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Autore: willHole    28/04/2009    4 recensioni
Questa storia è una raccolta disomogenea di schizzi che in comune hanno solo il tema: descrivere, per quanto possibile, la bellezza della Natura, la sua grazia incomparabile, la sua eleganza.
Sono solo dei piccoli quadretti, nella maggior parte dei casi a carattere paesaggistico, con l'unico scopo di fotografare dei momenti o delle situazioni particolari. Piccoli esecizi anche di stile, alle volte, quando ho tentato di scrivere in modi a me non proprio congeniali.
Alcuni li ho già scritti, altri sicuramente ne scriverò in futuro, perché questo è un argomento che mi ha sempre affascinato, sebbene in realtà non ne conosca ancora la ragione.
Leggete dunque, o amanti della viridea natura, questi insoliti schizzi di verde mentale...
Contiene la sezione "Parata di Fiori", sottoraccolta alfabetica di schede botaniche a carattere fitoterapico, balsamico, filosofico e/o mitologico, frutto di nuove follie ed elucubrazioni varie del mio stanco cervellino...
Contiene inoltre, al capitolo 26, la "poesia" Ballata di una foresta bambina, partecipante al concorso "La Foresta e...la Bambina" indetto da Eylis.
E', questo mio paradiso, l'arzigogolata proiezione della mia mente nel mondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un fiore

Un fiore.

 

Un fiore era sbocciato sul ramo più alto del pesco.

Era un fiore minuscolo, candido di un bianco elegante, lievemente animato dalle sottili strie rosate che si dipartivano dal centro di polline dorato.

Se ne stava lì, unico come tutti gli istanti di magica bellezza, unico come la grazia dei suoi petali leggeri, unico a brillare sulla cima del pesco.

Nessun altro fiore era nato sui rami secchi della pianta, troppo vecchia e stanca ormai per produrre fiori, foss’anche per ricreare il miracolo della formazione di un frutto.

Il pesco era come morto, da anni.

Scheletro nero nel verde brulicante, confuso, di un giardino incolto.

Il pesco era come morto, ma un fiore era sbocciato sul suo ramo più alto.

E il fiore urlava il suo canto di gioia dall’alto dell’albero.

 

 

 

 

 

Questo secondo capitoletto è molto diverso rispetto al primo, innanzitutto per la lunghezza: è una drabble di 130 parole. Una minuscola scheggia per i fiori che urlano dai rami più alti, e non vengono quasi mai ascoltati.

 

 

 

Infine, un grazie particolare e molto sentito a ninfea306, per le belle parole di commento e il sostegno. Sorrisoni da willHole.^^

  
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