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Autore: Slytheringirl093    19/08/2016    1 recensioni
“Ci sono! Faremo una vacanza tutti insieme!” proclamò Hermione. Draco Malfoy strabuzzò gli occhi assolutamente sconvolto. Non era quella la soluzione, non poteva essere quella la soluzione!
“ Cosa? Sei forse impazzita, mezzosangue?”
“Pensaci Draco! È la soluzione perfetta! Passeremo una settimana tutti insieme, tu inviterai i tuoi amici e io i miei! Due piccioni con una fava!” disse Hermione che dopo quel misero minuto di incertezza ora sembrava aver riacquistato tutta l’allegria di questo mondo.
“Due piccioni che...?” ripetè Draco leggermente confuso.
“È un detto babbano, Malfoy , lascia perdere …”
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N.B. Alcuni capitoli della storia erano già precedentemente stati pubblicati. Avendola revisionata per intero ho deciso di ripostare il tutto fin dall'inizio. Per chi avesse già letto in precedenza, nella mia BACHECA troverete un AVVISO che vi riguarda. Per tutti i nuovi lettori, spero che l'idea possa stuzzicarvi!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Pansy/Theodore
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Tutti insieme appassionatamente

What's the big deal, Malfoy?



√ Prologue
To kill two birds with one stone



Mezzosangue, stai seriamente iniziando a darmi sui nervi” celiò un alquanto infastidito Draco Malfoy, reggendo tra le dita un calice di vino elfico. In tutta risposta Hermione sbuffò, portandosi leggermente indietro verso lo schienale della sedia di legno pregiato del ristorante nel quale Draco l’aveva condotta quella sera a cena. Strinse le braccia al petto incrociandole e puntò il suo sguardo in quello del biondo, senza demordere.
“Ed è inutile che mi guardi così. Io non cambierò idea” aggiunse poco dopo il ragazzo.
“Mi avevi detto che eri d’accordo, Draco! E adesso ti stai rimangiando la parola!” replicò la ragazza in tono deciso. Draco corrugò la fronte, evidentemente confuso.
“ E quando avrei detto una sciocchezza simile?” chiese con accigliata curiosità, valutando se stava iniziando a dare i primi segni di squilibrio mentale derivanti dalla sua assidua frequentazione con la suddetta strega babbanofila.
“Ieri sera” rispose immediatamente la ragazza. Draco corrugò la fronte, pensieroso.
“Ieri sera quando, esattamente?”
“Ieri sera, dopo cena, a casa tua”
Hermione sembrava fermamente convinta di quello che diceva eppure Draco non si ricordava di aver mai discusso di questa cosa assurda alla quale lui avrebbe detto di sì. Convinto che Hermione stesse tentando di raggirarlo, per forza, tentò di ricordarsi precisamente cosa avevano fatto lui e la mezzosangue una volta finita la cena nel suo appartamento. ‘Allora, vediamo... dopo l’ottima cena preparata dal sottoscritto, con l’aiuto di qualche elfo all’insaputa della Granger per la mia incolumità, le chiedo se gradisce il dolce. Lei mi dice che non ha voglia di dolce ma che è molto stanca e  vuole farsi un bagno. Approvo e condivido la sua stanchezza, le preparo la vasca, lei entra, entro anche io, lei se lo aspettava. Giochiamo con la schiuma, ma in poco tempo passiamo ad altro e lei comincia a usare la lingua in modo straordinariamente eccitante dove sa che … UN ATTIMO!’
Gli occhi di Draco si illuminarono consci e consapevoli del sotterfugio utilizzato dalla sua subdola ragazza per strappargli quel consenso che altrimenti non avrebbe mai e poi mai ceduto.
“Ero in un frangente di momentanea perdita delle facoltà cognitive” rispose il biondo piccato. Hermione si lasciò andare ad un sorrisino impertinente e traboccante di vittoria. La maledetta!
Non importa. Hai detto di sì. Me lo hai promesso” sottolineò lei.
