nella struttura a forma di Hard Disk.
Nella sala vi erano tantissimi monitor, per tenere d’occhio la situazione sia fuori, che dentro la città
E in quel momento, in uno degli schermi, riportante la sigla E-1 (che stava per Esterno 1), videro qualcosa che attirò la loro attenzione.
Il digimon “misterioso” stava in un angolo, trafficando con un computer, inviando messaggi in continuazione. Voleva lasciare quel lavoro per andare da Lei, ma non poteva, perché quel lavoro era fondamentale, ed era stato affidato a lui.

-Centarumon…- emise Andromon, senza staccare gli occhi dal monitor.
Il digimon centauro si voltò verso l’androide e guardò lo schermo che gli indicava.
Anche l’altro digimon lo guardò.
E quello che vide non gli piacque per niente.
-LUI!- esclamò
-Avviso Gennai.- fece Andromon, inoltrando dei comandi attraverso i computer. Il messaggio appena scritto arrivò quasi subito a Gennai che lasciò la sua casa per dirigersi al laboratorio, dove stavano Andromon e gli altri.
Attraversò corridoi e sale, per poi entrare nella stanza e osservando il monitor, capì che era giunto il momento di mettere i prescelti al corrente d’ogni cosa.
Perciò uscì di fretta, mentre il digimon “misterioso”, si preparò ad accogliere i due, conscio di poter solamente intrattenerli un poco, in attesa di incontrare Lei.

Gennai si diresse verso la casa di Jijimon e Babamon, bussando per tre volte, come faceva sempre, quando Risei rimaneva solo.
Il piccolo gli aprì quasi subito la porta.
-Come sta il mio papà?- gli chiese, senza dargli il tempo di dire nulla.
Gennai per tutta risposta, lo prese per mano.
-Non bene. Ma vedrai se la caverà.-
-Mi stai portando da lui?- fece, mentre l’uomo si avviava verso l’ospedale tenendogli la manina.
-Si, ma devi fare il bravo ed essere forte.-
Il biondino non capiva bene, ma si lasciò guidare dallo zio Gen e non fece domande.

°

Il camioncino di Etemon era ormai giunto a destinazione.
Lo speciale varco aperto dal macchinario di Mugendramon, li aveva portati nel luogo stabilito in quattro e quattr’otto. Erano nella radura in cui sorgeva Bernika, anche se apparentemente davanti a loro non vi era nulla, se non erba, alberi, piante.
Solo quello, in apparenza.

-Non possiamo sbagliare.- disse lo scimmione guardando il monitor. I punti rossi erano tutti radunati in quel posto.
Scese dal camioncino per osservare degli speciali trasmettitori rotondi nascosti fra i cespugli.
S’inginocchiò davanti ad uno di questi e con un cacciavite lo scoperchiò, analizzandone i componenti elettronici.
-Allora?- Vamdemon era sceso anche lui e si era avvicinato al compagno.
-Niente.- fece Etemon richiudendo l’apparecchio e sollevandosi. -Volevo ricontrollare i cavi. Ma nessuno ha toccato nulla.-
-Poco importa.- il vampiro guardò in direzione della città, scrutando la radura.
-Allora?- gli chiese Etemon sghignazzando, in un certo senso gli stava facendo il verso.
Vamdemon lo guardò con aria di sufficienza.
-Dobbiamo attirare la loro attenzione, perciò datti da fare.-
Lo scimmione rimase perplesso nell’osservare l’altro ritornare dentro il camion e riaccomodarsi sul sedile. Dietro di lui, nel sedile che dava le spalle al suo, stava seduto Kokueimon, in fremente attesa.
-Come sarebbe a dire che devo pensarci io??- chiese Etemon
-Sei stato tu a dire “Lasciate fare al grande Etemon!” no?-
Lo scimmione sbuffò e sbatté i piedi per terra. -Mi raccomando, tu non fare mai nulla, che ti si seccano le mani, eh!-
Detto ciò risaltò sul camion e prese a trafficare con i computer e con lo stereo.
-Ecco. Ora non ti lamentare.- prese il microfono e la chitarra elettrica e, rivolto al vampiro, esordì con un -L’hai voluto tu! Loooovee Serenade!-

°

I prescelti erano ancora in sala d'attesa.
Senza notizie, con tanta ansia dentro.
-Ora basta!- Takeru si alzò di colpo e si diresse verso la porta.
-Takeru…- fece Taichi, svogliatamente, senza intenzione di fermarlo. Non ne poteva più neanche lui di aspettare. Ogni tanto lanciava occhiate a Hiroyuki, che si limitava a ignorare lui e Mamoru, che invece sorrideva.
D’improvviso, la luce venne a mancare e udirono perfettamente esplosioni nell’aria.
Si scatenò il panico nella struttura.
Digimon correvano qua e là, infermieri e medici cercavano di portare la calma, perfettamente abituati a quel genere di cose e tentavano di ricondurre i pazienti terrorizzati nelle loro stanze.
-La situazione è sotto controllo!- dicevano -Non c’è alcun pericolo!-
-La città è protetta da qualsiasi attacco.- disse ancora un altro digimon, un Gazimon, per la precisione. Perché Bernika era un rifugio per qualsiasi digimon, di qualunque stadio e di qualunque tipologia.

