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Autore: Padfoot_92    19/08/2016    1 recensioni
E se la battaglia di Hogwarts non fosse finita come tutti conosciamo?
E se Harry avesse avuto una sorella gemella?
E se Elizabeth Potter avesse seguito Harry anche nella morte, ma fosse finita in un posto completamente diverso?
Dal capitolo 1:
"Chiusi gli occhi di scatto accogliendo quasi con sollievo la definitività della morte e la possibilità di potermi ricongiungere con i miei cari, ma la sensazione di pace che stavo aspettando non arrivò.
Aprii gli occhi dopo pochi istanti al suono di alcune urla e rimasi a bocca aperta per quello che vidi. Ero ancora nella stessa stanza, ma tuttavia era completamente diversa. I muri erano ancora in piedi e non c'era nessun segno delle finestre sfondate dai giganti o della presenza di Voldermort. La Sala Grande era come la ricordavo nelle mie memorie più felici: gremita di studenti che banchettavano la cui attenzione in questo caso non era rivolta al cibo, ma a me. "
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso”


La mattina dopo mi svegliai all'alba.

Mi diressi immediatamente a fare la doccia cercando di osservarmi il meno possibile allo specchio per evitare di guardare le occhiaie che risaltavano sul viso cereo a causa dei miei soliti incubi notturni. Infilai la divisa e lasciai i miei lunghi capelli neri sciolti appuntandomi mentalmente di doverli al più presto tagliare visto che oramai arrivavano quasi alla vita. Dopo aver preso la borsa, l'orario delle lezioni ed aver recuperato la borsetta di Hermione, mi diressi nel parco per godermi i timidi raggi del sole mattutino.

Sedendomi tranquilla sull'erba in riva al lago nero non potei fare a meno di riflettere davvero su ciò che mi era capitato. Vivere nel 1976 voleva dire molte cose, tra cui vedere morire di nuovo tutta la mia famiglia senza potere fare nulla ed osservare mio fratello e tutti coloro che avevo conosciuto crescere senza di me. Imprecai per la mia sorte scagliando una pietra nell'acqua, rimanendo incantata dalle increspature che il sasso aveva generato.

Attesi le 7:40 prima di rientrare nel castello e dirigermi verso la classe di Incantesimi. L'aula era già piena quando arrivai e l'unico posto libero era in primo banco accanto ad una ragazza dai lunghi capelli rossi.

Scusami è occupato?” domandai timidamente.

La ragazza si girò ed io rimasi incantata: il suo sorriso era magnifico, così come la sua pelle, i suoi meravigliosi occhi verdi ed i suoi lucenti capelli rossi come il fuoco.

No, siediti pure. A proposito io sono Lily, Lily Evans.

Elizabeth Martin.” risposi sorridendo timidamente e prendendo posto, iniziando a frugare nella borsa alla ricerca del necessario per la lezione.

Se avessi bisogno di qualcosa, anche un aiuto per le lezioni, non esitare a chiedere.” continuò.

Ti ringrazio.” balbettai, interrotta fortunatamente dall'arrivo del professore.

Una giovane versione del professor Vitious iniziò presto a spiegare il programma dell'anno, sottolineando l'importanza di essere costanti dello studio in vista dei MAGO. Presi penna e pergamena ed iniziai a scrivere gli appunti, riuscendo finalmente a distrarmi dall'assurda situazione in cui ero ed assaporando anche un leggero gusto di normalità.

Al suono della campanella, raccolsi velocemente le mie cose infilandole alla rinfusa nella borsa e facendomi largo fra gli studenti mi recai in biblioteca prendendo posto in un tavolo isolato accanto alla sezione proibita. Cercando di attirare meno attenzione possibile mi alzai alla ricerca di libri che potessero spiegare quale maledizione era stata usata per mandarmi in quell'epoca e perché. Immersa nella ricerca, sfortunatamente infruttuosa, dimenticai di andare a pranzare e fu solo per miracolo che arrivai a lezione di Trasfigurazione in tempo, sedendomi nell'unico posto vuoto vicino ad una ragazza di Corvonero di cui non conoscevo il nome.

La lezione della McGranitt, sebbene molto difficile dal punto di vista dei contenuti, portò velocemente la mia mente al passato e lasciandomi cullare dalla normalità e dalla rilassatezza che la voce della professoressa mi provocava, iniziai a prendere appunti con il cuore un po' più leggero.