“Me lo hai estorto, vorrai dire” si affrettò a precisare Draco. Promesso, o no, lui non aveva la benché minima intenzione di prendere parte a quella follia messa in piedi da quello stupido di Potter.  Voglio dire... chi sano di mente ci avrebbe preso parte?
“Ne stai facendo una tragedia, inutilmente. È solo una settimana” riprovò Hermione, poggiando la sua mano calda su quella del ragazzo. Lui si sporse verso il centro del tavolo con cipiglio serio e definitivo.
“ Ascoltami bene, Granger. Io non prenderò parte a questa follia
Hermione sostenne il suo sguardo senza replicare. Sembrò rifletterci per qualche secondo, meditabonda. Di colpo allontanò la mano da quella del ragazzo riportandola di nuovo in grembo, dove era stata fino a poco prima. Dopo un minuto di silenzio, dove entrambi evitarono di guardarsi, Hermione risollevò lo sguardo incontrando l’espressione esitante del giovane Malfoy.
“Bene. Vorrà dire che intraprenderò questa follia da sola”
Draco non ebbe il tempo di replicare che la vide lasciare il tavolo e sfrecciare fuori dal ristorante.
Dannazione!


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“ Mezzosangue, apri questa porta!”
L’appartamento di Hermione, situato nel centro di Londra, più o meno nei pressi di Covent Garden era al terzo piano di un palazzo di un quartiere residenziale. Il numero 7 inciso sulla porta della ragazza continuava ad essere l’unica cosa che il giovane, più precisamente Draco Malfoy, continuava a vedere dinnanzi a sé. Quella dannata pazza non si decideva ad aprire; inutile precisare che era impossibile smaterializzarsi nell’appartamento di un Auror, specialmente se questo Auror si chiama Hermione Jean Granger. La porta era l’unico modo per accedere all’abitacolo, anche se sarebbe stata lì ancora per poco: Draco stava pensando di buttarla giù entro il prossimo quarto d’ora, se Hermione non avesse aperto di sua spontanea volontà.
Era snervante litigare con lei, decisamente: nonostante fosse qualcosa che capitava abbastanza  spesso, dato che si trattava appunto dei suddetti, la loro era una coppia che durava ormai da quasi un anno, più precisamente nove mesi, una coppia stabile, se l’aggettivo potesse mai potersi accostare a descrivere quei due. Ci andavano piano, e per questo vivevano ancora ognuno nel proprio appartamento; non avevano ancora fatto le presentazioni ufficiali e non si erano detti ancora ti amo. Tuttavia le persone che li conoscevano, i loro amici, avrebbero potuto giurare che tra quei due le cose fossero decisamente serie, forse più di quanto loro stessi pensavano.
Eppure ora una porta e la testardaggine di Hermione Granger li teneva divisi su quel pianerottolo.  ‘Maledetto Potter!’
“Granger, dimmi... vuoi ritrovarti senza una porta?” urlò Malfoy battendo un pugno sul legno massiccio.
“Dacci un taglio Malfoy!” replicò una voce dall’interno. Finalmente! Segni di vita!
“ Tu apri questa porta e io la smetto!” 
Lo scatto della serratura arrivò un paio di secondi dopo. Quando Draco entrò all’interno dell’appartamento, la trovò in piedi, ancora con il vestitino nero che aveva indossato per andare a cena, mani ai fianchi e sguardo furente. Draco la guardò scettico: credeva davvero che si sarebbe lasciato intimidire per così poco?
“Sei venuto per dirmi che hai cambiato idea? Dato che hai svegliato un intero palazzo per entrare o si tratta di questo o immagino tu debba dirmi qualcosa di davvero importante!” disse Hermione in tono fermo, arrabbiato. Draco la guardò allibito come se la risposta non fosse già chiara e trasparente. Era ovvio il motivo per cui era lì.
“ Tu mi hai lasciato al ristorante! Da solo!” l’accusò puntandole un dito contro. Lei alzò le spalle, del tutto incurante del suo disappunto.