Mimi e Miyako, come c’era d’aspettarsi, urlarono all’unisono, abbracciate.
-Miyako, calmati!- fece Hawkmon, volandole in spalla, mentre Palmon si stringeva alla sua amica.
-Che diavolo succede?- fece Taichi.
-Kotemon!- esclamò Hiroyuki. Il piccolo digimon saltò su anche lui e seguì il suo partner lungo il corridoio. Gli attacchi in quella zona capitavano, perciò non si stupivano più di tanto, anzi, erano sempre pronti all’azione.
-Ehi, aspetta!- fece Taichi andando ad inseguirlo, mentre Takeru spalancò la porta della sala operatoria.
-Niisan!- fece entrandovi. -Yamato…- si avvicinò a suo fratello e provò a scuoterlo.
-Fatti forza Niisan!-
-Yamato.- fece Gabumon
Babamon parve infuriarsi.
-Insomma ragazzini! Qui non stiamo giocando!- sbottò, ma nessuno parve ascoltarla.
-Yamato-kun…- Sora si portò al tavolo metallico, prendendo per mano il suo adorato ragazzo, che in quel momento, ebbe una reazione, che non sfuggì a Piccolomon e gli altri.
Strinse appena la sua mano.
-Yamato-kun!- sorrise la rossa, per il sollievo, con le lacrime agli occhi, ma Yamato continuava a dormire.
In quella lenta agonia che lo stava consumando.
Nel buio più profondo, in cui ogni tanto gli era concesso qualche sprazzo di lucidità.
Sentiva tutto.
La voce di Sora.
Di Takeru.
Quelle esplosioni.
Voleva dare segno di essere vivo.
Gridare forte -Vi sento!-
Invece niente.
Non ci riusciva.
“E questi dannati poteri che dicono che possiedo… Dove diavolo sono, quando ne ho bisogno?” pensò, per poi ricadere nell’oblio.

-Aspettate.- esclamò Gennai, tenendo per mano Risei e bloccando la corsa dei Leader (Taichi, Hiroyuki e Daisuke) e quella degli altri che li seguivano.
Si bloccarono.
Ma per la vista del piccolo.
-Gennai…- fece Taichi, col cuore in gola -Ma lui chi è?-
-Abbiamo un grosso problema.- esordì l’uomo.

°

Etemon aveva cominciato a darsi da fare, suonando e cantando a squarciagola, sprigionando così la forza della sua Rete Oscura, i cui cavi trasmettevano ovunque energia devastante.
Alberi crollarono e il fuoco divampò,
Etemon non si accontentò solo di quello e prese a scagliare le sue sfere oscure qua e là, per poi guardare con aria di sfida Vamdemon.
-Così va bene, sua maestà?-
-Tsk… Esibizionista.-
-Vamdemon…- Kokueimon richiamò rispettosamente l’attenzione del suo tutore, indicandogli qualcosa davanti ad Etemon.

Una figura minuta apparve dal nulla, attraversando la barriera invisibile di Bernika.
-Chi si vede…- Vamdemon si alzò -E così sei rinato.-
L’altro fece qualche passo verso di lui e verso Etemon, che si era fermato. Avevano ottenuto l’attenzione che cercavano.
Il digimon misterioso scrutò Vamdemon, senza paura, senza rancore. Si, l’aveva ucciso, ma lui non lo temeva più, proprio da quel preciso momento in cui tutto era finito.
Strano a dirsi.
-Anche tu.- rispose, sollevando il suo bastone, dalla forma di sole leggermente allungato. Il mantello da mago ondeggiò al vento e i capelli biondi, raccolti in una bassa coda, si agitarono per l’aria.
-Wizarmon…- Vamdemon sorrise, quasi divertito.