Alla fine delle due ore Lily mi raggiunse prima che potessi fuggire da tutti.

Ehi! Non ti ho più vista dopo la lezione di Incantesimi.

Ero in biblioteca a fare una ricerca.

Anche tu sei una appassionata di libri?” mi domandò con occhi sognanti.

Una specie, diciamo che mi piace tenermi informata.” sussurrai timidamente, messa in soggezione dal suo sorriso.

Finalmente qualcuno che la pensa come me.” esclamò.

Ti va di andare ad Aritmanzia assieme?” domandai imbarazzata prima che potessi fermarmi a riflettere sulle conseguenze che ciò avrebbe causato.

Volentieri!” disse dolcemente precedendomi.

Due ragazze si avvicinarono a noi e si accostarono a mia madre, presentandosi a me come Mary MacDonald ed Alice Prewett. Per un attimo mi rabbuiai pensando a ciò che sarebbe accaduto in pochi anni alla madre di Neville ed all'altra ragazza, ma cercai di scrollarmi di dosso i sentimenti negativi.

Senza attendere ulteriore tempo, ci dirigemmo verso la successiva lezione mentre le ragazze iniziarono a parlare del più e del meno; presto notai come Lily rimanesse sempre un po' in disparte prendendo parte solo di rado alla conversazione delle due. Non avevo mai saputo molto di mia madre, credevo fosse una ragazza molto solare, amica con tutti e molto aperta, ma adesso che avevo la possibilità di conoscerla potevo vedere che era mostruosamente simile a me e non potei fare a meno di sentirmi felice per questo.

Arrivata nell'aula di Aritmanzia Lily si sedette nuovamente accanto a me, sorridendomi mentre il professor Vector entrava in aula ed iniziava a parlarci anche lui dell'importanza della continuità dello studio in vista dei MAGO.

A differenza del resto della giornata non fui molto attenta: ero stanca e triste e nonostante il braccio fosse guarito iniziava a dolermi così, una volta finita la lezione, accampai una scusa generica e mi diressi verso il dormitorio, ma fui intercettata da Remus.

Ehi... Elizabeth, aspetta!” mi chiamò facendo i gradini a tre a tre per arrivare più velocemente.

Mi fermai ad osservarlo curiosa nel bel mezzo della scalinata.

Dove vai?” mi domandò col fiatone.

In dormitorio, sono stanchissima dopo oggi.

Non vieni a cena?” continuò curioso.

Sobbalzai per un secondo e solo in quel momento notai come il mio stomaco si stesse contorcendo per la fame.

Vieni con me?” propose.

Strinsi le labbra nel dubbio, ma annuii. Non facevo i salti di gioia all'idea di tornare in Sala Grande, anzi tutto il contrario visto che ogni volta che entravo lì dentro i fantasmi delle persone che avevo perso affollavano la mia mente, ma avevo bisogno di mangiare. Senza dire altro seguii in silenzio il mio padrino.

Allora, come ti sembra Hogwarts?” chiese Remus sedendosi a capo della lunga tavolata rosso-oro e ridestandomi dai miei pensieri.

Fantastica. - risposi con un timido sorriso tirato imitandolo e versandomi del succo di zucca – Dove sono i tuoi amici?”

Temo stiano organizzando uno dei loro soliti scherzi.” rispose sconsolato.

Ridacchiai.

Sono i migliori amici che si possano desiderare, ma a volte sono un po'… come dire… esuberanti.” ammise.

Parlare con Remus fu rilassante e nostalgico allo stesso tempo, il mio padrino aveva sempre avuto la dote di riuscire a calmarmi con i suoi discorsi facendomi dimenticare le mie preoccupazioni.

Una volta finito di cenare, nonostante tutti gli studenti fossero ancora a tavola, ci alzammo e ci dirigemmo nuovamente verso la Sala Comune. Oltrepassato il ritratto della Signora Grassa uno strano silenzio ci accolse e senza perdere un secondo estrassi la bacchetta ponendomi di fronte a Remus. Due uomini apparvero dal fondo della stanza avvicinandosi lentamente verso di noi. Il primo aveva lunghi capelli biondi argentei, portava un bastone da passeggio con il manico argentato a forma di testa di serpente ed una maschera sul viso, il secondo invece aveva il volto cosparso di cicatrici e mi guardava ghignando.