“ E allora?”
Draco chiuse la porta dell’appartamento senza toglierle gli occhi di dosso. Stava scherzando, forse...?
“ Mi hai fatto bussare come un pazzo a questa porta senza aprirmi per più di un quarto d’ora!” le fece notare spostando il dito accusatore dalla ragazza alla porta. Ancora una volta Hermione lo guardò incurante.
“ Potevi anche andartene”
“Oh, non ci provare! Sapevi perfettamente che avrei buttato giù la porta se fosse stato necessario!”
“ Continuo a non capire che cosa vuoi da me”  
“ Sei forse impazzita?” esclamò Draco, osservandola sconcertato.
“ Sono a-r-r-a-b-b-i-a-t-a, Draco! È diverso!” scandì la ragazza alzando il tono di voce e lanciandogli un’occhiata truce.  
“ IO dovrei essere arrabbiato!” replicò piccato il biondo.
“ Hai voglia di essere schiantato, Malfoy?” ribatté Hermione
Schiantato? Non so nemmeno perché stiamo litigando!”
“ Ti rinfresco la memoria, allora. Tu mi hai fatto una promessa e ora ti stai tirando indietro!”
“Sai perfettamente quali erano le condizioni nelle quali mi hai estorto questa maledetta promessa di cui parli, mezzosangue!”
“ Perché sei così testardo? Cosa c’è di così terribile e improponibile che non riesci proprio ad accettare?” chiese esasperata Hermione allargando le braccia in un gesto teatrale.
“Starai scherzando, forse! Sette e sottolineo, sette lunghissimi giorni di vacanza insieme a Potter e la sua allegra combriccola? È una follia!” esclamò Draco con convinzione.
“La sua allegra combriccola comprende anche me, te ne sei dimenticato?”
“Stai seriamente pensando che questo sia abbastanza per farmi accettare? È di Potter che stiamo parlando!”
Hermione si lasciò andare ad un sospiro sedendosi sulla poltroncina bianca accanto alla libreria. Massaggiandosi le tempie tentò di pensare come mettere fine a quell’inutile battibecco che non avrebbe portato da nessuna parte, né era pienamente consapevole. Convenne che alzare la voce, decisamente non stava funzionando. Doveva cambiare registro...   
“Mi stai dicendo che non sono abbastanza? Che non faresti questa follia per me?” chiese Hermione, stavolta addolcendo i toni e inserendoci strategicamente una nota di tristezza. Draco, dall’altra parte del salottino con una mano poggiata sullo schienale del divano, alzò gli occhi al cielo girando su se stesso.
“ Sapevo che ti saresti appellata a quell’avverbio nel preciso momento in cui l’ho detto!”
“ Sono le tue parole, Draco”
“ Non farmi quello sguardo, mezzosangue” avvertì Draco puntandole il dito contro e sottolineando il tono accusatorio con uno sguardo eloquente. Hermione continuò a parlare con tono calmo e pacifico, ignorandolo.
“Harry mi chiesto di trascorrere il primo dell’anno insieme e io gli ho detto di sì. Lui è il mio migliore amico e non passiamo Capodanno insieme da una vita!”
“E in questo idilliaco quadretto non hai pensato che anche io volessi trascorrere il primo dell’anno con te?” sbottò Draco.
“Certo che ci ho pensato! Ed è per questo motivo che ho detto ad Harry che mi sarebbe piaciuto molto trascorrere il primo anno con lui, ma che tu saresti stato incluso nel pacchetto. Certo… non è scoppiato di gioia, ma ha accettato. E sai perché lo ha fatto, Draco? Perché anche se non condivide il mio gusto in fatto di ragazzi mi vuole bene e accetta le mie scelte!”
“ Potter ha... accettato?” replicò scettico Draco, che faceva fatica a credere che Potter avesse realmente accettato il suo essere incluso nel pacchetto. Non che facesse la differenza...