°

-Ragazzi! Yamato…- Sora si paralizzò.
Voleva comunicare che Yamato aveva stretto la sua mano. Che era ancora vivo. Che c’era ancora speranza. Ma aveva visto Risei.
Le parole le morirono in gola.
Perché quel bambino le faceva sentire il cuore stringersi?
Non le passò neanche per la testa, l’ipotesi che potesse trattarsi di un altro fratellino del suo amore.
No.
Era diverso.
Strinse i pugni e deglutì.
-Ragazzi. Sedetevi.- fece Gennai. Tutti obbedirono, tranne ovviamente Hiroyuki, che se ne stava a braccia conserte, appoggiato al muro, fremendo per il desiderio di correre fuori e combattere.
“Si tratterà nuovamente di quei dannati Cavalieri Reali, ma stavolta non la passeranno tanto liscia!” pensava. Non era la prima volta che si era scontrato con loro, ma più che altro cercava di salvare digimon e città dai loro attacchi. Non c’era mai uno scontro serio tra Musyamon e quei dannati.
I digimon stavano bene, riuscivano a lasciare le città e raggiungere Bernika.
Ma Hiroyuki e Kotemon, non riuscivano ad impedire che i Digicodici venissero rubati, e tornavano alla città pieni di rabbia e ferite, col forte desiderio di ribaltare la situazione.

Sora si abbandonò pesantemente sulla sedia.
-Lui è Risei.- esordì Gennai, mentre il piccolo si stringeva a Gabumon. -Ed è… il figlio di Yamato.-
-Cosaaaaa?- le ragazze trasalirono.
-Come sarebbe a dire?- fece Mimi
-Ma come è possibile?- fece Miyako
-Sora-san…- fece Hikari, rivolgendosi alla rossa, la quale era rimasta immobile, come se il tempo si fosse fermato.
-Sora…- bisbigliò Pyomon, prendendole la mano tremante.
Gennai le si avvicinò.
-Sora, stai tranquilla. Non è come pensi.-
Lei lo guardò piena d’ira.
-Niente è come penso!- esclamò seccata, per poi ritrovare la sua calma, chinare il capo e fissare il pavimento.
-Ma perché Yamato non ci ha detto nulla?- chiese Taichi.
-Non sapevo nulla neanche io…- gli fece eco Ylenia.
-E io nemmeno…- sospirò Takeru sulla porta della sala operatoria, mentre Babamon, seccata per l’intrusione, cercava di ritrovare la concentrazione, costringendolo ad uscire.
Gennai mise una mano sulla testa al piccolo Risei, che guardò preoccupato Sora.
-Sono stato io a chiedergli di non dire nulla. Per proteggere Risei. E perché se ve ne avesse parlato, la cosa vi avrebbe distratto dal vostro obbiettivo. Ovvero sconfiggere Piemon e Apokalymon. Inoltre, non eravate pronti.-
-Pronti a cosa?- fece Koushirou.
-Gennai-san…- cominciò Iori, stanco dei segreti -Per favore, non tenerci sulle spine, dici come stanno le cose, una volta per tutte.-
-Non eravate pronti per fronteggiare Daemon.- fece lui, mentre Ken ripeté bisbigliando il nome del Demone dell’Ira, che a Tokyo si era messo sulle sue traccie.
Gennai proseguì -Ora però abbiamo un altro problema, purtroppo.Vamdemon ed Etemon, sono fuori dalla barriera a portare distruzione.-
-Vamdemon?- stavolta fu Tailmon a saltare su.
Gennai annuì.
-Non so bene cosa vogliono. Vi chiedo di non rivelare la presenza di Risei.- lo avvicinò, quasi spingendolo, alla rossa -Proteggetelo. Yamato vorrebbe così.-
Hiroyuki si allontanò dal muro e cominciò a lasciare il corridoio.
-Hiro…- cominciò Gennai
-Vado solo a vedere che vogliono, rilassati, codino.- rispose, esasperato dal desiderio di correre a menare le mani. Hiroyuki amava la lotta sotto tutti i punti di vista.
Il “codino” sospirò -Mi raccomando, cerca di usare un po’ di diplomazia.-
Il teppista per tutta risposta fece un segno di saluto e lasciò il corridoio.
-Qualcuno lo segua.- disse Gennai, con un sorriso rassegnato -Non conosce il significato della parola diplomazia.-
Taichi, Daisuke, Hikari, Mamoru, Miyako e Ken, insieme ai digimon, si fecero avanti per accompagnare il teppista.
Il saggio si rivolse poi agli altri.
-Voi venite con me al laboratorio qua dietro. Sora, anche tu. Lasciate Yamato nelle mani di Jijimon e Babamon.-

°

-Cosa siete venuti a cercare?- chiese il mago.
-Tu non ci interessi.- fece il vampiro -E’ stata una “piacevole” sorpresa incontrarti ancora, ma adesso sparisci.-