Arretrai quasi involontariamente verso Remus, mentre la mia mano destra iniziava a tremare e le cicatrici sulla mia schiena riprendevano a dolere come se le ferite fossero ancora aperte.

Lucius Malfoy sorrise alla mia debolezza ed estrasse con fare elegante la bacchetta mentre indicava un corpo inerte nell'angolo più lontano della stanza visibile solo a me. Il fiato mi si mozzò quando vidi per la seconda volta gli occhi di mio fratello privi di vita.

Strinsi la bacchetta fino a vedere le mie nocche diventare bianche cercando di prendere coraggio ed aspettai che i due uomini facessero la prima mossa, ma una risatina proveniente dal divano dietro di me mi fece distrarre e lì capii. I due uomini in quest'epoca non potevano avere l'aspetto che avevano nella mia ed il corpo di mio fratello non poteva trovarsi qui. Non senza tirare un tremante respiro di sollievo pronunciai l'incantesimo Riddikulus per far trasformare il molliccio, per poi spedirlo a rinchiudersi dentro un baule vuoto che notai solo in quel momento, si trovava al centro della stanza. James, Sirius e Peter apparvero improvvisamente ridacchiando.

Che diavolo credevate di fare?!” esclamai arrabbiata, ancora scossa dall'accaduto.

Era solo uno scherzo innocuo!” disse Sirius avvicinandosi con un sorriso stampato in volto.

Innocuo? Innocuo?! Un molliccio è innocuo? Qualcuno poteva farsi male! E tu – dissi rivolgendomi a Remus – scommetto che eri d'accordo con loro, è per questo che mi hai accompagnato a cena!” ribattei ferita.

No io...” iniziò il mio padrino, ma non lo lasciai finire di parlare.

Siete degli stupidi.” sussurrai salendo le scale verso la mia camera.

Ehi, era uno di quei due Tom?” sentii urlare James.

Corsi su per le scale mentre le lacrime scorrevano sulle mie guance, il fiato si faceva sempre più corto ed il cuore batteva all'impazzata. Entrai e sbattei la porta, iniziando a pronunciare tutti gli incantesimi che solitamente Hermione lanciava quando scappavamo nei boschi. Mi diressi in bagno e vomitai tutta la cena e mentre le lacrime continuavano a non finire di cadere mi lanciai nel letto.

Quando mi svegliai il sole non era ancora sorto, mi affrettai a vestirmi e fare la doccia e decisi di occupare il tempo iniziando a fare i compiti che fortunatamente conclusi in poco tempo. Era appena sorto il sole quando mi allontanai dalla Sala Comune di Grifondoro per andare in giro per il castello, passai in cucina e presi dei biscotti che mi offrirono gli elfi domestici dirigendomi poi nella classe di Difesa Contro le Arti Oscure e mettendomi in primo banco, proprio dove solitamente mi sedevo con Hermione. Come il giorno prima Lily si sedette accanto a me.

Provai a rispondere ai suoi saluti, ma i ricordi della sera precedente erano sempre presenti e non riuscii ad essere abbastanza convincente. Lily, prendendomi la mano fra le sue, mi sorrise dolce.

L'inizio della lezione fu una manna dal cielo perché finalmente mi fece distrarre dai miei problemi, a metà di essa però, un piccolo foglietto apparve sul mio banco. Cercando di non farmi scoprire dal professore lo aprii, al suo inferno una sola parola: 'scusa'.

Presi il pezzetto di pergamena, lo arrotolai ed usando la bacchetta lo cestinai continuando imperterrita a seguire la lezione. Al termine di essa, mi avviai insieme alla rossa a lezione di pozioni.

Cos'era quel bigliettino che ti è arrivato a lezione?” domandò Lily nelle scale verso i sotterranei.

Le scuse dei Malandrini.” risposi, cercando di chiudere l'argomento.

Ti hanno dato fastidio? Vuoi che parli con loro?” esclamò subito allarmata.

No, grazie. Era solo uno stupido scherzo.

Lily non sembrò pensarla così e si rabbuiò.

Lasciali perdere, sono degli stupidi!” disse ancora per poi entrare in aula e sedersi.