“ Ovviamente ne sei sorpreso! Si fosse trattato di te non ci avresti pensato due volte prima di dirmi che avevo completamente perso la testa se credevo di poter includere Harry nel mio pacchetto!
“ Certo! Potter non è il tuo ragazzo!obiettò Draco.
“ Non l’avresti fatto e basta” sentenziò la Granger, come a voler sottolineare ancora una volta la differenza tra lui e Potter. La frecciatina arrivò alle orecchie di Draco chiara e diretta e improvvisamente fece sentire il biondo di casa Malfoy maledettamente in colpa. Il fatto che Potter si fosse posto al di sopra della situazione, della loro faida, agli occhi di Hermione lo faceva irritare e non poco. Come se improvvisamente il bambino sopravvissuto avesse acquistato un bonus di 100 punti e lui fosse retrocesso di 200. Non poteva sopportarlo. Non poteva sopportare di vedere negli occhi di Hermione la fierezza di supportare San Potter e la dura accusa di egoismo che stava riservando a lui. ‘Maledizione! Maledetti Grifonfessi che mi devono rovinare la vita!’ fu il pensiero del biondo ex-serpeverde mentre mosse qualche passo verso la sua ragazza, preparandosi psicologicamente ad un eventuale cedimento.
“Ehi Granger, guardami” fu il sussurro di Draco, dopo aver sollevato il viso della ragazza con due dita. Il viso candido e delicato che aveva sempre contraddistinto Hermione Jane Granger ora era pienamente rivolto a Draco. Il ragazzo sospirò, decretando a se stesso che era ufficialmente succube di quegli occhi color nocciola.
“ Vuoi davvero andare insieme a Potter a passare il primo dell’anno?” chiese. La riccia annuì.
“ Anche se sai che noi due da soli potremmo avere delle vacanze molto e sottolineo molto, più belle e appaganti?” tentò ancora. Hermione annuì nuovamente, anche se con meno intensità del precedente assenso. Draco lo considerò un minuscolo contentino.
“ E vuoi che io venga con te?” aggiunse tetro. Un altro muto assenso.
“Vuoi che io passi sette lunghissimi giorni di vacanza insieme a tutti … loro?” chiese ancora cercando di trattenersi dall’elencare i soliti epiteti decisamente poco carini che era solito affibbiargli e sperando in un moto di compassione.
“ Voglio passare Capodanno con i miei amici e con te” disse, sottolineando con un tono più dolce quel te, indicandogli quanto davvero aveva voglia di passare il primo dell’anno insieme a lui.
Draco sospirò ancora, quasi come per convincere se stesso che non c’era altra alternativa, che non poteva fare altro che assecondare Hermione per due semplici motivi: il primo era che desiderava passare Capodanno con la sua ragazza e quella cocciuta quando si metteva in testa una cosa difficilmente demordeva e il secondo era che non avrebbe permesso a quell’insulso di Potter di rovinargli le vacanze. Costi quel che costi non gliela avrebbe data vinta, specialmente dopo che aveva fatto il superiore davanti alla Granger. Eppure doveva esserci un modo per evitare questa follia. Forse avrebbe dovuto chiedere consiglio a Blaise, magari...
All’improvviso un’idea balenò nella testa del biondo. Al solo pensare al nome dell’amico, una telefonata di qualche giorno prima era piombata nei suoi ricordi a fornirgli una possibile via di uscita.  Forse c’era ancora una speranza...
“Va bene, Granger. Ma... prima che accetti di partecipare a questa follia devo dirti una cosa..” iniziò Draco con tono melodrammatico. Prese posto sul bracciolo della poltroncina bianca dove era seduta Hermione mentre la ragazza, ignara del fatto che il suo ragazzo stesse per giocare la sua ultima carta, pregustava già la vittoria.
“ Qualche giorno fa Blaise mi ha chiamato proponendomi di passare il Capodanno insieme a lui e ai ragazzi” cominciò il giovane con tono affabile. Hermione si mise meglio a sedere sulla poltrona. Questo complicava le cose.