-Non ci posso credere!- Tailmon aveva appena attraversato la barriera con Hikari, Miyako, Taichi, Hiroyuki, Daisuke, Ken e i loro digimon, e subito si era trovata avanti, non solo il suo aguzzino, ma il suo migliore amico, che credeva perso per sempre.
Wizarmon era lì, davanti a lei in carne ed ossa, o meglio in dati, ma sono dettagli. Lui era lì, era quello che contava, nient'altro.
Ignorò Vamdemon e si lanciò sul mago, strusciandosi su di lui, gli fece le fusa, era pur sempre una felina, pianse, non sapeva come comportarsi.Voleva darsi più contegno.
Ma era Wizarmon!
Non poteva ignorare la gioia di riabbracciarlo dopo tanto tempo.
-Tailmon.- sussurrò Wizarmon, pieno di nostalgia, accarezzandole il pelo candido.
-Wizarmon!- anche Hikari si fece avanti per abbracciare il maghetto.
-Sei vivo!- disse Hikari, stringendosi a lui con foga, piangendo calde lacrime.
-Mi sei mancato tanto... - Tailmon piangeva e a stento riusciva a parlare.
Tutti gli altri erano sul punto di piangere di gioia, ma quel momento magico non poteva durare a lungo, ovviamente.
-Che scena patetica.- disse Vamdemon, interrompendo l'idillio.
In fondo al cuore non ne era convinto più di tanto.
Gli mancavano quegli abbracci calorosi. Quanto tempo era passato da quando lui e gli altri avevano pianto e sofferto e si erano consolati l’uni gli altri, così? Troppo. Quasi non ricordava il calore di un abbraccio e il salato delle lacrime.
Perché anche lui era troppo orgoglioso per lasciarsi andare.

-Vamdemon... - Tailmon gli ringhiò contro.
-E' passato un po' di tempo, cara Tailmon.- rispose il vampiro, quasi con noia.
-Che diavolo volete?- fece Taichi, rivolto ai due.
Vamdemon schioccò le dita e Kokueimon si fece avanti.
-Lui è Kokueimon.- lo presentò.
-In pratica è lui che ha ridotto così il vostro amichetto.- esclamò Etemon al microfono.

Il DigiTerminal di Miyako cercava le informazioni sul digimon, ma nulla. La ricerca andò a vuoto.
-Che significa digimon sconosciuto?- chiese, più a se stessa che altro, la viola.
-E così saresti tu ad aver ridotto Yamato in quelle condizioni?- esclamò Taichi, pieno di rabbia. Avrebbe voluto dargliene tante a quel maledetto, ma ovviamente c'era un piccolo problema.
Lui era un essere umano, Kokueimon era un digimon e pareva anche essere parecchio forte.

Kokueimon non rispose.
L’importante non era cosa pensava il nemico.
L’importante era che finalmente il suo sogno si stava avverando.
Piemon lo considerava finalmente suo figlio e presto tutti l’avrebbero saputo. Era così fiero di essere figlio del clown, lo considerava il più grande digimon mai esistito. Così orgoglioso, così maestoso... Aveva, si, i suoi difetti, ma lui lo riteneva invincibile e mai avrebbe desiderato superarlo. Voleva solo essere considerato degno di lui.
E stava accadendo.
Cosa l’avrebbe reso più felice?

-Siete qui per i Digicodici?- fece Hiroyuki, sul piede di guerra.
-I Digicodici?- chiese Agumon
-Ylenia Ishida.- fece Vamdemon -E’ lei che ci interessa.-
-Perché?- fece Taichi
Il vampiro sorrise.
-E’ importante per noi.-
-Beh, lo è anche per noi!- esclamò Taichi, portandosi con foga la mano al cuore. Ylenia era sua! La amava troppo, figurarsi se avrebbe permesso a Vamdemon di portarla via con sé.
Il vampiro si fece vicino al castano, così velocemente che Taichi non ebbe tempo di reagire. Lo sollevò per il collo, ignorando il suo continuo dibattersi per riconquistare l’aria che veniva a mancare.
-Non farmi perdere tempo, moscerino!- disse freddo. Poco gli importava dei sentimenti del ragazzo. Lui aveva bisogno di Ylenia. Era stanco di vivere quella vita. Avrebbe ricommesso tutti gli sbagli del passato, pur di tornare libero.
E portare a termine la sua vendetta…

-TAICHI!- Agumon sentì forte il desiderio di proteggere l’amico e, tra le grida di Daisuke e gli altri, il suo corpo si trasformò.


-Agumon, warp shinkaaaaa…. WARGREYMON!-

-Veemon, sei pronto?-esclamò Daisuke
-Si!- annuì l’altro, sempre pronto.
-Wormmon!-
-Prontissimo, Ken!-
-Tailmon!-
La gattina annuì, decisa.
-Hawkmon.-
-Pronto!-

-Veemon, shinkaaaa…. EXVEEMON!-
-Wormmon, shinkaaaa…. STINGMON!-
-EXVEEMON! STINGMON!- gridarono i due all’unisono -JOGRESS SHINKAAAAA…. PAILDRAMON! WARP SHINKA…. IMPERIALDRAMON!-
-Hawkmon shinkaaaa…. AQUILAMON!-
-AQUILAMON! TAILMON! JOGRESS SHINKAAAAA…SILPHYMON!-