Seguire la lezione e riuscire a non far esplodere il calderone fu molto difficile a causa dei biglietti da parte dei ragazzi che continuavano interrottamente a chiedermi scusa e ad elencare mille motivazioni per cui io non sarei dovuta arrabbiarmi, tra le quali spuntava un ‘sono troppo bello affinché qualcuno si arrabbi con me’ di Sirius. Al termine delle tre ore chiesi scusa a Lily e mi fiondai fuori dall'aula prima che potessero acciuffarmi ed allontanarmi prima della lezione pomeridiana di Erbologia.

Vagai a lungo per il parco del castello, assaporando i raggi del sole sulla mia pelle e la brezza ancora calda cercando di eliminare lo stress delle ultime ore.

Elizabeth!

Chiusi gli occhi per un istante e mi girai.

Di cosa avete bisogno?” domandai stanca ai Malandrini, volevo solo allontanarmi da tutto e da tutti perché dovevano continuare ad insistere?

Hai ignorato i nostri biglietti. Noi vogliamo seriamente scusarci.” disse Sirius.

Sbuffai spazientita, possibile che mi avrebbero perseguitata fino a quando non avrebbero avuto ciò che volevano?

Secondo voi è normale nascondere un molliccio in Sala Comune? Qualcuno avrebbe seriamente potuto farsi del male.

Te l'abbiamo detto: non volevamo spaventare te, era uno scherzo per quelli del primo anno.” continuò James mentre Peter al suo fianco annuiva energeticamente.

Mi morsi la lingua per non rispondere e mi voltai riprendendo la mia camminata, sentii Sirius mormorare a Peter che ero peggio di Lily ed in quel momento ringraziai il destino di assomigliare, almeno caratterialmente, a mia madre ma subito questo sentimento fu sostituito dalla tristezza e dalla nostalgia di casa, tanto forte che non mi accorsi di essermi fermata.

Una mano sulla mia spalla mi fece voltare di scatto, Remus. I suoi occhi color miele mi fissarono dispiaciuti e dovetti fare appello a tutte le mie forze per non fiondarmi fra le sue braccia.

Davvero, io non c'entravo nulla – sussurrò – sono bravi ragazzi, forse un po' idioti, ma bravi. Non avevano intenzione di fare male a nessuno.

Annuii cercando di buttare giù il groppo in gola, ma non trattenni un singhiozzo. James e Sirius si voltarono immediatamente ed incrociando lo sguardo di mio padre, così dannatamente simile al mio ed a quello di Harry, scoppiai in lacrime cadendo a terra ed abbracciandomi le spalle.

Non volevamo farti piangere.” dissero i quattro tutti assieme.

Per favore ho bisogno di stare sola.

I ragazzi si guardarono un attimo, ed anche se con un po' di esitazione se ne andarono continuando a guardare indietro, forse sentendosi un po' in colpa. Da una parte ci rimasi male che avevano ascoltato le mie parole, Remus e Sirius che conoscevo sarebbero rimasti con me ignorando le mie parole, tuttavia dall'altra parte ringraziai il cielo che lo avessero fatto.

Una volta che ebbi ripreso un contegno accettabile, qualche ora dopo, corsi verso le serre, arrivando solo per qualche secondo in tempo per la lezione. I ragazzi mi guardarono con sguardo colpevole assicurandosi che io stessi bene e Remus mi invitò a sedere accanto a lui. Prendendo un respiro profondo feci come mi aveva chiesto, anche se non senza esitazione, iniziando a lavorare con lui per la lezione.

Come stai?” domandò timido.

Meglio – mentii - non volevo coinvolgervi, scusate.

No, non ti devi scusare! Sarei dovuto restare, sono uno stupido.

No assolutamente, ci conosciamo da così poco.” lo rassicurai, non volevo che stesse con me solo per obbligo, sarebbe stato orribile.

Voglio rimediare allora, ed essere tuo amico, se me lo permetti.”

Sorrisi e ringraziai senza riuscire a dire una parola.

Allora Elizabeth...

Beth. - lo interruppi - Chiamami Beth.

Beth. - ripeté sorridendo dolcemente - Hai idea di come lavorare su questa cosa?” domandò ancora indicando il banco.