“ Blaise? Perché non mi hai detto nulla?” chiese lei, sorpresa. Non voleva che fosse tutta una messa in scena per evitare di andare in vacanza con Harry, ma le parole del biondo sembravano sincere.
“ Pensavo saremmo stati solo noi due a Capodanno, Granger! ” ammise il giovane. Dopo qualche momento di incertezza, fu il turno della ragazza di sospirare. Questo non l’aveva previsto. Era poi giusto a questo punto accettare l’invito di Harry sapendo che il suo ragazzo aveva rifiutato quello di Blaise? La consapevolezza delle sue azioni le piombò addosso in un attimo: aveva praticamente imposton a Draco di trascorrere le vacanze insieme ad Harry e a i suoi amici, senza nemmeno chiedergli se avesse altri progetti per Capodanno. Sì... tecnicamente glielo aveva chiesto... sebbene... non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce per la personale soddisfazione di non dare ragione al biondo, Hermione riconosceva che effettivamente il modo in cui glielo aveva chiesto non era stato del tutto leale.
Il fatto è che era da poco, neanche un anno che erano una coppia e, a dirla tutta, fatta eccezione per qualche sporadica cena o evento mondano, nemmeno Hermione aveva mai passato del tempo con gli amici di Draco. Lui d’altra parte non le aveva mai chiesto o imposto di frequentarli, mai fatto alcuna pressione per far in modo che le piacessero, come si sforzava di fare lei, o cose simili. Improvvisamente si sentì stupida e presuntuosa. Ovviamente non aveva la minima intenzione di rendere partecipe Draco dei suoi ultimi pensieri: tra lei e Malfoy era principalmente una questione di orgoglio, come a scuola erano sempre lì a vedere chi l’avrebbe spuntata. Doveva pensare a qualcosa, o avrebbe … perso!
“ Se Blaise lo dovesse venire a sapere... voglio dire, non che dubiti che l’ego di Zabini non sia abbastanza grande da poter sopportare di essere stato scaricato per le vacanze, ma essere scaricati per Potter... persino il mio ego ne risentirebbe!” celiò Draco con fare pensieroso. Hermione tentò di evitare di concentrarsi sul lato melodrammatico del suo ragazzo e di afferrare il vero problema.
“ Non riesci proprio a non offenderlo, vero?” replicò invece.
“  Blaise, Granger. Cerca di capire. Non posso dire sì a Potter e no a Blaise …” disse il ragazzo, tornando al tema principale e glissando tranquillamente sul rispondere di una che era tra le sue attività preferite. La guardò in attesa che le sue parole le facessero effetto, in attesa di quel tentennamento che gli avrebbe salvato Capodanno. Era consapevole di aver giocato la carta giusta e conosceva abbastanza bene la sua ragazza da sapere che ora avrebbe iniziato ad avere qualche ripensamento sull’intera faccenda.
Draco ormai cominciava a rilassarsi, conscio di aver segnato un punto a suo favore; Hermione non aveva ancora accennato una parola, totalmente immersa nei suoi pensieri. Proprio quando il ragazzo aveva iniziato a pregustare la vittoria, la ragazza improvvisamente scattò in piedi, quasi facendo perdere l’equilibrio al biondo.
“Ci sono! Faremo una vacanza tutti insieme!” proclamò Hermione. Draco Malfoy strabuzzò gli occhi assolutamente sconvolto. Non era quella la soluzione, non poteva essere quella la soluzione!
Cosa? Sei forse impazzita, mezzosangue?”
“Pensaci Draco! È la soluzione perfetta! Passeremo una settimana tutti insieme, tu inviterai i tuoi amici e io i miei! Due piccioni con una fava!” disse Hermione che dopo quel misero minuto di incertezza ora sembrava aver riacquistato tutta l’allegria di questo mondo.
“Due piccioni che...?” ripetè Draco leggermente confuso.