Il vampiro e lo scimmione non si scomposero nel vedere quello spiegamento di forze. Anzi, sorrisero, come se niente fosse. Il vampiro lasciò andare Taichi che cadde a terra e si portò le mani alla gola.
Wargreymon si portò subito fra il partner e il nemico.
-Tutto bene, Taichi?-
Il ragazzo annuì.
Wizarmon rimase di stucco nel vedere a che livello era giunta la sua amica. Aveva addirittura effettuato una fusione con un altro digimon. Ne era così fiero, ma non era il momento di perdersi in apprezzamenti. Era giunta l’ora di regolare i conti con Vamdemon.
Strinse il suo bastone, pronto ad appoggiare ancora i digiprescelti, a rischio della sua stessa vita.
A costo di venire ucciso ancora e ancora.

°

Gennai, nel frattempo, accompagnò gli altri ragazzi in una struttura poco distante dall'ospedale. Era una curiosa costruzione che appariva come un enorme Hard Disk. Varcata la soglia, il gruppo di digiprescelti rimase senza fiato.
Un sacco di digimon, specialmente di tipo robotico, stavano lavorando su tantissimi dati, trascrivendoli, copiandoli, salvandoli.
Strani simboli ricoprivano le pareti e Koushirou constatò che si trattava degli stessi simboli che si trovavano nella fabbrica di Andromon. Col tempo aveva scoperto che si trattava dell'alfabeto dei digimon, una lingua parecchio complessa e si stava seriamente impegnando per apprenderla, per scoprire i segreti del mondo digitale.
Gennai li guidò in un laboratorio più piccolo, con un grande tavolo e molte sedie disposte in cerchio.
Di fronte al tavolo stava uno schermo enorme e una tastiera composta dai simboli digitali.
Lì vi erano Andromon, Centarumon e altri digimon, per lo più Hagurumon, digimon simili a ingranaggi.
I prescelti salutarono gli amici e si accomodarono nelle sedie. Dai monitor potevano osservare ogni cosa.
Avevano sentito tutto.
-E’ lui che ha attaccato Yamato, quindi.- fece Koushirou, osservando Kokueimon. -Perché non ci sono dati su di lui?-
-Molto probabilmente è un digimon unico nella sua specie.- rispose il saggio.
-Perché mai dovrebbero volere me viva e Yamato morto?- disse piano Ylenia, ignorando i discorsi su Kokueimon.
Bearmon guardò Gennai che scosse la testa.
-Mi dispiace. Questo non lo so proprio. Ma evidentemente ci tengono che tu ti consegni loro spontaneamente, altrimenti non avrebbero esitato a fare una carneficina.-
-E invece se ne stanno buoni senza attaccare più di tanto.- Iori prese a pensare e anche Koushirou meditò su quello strano comportamento.
-Nonostante lo schieramento di forze, non si scompongono…- Jou mise le braccia conserte -Non so più cosa pensare.-

Risei lasciò che discutessero e concentrò l’attenzione su Sora, che stava seduta accanto a lui. Pallida e tremante. Si sentiva responsabile.
-Sei adirata con papà?- le chiese, innocentemente.
Lei non rispose. Non sapeva se essere arrabbiata o meno, con Yamato, almeno.
Se glielo avrebbe detto, forse si sarebbe calmata.
Gennai aveva detto solo che lui era il figlio del prescelto dell’Amicizia. Ancora non aveva accennato al resto, per non ferirlo. Ma seppur piccolo, il bambino sapeva chi era, o meglio cosa era...
-Non devi… Io non…- le mise le manine sulle ginocchia, mentre lei alzò lo sguardo e lo incrociò coi suoi bellissimi occhi zaffiro.
Il bimbo fu interrotto dalla voce della prescelta della Sincerità e non poté proseguire la frase.

-Ylenia, dove stai andando?- chiese Mimi, allarmata.
La bionda si voltò verso la rosa.
-Vado da Taichi e gli altri, no? Così chiariremo la faccenda una volta per tutte.-
-Non ha tutti i torti…- emise Jun, non che desiderasse consegnare la bionda al nemico. Solo era stufa dei segreti. Culumon gironzolava per il laboratorio, poi si mise davanti al computer e fissò attentamente i contendenti.
Era appena iniziato uno scontro.
-Non fare pazzie!- Gennai tentò di fermare la prescelta della Memoria, prendendole un braccio.
Lei lo strattonò.
-Se rimaniamo fermi qui a guardare, non risolveremo nulla, perciò lasciami!- fece, secca.
Sentiva qualcosa di strano, nella sua testa.
Dal momento in cui aveva posato gli occhi sullo schermo e aveva visto quei tre.
Anzi quei due.

Voci.
Suoni.
Sensazioni che non le appartenevano.
Eppure così vere…

-Vattene! Non vogliamo gente come te qui!- gridò qualcuno.
Un tonfo.
Il dolore che gli pervadeva il petto.
La voglia di gridare e sfogare il suo dolore, di cantare al mondo intero, che lui era come gli altri.