Sopra di esso c'era una vasca, simile ad un acquario nelle dimensioni, con all'interno una pianta molto simile ad un'alga.

Si tratta dell'algabranchia – spiegai – sinceramente non so come si coltivi, ma se la si mangia spuntano le branchie.

Appassionata di erbologia. - disse – Devo segnarlo nel mio elenco di cosa ti piace.

Non potei fare a meno di ridacchiare, guadagnandomi un'occhiataccia dalla professoressa.

Puoi depennare subito questa voce. Io odio Erbologia.” sussurrai.

Anche Remus sorrise, ma riuscì a mascherarlo all'insegnante.

Come facevi a sapere cosa fosse allora?” domandò curioso.

Mi rabbuiai un attimo al pensiero di Harry, Neville e gli altri nostri amici, cercai di non darlo a vedere, ma il mio padrino se ne accorse.

Se non vuoi dirmelo fa lo stesso.” disse.

Mio fratello l'ha usata.” spiegai senza scendere nei dettagli e dirgli il motivo per cui mi ero rabbuiata.

Non sapevo avessi un fratello!

Cercai di sorridere mostrandomi normale, ma ciò che mi uscì fu solo una smorfia. Non volevo dirgli che Harry era morto. Per lui adesso sarebbe stato un completo estraneo, ma era pur sempre Remus e dirglielo avrebbe significato deluderlo visto che tempo prima gli avevo promesso che lo avrei tenuto al sicuro, per di più dirlo ad alta voce avrebbe reso ancora più reale l'accaduto.

Così presa dai miei pensieri non mi accorsi della ragazzina del primo anno che era entrata in aula e che aveva chiamato il mio nome ad alta voce chiedendomi di andare dal professor Silente. Fu solo grazie a Remus, che mi diede un colpetto al braccio e mi sussurrò che cosa era stato detto che non feci una brutta figura. In silenzio raccolsi le mie cose e mi diressi verso lo studio del preside che mi stava aspettando proprio di fronte al gargoyle di pietra. Mi salutò con un cenno e mi precedette su per le scale.

Lo studio dell'uomo era proprio come lo ricordavo: circolare e ricco di oggetti strani e caramelle di ogni tipo, sul trespolo ad accogliermi c'era Fanny che schioccò il becco in segno di saluto, come se mi riconoscesse. Silente si sedette e dopo un suo segno del capo lo imitai.

Allora come sono andati i primi giorni di scuola?” mi domandò allegro.

Tutto nella norma.” risposi timidamente.

Non ti ho visto molto in Sala Grande.

Io... è difficile entrare in quel posto senza ripensare a cosa è accaduto.” spiegai.

Ho capito. Se per caso avessi voglia di andare al piano al di sotto della Sala Grande e far il solletico alla pera nel quadro, penso che potresti trovare interessante ciò che vedrai.” disse facendomi l'occhiolino.

Sorrisi capendo il suo suggerimento di andare in cucina se avessi avuto fame e ringraziai.

Signore... - iniziai con voce tremante - so che cose orribili succedono a chi si intromette nel tempo, ma non crede che si possa fare qualcosa?

Dopo ciò che mi hai raccontato penso che sia difficile ottenere risultati peggiori di quello che accadrà quindi, se te la senti, non vedo perché non provare.”

Grazie signore.” sussurrai decisa.

Si ricordi signorina Potter – mi fermò l'uomo prima di congedarmi – che Hogwarts darà sempre un aiuto a chi se lo merita.

Annuii ed uscii dall'ufficio e vagai per il castello riflettendo su ciò che Silente mi aveva detto per due ore prima di avviarmi verso la Sala Comune. In poche parole il preside mi aveva dato il suo ok a procedere ed a fermare la guerra prima ancora che cominciasse.

Avevo paura.

Paura di fallire, di far peggiorare le cose, paura di non essere all'altezza. Era Harry quello coraggioso ed Hermione quella intelligente. Ancora una volta non potei fare a meno di pensare che era mio fratello colui che si meritava di stare qui e non io.

Non feci caso ai miei compagni che mi chiamavano chiedendomi di sedermi accanto a loro, mi diressi solamente in camera mia e mi posai sul letto cercando di capire che diavolo avrei dovuto fare, solo di una cosa ero certa: nessuno avrebbe passato ciò che era capitato a me.

 

   
 
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