“È un detto babbano, Malfoy , lascia perdere …” minimizzò la ragazza, facendo un cenno con la mano e liquidando la faccenda. Anche Draco decise che c’erano altre faccende più urgenti da discutere, piuttosto che mettersi a parlare di piccioni e fave.
“ Invece di fare la babbanofila, perché non rifletti un minuto Granger? Potty, Weasel e combriccola a seguito mi odiano …” disse Draco, come se stesse sottolineando la cosa più banale del mondo.
“ Dettagli… ” ribatté Hermione distrattamente.
“ …e la cosa è ampiamente ricambiata. Il fatto che Blaise sia una persona che a differenza mia riesce ad interloquire con qualche grifondoro con indifferenza o che Daphne abbia avuto quella tresca con il Rosso … ”
Chi? Daphne? Con Ron?” esclamò la riccia sconcertata. Draco levò un sopracciglio confuso. Hermione ricambiò lo sguardo eloquentemente facendogli capire che non ne sapeva nulla. Un sorriso sornione si aprì sul volto del giovane di casa Malfoy.
“Credevo lo sapessi. Tu e tuoi amichetti non vi dite sempre tutto?” 
Draco fece appena in tempo a schivarsi prima che una rivista gli piombasse addosso.
“Arriva al punto, Malfoy” disse la Granger lanciandogli un’occhiataccia. Borioso arrogante!
“ Quello che voglio dire è che sarà un disastro” concluse brevemente il ragazzo, con un espressione saggia di chi stava spiegando, ancora una volta, qualcosa di elementare.
“ Oh Malfoy! Quanto sei catastrofico! Non è poi la fine del mondo! Non siamo mica più ai tempi della scuola! Siamo adulti e ci comporteremo come tali” osservò la riccia, risolutiva.  Draco levò gli occhi al cielo. Possibile che le stesse sfuggendo l’ovvio?
“ Tralasciando il fatto che i miei amici non accetterebbero mai, e che il solo pensare di proporgli una cosa simile mi da la nausea...” iniziò lui, ma lei non lo fece nemmeno finire.
“ Sono certa che Blaise e Daphne non storcerebbero il naso come lo stai facendo tu” lo accusò lei.
“ Dimentichi forse che l’odio è reciproco? ” evidenziò Draco. Hermione incrociò le braccia al petto con un sorrisino vittorioso.
“ I  miei amici non avrebbero alcun problema a fare una vacanza con voi
“ Vediamo cosa ne pensa Potter, allora!” la sfidò Draco sicuro che il suo nemico di sempre non lo avrebbe deluso. Potter avrebbe bestemmiato in aramaico, ne era sicuro. Va bene passare le vacanze con uno che non sopporti, ma un’intera fazione nemica ? Ormai il problema era praticamente risolto! La vacanza era già saltata! Sarebbero bastati un paio di insulti di Potter. La Granger però non sembrava pensarla allo stesso modo, anzi sembrava molto sicura di sé.  Da cocciuta qual era, non gli diede neanche il tempo di alzarsi dalla poltrona che già aveva cacciato il cellulare dalla sua borsetta.
“ E ora che stai facendo con quel cellulare?” sbottò Malfoy, riconoscendo uno dei pochi oggetti babbani che gradisse e dei quali usufruisse, tra l’altro...
“ Ti dimostro che hai torto” replicò la ragazza in maniera pacata e tranquilla.
“ E come, di grazia ?” le chiese, vedendola impegnata a digitare un tasto dopo l’altro con una foga che, di questo passo, avrebbe distrutto il fragile oggetto di metallo. Qualche secondo dopo, il cellulare finì nuovamente nella sua borsetta.
“Semplice: ho appena comunicato ad Harry che ci saranno anche i tuoi amici. Comunicato, capito Draco? Harry non è un bambino come te!” e detto questo lasciò il biondo su due piedi nel salotto, sbattendosi la porta della camera da letto alle spalle.