E ancora…

-Padre! Padre!- piangeva qualcun altro, mentre una voce pacata e maligna replicava -E’morto, Vamdemon…-
-Sei stato tu!-
Altri suoni confusi.
Urla.
Tonfi.
Dolore.

-Che diavolo significa?- pensò.
Il tocco di Gennai che aveva cercato di fermarla, aveva scatenato un altro flusso di rumori, urla, sentimenti, dentro di lei.

-Stai attento... - scherzò qualcuno, divertito. Tutto intorno rabbia e dolore.
-Grazie Piemon.- la voce di Gennai, sollevato -Mi hai salvato.-
-Ma figurati… Cerca piuttosto di stare attento, non posso sempre toglierti dai guai.-
-Anche tu, mi raccomando.-
-Tsk.-
-Piemon…-
-Si?-
-Quando quest’assurda guerra finirà, che farete?-
-Andremo a vivere tutti insieme, come prima, solo che sarà diverso, no?-
-Speriamo…-
-Lucemonsama ha promesso di portare la pace a Digiworld, e io credo in lui.-
Urla, dolore, rabbia.

Ma questa volta, Ylenia percepì anche speranza trapelare da quelle parole.
Poi tutto si fece confuso.
Continuò a camminare, ignorando Gennai, ignorando Mimi, ignorando persino la paura.
La vita di Yamato dipendeva da lei.
E quella situazione andava risolta.
Era tutto in mano sua.
Era l’unica consapevolezza che aveva.

°

Etemon si schioccò le dita delle mani e si preparò a buttarsi nella mischia.
-Vado a fare un po’ di esercizio.- disse al vampiro, che rassegnato, alzò gli occhi al cielo.

-Etemon kyuukyoku shinkaaaaaaa…METALETEMON!!-

Lo scimmione metallico prese a mettersi in mostra.
-Bene, signori, chi sarà il primo?-
-Vamdemoooon!- gridò Silphymon correndo verso il vampiro. I sentimenti d’astio che Tailmon provava per lui, trapelavano persino nello stato di fusione con Aquilamon.
Il diretto interessato non si mosse.
Ci pensò Kokueimon a difenderlo.
-Daku Hebi.- disse, mentre dalla sua ombra prese forma un enorme serpente nero, che scivolò lungo il terreno, assorbendo l’ombra di Vamdemon e di Silphymon stessa.
L’ombra divenne enorme e si avvolse intorno al corpo della digimon, immobilizzandola.
Silphymon lanciò un grido strozzato, tra la rabbia e la sorpresa. Le spire nere la strinsero forte tanto da farle perdere l’equilibrio e mozzarle il fiato.
Cadde a terra sollevando un sacco di polvere, ma il peggio fu che cadde proprio davanti ai piedi di Vamdemon, che la guardò dall’alto in basso, sorridendo soddisfatto.
Ma non alzò un dito su di lei.
Passò oltre.
Ignorò Hikari e Miyako, che, fuori pericolo, si precipitarono dalla digimon e cercarono di liberarla.
Kokueimon era immobile.
Il vampiro proseguì.
-Fateci entrare.- disse, riferendosi alla barriera.
-Toglitelo dalla testa.-
Hiroyuki marciò verso di lui, tra le mani un d3 arancione, che presto sarebbe stato surclassato dal nuovo Digivice.
-E sarai tu ad impedirmelo?- chiese divertito il vampiro.
-Non mi provocare, belloccio. Kotemon, sei pronto?-
Il piccolo annuì e si illuminò, contemporaneamente al Digivice.

-Kotemon shinkaaaaaa…. Musyamon!-

Il samurai superava in altezza il vampiro, ma questo non servì ad intimorire il signore delle tenebre, che si limitò ad aggiustare una ciocca di capelli, per poi afferrare la sua frusta.
-Bloody Stream!-
La frusta infuocata sferzò l’aria, ma Musyamon la evitò, saltando all’indietro.
Era a livello campione, ma non era debole. Poteva tenere testa a Vamdemon, o almeno questo pensava Hiroyuki.

*Digimon Analyzer*

Musyamon

Tipo: Demone
Tipologia: Virus
Livello: Campione
Attacchi: Kirisute Gomen: un potente colpo di spada.
Shiratorimaru: attacco di spada che sottrae energie al nemico, prende il nome dall'arma che Musyamon impugna.

°

Il gruppo rimasto dentro attendeva col cuore in gola.
Osservavano i vari scontri.
MetalEtemon contro Wargreymon, Kokueimon contro Silphymon e Wizarmon, Vamdemon contro Musyamon e l’accorso ImperialDramon.
Solo Elecmon rimaneva in disparte, ma data l’aria tranquilla, sembrava stesse studiando la situazione.