“Sarà meglio che ti rimangi quello che hai detto, mezzosangue!” replicò il biondo tornando ad alzare il tono di voce. La porta si riaprì di scatto, dando così inizio al classico botta e risposta di sempre.
“Altrimenti? Che fai Malfoy?” chiese combattiva la Granger.
“ Non farmi arrabbiare Granger! Questa vacanza non si farà!”
“ Oh certo! Perché decide il signorino! Perché non smetti di pensare a te stesso e pensi anche a me per una volta?”
“ Sto pensando anche a te, infatti! Andiamocene noi due e basta!”
“ Ieri sera la pensavi diversamente e ora abbiamo preso un impegno!”
“No, TU hai preso un impegno!”
“ Bene, vorrà dire che io andrò in vacanza con Harry e i miei amici e tu coi tuoi! Fammi sapere se ti liberi per Pasqua, mi raccomando!”
“Mah sì, facciamo anche del sarcasmo adesso! Sei sempre la solita cocciuta!”
“E tu il solito bambino viziato ed egoista!”
“ Sempre meglio che essere Potter! O forse no? Lui a differenza mia, per te è un Santo! San Potter!”
“Ecco vedi! Mi hai appena dato ragione! Sei un bambino! E smettila di chiamare Harry in quel modo”
Un cuscino da divano finì dritto a colpire il braccio sinistro di Draco.
“ Sempre a difendere Potter! Perché non ti metti insieme a lui?”
“ Forse sarebbe meglio! Harry è una persona adulta che ragiona da adulto, mica come te! Ancora attaccato a pregiudizi arcaici e insulsi!”
Il cuscino venne sbattuto di nuovo sul divano da Draco, mentre Hermione a braccia incrociate al petto aspettava di controbattere.
“ Tutte balle! Sai benissimo che Potter la pensa esattamente come me!”
Anche se fosse, almeno ha la decenza di risparmiarmi queste ridicole prese di posizione!”
Prese di posizione?!? Sono solo realista! Vuoi far convivere nella stessa casa persone che si odiano da più di sette anni!”
“ E con questo? Io e te di certo non ci confidavamo i nostri segreti durante gli anni di scuola!”
“ È DIVERSO!”
“ Mi hai appena detto che Daphne e Ron hanno avuto una tresca!”
“ Forse loro due non si azzanneranno, ma il resto?”
“ Lavorate tutti nello stesso edificio da tre anni  e non sono ancora andata al funerale di nessuno di voi”
“ Confondi tolleranza con simpatia, forse? ”
“ Malfoy!”
All’ennesimo richiamo della Granger Draco tentò di riprendere in mano le redini della situazione, cercando di riconnettere tutti i fili. Con una mano a massaggiarsi le tempie che dolevano, il ragazzo tentò di far comprendere ad Hermione, per l’ennesima volta quel che sembrava sfuggirle.
“Okay, Granger. Seriamente, adesso. Io, Lenticchia, Sfregiato, Blaise e Theo sotto lo stesso tetto. Riesci anche solo ad immaginarlo? Sì onesta! Stai programmando un suicidio di massa o una guerra nucleare?”
“ Dimentichi Ginny e Daphne... e me!” aggiunse Hermione, come a dargli una garanzia.
“ Certo, invitiamo anche Pansy già che ci siamo!” esclamò Draco. Hermione non si mosse.
“ Se vuoi...” disse noncurante. Alla sua ultima affermazione, Draco iniziò seriamente a dubitare del raziocinio della Granger.
“ Ci insulteremmo, continuamente. Potremmo persino finire per fare a botte!”
“ Harry sarebbe perfettamente in grado di mantenere il controllo, così come anche Ron! Il problema sei solo tu!” affermò Hermione, con una sicurezza spavalda. Draco perse la pazienza.
“Ah davvero? Sei una cocciuta, Granger! Vuoi che sia falso? Vuoi che faccia l’amichetto con Potter? Che finga di poter stare nella stessa stanza con lui senza sfotterlo o dargli addosso? Vuoi che faccia finta che mi vada a genio solo perché è il migliore amico della mia ragazza?”