-Musyamon sembra veramente forte.- fece Iori
-Già…- gli fece eco Armadimon -Riesce benissimo a tenere testa a Vamdemon.-
-Ma se quel dannato decide di fare sul serio, dubito che avremo qualche possibilità.- disse Takeru
-Non essere pessimista.- gli fece Mimi.
-Per batterlo l’ultima volta ci siamo dovuti unire a tutti i digiprescelti del mondo.- concluse il prescelto della Speranza.
-Vero anche questo… Ma ImperialDramon ha sicuramente qualche speranza.- insisté la prescelta della Sincerità.
-Musyamon è diverso dagli altri digimon.- fece Gennai
-In che senso?- chiese Jun, cercando di separare Culumon dagli schermi.
-Tempo fa un videogioco di samurai, sulla Terra, è stato infestato da un virus, ed è nato lui. Ho preso il suo digiuovo, e l’ho affidato a Hiroyuki, la persona più qualificata per crescerlo. Per quanto Kotemon possa sembrare tranquillo, state sicuri che nella lotta non lo batte nessuno. Shiratorimaru (Spada dell’Uccello Bianco), è una spada dotata di potere magico. Assorbe l’energia del nemico ogni volta che lo colpisce e, ogni mille ferite, si rafforza.- spiegò Gennai
-Ma è stratomitico!- esclamò Jun.
-Guardate lì!- esclamò Patamon, indicando lo schermo con le zampine nere.

Ylenia era apparsa dal nulla.
Vamdemon, Kokueimon e MetalEtemon si erano bloccati per un attimo, mentre i digimon dei ragazzi si erano disposti in difesa.
Silphymon era stata liberata da un incantesimo di Wizarmon, che aveva prodotto una luce tanto forte da dissolvere l’ombra che la imprigionava e non vedeva l’ora di chiudere definitivamente i conti col vampiro.
-Dannazione!- fece Gennai.

°

-Guarda guarda…- disse Vamdemon -Ti sei decisa a venire fuori.
-Ylenia!- esclamò Taichi -Che sei venuta a fare? Torna dentro!- cercò di rimandarla indietro, ma lei sfuggì alla sua presa e camminò verso Vamdemon a passo spedito.
-Ylenia…- Taichi voleva farla ragionare, ma lei lo zittì, mettendogli una mano davanti alla bocca.
-Aspetta.- gli disse.
Guardò il digimon biondo negli occhi, senza timore.
Lesse la tristezza nel suo sguardo di ghiaccio e tese la mano.
Contemporaneamente, mentre gli altri rimasero col fiato sospeso, anche lui allungò la sua, nera e affusolata.
Le mani si incontrarono.
Ed Ylenia ebbe un altro flash, questa volta vi erano immagini.

-E’ da un po’ che non ci vediamo…- disse Piemon, ansimante.
La pioggia cadeva scrosciante. Tutto intorno distruzione, probabilmente i due si stavano battendo.
-Vedo che ti sei evoluto, dall’ultima volta che ci siamo visti.-
Vamdemon fece sparire la frusta.
-Anche tu.-
-Mi deludi.-
-Uh?- alzò la testa sorpreso.
-Uno come te che si fa sottomettere così da Daemon?-
-Tsk… Non mi sono fatto sottomettere.-
Piemon si alzò.
-Se la metti così, allora vieni via con me.-
Vamdemon parve pensarci su.
Poi porse la mano all’altro e la strinse forte.

-Basta così.- disse il vampiro, allontanando la mano. Voleva evitare che lei gli leggesse dentro oltre, ma la ragazza ormai sapeva, che lui desiderava il calore della famiglia e l’amore che gli era stato negato.
-Perché mio fratello?- gli chiese
-E’ pericoloso.-
-Anche io.-
-No, non tu.-
-Perché no?
-Abbiamo bisogno di te.-
-Perché?-
-Vieni con me e lo saprai.-

-Spero la finiscano con questo botta e risposta.- fece Mamoru ad Elecmon.
-Io non ci sto capendo niente.- disse Daisuke
-E secondo te io?- gli fece di rimando Ken
-Aaaah… - Mamoru incrociò le braccia deluso -Di questo passo non arriverà il nostro turno Elecmon.-
-Io non ci tengo a combattere.- disse il volpino
-Come no? Tutti si stanno dando da fare, persino Pel di carota.-
Hiroyuki lo sentì e si voltò come la bambina dell’esorcista.
-Come mi hai chiamato, Maminchio?-
-Ahahaha!- rise il moro, quasi si piegò in due dalle risate, poi si fece serio -Rimangiatelo.-
-Scordatelo… - disse il teppista in aria di sfida
I due si fissarono con astio per diversi secondi finché Mamoru non si lasciò scappare un -Oooh! Basta così! Che noia.-
-Il vostro amico sta bene?- chiese MetalEtemon, dopo essersi cappottato ed essersi rimesso in piedi.

Elecmon scosse la testa.
-Ehm… beh è sempre così, quindi credo di sì-
-Certo che sto bene, che domande... Elecmon, sei pronto?
-Sì!-
-Aspetta.- fece Ylenia, poi si voltò verso Vamdemon.
-Farò quello che volete, ma solo se aiuterete mio fratello.- incrociò le braccia al petto -Altrimenti non se ne parla.-
Vamdemon sorrise vittorioso.




Fine Capitolo 7




Ecco qui signori. Questa frase diventerà un tormentone: QUESTO CAPITOLO MI HA FATTO DANNARE.
E sapete perché?
Perché stufa di vederli depressi e angosciati ho fatto arrivare in fretta e in furia Vamchan ed Etemon, con Kokueimon, per dar battaglia.
Ci tenevo a soffermarmi su diversi punti:

L'incontro con Hiroyuki
L'incontro di Sora e co. con Risei
I diversi flash sul passato dei Padroni delle Tenebre e Gennai
L'incontro tra Wizarmon e Tailmon
L'incontro tra Ylenia e Vamdemon

Ci sarebbe anche la storia di Mimi e Kou, ma quella si svilupperà più avanti U_U
Ho cambiato Mammoletta in Maminchio XD
La storia del gioco di samurai l'ho leggiucchiata su un sito dv c'era la descrizione delle carte di digimon, non ricordo, mi sembrava una cosa bella.
Ora devo dare uno sviluppo ai poteri di Culumon e Bakumon, ma ho già delle idee, così come per Bearmon ed Elecmon.
E aspettatevi sorprese per Risei, chi sarà il suo digimon? Muhahah! Lo saprete presto. Così come saprete chi è la "madre" del piccolo.
Ovviamente anche Kokueimon avrà il suo ruolo, oltre a quello che ha adesso.
Mmmm...

Per finire, ecco la scheda di Kokueimon, essendo unico nel suo genere, i prescelti non potranno avere notizie su di lui, ancora, ma voi sì U_U

Kokueimon:

Tipo: Mago Guerriero
Tipologia: Virus
Livello: Evoluto
Attacchi: possiede diverse tecniche, basate sull’ Ombra, ma conosce alla perfezione le arti marziali e tutti gli stili di combattimento. E’ il guerriero perfetto.
Kagemusha: crea un sosia perfetto in tutto e per tutto.
Kage Kireme (Taglio d'Ombra): l’ombra diventa tangibile e tagliente, molto pericolosa.
Doku Kage (l’Ombra Velenosa): E’ la tecnica che ha colpito Yamato. L’ombra pervade il corpo del nemico, bloccandone lentamente tutte le funzioni vitali. Perciò il nemico muore dopo poco tempo.
Kokuei no Gekijou (il Teatro delle Ombre): crea delle ombre di qualunque forma, che attaccano il nemico.
Kokuei Requiem, la mossa letale di Kokueimon, mai utilizzata, se non durante gli allenamenti per perfezionarla. Consiste in un raggio energetico di enorme potenza. Nessuno però l’ha mai vista in azione.
Daku Hebi (Serpente Oscuro): potrebbe rientrare nel Kokuei no Gekijou, ma è una variante utilizzata spesso. L’ombra forma un serpente che immobilizza il nemico e a seconda dei casi, può stritolarlo e ucciderlo.



Non vedo l'ora di fargli usare il Kokuei no Gekijou!!!
Credo di aver finito i sinonimi per Gennai, non è un uomo, quindi definirlo così, non so. Lo chiamerò saggio, codino, poi non so. Consigli?
E Silphymon? Tecnicamente non è ne maschio ne femmina, per ora le ho dato del lei, dato che la personalità di Tailmon è emersa di più, ma poi? Dura la vita della scrittrice U_U

Ok, ora vi lascio ^^
Fatemi sapere che ne pensate, sono bene accetti consigli e critiche costruttive. Non insulti, o vi spedisco Vamdemon a casa, anzi Piemon, che ultimamente è parecchio girato.


crhystal: Spero tu non sia svenuta vedendo quanto è lungo questo cap ^_^'' Grazie per i commenti, io credo, se mio figlio fosse che so, Yamato, o uno degli altri, lo segregherei in casa U_U Povero stellino, tutte a lui capitano.

Echo: ecco, il piano sembra andato a buon fine. Stavi per dire Take, eh? Colpa mia, pardon, ti ho fatto 'na testa così XD Spero di salvarmi ancora dalla tua ira
*si fa scudo con Risei, che assume l'aria più pucciosa che ha*
Risei: se uccidi kym, lo dico alla ''mamma''
Io: bravo cucciolo!







Ehm... ok. Vi lascio davvero XD





   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: kymyit