“Sì!”
“ Perché se vuoi che lo faccia io sono PERFETTAMENTE in grado di farlo”
“E allora dimostramelo!”
“Bene!”
“Bene!”
Avevano urlato entrambi, più del solito. Orgogliosi e testardi come i vecchi tempi. Forse era anche questo che teneva in saldo il loro rapporto: il loro continuo battibeccare, litigare e poi fare pace.
“ Faremo questa stramaledettissima vacanza combinata!” disse il biondo in preda alla rabbia. Hermione non si scompose,  semplicemente sbatté di nuovo la porta chiudendosi in camera da letto. Soltanto a porta chiusa si permise di lasciarsi andare ad un sorriso. Aveva vinto.
Bella fregatura pensò invece Draco Malfoy, sprofondando nella poltroncina bianca dove in precedenza era stata seduta Hermione. Si era fatto rigirare come un calzino, un’altra volta. Maledizione! Quella strega in un modo o nell’altro riusciva sempre ad aver quello che voleva.
Si massaggiò le tempie, cercando di scrollarsi di dosso il nervosismo. Come avrebbero reagito i suoi amici? Sarebbero stati d’accordo? Probabilmente si erano già organizzati diversamente e lui sarebbe stato costretto a passare comunque le vacanze con Potter. No, questo era fuori discussione! Solo con Potter e una ciurmaglia di Grifonfessi? Persino la sua ragazza infondo era una di loro! Non avrebbe retto, questo era certo. Aveva bisogno di Blaise e di Theo, almeno di loro due o avrebbe ucciso Potter dopo i primi dieci minuti di convivenza.
Con l’idea precisa di obbligare almeno i suoi due migliori amici a imbarcarsi in questa follia insieme a lui, estrasse il suo cellulare dalla tasca e compose il numero di Blaise Zabini, altro purosangue convertito alla babbana comodità dei cellulari. Dopo un paio di squilli il ragazzo, con voce assonnata, rispose.
“ Draco...” mormorò incerto “ che diamine …”
“Quanto ti sta simpatico Potter da uno a dieci, Blaise?”
“ Zero è un numero?”
Splendido perché devo dirti una cosa ...”
 
Non era la mica la fine del mondo, eh Granger?




My Corner
Eccoci qui. Sono tornata e finalmente sono pronta a riprendere il mio posto su Efp. La mia presenza su questo sito è davvero stata a singhiozzi, ma purtroppo tra impegni e altro non riuscivo a e ora, finalmente, con l'arrivo dell'estate ho potuto riprendere un pò in mano la situazione. Come alcuni di voi ricorderete avevo già pubblicato, o per la precisione, iniziato a questa storia tempo fa ma non l'avevo mai portata a termine (per coloro che ricordano, vi prego di l'avviso nella mia BIO). Per tutti gli altri, Benvenuti! Come avrete potuto notare la storia ha un'impronta ironica, sebbene proseguendo noterete comunque uno sviluppo, sì chiaramente scherzoso e sentimentale, ma al contempo più introspettivo; questo perchè ho tentato di mantenermi dal cadere nel comico troppo irreale per cui di lasciare comunque un'impronta originale ai personaggi che la Rowling ci presta così generosamente. Spero di essermi spiegata, in ogni capirete sicuramente non appena avrete più di un capitolo davanti...
Spero che l'idea vi stuzzichi e vi spinga ad attendere i prossimi capitoli con cusiosità! Vi invito a lasciare le vostre opinioni, domande, pensieri... qualsiasi cosa nelle recensioni! Ringrazio comunque anche tutti coloro che sceglieranno solo di !
Sempre un piacere per voi, popolo di EFP!
Al prossimo aggiornamento!

P.s. Mi raccomando, tenete sempre d'occhio la mia bacheca per gli aggiornamenti !


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